Un moscerino in cattedra di Antonella Alfano,Maria Alfano, Giulia Forni, Laura Salsano, Anna Pascucci

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Un moscerino in cattedra di Antonella Alfano,Maria Alfano, Giulia Forni, Laura Salsano, Anna Pascucci"

Transcript

1 Un moscerino in cattedra di Antonella Alfano,Maria Alfano, Giulia Forni, Laura Salsano, Anna Pascucci Tempo di realizzazione: 10 ore distribuite nell arco di tempo di almeno 3 settimane Sintesi del modulo È un percorso che può essere portato avanti lungo l anno scolastico con modi e tempi rispettosi delle modalità d apprendimento, delle esigenze cognitive, emotive ed affettive che caratterizzano gli allievi. Molte attività sperimentali sono proponibili a tutti i livelli di scuola, anche se gli strumenti di descrizione/rappresentazione che si possono utilizzare ed i livelli di interpretazione e formalizzazione che si possono raggiungere dipendono molto dalla fascia di età degli allievi. Per gli insegnanti di scuola secondaria di 1 grado 1 vuol essere uno strumento per arrivare gradualmente all attuazione di attività investigative che portano alla verifica di quanto ipotizzato (ciclo vitale di organismi a sviluppo indiretto, dimorfismo sessuale, modalità di trasmissione dei caratteri ereditari). Gli alunni entrano in contatto con il moscerino, incuriositi pongono una serie di interrogativi ai quali essi stessi, sotto la guida del docente, cercano di dare una spiegazione verificabile attraverso un investigazione. 11 Per gli insegnanti di scuola dell infanzia e di scuola primaria il percorso può essere uno strumento per avvicinare i bambini all osservazione e allo studio di un essere vivente e focalizzare l attenzione sulle peculiarità morfologiche, sulle differenze e uguaglianze, sulle stranezze dei comportamenti degli animaletti e sulle loro relazioni.

2 Obiettivi Obiettivi di conoscenza Osservare e riconoscere le diverse fasi (embrione, larva, pupa, adulto) del ciclo vitale di un insetto a metamorfosi completa come la Drosophila melanogaster Distinguere gli individui di sesso maschile e femminile nella Drosophila melanogaster. Utilizzare strumenti e tecniche di laboratorio Osservare e riconoscere Drosophila melanogaster selvatica e ceppi mutanti Definire caratteri ereditari ed acquisiti Obiettivi metodologici Osservare, utilizzando vari strumenti Manipolare Affrontare situazioni problematiche, costruendo e verificando ipotesi, interpretando e valutando i dati Comunicare i risultati di un'investigazione attraverso relazioni scritte e presentazioni orali Esporre le proprie opinioni ed argomentare Riferimento alle Indicazioni nazionali per il curricolo (2012) Obiettivi di apprendimento 2 Al termine della classe terza della scuola secondaria di primo grado RIFERIMENTO INDICAZIONI NAZIONALI 2012 PER I LICEI PRIMO BIENNIO Realizzare esperienze quali ad esempio: in [ ]allevamenti osservare la variabilità in individui della stessa specie. Conoscere le basi biologiche della trasmissione dei caratteri ereditari acquisendo le prime elementari nozioni di genetica. Per la biologia i contenuti si riferiscono all osservazione delle caratteristiche degli organismi viventi, con particolare riguardo alle diverse forme con cui si manifestano (biodiversità). Perciò si utilizzano le tecniche sperimentali di base in campo biologico e l osservazione microscopica. La varietà dei viventi introducono allo studio della genetica mendeliana. 2 Al termine della classe terza della scuola primaria: Osservare i momenti significativi nella vita di [ ] animali, realizzando allevamenti in classe di piccoli animali, [ ], ecc. Individuare somiglianze e differenze nei percorsi di sviluppo di organismi animali [ ]. Al termine della classe quinta della scuola primaria: Proseguire nelle osservazioni frequenti e regolari, a occhio nudo o con appropriati strumenti, con i compagni e autonomamente, l esperienza di sviluppo di organismi animali; individuare[ ] i loro cambiamenti nel tempo.

3 Possibile sviluppo del modulo SESSIONE Sessione 1 Sessione 2 Sessione 3 Sessione 4 Sessione 5 Sessione 6 Sessione 7 Domanda iniziale Chi sono? Come sono fatti? Si muovono troppo come osservarli meglio? Nei tubi c è un solo animale o specie diverse? Come dimostrarlo? Moscerini e larve sono animali diversi? I moscerini non sono tutti uguali, alcuni sono più piccoli: non sono ancora cresciuti, sono specie diverse o di sesso diverso? I moscerini non sono tutti uguali, alcuni hanno gli occhi bianchi, altri il corpo nero Come sono i figli di moscerini diversi? E i nipoti? Attività svolte con gli studenti Problematizzazione. Condivisione di domande. Osservazione con lente d ingrandimento e con stereomicroscopio. Addormentare i moscerini per osservarli meglio. Progettazione dell investigazione. Identificazione delle fasi larvali. Ricostruzione del ciclo vitale. Sequenza delle fasi della metamorfosi e loro durata. Investigazione sul dimorfismo sessuale. Incroci e osservazione della progenie. Osservazione di ceppi mutanti e loro classificazione sulla base delle caratteristiche visibili. Osservazione degli stadi larvali e di generazioni successive Approccio Osservazione Esplorazione Confronto Osservazione Esplorazione Rappresentazione Spiegazione Elaborazione Sperimentazione Attività di comunicazione e condivisione Discussione nei gruppi. Rappresentazione con disegni. Comunicazione orale. Discussione collettiva. Sessione 8 Sessione 9 Come è possibile che da moscerini tutti con le ali storte possano essere nati moscerini normali? Succede solo con questo tipo di moscerini? Analisi di documenti e interpretazione di dati (Prima e seconda legge di Mendel) Eventuali incroci e osservazione diretta del fenotipo della progenie.. Sintesi comune. Conclusioni.

4 SESSIONE 1 -Gli alunni formulano domande a cui dare una risposta Situazione iniziale L'insegnante porta in classe un barattolo nel quale svolazzano dei moscerini; sul fondo del recipiente coperto da un batuffolo di cotone idrofilo o da garza alcuni pezzi di frutta. Chiede agli alunni di annotare sul proprio quaderno (scrittura personale) ciò che hanno osservato e le domande a cui vorrebbero dare una risposta. Successivamente, in gruppi di quattro, confrontano le domande per farne una sintesi. Il docente invita il rappresentante di ciascun gruppo a condividere le proposte che sono raccolte e scritte su un foglio lavagna o su LIM. POSSIBILI DOMANDE: - Che cosa sono? - Sono delle mosche piccole? - Come fanno a respirare? - Come nascono? - Come sono finiti nel barattolo? Sono nati lì? - Sono nati dagli acini d uva? - In quanto tempo imparano a volare? - I moscerini vedono? - Cosa mangiano? - Si nutrono dell uva? -Quanto tempo vivono? -In inverno muoiono o ce la fanno a resistere al freddo? - Come si fa a distinguere i maschi dalle femmine? POSSIBILI COMMENTI: -I moscerini erano molto agitati e svolazzavano dappertutto, come se cercassero una via di fuga dal barattolo. - Sono difficili da vedere.. SESSIONE 2-Gli alunni osservano attentamente il moscerino Prima di dare una risposta alle domande formulate, il docente invita ciascun alunno ad osservare il contenitore con i moscerini e, al termine del periodo di osservazione libera, di disegnare l animaletto. I disegni vengono raccolti, disposti sulla cattedra e gli alunni sono invitati ad osservarli ed a compararli. Questo momento di confronto può essere facilitato utilizzando la LIM, su cui il docente proietta i disegni prodotti dagli alunni, dopo averli fotografati e copiati sul computer.

5 Nasce una discussione sulla maniera più o meno esplicita o dettagliata di rappresentare l animaletto ed è evidente che in questa prima fase di osservazione ad occhio nudo i disegni degli alunni risultano essere imprecisi e sono centrati solo sulla presenza delle ali (due) e delle zampe (quasi sempre sei). Il docente mette in evidenza i particolari anatomici su cui c è disaccordo (Due o quattro ali? Numero e segmentazione delle zampe) e focalizza l attenzione sulla necessità di osservare meglio e sull importanza dell uso di strumenti per ingrandire affinchè si possano cogliere dettagli non evidenti ad occhio nudo. Il primo strumento che si propone è la lente d ingrandimento. Il docente consegna a ciascun gruppo una lente chiedendo di ridisegnare il moscerino. L'insegnante si muove da gruppo a gruppo e guida l esplorazione per aiutare gli studenti ad osservare in modo non casuale (chiede di cogliere differenze e somiglianze, di verificare le osservazioni fatte ad occhio nudo). Ogni gruppo presenta alla classe il proprio disegno mentre il docente annota le osservazioni su un poster o alla LIM. osservazione a occhio nudo osservazione con lente d ingrandimento Questa nuova osservazione con la lente d ingrandimento porta ad alcune certezze evidenziate da tutti i gruppi: - hanno due ali - hanno sei zampe Gli alunni non sono d'accordo o sembrano bloccati su: - la testa è rossa - gli occhi sono rossi. Il docente pone l attenzione sul disaccordo tra testa rossa o occhi rossi e chiede agli alunni: Come facciamo a capire se la testa è rossa o gli occhi sono rossi? Alunni:<bisogna osservare ancora meglio>. Docente: Come? La risposta spontanea: con il microscopio!. NOTA. Gli alunni sanno che per osservare ciò che non è visibile ad occhio nudo c è bisogno del microscopio, ma non tutti conoscono lo stereo microscopio e a cosa serve.

6 Il docente porta in classe un microscopio biologico e uno stereo microscopio e chiede: Sono uguali i due microscopi? Quali dei due bisogna usare per osservare i moscerini? Il docente invita gli studenti a esaminare attentamente gli obiettivi: il microscopio ottico ha un elevato potere di ingrandimento (in genere da 40o fino a 1000 volte) e per questo permette di osservare campioni invisibili ad occhio nudo come cellule e microrganismi, mentre lo stereomicroscopio ha un potere di ingrandimento relativamente basso (da 20 e 40 volte) e quindi è adatto ad osservare oggetti che si possono già scorgere ad occhio nudo e che hanno uno spessore; quindi per osservare i moscerini serve lo stereomicroscopio. Da alcuni anni sono in vendita stereomicroscopi a basso costo che ingrandiscono fino a 60 volte, da applicare agli smartphone. Ciascun gruppo pone il tubo sotto lo stereomicroscopio ma risulta subito evidente che è impossibile osservarli con attenzione perché si muovono velocemente. Come fare per osservare i moscerini? Il docente discute con gli alunni. Nasce l esigenza di immobilizzare i moscerini. L'insegnante ricorda che quando si fa il vino non è consigliabile entrare in cantina perché durante la fermentazione si produce una sostanza che fa svenire e che questa sostanza si chiama anidride carbonica, più propriamente indicata con il termine diossido di carbonio. Si pone il problema di come ottenere biossido di carbonio. Il docente spiega che la più semplice reazione chimica che produce CO2 è quella che avviene quando si mescola bicarbonato ed aceto, dispone poi sulla cattedra del materiale: barattolini di plastica con coperchio, tubi, beute, tappi con foro centrale, aceto, bicarbonato di sodio,... e chiede a ciascun gruppo di progettare l esperienza per creare una camera ad anidride carbonica. Un metodo rapido ed efficace per addormentare i moscerini consiste nell utilizzare CO2 in bomboletta. Si trasferiscono le drosophile in un barattolino di vetro con coperchio forato e collegato tramite tubo di gomma a una bomboletta di CO2. Premere l erogatore 2-3 volte e attendere alcuni minuti. Gli alunni in gruppo, dopo aver travasato ((Allegato 1) e addormentato i moscerini ((Allegato 2), li dispongono sotto la lente dello stereomicroscopio, li osservano, li ridisegnano e li descrivono. Allo stereomicroscopio, abbiamo notato che il moscerino presenta un capo abbastanza grande rispetto al corpo, con grandi occhi rossi e con delle piccole antenne. L addome, allungato e ovale, presenta delle strisce di colore scuro. Le sei zampe sono sottili e composte da più parti. Il corpo è rivestito da una leggera peluria. Alcuni hanno la punta dell addome di colore nero, altri, più grandi, non presentano la punta nera.

