V. CARATTERISTICHE GENERALI DEGLI ACQUIFERI PROFONDI RELATIVI AI TERRITORI DI PIANURA DELLA REGIONE PIEMONTE

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1 V. CARATTERISTICHE GENERALI DEGLI ACQUIFERI PROFONDI RELATIVI AI TERRITORI DI PIANURA DELLA REGIONE PIEMONTE Bove A., Casaccio D., Destefanis E., De Luca D. A., Lasagna M., Masciocco L., Ossella L., Tonussi M. V.1 PREMESSA La conoscenza del sottosuolo nelle aree di pianura è indispensabile per poter definire una corretta programmazione dell uso delle risorse idriche, fondamentali per la sopravvivenza dell'uomo. In particolare, risultano di grande interesse le acque sotterranee immagazzinate negli acquiferi profondi, generalmente caratterizzate da una maggiore protezione all inquinamento e, di conseguenza, da una maggiore qualità. L obiettivo principale del presente lavoro è, quindi, una caratterizzazione degli acquiferi profondi della pianura Piemontese, mediante una valutazione della loro produttività, e una descrizione delle percentuali e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili e impermeabili fino a una profondità di 150 m dal piano campagna. V.2 GLI ACQUIFERI PROFONDI Le acque sotterranee che saturano i sedimenti nel sottosuolo al di sotto della falda superficiale sono dette falde profonde ed i sedimenti che le contengono acquiferi profondi. La suddivisione tra l acquifero superficiale e l acquifero profondo avviene generalmente mediante la presenza di livelli poco permeabili o impermeabili, solitamente di natura limosa o argillosa. Le falde profonde presentano condizioni di interconnessione variabili a seconda della continuità laterale, della geometria e dello spessore dei livelli impermeabili. Localmente si possono presentare zone in cui la divisione tra i due acquiferi non è netta: queste zone sono comunemente costituite da notevoli spessori di depositi grossolani omogenei e sono dette zone di acquifero indifferenziato. Nelle zone di acquifero indifferenziato, tuttavia, esiste una separazione tra circolazione superficiale e profonda legata a condizioni differenti di deflusso, a differente età e a differenti caratteristiche idrochimiche delle acque; generalmente le acque sotterranee profonde sono più antiche, hanno velocità inferiori e caratteristiche idrochimiche migliori rispetto alle acque più superficiali. Nelle zone di acquifero indifferenziato, tuttavia, le acque di circolazione profonda non risultano protette dalla presenza di livelli impermeabili che possono impedire o ritardare la diffusione di un eventuale inquinante, e sono quindi maggiormente vulnerabili; inoltre la V-1

2 presenza di pozzi in queste aree può favorire il mescolamento tra le acque della falda superficiale e quelle della falda profonda. V.2.1 MODALITÀ DI ESECUZIONE DELLE CARTE INERENTI GLI ACQUIFERI PROFONDI RELATIVI AI TERRITORI DI PIANURA DELLA REGIONE PIEMONTE Nelle fasi preliminari del lavoro sono state selezionate ed ubicate 487 stratigrafie di pozzi presenti nel territorio della pianura Piemontese e provenienti dall Archivio stratigrafico del Dipartimento di Scienze della Terra dell Università di Torino. Le stratigrafie sono state individuate in base ai seguenti criteri: profondità: sono state considerate solamente le stratigrafie di pozzi con profondità superiori a 100 metri; nelle aree con scarsità di dati (ad esempio alcune zone della Provincia di Cuneo) sono state, invece, considerate le stratigrafie di pozzi con profondità superiori a 75 metri; affidabilità: alle stratigrafie è stato assegnato un codice di affidabilità variabile da 1 (affidabilità massima) a 4 (affidabilità minima) in base alle modalità di redazione della stratigrafia (ubicazione, dati sul pozzo, descrizione delle litologie, eventuali dati su prove di portata). Infine, sono state selezionate tutte le stratigrafie con codice di affidabilità 1, 2 e 3; copertura dell area di indagine: le stratigrafie sono state scelte in modo da fornire la migliore copertura dell area di indagine, anche in previsione delle seguenti elaborazioni mediante software di contouring e gridding. Nei casi di alta densità di stratigrafie su aree ristrette (ad esempio in corrispondenza ai campi pozzi) sono state scelte le stratigrafie più rappresentative dell area in esame. Quindi sono stati raggruppati i litotipi in tre gruppi principali, di seguito elencati, in base alla loro permeabilità: litotipi permeabili: ciottoli, ghiaie, sabbie, ghiaie sabbiose, sabbie e ghiaia, tutte le litologie ghiaiose o sabbiose con limitate frazioni limoso argillose; litotipi semipermeabili: ciottoli, ghiaie e sabbie con rilevante matrice argilloso-limosa, ghiaie limose o argillose, sabbie con limo e argilla, conglomerati poco o scarsamente cementati; litotipi impermeabili: argille e limi come frazioni prevalenti. Sono poi state calcolate le percentuali e gli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili e impermeabili per intervalli di spessore di 50 metri a partire dal piano campagna (range di profondità 0-50, e ) e per intervalli di spessore di 50 metri a partire dalla base dell acquifero superficiale (range di profondità 0-50 e dalla base dell acquifero). Sono state, inoltre, calcolate le percentuali e gli spessori dei litotipi impermeabili nei primi 50, 100, 150 metri a partire dal piano campagna (range di profondità 0-50, 0-100, da p.c.) e nei primi 50 e 100 metri a partire dalla base dell acquifero superficiale (0-50 e dalla base dell acquifero). V-2

