Gli interventi nella fase di insediamento Nei primi giorni di vita il tappeto

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1 Gli interventi nella fase di insediamento Nei primi giorni di vita il tappeto erboso è molto vulnerabile; in assenza di adeguate cure colturali la sua qualità e persistenza potrebbero essere seriamente compromesse. L obiettivo delle cure colturali che vengono effettuate durante la fase di insediamento è quello di aiutare il tappeto erboso a raggiungere lo stadio di maturità nel modo migliore ed il più rapidamente possibile. La concimazione Per consentire un effi cace insediamento del tappeto erboso è necessario rifornire il terreno di elementi nutritivi, indispensabili per una rapida crescita della vegetazione Concimazione. Subito dopo la semina si procede alla distribuzione di azoto e fosforo sotto forma di concime minerale a pronto effetto Irrigazione. È la pratica colturale più importante durante le prime settimane di vita del tappeto erboso: per favorire la germinazione dei semi è necessario mantenere umido il terreno con irrigazioni leggere e frequenti distribuendo poca acqua ben polverizzata mente invaso da specie infestanti che si possono accrescere liberamente senza alcuna competizione. La diffusione di specie infestanti nei primi giorni di vita del tappeto erboso rappresenta un danno difficilmente rimediabile. Proprio per evitare la diffusione di queste specie, si ricorre spesso al miscuglio, ossia alla distribuzione di più specie, di cui almeno una è in grado di insediarsi rapidamente. L irrigazione È la pratica colturale più importante durante le prime settimane di vita del tappeto erboso Dopo aver distribuito il seme bisogna mantenerlo umido con irrigazioni leggere e frequenti. L acqua che raggiunge il terreno deve essere poca e ben polverizzata; è necessario quindi regolare gli ugelli degli irrigatori e la pressione d uscita dell acqua in modo da nebulizzare il getto per evitare l impatto delle gocce d acqua sul terreno. Bisogna inoltre evitare che si verifichi lo scorrimento superficiale dell acqua che determina lo spostamento del seme dal punto in cui era stato collocato con la se- Irrigazione. Con l irrigazione occorre evitare che si verifi chi lo scorrimento superfi ciale dell acqua che determina lo spostamento dei semi dai punti in cui erano stati collocati con la semina verso i microavvallamenti del terreno (a sinistra). Tale situazione comporta una nascita difforme dell erba e il prato presenterà zone più dense alternate a spazi radi o addirittura privi di vegetazione (a destra) Al fine di favorire una rapida crescita iniziale della vegetazione, subito dopo la semina si procederà alla distribuzione di azoto e fosforo sotto forma di concime minerale a pronto effetto, come ad esempio il nitrato ammonico e il perfosfato minerale. La dose di concime deve essere determinata in base alla dotazione del terreno di tali elementi; di norma però, in terreni mediamente dotati, vengono distribuiti circa 5 grammi di azoto e 7-8 grammi di fosforo per metro quadrato (pari a 2 kg di nitrato ammonico-26 e a 3,7-4,3 kg di perfosfato minerale-19 per 100 metri quadrati). Dopo la semina, il terreno rimane privo di vegetazione per un certo periodo di tempo; il numero di giorni che intercorrono tra la semina e la nascita delle piantine può variare da una sino a tre settimane, a seconda della specie utilizzata. Alcune specie, come ad esempio Lolium perenne, sono in grado di germinare dopo soli 5-6 giorni dalla semina; altre invece, come ad esempio Poa pratensis, richiedono anche 20 giorni. La velocità di germinazione è un fattore da non sottovalutare; quando il terreno è privo di vegetazione, infatti, viene facilmina. Tale situazione comporta una perdita di uniformità, perché una quantità maggiore di seme si concentra nei microavvallamenti del terreno; per effetto di ciò il tappeto erboso presenterà zone più dense che si alternano a spazi radi o addirittura privi di vegetazione. Lo scorrimento superficiale dell acqua è responsabile anche di una disomogeneità di distribuzione delle singole specie che compongono il miscuglio. Ciò si verifica quando semi di piccole dimensioni sono mescolati a semi più grandi; i semi piccoli, infatti, essendo più leggeri, vengono più facilmente veicolati dall acqua rispetto a quelli grandi. Il danno prodotto dalla eccessiva somministrazione di acqua è maggiore quando per la semina si utilizzano i distributori a caduta verticale o a distribuzione centrifuga, piuttosto che quando si impiega la seminatrice. Con la seminatrice, infatti, il seme viene parzialmente interrato e quindi è più difficile allontanarlo dalla sua sede. Infine, l eccesso di acqua può favorire la diffusione delle eventuali infestanti che, nei giorni successivi alla semina, sono le sole piante in grado di sfruttare l acqua presente nel terreno. In caso di semina primaverile, la somministrazione giornaliera di acqua deve continuare anche dopo la nascita delle nuove piantine per almeno una settimana; successivamente, il regime irriguo subirà un graduale cambiamento, che prevede la diminuzione della frequenza e l aumento dei volumi d acqua da distribuire. Questo nuovo programma di irrigazione serve per mantenere umidi gli strati profondi del terreno, mentre quelli più superficiali hanno il tempo necessario per asciugarsi. Tali condizioni favoriscono lo sviluppo di un apparato radicale denso e profondo in grado di utilizzare l umidità che il terreno conserva in SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/

