I SIGNORI DEI RIFIUTI Il libro bianco sulla Gestione dei rifiuti nei Nebrodi

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1 I SIGNORI DEI RIFIUTI Il libro bianco sulla Gestione dei rifiuti nei Nebrodi 1

2 A cura dell Ufficio Ambiente & Legalità di Legambiente Sicilia e del Circolo di Legambiente Nebrodi Allegati: - stralcio Piano d Ambito dell Ato Me1 - stralcio Capitolato d appalto - stralcio progetto dei servizi messi a gara - stralcio pubblicazione Osservatorio Nazionale Rifiuti sui costi del servizio - stralcio quantificazione consuntiva della produzione dei rifiuti nell Ato Me1 2

3 Introduzione A cavallo tra il 2004 e il 2005, in tutta l isola, sotto la minaccia del commissariamento dei comuni, hanno iniziato ad operare nuovi enti: i cosiddetti ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) previsti dal Piano Regionale dei Rifiuti. Lo scopo? Ottimizzare le risorse, i beni ed i mezzi al fine di ottenere una gestione economica, efficiente e trasparente dei rifiuti (e del servizio idrico), senza un aggravio dei costi per i cittadini. Questo, perlomeno, era il nobile intento del Decreto Ronchi. Ma in Sicilia è andata diversamente. Dei 9 ATO, uno per provincia, previsti in principio, ne sono state istituiti 27. Troppi (in alcune province se ne registrano addirittura 5) visti i risultati disastrosi. Con il Decreto n. 127 del 20/05/2008 l attuale Presidente della Regione, ancora euforico del risultato elettorale, aveva disposto la riduzione degli ATO in Sicilia: molto rumore per nulla, poiché ad oggi non è successo nulla. Altra anomalia tutta siciliana: gli ATO sono società per azioni a tutti gli effetti, anziché consorzi di Comuni come nel resto d Italia; nonostante i soci azionisti siano i Comuni aderenti, con quote di partecipazione proporzionali al numero di abitanti, gli ATO rifiuti sono Società di Capitale, SpA, non soggette dunque ai controlli ed alle regole di trasparenza proprie degli enti operanti nel settore pubblico: ad esempio quelle relative alle assunzioni del personale. Dietro agli ATO si muovono clientele, poltrone, fiumi di soldi che alimentano interessi e attirano attenzioni d ogni genere e qualità. Secondo uno studio della Cgil, nei consigli di amministrazione degli ATO siciliani siedono 189 consiglieri di amministrazione che costano ogni anno 12 milioni di euro. A questi si aggiungono i costi di consulenze, che in alcuni casi sono arrivati fino a 150 mila euro, e di auto blu per amministratori e funzionari. Gli ATO, nella maggior parte dei casi, svolgono soltanto un ruolo burocratico di passacarte e di riscossione le bollette. Non si occupano, come potrebbero e dovrebbero, di organizzare direttamente i servizi collegati al ciclo dei rifiuti ma li appaltano ad imprese private moltiplicando così gli attori che operano nel sistema. Un evidente e clamoroso campanello d allarme sono stati i bandi di gara per l affidamento del servizio di gestione dei rifiuti. Lo spiegava chiaramente il Presidente della Federazione Imprese di Servizi (FISE), Carlo Noto La Diega, nel corso dell audizione di fronte alla commissione d inchiesta sul ciclo dei rifiuti della scorsa legislatura: Nelle gare d appalto i termini che intercorrono tra l emissione della gara e il momento di presentare l offerta sono assolutamente assurdi e fanno pensare male. Per l associazione di categoria è un sintomo preoccupante che gare per svariate centinaia di milioni vengono bandite con la pretesa di avere una risposta seria entro 15 o 20 giorni. Una vera e propria corsa ad ostacoli, a cui vengono aggiunti altri paletti e limiti contenuti all interno dell incanto, che finiscono per vietare, letteralmente, la partecipazione ad una gara d appalto. Come ad esempio, quando nei bandi di gara vengono poste richieste assurde e sospettabili di strumentalità, come chiedere se hai già svolto servizi per un milione di abitanti quando devi servire una città di 50 mila abitanti o prosegue il Presidente della FISE - condizioni come la disponibilità dei terreni, che è un classico per limitare tale percorso. Un altro elemento richiamato dal presidente della Fise alla Commissione parlamentare è il massimo ribasso che limita la partecipazione alle gare per le aziende serie. 3