7 Disegni degli studenti dopo l osservazione al microscopio Strumenti di osservazione e condivisione di immagini microscopio digitale o stereomicroscopio collegato alla LIM

8 SESSIONE 3 - Investigazione sulle diverse forme dei moscerini Obiettivo delle sessioni 3 e 4 è comprendere il concetto di ciclo vitale di un insetto a metamorfosi completa, riconoscendone le diverse fasi attraverso l osservazione prolungata nel tempo. L insegnante esordisce dicendo: nella lezione precedente abbiamo osservato dei moscerini, li avete descritti, avete formulato delle domande ; nel frattempo apre la pagina della LIM su cui sono state annotate e poi raggruppate le domande, le riesamina brevemente, poi aggiunge: da oggi investigheremo per cercare di dare risposta ad alcune di esse (l insegnante evidenzia le domande che saranno oggetto di investigazione): -quanto vivono i moscerini? -come nascono? -di quanto crescono? -come si riproducono? Lavoro di gruppo I ragazzi sistemano i banchi in modo da formare gruppi da quattro; quindi l insegnante consegna ad ogni gruppo tre tubi, raccontando di esserseli procurati il giorno precedente presso un laboratorio di ricerca dell Università (il primo contiene solo drosofile adulte, il secondo solo larve e pupe, l altro moscerini nei tre stadi di sviluppo); chiede ai ragazzi di analizzarne il contenuto, utilizzando strumenti di osservazione, di descriverlo, di formulare eventuali domande. L insegnante contestualmente consegna un cartellone ad ogni gruppo con le seguenti tracce da completare: ciò che abbiamo osservato ciò che sappiamo.ciò che vorremmo sapere.. Cosa sono quei vermetti bianchi che si muovono lungo le pareti? Ogni gruppo ha a disposizione sul banco lenti d ingrandimento e piccole torce. I ragazzi dei gruppi si consultano, annotano, documentano attraverso disegni e foto; quindi un rappresentante per gruppo espone dopo aver attaccato a una parete dell aula il proprio cartellone. È una fase agile, che dura non più di 30 minuti; ha lo scopo di incuriosire gli studenti oltre che di far emergere e definire meglio la domanda investigativa. Tutti i gruppi saranno d accordo che ci sono dei moscerini, ma divergeranno sulla presenza e sulla natura di altri esseri viventi; infatti i ragazzi noteranno sicuramente la presenza di semini (le pupe) sulle pareti della provetta e di vermetti (le larve). Alcuni potrebbero immediatamente mettere in relazione queste diverse forme con i diversi stadi di sviluppo di un insetto per analogia con altri a loro Cosa sono quei semini giallo-arancio attaccati alle pareti del contenitore?

9 noti (farfalla, zanzara ), altri diranno che ci sono anche dei vermi e dei bozzoli (alcuni pieni, altri vuoti) o dei semi...forse il cibo dei moscerini. L insegnante raccoglie e sintetizza, in particolare rilancia la domanda su cui c è disaccordo: Nei tubi c è un solo animale o specie diverse? Come dimostrarlo? Ecco, questa è la questione su cui investigare. L insegnante invita i ragazzi, prima individualmente e poi in gruppi, a formulare la propria ipotesi e a progettare un procedimento per verificarla, individuando i materiali occorrenti per la propria investigazione. Raccomanda anche di annotare tutto sulla scheda, fornita dal docente in formato A3: la domanda di ricerca condivisa, l ipotesi del gruppo, la modalità di verifica dell ipotesi, i materiali necessari per provare la validità dell ipotesi, la modalità di raccolta dati, aiutandosi anche con schemi e disegni. (Allegato 3). I ragazzi hanno a disposizione un kit dal quale potranno prendere ciò che è necessario per realizzare l esperienza progettata dal gruppo; contiene provette, pipette, becher, barattolini di vetro, spatoline, guanti, torce, spruzzette con acqua, aceto, bicarbonato di sodio, garza, elastici, cibo liofilizzato per drosofile, lievito,. Non tutti i materiali sono utili, ma la loro presenza potrebbe stimolare nuove idee e nuove domande successive a questa che viene ora investigata. Ogni gruppo presenta successivamente il proprio lavoro; gli altri possono fare domande o chiedere chiarimenti. POSSIBILI proposte degli studenti Le ipotesi potrebbero essere: 1. Moscerini, pupe e larve sono i diversi stadi della metamorfosi del moscerino 2. Le pupe sono semi, forse cibo di moscerini e larve. 3. I semini sono uova da cui nasce l insetto. 4. Moscerini e pupe sono diversi stadi della metamorfosi del moscerino e le larve sono animali di specie diversa dal moscerino 5. Moscerini, pupe e larve sono animali di specie diverse Le procedure per verificare le ipotesi potrebbero essere - Mettere dei vermetti (le larve) in un barattolo e annotare cosa succede nei giorni successivi - Trasferire dei moscerini (stato adulto) in un barattolo e vedere cosa succede nei giorni successivi - Schiacciare un semino per vedere cosa contiene (l ipotesi viene scartata perché si rischia di uccidere l eventuale animale) - Osservare con lente d ingrandimento o stereomicroscopio i semini -

10 Se i ragazzi propongono di fare ricerche tramite internet, l insegnante precisa che non potranno farlo perché durante quest attività dovranno trovarsi nella condizione di un ricercatore che sull oggetto della sua ricerca non trova informazioni precostituite. L insegnante senza propendere per alcuna delle soluzioni proposte, ne verifica comunque la fattibilità, mette in evidenza le differenze tra le varie presentazioni e invita i ragazzi a passare alla fase operativa. Un rappresentante per ogni gruppo prende i materiali di cui ha bisogno; poi ogni gruppo realizza l esperienza precedentemente progettata. In questa fase il docente ha il ruolo di presenza silenziosa, che guida senza anticipare o suggerire risposte, favorisce la partecipazione di tutti, incoraggia. L osservazione dei semini allo stereomicroscopio viene scelta come prima attività comune. L osservazione anche con l uso della LIM di pupe in vari stadi di sviluppo e di esuvie porta alla conclusione che moscerini e pupe sono diversi stadi di metamorfosi. La nuova domanda di ricerca è se moscerini e larve sono animali diversi o meno. SESSIONE 4 -Investigazione sul ciclo vitale dei moscerini: sequenza degli stadi e loro durata I ragazzi allestiscono i tubi per l allevamento 3, utilizzando la ricetta per preparare la pappa, il nutrimento delle drosofile. (Allegato 4) Ogni gruppo segue i propri barattoli per tre settimane annotando i cambiamenti in una tabella. Dalla sperimentazione emerge - che i tubi contenevano un unica specie animale, la drosophila nei suoi diversi stadi di sviluppo - la sequenza cronologica del ciclo vitale è uovo-larva- pupa-insetto - la durata del ciclo vitale. 3 Si possono usare comuni barattoli per conserve e piccole bottiglie di vetro.

11 Per prima cosa quando la Drosophila ha fatto l uovo, esce la larva. Poi la larva si chiude nella pupa e dopo qualche giorno la pupa si apre ed esce la Drosophila già grande. (Mario) Prima succede che i moscerini cacciano l uovo, che si trasforma in larva e quando si è nutrita abbastanza per il cambiamento forma il bozzolo che poi si schiude e sfarfalla la nuova Drosophila adulta e il giro della vita continua. (Sara) Un approfondimento può consistere nell individuazione della durata del ciclo vitale in funzione della temperatura. Per stabilire una correlazione tra la durata del ciclo e la temperatura di allevamento occorre un termostato. A 25 C temperatura ottimale per lo sviluppo dei moscerini il ciclo completo dura 14 giorni; i tempi si allungano (fino a un mese) a temperature più basse. SESSIONE 5 -Investigazione sul dimorfismo sessuale Da osservazioni più accurate i ragazzi notano che alcuni moscerini sono più grandi, altri più piccoli; qualcuno si accorge che anche la forma dell addome è diversa. Emerge una nuova pista investigativa per spiegare a cosa siano dovute queste differenze. I ragazzi addormentano i moscerini con il biossido di carbonio che si a b sprigiona dalla reazione di aceto + bicarbonato di sodio (cfr sessione 2) e osservando allo stereomicroscopio individuano due tipologie di moscerini: - Moscerini più piccoli, con addome stretto e scuro (a) - Moscerini più grandi, con addome largo e appuntito (b)

12 a b Le due tipologie di moscerino I moscerini possono essere misurati con una certa accuratezza se si appoggia un foglio di carta millimetrata sul tavolino dello stereomicroscopio Come mai alcuni moscerini sono più piccoli? Prima individualmente, poi in piccoli gruppi, i ragazzi fanno le loro ipotesi che poi condividono in intergruppo: 1. Sono specie (o razze) diverse 2. Sono moscerini di sesso diverso 3. I moscerini più piccoli non sono ancora cresciuti Come verificare le ipotesi? 1. Allevare separatamente i due tipi di moscerini (a e b): le caratteristiche dei genitori dovrebbero conservarsi nei figli 2. Allevare separatamente i due tipi di moscerini (a e b) che in assenza del partner non dovrebbero dare progenie. 3. Mettere in un barattolo i moscerini più piccoli (a ) e vedere se nel tempo crescono. Fase sperimentale I ragazzi allestiscono gli allevamenti sulla base dell ipotesi formulata da ciascun gruppo e osservano per 15 giorni i tubi. Risultati sperimentali I moscerini di tipo a non danno progenie. I moscerini di tipo b danno progenie: si osservano larve e pupe dalle quali sfarfallano gli adulti. Essi sono sia di tipo a che di tipo b. Interpretazione dei risultati Le ipotesi 1 e 3 sono contraddette dai risultati: o Ipotesi 1 sono specie diverse: le caratteristiche dei genitori di tipo b non si sono mantenute nei figli; se si fosse trattato di specie diverse e quindi con presenza nella stessa specie di maschi e femmine, anche i moscerini di tipo a avrebbero dovuto generare figli. o Ipotesi 3 - I moscerini più piccoli non sono ancora adulti: i moscerini a nel tempo non sono cresciuti.

