RAPPORTO ANNUALE 2013 SETTORE MONITORAGGI AMBIENTALI

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1 STATO DELLE ACQUE SUPERFICIALI BACINO DEL FIUME TICINO E LAGO MAGGIORE RAPPORTO ANNUALE 2013 SETTORE MONITORAGGI AMBIENTALI Ottobre 2014

2 1 Autori Settore Monitoraggi Ambientali U.O. Acque Nicoletta Dotti, Pietro Genoni, Massimo Paleari, Laura Tremolada Con il contributo di: Dipartimento di Como U.O. Monitoraggi e Valutazioni Ambientali Cinzia Monti, Diego Ricci, Nicola Dell Orto U.O. Attività Produttive e Controlli Anna Maria Brambilla Dipartimento di Milano U.O. Monitoraggi Ambientali Adriano Cati, Elena Colombo, Giorgio Dragonetti, Francesco Elvio, Erika Lorenzi Dipartimento di Pavia U.O. Monitoraggi e Valutazioni Ambientali Alberto Fonte, Natale Pizzochero, Emanuela Marangoni, Graziella Lai Dipartimento di Varese U.O. Monitoraggi e Valutazioni Ambientali Valeria Roella, Andrea Beghi, Cristina Borlandelli, Franca Pandolfi ARPA LOMBARDIA Settore Monitoraggi Ambientali Via Rosellini 17 - Milano Direttore: Dott.ssa Silvia Anna Bellinzona In copertina: Lago Maggiore e fiume Ticino

3 2 Sommario 1 INTRODUZIONE IL QUADRO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO OBIETTIVI DI QUALITÀ LA RETE DI MONITORAGGIO REGIONALE: TIPIZZAZIONE, CORPI IDRICI E ANALISI DI RISCHIO LA CLASSIFICAZIONE DELLO STATO DI QUALITÀ DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI Stato ecologico Stato chimico TIPI DI MONITORAGGIO LA RETE DI MONITORAGGIO LA RETE DI MONITORAGGIO REGIONALE LA RETE DI MONITORAGGIO DEL BACINO DEL FIUME TICINO E DEI LAGHI MAGGIORE E LUGANO LO STATO DELLE ACQUE DEL BACINO DEL FIUME TICINO, DEL LAGO MAGGIORE E DEL LAGO DI LUGANO CONCLUSIONI... 28

4 3 1 INTRODUZIONE ARPA Lombardia effettua il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee in maniera sistematica sull intero territorio regionale dal 2001, secondo la normativa vigente. A partire dal 2009 il monitoraggio è stato gradualmente adeguato ai criteri stabiliti a seguito del recepimento della Direttiva 2000/60/CE, in particolare svolgendo le seguenti azioni: - programmazione e gestione del monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici; - effettuazione di sopralluoghi e campionamenti; - esecuzione di analisi degli elementi chimico-fisici e chimici e degli elementi biologici; - elaborazione dei dati derivanti dal monitoraggio e relativa classificazione; - caricamento dei dati di monitoraggio nel sistema nazionale. ARPA Lombardia svolge inoltre altre attività inerenti le acque superficiali e sotterranee, tra cui: - supporto tecnico-scientifico a Regione Lombardia per le attività di pianificazione e programmazione; - gestione e realizzazione di monitoraggi e progetti relativi a problematiche o specificità territoriali; - gestione delle emergenze e degli esposti relativi a eventi di contaminazione delle acque. Il presente documento, oltre a fornire un quadro sintetico sia territoriale che normativo, descrive lo stato di qualità delle acque superficiali ricadenti nel bacino idrografico del fiume Adda e del lago di Como a conclusione del monitoraggio svolto nel Per informazioni di dettaglio riguardo l analisi degli andamenti storici e delle criticità ambientali si rimanda alle relazioni annuali predisposte dai Dipartimenti ARPA Provinciali territorialmente competenti.

5 4 2 IL QUADRO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Il bacino idrografico del fiume Ticino ha una superficie complessiva di circa km 2, di cui una parte significativa (circa il 53%) si trova in territorio svizzero e la restante appartiene al territorio italiano (circa km 2, il 4% della superficie complessiva del bacino del Po). Complessivamente, il bacino si trova per il 79% in ambito montano e per il 21% in pianura; la parte italiana del bacino si trova in ambito montano per il 49%. Il fiume Ticino origina in Svizzera, in prossimità del passo del S. Gottardo, ha una lunghezza complessiva di 284 km e costituisce, con il fiume Toce, il principale affluente del Lago Maggiore (o Verbano); a monte della sua immissione nel lago, in località Locarno, riceve in sinistra idrografica i torrenti Brenno e Moesa. All uscita dal Lago Maggiore il fiume riprende il suo corso dallo sbarramento della Miorina (Sesto Calende) e prosegue fino alla confluenza con il Po, al Ponte della Becca (Pavia). Si possono riconoscere due diversi assetti tipologici: - nel primo tratto, tra Sesto Calende e Oleggio, l alveo è molto inciso all interno di cordoni morenici e di terrazzi fluviali, incanalato in un unico filone di corrente con velocità discreta, sezione media di larghezza pari a m, sponde ripide e vegetate; - il secondo tratto, che arriva fino alla confluenza in Po, presenta un alveo molto ampio (larghezza massima sui 400 m), a filone divagante in diversi rami, sponde basse, vegetazione molto consistente sia di sponda che in alveo, con notevole presenza di isole, sabbioni, terre nude. Per alleggerire i carichi idraulici dei corsi d acqua diretti alla volta di Milano, all inizio degli anni 80 fu realizzato il Canale Scolmatore di Nord-Ovest, che deriva le acque del Seveso e dell Olona per sversarle nel Ticino all altezza di Abbiategrasso. Amministrativamente il bacino imbrifero del Lago Maggiore (circa km 2 di superficie) è compreso tra Piemonte, Lombardia e Canton Ticino (Svizzera). Il lago ha una superficie di 212,5 km 2, di cui circa l 80% si trova in territorio italiano ed in particolare tra le province di Varese, Novara e del Verbano-Cusio-Ossola. Il principale sviluppo del lago in direzione nord-sud fa sì che il territorio interessato dal bacino sia altamente diversificato a livello morfologico. La parte sud, quasi completamente pianeggiante in corrispondenza dei comuni di Sesto Calende, Castelletto sopra Ticino e Dormelletto Ticino, è caratterizzata da un intensa attività turistica. Verso nord il territorio diventa via via collinare, caratterizzato da una maggior pendenza delle rive e da un differente uso del territorio circostante che, nel complesso, si riflette in una minor presenza antropica sul lago rispetto alla parte meridionale. Dai comuni di Laveno in Lombardia e Verbania in Piemonte e procedendo verso nord fino ad arrivare in territorio svizzero, tali peculiarità risultano ancora più accentuate caratterizzando tratti costieri totalmente inaccessibili con rive rocciose praticamente verticali. I numerosi delta fluviali dei principali immissari del lago sono anch essi elementi geografici chiave in grado di determinare morfologia e conseguenti livelli di urbanizzazione delle aree prossime al lago. Centri abitati piuttosto consistenti (Maccagno, Cannobio, Cannero, Locarno e Ascona) si sono sviluppati proprio in queste zone. Di particolare rilevanza sono le due piane che si sono originate in corrispondenza dei due immissari maggiori, Ticino e Toce, che oltre a rappresentare aree di importanza naturalistica molto elevata, risultano essere tra le più frequentate a livello turistico. Il lago di Lugano (o Ceresio) si situa nelle Prealpi insubriche, in un territorio montano posto al margine nord della Pianura Padana, politicamente suddiviso tra la Lombardia e il Canton Ticino (Svizzera). Il lago si situa ad un altitudine di 271 m s.l.m. ed occupa una superficie complessiva di 48,9 km 2, di cui circa il 30% in territorio italiano. Assieme ai vicini Lago di Como e Lago Maggiore, il Ceresio rappresenta uno dei principali laghi che caratterizzano la regione Insubrica, comprensorio transfrontaliero compreso tra la Pianura Padana e le Alpi centrali. Il territorio che circonda il lago è quello tipico delle Prealpi subalpine, con diversi comparti montani che si ergono fino a oltre i m di quota, interrotti da ampie vallate di origine fluvio-glaciale. Queste vallate,