4 Un caso di studio: il disastrato Me1 La struttura dell ATO ME 1 La Società ATO ME 1 S.p.A. è stata costituita a Messina 31 dicembre 2002 tra la Provincia regionale di Messina e 33 Comuni: Acquedolci, Alcara Li Fusi, Capizzi, Capod Orlando, Caprileone, Caronia,Castel di Lucio, Castell Umberto, Cesarò, Ficarra, Floresta, Frazzanò, Galati Mamertino, Longi, Militello Rosmarino, Mirto,Mistretta, Motta d Affermo, Naso, Pettineo, Raccuja, Reitano, San Fratello,San Marco d Alunzio, S.Salvatore di Fitalia, S.Teodoro, S.Agata Militello, S.Stefano di Camastra, Sinagra, Torrenova, Tortorici, Tusa e Ucria. Il capitale sociale originario, pari a ,00, è stato diviso in centomila azioni del valore di 1 euro ciascuna. Lo stesso è stato poi aumentato a ,00 in data 6 novembre L attuale C.d.A è formato da 3 membri (per un certo periodo sono stati ben 7): Avv. Laura Trifilò (Presidente), Dott. Vincenzo Santarello, Arch. Pedro Spinnato. Il Collegio sindacale è costituito da tre membri effettivi e due supplenti; esiste pure la figura di direttore generale. I costi della gestione Secondo la Relazione della Corte dei Conti sulla Gestione economica degli ATO in Sicilia, la spesa complessiva per il C.d.A. dell ATO Me1 relativamente al 2006, è stata di ,01. Il compenso del Presidente è stato di ,80. Il compenso del Vicepresidente è stato di ,67; quello all Amministratore delegato ,10. Mentre il costo delle 11 unità di personale è stato, sempre nel 2006, pari ad ,34. Secondo quanto accertato dalla Corte dei Conti, il bilancio 2004 si è chiuso con una perdita di esercizio di ,00, coperta mediante utilizzo della riserva in conto copertura perdite. Mentre il bilancio 2005 si è chiuso con una perdita di esercizio di ,00. Nell anno 2007 v è stato accesso al fondo di rotazione previsto dall art. 2 1, comma 1,7 della L.r.19/2005, per ,52, che ha azzerato così tutte le esposizioni bancarie. Nel maggio del 2006 è stato notificato all ATO ME1 un decreto ingiuntivo per un importo di ,73, relativo al pagamento del servizio di conferimento nella discarica di Mazzarà S. Andrea nell anno I rifiuti in numeri Nell ATOME1 risiede una popolazione pari a di abitanti. Secondo i calcoli dell ATO Me1, la produzione stimata dei rifiuti all interno del piano d ambito è di kg, pari a Kg/Ab/Anno. Mentre secondo i dati ricavati dai dati forniti dai Comuni, considerati poco attendibili dall ATO Me1, la produzione era pari a tonnellate/anno. 1 1 Allegato 1 del Bando di servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani ed assimilati, del servizio di nettezza urbana e dei servizi connessi ed accessori. Settembre

5 L entità approssimativa della raccolta dei rifiuti nel 2006 è stata di tonnellate ,986. Il costo totale del servizio nell anno 2006 ammonta a ,45; Le discariche utilizzate sono quelle di Mazzarà, Siculiana, S. Agata e Pettineo. La Società è passata a tariffa e l Agenzia delle Entrate ha in sede amministrativa dichiarato l applicabilità dell I.V.A. al 10% sulla fatturazione dell attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti, determinando quindi un ulteriore aumento del costo per i cittadini. L emergenza rifiuti che ormai incombe da alcuni mesi sui comuni dell Ato Me1 ha portato all adozione di provvedimenti urgenti da parte di alcuni Sindaci, i quali, per un periodo limitato, hanno gestito a livello comunale i servizi di competenza dell ATO. I risultati di queste gestioni confermano quei dubbi avanzati dalle Associazioni Consumatori sulla ingiustificata onerosità del contratto di appalto col Gestore. A questo proposito, Le dichiarazioni alla stampa del Sindaco di Alcara Li Fusi, dott. Giuseppe Spinello, hanno fatto emergere la sproporzione tra i costi effettivi di alcuni servizi ed il prezzo corrisposto all ATO e da questi al Gestore. Secondo il Sindaco di Alcara li Fusi, gli stessi servizi, gestiti in modo economico ed efficiente (proprio per questo erano stati costituiti gli Ato), costerebbero la metà circa del prezzo corrente scaricato sulle bollette. Forse perché il prezzo pagato dall ATO all Impresa affidataria non è calcolato in base alla quantità di rifiuti effettivamente raccolti e smaltiti ma è stato stabilito a corpo sulla base di una stima, probabilmente abbondante, delle quantità potenzialmente trattabili. Il fatto potrebbe essere spiegato confrontando gli stessi calcoli dell Ato Me1 sulla produzione stimata dei rifiuti all interno del piano d ambito ( kg, pari a Kg/Ab/Anno), peraltro corrispondenti ai conti consuntivi certificati dalla Corte dei Conti, con il progetto preventivo assunto a base del contratto di servizio. Questo prevede l impiego di mezzi ed uomini capaci di raccogliere e trasportare una quantità quasi doppia di rifiuti. Nella migliore delle ipotesi, si può supporre che la sovrastima della capacità del sistema derivi dalla assunzione acritica di dati statistici sulla produzione di rifiuti su scala regionale piuttosto che di quelli effettivamente verificati all interno dell ambito considerato. La pattuizione del prezzo del Servizio a corpo, cioé in modo indipendente dalla quantità effettiva di rifiuti gestiti, non solo scarica sull utenza un costo molto probabilmente maggiore del dovuto ma anche vanifica i comportamenti virtuosi di quei comuni e di quei cittadini che impegnano nella riduzione dei rifiuti e nella raccolta differenziata. Si potrebbe, perciò, ritenere che il Contratto sconti un iniziale errore di valutazione che innesca circoli viziosi ed orienta il sistema verso lo smaltimento indifferenziato in discarica, a tutto vantaggio del gestore del servizio e di quello della discarica. Allo stato, incombe sugli utenti il rischio che l avvitamento dell ATO ME1 continui a produrre disservizi e costi esorbitanti nel tentativo di gestire un emergenza provocata dalla sua stessa inefficienza (vedi ad esempio, l Odissea dei rifiuti trasportati in discariche fuori ambito per l impossibilità di smaltire nelle vicina discarica di Mazzarrà, sia a causa di debiti non saldati, sia, ultimamente, per una presunta impraticabilità della stessa contestata, peraltro, dalla Provincia Regionale di Messina). Come nasce l appalto del servizio di raccolta rifiuti La redazione di tutti gli elaborati di gara, dello schema del bando di gara finalizzata all affidamento per sette anni del servizio di raccolta dei rifiuti, del capitolato speciale di appalto e dell allegato tecnico, venne a suo tempo affidata dall ATO 1 alla SCR, Società per il Compostaggio e il Riciclo SpA. L incarico fu conferito il 7/06/04 con provvedimento n 02/04. Dopo poco più di tre mesi (17/09/04), la SCR trasmise gli elaborati che, una volta modificati ed approvati, hanno 5

