Convergenze africane nel territorio di Nora (Sardegna meridionale)
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- Costanza Rossi
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1 Cristina Nervi Convergenze africane nel territorio di Nora (Sardegna meridionale) Abstract Si propone uno spaccato dei molteplici influssi dell Africa sul territorio di Nora in epoca romana con collegamenti alla fase fenicia e punica della città, indicando possibili rilevanze derivanti dalle fonti, dalla toponomastica, dalla morfologia del territorio e dallo studio delle ceramiche; le osservazioni che ne derivano sono di carattere sociale, economico, politico, storico ed economico e si prefiggono di fornire nuovi spunti per future discussioni critiche delle argomentazioni. Parole chiave: Nora, ricognizione, influssi africani, considerazioni socioeconomiche, effetti storico-politici. La collocazione geografica della città di Nora ha creato, a partire dall epoca fenicia fino a quella romana e post-romana, il substrato favorevole a una cultura multietnica con influssi provenienti da terre vicine e anche molto lontane. In epoca punica a partire dal V a.c., ma in particolar modo nel IV a.c. 1 la città assume un nuovo assetto di carattere politico ed economico, in cui Cartagine riveste un ruolo egemone 2, che modifica l aspetto urbanistico dell insediamento e il rapporto con il suo territorio; è in quest epoca che il comprensorio si espande e vede sorgere di insediamenti legati allo sfruttamento delle risorse agricole 3 e minerarie 4. La crescita della città rende indispensabile * Cristina Nervi, PhD, Università degli Studi di Genova. 1. Cartagine esercita un forte controllo sullo sfruttamento economico e sulla gestione delle risorse di Nora: FINOCCHI (2000), p BONDÌ (2006), p La città di Neapolis (OR) e il suo territorio presentano analogie per l influenza cartaginese e per l impulso dato allo sviluppo dell entroterra: GARAU (2006), p BOTTO, MELIS, RENDELI (2000), p. 264; i Cartaginesi obbligarono i Sardi al taglio di ogni albero da frutto, infliggendo, quale sanzione per la trasgressione, la pena di morte: PSEUDO ARIST., mir. auscult., FINOCCHI (2002), pp L Africa romana XIX, Sassari 2010, Roma 2012, pp
2 1886 Cristina Nervi un territorio che fornisca il necessario approvvigionamento e ne permetta lo sviluppo. Si assiste, pertanto, a un occupazione dello spazio extraurbano, attraverso una serie di fattorie che permettono il controllo e la coltivazione razionalizzata dell estensione agraria 5. L epoca romana 6 ricalca un simile assetto amministrativo del territorio: sorgono una serie di villae con funzione latifondistica, che raggiungono il massimo del proprio sviluppo in epoca imperiale. Avviene una graduale e capillare occupazione della zona finalizzata allo sfruttamento agrario e minerario delle risorse 7. Rame e ferro vengono estratti da miniere, di cui si sono trovate tracce attraverso la presenza di scorie in particolar modo nel settore nord-occidentale e a ridosso dell abitato. Lo sfruttamento del territorio del minicipium di Nora è legata allo sviluppo della città, che attorno al II-III d.c. attiva una riorganizzazione dello spazio pubblico con l edificazione o l ampliamento del teatro 8, delle terme 9 e del foro 10. Il massimo incremento di siti nell entroterra si registra tra II e III d.c. in concomitanza con l ascesa della città. I frammenti ceramici afferenti all epoca romana rinvenuti nel corso della ricognizione del territorio norense 11 hanno condotto a 5. FINOCCHI (2002), pp La Sardegna diviene provincia romana nel 227 a.c.; a partire dal I a.c. Nora subisce una serie di mutamenti amministrativi e urbanistici: infatti la città punica non prevedeva il foro, che viene edificato su un quartiere abitativo, nella zona a sud della città. Il foro di Nora venne impiantato nel a.c. BONETTO, FALEZZA, GHIOTTO, NOVELLO (2009), II, p. 249 e monumentalizzato nel corso del III d.c. (ivi, p. 327). 7. Anche a Neapolis l occupazione del territorio ricalca l impianto e lo sfruttamento delle risorse di epoca punica: GARAU (2006), pp. 271, 292, 303, 308, 317, BEJOR (2000), p COLAVITTI (2002), pp e CANEPA (2003a), p Per uno studio completo del foro: BONETTO, FALEZZA, GHIOTTO, NOVELLO (2009). 