3 I valori ottenuti sono stati raggruppati, elaborati e cartografati su scala regionale con l ausilio di un codice di calcolo specifico per l interpolazione dei dati. In tal modo sono state realizzate le seguenti cartografie: - Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili, impermeabili alla profondità di 0-50 metri dal piano campagna alla scala 1: (Allegato V.2); - Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili e impermeabili da 50 a 100 metri di profondità dal piano campagna alla scala 1: (Allegato V.3); - Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili e impermeabili da 100 a 150 metri di profondità dal piano campagna alla scala 1: (Allegato V.4); - Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi impermeabili a profondità crescente dal piano campagna (0-50, 0-100, da p.c.) alla scala 1: (Allegato V.5); - Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili, impermeabili alla profondità di 0-50 metri dalla base dell acquifero alla scala 1: (Allegato V.6); - Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili e impermeabili da 50 a 100 metri di profondità dalla base dell acquifero alla scala 1: (Allegato V.7); - Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi impermeabili da 0 a 100 metri di profondità dalla base dell acquifero alla scala 1: (Allegato V.8). Uno stralcio di tali carte è riportato nelle Figure 1 7. Per quanto concerne la carta delle portate specifiche sono state prese in considerazione le stratigrafie di pozzi, con filtri posizionati al di sotto della base dell acquifero superficiale, in cui fossero segnalati i risultati delle prove di portata. In particolare sono stati riconosciuti 285 punti con tali requisiti, distribuiti su tutto il territorio di pianura. È stata, infine, redatta una Carta tematica delle portate specifiche alla scala 1: (Allegato V.1) confrontabile, per scala e tipo di rappresentazione del dato, con le carte che riportano la percentuale e lo spessore delle litologie permeabili, semipermeabili ed impermeabili. Uno stralcio della carta delle portate specifiche è riportato in Figura 8. V-3

4 Figura 1: stralcio della Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili, impermeabili alla profondità di 0-50 metri dal piano campagna alla scala 1: Nell immagine sono rappresentati i litotipi permeabili. V-4

5 Figura 2: stralcio della Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili, impermeabili alla profondità di metri dal piano campagna alla scala 1: Nell immagine sono rappresentati i litotipi permeabili. V-5

6 Figura 3: stralcio della Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili, impermeabili alla profondità di metri dal piano campagna alla scala 1: Nell immagine sono rappresentati i litotipi permeabili. V-6

7 Figura 4: stralcio della Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi impermeabili a profondità crescente dal piano campagna (0-50, 0-100, da p.c.) alla scala 1: Nell immagine è rappresentato lo spessore dei litotipi impermeabili da 0 a 50 m di profondità dal piano campagna. V-7

8 Figura 5: stralcio della Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili, impermeabili alla profondità di 0-50 metri dalla base dell acquifero alla scala 1: Nell immagine sono rappresentate lo spessore e la percentuale dei litotipi permeabili da 0 a 50 m di profondità dalla base dell acquifero superficiale. V-8

9 Figura 6: stralcio della Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili e impermeabili da 50 a 100 metri di profondità dalla base dell acquifero alla scala 1: Nell immagine sono rappresentate lo spessore e la percentuale dei litotipi permeabili da 50 a 100 m di profondità dalla base dell acquifero superficiale. V-9

10 Figura 7: stralcio della Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi impermeabili da 0 a 100 metri di profondità dalla base dell acquifero alla scala 1: V-10

11 Figura 8: stralcio della Carta delle portate specifiche alla scala 1: V-11

12 V.3 PRODUTTIVITÀ DEGLI ACQUIFERI PROFONDI RELATIVI AI TERRITORI DI PIANURA DELLA REGIONE PIEMONTE Come parametro rappresentativo della produttività degli acquiferi profondi, è stata utilizzata la portata specifica dei pozzi filtrati in tali acquiferi. La portata specifica è pari alla portata del pozzo diviso l abbassamento di livello piezometrico (differenza tra il livello statico e il livello dinamico). Un acquifero è più produttivo quando le portate specifiche dei pozzi in esso terebrati sono alte, cioè quando, a parità di portata estratta, si verificano abbassamenti minori del livello piezometrico. V.3.1 Carta delle portate specifiche La Carta della produttività degli acquiferi è stata redatta ricavando le portate specifiche dalle prove di pompaggio riportate nelle stratigrafie delle opere di captazione degli acquiferi profondi appartenenti all archivio del Dipartimento di Scienze della Terra dell Università di Torino. È stata, inoltre, evidenziata l ubicazione e la distribuzione dei pozzi ad uso acquedottistico in funzione della profondità; in particolare sono state distinte le classi di profondità 0-50 m, m e m. V Pianura Cuneese e Torinese meridionale Nel settore meridionale della Provincia di Cuneo i dati a disposizione sono molto scarsi; in tali zone, in effetti, i lavori precedenti hanno evidenziato la presenza di notevoli spessori di depositi alluvionali che raggiungono e talora superano i 100 metri. Inoltre dal momento che l acquifero superficiale presenta valori di soggiacenza elevati ed è localmente protetto, si possono prelevare acque di buona qualità e adatte alla maggior parte degli usi. L assenza di pozzi profondi, quindi, è da imputarsi a tale situazione. I dati utilizzati sono distribuiti maggiormente nel settore orientale della pianura Cuneese. In tale settore, i valori di portata specifica risultano, a sud, molto bassi e variano da 3 a poco più di 5 L/s per metro di abbassamento. Nel settore centrale si registrano portate specifiche superiori, comprese tra 5 e 10 L/s per metro di abbassamento: in particolare i valori vanno man mano crescendo partendo da ovest e da est e raggiungono il massimo al centro della pianura. Questa distribuzione di valori rispetta la presenza nel centro della pianura di litotipi più permeabili, in particolare nella fascia di profondità tra 50 e 100 metri. I valori tendono ad aumentare progressivamente, passando da 5-10 L/s a L/s per metro di abbassamento spostandosi verso la pianura Torinese meridionale. Anche nella pianura Torinese le portate specifiche aumentano verso il centro della pianura e diminuisco ai bordi, in particolare sull Altopiano di Poirino, ad eccezione della zona di Chieri, dove dominano sedimenti impermeabili a tutte le profondità. V-12