6 5 come pure i principali torrenti di pendio, confluiscono nel lago creando zone rivierasche a morfologia dolce (rive planiziali, delta alluvionali) lungo le rive altrimenti dominate da rive degradanti con pendenze marcate.

7 6 3 IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO La normativa sulla tutela delle acque superficiali e sotterranee trova il suo principale riferimento nella Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque. Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 norme in materia ambientale, con le sue successive modifiche ed integrazioni, recepisce formalmente la Direttiva 2000/60/CE, abrogando il previgente decreto legislativo 11 maggio 1999, n A seguito all approvazione del Dlgs 152/06, sono stati emanati alcuni decreti attuativi, e in particolare: - Decreto 16 giugno 2008, n. 131, regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni); - Decreto 14 aprile 2009, n. 56, regolamento recante criteri per il monitoraggio dei corpi idrici e l identificazione delle condizioni di riferimento; - D.M. Ambiente 8 novembre 2010, n.260, criteri tecnici per la classificazione modifica norme tecniche Dlgs 152/06. E necessario menzionare anche il decreto legislativo 10 dicembre 2010, n. 219, che recepisce la Direttiva 2008/105/CE relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque e la Direttiva 2009/90/CE che stabilisce specifiche tecniche per l analisi chimica e il monitoraggio dello stato delle acque. La Regione Lombardia, con l'approvazione della Legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26, ha indicato il Piano di gestione del bacino idrografico come strumento per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici, attraverso un approccio che integra gli aspetti qualitativi e quantitativi, ambientali e socio-economici. Il Piano di gestione, che prevede come riferimento normativo nazionale ancora il Dlgs 152/99, è costituito da: - Atto di indirizzi per la politica di uso e tutela delle acque della Regione Lombardia, approvato dal Consiglio regionale il 28 luglio 2004; - Programma di tutela e uso delle acque (PTUA), approvato con DGR del 29 marzo 2006, n. 8/2244. Più recentemente, in attuazione della Direttiva 2000/60/CE, L Autorità di Bacino del fiume Po ha adottato il Piano di Gestione per il Distretto idrografico del fiume Po PdGPo (Deliberazione n. 1 del 24 febbraio 2010). Il Piano di Gestione è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono programmate le misure finalizzate a garantire la corretta utilizzazione delle acque e il perseguimento degli scopi e degli obiettivi ambientali stabiliti dalla Direttiva 2000/60/CE. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri8 febbraio 2013 è l atto formale che completa l iter di adozione del Piano di Gestione del Distretto idrografico Padano.

8 7 3.1 Obiettivi di qualità La normativa prevede il conseguimento di obiettivi minimi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi e di obiettivi di qualità per specifica destinazione. L obiettivo di qualità ambientale è definito in funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di autodepurazione e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. L obiettivo di qualità per specifica destinazione individua lo stato dei corpi idrici idoneo ad una particolare utilizzazione da parte dell uomo (produzione di acqua potabile, balneazione), alla vita dei pesci e dei molluschi. I Piani di tutela adottano le misure atte affinché siano conseguiti i seguenti obiettivi entro il 22 dicembre 2015: - mantenimento o raggiungimento per i corpi idrici superficiali e sotterranei dell obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato buono ; - mantenimento, ove già esistente, dello stato di qualità elevato ; - mantenimento o raggiungimento degli obiettivi di qualità per specifica destinazione per i corpi idrici ove siano previsti. La normativa prevede inoltre la possibilità di differimento dei termini per il conseguimento degli obiettivi proroga al 2021 o al 2027 a condizione che non si verifichi un ulteriore deterioramento e che nel Piano di Gestione siano fornite adeguate motivazioni e l elenco dettagliato delle misure previste. Vi è inoltre la possibilità di fissare obiettivi ambientali meno rigorosi deroga nei casi in cui, a causa delle ripercussioni dell impatto antropico o delle condizioni naturali non sia possibile o sia esageratamente oneroso il loro raggiungimento. 3.2 La rete di monitoraggio regionale: tipizzazione, corpi idrici e analisi di rischio Uno dei principi innovativi della Direttiva 2000/60/CE consiste nel riferirsi al contesto geografico naturale cui i corpi idrici appartengono: per quanto riguarda i corpi idrici superficiali questo processo richiede da un lato l individuazione dei differenti tipi fluviali e lacustri presenti nel distretto idrografico e dall altro la definizione delle condizioni di riferimento tipo-specifiche, che rappresentano uno stato corrispondente a condizioni indisturbate o con disturbi antropici molto lievi. La definizione della rete di monitoraggio ha richiesto, all interno di ciascun tratto o bacino tipizzato, l individuazione dei corpi idrici, che costituiscono gli elementi distinti e significativi a cui fare riferimento per riportare e accertare la conformità con gli obiettivi ambientali. I criteri per l identificazione dei corpi idrici tengono conto principalmente delle differenze dello stato di qualità, delle pressioni esistenti sul territorio e dell estensione delle aree protette. Sulla base delle informazioni sulle attività antropiche presenti nel bacino idrografico, sulle pressioni da esse provocate e sugli impatti prodotti, è stato possibile pervenire ad una previsione circa la capacità di ciascun corpo idrico di raggiungere o meno, nei tempi previsti, gli obiettivi di qualità. A conclusione della prima analisi di rischio i corpi idrici sono stati distinti nelle seguenti classi di rischio: corpi idrici a rischio, corpi idrici non a rischio, corpi idrici probabilmente a rischio. Questa attribuzione ha avuto lo scopo di individuare un criterio di priorità attraverso il quale orientare i programmi di monitoraggio.