13 I risultati sperimentali sono compatibili con l ipotesi n.2: i moscerini più piccoli (a) sono maschi che nell impossibilità di accoppiarsi non hanno dato progenie. Quelli più grandi (b) dovrebbero essere femmine, ma come mai hanno generato figli sebbene non ci fossero maschi? L insegnante apre una discussione con gli studenti per trovare una spiegazione a questa evidenza sperimentale: probabilmente sono state fecondate prima dell isolamento. Come confermare la validità dell ipotesi 2? Si allestisce un nuovo tubo con 3 moscerini di tipo a e 3 moscerini di tipo b. Dopo 15 giorni i ragazzi addormentano i moscerini e contano quanti sono di tipo a e di tipo b: la percentuale è vicina al 50%; il risultato è compatibile con il dimorfismo sessuale e con la distribuzione M/F. 4 SESSIONE 6 Osservazione di mutanti Situazione iniziale L'insegnante porta in classe barattoli contenenti drosophile selvatiche (wt) e barattoli con mutanti quali occhi bianchi o occhi bianchi e corpo giallo, barattoli di moscerini con ali arricciate ed ebony, ma non anticipa nulla. 5 Chiede agli alunni di osservare attentamente anche con lenti d ingrandimento e piccole torce, di disegnare e di scrivere sul proprio quaderno (scrittura personale) ciò che hanno osservato e le domande a cui vorrebbero dare una risposta. Successivamente, in gruppi di quattro, confrontano le domande per farne una sintesi. Il docente invita il rappresentante di ciascun gruppo a condividere le proposte che sono raccolte e scritte su un foglio lavagna o su LIM. Oggi in classe abbiamo visto strane drosophile, certe erano normali, altre erano tutte nere, ma sempre con gli occhi rossi, altre avevano gli occhi bianchi, ma poi per il resto tutte normali. C erano anche moscerini con ali curve. Insomma moscerini biondi, bruni e strani, zoppi nelle ali POSSIBILI DOMANDE: -Le drosofile diverse sono malate? -Quelle con gli occhi chiari ci vedono bene? -Sono nate così o si sono ammalate dopo?" -Anche i loro figli saranno malati?" -Le larve e le pupe normali saranno uguali o diverse da quelle delle altre? SESSIONE 7 Osservazione degli stadi larvali e delle successive generazioni di mutanti Obiettivo di questa sessione è seguire la discendenza dei ceppi di moscerini 6 selvatici 7 e mutanti per individuare eventuali variazioni del fenotipo degli stadi della metamorfosi e degli adulti. 4 Come controprova si possono prendere drosofile femmine vergini (da un tubo di allevamento si fanno volare via i moscerini, si attende che dalle pupe sfarfallino gli adulti e si separano le femmine -riconoscibili dall estremità dell addome molto chiaro - entro 8 ore dallo sfarfallamento) e si isolano in un tubo: si osserva che non danno progenie. 5 Per approfondimenti sui mutanti di Drosophila melanogaster consultare scheda per l insegnante (Allegato 5 ) 6 Si utilizza nel testo il termine comune di moscerino per indicare sempre la specie Drosophila melanogaster 7 Per moscerini normali o selvatici o wild type si intende il ceppo Oregon

14 Le diversità, cioè i diversi caratteri fenotipici possono venire classificati in modo da poter essere seguiti nel tempo ed in generazioni successive per rispondere alle domande: Sono nate così o si sono ammalate dopo?" Anche i loro figli saranno malati?" Le larve e le pupe normali saranno uguali o diverse da quelle delle altre? Dalla discussione emerge che le drosophile con ali storte sono malate, poiché non riescono a volare, ma saltellano. Per occhi chiari è invece difficile capire se il diverso colore degli occhi rende la visione difficile o è un carattere che non implica perdita di funzionalità (come gli occhi azzurri nell uomo). I ragazzi concordano un nome di fantasia per ogni ceppo di mutante, scrivono sul quaderno le loro ipotesi sulle domande e progettano una tabella. Moscerini Normali Neri Occhi chiari Ali storte Colore corpo Colore occhi Ali Movimento Abbiamo capito di avere quattro tipi di moscerini: normali, neri, con ali storte e con occhi chiari ed abbiamo visto che i neri hanno gli occhi rossi come i normali e ali storte, mentre gli occhi bianchi hanno le ali normali. Dopo 4 giorni o 5 giorni Al comparire delle prime larve i ragazzi allestiscono tubi per l allevamento (Allegato 4) ed in essi travasano (Allegato 1) gli adulti in modo da poter osservare separatamente la prima generazione e le successive. I tubi vengono segnati con etichette per poter essere distinti. Ogni gruppo segue i barattoli per tre settimane annotando le osservazioni in tabella. Tipo Genitori Normali Neri Occhi chiari Ali storte Tipo Figli Normali Neri Occhi chiari Ali storte Colore corpo Colore occhi Ali Movimento Colore larva Forma larva Colore pupa Forma pupa

15 Dalla sperimentazione emerge che 1-Tutti i ceppi hanno la stessa metamorfosi e negli stadi larvali non si notano differenze. 2.I figli (gli adulti di prima generazione) dei moscerini normali, occhi chiari e neri sono tutti uguali tra loro e ai rispettivi genitori 3.I figli (gli adulti di prima generazione) dei moscerini ali storte 8 sono misti: alcuni sono uguali ai genitori ed hanno le ali storte, ma altri hanno le ali dritte proprio come i moscerini normali. L osservazione della coltura dei moscerini ali storte stupisce molto i ragazzi. Nel barattolo che ci ha portato l insegnante c erano solo moscerini con le ali storte, ma in quello dei loro figli abbiamo trovato anche qualche moscerino con le ali dritte, sembrano normali e volano bene. Ci siamo domandati cosa è successo perché noi siamo sicurissimi di non aver mai mischiato i moscerini. Questa anomalia è stata riscontrata da tutti i gruppi e solo con questo tipo di drosophile. La nuova situazione problematica porta a formulare nuove domande: Come è possibile che da moscerini tutti con le ali storte possano essere nati moscerini normali? Succede solo con questo tipo di moscerini? Prima di continuare le investigazioni, per avviare ad un linguaggio più rigoroso e per poter fare successivamente ricerche in internet, si forniscono i nomi scientifici dei mutanti e si definiscono le caratteristiche di una linea detta pura 9 Immagine Nomi inventati normale occhi chiari ali storte neri Termini scientifici italiani Termini scientifici inglesi Caratteristiche della F1 selvatica occhi bianchi ali arricciate corpo nero wild type white curly ebony Tutte uguali tra loro e ai genitori Tutte uguali tra loro e ai genitori Miste: alcune come i genitori, altre normali Linea pura pura non pura pura Tutte uguali tra loro e ai genitori 8 Per allestire una situazione problematica di questo tipo si potrebbe utilizzare qualsiasi F1 di moscerini di ceppi diversi, omozigoti per un carattere non legato ai cromosomi sessuali 9 Si utilizza il linguaggio di Mendel più vicino a quello naturale

16 SESSIONE 8 Modalità di trasmissione dei caratteri mendeliani: dai dati alle evidenze Obiettivo di questa sessione è riscoprire le prime due leggi di Mendel a partire dalla situazione problematica della precedente sessione attraverso l individuazione di evidenze in tabelle di dati relative a successive generazioni di incroci di Drosophile wt e mutanti autosomici portatori di caratteristiche mendeliane. Sono proposti due esempi di successivi incroci con mutanti diversi (Vestigial, ali vestigiali ed Antennipedia- antenna a forma di zampa) dai quali, pur nelle diversità numeriche, si possono individuare due uguali regolarità e far emergere come evidenti le leggi di Mendel. In entrambi gli incroci, tutti gli individui della prima generazione hanno lo stesso aspetto che ha uno dei genitori (Prima legge di Mendel). Nella seconda generazione ricompare il carattere recessivo nella proporzione di 3:1 (Seconda legge di Mendel) L insegnante ricorda alla classe la situazione problematica della precedente sessione: Come è possibile che da moscerini tutti con le ali storte possano essere nati moscerini normali? Succede solo con questo tipo di moscerini? Distribuisce poi il seguente testo da leggere individualmente per individuare le evidenze dei dati da commentare sul quaderno. Poi in gruppo si discutono le evidenze e si ipotizzano interpretazioni delle evidenze. In un laboratorio si sono preparate varie colture di moscerini mutanti e selvatici: Coltura A: 10 maschi wt (normali) e 10 femmine 10 antennipedia (cioè con le antenne a forma di zampa) Coltura B:10 femmine wt e 10 maschi antennipedia Nella tabella sono riportati i dati degli incroci, cioè l aspetto dei figli nati chiamati F1 Carattere 10 Drosophile femmine wt 10 Drosophile maschio antennipedia F 1 prima generazione 173 moscerini Rapporto Forma delle antenne regolare A forma di zampa 173 moscerini con antenne regolari 173:173=1 10 L insegnante sa che per verificare le leggi di Mende le femmine devono essere vergini, ma in questa fase non è necessario che i ragazzi lo sappiano

17 Carattere 10 Drosophile 10 Drosophile F 1 prima Rapporto maschio wt femmina generazione Antennipedia 156 moscerini Forma delle regolare A forma di 156 moscerini 156:156= 1 antenne zampa con antenne regolari Stupiti per i risultati gli scienziati incrociano tra loro i moscerini con antenne normali F1, cioè i figli del primo incrocio ed ottengono questi risultati Carattere 60 Drosophila 60Drosophile F 2 F 2 Rapporto femmina maschio seconda seconda F 1 F 1 generazione generazione N N drosophile drosophile antennipedia con antenne regolari Forma delle antenne Regolare Regolare :208=3,1 Gli scienziati prima di trarre le loro conclusioni hanno ripetuto l esperimento anche con un altro mutante ed hanno scelto vestigial, un moscerino con ali piccolissime ed incapace di volare. Ecco i risultati del loro lungo lavoro Coltura C: 20 maschi wt (normali) e 20 femmine vestigial Coltura D:20 femmine wt e 20 maschi vestigial Nella tabella sono riportati i dati degli incroci, cioè l aspetto dei figli

18 Carattere 20 Drosophile 20 Drosophile F 1 prima Rapporto femmine wt maschio vestigial generazione 312 moscerini ali Lunghe e distese Piccolissime 312moscerini Ali lunghe e distese 312:312=1 Carattere 20 Drosophile 20 Drosophile F 1 prima Rapporto maschi wt femmine vestigial generazione 298 moscerini ali Lunghe e distese Piccolissime 298 moscerini 298:298=1 Ali lunghe e distese Anche in questo caso, avendo ottenuto gli stessi risultati, gli scienziati incrociano tra loro i moscerini F1 (tutti con ali lunghe e distese), cioè i figli del primo incrocio ed ottengono questi risultati Carattere F2 seconda F2 seconda Rapporto Drosophil Drosophil generazione generazione e maschio e femmina N moscerini. N F 1 F 1 ali lunghe e moscerini distese ali piccolissime Ali Lunghe e Lunghe e :489=3,07 distese distese