11. A partire dal 1990 nel comprensorio di Nora è stata avviata una ricognizione estensiva, che ha portato alla copertura dell intero territorio afferente all antica città. Ad essa hanno contribuito le Università di Genova, Milano, Padova, Pisa, Venezia, Viterbo, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per le Province di Cagliari e Oristano; la direzione è stata affidata al dott. M. Botto e al prof. M. Rendeli (Università degli Studi di Sassari): ringrazio in particolare quest ultimo per la generosità scientifica, per l essere stato guida costante in ogni fase degli studi sul campo e in laboratorio. BOTTO, MELIS, RENDELI (2000), pp ; BOTTO, RENDELI (1994), pp ; IDD. (1998), pp ; FINOCCHI (2000), pp ; ID. (2002), pp ; GARAU, REN- DELI (2006), pp ; RENDELI (2003), pp. 9-22; ID. (2005), pp
3 Convergenze africane nel territorio di Nora 1887 numerose osservazioni riguardo non solo l economia, ma anche l occupazione del comprensorio, e hanno permesso di dedurre che Nora possedeva un forte controllo della zona ad essa retrostante, attraverso un sistema di insediamenti rustici, probabilmente il fulcro della macchina organizzativa del sistema latifondistico, che a loro volta amministravano fattorie di minore importanza 12. La città costituiva il punto di riferimento terminale di un sistema produttivo articolato e settorializzato. Va da sé che lo sviluppo del territorio segue l andamento storico-economico della città e ne ricalca le epoche di affermazione, incremento, crisi e decadenza, anche se per il V d.c. quando Nora diviene oggetto di incursioni vandaliche il territorio appare ancora vivo, quasi il suo evolversi divenisse indipendente dalla città, che precedentemente era fulcro delle attività 13 ; questo fatto si deve forse mettere in relazione alla nascita di nuclei insediativi che potrebbero costituire in fieri i futuri centri medievali 14. Ogni villa comprendeva all interno del proprio dominio agricolo una quantità di strutture di minori dimensioni, che permettevano di parcellizzare il lavoro e di facilitarne lo sviluppo nell intera filiera. Si aggiunga che non tutto il paesaggio risulta essere omogeneo: alcune terre sono più facilmente coltivabili e altre presentano problematiche relative alla scarsa resa del terreno 15. Il settore nordoccidentale del comprensorio presenta suoli più fertili e quindi da sempre sfruttati estensivamente per l origine alluvionale dei terreni, estremamente adatti alla coltivazione. Occorre osservare che probabilmente in epoca romana l idrografia era maggiormente sviluppata e complessa di quella attuale 16 e ciò agevolava la coltivazione, più di quanto non possa apparire attualmente. Il tracciato viario di epoca romana ripercorre presumibilmente 12. RENDELI (2003), p GARAU, RENDELI (2006), pp ; GARAU (2007), pp Un esempio analogo può essere ritrovato nella villa individuata a Ruoti (Potenza) in Località San Giovanni: SMALL (1999), pp ; SMALL, BUCK (1994), VOLPE (1996), pp Nel corso del V d.c., nella fase di decadenza imperiale, si assiste a un fiorire economico e a un espansione dell insediamento rurale. 14. RENDELI (2005), p RENDELI (2003), p. 19; FINOCCHI (2002), pp FINOCCHI (2002), pp
4 1888 Cristina Nervi quello già impostato in epoca punica 17 : un asse viario permetteva il collegamento di Nora a Cagliari 18, attestazioni epigrafiche attestano la strada da Nora a Bithia verso Sulci, mentre studi recenti documentano l asse viario costiero della Sardegna 19. Si rileva la possibile presenza di percorsi che nonostante la difficoltà derivante dalla morfologia del territorio collegavano il centro abitato con il proprio entroterra, in particolare verso le zone maggiormente sfruttate e ricche di insediamenti, sia agricoli che minerari. Lo studio dei materiali ha consentito di individuare numerosi contatti, con la cultura punica, così radicata nella società norense da tramandare in epoca ciceroniana 20 un Bostare, nome di chiara derivazione punica; il dato testimonia che all interno della città romana fossero presenti persone di origine africana, o forse che parte della cittadinanza nonostante la romanizzazione permanesse di etnia punica. A ulteriore comprova del sincretismo punico-romano si tengano