13 V Pianura Torinese settentrionale I valori di portata specifica risultano inferiori rispetto al settore meridionale della pianura Torinese: per la zona limitrofa a Torino si attestano su 3-5 L/s mentre tendono ad aumentare sensibilmente sia a nord che a sud di Torino. In particolare, l aumento si registra spostandosi dalle cerchie moreniche di Rivoli verso Torino e, quindi, in senso ovest-est. Per quanto riguarda la zona degli Alti Terrazzi il trend è il medesimo: i valori aumentano progressivamente dal bordo perialpino sia verso la zona a nord di Torino sia verso la zona al confine tra le Province di Vercelli e di Biella, dove si riscontra la maggior percentuale di litotipi permeabili della pianura Piemontese. V Pianura Biellese-Vercellese-Novarese Tutto il settore della pianura Biellese, la maggior parte della pianura Vercellese e il settore settentrionale della pianura Novarese presentano valori di portata specifica molto bassi. I valori rientrano nella classe inferiore ai 3 L/s per metro di abbassamento. Le portate specifiche aumentano considerevolmente spostandosi verso il settore sudoccidentale della pianura Vercellese. Come si desume dalle carte della percentuale dei litotipi permeabili, tale zona presenta i valori percentuali e gli spessori di litotipi permeabili maggiori a tutte le profondità rispetto al resto della pianura Piemontese. La zona in esame è particolarmente produttiva, con i valori di portata specifica che raggiungono i L/s per metro di abbassamento: in tale zona sono ubicati i campi pozzi che forniscono l acqua ai confini del Monferrato. Anche la porzione centrale della Provincia di Novara ha valori elevati di portata specifica che si attestano tra i 5 e 15 L/s per metro di abbassamento. I valori vanno man mano aumentando verso est in direzione del limite regionale. V Pianura Alessandrina Per quanto riguarda la pianura Alessandrina, i valori di portata specifica risultano molto bassi in corrispondenza ai margini della pianura a contatto con i depositi del Monferrato, delle Langhe e dell Appennino Tortonese. I valori tendono ad aumentare verso il centro della pianura Alessandrina s.s. compresa tra la dorsale Tortona-Montecastello e i rilievi del Monferrato e della Langhe. Nel settore sud orientale del Comune di Alessandria i valori di portata raggiungono i 15 L/s per metro di abbassamento. I valori diminuiscono nuovamente fino ai minimi livelli in coincidenza di Tortona ed, infine, tendono ad aumentare ad est della dorsale, verso la pianura Padana, e raggiungono il massimo valore nel Comune di Pontecurone. V-13

14 V.4 LITOLOGIE E SPESSORI DEI LITOTIPI PER GLI ACQUIFERI PROFONDI DEL TERRITORIO DI PIANURA DELLA REGIONE PIEMONTE Al fine di valutare le litologie e i relativi spessori caratteristici degli acquiferi profondi, sono state valutate le percentuali e gli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili e impermeabili per intervalli di spessore di 50 metri a partire dal piano campagna (range di profondità 0-50, e ) e per intervalli di spessore di 50 metri a partire dalla base dell acquifero superficiale (range di profondità 0-50 e dalla base dell acquifero) Sono state, inoltre, calcolate le percentuali e gli spessori dei litotipi impermeabili nei primi 50, 100, 150 metri a partire dal piano campagna (range di profondità 0-50, 0-100, da p.c.) e nei primi 50 e 100 metri a partire dalla base dell acquifero superficiale (0-50 e dalla base dell acquifero). V.4.1 Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili, impermeabili alla profondità di 0-50 metri dal piano campagna V Pianura Cuneese e Torinese meridionale Nel settore di pianura della provincia Cuneese è predominante la presenza, nei primi 50 metri di profondità, di litotipi permeabili. I valori percentuali maggiori di litotipi permeabili si registrano nel settore meridionale della pianura tra Cuneo e Fossano, nel settore settentrionale tra Cavallermaggiore e Casalgrasso, e nel settore occidentale a ridosso dei rilievi pre-alpini tra Envie, Manta e Verzuolo. La distribuzione dei litotipi permeabili segue generalmente l andamento del reticolato idrografico, in particolare per il T. Grana ed il T. Maira. Nel settore meridionale della pianura Cuneese la percentuale di litotipi permeabili si attesta tra l 80 ed il 100% in accordo con l assetto litostratigrafico dell area che riporta la presenza di una coltre alluvionale piuttosto potente (dell ordine di 100 metri di spessore) composta prevalentemente da ghiaie e sabbie alterate. Poco più a nord, tra Cavallermaggiore e Casalgrasso, la situazione rimane immutata, sebbene i dati litostatigrafici mostrino una diminuzione dello spessore del materasso alluvionale, che comunque si attesta intorno ai metri di spessore. La presenza di depositi permeabili tende, invece, a diminuire in valore percentuale spostandosi progressivamente ai bordi della pianura sia verso ovest che verso est. In particolare, in prossimità del bordo perialpino i depositi permeabili diminuiscono di spessore a causa sia del progressivo assottigliamento della coltre alluvionale e della risalita progressiva dei depositi Villafranchiani e pliocenici verso i bordi del bacino, sia per la presenza, in alcune zone, di potenti banchi conglomeratici fortemente cementati (ad esempio la conoide tra Dronero, Brusca e Caraglio). V-14