6 permesso di indire la gara d appalto per un importo a base d asta di euro , 82 più iva. La cifra stimata del costo di gestione alla voce Raccolta e trasporto rifiuti prevede costi cha vanno dagli euro per il primo anno ai euro nei successivi anni. La gara, inizialmente fissata per giorno 17/11/04, venne rinviata prima al 23/11/04 e poi a data da definirsi. L apertura della buste è poi avvenuta il 03/12/04 per concludersi il 28/12/04. Le Ditte che hanno presentato un offerta sono state quattro: 1. la GESENU (che attualmente gestisce il servizio nell Ato2 oltre ad essere socia della Tirreno Ambiente che gestisce la discarica di Mazzarà S. Andrea); 2. la DUSTY, una società catanese che si occupa della raccolta dei rifiuti per conto della Simeto Ambiente SpA ATO3; 3. L AMIA la municipalizzata che gestisce la raccolta rifiuti nel palermitano 4. Il Raggruppamento Temporaneo d Impresa con capogruppo il CNS di Bologna e mandanti la FASTECO di S. Agata Militello, la MESSINAMBIENTE che gestisce il servizio a Messina, AGAC di Reggio Emilia oggi divenuta ENIA e la TRANSCOOP. Alla gara ne sono state ammesse solo due, l AMIA e il Raggruppamento del CNS. Proprio così, perché il plico della GESENU era mancante di tutta la documentazione richiesta dal bando e dal disciplinare di gara mentre quello della DUSTY era mancante di diversi documenti previsti dal bando. Va ricordato che la GESENU, opera da tempo nel settore dei rifiuti e si è aggiudicata la gestione del servizio nel vicino ATO ME2. Alla fine, dopo 15 giorni e nove verbali di commissione, ad aggiudicarsi l appalto è stato il Raggruppamento Temporaneo d Imprese del CNS per un importo di ,19 euro, con ribasso del 9.88%, per un periodo di sette anni dall 1 gennaio 2005 al 31/ L appalto prevedeva la raccolta, il trasporto dei rifiuti in discarica, lo spazzamento delle strade e la gestione dei centri comunali di raccolta. Gli oneri per lo smaltimento dei rifiuti in discarica sono rimasti invece a totale carico dell ATO Me1 e sono pagati sulla base dell effettiva quantità di rifiuti conferiti. L appalto venne vinto dal costituendo consorzio d Imprese a seguito di una valutazione a punteggio che ha tenuto conto complessivamente dell offerta economica, della qualità e dell efficienza delle proposte progettuali, del profilo societario e delle proposte aggiuntive. Il CNS ha ottenuto un punteggio di 72,83/100 mentre l AMIA 48,16/100. Nella realtà alcune proposte che hanno determinato l attribuzione del punteggio non sarebbero state attuate nei termini convenuti. Il contratto con l Associazione Temporanea d Imprese: Nebrodi Ambiente All interno del contratto stipulato tra l ATI e l ATO Me1 si legge che l unica revisione ammissibile, non dipendente dalla volontà delle parti, è relativa agli oneri di trasporto del rifiuto indifferenziato raccolto, per il suo conferimento in discarica. Si legge poi che se il sito di conferimento individuato o ordinato fosse al di fuori dell ambito territoriale dell ATO, si procederà al riconoscimento di un maggior onere di trasporto determinato in euro 0.02 per tonnellata di rifiuto trasportato, per ciascun chilometro di maggior distanza tra il confine naturale dell ATO e il nuovo centro di trasferenza (solo andata). 6