9 8 3.3 La classificazione dello stato di qualità dei corpi idrici superficiali Lo stato di un corpo idrico superficiale è determinato dal valore più basso tra il suo stato ecologico e il suo stato chimico. Lo stato ecologico è stabilito in base alla classe più bassa relativa agli elementi biologici, agli elementi chimicofisici a sostegno e agli elementi chimici a sostegno. Le classi di stato ecologico sono cinque: elevato (blu), buono (verde), sufficiente (giallo), scarso (arancione), cattivo (rosso). Lo stato chimico è definito rispetto agli standard di qualità per le sostanze o gruppi di sostanze dell elenco di priorità. Il corpo idrico che soddisfa tutti gli standard di qualità ambientale fissati dalla normativa è classificato in buono stato chimico (blu). In caso contrario, la classificazione evidenzierà il mancato conseguimento dello stato buono (rosso). Stato Ecologico Elementi di qualità biologica (EQB) E E E B B B Giudizio S S S peggiore S S S C C C Tipizzazione Giudizio - Elementi generali chimico-fisici peggiore Classificazione Individuazione E Stato Ecologico corpi idrici B ELEVATO* FIUMI LAGHI Analisi di rischio Dati di monitoraggio S Giudizio Inquinanti specifici E B S Stato Chimico Sostanze dell'elenco di priorità NON peggiore SUFFICIENTE SCARSO CATTIVO *Lo stato elevato deve essere confermato dagli elementi idromorfologici a sostegno Classificazione Stato Chimico NON Schema generale per la classificazione dello stato delle acque superficiali.

10 Stato ecologico Lo stato ecologico è definito dalla qualità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici, stabilita attraverso il monitoraggio degli elementi biologici, degli elementi chimici e fisico-chimici a sostegno e degli elementi idromorfologici a sostegno. Gli elementi di qualità differiscono tra fiumi e laghi, in funzione delle rispettive peculiarità. Gli elementi biologici utilizzati ai fini della classificazione dello stato ecologico dei fiumi sono le macrofite, le diatomee, i macroinvertebrati bentonici e la fauna ittica. Elementi di qualità biologica (EQB) e metodi di classificazione dello stato ecologico per i fiumi EQB Metodo di classificazione Descrizione Macrofite Diatomee Macroinvertebrati bentonici Fauna ittica IBMR - Indice Biologique Macrophytique en Rivière ICMi - Indice Multimetrico di Intercalibrazione Sistema MacrOper ISECI - Indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche L indice IBMR è finalizzato alla valutazione dello stato trofico inteso in termini di intensità di produzione primaria. L indice ICMi si basa sull Indice di Sensibilità agli Inquinanti (IPS) e sull Indice Trofico (TI). Il sistema MacrOper è basato sul calcolo dell Indice Multimetrico STAR di Intercalibrazione (STAR_ICMi). La classificazione dei fiumi molto grandi e/o non accessibili si ottiene dalla combinazione dei valori RQE ottenuti per gli indici STAR_ICMi e MTS (Mayfly Total Score). L indice ISECI si basa sulla presenza e la condizione biologica (classi di età e consistenza demografica) delle specie indigene, sulla presenza di ibridi, di specie aliene e di specie endemiche. Gli elementi generali chimico-fisici a sostegno degli elementi biologici da utilizzare ai fini della classificazione dello stato ecologico dei fiumi sono i nutrienti e l ossigeno disciolto. Per una migliore interpretazione del dato biologico, ma non per la classificazione, si tiene conto anche di temperatura, ph, alcalinità e conducibilità. Elementi generali di qualità chimico-fisica e indice per la classificazione dello stato ecologico dei fiumi Elemento Parametro Indice Descrizione Ossigeno disciolto Nutrienti Altri parametri 100-OD% saturazione Azoto ammoniacale (N-NH 4 ) Azoto nitrico (N-NO 3 ) Fosforo totale Temperatura ph Alcalinità Conducibilità LIM eco - Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato ecologico. Il LIM eco di ciascun campionamento viene derivato come media tra i punteggi attribuiti ai singoli parametri secondo le soglie stabilite dalla normativa, in base alla concentrazione osservata. Il LIM eco da attribuire ad un sito è la media dei LIM eco dei campionamenti effettuati durante l'anno. Sono utilizzati esclusivamente per una migliore interpretazione del dato biologico e non per la classificazione.

11 10 Gli elementi biologici utilizzati ai fini della classificazione dello stato ecologico dei laghi sono il fitoplancton, le macrofite e la fauna ittica. Per i macroinvertebrati bentonici non si dispone ancora di un metodo ufficiale di classificazione. Elementi di qualità biologica (EQB) e metodi di classificazione dello stato ecologico per i laghi EQB Metodo di classificazione Descrizione Fitoplancton Macrofite Fauna ittica ICF - Indice complessivo per il fitoplancton MTIspecies MacroIMMI LFI - Lake Fish Index L indice ICF si ottiene come media dell indice medio di biomassa (concentrazione di clorofilla a e biovolume) e dell indice medio di composizione (PTI, percentuale di cianobatteri). Gli indici MTIspecies e MacroIMMI sono calcolati in base a cinque metriche: massima profondità di crescita, frequenza relativa delle specie con forma di colonizzazione sommersa, frequenza delle specie esotiche, diversità (indice di Simpson), punteggio trofico per ciascuna specie. L indice LFI si basa sull abbondanza relativa e la struttura di popolazione delle specie chiave, sul successo riproduttivo delle specie chiave e delle specie tipo-specifiche, sulla diminuzione (%) del numero di specie chiave e tipo-specifiche, sulla presenza di specie ittiche alloctone ad elevato impatto. Macroinvertebrati bentonici Metodo in via di definizione - Gli elementi generali chimico-fisici a sostegno degli elementi biologici da utilizzare ai fini della classificazione dello stato ecologico dei laghi sono il fosforo totale, la trasparenza e l ossigeno ipolimnico. Per una migliore interpretazione del dato biologico, ma non per la classificazione, si tiene conto anche di ph, alcalinità, conducibilità e ammonio. Elementi generali di qualità chimico-fisica e indice per la classificazione dello stato ecologico dei laghi Elemento Parametro Indice Descrizione Fosforo totale - Trasparenza Ossigeno ipolimnico ph LTL eco Livello Trofico Laghi per lo stato ecologico. L LTL eco viene derivato come somma dei i punteggi ottenuti per i singoli parametri secondo le soglie stabilite dalla normativa, in base alla concentrazione osservata. Altri parametri Alcalinità Conducibilità - Sono utilizzati esclusivamente per una migliore interpretazione del dato biologico e non per la classificazione. Ammonio Per gli elementi biologici la classificazione si effettua sulla base del valore di Rapporto di Qualità Ecologica (RQE), ossia del rapporto tra valore del parametro biologico osservato e valore dello stesso parametro corrispondente alle condizioni di riferimento per il tipo a cui appartiene il corpo idrico in osservazione.

