ASPETTI FITOSANITARI DELLE LAMIACEAE
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- Eleonora Brescia
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1 ASPETTI FITOSANITARI DELLE LAMIACEAE La famiglia delle Lamiaceae annovera tra le più importanti specie produttrici di oli essenziali, che non sono però esenti da malattie. Una panoramica su quelle più comuni e sulle profilassi possibili per mantenere una buona produzione. * Maria Grazia Bellardi In Italia, le specie aromatiche e ornamentali appartenenti alla vasta famiglia delle Lamiaceae sono coltivate in Italia soprattutto in Liguria. Nella Piana di Albenga (Savona), per esempio, già da molti anni numerose Aziende un tempo specializzate nella produzione di piante prettamente ornamentali, verdi e fiorite in vaso, si sono indirizzate al settore delle Aromatiche, parecchio richie- ste sia dal mercato interno che da quello europeo. Qui si propagano e coltivano timo, menta, origano, lavanda e lavandino, maggiorana, santoreggia, rosmarino, ecc. (Figura 1). Infatti, in molte aziende, soprattutto di aromatiche arbustive (rosmarino, lavanda e i suoi ibridi), i coltivatori mantengono nelle immediate vicinanze delle produzioni in vaso, le piante-madri (alcune delle quali di anni) dalle quali ricavare le talee da radicare (Figura 2). Inoltre, non solo in Liguria, ma anche in Toscana, Veneto e Campania, un ruolo di tutto rilievo è rivestito dal basilico, lamiacea inserita fra le orticole, anche se utilizzata nei più svariati settori, da quello prettamente culinario e liquoristico, a quello della cosmesi e della fitoterapia, in virtù delle note proprietà del suo olio settembre 2015 natural 1 t 99
2 RICERCA Figura 1. Coltivazione in vaso di rosmarino nella Piana di Albenga (Savona), zona molto vocata alla produzione di Aromatiche. Figura 2. Le piante-madri di lavanda da cui vengono prelevate le talee per le nuove produzioni crescono all interno delle stesse Aziende, ma non sono purtroppo soggette a controlli di tipo fitosanitario. essenziale (O.E.), nonché ornamentale, dato che con il basilico, per esempio quello dalle foglie color rosso porpora, si creano giardini piacevolmente profumati. Purtroppo, però, produrre e coltivare lamiacee non è facile, dato che come tutte le aromatiche, le differenti specie, nonostante siano in molti casi dotate di notevole rusticità (vedi il rosmarino o il timo) sono soggette a numerose malattie infettive dovute a funghi, batteri, virus e fitoplasmi, a cui si aggiungono danni da insetti, acari e nematodi. Tutte queste avversità determinano gravi danni alle produzioni, sia in termini di resa che di qualità del prodotto destinato al consumo diretto o alla trasformazione industriale (Figura 3). In questa rassegna si prendono in considerazione le principali malattie dovute a funghi, virus e fitoplasmi che vedono coinvolte importanti e note lamiacee; ne vengono descritte le specifiche sintomatologie che aiutano nel riconoscimento visivo, nonché le terapie più idonee da adottare. 100 t natural 1 settembre 2015
3 Figura 3. Il basilico è certamente una delle lamiacee più importanti in Liguria; le malattie fungine sono causa ogni anno di gravi danni alla produzione. In primo piano una moria di origine fungina. Figura 4. Foto al microscopio elettronico di AMV (virus del mosaico dell erba medica), uno dei virus più pericolosi e diffusi nelle coltivazioni di lamiacee. Figura 5. Mosaico giallo-oro su rosmarino infetto da AMV. Figura 6. Di recente, in coltivazioni di origano di Albenga sono state individuate piante infette da AMV: la sintomatologia consiste in un mosaico fogliare giallo o biancastro. Malattie fungine - Peronospora. La peronospora, dovuta a Phytophtora spp., è una grave malattia che interessa basilico, salvia, lavanda, differenti specie di timo, rosmarino, ecc. Le piante generalmente avvizziscono come se mancasse loro un adeguato apporto idrico, fino alla morte completa. - Gli Oidii (mal bianco) sono anch esse malattie fungine diffuse e pericolose. Sintomo caratteristico è la presenza di macchie bianche sulla superficie fogliare; attacchi molto gravi possono impedire il nomale sviluppo dei getti coinvolti e dell intero organismo. settembre 2015 natural 1 t 101