19 I ragazzi, dopo aver letto il testo scrivono individualmente sul quaderno le loro conclusioni, cioè nei dati individuano regolarità, evidenze. Poi si confrontano in gruppo. Il carattere antenna storta è come l ala piccola, è come un fantasma scompare e ricompare, ma non è a piacere loro. I primi figli nati da genitori diversi sono tutti uguali ed assomigliano solo ad un genitore. I figli dei figli, cioè i nipoti dei primi moscerini, sono un po e un po, ma sono sempre di più i nipotini uguali ai genitori che erano tutti uguali. Gli altri pochi, sono come mosche bianche e forse da qui viene la frase mosche bianche A volte una particolarità scompare, ma poi all improvviso ricompare. Per questo nel tubo che abbiamo in classe di moscerini ali arricciate, poi abbiamo trovato dei figli con le ali dritte. Infatti eravamo sicuri di non aver mischiato i moscerini Ci sono negli animali e nelle persone delle caratteristiche diverse che compaiono e scompaiono perché forse sono deboli, ma che poi ce la fanno e ritornano e uno non se l aspetta, ma forse potrebbe aspettarselo Il carattere ali lunghe e distese e corpo chiaro compare sempre nei figli, nei genitori e nei nipoti, ma non in tutti, invece antenne strane ed ali piccolissime scompare del tutto e dopo compare un pochino nei nipoti, ma un nonno o una nonna ce l aveva SESSIONE 9 Modalità di trasmissione dei caratteri mendeliani: dalle evidenze ad un linguaggio scientifico condiviso A partire dalle riflessioni della lezione precedente si giunge ad una sintesi comune in cui viene condiviso il significato di termini ed ipotesi Viene poi richiesto ai ragazzi di progettare un protocollo sperimentale con un terzo mutante per verificare le ipotesi emerse dallo studio dei dati. Si propone di utilizzare il mutante ebony poiché è uno di quelli osservati e disponibili ed il cui carattere corpo nero è mendeliano. E poi possibile verificare sperimentalmente quanto progettato. Infine o in alternativa è possibile confrontare ciò che si è ipotizzato e progettato con fonti attendibili quali testi e siti e giungere così ad un sapere esperto e condiviso. L insegnante ritorna su alcuni punti e propone di chiamare dominanti quei caratteri che compaiono sempre e recessivi quelli che compaiono e scompaiono, che sono deboli, sottolineando che questi sono i termini che aveva dato il primo scienziato che si è occupato della cosa. Dominante è quel carattere che si presenta in tutti gli individui nati dall'incrocio tra due ceppi puri. Si chiede ai ragazzi di riguardare il testo e di riscrivere le osservazioni di gruppo utilizzando i nuovi termini e quanto emerso dalla discussione per ipotizzare la discendenza di incroci tra wt ed ebony Non si propone l incrocio con ceppi occhi bianchi (White) poiche il la mutazione si trova sul cromosoma X. Questa esperienza può essere proposta in un secondo momento per affrontare il tema della trasmissione dei caratteri xlinked

20 Se incrociamo 5wt con 5 ebony dopo 15 giorni potremo avere circa 70/80 drosophile col corpo chiaro, ma se poi in un altro tubo facciamo incrociare 5 femmine figlie con 5 maschi figli potremo raccogliere altre 70\80 moscerini. La maggior parte avrà il corpo chiaro, potremo trovare anche più di 20 moscerini scuri. Ogni gruppo è invitato a enunciare una conclusione sulle ipotesi degli uni e degli altri in merito al fenomeno. I ragazzi discutono tra di loro, scrivono il proprio pensiero prima individualmente, poi collettivamente. Si può passare alla verifica sperimentale oppure, per confermare o smentire le ipotesi elaborate, si possono mettere a disposizione alcuni documenti. Si può prevedere di preparare ad esempio: un testo storico sulla ricerca di Mendel Le due prime leggi di Mendel tratte da un libro di scuola media. Prima legge di Mendel: Incrociando due individui appartenenti a linee pure, che differiscono per un solo carattere, si ottengono ibridi di prima generazione F 1 tutti uguali per quel carattere che viene detto dominante. Seconda legge di Mendel: Nella seconda generazione il carattere recessivo ricompare anche se in misura molto minore rispetto al carattere dominante, all incirca nel rapporto di 1 a 3. Ci si può anche aspettare che gli alunni richiedano altra documentazione o preferiscano cercarla loro stessi in quel momento sul web. Infine, un rappresentante di ciascun gruppo legge le conclusioni scritte sul foglio che, eventualmente, possono essere riformulate: a questo punto le conclusioni prendono lo stato di sapere validato.

21 ALLEGATO 1 TRAVASO DI MOSCERINI Il travaso di moscerini da un barattolo ad un altro è molto semplice se i due contenitori hanno la stessa imboccatura: basta sovrapporli, scuotere leggermente il contenitore, attendere il passaggio delle drosophile e tappare rapidamente con cotone idrofilo. Se i contenitori non hanno la stessa imboccatura basta inserire sul collo del contenitore con l imboccatura più piccola un disco di cartone forato in modo da evitare la fuoriuscita di moscerini. Adattatore realizzato con un cartoncino

22 Allegato 2 ANESTESIA Un metodo efficace per addormentare le drosophile è quello di utilizzare, come anestetico, il biossido di carbonio 12. Procedimento 1 Bicarbonato di sodio Aceto N.2 beute con tappi forati Tubo di gomma L anidride carbonica è ottenuta facendo reagire il bicarbonato di sodio con l aceto. La quantità di aceto e bicarbonato è legata alle dimensioni dei contenitori usati. Bisogna dosare la quantità per evitare che, durante la reazione, l aceto passi attraverso il tubo di gomma e anneghi le drosophile. - Collegare i due contenitori con il tubo - Travasare le drosophile in un contenitore - Versare il bicarbonato nell altro contenitore ed aggiungere aceto - Tappare con rapidità il contenitore. Durante la reazione si sviluppa biossido di carbonio che attraverso il tubo passa nel contenitore in cui sono presenti le drosophile. Procedimento 2 Bomboletta CO2 Tubo di gomma Capsula di Petri Contenitore trasparente La bomboletta di CO2 si acquista nei negozi di acquariologia. - Forare il coperchio della capsula di Petri - Inserire il tubo di plastica e collegarlo all erogatore della bomboletta. - Travasare le drosophile nel contenitore e tapparlo con la capsula di Petri - Premere l erogatore per permettere all anidride carbonica di passare attraverso il tubo nel contenitore in modo da addormentare le drosophile. 12 Le norme di sicurezza vietano l uso di etere e cloroformio se il laboratorio scientifico è privo di cappa aspirante.

23 Allegato 3 Progettiamo e realizziamo un indagine Ricordiamo il problema Le ipotesi Scrivo le domande Cerco una possibile risposta alle domande e scrivo ciò che penso (sì o no, perché) Cosa penso di fare per controllare se la mia ipotesi è corretta? Spiego il mio progetto con frasi, schemi o disegni Materiali Scrivo la lista del materiale che mi serve per realizzare la mia indagine Risultati Ciò che vedo, osservo, ottengo Interpretazione dei risultati Scrivo se la mia ipotesi è stata verificata, cioè confermata dai risultati e perché

24 Allegato 4 COME ALLEVARE LE DROSOPHILE: il terreno nutritivo Per allevare le drosophile bisogna preparare un terreno nutritivo a cui aggiungere lievito di birra che stimola la produzione delle uova e nipagina 13 che ha la funzione di conservante. Il terreno deve avere una consistenza tale da non essere né troppo liquido (i moscerini affogherebbero), né troppo solido (gli insetti non riuscirebbero a nutrirsi), né troppo molle (le zampette degli animaletti si attaccherebbero alla sostanza, intrappolandoli). Ricetta 1 preparato già pronto di colore bianco tipo fecola lievito di birra in granelli Bisogna: Mescolare, in un contenitore, 1 tappo di fecola1 e 1 tappo di acqua in cui sono stati sciolti 10 granelli di lievito di birra Ricetta 2 preparato per purea di patate in polvere nipagina acqua di rubinetto lievito di birra (preferibilmente in granelli) Bisogna: mescolare la purea di patate con acqua in un contenitore fino ad ottenere un impasto con una consistenza sufficientemente solida aggiungere la nipagina e il lievito mescolare Ricetta 3 2 banane mela grattugiata 15 ml di aceto (2 cucchiai) 2 tazze di farina d avena un po di lievito di birra in granelli nipagina Bisogna: frullare le banane e la mela fino ad ottenere un impasto omogeneo aggiungere la nipagina, la farina d avena e l aceto fino ad ottenere un composto con una consistenza sufficientemente solida. aggiungere il lievito e mescolare. 13 La nipagina può essere acquistata in farmacia o presso grossisti di prodotti chimici.

25 Allegato 5 Scheda docente: Drosophila Melanogaster e ceppi mutanti DROSOPHILA MELANOGASTER La Drosophila Melanogaster, il comune moscerino della frutta (o moscerino dell aceto), è un organismo modello e viene usato nella ricerca in quanto è un modello sperimentale semplice e di facile utilizzo: sviluppo rapido e breve ciclo vitale, dimensioni ridotte, facile reperibilità e facile manipolazione. Il corpo è diviso in tre parti: CAPO, TORACE e ADDOME. Il CAPO è provvisto di antenne, di occhi e di un apparato boccale succhiatore; si nutrono di succhi vegetali e sono solite vivere in prossimità di frutta in fermentazione. Il TORACE presenta delle piccole aperture chiamate stigmi, che terminano con tubicini detti trachee, cui è adibita la funzione respiratoria. L ADDOME presenta delle pareti laterali molli, in grado di dilatarsi ai fini della respirazione. La riproduzione è sessuata; il maschio e la femmina producono gameti in organi appositi e la fecondazione avviene per contatto delle zone posteriori. In seguito alla fecondazione la Drosophila femmina, essendo ovipara, depone un gran numero di uova dalle quali nascono delle larve vermiformi prive di occhi, ali e zampe, e dotate di una cavità addetta alla nutrizione. Le larve si nutrono continuamente per qualche giorno dopodiché smettono di cibarsi e si avvolgono in un bozzolo a formare le pupe. Dalla pupa possono nascere sia individui maschi che femmine (dalla fecondazione alla "schiusa" delle pupe passano gg. alla temperatura di 25 C), è possibile distinguere il sesso grazie al colore dell'addome (con punta nera nel maschio e a righe chiare e scure nella femmina). Maschi e femmine presentano inoltre dimensioni differenti, in quanto i primi risultano essere più piccoli delle seconde. Il maschio, inoltre, presenta sul primo paio di zampe dei bottoncini neri (pettini) Le drosophile possono essere allevate ad una temperatura di 25 C e si alimentano con mangimi ricchi di amido. Il lievito di birra inoltre stimola la produzione delle uova.

