RISCHIO CHIMICO A6.1. CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03. MODULO A Unità didattica

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1 Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole RISCHIO CHIMICO MODULO A Unità didattica A6.1 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03

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3 RISCHIO CHIMICO: NORMATIVA D.Lgs. 81/08 Titolo IX Sostanze pericolose Capo I Protezione da agenti chimici

4 MODALITÀ D AZIONE DEL RISCHIO CHIMICO in modo improvviso e brutale incidente/infortunio: incendio, esplosione, ustione, intossicazione, asfissia, ecc. dopo un certo tempo di esposizione malattia: dell apparato respiratorio (asma, rinite), di malattie della pelle e delle mucose (irritazioni, ulcerazioni, eczemi, ecc.), di malattie del sistema nervoso (mal di testa, tremori, turbe psichiche, ecc.), dei tumori (delle vie aeree e digerenti, ecc.).

5 VIE DI ASSORBIMENTO DELLE SOSTANZE TOSSICHE INALAZIONE I polmoni hanno una superficie alveolare di circa 100 mq e sono la via di penetrazione più importante CONTATTO La pelle di un individuo di statura media ha una superficie di circa 1,8 mq ed è un ottima barriera se è integra INGESTIONE L apparato digerente normalmente non ha molta importanza nell ambiente di lavoro, salvo nel caso di comportamenti errati

6 ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE PERICOLOSE Direttiva CEE/CEEA/CE n. 548 del 1967 Chi immette sul mercato sostanze o preparati pericolosi: deve apporre sul loro contenitore un etichetta che informi l utilizzatore dei rischi per l uomo e l ambiente; ha l obbligo di fornire agli utilizzatori anche la scheda dei dati di sicurezza, per consentire i provvedimenti necessari per la tutela della salute e della sicurezza. D.Lgs. n. 52 del 3 febbraio 1997 Recepimento Direttiva 92/32/CE, settima modifica, riguardante la classificazione, l imballaggio e l etichettatura delle sostanze pericolose D.Lgs. n. 65 del 14 marzo 2003 Recepimento Direttiva 1999/45/CE relativa alla classificazione, imballaggio ed etichettatura dei preparati pericolosi

7 ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE PERICOLOSE Regolamento CE n. 1272/2008 denominato CLP (Classification, Labelling and Packaging) entrato in vigore nell Unione Europea il 20/01/2009, ha introdotto un nuovo sistema di classificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze e delle miscele a partire dal 01/06/2015, al termine di un periodo di transizione. Il Regolamento CLP ha già subito due aggiornamenti ai fini dell'adeguamento al progresso tecnico e scientifico (Regolamenti n. 790/2009 e n. 286/2011). Complessivamente i tre documenti (testo originale + aggiorna-menti) comprendono 1903 pagine

8 SOSTANZE 1/12/10 1/12/12 Classificazione Etichettatura ed Imballaggio 1/12/12 1/06/15 Vecchia classificazione + CLP CLP (può coesistere con la precedente indicazione) Oltre 1/06/15 CLP CLP MISCELE Fino al 1/06/15 Classificazione Vecchia classificazione (CLP facoltativo) Etichettatura ed Imballaggio Vecchia classificazione o CLP (a scelta) 1/06/15 1/06/17 Oltre 1/06/17 CLP CLP (piò coesistere con la precedente indicazione) CLP

9 ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE PERICOLOSE Il Regolamento CLP consente l applicazione all interno della Comunità Europea del Sistema mondiale armonizzato di classificazione ed etichettatura delle sostanze chimiche denominato GHS (Globally Harmonised System), sviluppato dall ONU. Il sistema GHS assicura che le informazioni su tossicità e pericoli associati ai prodotti chimici siano le stesse in tutto il mondo, Allo scopo di facilitare l adozione nei diversi Paesi è stato introdotto il concetto di building block approach che consente l adozione anche parziale delle categorie di pericolo: l armonizzazione è intesa come adozione di elementi uguali per tutti, anche se non vengono trasposti nella totalità (grado di implementazione del GHS può variare da Paese a Paese).

