Progetti innovativi sul fronte delle energie rinnovabili: soluzioni biogas (a cura di Bioelettra)

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1 Sala Caccia Dominioni Palazzo delle Stelline Milano 19 aprile ore ATTI DEL SEMINARIO Progetti innovativi sul fronte delle energie rinnovabili: soluzioni biogas (a cura di Bioelettra) Le fonti energetiche rinnovabili, che si rigenerano nella scala dei tempi umani e permettono uno sviluppo sostenibile, appaiono oggi la risposta più adatta per arginare il consumo delle risorse naturali e rispettare le prescrizioni del protocollo di Kyoto. Esse consentono inoltre di risolvere gravosi problemi ambientali come, nella fattispecie delle biomasse, la riqualificazione degli scarti di origine organica e dei reflui zootecnici, questi ultimi implicati nelle direttive comunitarie che ne limitano lo spandimento onde contenere l inquinamento del suolo e delle falde dai nitrati. Nel seminario si illustrerà il quadro generale riguardante i processi di digestione anaerobica di biomasse finalizzati alla produzione di biogas, quindi di energia, insieme ad una panoramica legislativa. Verrà presentato il progetto BREMBIOENERGIA che prevede l installazione di un impianto di biogas della potenzialità di 1MW fornita dal trattamento biologico di deiezioni suinicole e colture energetiche.

2 FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: IL BIOGAS QUADRO NORMATIVO FER E IMPIANTI DI BIOGAS PROGETTO BREMBIOENERGIE

3 FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI Fonti di energia ricavate da fonti che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano o non sono esauribili nella scala dei tempi umani o comunque così sono percepite dall uomo e dalla società. Possono permettere uno sviluppo sostenibile all uomo, senza che si danneggi la natura e per un tempo indeterminato Biomasse (deiezioni animali, colture vegetali, frazione organica dei rifiuti) Digestione anaerobica Biogas (metano + anidride carbonica) Cogenerazione Energia elettrica e termica VALORIZZAZIONE ENERGETICA DELLE BIOMASSE RECUPERO MATERIALI e realizzazione filiere produttive RIDUZIONI GAS SERRA (Protocollo Kyoto) CO 2, CH 4 MINORE DIPENDENZA ENERGETICA valorizzazione risorse locali DIVERSIFICAZIONE DELLE FONTI Gestione dei reflui zootecnici -concentrazione degli allevamenti intensivi: quantità reflui, volumi stoccaggio insufficienti, spandimenti estemporanei - limitata ricettività dei terreni -odori molesti - limitazione allo spandimento in seguito all applicazione della Direttiva nitrati CE 676/1991: 170 kg N/ettaro/anno nelle ZVN TRATTAMENTO DEI REFLUI ZOOTECNICI CON FINALITA ENERGETICHE

4 Il processo di digestione anaerobica Generalità sul processo La degradazione biologica della sostanza organica in condizione di anaerobiosi (in assenza, cioè, di ossigeno molecolare, come O 2, o legato ad altri elementi, come nel caso dell'azoto nitrico, NO 3 - ), determina la formazione di diversi prodotti, i più abbondanti dei quali sono due gas: il metano ed il biossido di carbonio Essa coinvolge diversi gruppi microbici interagenti tra loro: i batteri idrolitici, i batteri acidificanti (acetogeni ed omoacetogeni) ed, infine, i batteri metanogeni Il prodotto finale di maggior interesse è il biogas: esso è costituito da metano e CO 2, con prevalenza del gas di interesse energetico, che rappresenta circa i 2/3 del biogas prodotto I batteri metanogeni occupano quindi solo la posizione finale della catena trofica anaerobica