12 11 Gli elementi chimici a sostegno degli elementi biologici sono gli inquinanti specifici non appartenenti all elenco di priorità. Per ciascun inquinante specifico è stabilito uno standard di qualità ambientale espresso come valore medio annuo (SQA-MA). Inquinanti specifici non appartenenti all elenco di priorità: elementi chimici a sostegno degli elementi biologici. Arsenico Cromo totale Mevinfos Azinfos etile 2,4D Ometoato Azinfos metile Demeton Ossidemeton metile Bentazone 3,4-Dicloroanilina Paration etile 2-Cloroanilina 1,2Diclorobenzene Paration metile 3-Cloroanilina 1,3Diclorobenzene 2,4,5T 4-Cloroanilina 1,4Diclorobenzene Toluene Clorobenzene 2,4-Diclorofenolo 1,1,1Tricloroetano 2-Clorofenolo Diclorvos 2,4,5-Triclorofenolo 3-Clorofenolo Dimetoato 2,4,6-Triclorofenolo 4-Clorofenolo Eptaclor Terbutilazina(incluso metabolita) 1-Cloro-2-nitrobenzene Fenitrotion Composti del Trifenilstagno 1-Cloro-3-nitrobenzene Fention Xileni 1-Cloro-4-nitrobenzene Linuron Pesticidi singoli Cloronitrotolueni Malation Pesticidi totali 2-Clorotoluene MCPA 3-Clorotoluene Mecoprop 4-Clorotoluene Metamidofos

13 Stato chimico La presenza delle sostanze appartenenti all elenco di priorità definisce lo stato chimico dei corpi idrici. Per ciascuna sostanza sono stabiliti uno standard di qualità ambientale espresso come valore medio annuo (SQA- MA) e uno standard di qualità ambientale espresso come concentrazione massima ammissibile (SQA-CMA). La normativa prevede il raggiungimento, entro il 20 novembre 2021, dell obiettivo di eliminare le sostanze pericolose prioritarie (PP) negli scarichi, nei rilasci da fonte diffusa e nelle perdite, nonché di ridurre gradualmente negli stessi le sostanze prioritarie (P). Per le altre sostanze (E) l obiettivo è di eliminare l inquinamento dalle acque causato da scarichi, rilasci da fonte diffusa e perdite. Sostanze dell elenco di priorità (PP: sostanza pericolosa prioritaria; P: sostanza prioritaria; E: altre sostanze). Alaclor P Fluorantene P Alcani,C10-C13,cloro PP Idrocarburi policiclici aromatici: Antiparassitari del ciclodiene: Benzo(a)pirene Aldrin Benzo(b)fluorantene Dieldrin E Benzo(k)fluoranthene PP Endrin Benzo(g,h,i)perylene Isodrin Indeno(1,2,3-cd)pyrene Antracene PP Isoproturon P Atrazina P Mercurio e composti PP Benzene P Naftalene P Cadmio e composti PP Nichel e composti P Clorfenvinfos P 4-Nonilfenolo PP Clorpirifos (Clorpirifos etile) P Ottilfenolo (4-(1,1',3,3'-tetrametilbutilfenolo) P DDT totale E Pentaclorobenzene PP p.p'-ddt E Pentaclorofenolo P 1,2-Dicloroetano P Piombo e composti P Diclorometano P Simazina P Di(2-etilesilftalato) P Tetracloruro di carbonio E Difeniletere bromato (sommatoria congeneri 28, 47, 99, 100, 153 e 154) PP Tetracloroetilene E Diuron P Tricloroetilene E Endosulfan PP Tributilstagno e composti (Tributilstagno catione) PP Esaclorobenzene PP Triclorobenzeni P Esaclorobutadiene PP Triclorometano P Esaclorocicloesano PP Trifluralin P

14 Tipi di monitoraggio L obiettivo del monitoraggio è quello di stabilire un quadro generale coerente ed esauriente dello stato ecologico e chimico delle acque all interno di ciascun bacino idrografico e permettere la classificazione di tutti i corpi idrici superficiali. Il monitoraggio delle acque superficiali si articola in: sorveglianza, operativo, indagine. Il monitoraggio di sorveglianza, che riguarda i corpi idrici non a rischio e probabilmente a rischio di non soddisfare gli obiettivi ambientali, è realizzato per: - integrare e convalidare l analisi delle pressioni e degli impatti; - la progettazione efficace ed effettiva dei futuri programmi di monitoraggio; - la valutazione delle variazioni a lungo termine di origine naturale (rete nucleo); - la valutazione delle variazioni a lungo termine risultanti da una diffusa attività di origine antropica (rete nucleo); - tenere sotto osservazione l evoluzione dello stato ecologico dei siti di riferimento; - classificare i corpi idrici. Il monitoraggio operativo è realizzato per: - stabilire lo stato dei corpi idrici identificati a rischio di non soddisfare gli obiettivi ambientali; - valutare qualsiasi variazione dello stato di tali corpi idrici risultante dai programmi di misure; - classificare i corpi idrici. Il monitoraggio di indagine è richiesto in casi specifici e più precisamente: - quando sono sconosciute le ragioni di eventuali superamenti (ad esempio le cause del mancato raggiungimento degli obiettivi o del peggioramento dello stato); - quando il monitoraggio di sorveglianza indica il probabile rischio di non raggiungere gli obiettivi e il monitoraggio operativo non è ancora stato definito; - per valutare l ampiezza e gli impatti di un inquinamento accidentale. Il monitoraggio di sorveglianza si effettua per almeno un anno ogni sei (periodo di validità del Piano di Gestione), salvo per la rete nucleo che è controllata ogni tre anni. Il ciclo del monitoraggio operativo è triennale.

15 14 4 LA RETE DI MONITORAGGIO 4.1 La rete di monitoraggio regionale Il processo di tipizzazione dei corsi d acqua e dei laghi in Lombardia ha portato all individuazione di 39 tipi fluviali e di 8 tipi lacustri. All interno di ciascun tratto o bacino tipizzato sono stati individuati 669 corpi idrici fluviali (520 naturali e 149 artificiali) e 56 corpi idrici lacustri (32 naturali e 24 invasi). La rete di monitoraggio regionale per le acque superficiali è composta da: stazioni collocate su altrettanti corpi idrici fluviali; - 44 stazioni collocate su 37 corpi idrici lacustri. Complessivamente a livello regionale vengono quindi sottoposti a monitoraggio oltre il 50% dei corpi idrici fluviali individuati (con percentuali variabili da provincia a provincia) e oltre il 65% dei corpi idrici lacustri individuati. Il primo ciclo triennale di monitoraggio operativo è stato avviato da ARPA Lombardia nel 2009 e si è concluso nel Il secondo ciclo triennale è iniziato nel 2012 e avrà termine nel 2014, anno in cui si concluderà il primo ciclo sessennale del monitoraggio di sorveglianza, in tempo utile per la revisione del Piano di Gestione del distretto idrografico Padano. La rete regionale di monitoraggio delle acque superficiali.

