Le imprese della trasformazione vitivinicola nei confronti di certificazioni, marchi collettivi e denominazioni di origine

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1 Panel agroalimentare Indagini monografiche Panel Agroalimentare Ismea Le imprese della trasformazione vitivinicola nei confronti di certificazioni, marchi collettivi e denominazioni di origine Ottobre 2006 Introduzione Attraverso le 90 aziende del Panel Agroalimentare Ismea afferenti al settore della trasformazione vitivinicola è stata condotta un indagine sull atteggiamento delle imprese di questo segmento dell industria agroalimentare italiana nei confronti delle certificazioni, dei marchi collettivi, delle denominazioni di origine e del biologico (per maggiori approfondimenti sul Panel Ismea si rimanda alla Nota metodologica, mentre per una breve descrizione delle certificazioni e dei marchi si rimanda alla fine di questo rapporto). Risultati dell indagine I principali risultati dell indagine campionaria, condotta nel mese di gennaio 2006, possono essere sinteticamente individuati nel grafico 1 e nei punti che seguono: Grafico 1 Incidenza delle aziende vitivinicole con almeno un riconoscimento/certificazione Certificazioni (ISO, EMAS, ECOLABEL, ecc.) 40,0% Marchi collettivi 17,8% Denominazioni protette (DOC, DOCG, IGT) 91,1% Biologico 12,2% Base di riferimento: tutte le aziende del campione (90 casi) Riguardo alle certificazioni, il 40% delle aziende vitivinicole ha dichiarato di aderire ad almeno un sistema di certificazione, mostrando un atteggiamento piuttosto favorevole e orientato prevalentemente verso il sistema di gestione della qualità (ISO ), seguito in misura più ridotta dalla norma di gestione dell ambiente (ISO 14001). Rispetto al loro livello di soddisfazione le imprese del Panel hanno inoltre dichiarato di aver riscontrato dei vantaggi nel 59% dei casi di certificazione. I marchi collettivi (diversi dal biologico e dalle denominazioni protette) sono risultati piuttosto frequenti nella realtà produttiva del comparto (trattati dal 18% delle aziende del Panel), con una previsione di crescita per i prossimi anni del 10%. Complessivamente, le aziende aderenti hanno riscontrato vantaggi concreti soprattutto sotto il profilo commerciale e la possibilità di ingresso in nuovi mercati. Le denominazioni d origine hanno raccolto il livello di adesione più alto rispetto a 1

2 Caratteristiche del Panel tutti gli altri sistemi di certificazione considerati nell indagine: ben il 91% delle aziende del Panel appartenenti al comparto vitivinicolo ha, infatti, dichiarato di possedere almeno 1 riconoscimento tra DOC, DOCG e IGT. La maggiore diffusione di questi certificati è risultata prevalente nelle aree settentrionali. Anche il biologico, inoltre, risulta significativo nella realtà vitivinicola nazionale, fenomeno confermato dal 12% delle aziende del Panel che ha dichiarato di possedere una certificazione di questo tipo. La suddivisione settoriale del campione comprende 22 aziende che operano nella trasformazione vitivinicola DOC e 68 del settore vino sfuso/altro. A livello territoriale, il campione è ripartito in quattro aree sulla base di criteri di rappresentatività. La distribuzione delle aziende sul territorio nazionale risulta, quindi, maggiore nelle aree del Nord Est, Centro e nelle regioni meridionali (tabella 1). Per quanto concerne la stratificazione del campione per dimensione occupazionale si specifica che, ai fini dell indagine, è stata utilizzata una classificazione diversa da quella prevista dal decreto MAP del 18/04/2005 e, pertanto, si considerano piccole le imprese fino a 9 addetti, intermedie quelle con addetti e grandi le imprese con 30 e più addetti. In particolare, riguardo alla ripartizione per dimensione occupazionale appaiono predominanti le imprese di piccole dimensioni (fino a 9 addetti) seguite dalle aziende medie, che rappresentano rispettivamente il 59% ed il 27% del totale. Tabella 1 Aziende vitivinicole: composizione del campione (numero aziende) Settore Dimensione (n. addetti) Vino Doc Vino altro Totale Nord Ovest Nord Est Cento Sud e isole Totale I sistemi di certificazione Grafico 2 Incidenza delle aziende vitivinicole con almeno una certificazione, per settore Vino Doc 45,5% Vino Altro 38,2% Totale 40,0% Base di riferimento: aziende con almeno una certificazione (36 casi) 2