4 RICERCA Figura 7. AMV è ubiquitario ovunque si coltivino lavande e lavandino. Figura 8. Anche il basilico è comunemente infetto da AMV: i sintomi sulle foglie consistono in macchie gialle oro e necrosi diffuse. Figura 9. Nelle coltivazioni di Lavandula spp. del Giardino delle Erbe di Casola Valsenio (Ravenna) è indispensabile eseguire continui monitoraggi per verificare la presenza di infezioni virali. - Botrite (muffa grigia) è particolarmente pericolosa su Lavandula stoechas nei cui impianti causa imbrunimenti e marciumi dei getti. - Marciume radicale da Pithyum spp. Questa malattia colpisce le piantine in vivaio e, recentemente, è risultata particolarmente pericolosa per la produzione di basilico in idroponica. - Maculature fogliari. Fra le più pericolose, soprattutto su rosmarino, si annovera l alternariosi. Profilassi - Per garantire una buona produzione di lamiacee, i coltivatori sono obbligati a ricorrere all impiego di agrofarmaci, anche se con molte difficoltà dato che si parla di Aromatiche. Le coltivazioni in vaso le cui varietà sono destinate al consumo umano e non sono nell elenco del regolamento CE n. 178/2006 del 1 febbraio 2006 si possono trattare esclusivamente con prodotti a base di rame, zolfo, piretro naturale, thricoderma e coniothyrum. Per quelli rameici in questi anni sono stati effettuati numerosi studi per trovare formulati a basso contenuto di rame al fine di ridurre l impatto sull ambiente in conformità con la più recente normativa dell UE. Sono prodotti che possono esercitare un azione fungicida (e battericida) a dosi nettamente inferiori rispetto a quelle di un rameico tradizionale e a costi più contenuti. Virosi e fitoplasmosi Nel periodo sono state esaminate decine di specie appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae caratterizzate da sintomi riferibili alla presenza di virus e/o fitoplasmi. In tabella 1 sono riportate quelle riscontrate infette, il patogeno coinvolto e l indicazione circa le ulteriori analisi che hanno riguardato lo studio degli O.E. Infatti, si è ritenuto necessario verificare se il virus e/o il fitoplasma coinvolto potessero influenzare il metabolismo secondario della pianta, ossia modificare la resa in O.E. e la sua composizione. Da notare che, in alcuni casi, si è trattato di prime segnalazioni in senso assoluto (Bellardi e Bertaccini, 2005; Parrella et al., 2010 e 2012). Dalle indagini eseguite è risultato che due virus appartenenti entrambi alla famiglia dei Bromoviridae sono i più diffusi nelle coltivazioni di lamiacee: sono entrambi trasmessi da afidi, per seme e talee. AMV (Figura 4) si rende responsabile di una sintomatologia indicata come mosaico giallo : una sorta di maculatura giallo-oro, a volte biancastra, che interessa il lembo fogliare, alla quale segue generalmente necrosi e filloptosi (Figure 5,6,7). Questo virus è diffuso nelle coltivazioni di basilico e, da recenti studi eseguiti sulla cv Genovese, risulta essere trasmesso per seme (Parrella et al., 2011) (Figura 8). Oltre che nella Piana di Albenga e nel Giardino delle Erbe di Casola Valsenio (Ravenna), AMV è stato riscontrato nelle coltivazioni poste in zone calanchive dell Appennino tosco-romagnolo (Figura 9). Altrettanto pericoloso risulta un secondo Bromoviridae, CMV, responsabile in rosmarino di nanismo dalla pianta. Particolarmente grave risulta nelle coltivazioni di basilico della Liguria la presenza di TSWV, patogeno da quarantena, causa di necrosi e avvizzimenti su foglie e fusti, sintomi facilmente confondibili, visivamente, con quelli dovuti a infezioni fungine, il che ne aumenta la pericolosità. Infatti, si verificano spesso ritardi nella diagnosi, con conseguente ulteriore diffusione di TSWV negli impianti per mezzo di tripidi, vettori naturali del virus. Per quanto riguarda i fitoplasmi, negli ultimi anni questi procarioti sono stati riscontrati in tre lamiacee: issopo, rosmarino e timo, con sintomi di rosettamento, virescenza, fillodia, nanismo e arrossamento fogliare (Figure 10,11). Pur trattandosi di eventi sporadici, queste tre lamiacee si aggiungono al lungo elenco di specie aromatiche e ornamentali che negli ultimi 15 anni sono state riscontrate infette, soprattutto in Liguria ed Emilia-Romagna (Contaldo et al., 2012). Profilassi - Nei confronti di virus e fitoplasmi occorre agire in maniera preventiva data la non curabilità 102 t natural 1 settembre 2015