5 Fasi del processo di digestione anaerobica Nel corso del processo biodegradativo si hanno in particolare tre stadi: una prima fase di idrolisi dei substrati complessi accompagnata da acidificazione con formazione di acidi grassi volatili, chetoni ed alcoli; una seconda fase di acetogenesi, in cui, a partire dagli acidi grassi, si ha la formazione di acido acetico, acido formico, biossido di carbonio ed idrogeno molecolare; una terza fase in cui, a partire dai prodotti della fase precedente, si osserva la metanogenesi, cioè la formazione di metano a partire dall acido acetico o attraverso la riduzione del biossido di carbonio utilizzando l idrogeno come cosubstrato. In minor misura si ha la formazione di metano a partire dall acido formico Fasi della digestione anaerobica Idrolisi Macromolecole organiche Batteri idrolitici Monomeri solubili Principali ceppi batterici Batteroidi Clostridium Ruminococcus Anaerovibrio Butyruvubrio Bacillus Schema del processo di digestione anaerobica di un substrato complesso particolato Acidogenesi Acetogenesi Batteri fermentativi 76% Acidi organici e alcoli Batteri acetogeni Acetato H 2 CO 2 Clostridium Ruminococcus Desulfovibrio Synthrophomonas Syntrophobacter Eubacterium Acetogenium Clostridium Batteri acetoclasti 72% Batteri idrogenofili 28% Metanogenesi CH4 CO2 CH4 Metanosarcina Metanothrix Metanobacterium Metanococcus

6 Materiali m 3 biogas/kg TVS Deiezioni animali (suini, bovini, avicunicoli, ecc.) 0,2 0,5 Residui colturali (paglia, colletti barbabietole, ecc.) 0,35 0,4 Resa in biogas Scarti organici agroindustria (siero, scarti vegetali, 0,4 0,8 lieviti, fanghi e reflui di distillerie, birrerie e cantine, ecc.) Scarti organici macellazione (grassi, contenuto 0,55 1,0 stomacale ed intestinale, sangue, fanghi di flottazione, ecc.) Fanghi di depurazione 0,25 0,35 FORSU 0,4 0,6 Colture energetiche (mais, sorgo zuccherino, ecc.) 0,55 0, Marcomela Bucce di pomodori Melasse Semi oleaginosi Scarti panificio Amido Siero kwh/t Insila to di mais Insilato d'erba Insila to di sorg o Fieno Erba Trifoglio Paglia Gra ne lla Gra ne lla macinata kwh/t Stocchi di mais Piante oleaginose Energia elettrica Energia termica Energia elettrica Energia termica Composizione del biogas Componente % volumetrica Metano (CH 4 ) 50 80% Anidride carbonica (CO 2 ) 50 20% Azoto (N 2 ) <1% Idrogeno (H 2 ) <1% Ammoniaca (NH 3 ) <1% Solfuro di idrogeno (H 2 S) <1% Fonte: Rota Guido, Liquami biogas BIOGAS PCI MJ/m 3 purificazione! combustibile per motori a cogenerazione;! metano energia elettrica e termica

7 Struttura impianto di digestione anaerobica emissioni Struttura impianto di digestione anaerobica Cabina ENEL En.elettrica calore rete biogas cogeneratore trattamenti digestato Caricamento alimentazione Digestore Post-Digestore solido Post-compostaggio liquido spandimento depurazione stoccaggio

8 Sezioni componenti l impianto ricevimento e preparazione del materiale reattori di digestione anaerobica disidratazione post-trattamento di compostaggio/ sezione depurativa utilizzo del biogas presidi ambientali: trattamento acque trattamento effluenti gassosi trattamento solidi residui servizi: officina rimessaggi mensa servizi igienici Esempi impianti biogas

