BONIFICA DEI SITI CONTAMINATI I PARERI DELL ISS SULL ANALISI DI RISCHIO DAL VECCHIO AL NUOVO REGIME

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1 BONIFICA DEI SITI CONTAMINATI I PARERI DELL ISS SULL ANALISI DI RISCHIO DAL VECCHIO AL NUOVO REGIME L. Musmeci Istituto Superiore di Sanità 1

2 All. 1 - Titolo V - Parte IV - Dlgs 152/2006: Rischio tollerabile per le sostanze cancerogene Sito Nazionale di Porto Marghera Sulla base degli aggiornamenti disponibili nella letteratura scientifica internazionale inerente l applicazione dell analisi di rischio sanitarioambientale e a seguito delle numerose elaborazioni condotte mediante l applicazione di software per il calcolo del rischio sanitario-ambientale secondo le modalità riportate nel manuale Criteri metodologici per l applicazione dell analisi di rischio sanitario-ambientale ai siti contaminati elaborato dal gruppo di lavoro APAT-ISS-ARPA/APPA- ISPESL-ICRAM, l APAT, in attesa di ulteriori studi ed approfondimenti da parte dell ISS, si ritiene che al fine il valore di rischio cumulato tollerabile per le sostanze cancerogene con cui confrontare le risultanze dell analisi di rischio possa essere fissato in 10E-05. I limiti stabiliti per le singole sostanze cancerogene e l indice di rischio per le sostanze tossiche, rimangono fissati, rispettivamente, ai valori 10E-06 e 1. 2

3 Analisi di Rischio e applicazione DLgs 152/06: Punto di conformità (POC) In merito all ubicazione del punto di conformità, si osserva che quanto riportato nel DLgs 152/06 (il punto di conformità deve essere posto necessariamente al di fuori del sito contaminato, indicativamente ad una distanza variabile tra 50 e 500 m dalla sorgente) non è conforme agli standard ASTM presi come riferimento. Pertanto si ribadisce che il punto di conformità deve essere posto coincidente con il più vicino pozzo ad uso idropotabile, a valle del flusso di falda, o, qualora all interno del sito non siano presenti pozzi ad uso idropotabile, deve essere posto in corrispondenza del limite di proprietà dell area o, nel caso di siti di grandi dimensioni, in corrispondenza del confine della singola sub-area; Si evidenzia, infine, che la procedura di analisi di rischio sito-specifica prevista dal DLgs 152/06 non è applicabile alla contaminazione da amianto: per tale parametro, pertanto, la CSR è da assumersi coincidente alla CSC. 3

4 All. 1 Titolo V parte quarta D.Lgs 152/2006 (punto di conformità). Una ulteriore conferma della correttezza tecnico-scientifica di tale posizione, viene da una lettura critica e complessiva di quanto riportato nel D.Lgs 152/2006, Parte Quarta, Titolo V: in tutta la parte del decreto riservata alle bonifiche dei siti inquinati, il legislatore fissa un preciso criterio: il contaminante, qualunque sia il tipo di intervento che venga effettuato (bonifica, messa in sicurezza, messa in sicurezza operativa, ecc.), non deve fuoriuscire dal sito (Vedi ad esempio art. 242 Definizioni ). Ciò appare particolarmente giustificato in quanto la disciplina delle bonifiche è strettamente interconnessa con il Titolo VI della Parte Quarta del medesimo D.Lgs 152/2006 relativo al danno ambientale. In effetti ove la contaminazione presente in una falda sotterranea si propaghi al di fuori del sito si può configurare uno scenario di danno ambientale, pertanto porre il Punto di Conformità al di fuori del sito sembra una evidente contraddizione con tutta l impostazione del D.Lgs 152/

5 All. 1 Titolo V Parte IV Dlgs 152/2006: Determinazione sito-specifica specifica dei parametri di input per l applicazionel dell analisi di rischio ai sensi del DLgs 152/06 SIMBOLO PARAMETRO UNITA' DI MISURA Valore di default doc. APAT (tab. 5.2) Necessità di misure sito-specifiche PER SUOLO INSATURO L GW Profondità del piano di falda cm 300 SI' h v Spessore della zona insatura cm SI' d a Spessore della falda cm --- SI' W S w A W ' Estensione della sorgente nella direzione del flusso di falda Estensione della sorgente nella direzione ortogonale al flusso di falda Area della sorgente (rispetto alla direzione del flusso di falda) Estensione della sorgente di contaminazione nella direzione principale del vento cm 4500 SI' cm 4500 SI' cm SI' cm 4500 SI' 5