presenti anche un iscrizione in lingua latina, ma in caratteri punici 21, e il nome cartaginese Aristo latinizzato in un epigrafe rinvenuta nel foro 22. Questo elemento di mediazione culturale a livello etnico e sociale viene avvalorato dallo studio della ceramica comune rinvenuta nel corso della ricognizione 23. Esistono tra le forme attestate in epoca romana alcune tipologie di olle di chiara derivazione punica 24 : evidentemente, in questo caso, l elemento tradizionale locale, di origine africana, è prevalso su quello prettamente romano e ha costruito una continuità nella produzione delle forme dei contenitori, le quali per tradizione d uso costituiscono un continuum che 17. FINOCCHI (2002), pp L arteria verso Cagliari è documentata da miliari che indicano Nora come caput viae: CIL X, , L Itinerario Antoniniano (85, 2 e 3) riporta la distanza di ventidue miglia da Cagliari a Nora e di sessantanove miglia da Sulcis a Nora. La via che univa Nora a Bithia è testimoniata da un epigrafe (ILSard, 1, 370). 19. MASTINO (2005), pp , 373, 374, 381, CIC., VI, L iscrizione è incisa sul fondo di una forma di sigillata tardo-italica: TRON- CHETTI (2008), p BONETTO, BUONOPANE (2005), pp Dato confermato dai reperti di Neapolis: GARAU (2006), p L olla punica da cui trae origine questo tipo romano è riconducibile a fine IV-III a.c.: TRONCHETTI (1992), p. 116; CAMPANELLA (1999), p. 34; CANEPA (2003b), pp ; GARAU (2006), pp. 266, 268, 276; BONETTO, FALEZZA, GHIOTTO, NOVEL- LO (2009), II, pp
5 Convergenze africane nel territorio di Nora 1889 attraversa due diverse facies culturali, proprio per la predominanza del fattore funzionale della ceramica comune, che non tiene conto di sovrastrutture culturali, ma si basa essenzialmente sulla praticità e sulla funzionalità dell oggetto in sé 25. L origine punica di Nora è presente nella città romana e indubbiamente ne favorisce i contatti commerciali, creando rapporti con le coste africane, che a partire dall epoca imperiale sostituiscono, per la produzione ed esportazione di merci altre zone del dominio romano, che in precedenza erano molto affermate 26. Roma, sovrapponendosi al precedente tessuto punico, non diminuisce l importanza della città all interno dei contatti commerciali, sfrutta e naviga su rotte da e verso le coste africane, così come aveva fatto Cartagine. Tra i reperti anforici della ricognizione si identifica una svariata gamma di tipi di produzione africana che testimoniano i numerosi scambi commerciali tra Nora e il continente africano. Olio, vino, garum e altre merci giungevano al territorio della città attraverso rotte note e collaudate sin dall epoca fenicia 27. Nora costituiva la testa di ponte tra Africa e Spagna 28 : l abitato non poteva che avvantaggiarsi economicamente di tale posizione e divenire così approdo indispensabile nel corso della navigazione. Lo sviluppo economico della città di Nora ha incrementato quello agricolo del territorio, che vede il suo apice attorno al II-III d.c., quando Roma risulta essere dominatrice incontrastata dei mari, e consolidati legami con l Africa contribuiscono a conferire al territorio di Nora, ben strutturato, organizzato e produttivo, una condizione florida La tradizione punica trasmessa a forme ceramiche di epoca romana è avvalorata anche dallo studio del materiale di Neapolis: GARAU (2006), pp. 266, fig , 292, 303, 308, 321, in cui si rileva la difficoltà di discernere forme puniche o romane in particolare nell epoca tra III e II a.c. 26. Per gli influssi africani sulla città di Nora si veda TRONCHETTI (2008), pp Nora fenicia era una colonia di tipo commerciale FINOCCHI (2002), pp come altre città sarde, ad esempio Neapolis, GARAU (2006), pp. 299, Si ricordi la leggenda di Norace, mitico fondatore di Nora e proveniente dalla spagnola Tartesso (PAUS., X, 17, 5; SOL., IV, 1). Il legame tra Africa, Sardegna e Penisola iberica era evidentemente attestato già in epoca arcaica, tanto da farne scaturire una leggenda. 29. I dati emersi dall area C di Nora, in contesto urbano, confermano il ruolo egemone rivestito dalle coste nord-africane all interno dei commerci norensi, in particolare dalla Proconsolare, dalla Zeugitania e dalla Bizacena: PICCARDI (2003), p. 222.