16 La rete di monitoraggio del bacino del fiume Ticino e dei laghi Maggiore e Lugano La rete di monitoraggio dei corsi d acqua nel bacino del fiume Ticino è costituita da 17 punti di campionamento posti su 15 corpi idrici appartenenti a 10 corsi d acqua di cui 5 artificiali. I corpi idrici sottoposti a monitoraggio di sorveglianza sono 10, mentre i restanti 5 sono sottoposti a monitoraggio operativo. La rete di monitoraggio dei corsi d acqua nel bacino del Lago Maggiore è costituita da 6 punti di campionamento posti su altrettanti corpi idrici appartenenti a 5 corsi d acqua. I corpi idrici sottoposti a monitoraggio di sorveglianza sono 3, mentre i restanti 3 sono sottoposti a monitoraggio operativo. Sul Lago Maggiore, costituito da un unico corpo idrico, sono presenti 2 stazioni di monitoraggio: la stazione di Ghiffa è stata individuata, a seguito di accordo sottoscritto dalle due Regioni interessate, come stazione di riferimento per la classificazione ufficiale del corpo idrico; la stazione di Ranco è stata mantenuta a scopo conoscitivo in relazione alla presenza di una presa utilizzata per l estrazione di acqua potabile. Gli altri ambienti lacustri del bacino del Lago Maggiore, su cui è localizzata una stazione di campionamento ciascuno, sono i laghi di Varese, Monate, Ghirla, Comabbio e Ganna. Quest ultimo è stato inserito nella rete nucleo per la valutazione delle variazioni a lungo termine dovute a fenomeni naturali. La rete di monitoraggio dei corsi d acqua nel bacino del Lago di Lugano è costituita da 7 punti di campionamento posti su altrettanti corpi idrici appartenenti a 6 corsi d acqua. I corpi idrici sottoposti a monitoraggio di sorveglianza sono 6 e solo 1 è sottoposto a monitoraggio operativo. Sul lago di Lugano, che è stato suddiviso in tre corpi idrici (bacino Nord, bacino Sud e bacino di Ponte Tresa) sono ubicate 3 stazioni di campionamento, tutte sottoposte a monitoraggio operativo. L altro ambiente lacustre del bacino del Ceresio, su cui è localizzata una stazione di campionamento è il lago di Piano. Rete di monitoraggio dei corsi d acqua nel bacino del Ticino sublacuale. Corso d acqua Corpo idrico Località Prov. Ticino dal Maggiore alla confluenza dello Strona Sesto Calende Golasecca VA Tipo di monitoraggio operativo dallo Strona al ponte di Oleggio Lonate Pozzolo/Oleggio* VA operativo da Oleggio al ponte autostrada A4 Cuggiono/Boffalora** MI operativo da ponte A4 ad inizio comune di Vigevano Abbiategrasso MI operativo da Vigevano al ponte di Bereguardo Bereguardo PV operativo da Bereguardo all'immissione nel Po Pavia Travacò Siccomario VA PV operativo Arno dalla sorgente allo spaglio Samarate VA operativo Lenza dalla sorgente alla immissione nel Ticino Sesto Calende VA operativo Strona dalla sorgente alla immissione nel Ticino Somma Lombardo VA operativo Canale Villoresi artificiale Parabiago MI sorveglianza Naviglio Grande artificiale Gaggiano MI sorveglianza Naviglio Pavese artificiale Casarile MI sorveglianza Scolmatore Piene Nord-Ovest artificiale Abbiategrasso MI sorveglianza Padulenta artificiale Carbonara Ticino PV sorveglianza *I dati della stazione di Oleggio sono forniti da ARPA Piemonte a seguito di specifico accordo ** La stazione di Boffalora è stata sostituita con Cuggiono nel 2012 PV

17 16 Rete di monitoraggio dei corsi d acqua nel bacino del Lago Maggiore. Corso d acqua Corpo idrico Località Prov. Tipo di monitoraggio Bardello dal Lago di Varese fino al Lago Maggiore Brebbia VA operativo Boesio dalla sorgente alla immissione nel Lago Laveno Mombello VA operativo Margorabbia dal Lago di Ganna Maggiore alla confluenza del Ferrera di Varese VA sorveglianza Rancina dal Rancina alla immissione in Tresa Germignaga VA operativo Rio di Colmegna dalla sorgente alla immissione nel Lago Luino VA sorveglianza Tresa dal Lago di Lugano Maggiore alla immissione nel Lago Luino VA sorveglianza Brabbia Maggiore artificiale Cazzago Brabbia VA operativo Rete di monitoraggio dei corsi d acqua nel bacino del Lago di Lugano. Corso d acqua Corpo idrico Località Prov. Tipo di monitoraggio Bollenaccia/Bolletta dalla sorgente alla immissione nel Lago di Lugano Porto Ceresio VA sorveglianza Rio Val d'osteno dalla sorgente alla immissione nel Lago di Lugano Claino con Osteno CO sorveglianza Civagno dalla sorgente all'immissione nel lago di Piano Bene Lario CO sorveglianza Cuccio dalla sorgente al confine Her San Bartolomeo Val Cavargna CO sorveglianza dal confine Her alla immissione nel lago di Lugano Porlezza CO sorveglianza Rezzo dalla sorgente alla immissione nel lago di Lugano Porlezza CO sorveglianza Solda dalla sorgente alla immissione nel lago di Lugano Valsolda CO sorveglianza Rete di monitoraggio dei laghi/invasi nel bacino del Lago Maggiore (SB: stato buono). Lago/Invaso Natura Corpo idrico Località Prov. Tipo monitoraggio Maggiore naturale Ghiffa* VB sorveglianza Ranco* VA - Varese naturale Biandronno VA operativo Monate naturale Osmate VA sorveglianza Ganna naturale Valganna VA sorveglianza (SB) Ghirla naturale Valganna VA operativo Comabbio naturale Varano Borghi VA operativo * A seguito di specifico accordo con la Regione Piemonte, solo la stazione di Ghiffa viene utilizzata per il monitoraggio dello stato ecologico e chimico Rete di monitoraggio dei laghi/invasi nel bacino del Lago di Lugano. Lago/Invaso Natura Corpo idrico Località Prov. Tipo monitoraggio naturale Lavena Ponte Tresa VA operativo Lugano naturale Porto Ceresio VA operativo naturale Claino Con Osteno CO operativo Di Piano naturale Carlazzo CO operativo

18 17 Rete di monitoraggio dei corpi idrici del bacino del fiume Ticino, del Lago Maggiore e del lago di Lugano