7 Il gestore e le scatole cinesi Il Costituendo Raggruppamento temporaneo d imprese vincitore della gara è costituito dal Consorzio Nazionale Servizi (CNS), dal Consorzio FASTECO, da MESSINAMBIENTE spa che gestisce il servizio nel capoluogo messinese, dall AGAC spa oggi divenuta ENIA e dalla TRANSCOOP Soc. coop. Arl. Il promesso raggruppamento d imprese venne costituito nel luglio 2005 con la denominazione di NEBRODI AMBIENTE, una società con scopo prevalentemente consortile e con la finalità di gestire il servizio appaltato dall ATO Me1. Dalle visure camerali emergono questi dati. Le Imprese che costituiscono il Consorzio NEBRODI AMBIENTE sono il CNS, la Messinambiente, la Società Cooperativa COSP TECNO SERVICE, che con euro di quote societarie è il socio di maggioranza, ed altre due, la Onofaro Antonino e la Multiecoplast, soci del Consorzio Fasteco. Nella compagine Nebrodi Ambiente non compaiono più la ENIA, la TRANSCOOP e il consorzio FASTECO presenti nel Raggruppamento vincitore della gara d appalto, ma vi figurano due dei sei soci della FASTECO: ONOFARO ANTONINO con euro di quote e la MULTIECOPLAST con euro di quote. Dunque, l appalto è stato vinto valutando i requisiti tecnici di un gruppo di società, il servizio è poi stato affidato alla Nebrodi Ambiente costituita anche da altri soggetti, come emerge dalla tabella seguente. ATI vincitrice appalto NEBRODI AMBIENTE FASTECO Consorzio Nazionale Servizi (CNS) Consorzio Nazionale Servizi (CNS) IL PELLICANO SOC. COOPERATIVA MESSINAMBIENTE MESSINAMBIENTE O.R.M. Officine riparazioni Marotta ENIA COSP TECNO SERVICE ARCADI SERVIZI SRL Coop. TRANSCOOP MULTIECOPLAST MULTIECOPLAST FASTECO ONOFARO ANTONINO ONOFARO ANTONINO EDIL SEA SRL 7

8 Il Comune di Capo d Orlando ha affidato alcuni servizi Gestisce la raccolta e il trasporto nella Città di Messina La gestione del servizio L art. 11 del contratto stipulato tra l ATO ME1 e il gestore recita che l ATO ME 1 ha la facoltà di rescindere il contratto senza indennizzo alcuno, qualora l ATI appaltatrice non rispetti le condizioni contrattuali e /o non ottemperi agli ordini di servizio inviati per almeno 3 volte ( ). Mancata raccolta differenziata L Ato Me1 nel suo complesso raggiunge l 8,31% di raccolta differenziata perdendo punti rispetto al L arretramento denuncia inefficienza e il fallimento degli obiettivi minimi con sensibili conseguenze economiche: smaltire nella discarica di Mazzarrà S. Andrea una tonnellata di rifiuti indifferenziati costa più di 70 euro, a Siculiana ancora di più per via del trasporto; conferire invece la frazione umida al centro di compostaggio di Alcamo costerebbe invece 40 euro a tonnellata; recuperare materia prima seconda e venderla i consorzi di filiera consentirebbe di incassare parecchi soldi compensando le spese. L inefficienza ha dunque un costo. Scaricato sugli utenti. Raccolta differenziata Capo d Orlando 14,81% 12,86% S. Agata di Militello 8,69% 7,60% Tortorici 4,95% 3,73% Capri Leone 12,56% 16,96% Come si legge nel contratto stipulato, 1 ATO ME1 applicherà all ATI appaltatrice penali o premi, a seconda se il risultato ottenuto in termini di percentuale di raccolta differenziata sia inferiore o superiore agli obiettivi minimi ( ). 8