5 Figura 10. Rosmarino infetto da fitoplasmi: un getto manifesta un vistoso rosettamento. Figura 11. Il timo ospite di fitoplasmi è di taglia ridotta e le foglie sono piccole e arrossate. delle malattie di cui si rendono responsabili. È innanzitutto indispensabile un loro tempestivo riconoscimento in campo su base sintomatologica, anche se la diagnosi visiva non è affatto facile. Occorre perciò che i coltivatori siano supportati da tecnici preparati che possano a loro volta rivolgersi, per le analisi del caso, ai Servizi Fitosanitari Regionali o a fitopatologi esperti del settore (presso le Università). Le piante diagnosticate infette devono essere eliminate tempestivamente, così come la vegetazione spontanea, serbatoio naturale di virus e fitoplasmi e ricovero dei loro vettori naturali (afidi, tripidi, cicadellidi, ecc.), contro i quali è indispensabile intervenire chimicamente. Il punto più importante nella strategia di difesa resta la qualità del materiale di propagazione da utilizzare per l allestimento degli impianti: talee e semi devono essere garantiti come virus e fitoplasma-esenti. * Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Agrarie Bibliografia Bellardi M.G., Betaccini A., Malattie delle piante officinali: virosi e fitoplasmosi, (Ed. L Informatore agrario, Verona), 2005, pp Contaldo N., Bertaccini A., Bozzano G., Cavicchi L., Bellardi M.G., Detection and molecular characterization of phytoplasmas infecting Rosmarinus officinalis L. J Plant Path, 2012, 94(4 supp), Abstract S4. Parrella G., Nappo A.G., Cavicchi L., Bellardi M.G, First finding and molecular chacterization of Alfalfa Mosaic Virus infecting Origanum vulgare in Italy, Petria, 2010, 20(2), Parrella G., Zama G., Cavicchi L., Bellardi M.G., Seed transmission of Alfalfa Mosaic Virus in basil. 4 th Conference of the International Working Group on Legume and Vegetable Viruses (IWGLVV). Antequera, Malaga (Spagna) Abstract P29, pg 93. Parrella G., Cavicchi L., Bellardi M.G., First record of Alfalfa mosaic virus in Teucrium fruticans in Italy, Plant Dis, 2012, 96(2), 294. Tabella 1. Virus e fitoplasmi individuati in Italia nel periodo su Lamiaceae. * : prime segnalazioni; Analisi O.E.: analisi comparative tra piante Sane e Infette VIRUS 1) AMV (virus del mosaico dell erba medica; alfalfa mosaic virus) - Basilico (Ocimum basilicum) analisi O.E. - Lavandula vera..... analisi O.E. - L. hybrida ( Grosso, R.C., Sumiens, Super A, ecc.).... analisi O.E. - L. alardii* analisi O.E. - L. stoechas* - Melissa (Melissa officinalis) - Mentha rotundifolia* - Origano (Origanum vulgaris) - Sclarea (Salvia sclarea)* - Teucrium fruticans* e T. scorodonia* 2) BBWV (virus dell avvizzimento della fava; broad bean wilt virus) - Cardiaca (Leonorus cardiaca) - Sclarea (S. sclarea) analisi O.E. 3) CMV (virus del mosaico del cetriolo; cucumber mosaic virus) - Erba dei gatti (Nepeta cataria) - Issopo anisato (Agastache anethiodora)* analisi O.E - Rosmarino (Rosmarinus officinalis)* - Salvia all ananas (Salvia rutilans)* - Sclarea (Salvia sclarea)* 4) TSWV (v. dell avvizzimento maculato del pomodoro; tomato spotted wilt virus) - Basilico (Ocimum basilicum) Virus non identificati - Timo (Thimus vulgaris) (potexvirus?)....analisi O.E. - Salvia (Salvia officinalis maxifolia ) (tobamovirus).... analisi O.E. FITOPLASMI - Issopo (Hyssopus officinalis)*....analisi O.E. - Rosmarino (R. officinalis) * - Sclarea (S. sclarea) * - Timo (T. vulgaris) * settembre 2015 natural 1 t 103
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