9 Riferimenti legislativi ITER BUROCRATICI IMPIANTI DI BIOGAS

10 IMPIANTI DI BIOGAS D.M. 20/04/2004 D. Lgs. 79/1999 calore en. elettrica EMISSIONI Aria, vapore, anidride carbonica, < 450 mg/nm 3 NOx, < 500 mg/nm 3 CO D. Lgs. 152/06 parte V BIOMASSE 3 colture energetiche (mais, sorgo zuccherino) 3 deiezioni animali (suini, bovini, avicunicoli, equini) 3 residui colturali (paglia, colletti barbabietole) 3 residui agroindustriali (siero, scarti vegetali, lieviti, fanghi e reflui distillerie, birrerie, cantine) 3 frazione organica rifiuti urbani 3 fanghi depurazione 3 scarti organici macellazione * Rifiuti? Cogeneratore biogas Digestione anaerobica D. Lgs. 152/06 parte quarta DM. 05/02/1998 Reg. CE 1774/2002 * digestato Metano (50-80%), anidride carbonica (50-20%), azoto, idrogeno, ammoniaca, solfuro di idrogeno (<1%) SPANDIMENTO D. MiPAF 07/04/2006 liquido solido Depurazione COMPOSTAGGIO SPANDIMENTO D. MiPAF 07/04/2006 D. Lgs. 217/06 QUADRO NORMATIVO FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI

11 DIRETTIVA 2001/77/CE sulla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità Estratto preambolo punto (1): Il potenziale sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili è attualmente sotto utilizzato nella Comunità. Quest ultima riconosce la necessità di promuovere in via prioritaria le fonti energetiche rinnovabili, poiché queste contribuiscono alla protezione dell ambiente e allo sviluppo sostenibile. Esse possono inoltre creare occupazione locale, avere un impatto positivo sulla coesione sociale, contribuire alla sicurezza degli approvvigionamenti e permettere di conseguire più rapidamente gli obiettivi di Kyoto. Bisogna pertanto garantire un migliore sfruttamento di questo potenziale nell ambito del mercato interno dell elettricità. ART. 1 FER: -eolico -solare -geotermico - moto ondoso, maremotrice, idraulica - biomassa - gas discarica, biogas ALLEGATO ART. 3 OBIETTIVI Elettricità FER TWh 1997 INDICATIVI NAZIONALI: quota indicativa 22,1% di elettricità da FER sul consumo totale di elettricità della Comunità entro il 2010 % Elettricità FER 1997 Belgio Danimarca Germania Grecia Spagna Francia Irlanda Italia Lussemburgo Paesi Basi Austria Portogallo Finlandia Svezia Regno Unito Comunità % 22% BIOMASSA: parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani DIRETTIVA 2001/77/CE % Elettricità FER 2010 ART. 6 PROCEDURE AMMINISTRATIVE: - ridurre ostacoli normativi - accelerare procedure amministrative - garantire norme oggettive, trasparenti D.Lgs 387/2003 ART. 7 QUESTIONI ATTINENTI ALLA RETE: - accesso prioritario alla rete dall elettricità prodotta da FER - norme standard per costi di connessione, potenziamento rete - tariffazione conveniente D.Lgs 79/1999

12 Decreto legislativo n. 79 del 16/03/1999 Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell energia elettrica ART. 11 ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI: dal 2001 i produttori/importatori di e.e. da fonti non rinnovabili hanno l obbligo di immettere nel sistema elettrico nazionale, nell anno successivo, una quota prodotta da IAFR; tale quota è pari al 2% dell e.e. eccedente i 100GWh e può essere acquistata, anche come diritti, da altri produttori di e.e. da FER D.M. 11/11/1999 CERTIFICATI VERDI Valore pari o multiplo di 50 MWh emesso dal GSE in seguito a certificazione IAFR Valore CV : /MWh Decreto legislativo 387 del 29/12/2003 Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità ART. 4 QUOTA MINIMA ELETTRICITA FER: incremento annuale di 0.35 punti percentuali della quota definita dal Decreto Bersani ( ) ART. 11 GARANZIA DI ORIGINE ELETTRICITA PRODOTTA DA FER ART. 12 RAZIONALIZZAZIONE E SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE AUTORIZZATIVE: Ρ comma 1: opere per la realizzazione degli IAFR e opere connesse sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti; Ρ comma 3: costruzione, esercizio, interventi di modifica/potenziamento/rifacimento, opere connesse sono soggetti ad autorizzazione unica rilasciata dalla Regione o soggetto delegato. A tal fine la Conferenza dei servizi è convocata dalla regione entro trenta giorni dal ricevimento della domanda; Ρ comma 4: l autorizzazione è rilasciata a seguito di un provvedimento unico, al quale partecipano tutte le Amministrazioni interessate (secondo L. 241/1990). Il rilascio dell autorizzazione costituisce titolo a costruire ed esercire l impianto in conformità al progetto approvato e deve contenere, in ogni caso, l obbligo al ripristino dello stato dei luoghi a carico del soggetto esercente a seguito della dismissione dell impianto. Il termine del procedimento non può comunque essere superiore a 180 giorni.