6 1890 Cristina Nervi Attraverso lo scambio di merci primarie olio, garum e vino viaggia tutta quella merce definita parassita, e con essa le ceramiche fini da mensa: la sigillata africana, molto attestata nell intera isola, tra i frammenti della ricognizione trova un amplissima diffusione di tipologia di forme. Tali forme vengono impiegate all interno della villa, probabilmente nella parte riservata al dominus, che evidentemente godeva di un tenore di vita tanto elevato da poter utilizzare servizi pregiati provenienti dall Africa. Il padrone della villa, che può anche essere un liberto 30, segue le mode dei tempi e possiede una mensa raffinata ricca di bevande e condimenti africani serviti in suppellettili provenienti dalle zone più in voga. Le sue ricchezze sono cresciute con lo sviluppo economico della città di Nora, che costituisce l ambito di consumo, di stoccaggio ed esportazione dei suoi prodotti, ma preferisce consumare vino, olio e garum provenienti dal continente africano in gran quantità 31, forse per una ragione di tradizione, oppure semplicemente di status. La ceramica sigillata africana ha una così ampia diffusione e attestazione da indurre la cultura locale a imitarla nelle forme e nell aspetto esteriore. Si hanno così frammenti ceramici definiti di imitazione locale, che presentano tipi simili con impasto e vernici differenti, riferibili a un esame autoptico a produzione autoctona 32, probabilmente commerciata in ambito locale, di minor pregio, ma anche di minor costo: quest ultima viene impiegata quale ceramica fine in contesti meno agiati, che non hanno la possibilità di acquistare l originale africano. Si evince che il condizionamento estetico della sigillata africana è tale da indurre anche chi è meno abbiente a desiderare l impiego di un imitazione, piuttosto che ricorrere all utilizzo di ceramica differente nelle forme e nei tipi. È possibile che alcune di queste produzioni siano ascrivibili an- 30. È ipotizzabile, come a Neapolis, che tra III e II a.c. le villae appartenessero in alcuni casi ancora a proprietari punici e che gradatamente siano entrate in possesso dei Romani: GARAU (2006), p Dal II a.c. sino al III d.c. alle anfore africane si affiancano quelle iberiche: PICCARDI, NERVI (cds.). 32. Fenomeno riscontrabile a Neapolis (GARAU, 2006, p. 276) e in alcune produzioni locali di sigillata africana rinvenute nella fornace di Calle Tricarico (MT), secondo analisi archeometriche effettuate dall Università del Salento, Laboratorio di Chimica Analitica, Dipartimento di Scienza dei Materiali (G. Calia, C. Malitesta, I. Marchetta, R. A. Picca): DIGIUSEPPE (1998), pp
7 Convergenze africane nel territorio di Nora 1891 ch esse all ambito africano 33 ; si dedurrebbe, quindi, che le maestranze assolvevano l esigenza di due diversi tipi di mercato, il primo agiato e il secondo meno facoltoso. Considerazioni analoghe si possono fare sui reperti di africana da cucina. La tipologia offerta dal settore nord-occidentale del comprensorio è estremamente varia. Accanto alle importazioni di differenti sgranature qualitative attestate dalle analisi autoptiche, è facile lasciare aperto il campo all individuazione di produzioniimitazioni anche locali; la funzionalità è tale da indurre le maestranze a produrne una versione definibile come imitazione 34, che ricalca le forme e i tipi, verosimilmente utilizzate nelle cucine dei fattori. Il territorio di Nora costituisce una realtà multiforme legata alla città romana, ai suoi commerci verso l Africa, ma anche al suo passato punico, il quale affiora in aspetti che appaiono meno evidenti, ma non meno rilevanti, perché connessi a quel richiamo del sostrato culturale precedente mai dimenticato, sempre presente nella quotidianità, anche se nascosto dal velo di una società nuova, da una certa epoca in poi impostata, per molteplici aspetti, in maniera differente nelle sue strutture e sovrastrutture