6 PER SUOLO INSATURO S w ' A' L s (SS) L s (SP) L f Estensione della sorgente di contaminazione nella direzione ortogonale a quella principale del vento Area della sorgente (rispetto alla direzione prevalente del vento) Profondità del top della sorgente nel suolo superficiale rispetto al p.c. Profondità del top della sorgente nel suolo profondo rispetto al p.c. Profondità della base della sorgente rispetto al p.c. cm 4500 SI' cm SI' cm 0 SI' cm 100 SI' cm 300 SI' d s Spessore della sorgente nel suolo profondo cm 200 SI' d L F Spessore della sorgente nel suolo superficiale (insaturo) Soggiacenza della falda rispetto al top della sorgente cm 100 SI' cm 300 SI' s Densità del suolo g/cm SI' f oc Frazione di carbonio organico nel suolo insaturo g-c/g-suolo 0.01 SI' I ef Infiltrazione efficace cm/anno 30 SI'* *implementazione formula empirica contenuta nel manuale APAT con dati di piovosità della stazione meteo più vicina ph ph del suolo insaturo adim. 6.8 SI' 6

7 PER SUOLO SATURO/FALDA v gw Velocità di Darcy cm/anno 2500 SI' K sat Conducibilità idraulica del terreno saturo cm/anno --- SI' i Gradiente idraulico adim. --- SI' f oc Frazione di carbonio organico nel suolo saturo g-c/g-suolo SI' ph ph del suolo saturo adim. 6.8 SI' W ' S w ' Estensione della sorgente di contaminazione nella direzione principale del vento Estensione della sorgente di contaminazione nella direzione ortogonale a quella principale del vento cm 4500 SI' cm 4500 SI' A' Area della sorgente (rispetto alla direzione prevalente del vento) U air Velocità del vento cm/s 225 A b Superficie totale coinvolta nell'infiltrazione cm SI' cm SI' SI'* *Elaborazione dati storici della stazione meteo più vicina 7

8 PER SPAZI CHIUSI L crack Spessore delle fondazioni/muri cm 15 SI' L b Rapporto tra volume indoor ed area di infiltrazione (RES.) cm 200 SI' L b Rapporto tra volume indoor ed area di infiltrazione (IND.) cm 300 SI' L T Distanza tra il top della sorgente nel suolo insaturo (in falda) e la base delle fondazioni cm 0 (285) SI' Z crack Profondità delle fondazioni cm 15 SI' 8

9 All. 1 Titolo V parte quarta D.Lgs 152/2006 (punto di conformità). Sono stati inseriti nell elenco anche: - il ph del suolo insaturo e saturo, poiché la variazione di tale parametro può comportare ampie variazioni del coefficiente di partizione suolo/acqua Kd di alcune specie chimiche, ed in particolare degli acidi organici e di gran parte dei metalli; - la densità del suolo ρs poiché, nonostante a tale parametro corrisponda una bassa sensitività, la sua determinazione sito specifica viene solitamente eseguita in fase di caratterizzazione, nei casi in cui è tecnicamente e/o economicamente possibile il prelievo di campioni indisturbati. A discrezione del proponente è inoltre possibile determinare su base sito-specifica il valore del coefficiente di ripartizione solidoliquido (Kd) secondo il metodo suggerito da APAT ed ISS e riportato nella nota APAT del 4 Aprile 2007 pubblicata sul sito dell Agenzia al seguente indirizzo: 9

10 All. 2 Titolo V Parte IV Dlgs 152/2006: Frazione granulometrica su cui eseguire le analisi Per quanto attiene l utilizzo nei modelli di analisi di rischio delle concentrazioni riferite unicamente al passante ai 2 mm, si ritiene che, ancorché tale prescrizione sia condivisibile dal punto di vista igienicosanitario, in quanto la frazione fine è quella dove generalmente si accumula il contaminante ed è anche quella più mobile (per erosione, per trasporto eolico, ecc.), essa non sia applicabile in quanto il D.Lgs 152/2006 è chiaro a tal proposito, affermando nell Allegato 2 che la concentrazione riscontrata va riferita alla totalità dei materiali secchi, comprensiva anche dello scheletro (fino a = 2 cm). Pertanto i dati relativi alla caratterizzazione dei suoli andranno restituiti con tale sistema di calcolo, e poiché essi individuano l elemento SORGENTE della contaminazione, andranno così utilizzati anche nei modelli di analisi di rischio. 10