19 18 Nel seguito sono elencati i parametri fisico-chimici e chimici a sostegno e le sostanze prioritarie ricercate nel bacino del fiume Ticino e dei laghi Maggiore e Lugano. La selezione dei parametri da analizzare è stata effettuata in base all analisi delle pressioni presenti sul territorio. Parametri chimico-fisici e chimici a sostegno e sostanze dell elenco di priorità ricercate nel bacino del fiume Ticino nei corsi d acqua. ph Clorobenzene Dimetoato Solidi sospesi 1,4 Diclorobenzene Endosulfan Temperatura 1,2 Diclorobenzene Esaclorobenzene Conducibilità 1,3 Diclorobenzene Esaclorocicloesano Durezza (totale) Triclorobenzeni Glifosate Azoto totale 2-Clorotoluene Linuron Azoto ammoniacale 3-Clorotoluene Malation Azoto nitrico 4-Clorotoluene MCPA Ossigeno disciolto 1,2 Dicloroetano Mecoprop BOD5 Tetraclorometano Metalaxil COD 1,1,1 Tricloroetano Metolachlor Ortofosfato Diclorometano Molinate Fosforo totale Esaclorobutadiene Oxadiazon Cloruri Triclorometano Pretilaclor Solfati Tetracloroetilene Propanil Escherichia coli Tricloroetilene Simazina Alcalinità 1,1,2,2 Tetracloroetano Terbutilazina Arsenico Pentaclorofenolo Terbutilazina desetil Cromo Pentaclorobenzene Tiobencarb Cadmio Cloroalcani Trifluranil Mercurio Pentabromodifeniletere bromurato Nichel Para-terz-ottilfenolo Piombo 4-Nonilfenolo Rame Acido 2,4 diclorofenossiacetico (2,4 D) Zinco Alachlor Tributilstagno (composti) Alfacipermetrina Idrocarburi policiclici aromatici totali AMPA Naftalene Atrazina Benzene Atrazina desetil Etilbenzene Atrazina desisopropil Toluene Azimsulfuron Clorobenzene Bensulfuron Metile 1,4 Diclorobenzene Bentazone Xilene (orto- meta- para-) Bromacil Clorpirifos

20 19 Parametri chimico-fisici e chimici a sostegno e sostanze dell elenco di priorità ricercate nei laghi. Fosforo totale Trasparenza Ossigeno ipolimnio ph Alcalinità Conducibilità Ammonio Cadmio Mercurio Cromo Nichel Piombo Rame Zinco Tributilstagno (composti) Idrocarburi policiclici aromatici totali Antracene Fluorantene Naftalene Benzene Etilbenzene Toluene Xilene (orto- meta- para-) 1,4 Diclorobenzene 1,2 Diclorobenzene 1,3 Diclorobenzene Triclorobenzeni 2-Clorotoluene 3-Clorotoluene 1,2 Dicloroetano Tetraclorometano 1,1,1 Tricloroetano Diclorometano Esaclorobutadiene Triclorometano Tricloroetilene Tetracloroetilene 1,1,2,2 Tetracloroetano Tribromometano Diclorobromometano Dibromoclorometano Cloruro di vinile DDT Esaclorobenzene Esaclorocicloesano

21 20 5 LO STATO DELLE ACQUE DEL BACINO DEL FIUME TICINO, DEL LAGO MAGGIORE E DEL LAGO DI LUGANO Si riporta nel seguito la sintesi dei risultati della classificazione dei corpi idrici del bacino del fiume Ticino, del Lago Maggiore e del Lago di Lugano ottenuta dai dati del primo triennio di monitoraggio ( ). Poiché la classificazione dello stato viene effettuata al termine di ciascun triennio di monitoraggio, per il 2013 viene riportata la sintesi dei risultati relativi solamente agli elementi di qualità monitorati in tale anno. La rete di monitoraggio e la classificazione del Lago maggiore e del fiume Ticino sono state definite a seguito dell Accordo interregionale per la definizione di programmi unificati di monitoraggio del lago Maggiore e del fiume Ticino ai sensi del D.Lgs. 152/06 (Direttiva 2000/60/CE), stipulato nel 2013 tra Regione Lombardia e Regione Piemonte. Per quanto riguarda il bacino del fiume Ticino, lo stato ecologico risulta buono per 3 corpi idrici e sufficiente o scarso per i restanti 13 per cui si dispone una classificazione nel triennio Nonostante il buon grado di naturalità, il bacino del Ticino è interessato da un certo grado di antropizzazione tale per cui gli apporti dei reflui civili, industriali e agro-zootecnici e lo sviluppo di attività estrattive, industriali e di produzione di energia rappresentano un significativo elemento d impatto sulle comunità biologiche che contribuiscono a classificare lo stato ecologico a livelli inferiori allo stato buono. Il monitoraggio condotto nel 2013 ha confermato la prevalenza di un buono stato per gli elementi chimico-fisici a sostegno che definiscono il LIMeco per le stazioni presenti nel bacino e in particolare lungo l asta del Ticino, dove in 2 stazioni (Abbiategrasso e Bereguardo) lo stato qualitativo è migliorato rispetto al Gli altri corpi idrici del sottobacino variano dallo stato elevato del Canale Villoresi e del Naviglio Pavese allo scarso del torrente Arno, passando per il sufficiente dello Strona, del Lenza e del CSNO. Lo stato chimico presenta un quadro in prevalenza positivo nel triennio , dal momento che 10 corpi idrici su 16 classificati presenta uno stato buono. Mercurio e cadmio sono le sostanze che hanno superato occasionalmente gli standard di qualità ambientale stabiliti, determinando una classificazione non favorevole, in prevalenza nei corpi idrici compresi nel territorio tra Sesto Calende e Lonate Pozzolo. Nel 2013 lo stato chimico è invece risultato buono per 10 dei corpi idrici monitorati. Due stazioni sul Ticino (Pavia e Travacò), diversamente dal 2012, non hanno conseguito lo stato buono a causa del parametro esaclorocicloesano. Relativamente agli altri corpi idrici del sottobacino del Ticino, uno di essi ha raggiunto lo stato buono (Lenza), uno non lo ha raggiunto a causa del mercurio (Arno), mentre i restanti hanno confermato il livello di inquinamento dello scorso anno. Oltre il 70 % dei corpi idrici tributari del Lago Maggiore e del Lago di Lugano, monitorati nel triennio e per cui si dispone della relativa classificazione, presenta uno stato ecologico inferiore al buono. La situazione risulta decisamente più compromessa per i fiumi Boesio, Bardello, Tresa e Bolletta. I valori dei nutrienti e dell ossigeno disciolto, utilizzati per il calcolo dell indice LIMeco, permettono di osservare che, sia per il Bardello sia per il Bolletta, gli apporti di azoto e fosforo incidono notevolmente sulla qualità delle acque. In particolare, il Bardello è emissario del lago di Varese già ricco di nutrienti e particolarmente compromesso. Inoltre, dall incile alla foce riceve numerosi scarichi di acque reflue sia di tipo civile che industriale, che concorrono ad accentuare la scarsa qualità del corso d acqua. Apporti di fosforo e di azoto, che incidono negativamente sullo stato del Lago di Lugano, sono riscontrabili dai dati raccolti sistematicamente da ARPA a partire dal 2009 anche per il Bolletta. Nel corso del 2013 i campionamenti dei corpi idrici appartenenti al bacino del lago Maggiore hanno fatto registrare un sostanziale peggioramento delle acque per i parametri chimico-fisici a sostegno (LIMeco) che ha interessato 5 stazioni su 7. È da rilevare che, in ogni caso, due di esse si attestano sullo stato buono. Lo stato chimico invece segue un andamento in controtendenza, in quanto vi è un miglioramento per i due corpi idrici