9 Per il primo anno l obiettivo minimo imposto era del 15% di raccolta differenziata, per il secondo anno il 24% per il terzo anno il 35%. A distanza di quattro anni, tali obiettivi non sono mai stati raggiunti, ma nemmeno sfiorati. Al sostanziale fallimento degli obiettivi di raccolta differenziata ha addirittura contribuito la stessa Assemblea dell ATO ME1, composta dai Sindaci dei Comuni dell ambito, la quale nel 2007 deliberò l abbandono della modalità di raccolta porta a porta ed il ritorno ai cassonetti stradali, ciò anche in adesione alle decisioni di qualche Comune, come Capo d Orlando che già nel giugno 2006 dispose il divieto di esporre i contenitori del porta a porta. La decisione assunta dall Assemblea dell ATO Me1 ha evidentemente inciso sulla flessione percentuale della raccolta differenziata (vedi la precedente tabella) e, al contempo, ha modificato, probabilmente alleggerendoli, gli oneri a carico del Gestore fermo restando il corrispettivo pattuito. Se da un lato è ragionevole ritenere che la modalità di raccolta attraverso i cassonetti stradali abbia comportato un minore impiego di mano d opera, dall altro è certo che il conferimento di maggiori quantità di rifiuti indifferenziati in discarica abbia fatto crescere costi non coperti dal contratto, in quanto di pertinenza dell ATO Me1, poi scaricati sulle bollette. Siffatto modello gestionale ha oltretutto innescato un circolo vizioso orientando il sistema verso la deresponsabilizzazione degli utenti e dei comuni, l aumento delle quantità da conferire in discarica, l indifferenza riguardo gli stili di consumo. Vale a dire tutto il contrario degli obiettivi che il Decreto Ronchi, anche attraverso l istituzione della Tariffa, intendeva perseguire: riduzione della produzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riciclaggio. I costi di raccolta Il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti nei 33 comuni dell ATO Me1 è stato messo a gara nell anno 2004, per la durata di anni sette, come si evince dal capitolato speciale di appalto di appalto e dal bando di gara per un importo medio a base d asta : di 88,18 /abitante per il primo anno di servizio; di 95,66 /abitante per il secondo anno di servizio; di 103,96 /abitante per il terzo anno di servizio.- Le modalità e le tempistiche di svolgimento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e assimilati sono descritte al punto 6.2 del Capitolato (pagina 28). Ma esse sembrano avere un valore molto relativo in quanto, cosa alquanto particolare, dette tempistiche sono in ogni caso da ritenersi indicative e modificabili a giudizio insindacabile della Stazione Appaltante, che sarà libera di decidere di abbreviare i tempi, di allungarli così come di annullare del tutto il passaggio alla raccolta porta a porta nelle fasi successive alla prima ( ). La gara è stata poi aggiudicata con il ribasso d asta di circa il 9,00%. Non si riscontra negli atti di gara e/o documentazione precedente alcun parere di congruità dei costi messi a base d asta per un appalto stimato per il solo servizio di raccolta e trasporto rifiuti per i sette anni di contratto di circa 80 milioni di Euro!!! 9

10 Solo dall esame della scheda riepilogativa generale per tutta l ATO Me1 e delle schede allegate ai contratti di servizio stipulati tra AtoMe1 e singoli Comuni si può risalire al dimensionamento operato per la raccolta dei rifiuti indifferenziati e per la raccolta differenziata di carta, cartone, plastica, vetro e dell organico (umido) con il sistema porta a porta. Da tali schede, relativamente al servizio di raccolta e di trasporto dei rifiuti indifferenziati, si rileva che è stata prevista - per tutte e sette gli anni di durata del contratto - una capacità di mezzi (autocompattatori) di circa 420 mc giornalieri, ai quali corrisponde una possibile raccolta media di circa 250 tonnellate al giorno e di circa tonnellate in un anno, secondo il seguente calcolo: mc 420 x 0,60 (coefficiente tonn/mc) = tonn. 252/g tonn. 252/g x gg. 6 x 52 settimane = tonn Il fatto significativo è che, sia dai dati stimati nel Piano d ambito dell ATOMe1 approvato nell anno 2003 che dal consuntivo dei dati di raccolta degli anni 2006 e 2007 pubblicati dalla stessa ATO Me1, il quantitativo di raccolta indifferenziata si attesta in circa tonnellate in un anno. Dal confronto di questi dati con il calcolo sulla potenzialità dei mezzi previsti, sembra emergere un sovradimensionato (di quasi il doppio) del sistema di raccolta dei rifiuti indifferenziati, senza peraltro tenere conto che a regime, ipotizzando una raccolta differenziata al 40-50%, il totale dei rifiuti indifferenziati dovrebbe attestarsi a circa tonnellate annue a fronte di una capacità del sistema come sopra calcolata di circa 80,000 tonnellate!!! Eclatanti e significativi sono gli elevati e spropositati costi del servizio di raccolta e trasporto e rifiuti (indifferenziati e differenziati) di Capo d Orlando, S.Agata Militallo, Acquedolci e S. Stefano di Camastra, che al terzo anno sono stati fissati dall ATOMe rispettivamente in /ab 136,79 (Capo d Orlando), /ab 123,52 (S. Agata Militello), /ab 111,18 (Acquedolci) ed /ab 110,31 (S. Stefano di Camastra ). Tali dati, se comparati con quelli medi del resto d Italia ( /ab 40,00 50,00) rilevabili ad esempio dalle ultime relazioni annuali dell Osservatorio Nazionale Rifiuti, rendono l idea di un costo del servizio di raccolta (rifiuti indifferenziati e differenziati) immotivamente eccessivo, praticamente più del doppio di quanto dovrebbe. Dove vanno a finire i rifiuti Affari e costi all ombra della discarica di Mazzarrà Sono tante le segnalazioni che giungono a Legambiente da tanti cittadini i quali considerano la raccolta differenziata attuata negli Ato Me 1 e Ato Me2 assolutamente inefficiente, e per certi versi una beffa, poiché sempre secondo tali segnalazioni accadrebbe che i rifiuti raccolti separatamente riposti negli appositi contenitori finirebbero per confluire negli autocompattatori assieme a quelli indifferenziati. A riguardo, il Comma 1, articolo 226 (Divieti) del D.L.gs n. 152/2006 vieta lo smaltimento in discarica degli imballaggi e dei contenitori recuperati, ad eccezione degli scarti derivanti dalle operazioni di selezione, riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio. Per tale comportamento sono previste precise sanzioni al Comma 3, articolo 261 (Imballaggi) del D.L.gs n. 152/