2 Effetto dell irrigazione sull apparato radicale. 1-Poca acqua distribuita frequentemente (ogni 1-2 giorni) condiziona lo sviluppo dell apparato radicale che tende a svilupparsi in superfi cie. 2-Molta acqua distribuita ad intervalli di tempo lunghi (6-7 giorni) favorisce lo sviluppo di un apparato radicale denso e in grado di utilizzare l umidità presente negli strati profondi: le piante possono così affrontare al meglio le elevate temperature e la siccità che caratterizzano il periodo estivo 1 Primo taglio del tappeto erboso. Un prato costituito da specie microterme dovrebbe essere tagliato a 4-5 cm di altezza; pertanto, quando l erba ha raggiunto un altezza di circa 7 cm, se ne devono asportare circa 2-2,5 cm 7 cm profondità, permettendo alle piante di affrontare nel migliore dei modi il periodo estivo caratterizzato da elevate temperature e siccità. È difficile comunque stabilire con esattezza la quantità da distribuire ad ogni intervento; molti sono, infatti, i fattori che influenzano la richiesta di acqua: la specie, la temperatura e le caratteristiche del terreno. Il programma di irrigazione va condotto in modo da arrivare gradualmente alla quantità di circa mm di acqua, da distribuire all occorrenza, quando la vegetazione dà segno di sofferenza. Il sintomo più evidente di tale sofferenza è rappresentato dal ripiegamento delle foglie. Se la semina è eseguita in autunno, invece, dopo una somministrazione giornaliera d acqua per garantire la rapida germinazione, non sono richiesti ulteriori apporti di acqua salvo casi eccezionali (mancanza prolungata di precipitazioni). In questo periodo, infatti, il terreno conserva a lungo l umidità ed inoltre le piante si apprestano ad affrontare un periodo fresco e umido. L insediamento delle specie macroterme è considerato più facile rispetto a quello delle microterme, perché avviene nel periodo estivo (giugno-luglio) quando le condizioni sono ottimali per la crescita di queste piante. Anche le specie macroterme, comunque, richiedono un programma di irrigazione accurato. Poiché la semina avviene solitamente nel mese di maggio, quando le temperature sono già elevate, è necessario provvedere alla distribuzione giornaliera di acqua per l inumidimento del seme, con gli stessi accorgimenti visti per le specie microterme. Dopo che è avvenuta la germinazione è necessario somministrare acqua a giorni alterni per circa giorni. Se invece la semina viene effettuata ad inizio primavera (Cynodon dactylon) non è necessario bagnare il seme: la germinazione avverrà quando le temperature lo permetteranno (15 C nel terreno). In questo caso non è prevista nemmeno l irrigazione dopo l emergenza, poiché le piante nasceranno prima del grande caldo quando l acqua nel terreno è ancora sufficiente per garantirne la sopravvivenza. I primi tagli L esecuzione corretta dei tagli durante la fase di insediamento consente all erba di rafforzarsi e di assumere un portamento prostrato che le permette di sopportare meglio i tagli successivi Il tappeto erboso raggiunge la maturità dopo almeno 2-3 tagli. È proprio il taglio, infatti, che consente alla vegetazione di coprire rapidamente il terreno. Le specie che traggono maggior vantaggio dal taglio sono le specie cespitose, come ad esempio Lolium perenne cm Que ste infatti, per effetto del taglio, sono stimolate ad accestire, ossia a produrre nuovi fusti dalla base della pianta che consentono di aumentare rapidamente la copertura vegetale. Il taglio è invece meno importante per le specie stolonifere che riescono rapidamente a colonizzare tutti gli spazi vuoti. Queste specie, infatti, producono delle ramificazioni laterali, dette «stoloni», in grado di accrescersi lateralmente sulla superficie del terreno e di produrre nuove ramificazioni con analoghe caratteristiche. Decidere quando e come effettuare il primo taglio non è facile. Durante la fase di insediamento le piante sono particolarmente sensibili al danno da taglio. Le giovani piante se sottoposte ad un taglio molto basso subiscono un trauma a volte irreversibile a causa della perdita di gran parte dei tessuti fogliari in grado di svolgere la fotosintesi. Di norma bisogna asportare non più di un terzo dell altezza dell erba, quindi è necessario basarsi sull altezza che l erba dovrà avere dopo il taglio, che dipende da molti fattori e soprattutto dalla funzione che il manto erboso deve svolgere. Un tappeto erboso nel giardino di casa, costituito da specie microterme, dovrebbe essere tagliato a 4-5 cm di altezza; quindi, quando l erba ha raggiunto un altezza di circa 7 cm si effettua il primo taglio asportando circa 2-2,5 cm. L esecuzione corretta dei tagli durante il primo periodo di vita del tappeto erboso, aiuta le piante a rafforzarsi e ad assumere un portamento prostrato che consente loro di sopportare meglio i tagli anche quelli bassi. Le specie macroterme vengono di norma tagliate ad un altezza inferiore rispetto alle specie microterme. Ad esempio un tappeto erboso di Cynodon dactylon va tagliato a 2,5-3 cm, pertanto il taglio deve essere eseguito quando la vegetazione ha raggiunto una altezza di circa 4 cm. * * * Infine, ricordiamo che un tappeto erboso di nuova formazione non deve essere calpestato sino al raggiungimento della maturità. Generalmente, per le specie microterme, devono trascorrere 2-3 mesi dall emergenza prima che il tappeto erboso possa essere calpestato. Se la semina è stata eseguita nel mese di settembre è possibile utilizzare il manto erboso nella primavera successiva, se invece la semina è stata eseguita in primavera (marzo-aprile) bisognerà aspettare il mese di agosto. Il tappeto erboso di Cynodon dactylon, invece, data la sua elevata resistenza all uso, può essere calpestato già poche settimane dopo l emergenza. 20 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007

3 Il «prato in rotoli»: una valida alternativa alla semina La semina non è l unico modo per realizzare un tappeto erboso; una possibilità alternativa è data dal «sodding». Si tratta di una tecnica utilizzata da tempo nei paesi anglosassoni che prevede l impiego di un tappeto erboso precoltivato, maturo, che viene trapiantato su superfici nude. È conosciuta come «prato in rotoli» perché le zolle erbose che vengono raccolte nel luogo di coltivazione sono di forma rettangolare e vengono conservate e trasportate in rotolo. I vantaggi e i limiti del «prato in rotoli» Il «prato in rotoli» è costituito da zolle erbose di forma rettangolare che vengono raccolte nel luogo di coltivazione e che vengono conservate e trasportate in rotolo La tecnica del «prato in rotoli» è gradita alla maggior parte delle persone perché veloce e sicura e perché può essere utilizzata per qualsiasi tipologia di tappeto erboso I vantaggi derivanti dall impiego del prato in rotoli possono essere così sintetizzati: si può realizzare il tappeto erboso in qualsiasi momento della stagione vegetativa; si può insediare il prato in terreni anche difficili dove il seme può avere difficoltà di attecchimento (pendenze, zone molto calpestate ecc.); il manto erboso è utilizzabile dopo sole tre-quattro settimane dall impianto; non bisogna attendere la fase di insediamento prima di vedere il risultato finale; vengono eliminati i rischi derivanti dall utilizzo di seme di scarsa qualità; è possibile valutare la qualità del manto erboso prima della sua realizzazione; la delicata fase di insediamento è affidata al produttore. Nonostante esistano numerosi vantaggi rispetto alla semina, la realizzazione del tappeto erboso in rotoli non significa la completa eliminazione delle cure colturali. La preparazione del terreno, infatti, deve essere effettuata come se si dovesse seminare il tappeto erboso: si deve cioè lavorare superficialmente il terreno e rullarlo in modo da ottenere una superficie perfettamente livellata. La presenza di ondulazioni infatti può rendere difficile il contatto delle radici con il terreno e quindi compromettere la sopravvivenza delle zolle erbose. Si deve eseguire una rullatura con terreno umido, utilizzando rulli leggeri (30-40 kg) e possibilmente di grandi dimensioni che consentono di ridurre al minimo il rischio di compattamento del terreno. Tappeto erboso in rotoli dopo la raccolta di una striscia. La macchina raccoglie il manto erboso asportando solo pochi centimetri di terreno Raccolta a macchina delle zolle in un vivaio specializzato nella produzione di «prato in rotoli». Nel particolare il sollevamento delle striscie di tappeto ed il taglio in zolle rettangolari La posa delle zolle erbose sul terreno I rotoli si devono posare con cura, facendo combaciare perfettamente tutti i lati del rettangolo con quelli delle zolle vicine Dopo aver ordinato il materiale bisogna predisporre tutto affinché esso possa essere posato in tempi brevi. La superficie da inerbire, inoltre, deve essere mantenuta costantemente umida durante la posa delle zolle. Se la superficie che deve accogliere il manto erboso è di forma rettangolare o quadrata, la posa delle zolle avviene in modo semplice perché basta posizionare i rotoli uno di seguito all altro, partendo da un angolo e proseguendo linearmente in modo da formare una striscia d erba continua. Una volta ultimata la prima striscia, si procede a disporre i rotoli della striscia successiva in modo che le zolle non terminino negli stessi punti di quello della striscia precedente (vedi di- SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/