22 21 che nel 2012 non conseguivano il buono stato. Pertanto per il 2013, tutti i corpi idrici del sottobacino raggiungono lo stato chimico buono. Nel triennio lo stato chimico è risultato buono per tutti i tributari del Lago di Lugano, mentre si sono registrati occasionali superamenti dello standard di qualità ambientale per cadmio e mercurio nei corpi idrici afferenti al lago Maggiore, che hanno portato a un mancato conseguimento dello stato chimico buono, situazione confermata dal monitoraggio dei parametri chimici del 2012 e del Le stazioni di monitoraggio sul Lago Maggiore, sul Lago di Lugano e sui restanti laghi del bacino del Ticino hanno presentato, ad eccezione del lago di Ganna (stato ecologico buono), uno stato ecologico inferiore al buono nel triennio ; fitoplancton e LTLeco contribuiscono a tale risultato. Nel 2013, lo stato dei corpi idrici lacustri del bacino, dal punto di vista dei parametri fisico-chimici a supporto (LTLeco), conferma sostanzialmente i risultati del 2012 ad eccezione dei laghi di Ghirla e Comabbio che fanno rilevare un miglioramento di classe (da sufficiente a buono), andamento confermato per il Ghirla anche dal fitoplancton. Lo stato chimico risulta non buono nel triennio per quasi tutti i laghi monitorati, a causa di superamenti occasionali dello standard di qualità ambientale stabilito per il mercurio; superamenti non confermati nel 2012, anno in cui lo stato chimico è risultato buono con la sola eccezione del lago di Ghirla che, per contro, nel 2013 ha conseguito lo stato buono. Stato dei corsi d acqua del bacino del Ticino sublacuale nel triennio Corso d'acqua Località Prov. Ticino Classe STATO ECOLOGICO Elemento che determina la classificazione Classe STATO CHIMICO Sostanze che determinano la classificazione Sesto Calende/Golasecca VA SUFFICIENTE macroinvertebrati NON mercurio - cadmio Lonate Pozzolo/Oleggio VA macroinvertebrati NON mercurio Boffalora/Cuggiono MI SUFFICIENTE macrofite - Abbiategrasso MI SUFFICIENTE macrofite - Bereguardo PV SUFFICIENTE diatomee - Pavia/Travacò Siccomario PV SUFFICIENTE macroinvertebrati diatomee macrofite - Arno Samarate VA SCARSO diatomee NON cadmio Lenza Sesto Calende VA macroinvertebrati - LIMeco - arsenico NON mercurio Strona Somma Lombardo VA SCARSO macroinvertebrati NON mercurio Canale Villoresi Parabiago MI SUFFICIENTE macroinvertebrati - Naviglio Grande Gaggiano MI SUFFICIENTE macroinvertebrati - macrofite - Naviglio Pavese Casarile MI SCARSO macroinvertebrati - Scolmatore Piene Nord-Ovest Abbiategrasso MI SCARSO macroinvertebrati - macroinvertebrati - Padulenta Carbonara Ticino PV diatomee -

23 N. corpi idrici N. corpi idrici N. corpi idrici N. corpi idrici Stato delle acque superficiali del bacino del fiume Ticino e dei laghi Maggiore e Lugano. Anno Stato Ecologico Bacino Ticino Sublacuale Stato Chimico Bacino Ticino Sublacuale ELEVATO SUFFICIENTE SCARSO CATTIVO ND 0 NON ND Stato dei corsi d acqua del bacino del Lago Maggiore nel triennio STATO ECOLOGICO STATO CHIMICO Corso d'acqua Località Prov. Classe Elemento che determina la classificazione Classe Sostanze che determinano la classificazione Tresa Luino VA SCARSO macroinvertebrati - Bardello Brebbia VA SCARSO macroinvertebrati - Boesio Laveno Mombello VA SUFFICIENTE Brabbia Cazzago Brabbia VA SUFFICIENTE Margorabbia Ferrera di Varese VA macroinvertebrati - LIMeco - AMPA NON mercurio LIMeco - AMPA - cromo - arsenico - LIMeco macroinvertebrati - NON cadmio diatomee Germignaga VA SUFFICIENTE macroinvertebrati NON cadmio Rio di Colmegna Luino VA macroinvertebrati - arsenico - Stato Ecologico Bacino Lago Maggiore Stato Chimico Bacino Lago Maggiore ELEVATO SUFFICIENTE SCARSO CATTIVO ND 0 NON ND

24 N. corpi idrici N. corpi idrici Stato delle acque superficiali del bacino del fiume Ticino e dei laghi Maggiore e Lugano. Anno Stato dei corsi d acqua del bacino del lago di Lugano nel triennio Corso d'acqua Località Prov. STATO ECOLOGICO Classe Rio Val d'osteno Claino con Osteno CO SUFFICIENTE Bollenaccia/Bolletta Porto Ceresio VA SUFFICIENTE Elemento che determina la classificazione macroinvertebrati - LIMeco - AMPA - glifosate macroinvertebrati - LIMeco Classe STATO CHIMICO Sostanze che determinano la classificazione - - Solda Valsolda CO macroinvertebrati - Cuccio Porlezza CO SUFFICIENTE macroinvertebrati - Stato Ecologico Bacino Lago di Lugano Stato Chimico Bacino Lago di Lugano ELEVATO SUFFICIENTE SCARSO CATTIVO ND 0 NON ND Stato delle stazioni di monitoraggio sui laghi del bacino del Ticino nel triennio Bacino Località Prov. STATO ECOLOGICO Classe Elemento che determina la classificazione STATO CHIMICO Sostanze che determinano la Classe classificazione Maggiore Ghiffa* VB Lugano Lavena VA SCARSO Fitoplancton NON mercurio Ponte Tresa Porto Fitoplancton VA SUFFICIENTE NON mercurio Ceresio LTLeco Monate Osmate Lentate VA SUFFICIENTE LTLeco ND Varese Biandronno VA SCARSO Fitoplancton NON mercurio Ghirla Valganna VA SUFFICIENTE Fitoplancton Ganna Valganna VA LTLeco NON mercurio Comabbio Varano Borghi VA SCARSO Fitoplancton NON mercurio Di Piano Carlazzo LC SUFFICIENTE Fitoplancton LTLeco *In base all accordo con la regione Piemonte, il Lago Maggiore sarà classificato alla fine del sessennio. ND

25 24 Stato ecologico dei corpi idrici nel bacino del fiume Ticino e dei laghi Maggiore e Lugano ( )

26 25 Stato chimico dei corpi idrici nel bacino del fiume Ticino e dei laghi Maggiore e Lugano ( )