11 Ma oltre a rappresentare un illecito, lo smaltimento in discarica dei rifiuti raccolti separatamente induce i cittadini ad abbandonare la pratica del la raccolta differenziata, poiché la considererebbe inutile. I dati, del resto, sembrano dimostrare questa progressiva disaffezione dai comportamenti virtuosi che innesca un aumento dei costi. Ogni anno la discarica di Mazzarà ospita 260 mila tonnellate di rifiuti. A Gennaio del 2008 erano ventotto milioni di euro i debiti degli Ato messinesi nei confronti di Tirrenoambiente per l'utilizzo dell'impianto. 2 Andando a spulciare il sito internet da poco rinnovato della società Tirreno Ambiente emergono dei particolari interessanti. Tirreno Ambiente è una società per azioni a capitale misto pubblico-privato con prevalenza di capitale pubblico specializzata nella gestione di impianti di smaltimento, nella bonifica di discariche esauste e nel risanamento di siti inquinati. Alcuni dei suoi Amministratori sono stati coinvolti, come indagati, in una recente inchiesta dei Ros dei Carabinieri. I soci della Tirreno Ambiente che gestisce la discarica di Mazzarrà S. Andrea si dividono tra parte pubblica (con il 51%) e parte privata (49%). Tra gli enti pubblici compaiono i Comuni di Mazzarà S. Andrea con il 45% delle azioni, Tripi, S. Domenica di Vittoria, Oliveri, Sommatino comune in provincia di caltanissetta, Basicò, Villa Franca Tirrenica, Basicò, Reitano, Limia e Pagliara. Tra i soci privati emergono le società Edera con il 21% delle azioni, Secit, Cavaglià S.p. A, San Germano, Ecodeco, Themis, Cornacchini, Paradisi servizi srl e la Gesenu che è il secondo azionista privato con il 10% delle azioni. Ma la Gesenu non è una delle società private che gestiscono la raccolta dei rifiuti per conto dell Ato Messina 2? Ecco la particolarità: la Gesenu viene pagata dall Ato 2 per il servizio di raccolta dei rifiuti. Rifiuti che poi trasporta alla discarica di Mazzarà S.Andrea gestita dalla Tirreno Ambiente quindi anche da se stessa. Ma un momento! Se la Gesenu che raccoglie i rifiuti effettuasse la raccolta differenziata significherebbe che in discarica entrerebbero meno rifiuti. Quindi la Tirreno Ambiente, che gestisce la discarica di Mazzarà, quindi la anche la Gesenu, incasserebbero di meno. Si, perché l Ato Messina 2 paga a parte un costo di conferimento in discarica pari a 78 euro a tonnellata (in precedenza ha pagato 91 euro). In altre parole, la Gesenu è una di quelle società tutto fare che gestiscono l intero ciclo dalla raccolta, al trasporto fino allo smaltimento finale. Un sistema molto redditizio poiché permette di guadagnare in ogni fase di gestione dei rifiuti. La separazione di questi interessi potrebbe aiutare l avvio di una gestione del ciclo dei rifiuti più orientata verso l efficienza ed il risparmio a vantaggio dei cittadini. Per la cronaca, secondo il Rapporto Apat 2007 sui rifiuti, nel 2006 sono stati smaltiti nella discarica di Mazzarà S. Andrea tonnellate di Rifiuti Urbani. 2 Centonove del 25 gennaio

