VALUTAZIONE DELLA DINAMICA DELLE FIORITURE A DIATOMEE E FORME DI RESISTENZA NEL GOLFO DI TRIESTE (NORD ADRIATICO)
|
|
- Biaggio Pisani
- 6 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Biol. Mar. Medit. (2004), 11 (2): M. Cabrini, O. Blasutto, B. Lazzarini, I. Pecchiar, D. Virgilio, S. Fonda Umani Laboratorio di Biologia Marina, Via A. Piccard, Trieste, Italia. VALUTAZIONE DELLA DINAMICA DELLE FIORITURE A DIATOMEE E FORME DI RESISTENZA NEL GOLFO DI TRIESTE (NORD ADRIATICO) ASSESSMENT OF DIATOMS BLOOMS DYNAMIC AND RESTING FORMS IN THE GULF OF TRIESTE (NORTH ADRIATIC) Abstract Growth and decreasing phases of the planktonic microalgal community were evaluated in order to study diatom bloom dynamics in the Gulf of Trieste (North Adriatic Sea). From 1999 to 2002 some events were observed in relation to nutrient availability and to the blooms living cells or diatom resting forms occurence in the sediment before and after their seasonal blooms. Key-words: microphytoplankton, microphytobenthos, spores, Gulf of Trieste. Introduzione Caratterizzare una fioritura fitoplanctonica significa determinare l abbondanza cellulare, stimare la biomassa in termini di carbonio e clorofilla, registrare l aumento della popolazione dei taxa responsabili e definire la molteplicità dei fattori ambientali che favoriscono l innesco dello sviluppo microalgale. Nelle acque costiere del Golfo di Trieste, le prime fioriture annuali sostenute dalle diatomee avvengono in primavera, in corrispondenza della stratificazione della colonna d acqua ma possono essere precedute da fioriture invernali favorite dal primo riscaldamento superficiale, calma di vento e apporti di nutrienti (Cabrini et al., 2000; Bussani et al., 2003). Le cause della crescita microalgale sono spesso ricercate tra i parametri che caratterizzano la colonna d acqua in relazione agli apporti fluviali e alla dinamica delle masse d acqua presenti nel bacino (Sellner e Fonda Umani, 1999). Pochi sono invece gli approcci integrati con le osservazioni riguardanti i processi di deposizione della sostanza organica particellata dalla colonna d acqua al sedimento e la composizione del popolamento microfitobentonico. Le comunità fitoplanctonica e microfitobentonica possono variare sia in termini di abbondanza sia in diversità specifica come descritto, per la laguna di Venezia, da Facca et al. (2002) che hanno trovato significative correlazioni tra le comunità autotrofe, la disponibilità fotica, il sedimento sospeso e quello depositatosi sul fondo. Nel suddetto caso la comunità fototrofa planctonica risulta composta da taxa tipicamente bentonici che dominano sulle diatomee planctoniche confermando l importanza della risospensione di cisti e organismi sulla selettività ed il mantenimento delle specie. Infatti il microfitobenthos assume un importante ruolo sia nel bilancio dell ossigeno all interfaccia acqua sedimento e in relazione al flusso dei nutrienti sia in relazione alla variabilità dei produttori primari planctonici, come documentato da Pecchiar et al. (2001). Un importante fattore limitante lo sviluppo delle diatomee può essere la disponibilità dei silicati nella fase di crescita esponenziale di una fioritura (Round et al., 1990; Cabrini et al., 1994). Allo stesso modo la fase di senescenza di questi eventi
2 108 M. Cabrini, O. Blassuto, B. Lazzarini, I. Pecchiar, D. Virgilio, S. Fonda Umani può essere contraddistinta da aumento delle concentrazioni medie di silice. Queste variazioni di concentrazione nella colonna d acqua possono emergere come la conseguenza dei fenomeni di rimineralizzazione della silice come osservato da esperimenti sia in situ, sia in coltura (Brussaard et al., 1995; Bidle e Azam, 1999). La fase senescente di una fioritura può essere caratterizzata anche dalla presenza di forme di resistenza indotte da diversi fattori: Hargraves e French (1983) hanno osservato che la formazione di spore avviene in condizioni di bassi livelli di azoto mentre altri studi hanno individuato come responsabili del suddetto fenomeno la carenza di fosforo (Oku e Kamatani, 1995) e la variazione del fotoperiodo (Hollibaugh et al., 1981). Tali forme di resistenza possono mantenersi a lungo e germinare solo in corrispondenza del ripristino di condizioni ambientali favorevoli (Asami e Ban, 2000). Per studiare la dinamica delle fioriture di diatomee del Golfo di Trieste sono state valutate le fasi di crescita e di senescenza delle comunità microalgali planctoniche, in relazione alla disponibilità dei nutrienti, alla presenza nel sedimento delle specie responsabili o di eventuali forme di resistenza prima e dopo la fioritura. Materiali e metodi Nel Golfo di Trieste nella stazione C1 localizzata nei pressi della riserva Parco Marino di Miramare, da gennaio 1999 a dicembre 2002 sono stati avviati campionamenti di acqua e sedimento per lo studio delle comunità microfitoplanctonica e microfitobentonica. Per la determinazione del microfitoplancton i campionamenti sono stati effettuati mensilmente a quattro quote fisse: superficie, 5 m, 10 m e 15 m. I campioni sono stati immediatamente fissati con formalina neutralizzata (4%), e subcampioni di 50 ml sono stati analizzati per determinare la diversità specifica e valutare l abbondanza secondo il metodo di Utermöhl (Zingone et al., 1990). L analisi quali-quantitativa del microfitobenthos è stata determinata nel primo cm di sedimento secondo il metodo applicato da Welker e Nichetto (1996). Per la raccolta del particellato sedimentato è stata utilizzata una trappola cilindroconica automatica Technicap PPS4/3, con una superficie di 0.05 m 2, dotata di un carosello con 12 bottiglie della capacità di 260 ml. I campioni sono stati fissati in situ con una soluzione di formaldeide al 4% in acqua di mare prefiltrata (0.2 µm). L analisi quali-quantitativa è stata condotta al microscopio ottico invertito secondo Utermöhl. Le analisi chimiche inerenti all azoto totale, fosforo totale e silicati sono state effettuate tramite l utilizzo di un Alleance Autoanalyser secondo il metodo di Grasshoff et al. (1983). Risultati L andamento temporale della componente fitoplanctonica (dati integrati su colonna) a diatomee non presenta una spiccata stagionalità. Generalmente si registrano fioriture nel periodo invernale, identificabili come fioriture primaverili, e fioriture autunnali tipiche del periodo da fine agosto a ottobre. Talvolta si rilevano anche eventi nei mesi estivi come nel caso di giugno 2000 e agosto 2002, a carico di diatomee appartenenti al genere Chaetoceros. In concomitanza con i principali eventi si registrano i valori minimi di concentrazione dei silicati lungo la colonna d acqua (valori integrati della colonna), mediamente 0.65 ± 0.50 µmol L -1, contro un valore medio calcolato
