Indice. 2 di 10 I DOCUMENTI: LE GUERRE PERSIANE

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1 I DOCUMENTI: LE GUERRE PERSIANE PROF. VINCENZO BARRA

2 Indice I DOCUMENTI: LE GUERRE PERSIANE LA BATTAGLIA DI MARATONA LA BATTAGLIA DELLE TERMOPILI LA BATTAGLIA DI SALAMINA LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA di 10

3 1 La battaglia di Maratona Erodoto VI Dopo essersi impadroniti di Eretria, i Persiani, trattenutisi lì pochi giorni, ripresero il mare diretti alla terra attica, pieni di tracotanza e convinti che avrebbero fatto agli Ateniesi le stesse identiche cose che avevano fatto agli Eretriesi. E dal momento che Maratona era la regione dell Attica più adatta al combattimento con la cavalleria e la più vicina ad Eretria, proprio in questo luogo li guidò Ippia, figlio di Pisistrato. Gli Ateniesi, appena furono informati di ciò, accorrevano anch essi a Maratona pronti a difendersi: li comandavano dieci strateghi il decimo dei quali era Milziade ( ). Fra gli strateghi Ateniesi erano due gli orientamenti: gli uni non volevano attaccare, ritenevano infatti di essere pochi rispetto all esercito dei Medi, gli altri, fra cui Milziade, insistevano per farlo. Così erano divisi in due gruppi uguali e la peggiore delle due ipotesi aveva la prevalenza. C era un undicesima persona avente diritto di voto in quella circostanza ( ) il polemarco Callimaco. ( ) Milziade guadagna Callimaco dalla sua parte: aggiuntosi il parere favorevole del polemarco, si decise di attaccare. Quindi gli strateghi, il parere dei quali era di combattere, quando arrivava la giornata di ciascuno per il turno di comando, la cedevano a Milziade; egli però pur accettandola non fece l attacco se non quando giunse la sua giornata di turno. Quando giunse il suo turno gli Ateniesi si schierarono così in assetto di attacco: dell ala destra era a capo il polemarco Callimaco ( ). Stando questi alla testa dello schieramento, seguivano le tribù in base al loro ordine numerico, tenendosi una accanto alle altre. Chiudevano lo schieramento i Plateesi, che occupavano l ala sinistra ( ). 3 di 10

4 Appena furono schierati e i sacrifici riuscirono favorevoli, gli Ateniesi, ricevuto l ordine, si lanciarono in corsa contro i barbari. E la distanza fra loro non era inferiore agli otto stadi. I Persiani, vedendoli venire contro di loro in corsa, si prepararono ad accoglierli e attribuivano agli Ateniesi una vera pazzia, totalmente autodistruttiva, vedendo che erano pochi di numero, e in più avanzavano in corsa senza poter contare sulla cavalleria né sugli arcieri. ( ) Il combattimento durò molto tempo. A metà dello schieramento vincevano i barbari ( ) e operato uno sfondamento andavano all inseguimento verso l entroterra; ma su entrambe le ali vincevano gli Ateniesi e i Plateesi. Vincendo, lasciavano che lo schieramento in rotta dei barbari si desse alla fuga, mentre, riunitesi entrambe le ali combattevano contro quelli che avevano sfondato al centro, e qui vincevano gli Ateniesi. Inseguirono i Persiani in fuga colpendoli, finché, giunti al mare, ricorsero al fuoco e attaccarono le navi. ( ) I barbari allora ( ) se ne tornarono indietro, prendendo il mare verso l Asia. In questa battaglia di Maratona morirono circa seimilaquattrocento uomini tra i barbari, degli Ateniesi invece centonovantadue. 4 di 10