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11 COSA CAMBIA CON IL CLP?

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13 Alcune definizioni (GHS/CLP) classe di pericolo: la natura del pericolo fisico, per la salute o per l'ambiente categoria di pericolo: la suddivisione dei criteri entro ciascuna classe di pericolo, che specifica la gravità del pericolo pittogramma di pericolo: una composizione grafica comprendente un simbolo e altri elementi grafici, ad esempio un bordo, motivo o colore di fondo, destinata a comunicare informazioni specifiche sul pericolo in questione indicazione di pericolo: frase attribuita a una classe e categoria di pericolo che descrive la natura del pericolo di una sostanza o miscela pericolosa e, se del caso, il grado di pericolo consiglio di prudenza: una frase che descrive la misura o le misure raccomandate per ridurre al minimo o prevenire gli effetti nocivi dell'esposizione a una sostanza o miscela pericolosa conseguente al suo impiego o smaltimento.

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15 Pittogrammi di pericolo (GHS/CLP) Ciascun pittogramma si applica a più pericoli, in generale secondo una combinazione: classe + categoria di pericolo Per esempio il pittogramma in basso a destra indica sostanze: - sensibilizzanti - mutagene - cancerogene - tossiche per la riproduzione - tossiche per organi bersaglio - tossiche in caso di aspirazione

16 La normativa precedente prevedeva dieci pittogrammi di pericolo, in corrispondenza alle classi/categorie di pericolo considerate

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22 Esempi di indicazioni di pericolo per alcuni casi di pericoli per la salute: Tossicità acuta (per via orale), categorie di pericolo 1 e 2 H300 Letale se ingerito Tossicità acuta (per via orale), categoria di pericolo 3 H301Tossico se ingerito Tossicità acuta (per via orale), categoria di pericolo 4 H302 Nocivo se ingerito Pericolo in caso di aspirazione, categoria di pericolo 1 H304 Può essere letale in caso di ingestione e di penetrazione nelle vie respiratorie Tossicità acuta (per via cutanea), categorie di pericolo 1 e 2 H310 Letale per contatto con la pelle Tossicità acuta (per via cutanea), categoria di pericolo 3 H311 Tossico per contatto con la pelle Tossicità acuta (per via cutanea), categoria di pericolo 4 H312 Nocivo per contatto con la pelle Corrosione/irritazione cutanea, categorie di pericolo 1A, 1B e 1C H314 Provoca gravi ustioni cutanee e oculari Corrosione/irritazione cutanea, categoria di pericolo 2 H315 Provoca irritazione cutanea Sensibilizzazione della pelle, categoria di pericolo 1 H317 Può provocare una reazione allergica cutanea

23 Alcuni esempi di consigli di prudenza: P102 Tenere fuori dalla portata dei bambini. P202 Non manipolare prima di avere letto e compreso tutte le avvertenze. P233 Tenere il recipiente ben chiuso. P235 Conservare in luogo fresco. P251 Recipiente sotto pressione: non perforare né bruciare, neppure dopo l uso. P270 Non mangiare, né bere, né fumare durante l uso. P273 Non disperdere nell ambiente. In generale un determinato consiglio di prudenza si applica a più di una classe e/o categorie di pericolo. Per esempio, il consiglio P202 si applica a - Esplosivi - Mutageni - Cancerogeni - Tossici per la riproduzione

24 Agenti chimici cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione Questi agenti sono ora compresi in tre frasi di rischio per la salute a loro volta suddivise in tre categorie

25 Agenti chimici cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione Con Circolare Ministeriale del 30/06/2011 si è chiarito che sono da sottoporre a sorveglianza sanitaria i lavoratori per cui la valutazione dell esposizione abbia evidenziato un rischio per la salute riguardante le sostanze e le miscele cancerogene e/o mutagene delle categorie 1A e 1B che corrisponde alle precedenti categorie 1 e 2 (ex R45, 46 e 49). Nel registro di esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni andranno quindi inseriti solo gli esposti a queste categorie cioè quelli contraddistinti dalle indicazioni H340 e H350.