15 Pur trattandosi solo dei primi 50 metri di spessore, un certo grado di indifferenziazione dei depositi verso il bordo della pianura è riscontrabile tra Envie e Verzuolo, passando per Saluzzo e Manta. Il settore meridionale della pianura Torinese presenta una situazione analoga a quella descritta precedentamente. La percentuale maggiore di litotipi permeabili (80-100%) si rileva verso il centro della pianura, in una vasta zona tra Moncalieri e Carmagnola. I litotipi tendono a diventare meno permeabili spostandosi progressivamente verso est sull Altopiano di Poirino, dove persistono sedimenti terrazzati fortemente alterati e coltri di alterazione post villafranchiane, e verso ovest, nel pinerolese e verso il bordo perialpino dove dominano i sedimenti dei terrazzi più antichi fortemente alterati. V Pianura Torinese settentrionale Tale area si estende dal bordo alpino alla Collina di Torino. Gli spessori maggiori di litotipi permeabili si rinvengono nella zona di pianura Torinese compresa tra la Collina di Torino e l anfiteatro morenico di Rivoli. Le percentuali maggiori di litotipi permeabili (100%) si rilevano tra Pianezza, Collegno e Torino, e poco più a sud tra Rivalta e Orbassano. In questo settore lo spessore dei depositi fluviali quaternari diminuisce dal bordo alpino verso la collina. Tra il F. Dora Riparia ed il T. Sangone sono, inoltre, presenti potenti livelli conglomeratici molto cementati ma di scarsa estensione laterale, che possono fungere da livelli semipermeabili o impermeabili. Spostandosi a nordovest verso la zona degli Alti Terrazzi, la percentuale di materiale permeabile va gradatamente diminuendo: in tali aree i primi metri di spessore sono costituiti da depositi fluviali mindeliani antichi e molto alterati che assumono carattere di impermeabilità. La permeabilità aumenta al limite con la Provincia di Vercelli e di Biella, raggiungendo valori massimi tra Mazzè, Rondissone e Verolengo, nelle zone che bordano esternamente l anfiteatro morenico della Serra di Ivrea. V Pianura Biellese-Vercellese-Novarese Il settore di pianura delle Province di Biella e Vercelli è compreso tra il bordo perialpino a nord e le colline del Monferrato, i cui fronti di avanzamento plio-quaternari si estendono al di sotto della pianura Vercellese-Casalese, a sud. In queste zone i litotipi meno permeabili sono distribuiti in un ampia fascia che da Biella si estende verso sudest fino a ricoprire le zone dei Comuni tra Rovasenda, Ghislarengo e Villarboit nella provincia Vercellese. In quest area la presenza di elevati spessori di litotipi impermeabili è da ricondursi, oltre che all assetto litostratigrafico connesso alla prossimità del V-15

16 bordo alpino, anche alla coincidenza di questa ampia fascia con i terrazzi mindeliani che ricoprono l area Biellese e la parte settentrionale di quella Vercellese. Spostandosi più a sud, la percentuale di litotipi permeabili aumenta fino al 100% in prossimità della confluenza tra i Fiumi Po e Dora Baltea e nella zona che borda l arco morenico di Ivrea. Verso est la percentuale di litotipi permeabili diminuisce in prossimità del bordo del Monferrato. In questa zona lo spessore della coltre alluvionale è ridotto a causa della presenza a scarsa profondità dei fronti di avanzamento del Monferrato, costituiti da sedimenti di età oligo-miocenica a prevalente componente marnosa e calcareo-marnosa e, quindi, impermeabili. In corrispondenza alla pianura Novarese, infine, le percentuali di litotipi permeabili si assestano con una discreta costanza intorno al 40-60%, con spessori variabili tra 20 e 30 metri nei primi 50 di profondità. In queste aree prevalgono i depositi quaternari recenti costituiti prevalentemente da sabbie e ghiaie con rare intercalazioni di materiali fini. I valori massimi di percentuale di litotipi permeabili si registrano nel settore più ad est della pianura Novarese, al confine con le Province di Varese e Milano, mentre valori inferiori, seppur in fasce ristrette, si ritrovano più a nord in prossimità del bordo perialpino. V Pianura Alessandrina Sulla base dell assetto stratigrafico desunto da precedenti lavori, la pianura Alessandrina si può suddividere in due porzioni: la pianura Alessandrina s.s. e la pianura Tortonese, divise dalla dorsale sepolta Tortona-Montecastello. Analizzando la pianura Alessandrina s.s. si può osservare una netta separazione tra i livelli più permeabili verso est-sudest e quelli meno permeabili verso ovest-nordovest a contatto con i rilievi del Monferrato. Il settore in cui i litotipi sono più permeabili è compreso tra i Comuni di Alessandria, Sale, Castelnuovo Scrivia, Serravalle Scrivia e Tortona; tale area è caratterizzata da depositi fluviali recenti con basso grado di alterazione. Nella porzione più meridionale sono presenti litotipi a permeabilità sempre più bassa spostandosi verso i comuni di Cassano Spinola, Novi Ligure, Villalvernia, dove i sedimenti in superficie sono composti dai termini più antichi della Serie dei depositi fluviali di natura prevalentemente ghiaioso-argillosa fortemente alterati. Più a ovest la situazione varia gradatamente raggiungendo percentuali minime di litotipi permeabili presso il F. Tanaro e l area che borda i rilievi del Monferrato. In queste zone i sedimenti fluviali recenti si interdigitano a basse profondità con sedimenti più fini del F. Tanaro. A est della dorsale Tortona-Montecastello i litotipi più permeabili si attestano presso lo sbocco della pianura Alessandrina nella pianura Padana, mentre le percentuali di materiale V-16