3 Il 40% delle aziende intervistate, ovvero 36 casi su 90, ha dichiarato di aderire ad almeno uno dei sistemi di certificazione considerati. L incidenza maggiore si è verificata per il settore vino DOC in cui il 45% delle aziende hanno sostenuto di aderire ad almeno un sistema. Nel settore vino altro, invece, sono 26 le aziende con almeno una certificazione (38% del totale corrispondente) (grafico 2). Complessivamente, la certificazione ISO (1) è stata conseguita da una quota piuttosto elevata di aziende per entrambi i due segmenti produttivi (tabella 2). Diversamente, guardando gli aspetti dimensionali si rileva un incidenza nettamente superiore per le aziende con classe di addetti più elevata (tabella 3). L adesione alla norma ISO (2) ha interessato un numero ridotto di imprese (3 aziende per comparto), così come la certificazione EMAS (2 aziende in totale) e quella RSI (1), mentre nessuno degli operatori interpellati ha adottato i rimanenti sistemi di certificazione presi in considerazione per l indagine. Da un analisi territoriale la ripartizione delle aziende certificate risulta maggiore nelle regioni centrali e nel Nord Est, nel caso del sistema di gestione della qualità; circa il sistema di gestione ambientale, invece, l incidenza percentuale risulta più elevata nel Nord Est. Tabella 2 Aziende vitivinicole: tipologia di certificazione posseduta, per settore (risposte affermative) ISO , , ,9 ISO ,6 3 4,4 6 6,7 EMAS 1 4,5 1 1,5 2 2,2 ECOLABEL 0 0,0 0 0,0 0 0,0 SA ,0 0 0,0 0 0,0 RSI 1 4,5 0 0,0 1 1,1 Totale Risposta multipla Base di riferimento: tutte le aziende del campione (90 casi) Tabella 3 - Aziende vitivinicole: tipologia di certificazione posseduta, per area e dimensione (%) Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale ISO ,3 44,4 47,1 28,6 22,6 45,8 92,3 38,9 ISO ,0 13,9 0,0 3,6 1,9 8,3 23,1 6,7 EMAS 0,0 2,8 0,0 3,6 0,0 4,2 7,7 2,2 ECOLABEL 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 SA ,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 RSI 0,0 0,0 0,0 3,6 0,0 4,2 0,0 1,1 Risposta multipla Base di riferimento: tutte le aziende del campione (90 casi) Le maggior parte delle aziende che ha aderito alle certificazioni ha dichiarato di aver ottenuto vantaggi da questi sistemi di gestione (ben il 59% dei casi), contro il 21% che ha espresso di averne riscontrati pochi; per il 18% l incidenza delle certificazioni viene ritenuta non vantaggiosa mentre il restante 2% non ha espresso alcun giudizio (tabella 4). Circa il 19% del campione prevede di aderire, nel corso dei prossimi anni, a certificazioni diverse da quelli già conseguite oppure di entrare per la prima volta nel sistema delle certificazioni (tabella 5). In linea con la situazione attuale, anche i dati relativi alle previsioni per i prossimi anni mostrano un orientamento delle aziende a favore principalmente delle norme di gestione della qualità ISO e, in secondo luogo, del processo ISO Con riferimento, quindi, ai casi di adesione futura (certa e probabile), il 62% (ovvero 18 aziende) prevede di 3