5 2 La battaglia delle Termopili Erodoto VII Il re Serse si accampava a Malide in Trachinia, mentre invece i Greci stavano nel passaggio. Questa regione è chiamata dalla maggior parte dei Greci Termopili ( ) Ed erano questi, fra i Greci, quelli che attendevano il Persiano in questa zona. Trecento opliti Spartiati e mille fra Tegeati e Mantineesi, metà e metà, centoventi provenienti da Orcomeno d Arcadia e mille dal resto dell Arcadia. Tanti erano dunque gli Arcadi mentre provenienti da Corinto erano in quattrocento, da Fliunte duecento e da Micene ottanta. Questi venivano dal Peloponeso, mentre invece dai Beoti di Tespi settecento e dai Tebani quattrocento. E oltre a questi c erano degli uomini scelti, i Locresi di Opinzi, con tutto l esercito, e mille Focesi ( ) Questi pertanto decidevano di procedere in tal modo. Ma i Greci che erano alle Termopili, come il Persiano fu vicino al passo, avendo paura, si consultavano circa la ritirata. E a tutti gli altri Peloponnesiaci sembrava opportuno tornare nel Peloponneso e difendere l istmo. Ma, dal momento che i Focesi e i Locresi spregiavano questa decisione, Leonida deliberava di rimanere lì e di mandare messaggeri nelle città per chiedere di aiutarli dal momento che essi stessi erano pochi per respingere l esercito dei Medi. ( ) I Lacedemoni combatterono in modo memorabile, dimostrando di saper combattere fra gente che non lo sapeva fare ( ) E poiché i Persiani non riuscivano a impadronirsi del passaggio ( ) si ritirarono. ( ) Efialte di Euridemo, un mallo, andò a parlare al re e, credendo di ottenere qualcosa di cospicuo dal re, gli disse del sentiero che portava alle Termopili attraverso il monte ( ). Attraverso questo sentiero i Persiani avanzarono per tutta la notte ( ). Come dunque appare l alba, essi si trovano in cima alla montagna ( ). Ai Greci che erano alle Termopili, per primo 5 di 10

6 l indovino Megistia, dopo avere esaminato l interiora delle vittime, annunciò che con l aurora sarebbe toccata loro la morte ( ). I Barbari che erano con Serse avanzarono e gli Elleni con Leonida, come se uscissero verso la morte ( ) E del resto, sapendo che la morte sarebbe loro venuta da quanti circondavano il monte, spiegavano contro i barbari quanta più forza avessero senza economia e con disperazione. Per la maggior parte di essi le lance si spezzarono e allora dovettero combattere i Persiani con la spada, e in questa azione cadde Leonida, che si rivelò uomo coraggiosissimo ( ). 6 di 10

7 3 La battaglia di Salamina Erodoto VIII Gli Elleni che si trovavano a Salamina, non appena fi loro annunziato come erano andate le cose per l Acropoli di Atene, piombarono in un tale scompiglio che alcuni degli strateghi non aspettarono neppure che si concludesse la deliberazione sulla questione in esame e si precipitarono sulle navi e issarono le vele per allontanarsi di volata: da quanti ne rimasero si decise che la battaglia si ingaggiasse di fronte alle coste dell istmo. ( ) Temistocle si atteneva ad un altro discorso, dicendo questo: «( ) Cercando lo scontro nelle acque dell istmo combatterai in mare aperto, ciò che è la situazione meno adatta per noi che abbiamo navi più pesanti e inferiori di numero. ( ) Combattendo in uno spazio ristretto con poche navi contro molte, in battaglia di gran lunga risulteremmo i più forti. Lo scontro navale in un area angusta infatti è a nostro vantaggio, mentre invece vasti spazi sono a favore di quegli altri. Oltre a ciò continueremo ad avere il controllo di Salamina, in cui abbiamo fatto rifugiare figli e donne ( )». Mentre Temistocle parlava così, il corinzio Adeimanto lo attaccò, e intimava a lui, che non aveva patria, di tacere e di non consentire a un apolide, un uomo senza più città, di proporre una votazione; ( ) l insultava così perché Atene era stata presa ed occupata. Allora Temistocle contro di lui e i Corinzi parlò molto duramente, mettendo in chiaro come per gli Ateniesi, finché avevano in mare duecento navi pienamente equipaggiate, ciò equivalesse ad avere e città e territorio più grandi dei loro: nessuno dei Greci, infatti, avrebbe potuto opporsi a un loro attacco. ( ) Allora Temistocle, poiché il suo parere stava per essere sopraffatto dai Peloponnesiaci, esce fuori di nascosto dal consiglio e, con un imbarcazione manda all accampamento dei Medi un uomo, che si chiamava Scinno, uno schiavo e pedagogo dei figli di Temistocle, avendolo precedentemente 7 di 10