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28 A CHI E A COSA SERVE LA S.T.D.S. Permette al DdL dell azienda utilizzatrice del prodotto, come prevede il D.Lgs. 81/08, di: effettuare l analisi e la valutazione dei rischi aziendali (art. 223) individuare le misure preventive tecniche, organizzative e procedurali (artt. 224 e 225) informare e formare il personale sui rischi e su una corretta e sicura utilizzazione dei prodotti chimici (art. 227) elaborare le istruzioni e le procedure, correnti e di emergenza,che egli deve stabilire per ogni posto di lavoro dove un dipendente utilizza dei prodotti chimici pericolosi (art. 226 e D.M. 10/3/98)

29 INDICAZIONI CONTENUTE NELLE SCHEDE TECNICHE DI SICUREZZA (DIRETTIVA CEE 91/155) ELEMENTI IDENTIFICATORI DELLA SOSTANZA E DELLA SOCIETÀ/IMPRESA COMPOSIZIONE/INFORMAZIONE SUGLI INGREDIENTI INDICAZIONE DEI PERICOLI MISURE DI PRONTO SOCCORSO MISURE ANTINCENDIO MISURE IN CASO DI FUORIUSCITA ACCIDENTALE MANIPOLAZIONE E STOCCAGGIO CONTROLLO DELL ESPOSIZIONE E PROTEZIONE INDIVIDUALE PROPRIETÀ CHIMICHE E FISICHE STABILITÀ E REATTIVITÀ INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE INFORMAZIONI ECOLOGICHE CONSIDERAZIONI SULLO SMALTIMENTO INFORMAZIONI SUL TRASPORTO INFORMAZIONI SULLA REGOLAMENTAZIONE ALTRE INFORMAZIONI

30 DANNO PREVALENTE TIPI DI RISCHIO CHIMICO TOSSICOLOGICO inalazione contatto con effetti cronici dovuto all impiego di sostanze e di preparati pericolosi ad elevata disponibilità in aria INCIDENTALE/INFORTUNISTICO con effetti acuti errori di conferimento e stoccaggio, cedimento recipienti e reti di adduzione, spandimento, investimento, contatti tra incompatibili, rilascio di gas tossici TECNOLOGICO da anomalie d impianto e di processo tracimazioni, cedimenti e rotture di rete e di valvole, reazioni fuggitive, errori di gestione e di stoccaggio, ecc.) INCENDIO E DI ESPLOSIONE relativi a sostanze usate con proprietà esplosive, comburenti, infiammabili e a sostanze prodotte accidentalmente con queste proprietà

31 Identificazione dei PERICOLI IDENTIFICAZIONE PERICOLI Liste sostanze e preparati Applicazione misure di prevenzione e protezione idonea? Valutazione dei RISCHI preliminare MISURAZIONI AMBIENTALI ALGORITMI/ MODELLI DI CALCOLO CHECK-LIST Revisione misure di prevenzione e protezione. Riprendere valutazione SI VALUTAZIONE PRELIMINARE RISCHIO Approfondire la valutazione? Valutazione dei RISCHI approfondita NO NO GIUSTIFICAZIONE RISCHIO IRRILEVANTE SI VALUTAZIONE APPROFONDITA RISCHIO Risultato basso? NO RISCHIO NON IRRILEVANTE SI RISCHIO IRRILEVANTE

32 Valutazione del rischio e adempimenti Elenco prodotti chimici utilizzati Schede di sicurezza aggiornate e individuazione sostanze pericolose E POSSIBILE SOSTITUIRE LE SOSTANZE PERICOLOSE? Raccolta dati ed analisi della modalità di utilizzo (preparazione, trasporto, stoccaggio, gestione rifiuti) Valutazione del rischio (agente chimico, quantità, modalità e frequenza d utilizzo ) Misure di prevenzione e protezione Formazione ed Informazione Dispositivi di protezione individuali Elaborazione di procedure di emergenza

33 INVENTARIO DELLE SOSTANZE E DEI PREPARATI Valutazione dei rischi chimici Identificazione dei pericoli Nome sostanza o preparato Reparto operazione fase di lavoro Stato fisico Tipo di confezione Quantità in deposito e in uso Simbolo etichetta Frasi di rischio Scheda di sicurezza Numero e tipo di procedure