26 CEPPI MUTANTI La maggior parte delle drosophile hanno gli occhi rossi e le ali lunghe e costituiscono i ceppi selvatici... ma tra loro ci sono anche "mostri" con caratteri molto diversi: ali accartocciate e brevi, occhi bianchi, ecc., i cosidetti mutanti. Da quando la drosofila è stata allevata nei laboratori di genetica (ormai sono decenni), nelle colture sono comparse numerose mutazioni anche morfologiche, come la perdita della pigmentazione rossa degli occhi, della pigmentazione nera del corpo, la riduzione delle ali, ecc. Le mutazioni sono generalmente indotte da alcuni fattori ambientali come le radiazioni elettromagnetiche, radiazioni ultraviolette, particolari sostanze chimiche Una delle domande che i biologi si pongono è se la mutazione sia veramente casuale od è invece direzionata per un adattamento specifico in un determinato ambiente. Dato però che le mutazioni che avvengono allo stato selvatico possono produrre soggetti nettamente svantaggiati rispetto agli altri, è pensabile che non sia così. Successivamente gli elementi vantaggiosi casualmente apparsi (la minoranza rispetto a quelli svantaggiosi) vengono mantenuti attraverso la selezione naturale. La mutazione appare quindi improvvisamente ed é un evento ben determinato nel tempo. Essa consiste quindi in una variazione della costituzione chimico-fisica del DNA. Questa mutazione è poi quello che provoca il cambiamento fenotipico del soggetto esaminato. Wild type (selvatica) Il ceppo selvatico, normale, ha gli occhi rossi, il corpo rivestito di setole e un paio di ali diritte che si estendono oltre l estremità dell addome. Vestigiale Il ceppo vestigiale presenta ali ridotte. Le ali vestigiali sono determinate da un allele recessivo vg. Ebony (e 3 ) (corpo nero) Il gene, situato sul III cromosoma, codifica per l enzima -alanil-dopamina-sintetasi. Gli individui omozigoti per l allele e 3 presentano la cuticola di colore nero. Curly (ali arricciate) Questi individui presentano una mutazione dominante, indotta mediante raggi X, del gene Curly. L anomala curvatura delle ali è data da una ineguale contrazione degli epiteli superiore ed inferiore nel periodo di asciugatura delle ali che segue la fuoriuscita dalla pupa. Tale mutazione è letale in omozigosi. White (w 1118 ) (occhi bianchi) Il ceppo presenta una mutazione recessiva del gene white (cromosoma X). La proteina WHITE, assieme alle proteine BROWN e SCARLET, è responsabile del trasporto all interno degli ommatidi dell occhio dei pigmenti scarlatto e marrone che danno il tipico colore rosso mattone dell occhio di Drosophila. I mutanti white di conseguenza hanno gli occhi bianchi. Antennapedia (zampe al posto delle antenne) Antennapedia è un gene che controlla il posizionamento delle zampe nello sviluppo dell'insetto. La perdità di funzione del sito di trascrizione per il gene delle zampe fa crescere un paio di antenne, viceversa fa crescere delle zampe al posto delle antenne nel caso sia attivato al posto del gene per le antenne.

LA GENETICA. La GENETICA (dal greco gennao, γενναω, dare vita, generare) è la scienza che studia le regole e i meccanismi dell ereditarieta biologica.

LA GENETICA. La GENETICA (dal greco gennao, γενναω, dare vita, generare) è la scienza che studia le regole e i meccanismi dell ereditarieta biologica. LA GENETICA La GENETICA (dal greco gennao, γενναω, dare vita, generare) è la scienza che studia le regole e i meccanismi dell ereditarieta biologica. L inizio della Genetica come scienza risale agli esperimenti

Dettagli

Allevamento di Drosophila melanogaster OSSERVAZIONI E SPERIMENTAZIONI

Allevamento di Drosophila melanogaster OSSERVAZIONI E SPERIMENTAZIONI Allevamento di Drosophila melanogaster L allevamento di Drosophila melanogaster, il comune moscerino dell aceto, ci permetterà di fare alcune osservazioni sia sulla sua anatomia e biologia sia sui fattori

Dettagli

Organismi modello: drosophila melanogaster

Organismi modello: drosophila melanogaster Organismi modello: drosophila melanogaster DIARIO DI BORDO DOCENTE DESTINATARI: alunni classe terza F La classe è costituita da 31 elementi: 12 femmine e 19 maschi. E un vero piacere lavorare con loro:

Dettagli

Cromosomi sessuali. Le cellule maschili e femminili differiscono per i cromosomi sessuali o

Cromosomi sessuali. Le cellule maschili e femminili differiscono per i cromosomi sessuali o Cromosomi sessuali Le cellule maschili e femminili differiscono per i cromosomi sessuali o cromosomi del sesso o eterosomi (cosiddetti perché hanno forma diversa). Nell uomo e in molte altre specie (ma

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA. * L alunno sviluppa modi di guardare il mondo che lo stimolano a cercare spiegazioni di quello che vede succedere.

SCUOLA PRIMARIA. * L alunno sviluppa modi di guardare il mondo che lo stimolano a cercare spiegazioni di quello che vede succedere. SCUOLA PRIMARIA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA * L alunno sviluppa modi di guardare il mondo che lo stimolano a cercare spiegazioni di quello che vede succedere.

Dettagli

La trasmissione dei caratteri genetici. le leggi di Mendel

La trasmissione dei caratteri genetici. le leggi di Mendel La trasmissione dei caratteri genetici e le leggi di Mendel I figli assomigliano ai genitori perché hanno ereditato da loro alcune caratteristiche fisiche. Ma in che modo avviene questa trasmissione dei

Dettagli

Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema. Laboratori del Sapere Scientifico

Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema. Laboratori del Sapere Scientifico Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema Laboratori del Sapere Scientifico ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE SANDRO PERTINI - VERNIO PRATO Scuola

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di Scuola dell Infanzia, Scuola Primaria e Scuola Secondaria di 1 grado San Giovanni Teatino (CH)

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di Scuola dell Infanzia, Scuola Primaria e Scuola Secondaria di 1 grado San Giovanni Teatino (CH) ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di Scuola dell Infanzia, Scuola Primaria e Scuola Secondaria di 1 grado San Giovanni Teatino (CH) CURRICOLO A.S. 2012-1013 CLASSE PRIMA SCUOLA PRIMARIA COMPETENZE TRAGUARDI

Dettagli

MENDEL E L EREDITARIETA

MENDEL E L EREDITARIETA MENDEL E L EREDITARIETA Gregor Mendel (1822-1884) era un monaco ceco, biologo e matematico; E considerato, per le sue osservazioni sulla trasmissione dei caratteri ereditari, il precursore della moderna

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA CURRICOLO SCIENZE DELIBERATO ANNO SCOL. 2015/2016

SCUOLA PRIMARIA CURRICOLO SCIENZE DELIBERATO ANNO SCOL. 2015/2016 SCUOLA PRIMARIA CURRICOLO DELIBERATO ANNO SCOL. 2015/2016 SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA COMPETENZA DI Mettere in relazione il pensare con il fare. Affrontare situazioni problematiche ipotizzando soluzioni,

Dettagli

Istituto Comprensivo di Sissa Trecasali Allegato 2.E al Piano Triennale dell Offerta Formativa 2016/19 CURRICOLO DI SCIENZE SCUOLA DELL INFANZIA

Istituto Comprensivo di Sissa Trecasali Allegato 2.E al Piano Triennale dell Offerta Formativa 2016/19 CURRICOLO DI SCIENZE SCUOLA DELL INFANZIA CURRICOLO DI SCIENZE SCUOLA DELL INFANZIA OBIETTIVI FORMATIVI TRAGUARDI Obiettivi riferiti all intero percorso della scuola dell infanzia OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO COMPETENZE Osservare con attenzione

Dettagli

CLASSE PRIMA SCIENZE COMPETENZA CHIAVE (Racc. UE 18/12/2006) LA COMPETENZA DI BASE IN CAMPO SCIENTIFICO. (Indicazioni per il curricolo 2012)

CLASSE PRIMA SCIENZE COMPETENZA CHIAVE (Racc. UE 18/12/2006) LA COMPETENZA DI BASE IN CAMPO SCIENTIFICO. (Indicazioni per il curricolo 2012) COMPETENZE CLASSE PRIMA LA COMPETENZA DI BASE IN CAMPO SCIENTIFICO TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO COMPETENZE Osservare, descrivere e individuare somiglianze e differenze tra

Dettagli

Indicazioni nazionali progetto di formazione e ricerca incontro del 16 gennaio 2015 Progetto in rete Ist Giorgi, IC Colleferro I, IC Madre Teresa di

Indicazioni nazionali progetto di formazione e ricerca incontro del 16 gennaio 2015 Progetto in rete Ist Giorgi, IC Colleferro I, IC Madre Teresa di Indicazioni nazionali progetto di formazione e ricerca incontro del 16 gennaio 2015 Progetto in rete Ist Giorgi, IC Colleferro I, IC Madre Teresa di Calcutta, IC. Don Bosco, Il Melograno infanzia. Nella

Dettagli

1. Il ciclo biologico: allevamento di drosophila melanogaster

1. Il ciclo biologico: allevamento di drosophila melanogaster . Il ciclo biologico: allevamento di Drosophila melanogaster L allevamento di Drosophila melanogaster, il comune moscerino dell aceto, ci permetterà di fare alcune osservazioni sia sulla sua anatomia e

Dettagli

LA LIEVITAZIONE Obiettivi

LA LIEVITAZIONE Obiettivi LA LIEVITAZIONE Obiettivi verifica (e autoverifica) delle abilità relazionali sviluppate in gita verifica della ricaduta delle lezioni teoriche e delle discussioni sul metodo scientifico costruzione di

Dettagli

CURRICOLO VERTICALE PER COMPETENZE DISCIPLINARI Scuola Primaria - Scienze - COMPETENZA CHIAVE EUROPEA: COMPETENZE DI BASE IN SCIENZA

CURRICOLO VERTICALE PER COMPETENZE DISCIPLINARI Scuola Primaria - Scienze - COMPETENZA CHIAVE EUROPEA: COMPETENZE DI BASE IN SCIENZA CURRICOLO VERTICALE PER COMPETENZE DISCIPLINARI Scuola Primaria - Scienze - Classe Prima COMPETENZA CHIAVE EUROPEA: COMPETENZE DI BASE IN SCIENZA Profilo dello studente al termine del Primo ciclo d Istruzione:

Dettagli

Intervenire per esprimere idee, pareri.

Intervenire per esprimere idee, pareri. Ordine di scuola Primaria Classe prima Disciplina SCIENZE Competenza chiave europea di riferimento Competenza di base in scienza e tecnologia Imparare ad imparare Traguardi per lo sviluppo della competenza

Dettagli

OBIETTIVI MINIMI DI SCIENZE ANNO SCOLASTICO LICEO DELLE SCIENZE UMANE CLASSI SECONDE

OBIETTIVI MINIMI DI SCIENZE ANNO SCOLASTICO LICEO DELLE SCIENZE UMANE CLASSI SECONDE OBIETTIVI MINIMI DI SCIENZE LICEO DELLE SCIENZE UMANE CLASSI SECONDE Chimica Competenze Al termine del corso gli studenti dovranno essere in grado di : Saper riconoscere proprietà misurabili e non misurabili

Dettagli

DROSOPHILA MELANOGASTER

DROSOPHILA MELANOGASTER DROSOPHILA MELANOGASTER La Drosophila melanogaster è un organismo modello, ovvero uno degli organismi più studiati nella ricerca biologica, in particolare nella genetica e nella divulgazione biologica.

