Gli Agenti Cancerogeni del Titolo IX Capo II-D.Lgs.81/08 e la nostra esperienza sul territorio di Piacenza

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1 U.O.Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro Gli Agenti Cancerogeni del Titolo IX Capo II-D.Lgs.81/08 e la nostra esperienza sul territorio di Piacenza Piacenza, 10 Febbraio 2012 A cura di Anna Bosi

2 Titolo IX Capo II -D.Lgs.81/08 Protezione da agenti Cancerogeni e Mutageni Articolo 233 Fatto salvo quanto previsto dal Capo III (esposizione ad Amianto) si applica a tutte le attività nelle quali i lavoratori SONO O POSSONO ESSERE ESPOSTI ad agenti cancerogeni o mutageni a causa della loro attività lavorativa

3 AGENTE CANCEROGENO (art.234) 1) Sostanza classificata nella categoria cancerogena Carc.Cat.1A o 1B (Indicazioni di Pericolo: H350 e H350i da Regolamento CLP) 2) Miscela contenente una o più sostanze di cui al punto 1) in concentrazioni tali da classificarla nella categoria cancerogena 1 o 2. 3) Una sostanza, una miscela o un processo di cui all Allegato XLII, nonché una sostanza od una miscela emessi durante un processo previsto all Allegato XLII

4 CLASSIFICAZIONE delle SOSTANZE CANCEROGENE (secondo Allegato I-Regolamento CLP) CATEGORIA 1 Sostanze cancerogene per l uomo accertate o presunte. La classificazione avviene sulla base di dati epidemiologici e/o di dati ottenuti con sperimentazioni su animali 1A Se sono noti gli effetti cancerogeni per l uomo sulla base di studi sull uomo. 1B Si presumono effetti cancerogeni per l uomo prevalentemente sulla base di studi su animali

5 ETICHETTATURA delle SOSTANZE CANCEROGENE (secondo Allegato I del CLP) Pittogramma Indicazioni di Pericolo H350 (Può provocare il cancro) H350i (Può provocare il cancro per inalazione)

6 Confronto tra vecchia Direttiva e nuovo CLP

7 ALLEGATO XLII 1. Produzione di auramina col metodo Michler 2. Lavori che espongono agli Idrocarburi Policiclici Aromatici presenti nella fuliggine, nel catrame o nella pece di carbone 3. Lavori che espongono alle polveri, fumi e nebbie, prodotti durante il raffinamento del nichel a temperature elevate 4. Processo agli acidi forti nella fabbricazione di alcool isopropilico 5. Lavoro comportante esposizione a polvere di legno duro

8 ALLEGATO XLIII VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE PROFESSIONALE BENZENE 3,25 mg/m 3 CLORURO DI VINILE MONOMERO 7,77 mg/m 3 POLVERI DI LEGNO DURO 5,00 mg/m 3 ( se le polveri di legno duro sono mescolate con altre polveri di legno, il valore limite si applica a tutte le polveridilegno presenti nella miscela in questione. )

9 Il DATORE DI LAVORO DEVE (art.235) SOSTITUIRE L AGENTE CANCEROGENO E se non è tecnicamente possibile PREVEDERE un SISTEMA CHIUSO E se non è tecnicamente possibile RIDURRE L ESPOSIZIONE al più basso livello tecnicamente possibile L esposizione non deve comunque superare il valore limite

10 Il datore di lavoro Fatto salvo quanto previsto dall articolo 235 Effettua la valutazione del rischio i cui risultati sono riportati nel documento (articolo 17) In relazione ai risultati della valutazione adotta le misure preventive e protettive del presente Capo

11 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO (ART.236) Tiene conto in particolare delle: caratteristiche delle lavorazioni, durata e frequenza quantitativi prodotti o utilizzati loro concentrazione capacità di penetrazione nell organismo per le diverse vie di assorbimento La valutazione deve comprendere tutti i possibili modi di esposizione compreso assorbimento cutaneo

12 Il documento o l autocertificazione sono integrati con i seguenti dati (art.236-c.4) Le attività lavorative con cancerogeni con l indicazione dei motivi I quantitativi Il numero dei lavoratori esposti o potenzialmente esposti L esposizione dei suddetti lavoratori ove nota e il grado della stessa Le misure preventive e protettive applicate e il tipo di DPI Le indagini svolte per la possibile sostituzione e i sostituti utilizzati Il RLS può richiedere questi dati

13 Misure tecniche, organizzative, procedurali (art.237) Il datore di lavoro (tra l altro) Limita al minimo il numero degli esposti Progetta, programma e sorveglia le lavorazioni in modo che non vi sia emissione di agenti cancerogeni e mutageni nell aria, se non tecnicamente possibile prevede aspirazione localizzata e comunque ambiente con adeguata sistema di ventilazione generale Provvede alla misurazione per verificare l efficacia delle misure adottate e per individuare precocemente le esposizioni anomale causato da un evento non prevedibile o da un incidente Provvede a regolare e sistematica pulitura dei locali, attrezzature, impianti