34 PROFILO DEL RISCHIO CHIMICO AZIENDALE Valutazione preliminare (I fase) Modalità d uso, lavorazione Quantità in uso per anno Ipotesi di rischio l Agenti liberati (gas vapori, nebbie, fumi, nebbie) l Tipo di rischio (tossicologico, incidentale, incendio, esplosione) l Proprietà pericolose degli agenti chimici Livello, tipo, durata dell esposizione Individuazione degli esposti VLE (TLV) Misure di prevenzione in atto Esiti indagini ambientali e accertamenti sanitari attuali e/o pregressi (lavorazioni analoghe)

35 VALUTAZIONE DEI RISCHI CHIMICI GIUSTIFICAZIONE Giustificazione che natura ed entità dei rischi rendono non necessaria una ulteriore valutazione maggiormente dettagliata dei rischi e consentono di terminare la valutazione. Proposta di individuazione ed elencazione di attività in cui è giustificata l interruzione della valutazione.

36 PROFILO DEL RISCHIO CHIMICO AZIENDALE Per una valutazione dettagliata (II fase) PER IL RISCHIO TOSSICOLOGICO Crite r i di c l a s s ific de l a z i o r ne i s c h io facendo riferimento ai VLE misure effettuate in base a norme UNI-EN contenute nell allegato VIII-sexties, in particolare UNI-EN 689: - Criterio formale (1/10 1/4 1/2 ) - Criterio statistico (confrontabile anche con OTL-AIDII) NON facendo riferimento ai VLE utilizzando modelli o algoritmi, eventualmente integrati da misure, particolarmente utili nelle piccole imprese artigiane Utilizzando check list o atlanti valutando anche l esposizione cutanea e per altre vie (dati da indagini biologiche)

37 PROFILO DEL RISCHIO CHIMICO AZIENDALE Per una valutazione dettagliata (II fase) PER IL RISCHIO D INFORTUNIO Crite r i di c l a s s ific de l a z i o r ne i s c h io Liste di controllo l dei requisiti di sicurezza l delle procedure di sicurezza l delle consegne di emergenza PER IL RISCHIO TECNOLOGICO Valutazione delle anomalie di impianto e di processo mediante: l Albero dei guasti l What if? l Hazop l

38 RISCONTRO DI RISCHIO basso per la sicurezza ed irrilevante per la salute E ragionevole e praticabile indicare la soglia al di sotto della quale classificare il RISCHIO IRRILEVANTE per la salute per inalazione quando sono verificate le seguenti condizioni INDAGINE AMBIENTALE Procedura formale L indice di esposizione (I=C/VLE) risulti quantomeno inferiore ad 1/10 USO DI ALGORITIMI: confronto con il valore-soglia definito dall algoritmo stesso

39 RISCONTRO DI RISCHIO basso per la sicurezza ed irrilevante per la salute E ragionevole e praticabile indicare la soglia al di sotto della quale classificare il RISCHIO BASSO per la sicurezza quando sono verificate le seguenti condizioni: RISCHIO INCENDIO: BASSO quando rientra in tale definizione in base al DM RISCHIO ESPLOSIONE: BASSO quando le zone sono classificate 2 o 22 in base all All. 49 del D.Lgs. 81/08 Titolo XI Protezione da atmosfere esplosive RISCHIO INFORTUNIO: BASSO in base alle liste di controllo suggerite

40 I RISCHI DEVONO ESSERE ELIMINATI O RIDOTTI AL MINIMO (anche per il rischio irrilevante e basso) Progettando i sistemi di lavorazione Organizzando i sistemi di lavorazione Fornendo attrezzature idonee Fornendo procedure di manutenzione adeguate Riducendo al minimo il n di lavoratori esposti Riducendo al minimo la durata dell esposizione Riducendo al minimo l intensità dell esposizione Attuando misure igieniche adeguate Riducendo al minimo la quantità di agenti sul luogo di lavoro Utilizzando metodi di lavoro appropriati