17 permeabile va diminuendo verso sud approssimandosi alla fascia che borda l Appennino Tortonese. V.4.2 Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili e impermeabili da 50 a 100 metri di profondità dal piano campagna V Pianura Cuneese e Torinese meridionale Per quanto concerne il settore della pianura Cuneese, nell intervallo di profondità compreso tra 50 e 100 metri dal piano campagna è possibile osservare una variazione significativa rispetto all intervallo 0-50 metri. Nell area meridionale della pianura, infatti, ed in particolare approssimandosi verso il bordo perialpino, la percentuale di litotipi permeabili si riduce al di sotto del 20% lasciando spazio a sedimenti per lo più impermeabili e semipermeabili. Tale situazione ben si accorda con la presenza a bassa profondità, ed in particolar modo verso il margine del bacino, della serie dei depositi Villafranchiani. Le percentuali maggiori di litotipi permeabili, non solo nei primi 50 metri ma anche nei successivi, si rilevano in un area allungata in senso nordovest-sudest che dai Comuni di Revello e Saluzzo termina nel Comune di Fossano. Nell area settentrionale della Provincia di Cuneo la situazione è rovesciata: infatti, mentre nell intervallo di profondità compreso tra 0 e 50 m lo spessore dei litotipi permeabili era elevato, tra 50 e 100 m si assiste al graduale passaggio a litologie meno permeabili che si attestano su percentuali del 60-80% e spessori complessivi tra metri. Studi precedenti, in effetti, indicavano in quest area la presenza dei depositi Villafranchiani, con componente litologica prevalentemente fine, a profondità di poco superiori a 50 metri. Verso i bordi della pianura, poi, in special modo verso il lato perialpino, ad eccezione dell area compresa nei comuni di Saluzzo e Revello, la percentuale di litotipi semipermeabili e impermeabili si attesta a livelli del 70-80%. Sul bordo orientale della pianura la percentuale di litotipi permeabili è lievemente maggiore, pur prevalendo le componenti impermeabili e semipermeabili su quelle permeabili. Per quel che riguarda la pianura Torinese meridionale, la distribuzione dei litotipi segue generalmente quella dei primi 50 metri, con la presenza di una percentuale maggiore di materiali permeabili verso il centro della pianura, seppur in un area più ristretta rispetto ai primi 50 metri, e di litotipi meno permeabili verso il settore perialpino e verso l Altopiano di Poirino. I litotipi impermeabili raggiungono la percentuale massima tra gli abitati di Nichelino e Moncalieri, per poi diminuire verso ovest spostandosi verso il bordo perialpino, dove lo spessore delle serie quaternarie diminuisce progressivamente. V-17

18 Sull Altopiano di Poirino la situazione non varia rispetto ai primi 50 metri di profondità. Tra 50 e 100 metri, in effetti, prevalgono di gran lunga i litotipi impermeabili, limi e argille, sia su quelli permeabili che su quelli semipermeabili. V Pianura Torinese settentrionale Nella pianura Torinese meridionale è quasi ovunque prevalente, tra 50 e 100 m di profondità, la percentuale di litotipi impermeabili o semipermeabili sui litotipi permeabili. Nella zona tra Torino e Rivoli la percentuale si attesta tra il 60 e l 80%, in particolare verso il F. Po ed i bordi della Collina di Torino. Verso i comuni di Rivoli e Collegno si registrano gli unici punti in cui la percentuale di litotipi permeabili si attesta su valori elevati. Valori percentuali alti di litotipi permeabili si registrano nella zona degli Alti Terrazzi; in tale zona, infatti, al di sotto dei primi metri di terreni molto alterati, sono presenti depositi prevalentemente ghiaiosi e sabbiosi poco alterati e permeabili. Sui terrazzi rissiani a Sud alle stesse profondità prevalgono, con percentuali variabili dal 60 all 80%, i materiali più fini. Infine si ritrovano litotipi permeabili spostandosi verso il limite tra le Province di Torino e quelle di Biella e Vercelli, a ridosso del bordo inferiore dell arco morenico di Ivrea. V Pianura Biellese-Vercellese-Novarese Nella zona Biellese la distribuzione dei litotipi tra 50 e 100 metri ricalca quella dei primi 50 metri di spessore. Le zone a maggior percentuale di litologie impermeabili corrispondono ai terrazzi mindeliani più antichi, dove la percentuale si attesta su valori tra l 80 e 100%, e ai terrazzi rissiani, in cui la percentuale scende tra 60 e 80%. Una situazione differente si riscontra, invece, nel settore settentrionale della Provincia di Vercelli, dove i valori di litotipi permeabili risultano elevati. Tale situazione, differente a quella del Biellese, è verosimilmente connessa alla presenza di depositi permeabili del paleo Sesia; inoltre, nel settore più settentrionale, approssimandosi ai bordi del bacino, la sequenza litostratigrafia riporta l assenza dei depositi Villafranchiani e, quindi, un contatto diretto tra i depositi fluviali e i depositi pliocenici, che nei termini stratigraficamente più elevati sono composti da sabbie e ghiaie prevalenti. Nella zona centrale della Provincia di Vercelli risultano predominanti i litotipi impermeabili. In particolare si può notare come sia nell intervallo 0-50 sia metri ci sia un passaggio tra litotipi permeabili e poco permabili tra Santhià e Vercelli, e corrispondente all incirca con il limite occidentale della fascia dei fontanili. Nel settore Novarese, al di sotto dei terrazzi mindeliani, prevale la componente litologica permeabile, mentre al di sotto dei terrazzi rissiani e wurmiani prevale a grandi linee la componente litologica impermeabile. V-18