13 Decreto legislativo n. 387 del 29/12/2003 Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità ART. 12 RAZIONALIZZAZIONE E SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE AUTORIZZATIVE: Ρ comma 5 e 7: all installazione degli impianti alimentati a biomasse e dalla fonte idraulica e da FER non programmabili, per i quali non è prevista autorizzazione, non si applicano commi 3 e 4; essi possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici Ρ comma 8: gli impianti per la produzione di e.e. di potenza complessiva non superiore ai 3 MW termici, ubicati all interno di impianti di smaltimento rifiuti, sono attività ad inquinamento atmosferico poco significativo ed il loro esercizio non richiede autorizzazione ART. 17 INCLUSIONE DEI RIFIUTI TRA LE FONTI ENERGETICHE AMMESSE A BENEFICIARE DEL REGIME RISERVATO FER ART. 18 CUMULABILITA DEGLI INCENTIVI: non cumulabilità certificati verdi con altri titoli per impianti alimentati da FER e da rifiuti Decreto legislativo n. 152 del 3/04/2006 Norme in materia ambientale PARTE II VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE ALLEGATO III-A- PROGETTI SOTTOPOSTI A VIA: impianti di recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità superiore a 100 t/d, mediante operazioni da R1 a R9, ad esclusione degli impianti di recupero sottoposti alle procedure semplificate Se i progetti di opere o di interventi ricadono all interno di aree naturali protette, le soglie dimensionali sono ridotte del 50% * Per i progetti assoggettati a Valutazione di Incidenza (Siti Natura 2000) questa è compresa nell ambito della stessa procedura. A tal fine lo studio di impatto ambientale predisposto dal proponente deve contenere un apposita sezione riguardante le verifiche relative alla compatibilità del progetto con le finalità conservative degli habitat e delle specie presenti nell area psic o ZPS.

14 Decreto legislativo n. 152 del 3/04/2006 Norme in materia ambientale PARTE IV RIFIUTI ART. 208: Autorizzazione unica per gli impianti di recupero rifiuti (valida per 10 anni): presentazione domanda alla regione allegando progetto definitivo e documentazione tecnica prevista per la realizzazione del progetto stesso dalle disposizioni vigenti in materia urbanistica, di tutela ambientale, di salute, di sicurezza sul lavoro e di igiene pubblica. In seguito alla convocazione della Conferenza di servizi l istruttoria si conclude dopo 150 giorni dalla presentazione della domanda AUTORIZZAZIONE ω tipi e quantitativi rifiuti ω requisiti tecnici (compatibilità del sito, attrezzature utilizzate) ω localizzazione impianto ω metodo trattamento e recupero ω prescrizioni per messa in sicurezza, chiusura e ripristino impianto ω garanzie finanziarie richieste, prestate al momento dell avvio effettivo all esercizio ω data scadenza autorizzazione ω limiti di emissione in atmosfera per i processi di trattamento termico dei rifiuti, anche accompagnati da recupero energetico Decreto legislativo n. 152 del 3/04/2006 Norme in materia ambientale PARTE IV RIFIUTI Ma con la successiva modifica del Codice ambientale : ART. 185 LIMITI DI APPLICAZIONE DELLA PARTE QUARTA (RIFIUTI): non rientrano nel campo di applicazione della parte quarta del decreto, qualora contemplati da altra normativa: Ρ le carogne, le materie fecali ed altre sostanze naturali non pericolose utilizzate nelle attività agricole anche dopo trattamento in impianti aziendali ed interaziendali agricoli, quali gli impianti per la produzione di biogas, che riducano i carichi inquinanti e potenzialmente patogeni dei materiali di partenza [ ] Ρ materiali fecali e vegetali di provenienza agricola ed agroalimentare destinate nell ambito di specifici accordi, senza trasformazioni [..] ai trattamenti di cui all allegato III del decreto interministeriale 7 aprile * CER = rifiuti prodotti dal trattamento anaerobico dei rifiuti il biogas non costituisce rifiuto se non deriva da rifiuti