14 Esposizione non prevedibile (Art.240) In caso di Eventi non prevedibili o incidenti che possono comportare un esposizione anomala il datore di lavoro adotta quanto prima misure appropriate per identificare e rimuovere la causa dell evento e ne informa i lavoratori e RLS Elabora procedure (art. 237-lettera f) Comunica all organo di vigilanza il verificarsi di questi eventi indicando le misure adottate per ridurre al minimo le conseguenze dannose I lavoratori devono abbandonare immediatamente l area cui possono accedere solo gli addetti agli interventi di riparazione ed ad altre operazioni necessarie con idonei DPI

15 Operazioni lavorative particolari (Art.241) Quale la manutenzione per le quali è prevedibile un esposizione rilevante degli addetti il datore di lavoro : Dispone che solo tali lavoratori abbiano accesso anche provvedendo all isolamento delle stesse ed alla loro identificazione con appositi contrassegni Fornisce ai lavoratori speciali indumenti e DPI

16 Sorveglianza Sanitaria (art.242) I lavoratori per i quali LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO da agenti Cancerogeni o Mutageni ha evidenziato un RISCHIO PER LA SALUTE sono sottoposti a SORVEGLIANZA SANITARIA

17 Registro di esposizione e cartelle sanitarie (art. 243) I lavoratori, di cui all articolo 242, per i quali la valutazione del rischio da agenti cancerogeni o mutageni ha evidenziato un rischio per la salute sono iscritti in un Registro nel quale è riportata per ciascuno di essi: l attività svolta l agente cancerogeno utilizzato e ove noto l esposizione a tale agente.

18 Le differenze fondamentali rispetto al Capo I: Protezione da agenti chimici La valutazione del rischio da agenti Cancerogeni e Mutageni Non prevede la Giustificazione, che per gli agenti chimici permette di evitare una valutazione maggiormente dettagliata. Non parla di Rischio NON Irrilevante per la Salute da cui ne discende una gradualità delle misure da adottare Il documento deve contenere una serie di dati (art.236 c.4) tra cui le esposizioni degli addetti e le indagini svolte per la possibile sostituzione Per i lavoratori per i quali la valutazione ha evidenziato un Rischio per la Salute prevede la Sorveglianza Sanitaria e la tenuta di un Registro La valutazione va ripetuta in ogni caso dopo 3 anni

19 Per richiamare l attenzione su alcuni Cancerogeni Polvere di Legno duro Fibre Ceramiche Refrattarie Benzene Ossidi di Cromo VI e di Nichel contenuti anche nei Fumi di saldatura di acciaio INOX Alcuni Pigmenti in vernici tra cui: Giallo di Piombo Solfocromato (C.I CAS ) Piombo Cromato Molibdato Solfato Rosso (C.I CAS ) Alcuni Solventi clorurati: come il Tricloroetilene

20 La definizione di legno duro è in funzione della classificazione botanica LEGNO DURO: ottenuto dagli alberi della classe Angiosperme (che perdono le foglie in inverno come le latifoglie, es. legno di balsa, pioppo, betulla) LEGNO DOLCE o TENERO: ottenuto dagli alberi della classe Gymnosperme (sempre verdi come le conifere, es. douglas)

21 Studio multicentrico sull esposizione a polvere di legno duro Indagine eseguita dagli SPSAL delle AUSL di Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Forlì e ARPAER Sezione di Reggio Emilia Le aziende indagate sono state 24: 19 con meno di 15 addetti 3 con addetti 2 con più di 30 addetti Responsabile dello Studio: Claudio Arcari

22 Distribuzione cumulativa per le varie tipologie di lavorazione (158 esposizioni) 7 6,5 6 5,5 Scalifici Arredamenti 5 mg/m 3 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 0% 20% 40% 60% 80% 100% PERCENTILI Serramenti Trasformazione tronchi Falegnamerie Altro

23 Risultati applicazione Norma 689/97 N AZIENDE N PRELIEVI NORMA UNI EN 689 PERCENTUALI DI SUPERAMENTO ARREDAMENTI % SITUAZIONE ROSSA SERRAMENTI INFISSI % SITUAZIONE ROSSA SCALIFICI % SITUAZIONE ARANCIO TRASFORMAZIONE TRONCHI % SITUAZIONE ARANCIO FALEGNAMERIE % SITUAZIONE VERDE

24 Le misure di Prevenzione e Protezione Misure Tecniche Sistemi di ventilazione Idonei ed Efficienti Separazione delle lavorazioni Misure Organizzative e Procedurali Modalità di lavoro Manutenzione impianti Gestione delle pulizie e dei rifiuti Informazione e Formazione Procedure per uso dei DPI

25 La Silice Libera Cristallina (SLC) Perché parlarne? Rivalutazione della cancerogenicità nelle sue diverse forme da parte della IARC Presenza estremamente comune in natura Ampio utilizzo di materiali e prodotti che la contengono in numerose attività industriali