4 adottare il sistema di gestione della qualità ISO ; il 35% aderirà, certamente o probabilmente a ISO e, infine, soltanto il 3% a EMAS (1 sola azienda del settore vino DOC) (tabella 6). Tab. 4 - Aziende vitivinicole: riscontro di vantaggi derivanti dall'adesione ai sistemi di certificazione Certificazione Sì Pochi No N.r. Totale ISO casi % 51,4 25,7 20,0 2,9 100 ISO casi % 83,3-16,7-100 EMAS casi % 100, ECOLABEL casi % SA 8000 casi % RSI casi % 100, Totale casi % 59,1 20,5 18,2 2,3 100 Base di riferimento: numero di certificazioni sottoscritte dalle aziende (44 casi) Tabella 5 - Aziende vitivinicole: intenzione ad aderire a certificazioni nei prossimi anni, per settore Certamente sì 3 13, , ,9 Probabilmente sì 2 9,1 6 8,8 8 8,9 Probabilmente no 5 22,7 6 8, ,2 Certamente no 5 22, , ,1 Non so 7 31, , ,9 Totale , , ,0 Base di riferimento: tutte le aziende del campione (90 casi) Tabella 6 - Aziende vitivinicole: previsione di adesione per tipologia di certificazione, per settore ISO , , ,1 ISO ,3 8 34, ,5 EMAS 1 16,7 0 0,0 1 3,4 ECOLABEL 0 0,0 0 0,0 0 0,0 SA ,0 0 0,0 0 0,0 RSI 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Non so, n.r. 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Totale 6 100, Risposta multipla - Base di riferimento: aziende che hanno dichiarato di aderire ad una certificazione in futuro (29 casi) Oltre la metà delle aziende cha ha espresso la decisione di non adottare nuovi sistemi di gestione certificati nei prossimi anni è dell idea che tali sistemi non portano vantaggi effettivi (grafico 3). Un altra importante motivazione citata si riferisce al livello dei costi e della complessità delle procedure burocratiche, definite eccessive da rispettivamente circa il 17% ed il 15% degli intervistati, mentre soltanto in pochi hanno dichiarato di non conoscere tali sistemi (il 4%). 4

5 Grafico 3 - Aziende vitivinicole: motivazioni relative alla non adesione futura a sistemi di certificazione Eccessiva complessità delle procedure burocratiche Troppi vincoli da rispettare 8,3% 14,6% Necessità di adeguamenti troppo onerosi 12,5% Costi di gestione troppo elevati Eccessivi costi delle procedure burocratiche 10,4% 16,7% Non vediamo vantaggi 52,1% Non le conosciamo 4,2% Altro 2,1% N.r. 6,3% ISO Risposta multipla Base di riferimento: aziende non intenzionate ad aderire alle certificazioni nei prossimi anni (35 casi) Nella maggior parte dei casi, l approccio al sistema di gestione della qualità secondo gli standard previsti da ISO rappresenta una scelta spontanea (69% delle imprese certificate ISO ). Ciò è vero sia per le aziende che appartengono al segmento vino DOC sia per quelle di vino altro, ed in modo particolare per le imprese di piccole e di grandi dimensioni (tabelle 7 e 8). Tabella 7 - Aziende vitivinicole: motivazioni dell'adesione a ISO , per settore Scelta spontanea 6 66, , ,6 Derivata dall esterno 2 22,2 3 11,5 5 14,3 In uguale misura 1 11,1 5 19,2 6 17,1 Altro Non so, n.r Totale 9 100, , ,0 Base di riferimento: aziende certificate ISO (35 casi) Tabella 8 - Aziende vitivinicole: motivazioni dell'adesione a ISO , per area e dimensione (%) Nord Sud e Nord Est Centro Ovest Isole Totale Scelta spontanea 33,3 62,5 87,5 75,0 75,0 54,5 75,0 68,6 Derivata dall esterno 66,7 12,5-12,5 8,3 36,4-14,3 In uguale misura - 25,0 12,5 12,5 16,7 9,1 25,0 17,1 Altro Non so, n.r Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base di riferimento: aziende certificate ISO (35 casi) 5