Dettagli

Istituto Comprensivo di Brisighella CURRICOLO DI SCIENZE SCUOLA PRIMARIA

Istituto Comprensivo di Brisighella CURRICOLO DI SCIENZE SCUOLA PRIMARIA Istituto Comprensivo di Brisighella CURRICOLO DI SCUOLA PRIMARIA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE (al termine della CLASSE PRIMA della scuola Primaria) Attraverso interazioni e manipolazioni individuare

Dettagli

TRAGUARDI DI COMPETENZA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONOSCENZE

TRAGUARDI DI COMPETENZA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONOSCENZE CLASSE PRIMA A. E SPLORARE E DESCRIVERE OGGETTI E MATERIALI B. OSSERVARE E SPERIMENTARE L alunno ha capacità operative e manuali che utilizza in contesti di esperienza-conoscenza per un approccio scientifico

Dettagli

Istituto Comprensivo di Gavorrano Scarlino. a.s

Istituto Comprensivo di Gavorrano Scarlino. a.s Istituto Comprensivo di Gavorrano Scarlino a.s. 2015-2016 Curricolo verticale di SCIENZE attuato nelle classi 4 A-4 B della Scuola Primaria «Renato Fucini» di Bagno di Gavorrano Maestra Elda Vecci LA RIPRODUZIONE

Dettagli

PROGRAMMAZIONE ANNUALE a. s

PROGRAMMAZIONE ANNUALE a. s Scuola Primaria ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE FRATELLI CASETTI CREVOLADOSSOLA (VB) WWW.iccasetti.gov.it PROGRAMMAZIONE ANNUALE a. s. 2014-2015 PROGRAMMAZIONE DI SCIENZE COMPETENZE CHIAVE - competenze di

Dettagli

GENETICA prima parte

GENETICA prima parte GENETICA prima parte Le caratteristiche di ogni persona formano il patrimonio ereditario e sono trasmesse dai genitori ai figli. Gregor Mendel per primo spiegò come si trasmettono questi caratteri. Vissuto

Dettagli

Prodo3o realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema. Laboratori del Sapere Scien0fico

Prodo3o realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema. Laboratori del Sapere Scien0fico Prodo3o realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema Laboratori del Sapere Scien0fico LA SEZIONE AUREA IN CLASSE I numeri e la geometria CLASSI 3 - Scuola

Dettagli

- Riproduzione riservata - 1

- Riproduzione riservata - 1 Genetica mendeliana; Mendel elaborò tre leggi sull ereditarietà dei caratteri: - Legge della segregazione - Legge della dominanza - Legge dell assortimento indipendente Legge della segregazione; Per poter

Dettagli

INFANZIA PRIMARIA SECONDARIA

INFANZIA PRIMARIA SECONDARIA INFANZIA PRIMARIA SECONDARIA SCIENZE - TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE Coglie le trasformazioni naturali. Osserva i fenomeni naturali e gli organismi viventi sulla base di criteri o ipotesi con

Dettagli

ESEMPI DI PROBLEM SOLVING PER L ORIENTAMENTO

ESEMPI DI PROBLEM SOLVING PER L ORIENTAMENTO ESEMPI DI PROBLEM SOLVING PER L ORIENTAMENTO INDICE BIOLOGIA pag. 2 CHIMICA pag. 7 DIRITTO ED ECONOMIA POLITICA [omissis] pag. 9 LETTERATURA ITALIANA [omissis] pag. 12 PEDAGOGIA [omissis] pag. 14 1 BIOLOGIA

Dettagli

Obiettivi di apprendimento ESPLORARE E DESCRIVERE OGGETTI E MATERIALI

Obiettivi di apprendimento ESPLORARE E DESCRIVERE OGGETTI E MATERIALI CURRICOLO DISCIPLINARE SCIENZE - CLASSE PRIMA Disciplina SCIENZE Traguardi delle competenze (prescrittivi) L alunno sviluppa un atteggiamento di curiosità e di ricerca esplorativa; Si relaziona con piante

Dettagli

Prove associate al percorso MOSCERINI SOTTO INCHIESTA

Prove associate al percorso MOSCERINI SOTTO INCHIESTA Titolo: Prove associate al percorso MOSCERINI SOTTO INCHIESTA Autore: Laura Cassata Percorsi didattici associati: A- Moscerini sotto inchiesta AVVERTENZA: Le domande che seguono si ispirano al percorso

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA DI FOLGARIA A.S PIANO ANNUALE DI LAVORO: SCIENZE

SCUOLA PRIMARIA DI FOLGARIA A.S PIANO ANNUALE DI LAVORO: SCIENZE SCUOLA PRIMARIA DI FOLGARIA A.S. 2016-2017 PIANO ANNUALE DI LAVORO: SCIENZE CLASSE QUARTA A Insegnante: Rech Luisa La caratteristica della prima competenza costituisce la metodologia scientifica, con la

Dettagli

CURRICOLO DI SCIENZE DELLA CLASSE PRIMA DELLA SCUOLA PRIMARIA

CURRICOLO DI SCIENZE DELLA CLASSE PRIMA DELLA SCUOLA PRIMARIA CURRICOLO DI SCIENZE DELLA CLASSE PRIMA DELLA SCUOLA PRIMARIA Osservare fatti e fenomeni partendo dalla propria esperienza quotidiana, manipolando materiali per coglierne proprietà e qualità Riconoscere

Dettagli

Classe quinta Scuola Primaria scienze - COMPETENZE EUROPEE CONTENUTI E ATTIVITA APPRENDIMENTO

Classe quinta Scuola Primaria scienze - COMPETENZE EUROPEE CONTENUTI E ATTIVITA APPRENDIMENTO COMPETENZE EUROPEE TRAGUARDI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONTENUTI E ATTIVITA Comunicazione nella madrelingua (CAPACITA DI ESPRIMERE E INTERPERTARE IN FORMA ORALE E SCRITTA) 1. Espone in forma chiara ciò

Dettagli

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI SCIENZE

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI SCIENZE PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI SCIENZE CLASSE PRIMA 1. OSSERVARE E INDIVIDUARE ELEMENTI SIGNIFICATIVI 1.1 Scoprire le caratteristiche e proprietà degli elementi attraverso l uso dei sensi 1.2 Identificare

Dettagli

PIANO ANNUALE DI SCIENZE

PIANO ANNUALE DI SCIENZE ISTITUTO COMPRENSIVO FOLGARIA LAVARONE LUSERNA SCUOLA PRIMARIA DI LAVARONE a.s. 2016 2017 PIANO ANNUALE DI SCIENZE CLASSE QUARTA Ins. Chiara Corradi Ins. Silvia Sordo Le ore di lezione della disciplina

Dettagli

CURRICOLO DI SCIENZE Scuola Primaria CLASSI 1^ e 2^ COMPETENZE CONOSCENZE ABILITÀ

CURRICOLO DI SCIENZE Scuola Primaria CLASSI 1^ e 2^ COMPETENZE CONOSCENZE ABILITÀ CURRICOLO DI SCIENZE Scuola Primaria CLASSI 1^ e 2^ COMPETENZE CONOSCENZE ABILITÀ COMPETENZA 1 RICONOSCERE E DESCRIVERE FENOMENI FONDAMENTALI DEL MONDO FISICO E BIOLOGICO - I cinque sensi - Alcuni esseri

Dettagli

Gli studi che Mendel effettuò vennero alla luce soltanto diversi anni dopo la sua morte e costituirono la base di una nuova scienza: la.

Gli studi che Mendel effettuò vennero alla luce soltanto diversi anni dopo la sua morte e costituirono la base di una nuova scienza: la. Gli studi che Mendel effettuò vennero alla luce soltanto diversi anni dopo la sua morte e costituirono la base di una nuova scienza: la Genetica Le leggi dell ereditarietà Geni e alleli Ogni carattere

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO DI BARBERINO DI MUGELLO Scuola Secondaria di primo grado classi prime Insegnante: Enrico Masi. Solidi, liquidi e gas

ISTITUTO COMPRENSIVO DI BARBERINO DI MUGELLO Scuola Secondaria di primo grado classi prime Insegnante: Enrico Masi. Solidi, liquidi e gas ISTITUTO COMPRENSIVO DI BARBERINO DI MUGELLO Scuola Secondaria di primo grado classi prime Insegnante: Enrico Masi Solidi, liquidi e gas 1 PREFAZIONE Alcune note sul metodo usato Non si deve dare definizioni

Dettagli

1. Il ciclo biologico: allevamento di artemia salina

1. Il ciclo biologico: allevamento di artemia salina . Il ciclo biologico: allevamento di Artemia salina L Artemia salina è un piccolo crostaceo che predilige come habitat le paludi salate, le acque soprasalate e le saline (fig. ). La facilità dell allevamento

Dettagli

SCIENZE: TERZO BIENNIO. classe V scuola primaria e classe I scuola secondaria COMPETENZE ABILITA CONOSCENZE

SCIENZE: TERZO BIENNIO. classe V scuola primaria e classe I scuola secondaria COMPETENZE ABILITA CONOSCENZE SCIENZE: TERZO BIENNIO classe V scuola primaria e classe I scuola secondaria COMPETENZE ABILITA CONOSCENZE Osservare, analizzare e descrivere fenomeni appartenenti alla realtà naturale e agli aspetti della

Dettagli

Programmazione disciplinare

Programmazione disciplinare Disciplina : SCIENZE (CLASSE QUINTA) A.S. 2016/2017 Docente/i: Caporaso, Fontana, Ingrassia, Morandini Profilo delle competenze al termine del primo ciclo d istruzione: Programmazione disciplinare Le sue

Dettagli

Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema. Laboratori del Sapere Scientifico

Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema. Laboratori del Sapere Scientifico Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema Laboratori del Sapere Scientifico SCUOLA PRIMARIA GUGLIELMO MARCONI - FIRENZE CLASSE IA E CLASSE

Dettagli

1 - La nascita della genetica-

1 - La nascita della genetica- 1 - La nascita della genetica- La Genetica è la Scienza che studia come i caratteri ereditari si trasmettono dai genitori ai figli. I caratteri ereditari sono le caratteristiche di ogni persona come per

Dettagli

IC BOSCO CHIESANUOVA - CURRICOLO UNITARIO SCUOLA PRIMARIA

IC BOSCO CHIESANUOVA - CURRICOLO UNITARIO SCUOLA PRIMARIA IC BOSCO CHIESANUOVA - CURRICOLO UNITARIO SCUOLA PRIMARIA SCIENZE Classe Prima COMPETENZE SPECIFICHE ABILITÁ CONOSCENZE E ATTIVITÀ TRAGUARDI DI COMPETENZA L alunno: A. Sviluppa un atteggiamento di curiosità

Dettagli

SCIENZE FACILI. Erickson. Cosa studia la scienza, gli stati della materia, il mondo dei viventi, l ambiente. Scuola primaria.

SCIENZE FACILI. Erickson. Cosa studia la scienza, gli stati della materia, il mondo dei viventi, l ambiente. Scuola primaria. Strumenti per la didattica, l educazione, la riabilitazione, il recupero e il sostegno Collana diretta da Dario Ianes Carlo Scataglini SCIENZE FACILI per la classe TERZA Cosa studia la scienza, gli stati

Dettagli

Ampliamenti delle leggi di Mendel

Ampliamenti delle leggi di Mendel Ampliamenti delle leggi di Mendel 1 La dominanza incompleta Nella dominanza incompleta gli eterozigoti mostrano un fenotipo intermedio a quello dei genitori, in accordo con le leggi di Mendel. Entrambi

Dettagli

Collega ciascun termine con la sua definizione A. Fenotipo B. B. Genotipo C. C. Carattere D. D. Omozigote E. E. Eterozigote 1.