4 Messa in opera. 1-Dopo aver lavorato il terreno occorre passare più volte il rastrello per rompere i grumi, livellare la superfi cie e togliere i sassi e/o i detriti più grossolani. 2-Si passa quindi con un rullo leggero riempito d acqua o sabbia per preparare un fondo liscio e consolidato. Solo in questo modo il prato potrà aderire nel migliore dei modi. 3-A questo punto si srotolano semplicemente le zolle sulla superfi cie del terreno, accostandole per bene ed evitando di sovrapporle. 4-Per rifi nire bene il lavoro togliete le zolle marginali con un coltello o con un paio di robuste forbici. 5-Dopo la posa si deve effettuare una rullatura incrociando i passaggi in modo da far aderire le zolle al terreno ed eliminare anche le piccole irregolarità. 6-Infi ne occorre innaffi are abbondantemente e mantenere costantemente umido il prato per almeno due settimane segno in basso in questa pagina). Si devono posare i singoli rotoli con la massima cura, cercando di far combaciare perfettamente tutti i lati del rettangolo con quelli delle zolle vicine. 1 2 SÌ NO Per la posa delle zolle erbose basta posizionare i rotoli uno di seguito all altro in modo da formare una striscia d erba continua. Le zolle vanno posate in modo che non terminino nello stesso punto di quelle della striscia precedente. 1-Posizionamento corretto dei rotoli. 2-Posizionamento errato Nel caso in cui invece il giardino presenti forme più naturali, è preferibile individuare la forma geometrica (rettangolo o quadrato ecc.) che meglio si adatta al giardino escludendo le aree marginali delimitate da linee curve. Si procede inizialmente alla posa dei rotoli nell area centrale, di forma quadrata o rettangolare e successivamente si ricoprono le aree marginali tagliando le zolle in modo da adattarle perfettamente alle linee curve. Per l individuazione della forma geometrica che meglio si adatta al giardino si tracciano sul terreno con il gesso le linee che rappresentano i lati della figura geometrica cercando di sfruttare le linee rette già esistenti (vialetti, marciapiedi, siepi, muri dell abitazione ecc.). Se vi sono aree in pendenza, per garantire una maggiore stabilità del manto erboso, bisogna disporre le zolle con il lato più lungo parallelo alle curve di livello (vedi disegno in alto a pag. 23). Dopo aver riempito l intera superficie che è stata precedentemente delimitata, si procede a ricoprire le eventuali aree marginali irregolari rimaste vuote. La posa dei rotoli deve avvenire entro ore dalla raccolta. Se non si dovesse riuscire a completare la posa di tutti i rotoli nei tempi previsti, bisogna conser- 22 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007

5 varli in ambiente fresco e ventilato, mantenendo bagnata la parte esterna del rotolo, dove si trovano le radici, per evitare il disseccamento e lo sviluppo di malattie. Dopo la posa è necessario passare nuovamente con il rullo, al fine di favorire il contatto con il terreno sottostante; bisogna anche provvedere ad irrigare regolarmente il tappeto erboso per almeno due settimane. La distribuzione dell acqua deve avvenire immediatamente dopo la posa dei rotoli e la quantità di acqua deve essere sufficiente a inumidire anche gli strati profondi del terreno e non solo il cotico erboso. Per accertarsi che il terreno sia umido, dopo aver distribuito l acqua si inserisce in una zona d angolo un cacciavite: se l inserimento avviene agevolmente, significa che il terreno sottostante è sufficientemente umido, se invece il terreno oppone molta resistenza alla penetrazione, bisogna continuare ad irrigare per favorire l approfondimento dell apparato radicale. A causa della necessità di irrigazioni abbondanti è preferibile evitare la posa del tappeto erboso in rotolo durante i mesi più caldi, se però si è costretti a realizzare il giardino durante il periodo estivo, è meglio effettuare dei trattamenti fungicidi preventivi. Le alte temperature estive, infatti, associate all elevata umidità, favoriscono la diffusione di numerose malattie fungine (vedi a pagina 31 e 32). Prima della posa dei rotoli è consigliabile eliminare parte della terra presente sotto la zolla con un getto d acqua. Una zolla con poco terreno, infatti, consente un più facile attecchimento delle radici ed inoltre elimina eventuali problemi legati alle possibili differenze tra il terreno del luogo di coltivazione e Il risultato fi nale: un tappeto erboso realizzato con la tecnica del sodding, ovvero del «prato in rotoli» 1 pendenza SÌ Nelle aree in pendenza, per garantire una maggiore stabilità del manto erboso, bisogna disporre le zolle con il lato più lungo parallelo alle curve di livello. 1-Posizionamento corretto dei rotoli. 2-Posizionamento errato Dopo la posa dei rotoli è necessaria una rullatura, al fi ne di favorire il contatto delle zolle con il terreno sottostante 2 pendenza NO quello del giardino di provenienza. I problemi maggiori si verificano quando sopra un terreno sabbioso si pone un terreno costituito da particelle fini. Questa condizione favorisce il mantenimento dell umidità in superficie (nello strato precoltivato), rendendo più difficoltoso l attecchimento. Una volta effettuata la posa del tappeto erboso, lo si deve tagliare regolarmente, evitando di effettuare tagli troppo bassi, i quali riducono la crescita radicale ed impediscono alle zolle di ancorarsi perfettamente al terreno sottostante. Attualmente vengono coltivati tappeti erbosi di specie microterme che trovano grande possibilità di impiego per prati rustici. Maggiormente commercializzati sono quelli costituiti di Festuca arundinacea e Poa pratensis, oppure Lolium perenne e Poa pratensis; in molti casi è possibile trovare anche tappeti erbosi di sola Poa pratensis. Un tappeto erboso in rotoli richiede la presenza di una specie in grado di garantire resistenza e compattezza al cotico erboso che si raccoglie asportando solo pochi centimetri di terreno. Poa pratensis, grazie alla presenza di robusti rizomi sotterranei ed alla sua spiccata attitudine ad essere mescolata con le altre specie, è attualmente la più utilizzata nella produzione del tappeto erboso in rotoli. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/

6 Le tecniche colturali che permettono il controllo delle erbe infestanti Il tappeto erboso, come qualsiasi altra coltura, deve essere protetto dall ingresso di specie infestanti. La presenza di specie estranee al miscuglio di semina comporta principalmente una perdita di uniformità che riduce la qualità estetica del manto erboso. In alcuni casi la presenza di infestanti può compromettere anche la funzionalità del tappeto erboso. Un tappeto erboso ben gestito è in grado di proteggersi da solo dall invasione delle specie infestanti; ciononostante è molto difficile evitare completamente l ingresso della vegetazione erbacea spontanea. Se la presenza di vegetazione spontanea non pregiudica la funzionalità del manto erboso è preferibile cercare di convivere con essa piuttosto che instaurare una lotta indiscriminata. A questo scopo è necessario però conoscere le caratteristiche di queste specie: le infestanti non sono tutte uguali e soprattutto non procurano gli stessi danni al tappeto erboso. Per un campo da calcio, ad esempio, specie con fiori vistosi oppure con foglie che ostacolano il normale rotolamento della palla devono essere necessariamente eliminate. Nel giardino di casa, invece, molte specie dicotiledoni di piccola taglia possono essere accettate tranquillamente, soprattutto se sono annuali che completano il loro ciclo vitale in una stagione vegetativa. Le erbe infestanti che insidiano il prato La conoscenza approfondita delle caratteristiche delle specie infestanti permette di coglierne i punti deboli e di predisporre una gestione del tappeto erboso mirata a limitarne la diffusione Prima di tutto è indispensabile conoscere il ciclo vitale delle erbe infestanti: le specie erbacee si distinguono in annuali, biennali e perenni. Le specie annuali completano il loro ciclo in un anno con la produzione del seme. Nell ambito delle annuali si distinguono le estive e le invernali; le prime, come ad esempio Digitaria sanguinalis e Setaria viridis, germinano in primavera e muoiono nell autunno successivo; le seconde, invece, come ad esempio Stellaria media, Cardamine hirsuta, oppure Geranium dissectum, germinano alla fine dell estate o all inizio dell inverno e muoiono l estate successiva. Alcune specie, in grado di vivere più di un anno ma non più di due, vengono definite specie biennali, ad esempio Cirsium vulgare, Capsella bursa-pastoris e, in molti casi, Geranium molle. Le specie perenni vivono per più di due anni, si riproducono per seme e in molti casi anche per via vegetativa attraverso organi di propagazione (stoloni, rizomi); sono le specie che causano i maggiori problemi. Tra queste ricordiamo ad esempio: Plantago major, Trifolium repens, Taraxacum officinale, Agropyron repens, Cirsum arvense, ecc. Nel caso di specie annuali bisogna provvedere ad eliminarle prima che producano i semi: in questo modo si impedirà ad esse di propagarsi e procurare seri danni negli anni successivi. Le specie biennali durante il primo anno di vita solitamente non producono semi e si propagano preferibilmente per via vegetativa; il secondo anno, invece, si riproducono sia attraverso i semi che per via vegetativa. In questo caso è necessario rimuovere l intera pianta, compresi gli organi di propagazione sotterranei: è preferibile quindi intervenire il primo anno. Le specie perenni sono sicuramente le più difficili da combattere. Per poter controllare queste infestanti è necessario eliminare tutti gli organi di propagazione vegetativa presenti nel terreno prima che avvenga la maturazione dei semi. Tanto le specie annuali quanto le perenni possono far parte sia del gruppo delle microterme che di quello delle macroterme. Anche questa classificazione è utile per poter valutare le tecniche di intervento più opportune. Le specie microterme vegetano attivamente nei mesi primaverili ed autunnali. Le macroterme, invece, vegetano durante l estate; alcune di esse (macroterme annuali) muoiono prima dell inverno, altre (macroterme perenni) so SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007