6 Nel caso si sia trattato di una strategia (almeno in parte) frutto di condizionamenti o di richieste provenienti dall esterno, i fattori espressi sono risultati soprattutto la pressione della concorrenza e gli obblighi di legge (entrambi i casi con il 17% delle imprese che hanno conseguito la certificazione ISO ). Il 51% delle aziende certificate, poi, ha affermato di avere ottenuto vantaggi da ISO mentre le altre hanno risposto in senso negativo (20%) o sono risultate scarsamente convinte (26%) (tabella 9). Le imprese del settore vino DOC appaiono aver riscontrato vantaggi in misura superiore rispetto alla media del comparto, mentre le aziende di grandi dimensioni risultano quelle complessivamente più ottimistiche (tabella 10). Tabella 9 - Aziende vitivinicole riscontro di vantaggi dall'adesione a ISO , per settore Sì 6 66, , ,4 Pochi 1 11,1 8 30,8 9 25,7 No 2 22,2 5 19,2 7 20,0 N.r ,8 1 2,9 Totale 9 100, , ,0 Base di riferimento: aziende certificate ISO (35 casi) Tabella 10 - Aziende vitivinicole riscontro di vantaggi dall'adesione a ISO , per area e dimensione (%) Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale Sì 33,3 50,0 50,0 62,5 41,7 54,5 58,3 51,4 Pochi 66,7 25,0 12,5 25,0 16,7 27,3 33,3 25,7 No - 25,0 25,0 12,5 33,3 18,2 8,3 20,0 N.r ,5-8, ,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base di riferimento: aziende certificate ISO (35 casi) Grafico 4 Aziende vitivinicole: vantaggi derivanti dall'adesione a ISO Possibilità di entrare in determinati mercati 33,3% Maggior potere contrattuale verso i clienti 29,6% Riconoscimento da parte dei clienti 40,7% Adozione di migliori metodi operativi 25,9% Altro 3,7% N.r. 33,3% Risposta multipla Base di riferimento: aziende certificate ISO che hanno riscontrato vantaggi (27 casi) 6

7 I marchi collettivi Relativamente ai vantaggi derivanti dall adesione ad ISO si evidenzia in particolar modo il riconoscimento da parte della clientela e la possibilità di penetrare nuovi mercati, con rispettivamente il 41% ed il 33% delle preferenze espresse dalle imprese che hanno riscontrato pochi o concreti vantaggi. Importante anche la percezione di un maggiore potere contrattuale verso i clienti, espressa dal 30% del sub campione, mentre ben il 33% non ha saputo esprimere una preferenza (grafico 4). Circa il 18% delle imprese intervistate aderisce a marchi collettivi differenti da quelli che rientrano nell area del biologico o delle denominazioni protette (tabella 11). Tra le motivazioni che hanno spinto maggiormente le aziende verso l adesione a queste strategie risulta la più facile collocazione del prodotto nel mercato e l opportunità di realizzare iniziative di promozione su nuovi mercati. In altri casi, invece, la scelta è stata condizionata dalle strutture associative di cui l azienda fa parte. Complessivamente, dalle percezioni degli operatori emerge che i vantaggi principali derivanti dall adesione a marchi colletivi sono la maggiore riconoscibilità da parte dei clienti nel caso di vino DOC, mentre per il vino altro è la possibilità di entrare in determinati mercati oltre ad un maggior potere contrattuale verso i clienti. Discreta anche la quota delle aziende che prevede di aderire a marchi collettivi nei prossimi anni (quasi il 10%) mentre risulta alto il clima di indecisione, con il 29% degli intervistati che non ha saputo rispondere (tabella 12). Diversamente, il 61% delle imprese al momento non aderenti non lascia intravedere la possibilità di intraprendere questa strategia per il futuro. I motivi che scoraggiano maggiormente le imprese ad aderire a iniziative collettive di questo tipo risiedono principalmente nella mancata percezione di vantaggi, insieme agli alti costi e le eccessive complessità delle procedure burocratiche (grafico 5). Tabella 11 Aziende vitivinicole: adesione a marchi collettivi diversi dal biologico e dalle denominazioni protette, per settore Si 3 13, , ,8 No 18 81, , ,0 N.r. 1 4,5 1 1,5 2 2,2 Totale , , ,0 Base di riferimento: tutte le aziende del campione (90 casi) Tabella 12 - Aziende vitivinicole intenzionate ad aderire a marchi collettivi nei prossimi anni, per settore Certamente sì Probabilmente sì 1 5,6 6 11,1 7 9,7 Probabilmente no 5 27,8 9 16, ,4 Certamente no 5 27, , ,7 Non so 7 38, , ,2 Totale , , ,0 Base di riferimento: aziende non aderenti a marchi collettivi diversi dal biologico e dalle denominazioni protette (72 casi) 7