3 Valutazione della dinamica delle fioriture a diatomee 109 nell arco dei quattro anni è pari a 2.17 ± 1.60 µmol L -1 (Fig. 1). Le principali fioriture rilevate risultano essere a carico di Chaetoceros spp. e Lauderia anulata in febbraiomarzo 1999, Skeletonema costatum in febbraio 2000, Chaetoceros spp. in giugno e ottobre 2000, Asterionellopsis glacialis in marzo 2001 e gennaio 2002 e Chaetoceros anastomosans in agosto 2002 (Tab. 1). La massima densità cellulare è stata rilevata nel corso della fioritura dell ottobre 2000 a carico di Chaetoceros spp. con un valore di cell L -1. Delle sette fioriture osservate, quattro risultano a carico di specie appartenenti al genere Chaetoceros e soltanto uno di questi eventi è preceduto dalla presenza di spore nel sedimento, mentre nei restanti tre le spore vengono rilevate in fase senescente (Tabb. 1-2) cell L /01/ /03/ /05/ /07/ /09/ /11/1999 Diatomee 17/01/ /03/ /05/ /07/ /09/ /11/ /01/ /03/ /05/ /07/ /09/ /11/ /01/ /03/ /05/ /07/ /08/ /09/ /10/ /11/2002 Fig. 1 - Andamento temporale delle diatomee e dei silicati da gennaio 1999 a dicembre Temporal pattern of diatoms and silicates from January 1999 to December Tab. 1 - Situazione precedente le fioriture (NR: Dati Non Rilevabili). Situation before blooms (NR: Not Available Data). Situazione pre-fioritura Sedimento Data Specie responsabile Spore Diatomee Presenza Assenza Presenza Assenza feb-mar 99 Chaetoceros spp + Lauderia anulata X X 3,68 feb-00 Skeletonema costatum X X 3,30 giu-00 Chaetoceros spp X X 1,53 ott-00 Chaetoceros spp X X 3,79 mar-01 Asterionellopsis glacialis NR NR NR NR 2,12 gen-02 Asterionellopsis glacialis NR NR NR NR 2,98 ago-02 Chaetoceros anastomosans X X 1,90 Silicati µmol L -1 Silicati nella colonna d'acqua
4 110 M. Cabrini, O. Blassuto, B. Lazzarini, I. Pecchiar, D. Virgilio, S. Fonda Umani Tab. 2 - Situazione successiva alle fioriture. Situation after blooms. Situazione post-fioritura Sedimento Data Specie responsabile Spore Diatomee Presenza Assenza Presenza Assenza Silicati nella colonna d'acqua feb-mar 99 Chaetoceros spp + Lauderia anulata X X 3,26 feb-00 Skeletonema costatum X X 1,62 giu-00 Chaetoceros spp X X 1,39 ott-00 Chaetoceros spp X X 3,18 mar-01 Asterionellopsis glacialis X X 0,04 gen-02 Asterionellopsis glacialis X X 0,64 ago-02 Chaetoceros anastomosans X X 3, cell m -2 d -1 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 Pri 1999 Est Aut Inv Pri 2000 Est Aut Inv Pri 2001 Est Pri 2002 Est Aut Inv Fig. 2 - Andamento temporale dei tassi medi stagionali di sedimentazione. Temporal pattern of sinking seasonal average rates. Dall analisi dei campioni di tutto il particellato sedimentato, raccolti mediante l utilizzo della trappola (Fig. 2), gli andamenti temporali, nel periodo considerato, risultano particolarmente eterogenei. Dall analisi dei nutrienti, in corrispondenza delle fioriture, si osserva un evidente decremento della concentrazione di N e P rispetto ai valori medi annuali. Infatti l azoto totale che presenta un valore medio di ± 9.53 µmol L -1, subisce un calo attestandosi intorno a ± 6.63 µmol L -1, mentre il P totale, che ha un valore medio intorno a 0.39 ± 0.28 µmol L -1 raggiunge 0.27 ± 0.04 µmol L -1. Conclusioni E noto che i silicati costituiscono il maggior fattore limitante la crescita delle diatomee oltre a determinare una diversità specifica a seconda del diverso fabbiso-
5 Valutazione della dinamica delle fioriture a diatomee 111 gno che caratterizza ogni singola specie (Cabrini et al., 1994; Martin-Jézéquel et al., 2000). Dall andamento temporale dell abbondanza microalgale planctonica e della concentrazione dei silicati, infatti, è possibile notare una chiara relazione tra i due parametri, in particolare tra la variazione della concentrazione di SiO 2 e la comparsa delle fioriture monospecifiche di diatomee. Elevate concentrazioni di SiO 2 caratterizzano i momenti precedenti a tutte le fioriture, mentre i valori minimi delle concentrazioni di silicati riscontrati nel corso di questo studio (mediamente 0.65 ± 0.50 µmol L - 1 ) si registrano proprio in concomitanza a tutti i periodi di massima densità cellulare. L attiva divisione delle diatomee che contraddistingue la fase di crescita esponenziale determina un considerevole consumo di silicati per la creazione di nuovi frustuli, e quindi una riduzione della concentrazione di questo nutriente. La diminuzione della concentrazione dei silicati in colonna d acqua può essere, quindi, considerata un fattore limitante la fioritura (Boney, 1975). Durante la successiva fase di declino della fioritura il rilascio della silice determinato dalla degradazione dei frustuli vuoti e dal rapido riciclo di questo nutriente si accompagna all aumento della concentrazione dei silicati che segna la fine dell evento. Nel caso particolare di fioriture determinate da specie quali Skeletonema costatum e Asterionellopsis glacialis, la concentrazione di silice nella colonna d acqua dopo la fioritura non ritorna a valori confrontabili con quelli registrati subito prima dell evento. Questo fatto potrebbe essere associato alla sedimentazione in massa di rilevanti quantità di cellule appartenenti a queste specie che rimangono vitali anche sul fondo (Blasutto, dati non pubblicati) rallentando, di conseguenza, il processo di rimineralizzazione dei silicati (Brussard et al., 1995). Una diversa situazione, invece, si osserva dopo le fioriture a carico di diatomee appartenenti al genere Chaetoceros la cui presenza non è stata individuata nè a livello del sedimento nè a livello di trappola, se non in esigue abbondanze. In questo caso i livelli di silicati nella colonna d acqua ritornano, subito dopo la fioritura, a concentrazioni molto simili a quelle immediatamente precedenti. E verosimile che fenomeni di predazione e lisi cellulare (Brussaard et al., 1995) influenzino in qualche modo il ciclo della silice; Bidle e Azam (1999) hanno al contrario ipotizzato che una più rapida rimineralizzazione della silice può essere causata da batteri che già in colonna d acqua idrolizzano la matrice organica che protegge il frustulo, rendendo quest ultimo più sensibile alla dissoluzione e riportando i valori dei silicati a livelli di prefioritura. La fase senescente delle fioriture monospecifiche determinate da specie appartenenti al genere Chaetoceros risulta caratterizzata dalla presenza di forme di resistenza identificate sia nel sedimento, sia nei campioni di trappola. In