fondamentali. Bibliografia ALBANESE L., DE ROSA B. A. L. (2008), Nora, area C: problematiche e prospettive di studio sulla ceramica africana da cucina, in L Africa romana XVII, pp BEJOR G. (2000), L area del teatro, in C. TRONCHETTI (a cura di), Ricerche su Nora I (anni ), Cagliari, pp BONDÌ S. F. (2006), Mobilità delle genti nel Mediterraneo fenicio e punico: qualche riflessione, in L Africa romana XVI, pp BONETTO J., BUONOPANE A. (2005), Una nuova iscrizione dal Foro di Nora, «Quaderni Norensi», 1, pp BONETTO J., FALEZZA G., GHIOTTO A. R., NOVELLO M. (2009), Nora. Il foro romano. Storia di un area urbana dall età fenicia alla tarda antichità ( ), Padova. 33. Per le ceramiche di Neapolis è stata avanzata un ipotesi analoga: GARAU (2006), p Forme di imitazione locale di ceramica africana da cucina sono state rinvenute, forse, nel territorio di Neapolis: GARAU (2006), p. 34; si sospetta anche la presenza di produzioni africane di minor pregio (ivi, p. 43). Per alcuni reperti dallo scavo urbano di Nora cfr. ALBANESE, DE ROSA (2008), pp
8 1892 Cristina Nervi BOTTO M., MELIS S., RENDELI M. (2000), Nora e il suo territorio, in C. TRONCHETTI (a cura di), Ricerche su Nora I (anni ), Cagliari, pp BOTTO M., RENDELI M. (1994), Nora III. Prospezione a Nora 1993, «QSA- CO», 11, pp IDD. (1998), Progetto Nora. Campagne di prospezione , in L Africa romana XII, pp CAMPANELLA L. (1999), Ceramica punica di età ellenistica da Monte Sirai, (Collezione di Studi Fenici», 39), Roma. CANEPA C. (2003a), Nora: le Terme Centrali, in C. TRONCHETTI (a cura di), Ricerche su Nora II (anni ), Cagliari, pp CANEPA C. (2003b), Ceramica comune romana, in B. M. GIANNATTASIO (a cura di), Nora. Area C. Scavi , Genova, pp COLAVITTI A. M. (2002), Le Piccole Terme a Nora: proposta di rilettura, in L Africa romana XIV, pp DIGIUSEPPE H. (1998), La fornace di Calle di Tricarico: produzione e diffusione, in L. SAGUÌ (a cura di), Atti del Convegno in onore di J. W. Hayes (Roma, maggio 1995), Firenze, pp FINOCCHI S. (2000), Nuovi dati su Nora fenicia e punica, in C. TRONCHETTI (a cura di), Ricerche su Nora I (anni ), Cagliari, pp FINOCCHI S. (2002), Considerazioni sugli aspetti produttivi di Nora e del suo territorio in epoca fenicia e punica, «RStudFen», XXX, 2, pp GARAU E. (2006), Da Qrthdsht a Neapolis. Trasformazioni dei paesaggi urbano e periurbano dalla fase fenicia alla fase bizantina, Ortacesus. GARAU E. (2007), Disegnare paesaggi della Sardegna, Ortacesus. GARAU E., RENDELI M. (2006), Tra Africa e Sardinia: mobilità di merci e di genti (?) a Nora nella tarda antichità, in L Africa romana XVI, pp MASTINO A. (2005), Storia della Sardegna antica, Sassari. PICCARDI E. (2003), Anfore, in B. M. GIANNATTASIO (a cura di), Nora. Area C. Scavi , Genova, pp PICCARDI E., NERVI C. (cds.), Produzioni anforiche dalla Betica in Sardegna. Usi primari e secondari. Lo stato dei ritrovamenti, I Congreso International de la SECAH Ex officina Hispana (Cadiz, 3-4 marzo 2011). RENDELI M. (2003), Paesaggi norensi I, in Nora 2003, Pisa, pp RENDELI M. (2005), Paesaggi norensi II, «Quaderni Norensi», 1, Milano, pp SMALL A. M. (1999), La Basilicata nell età tardo-antica: ricerche archeologiche nella valle del Basentello e a San Giovanni di Ruoti, in L Italia meridionale in età tardoantica, Atti del XXXVIII Convegno di Studi sulla Magna Grecia (Taranto, 2-6 ottobre 1998), Taranto, pp SMALL A. M., BUCK R. J. (1994), The excavations of san Giovanni di Ruoti, I. The villas and their environment, Toronto-Buffalo-London.
9 Convergenze africane nel territorio di Nora 1893 TRONCHETTI C. (1992), Lo scavo di Via Brenta a Cagliari. I livelli feniciopunici e romani, «QSACO», 9, suppl. TRONCHETTI C. (2008), I rapporti di Nora con l Africa settentrionale, in L Africa romana XVII, pp VOLPE G. (1996), Contadini, pastori e mercanti nell Apulia tardo antica, Bari.
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