12 L ATO ME 2 La struttura dell ATO ME 2 L atto costitutivo è stato stipulato il 31 dicembre 2002 tra la Provincia regionale di Messina e i comuni di Basicò, Barcellona Pozzo di Gotto, Gioiosa Marea, Rodi Milici, Milazzo, Montalbano Elicona, Novara di Sicilia, Oliveri, Pace del Mela, Patti, Piraino, Rometta, San Piero Patti, San Pier Niceto, Santa Lucia del Mela, Spadafora, Terme Vigliatore, Torregrotta, Valdina, Castroreale, Condirò, Falcone, Fondachelli Fantina, Furnari, Gualtieri Sicamino, Librizzi, Lipari, Mazzarrà S. Andrea, Merì, Manforte S. Giorgio,Montagnareale Sant Angelo di Brolo, Saponara, Tripi, Venetico e Villafranca Tirrena. Il capitale iniziale della Società è stato di ,00, diviso in azioni nominative ordinarie di 1,00 cadauna. Anche qui lo scopo era quello di assicurare la gestione unitaria ed integrata dei rifiuti, secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità nell Ambito territoriale ottimale. Ma a quanto pare non è stato così. I costi della gestione Per il primo triennio è stato nominato un Consiglio di Amministrazione composto da 7 membri, oltre un Collegio sindacale di 5 membri, due dei quali supplenti. Secondo al Corte dei Conti, il costo complessivo 2006 per il C.d.A. è stato pari ad ,00. Quello relativo al Collegio sindacale è stato di ,00. Mentre al 31 dicembre 2006, il corpo lavorativo della S.p.A. risultava costituito da 98 unità, e precisamente: operatori ecologici; autisti; 3. 2 capi servizio; 4. 1 conducente mezzi leggeri; 5. 3 disinfestatori; 6. 5 impiegati di cui 3 part time; 7. 1 manutentore. Il costo complessivo delle 98 unità di personale è stato, nel 2006, di ,00. I contributi previdenziali 2006, ammontano ad ,00. La fatturazione quadrimestrale della Società è di circa ,00, per un totale annuo di circa ,00. Poiché la popolazione dell Ambito è di circa unità, il costo medio del servizio, per abitante e per tutti i Comuni dell Ambito, è di circa 107,00 comprensivo di IVA al 10% ed addizionale provinciale pari al 5%. Le spese di trasporto in discarica sono incluse nel costo del servizio di igiene ambientale appaltato alla GESENU S.p.A., mentre per il conferimento in discarica, per l anno 2006 e comunque fino a novembre 2006, il costo sostenuto è stato pari ad ,74 per la discarica di Mazzarrà Sant Andrea. Nel mese di dicembre 2006, a seguito di autorizzazione da parte dell Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque, si è proceduto al conferimento presso la discarica di Motta Sant Anastasia determinando un costo pari ad ,88 ed un maggior costo pari ad ,49 per il trasporto effettuato al di fuori del territorio dell Ambito 12

13 I rifiuti in numeri Il Piano d Ambito della Società prevede un servizio globale di igiene urbana in tutti i Comuni facenti parte del territorio di competenza e pertanto, tra gli stessi, non vi è nessuna differenziazione nei servizi svolti. La quantità mensile di RR.SS.UU. conferiti presso la discarica di Mazzarra fino a novembre 2006 e presso la discarica di Motta Sant Anastasia, gestita dalla Società Oikos S.r.l., per il mese di dicembre, è prossima alle tonnellate, con picchi di tonnellate nei mesi estivi. Pertanto la quantità di RR.SS.UU. prodotti nel 2006 è prossima alle tonnellate. Gesenu: la società tutto fare GE.SE.N.U. è una Società per azioni a capitale misto pubblico-privato fondata nel 1980 tra il Comune di Perugia (45%) ed il Gruppo Sorain Cecchini (55%). La Gesenu in provincia di Messina gestisce la raccolta dei rifiuti per l ATOME 2 che trasporta alla discarica di rifiuti di Mazzarrà S. Andrea gestita dalla TirrenoAmbiente,di cui la Gesenu è socia. La Gesenu, come abbiamo, visto guadagna due volte: sul trasporto e sullo smaltimento. Ma vediamo la composizione della Gesenu. Il presidente del Gruppo Sorain Cecchini, socio a maggioranza della Gesenu, è l Avv. Manlio Cerroni, detto 'il Re della monnezza' o 'il Signore di Malagrotta'. Cerroni è il proprietario della discarica romana di Malagrotta, la più grande d Europa, con forti interessi nel Lazio per la costruzione di un Termovalorizzatore e che, secondo un inchiesta de l Espresso (Espresso 30 luglio 2008), ha messo su un impero a ragnatela, con decine di società che fatturano almeno 800 milioni l'anno. Per il resto, preferisce operare in consorzi locali assieme a varie municipalizzate dei rifiuti e dell'energia. Ma il grosso delle attività si concentra nella discarica di Malagrotta dove, secondo l Arpa della Regione Lazio, si sarebbero verificati gravi episodi di inquinamento ambientale: falde, fossi e corsi d acqua sarebbero stati contaminati veleni come, arsenico, nickel e solfati. (Servizio giornalistico intitolato "L oro di Roma", andato in onda il 23 novembre 2008 all interno di "Report" la trasmissione di RaiTre curata da Milena Gabanelli. Al Colari, il consorzio presieduto da Manlio Cerroni, l Ama, l azienda municipalizzata ambiente, ha pagato circa 72 euro a tonnellata, tasse comprese, per un totale di circa 100 milioni. 13