41 RISCONTRO DI RISCHIO NON IRRILEVANTE (non basso per la sicurezza ed irrilevante per la salute ) Art. 225, comma 2 VERIFICHE PERIODICHE DI EFFICACIA La MISURAZIONE degli agenti va fatta ( è obbligatoria solo...) se non è possibile dimostrare con altri mezzi il conseguimento di una adeguato livello di prevenzione e di protezione: l periodicamente l in caso di variazioni l con le metodiche standardizzate dell all. XLI (o, in assenza,) con metodiche appropriate l con particolare riferimento ai VLE l per periodi rappresentativi dell esposizione nel tempo e nello spazio

42 TIPOLOGIA DI VALORI LIMITE VLE = Valore Limite di Esposizione Professionale (così come definito dal D.Lgs. 81/08, art. 222) Se non diversamente specificato, il limite della concentrazione media ponderata nel tempo di un agente chimico nell'aria all'interno della zona di respirazione di un lavoratore in relazione ad un determinato periodo di riferimento. D.Lgs. 81/08 (all. XXXVIII) >>> valori limite Per la NORMA UNI EN 689 del 1997 Valore limite Valore di riferimento per la concentrazione nell'aria di un agente chimico (a 20 C - 101,3 kpa).

43 TLV - VALORE LIMITE DI SOGLIA ACGIH - American Conference of Governmental Industrial Hygienists TLV-TWA / media ponderata nel tempo La concentrazione media ponderata nel tempo, su una giornata lavorativa convenzionale di 8 ore (su 40 ore lavorative settimanali), alla quale si ritiene che quasi tutti i lavoratori possano essere ripetutamente esposti, giorno dopo giorno, senza effetti negativi. TLV-STEL / limite per breve tempo di esposizione La concentrazione alla quale si ritiene che i lavoratori possano essere esposti continuativamente per breve periodo di tempo, purché il TLV-TWA giornaliero non venga superato. TLV-C / Ceiling La concentrazione che non deve essere superata durante l attività lavorativa nemmeno per un brevissimo periodo di tempo. Circa 700 valori limite

44 UNITÀ DI MISURA DEL TLV Per particelle e aeriformi: mg/m3 [ milligrammi per metro cubo ] Per aeriformi: ppm [ parti per milione (v/v) ]

45 VALUTAZIONI SENZA L AUSILIO DI VLE Rischio tossicologico per inalazione e contatto I modelli o algoritmi sono procedure che assegnano un punteggio ai fattori che intervengono nella determinazione del rischio pesando, per ognuno di essi in modo diverso, l importanza assoluta e reciproca sulla valutazione finale.

46 SCALA NUMERICA DEL RISCHIO I fattori individuati sono inseriti in una RELAZIONE MATEMATICA SEMPLICE (o modello GRAFICO) che fornisce un INDICE NUMERICO che si inserisce in una SCALA NUMERICA DEL RISCHIO individuando per la situazione analizzata la gradazione relativa dell indice calcolato

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48 MISURE SPECIFICHE DI PROTEZIONE E PREVENZIONE (per il Rischio Significativo) IL RISCHIO va eliminato o ridotto mediante: sostituzione degli agenti con altri non pericolosi o meno pericolosi Se questo non è possibile, il rischio va ridotto, nell ordine: progettando processi lavorativi e controlli tecnici appropriati usando misure organizzative e di protezione collettiva alla fonte appropriate usando i DPI attuando la sorveglianza sanitaria

49 MISURE SPECIFICHE DI PROTEZIONE E PREVENZIONE (per il Rischio Significativo) Ancora dimostrazione dell efficacia dei provvedimenti di prevenzione e protezione con monitoraggio ambientale; predisposizione di procedure di intervento in caso di incidenti, di anomalie di processo, di emergenze; adozione di misure dirette ad attenuare gli effetti di guasti, di incidenti e di emergenze; adozioni di sistemi d allarme e di altri mezzi di comunicazione per la segnalazione tempestiva di incidenti; verifica periodica dell efficienza e dell efficacia della misura di protezione collettiva applicata

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