Collega ciascun termine con la sua definizione A. Fenotipo B. B. Genotipo C. C. Carattere D. D. Omozigote E. E. Eterozigote 1. Collega ciascun termine con la sua definizione A. Fenotipo B. B. Genotipo C. C. Carattere D. D. Omozigote E. E. Eterozigote 1. Insieme delle caratteristiche contenute nei geni, sia quelle manifeste, sia

Dettagli

SCIENZE INTEGRATE: BIOLOGIA

SCIENZE INTEGRATE: BIOLOGIA SCIENZE INTEGRATE: BIOLOGIA ANNO SCOLASTICO: 2016-2017 INSEGNANTE: Bergonzi Antonella CLASSE: 2B SETTORE: Servizi Sociosanitari INDIRIZZO: Ottico PROGRAMMAZIONE INIZIALE FINALITA DELLA DISCIPLINA (finalità

Dettagli

NELL AMBIENTE, MA CON ENERGIA

NELL AMBIENTE, MA CON ENERGIA Istituto Comprensivo di San Paolo d'argon Scuola Primaria di Cenate Sotto NELL AMBIENTE, MA CON ENERGIA Il progetto realizzato nella scuola in questi anni, ha lo scopo di coinvolgere e sensibilizzare gli

Dettagli

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ANNUALE DI DIPARTIMENTO

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ANNUALE DI DIPARTIMENTO ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE ALESSANDRO ROSSI - VICENZA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ANNUALE DI DIPARTIMENTO ANNO SCOLASTICO 01-015 DIPARTIMENTO DI SCIENZE VICENZA, 10 ottobre 01 INSEGNANTI FIRMA Casarotto

Dettagli

GLI ARTROPODI artropodi con arti articolati ESOSCHELETRO INSETTI insetti

GLI ARTROPODI artropodi con arti articolati ESOSCHELETRO INSETTI insetti GLI ARTROPODI Gli artropodi appartengono agli invertebrati perchè non hanno la colonna vertebrale. Sono il gruppo di invertebrati più numeroso ed è diffuso in tutti gli ambienti. La parola artropodi significa

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO FOLGARIA LAVARONE LUSERNA SCUOLA PRIMARIA DI LAVARONE - LUSERNA. a.s PIANO ANNUALE DI SCIENZE CLASSE TERZA

ISTITUTO COMPRENSIVO FOLGARIA LAVARONE LUSERNA SCUOLA PRIMARIA DI LAVARONE - LUSERNA. a.s PIANO ANNUALE DI SCIENZE CLASSE TERZA ISTITUTO COMPRENSIVO FOLGARIA LAVARONE LUSERNA SCUOLA PRIMARIA DI LAVARONE - LUSERNA a.s. 2016 2017 PIANO ANNUALE DI SCIENZE CLASSE TERZA Ins. Lunelli Annamaria - Sordo Silvia COMPETENZA ABILITA CONOSCENZE

Dettagli

OBIETTIVI MINIMI CLASSI PRIME

OBIETTIVI MINIMI CLASSI PRIME OBIETTIVI MINIMI CLASSI PRIME conoscere e saper operare con le notazioni esponenziali, conoscere le principali grandezze primitive e derivate e le loro unità di misura, conoscere la costituzione chimica

Dettagli

COLLOCAZIONE DEL PERCORSO EFFETTUATO NEL CURRICOLO VERTICALE

COLLOCAZIONE DEL PERCORSO EFFETTUATO NEL CURRICOLO VERTICALE COLLOCAZIONE DEL PERCORSO EFFETTUATO NEL CURRICOLO VERTICALE sono attività di sperimentazione didattica nate alla luce del corso di formazione «Laboratorio del Sapere Scientifico», rivolto ai tre ordini

Dettagli

SCUOLA MEDIA STATALE F. LIPPI A.S. 2011/2012 PERCORSO EFFETTUATO IN I MEDIA

SCUOLA MEDIA STATALE F. LIPPI A.S. 2011/2012 PERCORSO EFFETTUATO IN I MEDIA SCUOLA MEDIA STATALE F. LIPPI A.S. 2011/2012 PERCORSO EFFETTUATO IN I MEDIA COLLOCAZIONE PERCORSO EFFETTUATO NEL CURRICOLO VERTICALE Questo percorso laboratoriale viene inserito nella sezione di biologia

Dettagli

Cromosomi sessuali. cromosomi del sesso o eterosomi (cosiddetti perché hanno forma

Cromosomi sessuali. cromosomi del sesso o eterosomi (cosiddetti perché hanno forma Cromosomi sessuali Le cellule maschili e femminili differiscono per i cromosomi sessuali o cromosomi del sesso o eterosomi (cosiddetti perché hanno forma diversa). Nell uomo e in molte altre specie (ma

Dettagli

aboratorio 1. Il ciclo biologico: allevamento di Artemia salina ARTEMIA SALINA

aboratorio 1. Il ciclo biologico: allevamento di Artemia salina ARTEMIA SALINA . Il ciclo biologico: allevamento di Artemia salina ARTEMIA SAINA Artemia salina è un piccolo crostaceo che predilige come habitat le paludi salate, le acque soprasalate e le saline (fig. ). a facilità

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO F.LIPPI SCUOLA DELL INFANZIA

ISTITUTO COMPRENSIVO F.LIPPI SCUOLA DELL INFANZIA 21/12/13 ISTITUTO COMPRENSIVO F.LIPPI SCUOLA DELL INFANZIA Progetto: Laboratorio del sapere scientifico I semi dell angolo della natura Docenti: Lanza Rossella Degli Innocenti Patrizia sez. A 5 anni Il

Dettagli

FILI DI SETA dal bombyx mori al prezioso tessuto

FILI DI SETA dal bombyx mori al prezioso tessuto Tè degli insegnanti 1 aprile 2009 FILI DI SETA dal bombyx mori al prezioso tessuto a cura di Maria Vittoria Zucchelli MTSN e Mauro Albertini docente di Scuola Primaria PRIMA FASE: GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO

Dettagli

LE CARATTERISTICHE DEGLI ESSERI VIVENTI

LE CARATTERISTICHE DEGLI ESSERI VIVENTI LE CARATTERISTICHE DEGLI ESSERI VIVENTI Quali sono le caratteristiche dei viventi? Tutti gli esseri viventi: 1. nascono 2. crescono 3. respirano 4. reagiscono agli stimoli 5. si muovono 6. si riproducono

Dettagli

Didattica di laboratorio scientifico per la scuola secondaria di primo grado. Terzo incontro, 7 maggio 2014 Anna Maria Ferluga

Didattica di laboratorio scientifico per la scuola secondaria di primo grado. Terzo incontro, 7 maggio 2014 Anna Maria Ferluga Didattica di laboratorio scientifico per la scuola secondaria di primo grado Terzo incontro, 7 maggio 2014 Anna Maria Ferluga Studiare scienze attraverso il metodo laboratoriale Una sequenza di attività

Dettagli

Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema. Laboratori del Sapere Scientifico

Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema. Laboratori del Sapere Scientifico Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema Laboratori del Sapere Scientifico Istituto comprensivo F. Petrarca Montevarchi (AR) Per fare un

Dettagli

SCIENZE DALLE INDICAZIONI NAZIONALI

SCIENZE DALLE INDICAZIONI NAZIONALI SCIENZE DALLE INDICAZIONI NAZIONALI La moderna conoscenza scientifica del mondo si è costruita nel tempo, attraverso un metodo di indagine fondato sull osservazione dei fatti e sulla loro interpretazione,

Dettagli

Curricolo scuola primaria: SCIENZE

Curricolo scuola primaria: SCIENZE Curricolo scuola primaria: SCIENZE COMPETENZE CONOSCENZE ABILITA CLASSE I - Con la guida dell insegnante e in collaborazione dei compagni osservare, registrare, classificare, identificare relazioni, produrre

Dettagli

Mendel e l ereditarietà. Anna Onofri

Mendel e l ereditarietà. Anna Onofri Mendel e l ereditarietà Anna Onofri Mendel, il padre della genetica Gregor Mendel (1822-1894) era un monaco e naturalista che condusse i suoi studi nel giardino del monastero di Brno, nell odierna Repubblica

Dettagli

LA GENETICA E L EREDITARIETA

LA GENETICA E L EREDITARIETA LA GENETICA E L EREDITARIETA Come si trasmettono i caratteri ereditari? Il primo studioso che osservò le caratteristiche umane e la modalità di trasmissione fu Ippocrate (460-377 a. C.) 1 Come si trasmettono

Dettagli

PIANO ANNUALE DI SCIENZE

PIANO ANNUALE DI SCIENZE ISTITUTO COMPRENSIVO DI FOLGARIA,LAVARONE e LUSERNA SCUOLA PRIMARIA DI LAVARONE PIANO ANNUALE DI SCIENZE CLASSE PRIMA ANNO SCOLASTICO 2016-2017 INSEGNANTE : TEZZELE TIZIANA COMPETENZA ABILITA CONOSCENZE

Dettagli

FORMAT PROFILO DI COMPETENZA. DISCIPLINA GEOGRAFIA Specifico formativo della disciplina (qual è la finalità formativa della disciplina?

FORMAT PROFILO DI COMPETENZA. DISCIPLINA GEOGRAFIA Specifico formativo della disciplina (qual è la finalità formativa della disciplina? FORMAT PROFILO DI COMPETENZA PRIMA PARTE INDIVIDUAZIONE DELLO SPECIFICO FORMATIVO E DELLE ABILITÀ DI BASE DISCIPLINA GEOGRAFIA Specifico formativo della disciplina (qual è la finalità formativa della disciplina?)

Dettagli

SCRITTURA AUTOBIOGRAFICA DIARIO dal laboratorio IIS Cardano IP Vespucci Milano

SCRITTURA AUTOBIOGRAFICA DIARIO dal laboratorio IIS Cardano IP Vespucci Milano SCRITTURA AUTOBIOGRAFICA DIARIO dal laboratorio IIS Cardano IP Vespucci Milano Destinatari Studenti stranieri inseriti nel biennio della scuola secondaria di II grado di diverse provenienze geografiche

Dettagli

UNA (RI)PRODUZIONE VINCENTE!

UNA (RI)PRODUZIONE VINCENTE! UNA (RI)PRODUZIONE VINCENTE! Percorso didattico classe quarta-quinta primaria 2013-14 Elena Scubla, Sandra Taccetti PERCHÉ LA BIOLOGIA? la biologia è una scienza complessa; in campo biologico le variabili

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO ILARIA ALPI VICOPISANO

ISTITUTO COMPRENSIVO ILARIA ALPI VICOPISANO ISTITUTO COMPRENSIVO ILARIA ALPI VICOPISANO CURRICOLO DI SCIENZE al termine della classe prima della scuola primaria naturale e agli aspetti della vita quotidiana la validità con semplici esperimenti anche

Dettagli

Riconoscere, descrivere, classificare e confrontare oggetti di uso comune in base a caratteristiche percepibili attraverso i sensi.

Riconoscere, descrivere, classificare e confrontare oggetti di uso comune in base a caratteristiche percepibili attraverso i sensi. PRIMO BIENNIO: I - II elementare COMPETENZA 1 ABILITA' CONOSCENZE Osserva, analizza e descrive fenomeni appartenenti alla realtà naturale e agli aspetti della vita quotidiana, formula e verifica ipotesi

Dettagli

MENDEL E LE SUE LEGGI

MENDEL E LE SUE LEGGI MENDEL E LE SUE LEGGI Gregor Mendel (1822 1884) Era un monaco boemo considerato il padre della genetica, a cui si debbono le prime fondamentali leggi sull ereditarietà (1865). E importante ricordare un

Dettagli

La nuova biologia.blu

La nuova biologia.blu David Sadava, David M. Hillis, H. Craig Heller, May R. Berenbaum La nuova biologia.blu Genetica, DNA ed evoluzione PLUS 2 Capitolo B1 Da Mendel ai modelli di ereditarietà 3 Mendel, il padre della genetica

Dettagli

PROGRAMMAZIONI DI SCIENZE

PROGRAMMAZIONI DI SCIENZE Istituto Comprensivo E. Q. Visconti - Roma Scuola Secondaria di Grado Anno Scolastico 2015-2016 PROGRAMMAZIONI DI SCIENZE CLASSI PRIME, SECONDE E TERZE Obiettivi specifici di apprendimento Saper organizzare,

Dettagli

Progetto PRO.VA.RE PROgettare per VAlutaRE in Scienze

Progetto PRO.VA.RE PROgettare per VAlutaRE in Scienze Misure di accompagnamento per l attuazione delle Indicazioni Nazionali per la Scuola dell Infanzia e del primo ciclo Progetto PRO.VA.RE PROgettare per VAlutaRE in Scienze Istituto Capofila: I.C. di Trescore

Dettagli

Le classi fenotipiche F2 così ottenute sono compatibili con una ipotesi di geni indipendenti? Motivare la vostra conclusione.