8 Grafico 5 - Aziende vitivinicole: motivazioni della non adesione futura a marchi collettivi Eccessiva complessità delle procedure burocratiche Troppi vincoli da rispettare 15,9% 22,7% Necessità di adeguamenti aziendali troppo onerosi 6,8% Costi di gestione troppo elevati Eccessivi costi delle procedure burocratiche 15,9% 22,7% Non vediamo vantaggi 34,1% Non le conosciamo 2,3% Altro 9,1% Non., n.r. 2,3% Le denominazioni d origine Risposta multipla Base di riferimento: aziende non intenzionate ad aderire a marchi collettivi nei prossimi anni (98 casi) Rispetto alle menzioni specifiche e alle denominazioni controllate si rileva che ben il 91% del Panel ha prodotti a denominazione di origine controllata nella propria gamma produttiva. Tale fenomeno rispecchia in pieno la realtà di questo settore, caratterizzato dalla presenza di un elevato numero di riconoscimenti (tabella 13). Tabella 13 - Aziende vitivinicole: tipologia di certificazione posseduta, per settore di attività (risposte affermative) DOC, DOCG e IGT 20 90, , ,1 Risposta multipla Base di riferimento: aziende del Panel (90 casi) A livello dimensionale la diffusione delle certificazioni DOC, DOCG e IGT non risulta particolarmente condizionata dalla numerosità degli addetti, pur presentando un incidenza lievemente superiore nel caso di aziende medie (tabella 14). Tabella 14 - Aziende vitivinicole: tipologia di certificazione posseduta, per area e dimensione (%) Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole DOC, DOCG e IGT 100,0 97,2 82,4 85,7 90,6 95,8 84,6 Risposta multipla Base di riferimento: aziende del Panel (90 casi) Oltre il 4% delle imprese intervistate appartenenti al Panel del settore della trasformazione vitivinicola prevede nei prossimi anni l inserimento di produzioni con menzioni specifiche (4 aziende del settore vino altro). In altri casi (52 aziende) l assenza di vantaggi, le complessità burocratiche ed i numerosi vincoli da rispettare rappresentano i principali fattori di disincentivazione ad intraprendere questa strategia. Ad ogni modo, risulta ottimo 8

9 il livello di conoscenza visto che nessuna azienda ha dichiarato come motivazione l assenza di informazione su questi sistemi di certificazione (grafico 6). Grafico 6 - Aziende vitivinicole: motivazioni della non adesione futura a menzioni specifiche/denominazioni Eccessiva complessità delle procedure burocratiche 15,4% Troppi vincoli da rispettare 13,5% Necessità di adeguamenti aziendali troppo onerosi 11,5% Costi di gestione troppo elevati 9,6% Non vediamo vantaggi 42,3% Non le conosciamo 0,0% Altro 7,7% Non., n.r. 5,8% Risposta multipla - Base di riferimento: aziende non intenzionate ad aderire menzioni specifiche/denominazioni protette nei prossimi anni (52 casi) Con riferimento al disciplinare DOC/DOCG/IGT l adesione, nella maggioranza dei casi, è avvenuta in base a una scelta spontanea (67%) (tabella 15). Ciò è vero in misura più accentuata per le imprese di maggiori dimensioni e per le realtà produttive delle regioni situate nel Nord Est (tabella 16). Per il 23% dei casi sono invece riscontrati fattori di condizionamento o precise richieste provenienti dall esterno, quali la pressione sia da parte della clientela sia dalla concorrenza. Risulta alta l incidenza delle imprese che hanno affermato di trarre vantaggi concreti dalla presenza di produzioni DOC/DOCG/IGT nel proprio portafoglio prodotti: ben l 82% degli intervistati ha risposto in modo positivo, contro il 7% che ha dichiarato di non aver rilevato alcun vantaggio (tabella 17). Più in dettaglio, appaiono più ottimistiche della media le aziende localizzate nel Nord Est e quelle di medie dimensioni (tabella 18). Tra i vantaggi più frequentemente citati figurano il riconoscimento da parte dei consumatori e un incremento di potere contrattuale nei confronti della clientela, confermato rispettivamente dal 68% e dal 51% delle aziende intervistate provviste di prodotti DOC/DOCG/IGT. Tabella 15 - Aziende vitivinicole: motivazioni dell'adesione alla DOC, per settore Scelta spontanea 15 75, , ,1 Derivata dall esterno 2 10, , ,2 In uguale misura 3 15,0 5 8,1 8 9,8 Altro Non so, n.r Totale , , ,0 Base di riferimento: aziende con DOC, DOCG e IGT (82 casi) 9