7 pravvivono durante il periodo invernale attraverso i rizomi e gli stoloni. Un ulteriore importante distinzione va fatta tra specie a foglia larga e specie a foglia stretta. Tale distinzione è fondamentale all atto della scelta degli erbicidi adatti. Le specie a foglia stretta sono rappresentate dalla specie appartenenti alla famiglia delle graminacee (come le erbe del prato) e pertanto sono quelle più difficilmente controllabili. Gli erbicidi che agiscono sulle specie a foglia larga normalmente non hanno effetto su quelle a foglia stretta. Esistono quindi diversi erbicidi selettivi in grado di eliminare le specie a foglia larga senza danneggiare il tappeto erboso; al contrario è più difficile controllare le specie a foglia stretta perché vi è il rischio di danneggiare anche il tappeto erboso le cui specie hanno le stesse caratteristiche di quelle da combattere. Il ricorso agli erbicidi rappresenta però l ultimo stadio della lotta alle infestanti. Nella maggior parte dei casi è sufficiente una corretta gestione per salvaguardare l integrità del manto erboso. La corretta gestione del tappeto erboso Taglio, concimazione, irrigazione e riduzione della compattazione del terreno sono pratiche che, se ben condotte, limitano la diffusione delle erbe infestanti Il taglio alto, grazie al maggior ombreggiamento prodotto, ritarda la germinazione dei semi, la nascita e la crescita della maggior parte delle infestanti annuali (a sinistra). Il taglio troppo basso favorisce la penetrazione della luce tra la vegetazione, il riscaldamento del terreno e quindi la nascita delle infestanti (a destra) Se le pratiche colturali sono condotte sapientemente è sufficiente una eliminazione manuale periodica delle specie più dannose per conservare l integrità del prato. È però necessario conoscere i principi base da seguire per limitare l ingresso di specie indesiderate. Innanzitutto bisogna eseguire correttamente il taglio. Generalmente il taglio alto è sempre da preferirsi rispetto al taglio basso. La nascita e, soprattutto, la crescita delle infestanti è favorita dai tagli bassi: quando si taglia il manto erboso a ridosso della superficie del terreno si favorisce la penetrazione della luce all interno della vegetazione e di conseguenza anche il riscaldamento del terreno. Viceversa, con il taglio alto si riesce a ritardare la nascita e la crescita della maggior parte delle specie annuali: il maggior ombreggiamento, infatti, mantiene più fresco il terreno ritardando la germinazione dei semi. Anche se il taglio basso può esercitare un effetto positivo per contenere le specie a foglia larga, perché comporta l asportazione di gran parte dei tessuti fogliari, esso però è sempre rischioso data la presenza spesso di specie infestanti in grado di tollerare molto bene i tagli bassi. Piuttosto che abbassare l altezza di taglio è quindi più ragionevole mantenere un elevata frequenza di taglio, che da sola riesce a ridurre il vigore di molte specie a foglia larga. Non dimentichiamo, inoltre, che la regolarità nell esecuzione dei tagli impedisce la formazione dei fiori e quindi la disseminazione. Anche la concimazione dovrebbe essere programmata in modo da svantaggiare le eventuali infestanti. Ad esempio, per contrastare le temute macroterme estive (Digitaria sanguinalis, Digitaria ischaemum, Echinochloa crusgalli, Eleusine indica, ecc.) la concimazione si dovrebbe effettuare in primavera ed autunno, in modo da favorire la crescita delle specie microterme di cui si compone il tappeto erboso, e la concimazione estiva si dovrebbe abolire o contenere il più possibile per non favorire la crescita delle suddette graminacee macroterme infestanti durante i mesi caldi. Se al contrario, il tappeto erboso è costituito di specie macroterme è consigliabile ridurre le concimazioni autun Alcune delle più comuni infestanti del tappeto erboso. 1-Digitaria sanguinalis. 2-Setaria viridis. 3-Stellaria media. 4-Geranium molle. 5-Capsella bursa-pastoris. 6-Cirsium arvense. 7-Plantago major. 8-Trifolium repens. 9-Taraxacum offi cinale. 10-Agropyron repens. 11-Poa annua SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/

8 Condizioni preferenziali di insediamento per le principali specie infestanti dei tappeti erbosi Condizioni Specie infestanti Terreno ricco di azoto Poa annua, Lolium (varie specie). Nel periodo estivo: Digitaria sanguinalis, Digitaria ischaemum, Setaria viridis, Setaria glauca, Elusine indica, Echinochloa crusgalli Terreno povero di azoto Trifolium repens, Medicago lupulina Terreno costipato Portulaca oleracea, Poa annua, Lolium perenne, Polygonum aviculare, Elusine indica, Euphorbia supina Terreno sterile Agropyron repens, Medicago lupulina, Polygonum aviclare Terreno con ph alcalino (7,5-8) Plantago major Terreno con ph acido (inferiore a 5,5) Rumex acetosella Ombreggiamento Poa trivialis, Stellaria media, Capsella bursa-pastoris, Veronica arvensis, Galium (varie specie) Frequenza di taglio non regolare Taraxacum officinale, Hieracium pratense, Plantago lanceolata, Stellaria media, Potentilla reptans, Glechoma hederacea, Prunella vulgaris, Trifolium repens, Chrysanthemum leucanthemum Presenza di recinzioni o siepi Convolvulus harvensis nali per non favorire le specie microterme durante il periodo freddo. Molto importante nella lotta alle infestanti è anche la valutazione dei singoli elementi nutritivi che è necessario apportare al tappeto erboso. Un concime con elevato contenuto in fosforo, somministrato quando il tappeto erboso è maturo, favorisce l affermarsi delle infestanti perché consente alle giovani piantine nate da seme di accrescersi rapidamente e di sviluppare l apparato radicale. Nel periodo autunnale, ad esempio, la riduzione del fosforo consente di contenere l invasione di Poa annua; nel periodo estivo, invece, la sua riduzione limita la diffusione delle specie macroterme. Anche l azoto riveste un ruolo importante nella lotta alle infestanti: uno scarso apporto di azoto per un periodo di tempo prolungato, determina una riduzione della capacità competitiva delle graminacee che costituiscono il tappeto erboso nei confronti di eventuali leguminose che si sono insediate. In carenza di azoto è facile che specie come Trifolium repens e Medicago lupulina prendano il sopravvento sulla vegetazione esistente; questo è dovuto alla capacità che hanno le leguminose di fissare direttamente l azoto atmosferico grazie alla simbiosi con i batteri appartenenti al genere Rhizobium che consente loro di non essere dipendenti dalla concimazione azotata. Per quanto riguarda l irrigazione, interventi frequenti, e magari non abbondanti, favoriscono la germinazione dei semi e consentono alle giovani piante di sopravvivere. Viceversa, su un tappeto erboso maturo è consigliata sempre la somministrazione di elevati volumi di acqua ad intervalli di tempo lunghi: la superficie del terreno si asciugherà rapidamente, mentre l acqua si accumulerà negli strati profondi. Applicando questa tecnica di irrigazione si favoriscono le specie adulte (quelle seminate), dotate di un apparato radicale ben sviluppato e si danneggiano, invece, le giovani piante infestanti il cui apparato radicale è solo parzialmente sviluppato. In alcuni casi, come ad esempio nella lotta a Poa annua, può essere necessario interrompere per molti giorni duran- Il problema del muschio Il muschio si sviluppa prevalentemente nei terreni di scarsa fertilità, tendenzialmente acidi e facilmente compattabili, in condizioni di ombreggiamento e umidità elevate. La sua proliferazione può essere facilitata da una errata gestione. L insuffi - cienza di elementi nutritivi, l esecuzione di tagli al di sotto dell altezza ottimale per la specie impiegata ed in generale tutte le pratiche colturali che portano ad un indebolimento della vegetazione, favoriscono l invasione del muschio, il quale si propaga tramite spore che disseminano in estate attecchendo dove l erba è rada e sofferente. Il muschio si presenta come un cuscino che ricopre completamente la superfi - cie del terreno senza lasciare spazio alla vegetazione erbacea. La presenza del muschio riduce fortemente l uniformità del tappeto erboso e di conseguenza il suo valore estetico. Per prevenire la sua diffusione bisogna assicurarsi che la vegetazione abbia sempre un adeguato rifornimento di elementi nutritivi, evitare i tagli bassi, l eccessivo calpestamento del terreno, come pure le irrigazioni frequenti e, nel caso di terreni non drenanti, anche troppo abbondanti. Nelle zone maggiormente frequentate si raccomanda di effettuare carotature o forconature periodiche per favorire l allontanamento dell acqua dalla superfi cie del terreno. In sede di realizzazione del tappeto erboso, in presenza di terreni facilmente compattabili, è consigliabile mescolare sabbia al terreno esistente, al fine di facilitare l infiltrazione dell acqua ed impedire l eventuale ristagno superficiale. In presenza di alberi, è opportuno intervenire con potature per sfoltire la chioma e permettere alla luce di raggiungere il terreno. Quando le pratiche colturali e la prevenzione non sono sufficienti ad impedire la proliferazione del muschio, la cura migliore è rappresentata dall impiego del solfato di ferro che deve essere distribuito direttamente sui «cuscini» di muschio, alla dose di grammi per metro quadrato. La proliferazione del muschio è favorita da un errata gestione del tappeto erboso, da un terreno poco fertile, acido, compattato e in condizioni di ombreggiamento e umidità elevate L operazione va effettuata in primavera ed in autunno e può essere ripetuta anche più volte, senza necessità di bagnare in quanto un lento assorbimento risulterà più effi cace. Dopo pochi giorni il muschio assumerà una colorazione scura e potrà essere facilmente rimosso con l ausilio di un rastrello. È possibile anche effettuare delle distribuzioni preventive nelle zone più a rischio utilizzando metà dose. 26 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007