Le classi fenotipiche F2 così ottenute sono compatibili con una ipotesi di geni indipendenti? Motivare la vostra conclusione. Nella petunia il carattere petalo rosso (R) è dominante su petalo bianco (r) ed il carattere stelo lungo (L) dominante su stelo corto (l). Da un incrocio fra linee pure di piante a fiore rosso e stelo

Dettagli

Istituto Comprensivo di Pralboino Curricolo Verticale

Istituto Comprensivo di Pralboino Curricolo Verticale FISICA e CHIMICA E consapevole del ruolo della comunità umana sulla Terra, del carattere finito delle risorse, nonché della ineguaglianza dell accesso a esse e adotta modi di vita ecologicamente responsabili.

Dettagli

PIANO DI LAVORO PREVENTIVO a. s. 2017/2018

PIANO DI LAVORO PREVENTIVO a. s. 2017/2018 ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE E PER GEOMETRI CRESCENZI PACINOTTI PIANO DI LAVORO PREVENTIVO a. s. 2017/2018 Classe 2 CC Materia Biologia Docente Marina Marangoni LIVELLO DI PARTENZA Gli alunni affrontano

Dettagli

LA GENETICA GLI ESPERIMENTI DI MENDEL. Perché Mendel sceglie le piante di pisello? Facili da coltivare. Ciclo vitale breve. Producono molti frutti

LA GENETICA GLI ESPERIMENTI DI MENDEL. Perché Mendel sceglie le piante di pisello? Facili da coltivare. Ciclo vitale breve. Producono molti frutti LA GENETICA GLI ESPERIMENTI DI MENDEL Perché Mendel sceglie le piante di pisello? Facili da coltivare Ciclo vitale breve Producono molti frutti Improbabile la fecondazione naturale Presentano 2 caratteri

Dettagli

Unità didattica n 2. Conoscenze e abilità implicate dagli obiettivi annuali

Unità didattica n 2. Conoscenze e abilità implicate dagli obiettivi annuali Unità didattica n 2 Obiettivi annuali: 1. Osservare, descrivere, confrontare, correlare elementi della realtà circostante : distinguere piante e parti di esse cogliendone somiglianze e differenze 2. Riconoscere

Dettagli

TEORIA GENERALE DELL EREDITARIETA BIOLOGICA

TEORIA GENERALE DELL EREDITARIETA BIOLOGICA Osservando i membri di una stessa famiglia ci si rende conto che, al di là delle differenze da persona a persona, esistono spesso anche evidenti somiglianze. CARATTERISTICHE TRASMESSE DA GENITORI A FIGLI

Dettagli

DALLE INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO : SCHEMA ANALISI DISCIPLINA - SCIENZE

DALLE INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO : SCHEMA ANALISI DISCIPLINA - SCIENZE DALLE INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO : SCHEMA ANALISI DISCIPLINA - SCIENZE COMPETENZA CHIAVE (Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006). COMPETENZA IN SCIENTIFICO

Dettagli

Catena Alimentare DIARIO DI BORDO DOCENTE

Catena Alimentare DIARIO DI BORDO DOCENTE Catena Alimentare DIARIO DI BORDO DOCENTE DESTINATARI Il gruppo degli alunni è stato costituito da: bambini di 5 anni della scuola dell infanzia del plesso di SS.Annunziata ( 16 di cui 4 femmine) bambini

Dettagli

PROGRAMMAZIONE ANNUALE DELL ATTIVITÀ DIDATTICA. 1 Osservare, porre domande, fare ipotesi e verificarle.

PROGRAMMAZIONE ANNUALE DELL ATTIVITÀ DIDATTICA. 1 Osservare, porre domande, fare ipotesi e verificarle. SCIENZE Classe prima 1 Osservare, porre domande, fare ipotesi e verificarle. a) Osservare e descrivere un oggetto attraverso i cinque sensi. b) Distinguere esseri viventi da esseri non viventi. 2 Riconoscere

Dettagli

CURRICOLO SCIENZE SCUOLA PRIMARIA

CURRICOLO SCIENZE SCUOLA PRIMARIA CURRICOLO SCIENZE SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA Osservare, analizzare e descrivere fenomeni appartenenti alla realtà naturale e agli aspetti della vita quotidiana. Osservare la realtà circostante per cogliere

Dettagli

Leggi di Mendel. le leggi di Mendel attraverso l'esperimento dei piselli analizza la Genetica, una delle branche della biologia e della scienza

Leggi di Mendel. le leggi di Mendel attraverso l'esperimento dei piselli analizza la Genetica, una delle branche della biologia e della scienza Leggi di Mendel le leggi di Mendel attraverso l'esperimento dei piselli analizza la Genetica, una delle branche della biologia e della scienza Nel 1865 un monaco boemo, Gregor Mendel, pubblicò i risultati

Dettagli

CURRICOLO DI SCIENZE CLASSE I SCUOLA PRIMARIA Anno scolastico 2016/2017

CURRICOLO DI SCIENZE CLASSE I SCUOLA PRIMARIA Anno scolastico 2016/2017 SCHEDA PROGRAMMAZIONE PER COMPETENZE DISCIPLINARI CURRICOLO DI SCIENZE CLASSE I SCUOLA PRIMARIA Anno scolastico 2016/2017 Osservare, analizzare e descrivere fenomeni appartenenti alla realtà naturale e

Dettagli

Di che colori hai gli occhi occhi?

Di che colori hai gli occhi occhi? Di che colori hai gli occhi occhi? Esplorando la cellula La variabilità dei caratteri Mendel: il metodo scientifico Il mondo dei grandi numeri Il modello "moneta" e le leggi di Mendel Dal modello alla

Dettagli

Istituto Comprensivo Statale Bellano Scuola secondaria di primo grado classe 2B. Anno scolastico Insegnante: Renata Rossi

Istituto Comprensivo Statale Bellano Scuola secondaria di primo grado classe 2B. Anno scolastico Insegnante: Renata Rossi Istituto Comprensivo Statale Bellano Scuola secondaria di primo grado classe 2B Anno scolastico 2014-2015 Insegnante: Renata Rossi PIANO DELLE UNITA DI APPRENDIMENTO MATEMATICA Unità di apprendimento n.

Dettagli

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO COMPETENZE CONTENUTI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO COMPETENZE CONTENUTI

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO COMPETENZE CONTENUTI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO COMPETENZE CONTENUTI SCIENZE classe 1^ NUCLEO TEMATICO 1 Esplorare e descrivere oggetti e materiali differenze. NUCLEO TEMATICO 2 Osservare e sperimentare sul campo 4 Individua aspetti quantitativi e qualitativi nei fenomeni,

Dettagli

Istituto Comprensivo Statale G. Garibaldi Subbiano-Capolona. Laboratorio del Sapere Scientifico

Istituto Comprensivo Statale G. Garibaldi Subbiano-Capolona. Laboratorio del Sapere Scientifico Istituto Comprensivo Statale G. Garibaldi Subbiano-Capolona Laboratorio del Sapere Scientifico Scuola Primaria G. Tortelli di Capolona Anno scolastico 2014/2015 Classi VA e VB Dalle INDICAZIONI NAZIONALI

Dettagli

La riproduzione. La riproduzione è il processo mediante il quale si assicura la sopravvivenza della specie. asessuata o sessuata.

La riproduzione. La riproduzione è il processo mediante il quale si assicura la sopravvivenza della specie. asessuata o sessuata. La riproduzione La riproduzione La riproduzione è il processo mediante il quale si assicura la sopravvivenza della specie. Riguarda tutti gli esseri viventi, può essere Riguarda tutti gli esseri viventi,

Dettagli

La Genetica. Le leggi di Mendel

La Genetica. Le leggi di Mendel La Genetica Le leggi di Mendel La Genetica Il monaco Gregor Mendel (1822-1884) fu il primo a studiare in modo rigoroso il fenomeno della trasmissione dei caratteri ereditari. Per questo, pur non avendo

Dettagli

PROGRAMMAZIONE DI BIOLOGIA ANNO SCOLASTICO 2017/2018 DOCENTI: MARIA DE LUCA, CLAUDIO ANELLI, PAOLO D OTTAVIO

PROGRAMMAZIONE DI BIOLOGIA ANNO SCOLASTICO 2017/2018 DOCENTI: MARIA DE LUCA, CLAUDIO ANELLI, PAOLO D OTTAVIO PROGRAMMAZIONE DI BIOLOGIA ANNO SCOLASTICO 2017/2018 DOCENTI: MARIA DE LUCA, CLAUDIO ANELLI, PAOLO D OTTAVIO CLASSI SECONDE OBIETTIVI COGNITIVI TECNICHE TEMPI EVENTUALE MODULO PROPEDEUTICO I U.D. GLI ESSERI

Dettagli

PROGRAMMAZIONE EDUCATIVO-DIDATTICA

PROGRAMMAZIONE EDUCATIVO-DIDATTICA PROGRAMMAZIONE EDUCATIVO-DIDATTICA per competenze SCIENZE Disciplina SCIENZE classe PRIMA Sviluppa atteggiamenti di curiosità e modi di guardare il mondo che lo stimolano a cercare spiegazioni di quello

Dettagli

TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE

TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE MATERIA: SCIENZE INTEGRATE (BIOLOGIA) CLASSE SECONDA DOCENTE: PIETRO VISCONE INDIRIZZO* AFM * indicare Amministrazione, Finanza e Marketing per il biennio. Per il triennio indicare

Dettagli

Il metodo scientifico. La ricerca scientifica: osservazione, formulazione di

Il metodo scientifico. La ricerca scientifica: osservazione, formulazione di DESCRIZIONE DEL CURRICOLO ED ESPLICITAZIONE DEGLI OBIETTIVI E DELLE COMPETENZE DA ACQUISIRE CLASSE I Denominazione sintetica delle unità didattiche o scansione temporale Il metodo scientifico Descrizione

Dettagli

Gli anfibi sono i primi vertebrati che hanno colonizzato la terra ferma, tuttavia hanno un ciclo di vita strettamente legato alla vita acquatica.

Gli anfibi sono i primi vertebrati che hanno colonizzato la terra ferma, tuttavia hanno un ciclo di vita strettamente legato alla vita acquatica. GLI ANFIBI Gli anfibi sono i primi vertebrati che hanno colonizzato la terra ferma, tuttavia hanno un ciclo di vita strettamente legato alla vita acquatica. Il termine anfibio è di origine greca e significa

Dettagli

Classe prima. Classe seconda

Classe prima. Classe seconda LICEO SCIENTIFICO (INDIRIZZO ORDINARIO) CURRICULO DI SCIENZE Classe prima Conoscere le grandezze e le unità di misura del S.I.; il metodo scientifico e le sue fasi applicative ; Conoscere la Terra nello

Dettagli