10 Le produzioni biologiche Tabella 16 - Aziende vitivinicole: motivazioni dell'adesione alla DOC, per area e dimensione (%) Nord Sud e Nord Est Centro Ovest Isole Totale Scelta spontanea 55,6 82,9 64,3 50,0 58,3 78,3 81,8 67,1 Derivata dall esterno 22,2 14,3 28,6 33,3 27,1 17,4 18,2 23,2 In uguale misura 22,2 2,9 7,1 16,7 14,6 4,3-9,8 Altro Non so, n.r Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base di riferimento: aziende con DOC, DOCG e IGT (82 casi) Tabella 17 - Aziende vitivinicole: riscontro di vantaggi dall'adesione alla DOC, per settore Sì 16 80, , ,7 Pochi 2 10,0 6 9,7 8 9,8 No 2 10,0 4 6,5 6 7,3 N.r ,6 1 1,2 Totale , , ,0 Base di riferimento: aziende con DOC, DOCG e IGT (82 casi) Tabella 18 - Aziende vitivinicole: riscontro di vantaggi dall'adesione alla DOC per area e dimensione (%) Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale Sì 66,7 88,6 78,6 79,2 81,3 87,0 72,7 81,7 Pochi 11,1 2,9 21,4 12,5 12,5 8,7-9,8 No 11,1 8,6-8,3 4,2 4,3 27,3 7,3 N.r. 11, , ,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base di riferimento: aziende con DOC, DOCG e IGT (82 casi) Relativamente alla produzione biologica (11), 11 aziende del Panel hanno dichiarato di avere questo tipo di certificazione, ovvero il 12% delle imprese intervistate. L incidenza percentuale della produzione bio è presente in misura maggiore nel settore vino DOC rispetto a quello vino altro, contando rispettivamente per il 18% ed il 10% del campione totale. A livello territoriale le produzioni vitivinicole biologiche sono presenti maggiormente nel Nord Est e al Centro (entrambi i casi con 5 aziende), seguite in minor parte dalle regioni meridionali (1 azienda), mentre risultano del tutto assenti nell area Nord occidentale. La scelta del biologico appare, inoltre, una condizione produttiva cui si orientano, rispetto alla media del campione, soprattutto le aziende di maggiori e di medie dimensioni (5 aziende nella classe 30 addetti, 4 aziende in quella tra 10 e 29). Nella maggioranza dei casi l adesione al disciplinare del biologico è avvenuta in base a una scelta spontanea (82% delle risposte), tranne che per il 18% dei casi, dove la scelta di produrre bio è stata condizionata da richieste da parte dei clienti (tabella 19). 10