19 L area Novarese è, quindi, suddivisa in due settori: uno occidentale meno permeabile ed uno orientale più permeabile. V Pianura Alessandrina Nella pianura Alessandrina prevalgono ovunque i litotipi impermeabili con una percentuale prossima al 100% nelle zone limitrofe al Monferrato, alle Langhe e all Appennino Tortonese e lungo la dorsale Tortona-Montecastello. La situazione varia spostandosi al centro del bacino tra Frugarolo e Alessandria, dove le percentuali di depositi impermeabili diminuiscono, attestandosi intorno al 50%. Infine, la percentuale di materiale impermeabile tende a diminuire leggermente spostandosi dalla dorsale Tortona-Montecastello verso la Pianura Padana ad est. V.4.3 Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili e impermeabili da 100 a 150 metri di profondità dal piano campagna V Pianura Cuneese e Torinese meridionale Le informazioni sui pozzi con profondità superiore a 150 metri sono molto scarse per permettere una elaborazione estesa su tutta l area di pianura della Provincia. Nelle zone in cui è stato possibile eseguire l elaborazione, tuttavia, emerge che tra 100 e 150 metri prevale la percentuale di litotipi impermeabili, i quali mostrano uno spessore variabile da 30 a 50 metri. Spostandosi più a nord, verso la parte meridionale della pianura Torinese, la situazione rimane analoga; verso il bordo perialpino è presente, poi, una componente permeabile leggermente più elevata rispetto alla zona dell Altopiano di Poirino. V Pianura Torinese settentrionale Nel settore tra Torino e Rivoli sono molto elevate le percentuali dei litotipi impermeabili e semipermeabili. A questa profondità gli spessori di tali litotipi oscillano tra 40 e 50 metri a sud di Torino e tra 40 e 50 metri tra i Comuni Torino e Collegno. Poco a nord di Torino si rilevano variazioni nelle percentuali dei litotipi che, però, risultano molto localizzate e di scarsa estensione. Per quanto riguarda l area degli Alti Terrazzi, si assiste ad un graduale aumento della componente permeabile procedendo in senso nordovest-sudest, passando da valori prossimi al 100% di litologie impermeabili a valori compresi tra il 60 e l 80%. Spostandosi verso est, nella zona circostante l anfiteatro morenico di Ivrea, la percentuale di litologie permeabili aumenta progressivamente fino a toccare punte del 100% in V-19

20 corrispondenza dei Comuni di Rondissone e Verolengo. Tale area risulta essere la più permeabile su tutta l estensione della pianura Piemontese in corrispondenza agli intervalli di profondità 0-50, e metri. V Pianura Biellese-Vercellese-Novarese Nella pianura Biellese la percentuale di litotipi impermeabili e semipermeabili si attesta mediamente tra il 60 e l 80% mentre lo spessore dei sedimenti fini varia da 30 a 40 metri. La pianura Vercellese può essere suddivisa in due settori principali: un settore settentrionale e uno meridionale. Nel settore settentrionale sono presenti materiali prevalentemente fini in percentuali che si attestano su valori compresi tra il 60 e l 80%; in alcune isolate zone tra i Comuni di Rovasenda, Ghislarengo e Gattinara, invece, i litotipi permeabili raggiungono percentuali comprese tra il 40 ed il 60%. Nel settore che si estende dal centro della Provincia verso sud sono preponderanti i litotipi permeabili, con percentuali crescenti da nord a sud ed un valore di picco tra l 80 ed il 100% a Crova e a Saluggia. Analoga situazione si ritrova poco a sud dell abitato di Vercelli, tra Pezzana e Prarolo. Le alte percentuali di depositi permeabili in tali zone sono connessi al notevole spessore della coltre di sedimenti quaternari e alla presenza di depositi Villafranchiani, che si attestano su valori di profondità compresi tra 80 e 140 metri, caratterizzati da un elevata componente permeabile. Nel settore Novarese, infine, le componenti più permeabili si ritrovano nella zona perialpina, dove raggiungono valori compresi tra il 60 e l 80%. Spostandosi verso sud aumenta la percentuale dei litotipi impermeabili che raggiunge i valori massimi nei settori orientali. V Pianura Alessandrina Nella pianura Alessandrina le informazioni sui pozzi che raggiungono la profondità di 150 metri sono scarse, e addirittura assenti ai confini della pianura con i rilievi del Monferrato, delle Langhe e dell Appennino Tortonese. Tale situazione fa supporre che a queste profondità non siano presenti depositi permeabili con caratteristiche tali da consentire una opportuna captazione idrica. Dalle cartografie elaborate, poi, emerge che, a differenza degli altri intervalli di profondità, i litotipi impermeabili prevalgono al centro della pianura, dove raggiungono valori prossimi al 100%; ai bordi della pianura aumenta sensibilmente la presenza di litotipi permeabili, con percentuali, tuttavia, che non superano il 50%, se non in rari e isolati casi. Ad est della dorsale Tortona-Montecastello, infine, le percentuali di litotipi permeabili tendono progressivamente ad aumentare man mano che ci si sposta verso la Pianura Padana. V-20