15 Decreto legislativo n. 152 del 3/04/2006 Norme in materia ambientale PARTE V EMISSIONI ART. 267 : prolungamento del periodo di validità dei certificati verdi a dodici anni ART. 269 : non sono sottoposti ad autorizzazione alle emissioni in atmosfera: Ρ impianti di combustione alimentati a biogas di cui all Allegato X alla parte V di potenza termica nominale complessiva inferiore o uguale a 3 MW Caratteristiche e condizioni di utilizzo del bioga(sezione 6) ω deve provenire dalla fermentazione metanogenica di sostanze organiche non costituite da rifiuti. In particolare non deve essere costituito da discariche, fanghi, liquami e altri rifiuti a matrice organica. Il biogas derivante dai rifiuti può essere utilizzato con le modalità e alle condizioni previste dalla normativa sui rifiuti ω il biogas deve essere costituito prevalentemente da metano e biossido di carbonio e con un contenuto massimo di composti solforati, espressi come solfuro di idrogeno, non superiore allo 0.1%v/v ω l utilizzo del biogas è consentito nel medesimo comprensorio industriale in cui è prodotto Decreto legislativo n. 152 del 3/04/2006 Norme in materia ambientale PARTE V EMISSIONI PARTE III ALLEGATO 1 VALORI LIMITE DI EMISSIONE PER GLI IMPIANTI CHE UTILIZZANO BIOGAS : Motori a combustione interna Potenza termica nominale installata < = 3MW > 3 MW Carbonio organico totale (COT) 150 mg/nm mg/nm 3 Monossido di carbonio (CO) 800 mg/nm mg/nm 3 Ossidi di azoto (come NO 2) 500 mg/nm mg/nm 3 Composti inorganici del cloro sotto forma di gas o vapori (come HCl) 10 mg/nm 3 10 mg/nm 3 Potenza termica nominale installata (MW) < = 8MW > 8 MW + <= 15 > 15 + <= 50 > 50 Carbonio organico totale (COT) mg/nm 3 50 mg/nm 3 Monossido di carbonio (CO) 100 mg/nm 3 80 mg/nm 3 60 mg/nm 3 50 mg/nm 3 Ossidi di azoto (come NO2) 150 mg/nm 3 80 mg/nm 3 80 mg/nm 3 60 mg/nm 3 Composti inorganici del cloro sotto forma di gas o vapori (come HCl) 5 mg/nm 3 5 mg/nm 3 5 mg/nm 3 5 mg/nm 3 Turbine a gas fisse Altre tipologie di impianti Potenza termica nominale installata = 3MW > 3 MW < Carbonio organico totale (COT) 150 mg/nm mg/nm 3 Monossido di carbonio (CO) 300 mg/nm mg/nm 3 Ossidi di azoto (come NO2) 30 mg/nm 3 20 mg/nm 3 Composti inorganici del cloro sotto forma di gas o vapori (come HCl) 30 mg/nm 3 30 mg/nm 3