particolare successivamente all evento registrato nell ottobre 2000 è stato rilevato, dall analisi dei campioni raccolti con le trappole, un flusso di deposizione percentuale relativo di spore di Chaetoceros pari al 52%. La formazione delle spore può essere indotta da diversi fattori quali la disponibilità di nutrienti (N, P, Fe, Si), la temperatura, l intensità luminosa e la salinità (Round et al, 1990). Quest ultimo fattore, in particolare, è probabilmente associato alla fioritura della specie normalmente sporadica nel Golfo di Trieste, Chaetoceros anastomosans che ha probabilmente trovato le condizioni adatte alla sua crescita, grazie ad un considerevole apporto di acqua dolce e conseguente abbassamento della salinità che passa da valori oscillanti tra a 32, rilevati nel campionamento precedente a quello della fioritura. Il successivo ripristino di valori più alti di salinità (36) può aver indotto la senescenza della fioritura e di conseguenza la formazione di spore (Tab. 2) in accordo con quanto osservato da Oku e Kamatani (1995), in esperimenti su colture in condizioni controllate. Inoltre la presenza delle spore, quale fase
6 112 M. Cabrini, O. Blassuto, B. Lazzarini, I. Pecchiar, D. Virgilio, S. Fonda Umani senescente delle fioriture algali, può essere associata ad una ridotta disponibilità di N e P (Falconi, dati non pubblicati), come osservato da Heiskanen (1998). Saranno tuttavia necessarie ulteriori indagini al fine di poter meglio identificare le condizioni ambientali che accompagnano lo sviluppo di questo fenomeno sia in fase d innesco sia in fase di senescenza. I risultati evidenziano come l importanza di un approccio integrato tra fenomeni di deposizione del particellato organico della colonna d acqua e la composizione del popolamento microfitobentonico si renda necessaria al fine di una visione più completa di eventi come le fioriture fitoplanctoniche. Summary Planktonic microalgal community was studied from 1999 to 2002 in order to analyse diatom bloom dynamics in the Gulf of Trieste (North Adriatic Sea). Sedimentation fluxes and microphytobenthic community were also evaluated to identify resting spores occurence before and after seasonal blooms. During this period seven diatom blooms were observed. Among them four of these were caused by species belonging to genus Chaetoceros. The first Chaetoceros bloom was characterised by the presence of resting spores in the sediment just before the appearance of the bloom, while the other three ones were characterised by the presence of resting spores only during the senescent phases. The relationship between silicates and diatom blooms was ever evident in particular high silicate concentration favoured the bloom starting while a rapid decrease appeared when the highest abundance cell values was reached. After the bloom the diatom species influenced the silicate increase due to different sedimentation of the cells along the water column. Ringraziamenti Ringraziamo il dr. Claus Falconi per aver messo cortesemente a disposizione i dati relativi ai nutrienti e la dr.ssa Monica Salerno per aver fornito i dati relativi alla trappola di sedimentazione. Bibliografia ASAMI H., BAN S. (2000) - Seasonal abundance of resting spores and vegetative cells of Chaetoceros diatoms in Funka Bay, southern Hokkaido, Japan. Plankton Biol. Ecol., 47 (1): BIDLE K.D., AZAM F. (1999) - Accelerated dissolution of diatom silicate by marine bacterial assembleages. Nature, 397: BONEY A.D. (1975) - Phytoplankton. Arnold E., London: 116 pp. BRUSSAARD C.P.D., RIEGMAN R., NOORDELOOS A.A.M., CADÉE G.C., WITTE H., KOP A.J., NIEUWLAND G., VAN DUYL F.C., BACK R.P.M. (1995) - Effects of grazing sedimentation and phytoplankton cell lysis on the structure of a coastal pelagic food web. Mar. Ecol. Prog. Ser., 123: BUSSANI A., CELIO M., COMICI C. (2003) - Climatological analysis ( ) of the thermoaline characteristics in the Marina Reserve of Miramare (Gulf of Trieste). Boll. Geo. Teor. App., 44 (1): CABRINI M., MILANI L., BRAUN E., MARTECCHINI E., FONDA UMANI S. ( ) - Il fitoplancton in una stazione del Golfo di Trieste da ottobre 1988 a dicembre Nova Thalassia, 12: CABRINI M., COK S., PECCHIAR I., (2000) - Dinamica e struttura del fitoplancton nella fascia costiera del Golfo di Trieste. Biol. Mar. Medit., 7 (1): FACCA C., SFRISO A., SOCAL G. (2002) - Changes in abundance and composition of phytoplankton and microphytobenthos due to increased sediment fluxes in the Venice lagoon, Italy. Estuarine Coastal and Shell Science, 54: GRASSHOFF K., EHRHARDT M., KREMLING K. (eds) (1983) - Methods of Seawater Analysis. Second revised and extended edition: 399 pp. HARGRAVES P.E., FRENCH F.W. (1983) - Diatom resting spores: significance and strategies. In: Fryxell G.A. (ed), Survival strategie of algae, CambridgeUniversity Press, New York:
7 Valutazione della dinamica delle fioriture a diatomee 113 HEISKANEN A.S. (1998) - Factors governing sedimentation and pelagic nutrient cycles in the northern Baltic Sea. Monoghraphs of the Boreal Environment Research, 8: 80 pp. HOLLIBAUGH J.T., SEIBERT D.L.R., THOMAS W.H. (1981) - Observations on the survival and germination of resting spores of three Chaetoceros (Bacillariophyceae) species. J. Phycol., 17: 1-9. OKU O., KAMATANI A. (1995) - Resting spores formation and phosphorus composition of the marine diatoms Chaetoceros pseudocurvisetus under various nutrient condition. Mar. Biol., 123: MARTIN-JÉZÉQUEL V., HILDEBRAND M., BRZEZINSKI M.A. (2000) - Silicon metabolism in diatoms: implications for growth. J. Phycol., 36 (5): PECCHIAR I., CABRINI M., DIANA E., SDRIGOTTI E. (2001) - Effetti della mitilicoltura sulla comunità planctonica e bentonica. Hydrores, 21: ROUND F.E., CRAWFORD R.M., MANN D.G. (1990) - The diatoms. Cambridge University Press: 747 pp. SELLNER K.G., FONDA UMANI S. (1999) - Dinoflagellate Blooms and Mucilage Production. In: Malone T.C., Malej A., Harding L.W., Smodlaka N., Turner E.R. (eds), Coastal and Estuarine Studies, American Geophysical Union, Washington DC, 55: WELKER C., NICHETTO P. (1996) - The influence of mucous aggregates on the microphytoebenthic community in the Northern Adriatic Sea. P.S.Z.N. I: Mar. Ecol., 17 (1-3): ZINGONE A., HONSELL G., MARINO D., MONTRESOR M., SOCAL G. (1990) - Fitoplancton. In: Innamorati M., Ferrari I., Marino D. e Ribera D Alcalà M. (eds), Metodi dell ecologia del plancton marino, Nova Thalassia: Lo studio è stato effettuato nell ambito del Progetto Europeo INTERREG II Italia-Slovenia, finanziato dalla Comunità Europea e dalla Regione Friuli Venezia Giulia Direzione Ambiente.