9 te il periodo estivo la somministrazione di acqua, poiché questa specie è particolarmente sensibile alla mancanza d acqua ed alle alte temperature si riesce facilmente ad eliminarla senza danneggiare la vegetazione del tappeto erboso. Infine, ricordiamo che tutte le tecniche colturali che prevedono la riduzione della compattazione del terreno (carotature, vibroforconature, verticutting, ecc.) consentono di limitare la diffusione di specie infestanti che prediligono suoli compattati. Tra queste ricordiamo soprattutto Polygonum aviculare, Portulaca oleracea, Poa annua ed Elusine indica. L impiego del verticutting può essere utile anche in presenza di Poa annua per recidere le infiorescenze che riescono a sfuggire anche ad un taglio molto basso. Questa specie, infatti, è in grado di produrre fiori anche a 1-2 centimetri dal suolo. La stessa tecnica si può utilizzare per contenere l invasione di Cynodon dactylon: l azione delle lame, infatti, determina il sollevamento degli stoloni e dei rizomi più superficiali, che saranno poi asportati con il taglio. Il momento ottimale per effettuare questo intervento è la fine dell estate, quando il Cynodon si sta preparando alla dormienza. Tali pratiche colturali non devono essere però effettuate indiscriminatamente, perché se da un lato servono per ridurre la presenza di specie adatte a terreni sodi, dall altro possono favorire lo sviluppo di altre specie infestanti perché aprono il cotico erboso, portano in superficie i semi e riducono la competizione esercitata dalla vegetazione esistente. È sempre bene quindi non abusare di queste tecniche di manutenzione, utilizzandole solo se strettamente necessario e scegliendo il momento più opportuno, che corrisponde ai periodi di ripresa vegetativa e cioè alla fine dell estate (settembre) oppure a inizio della primavera (marzo). Il diserbo chimico Le erbe spontanee che si affermano nei tappeti erbosi dovrebbero essere prontamente eliminate: la loro presenza, infatti, danneggia il manto erboso riducendone l uniformità e compromettendone la persistenza Nella lotta alle malerbe è necessario distinguere tra specie a foglia larga e graminacee. Tutte le tecniche colturali che riducono la compattazione del terreno (carotature, vibroforconature, verticutting, ecc.) limitano la diffusione di molte specie infestanti. Il verticutting (nella foto), in particolare, può essere utile per contenere la diffusione di Poa annua in quanto con questa operazione vengono recise le infiorescenze prodotte da questa specie a livello del suolo Infestanti a foglia larga. Le specie a foglia larga, come ad esempio il tarassaco, la plantago, il trifoglio, ecc. non costituiscono un grave problema per il tappeto erboso, in quanto, contro di esse sono disponibili principi attivi, rappresentati essenzialmente da mecoprop e dicamba, efficaci e perfettamente selettivi nei confronti delle graminacee coltivate. Tali principi attivi si possono trovare in numerosi prodotti come ad esempio Driver (irritante) oppure Top green (irritante). Questi prodotti vanno diluiti in acqua e irrorati con pompa a spalla possibilmente quando le temperature sono comprese tra i 12 e i 25 C e, preferibilmente, dopo aver irrigato o dopo una pioggia, attenendosi scrupolosamente alle dosi consigliate sulla confezione. Se si effettua un controllo periodico del manto erboso, è possibile individuare tempestivamente la presenza di infestanti a foglia larga ed intervenire in modo localizzato, distribuendo il prodotto sulle singole piante senza dover irrorare l intero tappeto erboso. Per contrastare la diffusione delle infestanti è in genere suffi ciente una corretta gestione del manto erboso. In qualche caso però diventa necessario il ricorso all uso degli erbicidi Infestanti a foglia stretta (graminacee). Più complesso risulta il controllo delle graminacee infestanti, a causa della selettività non sempre totale degli erbicidi disponibili e della difficoltà nella scelta del momento ottimale per intervenire. Alcune specie, come ad esempio Poa annua, possono essere combattute unicamente con prodotti che agiscono prima dell emergenza. Alcuni di essi, come ad esempio Pendulum (a base di pendimetalin, non classificato), inibiscono la germinazione dei semi; altri, invece, ad esempio Tholos (a base di clortal-dimetile, non classificato), vengono assorbiti dalle radici prima della fuoriuscita delle piantine dal terreno. Su tappeti erbosi di nuova formazione, questi prodotti devono essere utilizzati solo dopo il quarto taglio altrimenti si rischia di arrecare danni alla vegetazione esistente. Più facile è invece il controllo delle infestanti graminacee annuali estive (Setaria viridis, Digitaria sanguinalis, Echinochloa crus-galli, Eleusine indica); per esse si può intervenire sia prima dell emergenza (pre-emergenza) sia ad emergenza avvenuta (post-emergenza). Poiché è molto difficile valutare il momento ottimale per effettuare il trattamento in pre-emergenza, conviene attendere la comparsa delle prime infestanti nelle zone più calde del tappeto erboso ed intervenire subito dopo con un prodotto a base di pendimetalin o di clortal-dimetile. Successivamente bisognerà provvedere ad un trattamento localizzato in post-emergenza per eliminare le piante già emerse che ci hanno permesso di stabilire il momento dell intervento. Il diserbo in post-emergenza si realizza con buoni risultati mediante prodotti a base di fenaxoprop-ethyl come ad esempio Greenex (irritante); l intervento è comunque delicato perché la selettività può non essere totale se viene eseguito su un tappeto erboso in condizioni di sofferenza dovuta al caldo e/o alla siccità. Per una maggior efficacia il trattamento deve effettuato quando le piante sono ancora piccole e possibilmente dopo aver irrigato il tappeto erboso. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/