16 Decreto ministeriale 5 febbraio 1998 e succ.mod. (D.M. 186/2006) Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate ALLEGATO 1 SUBALLEGATO 1 punto 15 : rifiuti recuperabili mediante procedimenti di digestione anaerobica ω : feci animali, urine, letame, effluenti [da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca, trattamento e preparazione di alimenti] raccolti separatamente e trattati fuori sito ω / / / / / : fanghi prodotti dal trattamento [di carne, pesce ed altri alimenti di origine umana/ di frutta, verdura, cereali, oli alimentari, cacao, caffè, tè e tabacco, della produzione di conserve alimentari, della produzione di lievito ed estratto di lievito, della preparazione e fermentazione della melassa/ della raffinazione dello zucchero/ dell industria lattiero-casearia/ dell industria dolciaria e della panificazione/ della produzione di bevande alcoliche ed analcoliche] in loco degli effluenti ω : rifiuti prodotti dalla distillazione di bevande alcoliche ω / / : fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio/ scarti di fibre e fanghi contenenti fibre della produzione e della lavorazione di polpa, carta e cartone ω : fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane ω : rifiuti (urbani) dei mercati ω : rifiuti biodegradabili da parchi e giardini ω : rifiuti biodegradabili di cucine e mense Le fasi di ricevimento, stoccaggio, selezione della frazione organica e produzione di biogas devono avvenire in ambiente chiuso; l area dell impianto deve essere recintata minimizzazione odori biogas trattato per abbattere particolato (limite polveri di 10 mg/nm 3 ), HCl, H 2 S, NH 3 Decreto ministeriale 5 febbraio 1998 e succ.mod. (D.M. 186/2006) Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate ALLEGATO 2 SUBALLEGATO 1 : biogas provenienza: fermentazione anaerobica metanogenica di rifiuti a matrice organica in processi di cui al punto 15 Allegato 1 o da discarica gas combustibile : - metano minimo 30% vol -H 2 S max 1.5% vol - P.C.I. sul t.q. min kj/nm 3 l utilizzazione del biogas è consentita in impianti di conversione energetica di potenza termica nominale superiore a 0.5MW, anche integrati con il sistema di produzione del gas con valori di emissione: Valore limite (mg/nm3) * medio rilevato per un periodo di campionamento di 1 h Polveri 10 HCl 10 Carbonio organico totale (COT) 150 NO x 450 CO 500 negli impianti dedicati oltre i 6 MWt: controllo continuo di CO, NOx, SOx

17 Decreto ministeriale 5 febbraio 1998 e succ.mod. (D.M. 186/2006) Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate ALLEGATO 4 SUBALLEGATO 1 : limiti quantitativi per le operazioni di recupero di materia esclusa la sola messa in riserva Attività di recupero Codice rifiuto Descrizione Produzione di biogas , , , , , , , , , , , , , , frazione organica da RSU e rifiuti speciali non pericolosi a matrice organica, recuperabili con processi di digestione anaerobica Quantità (t/anno) 10,000 ALLEGATO 4 SUBALLEGATO 2 : quantità massime di rifiuti utilizzabili come combustibile o altro mezzo per produrre energia in impianti dedicati/ industriali Attività di recupero Codice rifiuto Descrizione Quantità Utilizzo dei rifiuti come combustibile o altro mezzo per produrre energia in impianti dedicati Utilizzo dei rifiuti come combustibile o altro mezzo per produrre energia in impianti industriali biogas (impianti dedicari o impianti industriali) biogas (motori fissi a combustione interna) t/anno mc Decreto MiPAF 7 aprile 2006 Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, di cui all art. 38 del D.lgs. n. 152 del 11/05/1999 ALLEGATO III PARTE A : trattamenti aziendali di liquami zootecnici e gestione aziendale o interaziendale dei prodotti di risulta linee di gestione suggerite Frazione solida Separazione in ambito aziendale Frazione liquida D.A. in centro interaziendale Depurazione in ambito aziendale Scarico in pubblica fognatura per depurazione Utilizzo fertirriguo su suolo aziendale (sulla base di un piano di spandimento approvato) Trattamenti: Ρ di raccomandata applicazione ad opera delle regioni in ZVN, al fine di una tutela preventiva delle acque superficiali e sotterranee Ρ obbligatori nelle aree ad elevata densità di allevamenti zootecnici in cui è necessario riequilibrare il rapporto tra carico di bestiame e suolo disponibile per lo spandimento dei liquami