Istituto Scienze della Terra. Aspetti limnologici. Quinquennio Campagna Rapporto informativo sullo stato d avanzamento delle ricerche
Istituto Scienze della Terra Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana Ricerche sull evoluzione del Lago di Lugano Aspetti limnologici Quinquennio 28-212 Campagna 21 Rapporto informativo
DettagliSERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI
SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI Copertura: regionale Periodicità: annuale www. arpa.veneto.it Rapporto di sintesi sugli andamenti dei principali parametri oceanografici e meteo-marini delle
DettagliVariabilità delle comunità autotrofe planctoniche nelle aree al largo dell Adriatico meridionale
Workshop finale VECTOR Sede centrale CNR, Roma, 18-19 ottobre 2010 Variabilità delle comunità autotrofe planctoniche nelle aree al largo dell Adriatico meridionale F. Cerino a,1, F. Bernardi-Aubry b, J.
DettagliRete di monitoraggio della qualità dell aria della Provincia di Rimini Report 2012
Rete di monitoraggio della qualità dell aria della Provincia di Rimini Report 2012 NOx - Via Flaminia Valori orari NOx - Parco Marecchia Valori orari 500 500 Valore limite media annuale Media annuale Valore
DettagliI campionamenti di microalghe in ambienti naturali
I campionamenti di microalghe in ambienti naturali Raccolta di campioni di alghe da substrati solidi I migliori metodi per la raccolta delle alghe su substrati solidi (pietre, cortecce degli alberi, ma
DettagliStuttura della comunità planctonica invernale nel Nord Adriatico
ISMAR CNR Istituto di Scienze Marine, Consiglio nazionale delle Ricerche. Venezia Stuttura della comunità planctonica invernale nel Nord Adriatico Fabrizio Bernardi Aubry Mauro Bastianini Alessandra Pugnetti
DettagliEMERGENZA MUCILLAGINI
PROGRAMMA EMERGENZA MUCILLAGINI 30 luglio 2004 1 ottobre 2004 Ente Esecutore: ISMAR, CNR Venezia Incaricato da: ARPA Veneto Coordinatore delle attività per l ente esecutore: Fabrizio Bernardi Aubry Personale
DettagliCambiamenti climatici: effetti strutturali e biologici sul mare Adriatico
Convegno Dal globale al Locale (Ferrara, 10-11 maggio 07) Cambiamenti climatici: effetti strutturali e biologici sul mare Adriatico Attilio Rinaldi Direttore Struttura Oceanografica Daphne ARPA Emilia-Romagna
DettagliDr. Luigi Trovarelli
Evoluzione stagionale delle masse d acqua lungo la fascia costiera tra Senigallia e Porto Recanati Nella zona tra Senigallia e Porto Recanati l area del largo nel periodo fine inverno primavera, è caratterizzata
DettagliICRAM Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare
MONITORAGGIO DELLE MUCILLAGINI NEL MARE ADRIATICO CENTRO-SETTENTRIONALE 6 BOLLETTINO 2004 Il presente bollettino fornisce le informazioni preliminari ottenute nel corso delle osservazioni e dei rilievi
DettagliWew32q4e2. Monitoraggio Diga del Pertusillo
Wew32q4e2 Monitoraggio Diga del Pertusillo Campionamento relativo al mese MAGGIO 2011 L attività di monitoraggio dell A.R.P.A.B. della qualità delle acque dell invaso del Pertusillo, prosegue con i campionamenti
DettagliInvaso Trinità (TP): prima classificazione dello stato ecologico in base al DM n. 260/2010.
Invaso Trinità (TP): prima classificazione dello stato ecologico in base al DM n. 260/. Il recente Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali,
DettagliSERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI
SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI Copertura: regionale Periodicità: annuale www. arpa.veneto.it Rapporto di sintesi sugli andamenti dei principali parametri oceanografici e meteo-marini delle
DettagliAgenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente del Friuli Venezia Giulia
CORPO IDRICO: TME4 CATEGORIA acque di transizione TIPOLOGIA AT17 CORPO IDRICO TME4 DENOMINAZIONE AREA Secca Man di Spiesà SUPERFICIE AREA (km 2 ) 4,63 NUMERO DI STAZIONI 3 Codice stazione X(GB) Y(GB) TME401
DettagliANALISI DELLA DISTRIBUZIONE TEMPORALE DI CARBONIO ORGANICO E AZOTO IN FASE PARTICELLATA IN ACQUE INFLUENZATE DA INPUT FLUVIALE
Biol. Mar. Medit. (2006), 13 (1): 185-191 Laboratorio di Biologia Marina di Trieste, Via A. Piccard, 54 34010 Trieste, Italia. tamberli@univ.trieste.it ANALISI DELLA DISTRIBUZIONE TEMPORALE DI CARBONIO
DettagliProcessi di degradazione del materiale organico nelle acque del Golfo di Trieste
Processi di degradazione del materiale organico nelle acque del Golfo di Trieste Paola Del Negro 1, Mauro Celussi 1, Erica Crevatin 1, Serena FondaUmani 2 1 Dipartimento di Oceanografia Biologica OGS 2
DettagliCentro di Biologia Ambientale, Università di Urbino, Viale Trieste, 296 61100 Pesaro, Italia. Dip. ARPAM, Pesaro, Italia.
Biol. Mar. Medit. (2005), 12 (1): 631-635 C. Ingarao, M. Ercolessi 1, M. Rocchi 2, A. Penna Centro di Biologia Ambientale, Università di Urbino, Viale Trieste, 296 61100 Pesaro, Italia. 1 Dip. ARPAM, Pesaro,
DettagliIl Monitoraggio Marino Costiero nelle Marche: norme e programmi d attuazioned
Le MARCHE e la qualità del mare Il Monitoraggio Marino Costiero nelle Marche: norme e programmi d attuazioned WORKSHOP Ancona 18 Luglio 2006 Luigi Bolognini Servizio Ambiente e Difesa del Suolo PF Difesa
DettagliCNR, Istituto di Scienze Marine, Sistemi Marini e Costieri, Castello 1364/A Venezia, Italia.