10 Le regole da seguire per prevenire le malattie e i danni al tappeto erboso La persistenza del tappeto erboso dipende in buona parte dalla sua gestione. Il tappeto erboso è un sistema dinamico che tende ad evolversi rapidamente in funzione soprattutto di come vengono eseguite le pratiche colturali ed in particolare il taglio, che da solo può essere responsabile di cambiamenti, anche sostanziali. Il taglio è considerata la pratica colturale più importante, esso però rappresenta solo una delle numerose cure di cui ha bisogno il tappeto erboso. Il prato, infatti, non può mantenersi da solo, e necessita di un continuo intervento da parte dell uomo. La corretta esecuzione del taglio È la pratica colturale più impegnativa. La frequenza e l altezza del taglio, e la rimozione o meno del materiale tagliato infl uenzano la «salute» del tappeto erboso Il tappeto erboso si contraddistingue da tutte le altre colture per il fatto che richiede tagli frequenti e bassi. Per poter parlare di tappeto erboso è necessario, infatti, che la vegetazione sia costantemente mantenuta alla giusta altezza. Il taglio, però, non ha solo la funzione di regolarizzare l altezza dell erba, ma serve anche per irrobustire la vegetazione che, per effetto dell asportazione continua della parte terminale delle foglie, è stimolata a produrre nuovi fusti che consentono al tappeto erboso di infittirsi. Il taglio è quindi la pratica colturale più importante e, al tempo stesso, la più impegnativa. Per mantenere un tappeto erboso rustico sono necessari anche 30 tagli all anno. L esecuzione corretta del taglio prevede, infatti, di asportare non più di un terzo dell altezza dell erba, indipendentemente dalla tipologia di prato. Se si interviene tagliando più della terza parte dell altezza della vegetazione si provoca un trauma alla pianta e di conseguenza un indebolimento generale del tappeto erboso. L asportazione di una quantità eccessiva di foglia, oltre a causare un danno fisiologico, può essere responsabile anche di scottature degli organi basali che, nei periodi più caldi, vengono esposti bruscamente alla radiazione solare. L errore che più comunemente si In linea di massima per i tappeti erbosi dei giardini di casa è preferibile impiegare un rasaerba a lama rotante con sistema di raccolta del materiale tagliato Altezze di taglio ottimali per le principali specie da tappeto erboso Specie Altezza di taglio (millimetri) Lolium perenne Poa pratensis Festuca rubra Festuca ovina Festuca arundinacea Agrostis stolonifera Cynodon dactylon Se si taglia più di un terzo dell altezza della vegetazione si provoca un indebolimento generale del tappeto erboso. Nei periodi più caldi, possono verifi carsi anche scottature degli organi basali commette quando si interrompe la gestione del tappeto erboso per un certo periodo di tempo è proprio quello di non considerare la crescita dell erba avvenuta durante il periodo di interruzione della manutenzione. Al ritorno da una vacanza, ad esempio, non bisogna riportare bruscamente la vegetazione all altezza ottimale, ma, al contrario, bisogna cercare di riportare gradualmente la vegetazione all altezza desiderata. La frequenza di taglio varia in funzione della velocità di crescita della vegetazione. Per le specie microterme è massima in primavera, rimane elevata nel periodo autunnale si riduce drasticamente in estate; per le macroterme, invece, la massima frequenza di taglio si verifica durante i mesi estivi (si veda il grafico a pagina 14). La frequenza di intervento dipende anche dall altezza a cui viene eseguito il taglio; un tappeto erboso tagliato basso, infatti, richiede una frequenza di taglio superiore rispetto allo stesso tappeto erboso tagliato più alto. L altezza di taglio a sua volta varia in funzione dell uso che si vuole fare del tappeto erboso. I tappeti erbosi rustici dei giardini di casa possono essere tagliati ad altezze variabili tra 4 e 5 cm; la funzione ricreativa e in parte quella ornamentale si possono mantenere perfettamente senza dover intervenire con tagli molto bassi che, come detto, sono più impegnativi, perché richiedono un maggior numero di interventi l anno. La bellezza del tappeto erboso, del resto, non dipende da quanto basso viene tagliato, bensì dalla omogeneità della vegetazione. È sempre preferibile comunque evitare i tagli bassi, che di massima, indeboliscono la vegetazione. L effetto più importante prodotto dalla diminuzione dell altezza di taglio è rappresentato dalla riduzione progressiva della crescita radicale. L altezza a cui eseguire il taglio va definita anche in funzione della specie utilizzata. Ogni specie, infatti, in ragione delle proprie caratteristiche, ha un altezza ottimale di taglio (vedi tabella qui a sinistra). Alcune specie, di solito quelle a crescita prostrata (stolonifere e rizomatose) sopportano più facilmente i tagli bassi rispetto a quelle a crescita eretta (cespitose). Le specie che sopportano bene i tagli bassi possono essere danneggiate da un taglio troppo alto. Di solito l aumento dell altezza di taglio nei tappeti erbosi di specie stolonifere causa un aumento della produzione di feltro. In un miscuglio in cui sono presenti sia specie stolonifere che specie cespitose la diminuzione dell altezza di taglio 28 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007