27 26 Esiti del monitoraggio dei corsi d acqua del bacino del Ticino sublacuale eseguito nel 2013 e confronto 2012 Corso d'acqua Località Prov. Elementi di qualità biologica Elementi generali chimicofisici a sostegno macroinv. diatomee macrofite LIMeco STATO CHIMICO Ticino Sesto Calende VA ND ND Ticino Golasecca VA ELEVATO ELEVATO Ticino Lonate Pozzolo VA ELEVATO ELEVATO Ticino Cuggiono MI ELEVATO ELEVATO Ticino Abbiategrasso MI ELEVATO Ticino Bereguardo PV ELEVATO Ticino Pavia PV NON Ticino Travacò NON PV Siccomario Arno Samarate VA SCARSO - - SUFFICIENTE SCARSO NON Lenza Sesto Calende VA - SCARSO SUFFICIENTE NON Strona Somma Lombardo VA - SUFFICIENTE SCARSO SUFFICIENTE Canale Villoresi Parabiago MI ELEVATO ELEVATO Naviglio Pavese Casarile MI ELEVATO ELEVATO Scolmatore Piene Nord- Ovest Padulenta Abbiategrasso MI SUFFICIENTE SUFFICIENTE Carbonara Ticino PV SUFFICIENTE SCARSO - ELEVATO ELEVATO NON NON Esiti del monitoraggio dei corsi d acqua del bacino del lago di Lugano eseguito nel 2013 e confronto 2012 Corso d'acqua Rio V. d'osteno Località Claino con Osteno Prov. Elementi di qualità biologica Elementi generali chimico-fisici a sostegno macroinv. diatomee macrofite LIMeco STATO CHIMICO CO SUFFICIENTE Civagno Bene Lario CO ELEVATO ND ND Cuccio San Bartolomeo Val Cavargna CO ELEVATO - ELEVATO ELEVATO Porlezza CO ELEVATO ELEVATO Rezzo Porlezza foce CO - SUFFICIENTE - ELEVATO - SUFFICIENTE ELEVATO Solda Foce Valsolda CO ELEVATO SUFFICIENTE Bolletta Porto Ceresio VA SUFFICIENTE SUFFICIENTE SUFFICIENTE SUFFICIENTE

28 27 Esiti del monitoraggio dei corsi d acqua del bacino del lago Maggiore eseguito nel 2013 e confronto 2012 Corso d'acqua Località Prov. Elementi di qualità biologica Elementi generali chimico-fisici a sostegno macroinv. diatomee macrofite LIMeco STATO CHIMICO Bardello Brebbia VA - SCARSO SUFFICIENTE SUFFICIENTE NON Boesio Laveno Mombello VA SUFFICIENTE SUFFICIENTE SCARSO Brabbia Cazzago Brabbia VA ELEVATO - - SUFFICIENTE SUFFICIENTE Ferrera di Margorabbia Varese VA - SUFFICIENTE SUFFICIENTE SCARSO Germignaga VA SUFFICIENTE SUFFICIENTE SUFFICIENTE Rio di Colmegna Luino VA - ELEVATO - - ELEVATO Tresa Luino VA SUFFICIENTE SCARSO - ELEVATO NON Esiti del monitoraggio sui laghi del bacino del Ticino eseguito nel 2013 e confronto 2012 Bacino Località Prov. Elementi di qualità biologica Elementi generali chimico-fisici a sostegno fitoplancton macrofite LTLeco STATO CHIMICO Comabbio Varano Borghi VA SUFFICIENTE SUFFICIENTE - - SUFFICIENTE Di Piano Carlazzo CO SUFFICIENTE - - SUFFICIENTE SUFFICIENTE Ganna Valganna VA ELEVATO ELEVATO - - Ghirla Valganna VA SUFFICIENTE - - SUFFICIENTE Lugano Lavena Ponte Tresa NON VA SUFFICIENTE SUFFICIENTE - - SUFFICIENTE SUFFICIENTE Porto Ceresio VA SUFFICIENTE SUFFICIENTE - - SUFFICIENTE SUFFICIENTE Claino Con Osteno CO SUFFICIENTE - - SUFFICIENTE SUFFICIENTE Maggiore Ranco* VA NON Monate Osmate VA Varese Biandronno VA SUFFICIENTE SUFFICIENTE - - SUFFICIENTE SUFFICIENTE *Monitoraggio eseguito a scopo conoscitivo e non per la classificazione dello stato ecologico e chimico

29 N. corpi idrici Stato delle acque superficiali del bacino del fiume Ticino e dei laghi Maggiore e Lugano. Anno CONCLUSIONI Il monitoraggio condotto nel primo triennio del Piano di Gestione del Distretto idrografico Padano ( ) ha permesso di costruire un primo quadro sullo stato delle acque, conformemente a quanto stabilito dalla Direttiva 2000/60/CE (Direttiva Acque). Nel 2012, che rappresenta l avvio del secondo triennio, e nel 2013 il monitoraggio è proseguito considerando gli elementi di qualità coerenti con le finalità stabilite in fase di programmazione. La rete di monitoraggio nel bacino del fiume Ticino, comprensivo dei bacini del Lago Maggiore e del Lago di Lugano, riguarda complessivamente 21 corsi d acqua, 9 dei quali situati nel bacino del Ticino sublacuale, 6 nel bacino del Lago Maggiore e 6 in quello del Lago di Lugano. I punti di campionamento degli elementi di qualità per la definizione dello stato ecologico e dello stato chimico sono 30, di cui 16 nel bacino del Ticino e 7 in ciascuno dei due bacini idrografici lacustri. Ad eccezione del primo e dell ultimo corpo idrico del fiume Ticino (rappresentato da due stazioni ciascuno), ogni punto di monitoraggio è rappresentativo di un corpo idrico, ossia di un tratto di corso d acqua ritenuto omogeneo dal punto di vista idromorfologico, delle pressioni e degli impatti presenti. Nell intero bacino, ove è stato possibile applicare nel triennio la procedura di classificazione in base a quanto previsto dal DM 260/2010, lo stato ecologico buono è raggiunto da 6 corpi idrici, mentre per 20 corpi idrici lo stato ecologico è sufficiente o scarso e nessun corpo idrico ricade nelle classi di stato elevato e cattivo. Nel 2013 lo stato degli elementi fisico-chimici a sostegno degli elementi biologici (LIMeco), l unico indicatore per cui sono disponibili dati su tutte le stazioni, presenta una sensibile diminuzione delle stazioni con stato elevato e stato buono rispetto al Per contro risultano aumentati i corpi idrici in stato sufficiente e scarso. Lo stato chimico, definito dalla presenza di sostanze appartenenti all elenco di priorità, è risultato buono per 18 corpi idrici mentre 9 corpi idrici non hanno conseguito tale stato a causa della presenza occasionale di metalli (mercurio e cadmio) oltre gli standard di qualità ambientale. Nel 2013 il numero di stazioni che non consegue uno stato chimico buono corrisponde a quello dell anno precedente (4) ma, diversamente dal 2012, sono tutte concentrate nel bacino del Ticino sublacuale. Per quanto riguarda i corpi idrici lacustri del bacino, è da rilevare che lo stato chimico è migliorato in tutte le stazioni, anche rispetto al triennio che faceva registrare il mancato conseguimento dello stato in tutti i corpi idrici monitorati (ad eccezione del lago di Ghirla). I grafici che seguono riassumono la situazione complessiva dello stato ecologico e dello stato chimico nell intero bacino del fiume Ticino. Stato Ecologico Bacino Ticino ELEVATO SUFFICIENTE SCARSO CATTIVO ND Stato ecologico dei corpi idrici nell intero bacino del fiume Ticino nel triennio

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