Biol. Mar. Medit. (2004), 11 (2): 716-720 F. Bianchi, E. Ravagnan, F. Acri, F. Bernardi Aubry, A. Boldrin, E. Camatti, D. Cassin, M. Turchetto CNR, Istituto di Scienze Marine, Sistemi Marini e Costieri,
DettagliCommissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere
Istituto Scienze della Terra Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana Ricerche sull evoluzione del Lago di Lugano Aspetti limnologici Triennio 2013-2015 Campagna 2015 Rapporto informativo
DettagliStato trofico e fioriture algali: Composizione e distribuzione della comunità fitoplanctonica
Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche Stato trofico e fioriture algali: Composizione e distribuzione della comunità fitoplanctonica A cura di: Dott.ssa Marina Moroni Dott.ssa Annalisa
DettagliAPAT Agenzia per la protezione dell ambiente e per i servizi tecnici. Dipartimento Tutela delle Acque Interne e Marine Servizio Difesa delle Coste
APAT Agenzia per la protezione dell ambiente e per i servizi tecnici Dipartimento Tutela delle Acque Interne e Marine Servizio Difesa delle Coste CAPITOLO 3 IL CLIMA ONDOSO A LARGO DELLE COSTE ITALIANE
DettagliCOMUNICATO STAMPA a cura di OGS ed ARPA FVG
COMUNICATO STAMPA a cura di OGS ed ARPA FVG Il 20 aprile 2012, presso la sala Tessitori della Regione Friuli Venezia Giulia, si è svolto il workshop Effetti della bora sull Adriatico settentrionale: l
DettagliALLEGATI PELAGICI SICILIA
ALLEGATI PELAGICI SICILIA A.1 Stato delle risorse piccoli pelagici nella GSA 16 ALICE ENGRAULIS ENCRASICOLUS Abbondanza in mare Figura A.1.1 Stime di biomassa della popolazione di acciuga al largo della
DettagliQualità delle acque dell Alto Adriatico nel 2007
TRIESTE 11 Ottobre 2007 TAVOLO TECNICO-SCIENTIFICO Osservatorio Alto Adriatico Qualità delle acque dell Alto Adriatico nel 2007 Sintesi dei contributi di: Istituto CIM Rudjer Bošković, Rovinj Croazia;
DettagliPORTO DI VENEZIA - POSEIDON
QUALITÀ DELL ARIA IN CITTÀ PORTUALI DEL MEDITERRANEO Venezia, 24 Novembre 214 PORTO DI VENEZIA - POSEIDON Elena Gregoris, Elena Barbaro, Rossano Piazza, Andrea Gambaro Dip. Scienze Ambientali Informatica
DettagliICRAM Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare
MONITORAGGIO DELLE MUCILLAGINI NEL MARE ADRIATICO CENTRO-SETTENTRIONALE 4 BOLLETTINO 2004 Il presente bollettino fornisce le informazioni preliminari ottenute nel corso delle osservazioni e dei rilievi
DettagliReti alimentari e dinamica trofica
Reti alimentari e dinamica trofica Dinamica trofica è lo studio delle relazioni nutrizionali tra organismi di un ecosistema. Livello trofico: posizione di un gruppo di organismi che si nutrono in modo
DettagliMonitoraggio Laguna di Orbetello Relazione mensile su dati rilevati dalle centraline di Laguna Levante e Laguna Ponente.
Report ARPAT Monitoraggio Laguna di Orbetello Relazione mensile su dati rilevati dalle centraline di Laguna Levante e Laguna Ponente. Febbraio 2015 Dipartimento provinciale ARPAT di Grosseto 1 Introduzione
Dettagli1^ Campagna di Agosto 2005
RAPPORTO QUINDICINALE SULLE CAMPAGNE DI MONITORAGGIO DELLE ACQUE MARINO COSTIERE DELLA REGIONE VENETO (RILIEVI SUL CAMPO) 1^ Campagna di Agosto 2005 Nella prima campagna del mese di Agosto 2005, effettuata
DettagliInfluenza dei processi fisici e biologici sul sistema carbona6co nel Golfo di Trieste. Gianmarco Ingrosso
Influenza dei processi fisici e biologici sul sistema carbona6co nel Golfo di Trieste Gianmarco Ingrosso (Doney, 2010) OCEAN ACIDIFICATION CO 2 Gli oceani assorbono circa 1/3 delle emissioni antropiche di
DettagliMETEO REPORT Provincia Autonoma di Trento
METEO REPORT Provincia Autonoma di Trento LE PIOGGE DELL INVERNO E PRIMAVERA 28 (a cura di Serenella Saibanti e Roberto Barbiero) La prima parte dell anno è stata caratterizzata dalle abbondanti e frequenti
DettagliFigura 3: Ricostruzione tridimensionale della superficie piezometrica riferita alla falda superficiale (v. Fig. 2)
Figura 3: Ricostruzione tridimensionale della superficie piezometrica riferita alla falda superficiale (v. Fig. 2) In particolare i valori di piezometria sono risultati più bassi rispetto a quelli del
DettagliVARIAZIONI INTRA E INTERANNUALI DEL FITOPLANCTON NELL AREA COSTIERA DI SENIGALLIA (ADRIATICO SETTENTRIONALE) DAL 1988 AL 2000
Biol. Mar. Medit. (22), 9 (1): 391-399 Ist. di Scienze del e, Università di Ancona, Via Brecce Bianche - 6131 Ancona, Italia. VARIAZIONI INTRA E INTERANNUALI DEL FITOPLANCTON NELL AREA COSTIERA DI SENIGALLIA
DettagliIL PIANO DI MONITORAGGIO MARINO COSTIERO IN AMBITO NAZIONALE
IL PIANO DI MONITORAGGIO MARINO COSTIERO IN AMBITO NAZIONALE IRENE DI GIROLAMO Ministero dell Ambiente e Tutela del Territorio NORMATIVE CHE PREVEDONO IL CONTROLLO E LA TUTELA DELL AMBIENTE MARINO Legge
DettagliMonitoraggio Diga del Pertusillo
We Monitoraggio Diga del Pertusillo Campionamento relativo al mese MARZO 2011 L attività dell A.R.P.A.B. di monitoraggio della qualità delle acque dell invaso del Pertusillo, prosegue con i campionamenti
DettagliRapporto di sintesi sull andamento dei principali parametri ambientali delle acque lagunari e costiere della provincia di Ferrara Gennaio 2017
Struttura Autorizzazioni e Concessioni Ferrara Unità Acque Costiere Rapporto di sintesi sull andamento dei principali parametri ambientali delle acque lagunari e costiere della provincia di Ferrara Gennaio
Dettagli) +*$,%&$+..%.+($ ' $--+.$,$/ $($ $(+0,%--%, %,*%%-$,%%&$
Po di Goro!""# $ %$&$%'()$**+*$,%%-+ ) +*$,%&$+..%.+($ ' $--+.$,$/ $($ $(+0,%--%, %,*%%-$,%%&$ $,(%%,( ) ++%1 &2!" + # $%& '( )* " Po ditolle Po di Pila N Po di Volano Km 3 47 F. Reno Km 3 7 F. Uniti F.
DettagliI Centri di ricerca Spezzini per il Mar Ligure
I Centri di ricerca Spezzini per il Mar Ligure Roberta Delfanti, ENEA Gian Pietro Gasparini, CNR ISMAR Michel Rixen, NURC Cosmo Carmisciano, INGV Maurizio Demarte, IIM Centro supercalcolo Distretto Ligure
DettagliINQUINANTI MONITORATI DALLA RETE VALUTAZIONE DEI DATI
Cap. 4 INQUINANTI MONITORATI DALLA RETE VALUTAZIONE DEI DATI 4.1 Quadro normativo vigente Il D.Lgs. n. 351/99 (recepimento della direttiva 96/62/CE) in materia di valutazione e gestione della qualità dell
DettagliII TRIMESTRE 2013. 1 di 6. N. totale stazioni Laguna di Baseleghe 4 Laguna di Caorle 5 Area centrale Laguna di Venezia 15.