11 Effetto della riduzione dell altezza di taglio sullo sviluppo dell apparato radicale (asportando sempre un terzo dell altezza dell erba): più il taglio è basso minore è lo sviluppo delle radici. È dunque sempre preferibile evitare i tagli bassi, che indeboliscono la vegetazione a causa della riduzione della crescita dell apparato radicale In generale il taglio del tappeto erboso deve essere eseguito in modo che ogni passaggio del rasaerba si sovvrapponga di almeno 10 centimetri al passaggio precedente Il rilascio sul prato del materiale tagliato (taglio «mulching») presenta vantaggi e svan tag gi che vanno attentamente valutati favorisce le prime a svantaggio delle seconde; al contrario, l aumento dell altezza permette di conservare le specie a portamento eretto. Anche per ogni miscuglio, quindi, esiste un altezza ottimale che consente di mantenere il giusto equilibrio tra le specie. La qualità nell esecuzione del taglio dipende anche dalle prestazioni della macchina rasaerba. I tappeti erbosi dei giardini di casa vanno tagliati con rasaerba a lama rotante. Il taglio rotante infatti è molto versatile, permette di superare le imperfezioni della superficie e di tagliare l erba più alta rispetto al taglio elicoidale. Per tappeti erbosi di piccole dimensioni, con numerosi passaggi stretti o ostacoli, è preferibile utilizzare rasaerba piccoli e maneggevoli. Nel caso di superfici ampie, invece, si consiglia l impiego di rasaerba con piatto grande, che consentono di effettuare il taglio in minor tempo. I rasaerba di grandi dimensioni sono però molto pesanti: per ridurre la pressione sul terreno è preferibile utilizzare quelli dotati di ruote a sezione larga. Quando si taglia il manto erboso, per evitare di compattare il terreno, produrre solchi permanenti e mantenere l erba più eretta, bisogna variare ad ogni intervento il percorso e la direzione di taglio. Il taglio, inoltre, si deve eseguire in modo che il passaggio del rasaerba si sovrapponga per almeno 10 cm al passaggio precedente. Per ridurre le perdite di tempo è preferibile tagliare il tappeto erboso dedicandosi prima alla porzione centrale del tappeto erboso, lasciando per ultimo il taglio delle zone più difficoltose (zone d angolo o vicino a manufatti) che richiedono anche una rifinitura successiva di solito con l impiego del tagliabordi elettrico. L errore più grave che si può commettere quando si taglia il tappeto erboso è quello di intervenire con la vegetazione e il terreno bagnati: in queste condizioni è impossibile garantire l omogeneità dell altezza di taglio, si producono dei solchi anche profondi nel terreno, risulta difficoltosa la raccolta dei residui, che nella maggior parte dei casi si perdono sul manto erboso; inoltre, per effetto dello slittamento delle ruote, si strappano spesso le radici delle piante. Quando si taglia il tappeto erboso bisogna anche valutare se è opportuna o meno la rimozione del materiale tagliato. Il rilascio dei residui di taglio sul tappeto erboso presenta numerosi vantaggi sia dal punto di vista ambientale che economico: si producono meno rifiuti e si riduce l impiego dei fertilizzanti minerali; lasciando l erba in loco, infatti, si restituiscono al terreno gli elementi nutritivi precedentemente asportati dalle piante. A fronte di tali vantaggi però si devono considerare anche diversi aspetti negativi che riguardano la durata del tappeto erboso. Il processo di degradazione della sostanza organica, infatti, non è immediato, per questo spesso si accumula materiale vegetale sul manto erboso che può procurare una riduzione della densità, favorire la formazione del feltro ed anche la diffusione di malattie. Inoltre, il costante apporto di elementi nutritivi, derivante dal rilascio del materiale asportato sulla vegetazione, determina una riduzione della crescita radicale che rende le piante meno resistenti alla siccità e al calpestamento. Nel caso di piccole superfici è preferibile quindi asportare sempre il materiale tagliato; nel caso, invece, di grandi superfici è possibile lasciare il materiale in loco nei periodi di minore crescita e integrare ugualmente la concimazione organica con la concimazione minerale, soprattutto durante il primo anno di vita del tappeto erboso. Il problema del feltro Il materiale organico che si accumula sulla superfi cie del terreno è una barriera da eliminare perché ostacola la penetrazione dell acqua e degli elementi nutritivi e impedisce gli scambi gassosi Con il termine «feltro» si intende lo strato di sostanza organica indecomposta, costituita da materiale vegetale vivo e morto (radici, stoloni, rizomi, fusti, foglie, residui del taglio ecc.), che si frappone tra il terreno e la parte verde del tappeto erboso. Si tratta di una barriera che ostacola la penetrazione dell acqua e degli elementi nutritivi nel terreno e impedisce gli scambi gassosi. A causa del feltro la maggior parte delle cure colturali divengono difficoltose ed inefficaci. Esso infatti crea una barriera idrorepellente che impedisce all acqua di penetrare nel terreno e di conseguenza la vegetazione è più facilmente soggetta a sofferenza dovuta a insufficienza d acqua. In presenza del feltro, per garantire la sopravvivenza del tappeto erboso durante i mesi più caldi è necessaria una continua somministrazione di acqua. L apporto costante d acqua indebolisce ulteriormente la vegetazione che, per effetto dell umidità superficiale, produce radici unicamente nei primi centimetri di terreno, divenendo quindi sempre più dipendente dall irrigazione. Analogamente a quanto avviene per l acqua, il feltro impedisce anche agli SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/

12 Propensione alla produzione di feltro delle principali specie da tappeto erboso Il «feltro» è uno strato di sostanza organica indecomposta, costituita da materiale vegetale vivo e morto (radici, stoloni, rizomi, fusti, foglie, residui del taglio ecc.), che si frappone tra il terreno e la parte verde del tappeto erboso. 2-Si tratta di una barriera che ostacola la penetrazione dell acqua e degli elementi nutritivi nel terreno e impedisce gli scambi gassosi Specie Lolium perenne Festuca arundinacea Festuca rubra Festuca ovina Agrostis stolonifera Poa pratensis Cynodon dactylon Produzione di feltro bassa-nulla bassa media-elevata elevata elevata media-elevata elevata elementi nutritivi apportati con le concimazioni minerali di raggiungere gli strati profondi del terreno. Con il tempo i nutrienti si accumulano sulla superficie del terreno, condizione questa che, unitamente all irrigazione frequente, contribuisce alla formazione di radici superficiali e favorisce la formazione di ulteriore feltro. Anche l esecuzione dei tagli diventa difficoltosa. La sostanza organica accumulata sulla superficie del terreno rende più lento l avanzamento del rasaerba e riduce l altezza di taglio; in presenza di feltro, infatti, il taglio viene eseguito ad un altezza inferiore. Ciò è dovuto al fatto che le ruote dell attrezzo si affossano nello strato spugnoso avvicinando le lame alla vegetazione che, per effetto dell accumulo della sostanza organica è sollevata rispetto al terreno. Le conseguenze più gravi si hanno quando le lame vanno a danneggiare gli organi di sopravvivenza, cioè le corone e gli stoloni. Il feltro, inoltre, favorisce lo sviluppo di numerose malattie fungine, sia direttamente, perché determina un aumento di umidità nel tappeto erboso, che indirettamente, perché è necessario effettuare irrigazioni più frequenti, data l impossibilità dell acqua di penetrare nel terreno. Per ovviare a tutti questi inconvenienti è necessario provvedere prontamente alla eliminazione del materiale organico che si accumula sulla superficie del terreno. Bisogna quindi effettuare delle ricognizioni periodiche del tappeto erboso per valutarne lo spessore. Sapendo che la predisposizione a produrre feltro è variabile a seconda della specie (vedi tabella in altro a destra), la frequenza con cui vanno effettuati i controlli dipende anche dalla specie impiegata. Si procede estraendo con un coltello, in più punti del tappeto erboso, delle piccole zolle e misurando con un righello lo spessore dello strato organico superficiale, che è facilmente riconoscibile perché di consistenza spugnosa e di colore scuro. Se lo spessore del feltro supera i 5-6 mm si dove procedere alla sua asportazione effettuando l arieggiatura; si tratta di una pratica colturale che prevede il taglio verticale («verticut») del cotico erboso. Lo strato di feltro viene tagliato e in parte sollevato da lame che ruotano in senso verticale rispetto alla vegetazione. Il feltro accumulato sulla superfi cie del terreno riduce l altezza di taglio: le ruote del rasaerba si affossano infatti nello strato spugnoso avvicinando le lame alla vegetazione Periodicamente si deve valutare lo spessore del feltro estraendo con un coltello, in più punti del tappeto erboso, delle piccole zolle e misurando lo spessore dello strato organico superfi ciale Al termine dell arieggiatura è sufficiente passare con il rasaerba per asportare il materiale organico che è stato portato in superficie. Nel caso sia necessario anche ridurre il compattamento del terreno, al posto dell arieggiatura è preferibile effettuare la carotatura. Con questa operazione si asportano delle piccole carote di terra (8-10 cm) che interrompono lo spessore del feltro e al tempo spesso decompattano il terreno. Le carote che rimangono sul terreno devono essere accuratamente raccolte con un rastrello. Entrambi questi interventi colturali devono essere eseguiti durante il periodo di intensa crescita vegetativa, in modo che la vegetazione possa rapidamente ricostituire i tessuti danneggiati. Per le specie microterme il periodo migliore è l inizio della primavera (marzo) o la fine dell estate (settembre), per le macroterme, invece, sono i mesi estivi. La formazione del feltro è un fenomeno naturale ed inevitabile, ma la velocità di produzione dipende, in buon parte, da come viene gestito il tappeto erboso. In generale, maggiore è l intensità delle cure colturali (frequenza di taglio, concimazioni, irrigazioni, ecc.), maggiore è anche la predisposizione alla produzione di feltro. Il taglio è una delle cause principali di formazione del feltro. Esso può favorire l accumulo di sostanza organica quando è eseguito con una frequenza superiore a quella consigliata (asportazione di meno di 1/3 dell altezza dell erba), oppure ad un altezza superiore a quella ottimale per la specie impiegata. Anche le irrigazioni frequenti, come già ricordato, contribuiscono in modo rilevante alla formazione del feltro. L accumulo di sostanza organica sulla superficie del terreno è inoltre favorita dall uso indiscriminato di fungicidi, che agiscono sui funghi che si nutrono di sostanza organica, oppure di insettici- 30 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007