18 Decreto MiPAF 7 aprile 2006 Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, di cui all art. 38 del D.lgs. n. 52 del 11/05/1999 ALLEGATO III PARTE B : trattamenti consortili di liquami zootecnici Frazione solida Stoccaggio e compostaggio Utilizzo agronomico * D.A. Separazione Frazione liquida ΒΒ ΒΒ Trattamento aerobico (rimozione azoto) Stoccaggio (alcuni mesi) Fertilizzazione su suolo agricolo * Vantaggi: Ρ riduzione dell eccedenza di nitrati Ρ produzione di compost Ρ utilizzo dell energia prodotta per trattamenti aerobici Ρ controllo dei problemi olfattivi Ρ riduzione dell emissione di CO 2 *Il suolo può essere messo a disposizione sia dagli allevatori che consegnano il liquame che dagli altri agricoltori Decreto MiPAF 7 aprile 2006 Possibile schema di ciclo di trattamento anaerobico di effluenti zootecnici eventualmente integrato con trattamento aerobico Scarti verdi, FORSU D.A. Effluenti zootecnici, scarti organici agroindustria, fanghi, FORSU Disidratazione Postcompostaggio aerobico Pre-trattamenti Unità di cogenerazione biogas Energia elettrica Calore Depurazione aria esausta Raffinazione Depurazione acque Aria depurata Compost maturo Acqua depurata

19 Decreto MiPAF 7 aprile 2006 Schema di flusso per il trattamento dei liquami zootecnici in depuratori di acque reflue urbane Acqua depurata Acque reflue urbane Depurazione biologica aerobica Fanghi di supero Effluenti zootecnici, scarti organici agroindustria Disidratazione Pre-trattamenti D.A. biogas Unità di cogenerazione Energia elettrica Calore Frazione liquida Fanghi disidratati Uso agronomico Decreto MiPAF 7 aprile 2006 Acque reflue urbane Frazione organica da raccolta differenziata Scarti lignocellulosici Effluenti zootecnici, scarti organici agroindustria Depurazione biologica aerobica Pretrattamenti Triturazione Pre-trattamenti Energia elettrica Acqua depurata Fanghi di supero Disidratazione D.A. biogas Unità di cogenerazione Calore Schema di flusso per il trattamento dei liquami zootecnici in depuratori di acque reflue urbane con sezione di compostaggio Miscelazione Fanghi disidratati Compostaggio aerobico Ammendante compostato misto Frazione liquida

20 Progetti biogas Sinergia con le amministrazioni e le realtà agricole locali Risoluzione degli ostacoli burocratici Condivisione investimenti e guadagni Risoluzione delle problematiche locali Aumento Zone Vulnerabili ai Nitrati (esempio pianura padana) e richiamo U.E. Progetto BREMBIOENERGIE srl del Comune di Brembio con Bioelettra srl Brembioenergie Biomasse trattate: 3 deiezioni di suini 3 pastone ed insilato di mais (da 170 ettari) Potenzialità: kw Produzione annua energia elettrica: circa MWh Equivalente energetico: abitanti Tonnellate petrolio equivalente: tep (consumo e.e. domestica pro capite: 1139KWh/anno dato GRTN 2005) (1KWh= 0.23*10-3 tep)

21 GRAZIE PER L ATTENZIONE

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