II TRIMESTRE 2013 La qualità delle acque di transizione della regione Veneto è controllata, in applicazione della normativa vigente, dal Servizio Osservatorio Acque Marine e Lagunari di ARPAV. Nella mappa
Dettagli5.4. La matrice di correlazione
6 CO 4 (mg/m 3 ) 2 domenica lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato Giorni della settimana P. Bissuola Outliers Extremes P. Matter Outliers Extremes Le distribuzioni degli inquinanti non mostrano
DettagliOSTEOSARCOMA. VIIIa OSTEOSARCOMA 0-14 ANNI. Schede specifiche per tumore. I tumori in Italia Rapporto AIRTUM 2012 TUMORI INFANTILI
I tumori in Italia Rapporto AIRTUM TUMORI INFANTILI OSTEOSARCOMA - ANNI - ANNI INCIDENZA Tasso. Nella classe di età - anni, il tasso di incidenza standardizzato per età è di, casi per milione/anno (IC9%,-,)
DettagliEffetto della digestione anaerobica sull efficienza dell azoto dei reflui suini
DIPARTIMENTO DI SCIENZE AGRARIE E AMBIENTALI PRODUZIONE, TERRITORIO, AGROENERGIA Sostenibilità ambientale ed economica nella gestione degli effluenti negli allevamenti di suini Effetto della digestione
DettagliUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II Scuola Politecnica e delle Scienze di Base Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale CORSO DI STUDIO MAGISTRALE IN INGEGNERIA PER L AMBIENTE E IL
DettagliGli eventi meteo-marini di inizio febbraio 2015 nel Nord Adriatico
Dipartimento Tutela Acque Interne e Marine Servizio Laguna di Venezia Gli eventi meteo-marini di inizio febbraio 215 nel Nord Adriatico Castello, 4665-3122 Venezia Tel: 41 522555 / 5235895 - Fax: 41 522521
DettagliCNR-IBIMET/LaMMA Regione Toscana Progetto Regionale PATOS
CNR- Regione Toscana Progetto Regionale PATOS Firenze 18 Aprile 28 Il ruolo del Lamma nel progetto PATOS Monitoraggio meteo:il LaMMA ha svolto una attività di supporto allo scopo di effettuare una caratterizzazione
DettagliIL RAPPORTO DI REDFIELD
IL RAPPORTO DI REDFIELD C:N:P 106:16:1 La composizione elementare del plancton marino è costante, con un rapporto atomico medio tra C: N :P di 106:16:1 questo rapporto è valido in tutti gli oceani del
DettagliATMOSFERA, CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA
1 / 20 ST-001 ALLEGATO I ATMOSFERA, CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA 2 / 20 ST-001 DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI METEOCLIMATICHE Gli impianti di trattamento e di compressione gas della Concessione Stoccaggio
DettagliO 3 Report dei dati di Ozono nella provincia di Bologna dal 01 Aprile al 30 Settembre 2011
O 3 Report dei dati di Ozono nella provincia di Bologna dal 1 Aprile al 3 Settembre 211 L ozono, componente gassoso presente nella troposfera, si crea quando i gas inquinanti emessi dalle sorgenti antropiche
DettagliPRESENZA DI METALLI PESANTI NELLE ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO SU STRADE E PIAZZALI DELLE AREE INDUSTRIALI E IMPLICAZIONI PER IL TRATTAMENTO
PRESENZA DI METALLI PESANTI NELLE ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO SU STRADE E PIAZZALI DELLE AREE INDUSTRIALI E IMPLICAZIONI PER IL TRATTAMENTO Qualità delle acque. In prima analisi, a partire dagli idrogrammi
DettagliCapitolo 5 PROFILI IDROLOGICI DELLA COLONNA D ACQUA
Capitolo Profili idrologici della colonna d acqua Capitolo PROFILI IDROLOGICI DELLA COLONNA D ACQUA.1 Materiali e metodi Per la caratterizzazione fisico-chimica della colonna d acqua le attività di misurazione
DettagliN.di specie Specie per campione Specie dominanti
3.3. Popolamenti planctonici 3.3.1. Indagini sul fitoplancton 3.3.1.1. Struttura dei popolamenti Lo schema dei campionamenti per il fitoplancton si è uniformato, anche per il 2006, alla serie storica dei
Dettagli1.3.1 LA PRECIPITAZIONE
Allegato 13 1.3.1 LA PRECIPITAZIONE Precipitazioni annuali La precipitazione media annua (Figura 1.3), considerando i dati del periodo 1961-90, varia dagli 800 mm riscontrabili nella parte più meridionale
DettagliServizio Agrometeorologico Regionale. Analisi climatica della Regione Toscana. Anno 2005
A.R.S.I.A. Agenzia Regionale Sviluppo e Innovazione nel Settore Agricolo-Forestale Servizio Agrometeorologico Regionale Analisi climatica della Regione Toscana Anno Maggio 6 Analisi climatica del territorio
DettagliLa Laguna di Venezia. I Parametri
La Laguna di Venezia La Laguna di Venezia rappresenta un ambiente unico al mondo. È collegata al mare Adriatico attraverso 3 bocche di porto: Chioggia, Malamocco e Porto Lido. Si tratta di un ecotono,
DettagliQUALITÀ DELLE ACQUE MARINO-COSTIERE E DI TRANSIZIONE
QUALITÀ DELLE ACQUE MARINO-COSTIERE E DI TRANSIZIONE 113 QUALITÀ DELLE ACQUE MARINO-COSTIERE E DI TRANSIZIONE L ambiente marino presenta uno stato ecologico buono ed elevato. Un alto grado di attenzione
DettagliDipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio Servizio Meteorologico. Precipitazioni sul Veneto. Anno Francesco Rech Irene Delillo
Dipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio Servizio Meteorologico Precipitazioni sul Veneto Francesco Rech Irene Delillo Anno 2013 Precipitazioni anno 2013 considerazioni generali Nell anno
DettagliMONITORAGGIO R.N.O. MARINELLO
MONITORAGGIO R.N.O. MARINELLO Febbraio Dicembre 2016 La riserva naturale orientata Laghetti di Marinello, istituita nel 1998 e affidata in gestione alla Provincia Regionale di Messina (ora Città Metropolitana
DettagliLaboratorio Mobile Campagna di Misura Inquinamento Atmosferico COMUNE DI CATANIA 03/05/ /05/2006. A cura del Servizio
Laboratorio Mobile Campagna di Misura Inquinamento Atmosferico COMUNE DI CATANIA //26-//26 A cura del Servizio Tecnico IV-Atmosfera Dirigente Dott. Capilli Laboratorio Mobile Campagna di Misura Inquinamento
DettagliMONITORAGGIO R.N.O. CAPO PELORO
MONITORAGGIO R.N.O. CAPO PELORO Gennaio Dicembre 2016 Monitoraggio Laguna di Capo Peloro La Riserva Naturale Orientata Laguna di Capo Peloro, istituita con Decreto Assessorato Regionale Territorio e Ambiente
DettagliIl Progetto Integrato Tegnùe (P.IN.TE.) a cura di Franco Bianchi (CNR-ISMAR Venezia)