8 istruito su quel che occorreva dire. ( ) Questi, giunto con la barca, diceva agli ammiragli dei barbari: «Mi ha mandato lo stratego degli Ateniesi, di nascosto dagli altri Greci (si dà il caso che egli sia favorevole al re e preferisca che sia la vostra parte a prevalere, piuttosto che quella dei Greci), per dirvi che il Greci, essendo terrorizzati, meditano la fuga e che ora è per voi il momento propizio per compiere la più bella impresa, cioè non consentire loro di fuggire via. Infatti non sono più d accordo fra loro e non si opporranno più a voi, ma li vedrete scontrarsi con le navi gli uni con gli altri, quelli che parteggiano per voi e quelli contrari». ( ) La maggioranza delle navi a Salamina fu messa fuori combattimento, parte dagli Ateniesi, parte dagli Egineti. Dal momento infatti che i Greci combattevano lo scontro navale con ordine e secondo lo schieramento, mentre i barbari on mantenevano l inquadramento e non facevano nulla con giudizio, era inevitabile che accadesse loro quel che appunto successe. ( ) 8 di 10

9 4 Le conseguenze della guerra Erodoto VII, 139 A questo punto io sono spinto dalla necessità ad esprimere un opinione invisa alla maggior parte degli uomini, ma dalla quale non mi asterrò dal momento che mi sembra la verità. Se gli Ateniesi, temendo il pericolo che arrivava, avessero evacuato la loro terra oppure non avendola lasciata ma rimanendo si fossero dati a Serse, sul mare nessuno avrebbe cercato di opporsi al re. E se pertanto nessuno si fosse opposto al re sul mare, questo sarebbe avvenuto per terra. Se infatti fossero state tracciate anche molte serie di mura attraverso l istmo per i Peloponnesiaci, i Lacedemoni abbandonati dagli alleati, non volontariamente, ma per necessità, perché sarebbero state prese le città una ad una dall armata navale del barbaro, sarebbero rimasti solo ed una volta soli, pur anche mostrando grandi imprese, sarebbero morti nobilmente. O dunque avrebbero sofferto ciò oppure prima di ciò, vedendo che anche gli altri Greci medizzavano, si sarebbero messi d accordo con Serse. E così in entrambi i casi la Grecia sarebbe stata sotto i Persiani. Né infatti posso sapere quale sarebbe stata l utilità delle mura erette attraverso l istmo, quando il re fosse stato padrone del mare. Dunque ora, uno che dica che gli Ateniesi sono stati salvatori della Grecia non tradirebbe la verità, perché verso quale delle due parti questi si fossero volti, da quella si sarebbe voltata la bilancia: se avessero scelto che l Ellade restasse libera, svendo fatto questa scelta, tutta la rimanente grecità, quanta non medizzava, furono loro a farla sollevare e a cacciare il re con l aiuto degli dei. Né li convinsero ad abbandonare la Grecia i tristi vaticini che arrivavano da Delfi e gettavano nel terrore, ma rimanendo saldi attesero per ricevere l invasore della loro terra. Pentakontaetia, Tucidide I 18, di 10

10 Dopo avere respinto insieme l offensiva del barbaro, i Greci non molto tempo dopo si divisero fra Ateniesi e Lacedemoni, e questo sia quelli che si erano ribellati al re, sia quanti avevano combattuto nella coalizione. Quanto a potenza, infatti, fu chiaro che questi erano i più grandi: e prevalevano gli uni sulla terra, gli altri con le navi. L alleanza a difesa del barbaro si mantenne per poco tempo, poi, essendo entrati in disaccordo gli Spartani e gli Ateniesi, e con loro gli alleati, cominciarono a combattere gli uni contro gli altri; e se in qualche luogo alcuni fra i Greci entravano in conflitto, ormai si rivolgevano a questi. Cosicché, dalle guerre mediche all attuale guerra, talvolta stringendo patti giurati, tal altra combattendo o gli uni gli altri o contro i propri alleati ribellatisi, si prepararono bene nell apparato bellico e divennero più esperti facendo pratica in mezzo ai pericoli. 10 di 10