COMUNICATO STAMPA a cura di OGS ed ARPA FVG

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Ottaviano Martina
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1 COMUNICATO STAMPA a cura di OGS ed ARPA FVG Il 20 aprile 2012, presso la sala Tessitori della Regione Friuli Venezia Giulia, si è svolto il workshop Effetti della bora sull Adriatico settentrionale: l evento dell inverno 2012, organizzato dall Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste, a cui hanno partecipato esperti di meteorologia, oceanografia, biologia marina e della pesca provenienti dalla Slovenia, dal Veneto, dall Emilia Romagna e dalle Marche. Tra le Istituzioni presenti vi erano rappresentanti delle Agenzie Regionali per la Protezione dell Ambiente del Friuli Venezia Giulia e dell Emilia Romagna, dell Istituto Nazionale di Biologia della Slovenia, dell Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale di Chioggia, dell Istituto di Scienze Marine di Trieste, Venezia e Bologna e dell Area Marina Protetta di Miramare. E stato definito il quadro generale a livello di bacino Nord Adriatico e la situazione meteorologica che ha determinato il prolungato afflusso di masse d aria fredda dalla Russia continentale tra il 29 gennaio ed il 13 febbraio scorso. Ad inizio febbraio la concomitanza di un area di bassa pressione, interessante il Mediterraneo Occidentale ed alimentata da correnti d aria polare, e dell anticiclone Russo-Siberiano posizionato sull Europa Nord-Orientale, ha favorito l afflusso sul Nord Adriatico di masse d aria gelide e forti venti di Bora. Gli afflussi di aria fredda hanno causato un rapido decremento della temperatura superficiale del mare, che è diminuita dai 9-10 C di fine gennaio ai 4-5 C di inizio febbraio. Il raffreddamento ha interessato tutto l Adriatico Settentrionale, ma i minimi termici (<3 C) si sono avuti nelle acque poco profonde caratterizzanti la costa Nord-Occidentale italiana. Le aree lagunari hanno presentato, inoltre, vaste aree ghiacciate. L evento di Bora, con raffiche superiori a 97 km/h per 15 giorni consecutivi, è da considerarsi eccezionale così come il raffreddamento che hanno subito le masse d acqua del Nord Adriatico. Nel bacino si sono formate acque a densità estremamente elevata, generate dall azione di raffreddamento e di evaporazione su masse d acqua che presentavano già un elevata concentrazione salina a causa degli scarsissimi apporti di acque fluviali dei mesi precedenti. Il raffreddamento è stato intenso e repentino, con una diminuzione della temperatura del mare di oltre 5 C nell arco di pochi giorni, causando la moria di alcune specie particolarmente sensibili, quali mormore, pagelli, ombrine, canocchie, seppie; lungo le coste dell Emilia Romagna sono state ritrovate spiaggiate numerose tartarughe marine. In particolare, per quanto riguarda il Golfo di Trieste, in prossimità di banchine e moli, sono osservate morie di mormore (Lithognathus mormyrus), ombrine (Umbrina cirrosa) e pagelli (Pagellus erythrinus). A fine febbraio, lungo il litorale friulano sono stati ritrovati cefali (Mugilidae) morti soprattutto sul fondale al largo di Grado, ed esemplari di gronghi (Conger conger) spiaggiati sul litorale lignanese, già in via di degradazione. Le immersioni subacquee effettuate nell Area Marina Protetta di Miramare hanno rivelato, nel mese di marzo, la notevole presenza di ricci morti e sbiancati e di anemoni marini (Anemonia sulcata) con i tentacoli completamente richiusi all interno della suola pedale. In generale le specie epibentoniche ed i pesci quali blennidi e gobidi hanno manifestato sintomi di intorpidimento dovuto al fenomeno. E probabile, invece, che gli organismi bentonici che vivono infossati nel sedimento non siano stati particolarmente colpiti dalle acque fredde dei fondali del Golfo di Trieste. Comunque le osservazioni sugli effetti biologici sono appena all inizio, in quanto solo nei prossimi mesi si potranno valutare le conseguenze sulle specie di interesse commerciale. La situazione meteorologica ed oceanografica dell inverno 2012 presenta molte analogie con alcuni eventi osservati precedentemente, come quelli del febbraio 1956 e In quest ultimo caso lo studioso Aristocle Vatova, direttore dell Istituto di Biologia Marina di Rovigno, descrisse il forte raffreddamento subito dalle acque dell Alto Adriatico e i suoi effetti sulla ittiofauna, che mostrano molte analogie con le osservazioni attuali. Morie e spiaggiamenti di organismi marini avvennero lungo la costa dell isola di Pago ed in altre località della Dalmazia, nel Golfo di Trieste, nella laguna di Marano e Grado, nella laguna di Venezia e lungo i litorali dell Emilia Romagna.

Cladocora cespitosa con polipi rientrati nella

2 Anemonia viridis sbiancata per l assenza delle alghe simbionti dovuta alla bassa temperatura Cladocora cespitosa con polipi rientrati nella struttura calcarea a causa delle basse temperature

3 Probabile film batterico che degrada una spugna morta Sphaerechinus granularis in forte stato di stress dovuto alla bassa temperatura

4 Anemonia viridis con i tentacoli richiusi all interno della suola pedale a causa della bassa temperatura Diminuzione della temperatura del mare tra gennaio e febbraio 2012 presso la Piattaforma Acqua Alta del CNR di Venezia.

5 28 Temepratura ( C) dell'acqua marina a -17 m stazione LTER C1 OGS Variazioni mensili della temperatura dell acqua marina a -17 metri nel golfo di Trieste.

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