Il Progetto Integrato Tegnùe (P.IN.TE.) a cura di Franco Bianchi (CNR-ISMAR Venezia) foto Marco Costantini Partecipanti al progetto Carlotta Mazzoldi Monica Bressan Mara Marzocchi Gianluca Franceschini
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI DI SIENA Facoltà si scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze Ambientali Curriculum EcoGeFCo
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI SIENA Facoltà si scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze Ambientali Curriculum EcoGeFCo MONITORAGGIO DEI COMPOSTI DELL AZOTO E DEI PARAMETRI CHIMICO-FISICI
DettagliConfronto tra suolo degradato e suolo ricostituito per la produzione di pomodoro
Confronto tra suolo degradato e suolo ricostituito per la produzione di pomodoro Paolo Manfredi1, Chiara Cassinari2, Marco Trevisan2 1m.c.m. Ecosistemi s.r.l., Gariga di Podenzano, Piacenza 2Istituto di
DettagliANALISI CLIMATICA DELLA PRIMAVERA 2016
Provincia Autonoma di Trento METEOTRENTINO REPORT ANALISI CLIMATICA DELLA PRIMAVERA 1 Dipartimento Protezione Civile Servizio Prevenzione Rischi Ufficio Previsioni e Pianificazione Via Vannetti, 1-3 Trento
DettagliI CLIMI IN ITALIA: LE AREE TEMPERATE CALDE MEDITERRANEE A SICCITA ESTIVA
I CLIMI IN ITALIA: LE AREE TEMPERATE CALDE MEDITERRANEE A SICCITA ESTIVA Introduzione Continuiamo la trattazione sui climi italiani affrontando l analisi del clima mediterraneo identificato, nella convenzione
DettagliSCUOLA 21 VERIFICA DI BIOLOGIA COGNOME CLASSE DATA NOME
SCUOLA 21 VERIFICA DI BIOLOGIA COGNOME CLASSE DATA NOME 1 Completa con i termini mancanti. a) L...si occupa delle interazioni tra individui della stessa specie, tra individui di specie diverse e tra gli
DettagliEvoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio
DIPARTIMENTO PER LA SICUREZZA DEL TERRITORIO Centro Meteorologico di Teolo Evoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio Il Veneto si colloca in una zona di transizione confinante a Nord con
DettagliLA RETE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITA DELL ARIA
LA RETE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITA DELL ARIA CONFIGURAZIONE DELLA RETE Il sistema di controllo della qualità dell aria in Valle d Aosta è finalizzato al monitoraggio della qualità dell aria dell intero
DettagliCONVENZIONE MINISTERO DELL AMBIENTE REGIONE DEL VENETO
DIREZIONE AREA TECNICO SCIENTIFICA OSSERVATORIO REGIONALE ACQUE DIPARTIMENTO PROVINCIALE DI VENEZIA CONVENZIONE MINISTERO DELL AMBIENTE REGIONE DEL VENETO PROGRAMMA DI MONITORAGGIO PER IL CONTROLLO DELL
DettagliIl Progetto REQUISITE: un occasione per le Marche
Le MARCHE e la qualità del mare WORKSHOP Ancona 18 Luglio 2006 Il Progetto REQUISITE: un occasione per le Marche Realizzazione di un sistema di sorveglianza sulla qualità delle acque marine dell Adriatico
DettagliAgenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell'ambiente
Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell'ambiente Dott.ssa Rosaria Petruzzelli Foggia 21 Febbraio 2013 ACQUA Parametri Fisico-chimici T, S, O2, Pot Redox, ph, Chl a, Trasparenza Nutrienti
DettagliCapitolo 5 CARATTERISTICHE IDRODINAMICHE E PROFILI IDROLOGICI DELLA COLONNA D ACQUA
Capitolo 5 CARATTERISTICHE IDRODINAMICHE E PROFILI IDROLOGICI DELLA COLONNA D ACQUA 5.1 Caratteristiche correntometriche della colonna d acqua L area circostante il Terminale è stata caratterizzata dal
DettagliSituazione meteorologica
Situazione meteorologica Ad integrazione della presentazione dei dati rilevati nella rete di monitoraggio della qualità dell aria, si riportano in maniera sintetica i dati relativi ai parametri meteorologici
DettagliElaborazione ERSAL CREMA ( )
. INQUADRAMENTO CLIMATICO In generale, l area oggetto di studio è caratterizzata da un regime di tipo continentale sublitoraneo, tipico della Pianura Padana, con inverni rigidi ed estati relativamente
DettagliANALISI CLIMATICA DELLA PRIMAVERA 2015
Provincia Autonoma di Trento METEOTRENTINO REPORT ANALISI CLIMATICA DELLA PRIMAVERA 15 Agosto 15 Dipartimento Protezione Civile Servizio Prevenzione Rischi Ufficio Previsioni e Pianificazione Via Vannetti,
DettagliQualità delle acque dell Alto Adriatico nel 2007
TRIESTE 11 Ottobre 2007 TAVOLO TECNICO-SCIENTIFICO Osservatorio Alto Adriatico Qualità delle acque dell Alto Adriatico nel 2007 Sintesi dei contributi di: Istituto CIM Rudjer Boškovi, Rovinj Croazia; Istituto
DettagliDott. Giovanni DI BONAVENTURA
Crescita batterica Dott. Giovanni DI BONAVENTURA Laboratorio di Microbiologia Clinica (5 livello, lab n. 27) Centro Scienze dell Invecchiamento (Ce.S.I.) Università G. D Annunzio di Chieti e Pescara E-mail:
DettagliCOMPOSIZIONE BIOCHIMICA DELLE FOGLIE DI ZOSTERA MARINA L. E DEL SUBSTRATO SEDIMENTARIO D IMPIANTO
Biol. Mar. Medit. (23), 1 (2): 374-378 Istituto di Scienze del Mare, Università di Ancona, Via Brecce Bianche - 6131 Ancona, Italia. COMPOSIZIONE BIOCHIMICA DELLE FOGLIE DI ZOSTERA MARINA L. E DEL SUBSTRATO
DettagliBANDI DI GARA PER LAVORI PUBBLICI: NEGATIVI I PRIMI UNDICI MESI DEL 2016
Direzione Affari Economici e Centro Studi BANDI DI GARA PER LAVORI PUBBLICI: NEGATIVI I PRIMI UNDICI MESI DEL 2016 Il mercato dei lavori pubblici in Italia, nel corso del 2016, è stato caratterizzato da
DettagliBALNEABILITA del Friuli Venezia Giulia ANNO 2017
BALNEABILITA del Friuli Venezia Giulia ANNO 2017 Lignano Sabbiadoro, 11 Agosto 2017 Luigi Del Zotto Delibera di Giunta Regionale n.2386 del 09 dicembre 2016 La Regione FVG in accordo con ARPA-FVG ha classificato
DettagliANALISI CLIMATICA DELL ESTATE 2017
Provincia Autonoma di Trento METEOTRENTINO REPORT ANALISI CLIMATICA DELL ESTATE 2017 Dipartimento Protezione Civile Servizio Prevenzione Rischi Ufficio Previsioni e Pianificazione Via Vannetti, 41-38100
DettagliDeflusso minimo vitale: il caso del Friuli Venezia Giulia. G. Favrin, V. Stocca, G. Mattassi
Workshop: «Dal DMV al flusso ecologico: stato dell arte nel distretto padano ed esigenze future di rilevanza europea» Deflusso minimo vitale: il caso del Friuli Venezia Giulia G. Favrin, V. Stocca, G.