21 V.4.4 Carta della percentuale e degli spessori dei litotipi impermeabili a profondità crescente dal piano campagna (0-50, e m dal p.c.) V Pianura Cuneese e Torinese meridionale 0-50 metri: nel settore meridionale della pianura Cuneese i valori percentuali dei sedimenti fini risultano molto bassi, al massimo il 20%; tale percentuale tende ad aumentare spostandosi verso le Langhe. Il settore settentrionale al confine con la Provincia di Torino mostra nuovamente basse percentuali di litotipi impermeabili, mentre verso il bordo perialpino tali percentuali vanno progressivamente aumentando fino a raggiungere il loro massimo nella zona compresa tra Saluzzo e Scarnafigi. Nel settore meridionale della pianura Torinese, la zona centrale mostra la minor percentuale di materiale fine. Sia a est che a ovest i valori aumentano: in particolare ad est è presente l Altopiano di Poirino con i suoi terrazzi composti perlopiù da litotipi fortemente alterati e forti spessori di sedimenti post villafranchiani, mentre ad ovest si trovano i terrazzi più antichi che nel pinerolese costituiscono il bordo perialpino e sono composti, almeno per le parti sommitali, da sedimenti fortemente alterati metri: nel settore meridionale della pianura in Provincia di Cuneo, la percentuale di litotipi impermeabili tende ad aumentare, restando comunque su valori molto bassi generalmente al di sotto del 50%; a tali percentuali si associano spessori totali inferiori a 50 metri, in accordo con la presenza prevalente, in questo settore di pianura, di ghiaie e sabbie alterate che raggiungono spessori dell ordine del centinaio di metri. Tale situazione varia leggermente verso il settore settentrionale dove oltre i metri si iniziano a rinvenire le alternanze villafranchiane: a tali profondità si assiste ad un aumento della componente fine che, comunque, si mantiene su valori intorno al 40-60% dello spessore totale. Per il settore Torinese la situazione è analoga a quella dell intervallo di profondità 0-50 m; verso il centro della pianura si hanno percentuali minori rispetto all Altopiano di Poirino e rispetto alla zona del pinerolese ma, nel complesso, se rapportati ai primi 50 metri, c è un aumento di circa il 20% della componente impermeabile sullo spessore totale metri: nella pianura Cuneese sono presenti vaste aree in cui non sono stati scavati pozzi per acqua con profondità superiori ai 100 m e, di conseguenza, l elaborazione per tale intervallo di profondità non ha dato risultati apprezzabili. Tuttavia, alcuni dati disponibili sono ubicati in una stretta fascia allungata all incirca nordsud che costeggia il limite con le Langhe; dall elaborazione di tali dati, è emerso che nel settore meridionale della provincia persiste la presenza di litotipi permeabili prevalenti, mentre, spostandosi verso nord, tendono a prevalere i litotipi impermeabili. V-21

22 Per quanto concerne la pianura Torinese continua il trend che vede la porzione centrale più permeabile dei lati orientale e occidentale. Tuttavia a questa profondità, data la minor mole di dati disponibili, non è stato possibile valutare l andamento nel settore a sud di Pinerolo. V Pianura Torinese settentrionale 0-50 metri: le zone con minor presenza di litotipi impermeabili sono ubicate tra Torino e Rivoli e nel settore al confine tra le Province di Vercelli e Biella. In queste porzioni di territorio le percentuali di litotipi impermeabili si mantengono al di sotto del 20%, tranne nel settore alle pendici della collina di Torino. Percentuali elevate di materiale impermeabile si rilevano nella zona degli Alti Terrazzi in prossimità dei comuni di Barbania e Favria; percentuali superiori al 50% sono presenti sui terrazzi Mindel e Riss che bordano in destra e sinistra orografica il T. Malone. Verso i bordi della Collina di Torino la situazione muta notevolmente: in particolare a sudest e ad est verso il limite con le Province di Biella e Vercelli le percentuali di litotipi impermeabili si attestano su valori inferiori al 20%, corrispondenti a spessori compresi tra 0 e 10 metri metri: la zona tra Torino e Rivoli è caratterizzata dalla minor presenza di litotipi permeabili per tale intervallo di profondità. Nell area degli Alti Terrazzi la componente impermeabile, predominante nell intervallo di profondità 0-50 m, diviene prevalente anche sui terrazzi del T. Stura di Lanzo e, verso nordest, sui terrazzi del T. Orco. Spostandosi verso i bordi collinari a sud e verso i limiti provinciali ad est, il trend rimane pressoché simile ai primi 50 metri: si assiste, cioè, ad una progressiva diminuzione della componente fine impermeabile che, al limite con le Province di Vercelli e Biella, mantiene invariata la proporzione percentuale dei primi 50 m metri: considerando 150 metri di spessore, la zona compresa tra Torino e Rivoli- Collegno è caratterizzata dalla maggior percentuale di litotipi impermeabili. Nella zona degli Alti Terrazzi non si hanno variazioni percentuali significative; con l aumentare della profondità, in particolare, la percentuale di litotipi impermeabili tende leggermente a diminuire, a testimonianza del fatto che sono i primi 100 metri a maggior percentuale di sedimenti fini. Le zone prossime alle Province di Vercelli e di Biella risultano nuovamente avere le percentuali inferiori di litotipi impermeabili. V Pianura Biellese-Vercellese-Novarese 0-50 metri: nei primi 50 metri di spessore la presenza di litologie impermeabili è strettamente legata all età dei terrazzi, allo spessore ed al grado di alterazione dei loro livelli più superficiali. V-22