11 Tabella 19 - Aziende vitivinicole: motivazioni dell'adesione alla certificazione di prodotto biologico, per settore Scelta spontanea 4 100,0 5 71,4 9 81,8 Derivata dall esterno ,6 2 18,2 In uguale misura Altro Non so, n.r Totale 4 100, , ,0 Base di riferimento: aziende con certificazione di produzione biologica (11 casi) Tutte le imprese intervistate hanno comunque affermato che la presenza di prodotti biologici nella propria gamma ha fruttato dei vantaggi più o meno consistenti, tra i quali il maggiore potere contrattuale verso i clienti ed il riconoscimento da parte della clientela, oltre che l utilizzo di tale strategia come possibilità per entrare in nuovi mercati. Note 1) La certificazione ISO è una norma internazionale volontaria che specifica i requisiti che un sistema di gestione per la qualità di un azienda/organizzazione deve possedere per dimostrare la propria capacità di fornire prodotti conformi ai requisiti dei clienti ed alle prescrizioni regolamentari applicabili. 2) La certificazione ISO è una norma internazionale di carattere volontario, applicabile a tutte le tipologie di imprese, che definisce come deve essere sviluppato un efficace sistema di gestione ambientale. 3) Il sistema EMAS (Eco Management and Audit Scheme), istituito con Reg. (CEE) 1836/93 e successivamente modificato dal Reg. (CE) 761/2001, è uno schema volontario applicabile, a livello UE ed European Environment Agency, a tutte quelle organizzazioni - pubbliche o private - che vogliono valutare, monitorare e migliorare le proprie prestazioni ambientali. Rispetto alla ISO 14001, il Regolamento EMAS pone una forte attenzione agli aspetti di comunicazione verso l'esterno, che si concretizzano principalmente con la diffusione della Dichiarazione Ambientale, convalidata da un Verificatore Accreditato a livello nazionale (per l'italia l'accreditamento viene rilasciato dall'apat - Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici). 4) L Ecolabel, istituito con Reg. (CE) n. 1980/2000, è il marchio di qualità ecologica che viene conferito ai prodotti e ai servizi con il minor impatto ambientale. Il marchio, il cui logo è rappresentato da un fiore, è uno strumento volontario, selettivo e con diffusione a livello europeo. 5) SA 8000 è uno standard di certificazione a carattere volontario sviluppato dal Social Accountability International, al fine di migliorare le condizioni di lavoro e il rispetto della salute e della sicurezza dei lavoratori. 6) La RSI (Responsabilità Sociale delle Imprese) è "l'integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate" (Libro Verde della Commissione Europea, luglio 2001). La RSI riveste un'importanza strategica per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che nel 2002 ha avviato un progetto volto alla diffusione della cultura sulla responsabilità sociale delle imprese e lo scambio di esperienze e buone pratiche. 7) Il marchio collettivo è un marchio ad adesione volontaria, concesso in uso a tutte le aziende produttrici che si assoggettano a regole prestabilite proprie del marchio. Risulta tutelato contro qualsiasi impiego commerciale, usurpazione, imitazione, o indicazione che possa indurre in errore il consumatore. Es: il marchio di un Consorzio. 8) La Denominazione di Origine Protetta (DOP - Reg. CE 2081/92) è un marchio riservato ai prodotti agricoli o alimentari, con esclusione dei prodotti vitivinicoli e delle bevande spiritose (es. il vino), le cui fasi del processo di produzione (materie prime impiegate, loro trasformazione ed elaborazione fino al prodotto finito) deve avvenire nell'area geografica delimitata di cui il prodotto porta il nome. Le particolari caratteristiche/qualità del prodotto devono essere legate essenzialmente o esclusivamente all ambiente geografico, comprensivo dei fattori naturali ed umani. 9) L Indicazione Geografica Protetta (IGP - Reg. CE 2081/92) è un marchio riservato ai prodotti agricoli o alimentari che siano originari di una regione, di un luogo o, in casi eccezionali, di un paese determinato. Per ottenere il marchio sono richieste due condizioni, ovvero che una determinata qualità, la reputazione o un altra caratteristica possa essere attribuita all origine geografica e che una delle fasi della produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nell area geografica 11

12 determinata. 10) L Attestazione di Specificità (AS) o Specialità Tradizionale Garantita (STG) è assegnata a prodotti che si differenziano da altri similari in quanto hanno un "elemento o insieme di elementi che distinguono nettamente un prodotto agricolo o alimentare da altri prodotti o alimenti analoghi appartenenti alla stessa categoria" (Reg. CE 2082/92). È richiesta la duplice condizione che il prodotto in questione si distingua da altri prodotti per la sua specificità e che il prodotto abbia carattere tradizionale, ossia sia ottenuto utilizzando materie prime tradizionali, ovvero abbia una composizione tradizionale, ovvero abbia subito un metodo di produzione e/o trasformazione di tipo tradizionale. 11) Produzione Biologica - Regg. (CE) n. 2092/91 e n. 1804/99 e successive modifiche ed integrazioni. Ismea Direzione Mercati e Risk Management Unità operativa Osservatori e Panel Valerio Torriero (+39)

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