11 All. 5 Titolo V Parte IV Dlgs 152/2006: PCB quali congeneri? Relativamente a quali siano i congeneri della famiglia dei PCBs da ricercare, si evidenzia che attualmente è noto che alcuni congeneri dei PCBs, esibiscono una tossicità equivalente a quella delle Diossine e Furani, avendo un simile meccanismo di azione nell uomo. Pertanto si ritiene che andranno sicuramente ricercati i 12 congeneri della famiglia dei PCBs individuati dall OMS come DIOXIN LIKE : Congeneri: 77, 81, 105, 114, 118, 123, 126, 156, 157, 167, 169, 189 Questi ultimi nelle procedure di analisi di rischio andranno considerati unitamente alle diossine, cioè i loro valori in unità TE andranno addizionati a quelli congruenti di PCDD + PCDF, al fine di valutare complessivamente l esposizione dell uomo a tali composti. Oltre ai 12 congeneri Dioxin Like si propone di ricercare anche i seguenti 17 congeneri ritenuti significativi da un punto di vista igienico-sanitario e in base alla loro ricorrenza in varie matrici ambientali, così come riportato in un precedente parere dell ISS: Congeneri: 28, 52, 95, 99, 101, 110, 128, 138, 146, 149, 151, 153, 170, 177, 180, 183,

12 D.Lgs 152/06 parte IV: Valori limite di concentrazione nelle acque sotterranee in funzione dell esecuzione esecuzione dell analisi di rischio per siti con presenza di discariche. Si evidenzia che non vi è una completa integrazione tra il D.Lgs 152/2006 e il D.Lgs 36/2003, presumibilmente in quanto le due norme hanno finalità molto differenti. Tuttavia sarebbe auspicabile pervenire ad una migliore integrazione delle stesse. L applicazione dell analisi di rischio sito-specifica prevista dal DLgs 152/06 (Livello 2, basato sugli standard ASTM), non consente la modellizzazione di fenomeni di degradazione (chimico-fisica o biologica) dei contaminanti in quanto vengono utilizzate, per la simulazione del trasporto degli inquinanti, equazioni di tipo analitico molto semplificate, riferibili ad uno stato stazionario. In relazione ai valori di riferimento (Valori Limite) per le sostanze contaminanti tipiche del caso di interesse (NH 3 ; SO 4 =; PO 4 =; Conducibilità: Potenziale REDOX; ecc), si ritiene che si possa fare riferimento ai valori di Concentrazione Massima Ammissibile riportati nel D.Lgs 31/2001 relativo alla qualità delle acque destinate al consumo umano, in quanto il criterio della potabilità delle acque è stato il criterio guida per la definizione per le concentrazioni limite (CSC) riportate attualmente nella Tabella 2 dell Allegato 5 della Parte IV Titolo V del D.Lgs 152/

13 All. 1 Titolo V Parte IV Dlgs 152/2006: Analisi di Rischio e applicazione DLgs 152/06 CSC e CSR Sussistono potenziali criticità nell applicazione della nuova norma connesse, tra l altro, all incongruenza, per diverse sostanze, tra Concentrazioni Soglia di Rischio generiche (CSRg), calcolate mediante l applicazione delle procedure standardizzate di analisi di rischio e Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) riportate nell Allegato 5 del DLgs 152/06 che dovrebbero essere utilizzate come valori di screening. In particolare si evidenzia come, applicando la procedura operativa indicata al Titolo V del DLgs 152/06, per alcune sostanze (sia metalli pesanti che solventi organici clorurati), le CSR calcolate sulla base di parametri sito-specifici, mediante l utilizzo delle equazioni proposte nei Criteri metodologici per l applicazione dell analisi assoluta di rischio ai siti contaminati, potrebbero risultare inferiori alle rispettive CSC. 13

14 All. 1 Titolo V Parte IV Dlgs 152/2006: Analisi di Rischio e applicazione DLgs 152/06 CSC e CSR Nelle more di una eventuale modifica delle CSC e degli esiti finali degli studi in corso, si ritiene che nei casi in cui la CSR, calcolata mediante l applicazione dell analisi di rischio sito-specifica in modalità inversa, risultasse inferiore alla CSC, venga perseguito quale obiettivo di bonifica il valore della CSR stessa, compatibilmente con le metodiche analitiche comunemente adottate e con i relativi limiti di rilevabilità. A tale proposito si ricorda che le CSR calcolate mediante l utilizzo dei software comunemente utilizzati per l applicazione dell analisi di rischio (RBCA Toolkit, GIUDITTA, RISC) sono espresse come tal quale e devono essere pertanto trasformate in sostanza secca per poter essere confrontate con le rispettive CSC. 14

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