23 La percentuale maggiore di depositi impermeabili si trova, quindi, nel Biellese e nel Vercellese in corrispondenza dei terrazzi mindeliani e di quelli rissiani. Situazione analoga si verifica nella Provincia di Novara. La percentuale dei litotipi permeabili è, invece, scarsa nel settore meridionale della Provincia di Vercelli, nella fascia a ridosso dell anfiteatro morenico di Ivrea e nel settore orientale della Provincia di Novara, che rappresenta il limite orientale della pianura Piemontese metri: per tale intervallo di profondità la situazione rimane pressoché invariata rispetto alla precedente. Le percentuali maggiori dei litotipi impermeabili si riscontrano soprattutto in corrispondenza dei terrazzi mindeliani, mentre per quelli rissiani e wurmiani i valori sono inferiori, salvo isolati casi. Le zone a maggior percentuale e spessore di materiale fine si trovano, quindi, a ridosso della pianura Biellese e di quella Vercellese settentrionale. Anche considerando 100 metri di spessore, la zona Vercellese meridionale, a ridosso dell anfiteatro morenico di Ivrea, risulta avere la potenza maggiore di litotipi permeabili. La percentuale di depositi impermeabili diminuisce progressivamente spostandosi verso est, in particolar modo verso le Province di Vercelli e Novara e, soprattutto, in corrispondenza al limite orientale con la Pianura Padana metri: aumentando la profondità di indagine diminuisce la percentuale di sedimenti impermeabili su quasi tutta l area: tale situazione sta ad indicare che i primi metri sono quelli con la maggiore presenza di litotipi impermeabili. Nei settori settentrionali della pianura, vicino al bordo perialpino, è possibile rilevare nella sequenza stratigrafica i depositi del Pliocene che, come è noto dalla letteratura, risalgono ai bordi del bacino per poi affiorare nei settori prealpini settentrionali. La presenza dei depositi pliocenici e la loro composizione litologica prettamente sabbiosa o ghiaioso-sabbiosa implica che le zone a maggior permeabilità si ritrovino nelle aree perialpine della pianura Novarese e Vercellese. Per quanto riguarda la pianura Biellese si assiste ad una diminuzione generalizzata della percentuale dei litotipi impermeabili. Il rapporto percentuale dei litotipi nel settore meridionale della pianura Vercellese non varia rispetto agli intervalli di profondità analizzati precedentemente: i litotipi impermeabili presentano, infatti, valori inferiori al 20%, a significare che, su uno spessore di 150 metri di sedimenti, meno di 30 metri sono costituiti da depositi fini impermeabili. V Pianura Alessandrina 0-50 metri: analizzando la pianura Alessandrina s.s. si può osservare una netta separazione tra i livelli più permeabili verso est-sudest e quelli meno permeabili verso ovestnordovest a contatto con i rilievi del Monferrato. V-23

24 La zona in cui sono presenti i litotipi più permeabili è compresa tra i comuni di Alessandria, Pozzolo Formigaro e Carbonara Scrivia. La percentuale di litotipi impermeabili aumenta di una classe in corrispondenza della dorsale Tortona-Montecastello: in alcuni punti isolati ad est della dorsale e verso il limite con l Appennino Tortonese la percentuale di materiale fine raggiunge il 60-70% metri: nell intervallo metri la situazione rimane pressoché invariata. La zona a componente litologica impermeabile preponderante rimane quella a contatto con i rilievi del Monferrato a nordovest di Alessandria, mentre la zona con minor percentuale di litotipi impermeabili riduce leggermente la sua copertura, e presenta i valori minimi tra Pozzolo Formigaro e Villalvernia. La percentuale cresce leggermente ad est della dorsale Tortona-Montecastelo e nel settore prossimo all Appennino Tortonese metri: l area di indagine per questo intervallo di profondità si restringe a causa del minor numero di pozzi a disposizione; risulta, comunque, evidente la distribuzione piuttosto omogenea della percentuale di litotipi impermeabili su tutta l area di indagine. Si registrano valori superiori alla media a nordovest di Alessandria verso i rilievi del Monferrato. Percentuali ridottissime di materiali impermeabili si rinvengono in una esigua fascia nel Comune di Villalvernia. In coincidenza con la dorsale Tortona-Montecastello la percentuale cresce notevolmente attestandosi su valori superiori al 60%, mentre gli spessori sono compresi tra 90 e 120 metri. La percentuale di materiale impermeabile, infine, diminuisce a est della dorsale nel settore prospiciente la pianura Padana. V.5 CONCLUSIONI La Legge della Regione Piemonte n. 6 del 7 aprile 2003 definisce, all articolo 5, le falde profonde come falde poste al di sotto della falda freatica ove presente e cioè le falde confinate, le falde semiconfinate e le falde ospitate nelle porzioni inferiori dell'acquifero indifferenziato, caratterizzate da una bassa velocità di deflusso, da elevati tempi di ricambio e da una differente qualità idrochimica rispetto a quelle ospitate nelle porzioni più superficiali del medesimo. Per caratterizzare gli acquiferi profondi, che contengono le falde profonde, sono state elaborate otto carte tematiche. Cinque cartografie riguardano le percentuali e gli spessori dei litotipi permeabili, semipermeabili e impermeabili per intervalli di spessore di 50 metri a partire dal piano campagna (range di profondità 0-50, e ) e per intervalli di spessore di 50 metri a partire dalla base dell acquifero superficiale (range di profondità 0-50 e dalla base dell acquifero). Due cartografie considerano le percentuali e gli spessori dei litotipi impermeabili nei primi 50, 100, 150 metri a partire dal piano campagna (range di profondità 0-50, 0-100, da p.c.) e nei primi 50 e 100 metri a partire dalla base dell acquifero superficiale (0-50 e dalla base dell acquifero). Infine una carta tematica V-24

25 riguarda la produttività degli acquiferi profondi, considerando come parametro rappresentativo la portata specifica dei pozzi filtrati in tali acquiferi. Tale approccio ha consentito di individuare i settori della pianura Piemontese caratterizzati da spessori importanti di materiali permeabili, semipermeabili e impermeabili, e di evidenziare poi i settori maggiormente produttivi per quanto riguarda le risorse idriche profonde. BIBLIOGRAFIA Antonelli A., Bortolami G., Braga G., Dal Prà A. Francani V., Francavilla F., Giuliano G., Manfredini M., Pellegrini M., Petrucci F., Pozzi R., Stefanini S. (1981): Indagine sulle falde acquifere profonde della Pianura Padana. IRSA-CNR. Quaderni, vol. III, parte seconda, 69 pp. Castany G. (1982): Idrogeologia principi e metodi. Dario Flaccovio Editore, Palermo, 243 pp. Celico P. (1988). Prospezioni idrogeologiche. Liguori Editore, Napoli, 2 vol. Fetter C. W. (2001). Applied Hydrogeology. Prentice-Hall, Inc., New Jersey, 598 p. V-25

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