14 QUADRO SINOTTICO CONFRONTO ATO ME1, ATO ME2 ATO ME 1 ATO ME 2 Popolazione abitanti abitanti Spesa Consiglio di Amministrazione ,01 7 membri ,00 7 membri (2006) Collegio sindacale n.d ,00 Costo personale ,34. (11 unità) 5 membri ,00. (98 unità) ,00 costi previdenziali Costo del servizio (2006) Rifiuti raccolti (2006) Rifiuti raccolti per abitante Discariche Utilizzate Costo smaltimento in discarica Ditta appaltante Servizio igiene ambientale e trasporto , , tonnellate tonnellate 372 kg/ab 490 kg/ab Mazzarà Siculiana S. Agata Pettineo NEBRODI AMBIENTE SpA Mazzarà Motta Sant Anastasia ,74 (da gennaio a novembre 2006) ,88 (costo dicembre 2006 a Motta) Dicembre 2006: maggior costo pari ad ,49 per il trasporto effettuato al di fuori del territorio dell Ambito GESENU S.p.A Fonte: elaborazione Legambiente dai dati della Corte dei Conti 14

15 Conclusioni La gestione dei rifiuti in Sicilia rassegna risultati negativi: non sono stati raggiunti gli obiettivi minimi di raccolta differenziata previsti dal Decreto Ronchi e poi dal Piano dei Rifiuti regionale; sono aumentati a dismisura i costi del servizio e le bollette a carico degli utenti. Le società di gestione degli ATO non sono riuscite ad avviare il ciclo integrato dei rifiuti fallendo la propria missione. Di converso, è aumentato il numero degli attori in un sistema che si connota per gli sprechi, per l inefficienza e per procedure di funzionamento che sfuggono alle ordinarie regole di gestione sei servizi pubblici. Questo dossier ha sommariamente esaminato la situazione degli ATO Me1 e ATO Me2 dove l emergenza rifiuti è principalmente determinata dalla crisi finanziaria delle Società per insostenibilità della gestione. Emergono situazioni paradigmatiche meritevoli di ulteriori approfondimenti riguardo all assegnazione ed alla gestione degli appalti di servizio, con particolare riferimento alla quantificazione del prezzo a base d asta, agli intrecci societari, alle clausole dei Capitolati che lasciano ampi margini di discrezionalità alla stazione appaltante di modificare in corso d opera i contenuti del servizio e quindi gli oneri a carico del gestore. Soprattutto, l intero sistema appare evidentemente orientato verso una gestione del ciclo dei rifiuti che non incentiva economicamente la riduzione della loro produzione e la raccolta differenziata, né premia i comportamenti virtuosi nonostante l introduzione della Tariffa, in quanto resta sostanzialmente fondato sulla raccolta indifferenziata e sul conferimento in discarica. Questa caratteristica ha fatto esplodere i costi scaricati sulle bollette, quasi doppi rispetto a quelli che si registrano in altre regioni, e favorito invece quegli interessi economici legati al trasporto dei rifiuti ed allo smaltimento in discarica. L emergenza rifiuti si appresta a divenire un fatto permanente con gravi ricadute ambientali e sociali. Le criticità che emergono dal dossier richiedono interventi di tipo normativo, specie in relazione alla natura giuridica delle Società d Ambito ed alle procedure di assegnazione e di gestione dei servizi, ma anche il chiarimento delle cause di una così grave crisi e delle eventuali responsabilità connesse. In conclusione, una sorprendente dichiarazione alla Gazzetta del Sud dell attuale Presidente dell ATO ME1 che in un certo senso certifica le criticità esposte nel dossier: «Prendiamo atto della ribadita volontà da parte del soggetto gestore di non voler più continuare il rapporto con l'ato Me1 ha detto il presidente del Cda, avv. Laura Trifilò. Noi abbiamo tutte le carte in regola e siamo in possesso di elementi giuridici tali da consentirci di rescindere il rapporto sia per i tanti disservizi prodotti e contestati negli anni, solo 2 milioni e mezzo nel mese di gennaio scorso, sia per la mancata attivazione di un servizio importante, quello della raccolta differenziata che potrebbe pregiudicare il mantenimento dell'ambito». 15

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