26 IARC - MONOGRAFIA 68/1997: classifica QUARZO e CRISTOBALITE quali cancerogeni di categoria 1: Sostanze note per effetti cancerogeni sull uomo. considera prioritaria l associazione meccanismo cancerogeno-attività industriale individua le seguenti attività industriali in cui è stata rilevata la cancerogenicità della SLC: Miniere di minerali metalliferi Cave e lavorazioni del granito e altri lapidei Ceramica, sanitari, terraglia e mattoni refrattari Fonderie

27 Classificazione secondo CLP per la Silice Libera Cristallina Non esiste la classificazione armonizzata In accordo con il CLP i produttori di minerali industriali sono concordi nel classificare la Silice Cristallina Respirabile (RCS) come STOT RE 1 o 2 ( Tossicità specifica per organi bersaglio-esposizione ripetuta ) in funzione della concentrazione di RCS in miscele o sostanze (sito:

28 Per la Silice Cristallina Respirabile (RCS) Se RCS è in Concentrazione >10% SE RCS è in Concentrazione > 1% e <10%

29 Gli Elementi importanti della pericolosità della SLC la dimensione delle particelle; la natura cristallina o non cristallina della silice; se riscaldata oltre gli 800 C non è più citotossica se macinata di fresco èpiùpericolosa la durata dell esposizione a polvere

30 Diversi Materiali con SLC: Tritato di sabbia abrasiva Mattoni e mattoni refrattari Intonaci Collanti per rivestimenti Piastrelle Calcestruzzo Cemento di malta Granito, quarzite, ardesia Roccia e pietra Sabbia Suolo agricolo

31 Le Principali fasi lavorative a rischio di polveri con SLC: Costruzione Demolizione Restauro Ristrutturazioni /Manutenzioni Escavazione Realizzazione fondamenta Rimozione di materiali Le operazioni con maggiore rischio di esposizione a polveri con SLC: Taglio Perforazione Abrasione Pulizia a secco

32 I principali fattori che influenzano l esposizione Materiali Tipo di lavorazione Durata e frequenza operazioni Sistemi di abbattimento/controllo delle polveri

33 GRUPPO ESP SIZIONE SILICE emilia romagna SILICE LIBERA CRISTALLINA. VALUTAZIONE DELL ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE E MISURE DI PREVENZIONE. UNO STUDIO NEI COMPARTI PRODUTTIVI IN EMILIA ROMAGNA. Responsabile del Gruppo: Claudio Arcari DIPARTIMENTI DI SANITÀ PUBBLICA AZIENDE Unità Sanitaria Locale Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna ARPA ER Reggio Emilia Dipartimento tecnico Laboratorio Amianto Polveri e Fibre

34

35 Demolizione di pavimento e pareti con martello pneumatico

36 Taglio di pareti e pavimenti

37 Alcuni dati di SLC IN EDILIZIA Lavorazione Esposizione (μg/m 3 ) Valutazione Tipologia cantiere Taglio con smerigliatrice 71 ELEVATA Rimozione intonaco a mano e con martello e rimozione macerie 160 ELEVATA Ristrutturazione fabbricato Taglio muratura con smerigliatrice e martello e rimozione macerie 401 ELEVATA Demolizione pareti interne e tagli pareti 93, 134 ELEVATA Ristrutturazione interna di locali

38 Cantiere in provincia di Piacenza Esecuzione taglio e svuotamento traccia su mattoni pieni Svuotamento traccia su mattoni pieni con martello percussore SLC (valore medio)= 2185 μg/m 3 Esecuzione traccia su mattoni pieni

39 Taglio con mola di mattoni forati SLC (valore medio)= 3707 μg/m 3 Cantiere in provincia di Piacenza

40 Svuotamento delle tracce con strumento manuale (mazzetta) SLC (valore medio)= 1388 μg/m 3 Cantiere in provincia di Piacenza

41 I passaggi fondamentali per la Valutazione del rischio da polveri e SLC Individuare le fasi di lavoro per le quali è prevedibile la formazione di polveri La durata e frequenza di ogni singola operazione polverosa Gli addetti esposti per ogni operazione e quelli in prossimità delle lavorazioni polverose L ambiente di lavoro L eventuale contemporaneità di operazioni polverose

42 Obiettivo della Valutazione del rischio Prevedere ed adottare le misure di Prevenzione per contenere le polveri COME? Nebulizzare l ambiente e/o bagnare con acqua i materiali Scegliere attrezzature con dispositivo aspirante Prevedere l utilizzo di aspiratori per la pulizia di superficie e ambienti Prevedere procedure di lavoro specifiche Organizzare l uso di adeguati DPI Organizzare le fasi di lavoro anche in modo da evitare la contemporaneità e le esposizioni di altri addetti Prevedere la Formazione e l addestramento sull uso delle attrezzature e dei DPI

43 Possibili Soluzioni

44 Possibili Soluzioni

45 A Piacenza: attrezzature da taglio con aspirazione

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