DettagliBollettino Meteo-Mareografico
Dipartimento Tutela Acque Interne e Marine Servizio Laguna di Venezia Bollettino Meteo-Mareografico Numero 1 - Gennaio 211 San Polo, 5-3125 Venezia Tel: 41 522555 / 5235895 - Fax: 41 522521 Segreteria
DettagliIstituto per lo Studio degli Ecosistemi Sede di Verbania
Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto per lo Studio degli Ecosistemi Sede di Verbania Ricerche sull evoluzione del Lago Maggiore Aspetti limnologici RAPPORTO SULLO STATO DI AVANZAMENTO DELLE RICERCHE
DettagliStime costi annuali per la società legati all erosione a livello europeo (SEC (2006) 1165)
Premessa: Questa presentazione ha lo scopo di illustrare, in modo estremamente semplificato, le cause di degradazione del suolo, così come esse sono state individuate dalla Soil Thematic Strategy dell
DettagliDEFINIZIONE DELL ALGORITMO DI CALCOLO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA
DEFINIZIONE DELL ALGORITMO DI CALCOLO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA DANIELA IERVOLINO Regione Friuli Venezia Giulia TOLMEZZO 5 maggio 2015 Linee di indirizzo Corsi d acqua/tratti
DettagliSituazione della qualità dell aria relativa al verificarsi di Wind Days
Sede legale ARPA PUGLIA Corso Trieste 27, 70126 Bari Agenzia regionale per la prevenzione Tel. 080 5460111 Fax 080 5460150 e la protezione dell ambiente www.arpa.puglia.it C.F. e P.IVA. 05830420724 Direzione
DettagliDipartimento Provinciale di Treviso DELL ARIA NELLA PROVINCIA DI TREVISO. Comune di Asolo
Dipartimento Provinciale di IL MONITORAGGIO DELLA QUALITA DELL ARIA NELLA PROVINCIA DI TREVISO Comune di Periodi di indagine: 18 Febbraio 5 Marzo 2003 (semestre freddo) 21-26 Marzo 2006 (semestre freddo)
DettagliRELAZIONESU CONDIZIONI METEOAMBIENTALI E PRIMI DATI QUALITA DELL ARIA A SEGUITO DELL INCENDIO DI CASALNUOVO 18-19 LUGLIO 2016
RELAZIONESU CONDIZIONI METEOAMBIENTALI E PRIMI DATI QUALITA DELL ARIA A SEGUITO DELL INCENDIO DI CASALNUOVO 18-19 LUGLIO 2016 Attività dell ARPAC A seguito dell incendio che si è sviluppato a partire dalle
DettagliParte VII 1 La componente geologica, idrogeologica e sismica
1 1 Inquadramento climatico 1.1 Il clima del territorio di Giussano Parte VII 1 La componente geologica, idrogeologica e sismica Il territorio del Comune di Giussano, ricade nel cosiddetto mesoclima padano,
DettagliVariazioni delle concentrazioni di nutrienti e dei flussi di sedimentazione nella parte centrale della laguna di Venezia
Biologia Ambientale, 18 (2): 11-18, 24 Variazioni delle concentrazioni di nutrienti e dei flussi di sedimentazione nella parte centrale della laguna di Venezia Adriano Sfriso *, Chiara Facca, Sonia Ceoldo,
DettagliProcedure di controllo qualità del plancton
Procedure di controllo qualità del plancton a cura di Iole Di Capua, Maria Grazia Mazzocchi, Isabella Percopo, Diana Sarno e Adriana Zingone Controllo di qualità del plancton (fitoplancton e mesozooplancton)
DettagliCORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA PER L AMBIENTE ED IL TERRITORIO
CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA PER L AMBIENTE ED IL TERRITORIO DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CHIMICA, DEI MATERIALI E DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE TESI DI LAUREA Analisi dei dati di due campagne
DettagliEffetti ecologici delle fluttuazioni di livello nel Lago Maggiore
Effetti ecologici delle fluttuazioni di livello nel Lago Maggiore Cristiana Callieri, Roberto Bertoni e Mario Contesini CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Verbania Piena L.Maggiore 2000 22-9
DettagliIl turismo nel comune di Mantova
Il turismo nel comune di Mantova IN BREVE +24% gli arrivi di turisti italiani e stranieri nel 213 +6,1% le presenze; in calo la permanenza media che passa da 2,2 gg/vacanza nel 212 a 1,88 gg/vacanza nel
DettagliANALISI CLIMATICA DEL 2016
Provincia Autonoma di Trento METEOTRENTINO REPORT ANALISI CLIMATICA DEL 1 Dipartimento Protezione Civile Servizio Prevenzione Rischi Ufficio Previsioni e Pianificazione Via Vannetti, 1-31 Trento Tel. 1/977
DettagliElaborazione dati della qualità dell aria Provincia di Ravenna - Rapporto Figura Dislocazione delle stazioni meteorologiche
Elaborazione dati della qualità dell aria Provincia di Ravenna - Rapporto 1 3 - LE CONDIZIONI METEOROLOGICHE NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI RAVENNA 3.1 - Gli indicatori meteorologici per lo studio della
DettagliARPA PUGLIA Agenzia regionale per la Prevenzione Tel. 08 e la Protezione dell ambiente. CENTRO REGIONALE ARIA c/o DS ARPA
Oggetto: Valutazione metalli (As,, e ) e Benzo(a)pirene nel PM0 ex D.Lgs. 55/200 ANNO 203 - Lecce-Via (Rete Comune di Lecce) e S.M. Cerrate (RRQA) Il 29/04/204 e il 06/04/204, sono stati trasmessi da parte
Dettagli(Elaborazioni grafiche a cura di G. Bonafè - ARPA - SIMC)
Elaborazione dati della qualità dell aria Provincia di Ravenna - Rapporto 21 3 - LE CONDIZIONI METEOROLOGICHE NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI RAVENNA (Elaborazioni grafiche a cura di G. Bonafè - ARPA
Dettagli