13 di che riducono la presenza di insetti e lombrichi che favoriscono l aerazione e il movimento della sostanza organica nel terreno. Tra tutte le possibili cause, però, l eccesso di concimazione è sicuramente la principale. La sovrabbondanza di elementi nutritivi, e in particolare di azoto, determina una crescita dell erba ad un ritmo di molto superiore a quello necessario per la decomposizione dei tessuti morti. La disponibilità di azoto, inoltre, è responsabile dell aumento della densità del tappeto erboso, che a sua volta produce condizioni che riducono l attività dei microrganismi implicati nei processi di degradazione della sostanza organica. Le malattie da funghi L umidità elevata e gli errori di gestione sono le cause di alcune gravi malattie; talvolta può essere necessario il ricorso ai fungicidi La maggior parte delle malattie del tappeto erboso sono provocate da funghi che invadono le foglie, i fusti ed in alcuni casi anche le radici (vedi tabella a pag. 32). I sintomi variano in funzione del fungo; i più comuni sono rappresentati da macchie sulle foglie oppure ingiallimento e disseccamento dei tessuti. L umidità elevata è la principale responsabile dell insorgere delle malattie fungine. A questa però bisogna aggiungere anche gli eventuali errori in fase di gestione del tappeto erboso: l assenza di pratiche colturali volte a decompattare il terreno, l uso improprio dell irrigazione, l insufficenza o la sovrabbondanza di elementi nutritivi, nonché un errata esecuzione del taglio contribuiscono sensibilmente alla loro diffusione. Per eliminare il ristagno dell acqua, i terreni fortemente calpestati si devono sottoporre periodicamente, in primavera ed in autunno, a carotatura o arieggiatura. L irrigazione deve essere effettuata solo all occorrenza e nelle prime ore del mattino. Le concimazioni abbondanti devono essere evitate perché predispongono le piante ad essere aggredite dai funghi, che prediligono i tessuti succulenti e turgidi, ed inoltre perché favoriscono l accumulo di feltro anch esso implicato nella diffusione delle malattie. Anche l insufficiente presenza di elementi nutritivi può rendere le piante più facilmente aggredibili: la scarsità di azoto ad esempio facilita l insorgenza di Sclerotinia homeocarpa («Dollar spot») e ruggini. Il taglio deve essere eseguito all altezza giusta per la specie impiegata: né troppo basso, perché indebolisce le Se lo spessore del feltro supera i 5-6 mm si dove procedere alla sua asportazione mediante l arieggiatura con apposite attrezzature munite di lame rotanti che lo tagliano in senso verticale («verticut») e lo sollevano. 2-Per piccole superfi ci l arieggiatura può essere eseguita con appositi rastrelli muniti di denti a lama La carotatura può essere effettuata, in alternativa all arieggiatura, quando sia anche necessario ridurre il compattamento del terreno: apposite macchine asportano delle piccole «carote» di terra (8-10 cm) che interrompono lo spessore del feltro e decompattano il terreno piante, né troppo alto, perché riduce la circolazione di aria nel manto erboso e, in alcuni casi, favorisce la formazione del feltro. La lama del rasaerba, inoltre, deve essere sempre perfettamente affilata, in modo che il taglio risulti il più possibile netto. Se l azione preventiva non dovesse essere sufficiente per impedire o comunque limitare la diffusione di malattie, si può Tappeto erboso completamente compromesso da un grave attacco di malattie fungine ricorrere all impiego di prodotti antifungini. I trattamenti per via fogliare sono quelli più frequentemente utilizzati: il fungicida va mescolato all acqua e distribuito mediante l impiego di una pompa a spalla in grado di garantire un elevata nebulizzazione del prodotto. Nel caso di malattie che colpiscono l apparato radicale è però preferibile l impiego di prodotti granulari che vanno distribuiti sul tappeto erboso con carrelli centrifughi; per facilitare l assorbimento radicale si fa seguire una leggera irrigazione. In tutti i casi la dose da applicare deve essere quella raccomandata e riportata in etichetta: dosi maggiori, infatti, possono causare problemi di tossicità al tappeto erboso; dose inferiori, invece, risultano spesso inefficaci. In presenza di attacchi da parte di Rhizoctonia solani oppure Pythium è consigliato l intervento con prodotti specifici, ad esempio Elite (non classificato) nel primo caso e Khapri (non classificato) nel secondo. Per le restanti malattie è preferibile ricorrere a fungicidi ad ampio spettro di azione come ad esempio Tilt 25 EC (non classificato) oppure Gemini (irritante). SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/

14 Malattia Dollar spot Macchia a forma di dollaro (Sclerotinia homeocarpa) Principali malattie fungine che possono colpire il tappeto erboso Sintomi, stagione e condizioni favorevoli di sviluppo Sintomi. Nel tappeto erboso: piccole macchie circolari di colore giallo che tendono con il tempo a congiungersi e ad imbrunire. Stagione in cui può comparire. Primavera-estate-autunno. Condizioni favorevoli. Elevata umidità, temperature medio-alte (superiori a 10 C), presenza di feltro, nebbia, insufficienza di azoto. Foto: Bayer CropScience Pink snow mold Marciume rosa invernale (Microdochium nivale) Sintomi. Nel tappeto erboso: piccole macchie circolari inizialmente brune e successivamente grigie. Stagione in cui può comparire. Autunno-inverno. Condizioni favorevoli. Temperature basse (0-8 C), neve, gelo, nebbia, presenza di feltro, elevata concimazione azotata. Rusts Ruggini (Puccinia, varie specie; Uromyces, varie specie; Uredo cynodontis-dactylis) Brown patch Macchia bruna (Rhizoctonia solani) Sintomi. Sulle foglie: macchie giallastre puntiformi che si trasformano in pustole rossastre. Stagione in cui può comparire. Estate-autunno. Condizioni favorevoli. Temperature medio-alte (20-30 C), umidità, vento (che favorisce la diffusione delle spore), compattamento del terreno, insufficienza di azoto, altezze di taglio troppo basse, generali condizioni di sofferenza del tappeto erboso. Sintomi. Nel tappeto erboso: macchie brune irregolari ed ampie. Stagione in cui può comparire. Estate. Condizioni favorevoli. Temperature elevate (ottimali tra i 21e i 32 C), presenza di feltro, elevata umidità, tagli al di sotto dell altezza ottimale, eccessiva concimazione. Leaf spots Macchie fogliari (Drechslera, varie specie; Bipolaris, varie specie; Curvularia, varie specie; Exserohilum, varie specie; Pyricularia grisea, ecc.) Sintomi. Sulle foglie: macchie irregolari di colore scuro oppure gialle con contorno scuro. Stagione in cui può comparire. Primavera-autunno. Condizioni favorevoli. Temperature medie (10-20 C), umidità, ombreggiamento, presenza di feltro, tagli al di sotto dell altezza ottimale. Pythium blight Necrosi fogliari (Pythium, varie specie) Sintomi. Nel tappeto erboso: zone con foglie appassite e oleose al tatto, presenza di matasse bianche cotonose che si allargano rapidamente. Stagione in cui può comparire. Estate. Condizioni favorevoli. Temperature elevate (ottimali: C), umidità (prolungati periodi di bagnatura fogliare, terreno poco drenante), eccessiva concimazione azotata, presenza di feltro. 32 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007

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