PRINCIPALI NORME CHE REGOLANO IL PRIMO SOCCORSO

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1 PRIMO SOCCORSO

2 PRINCIPALI NORME CHE REGOLANO IL PRIMO SOCCORSO Il D. LGS 81/08 e s.m.i. : Art.18, comma b) : il datore di lavoro ha l obbligo di designare preventivamente i lavoratori incaricati dell attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell emergenza;

3 Art. 36, comma 1, lett a) e b) : Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione: a) sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla attività della impresa in generale; b) sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l evacuazione dei luoghi di lavoro;

4 Art. 37, comma 9: I lavoratori incaricati dell attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell emergenza devono ricevere un adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico

5 Il datore di lavoro, tenendo conto del tipo di attività e delle dimensioni dell azienda, dopo aver sentito il medico competente prende i provvedimenti necessari in materia di Primo Soccorso e di assistenza medica di emergenza.

6 Per PRIMO SOCCORSO si intende l insieme delle azioni che permettono di aiutare una o più persone in difficoltà, nell attesa dell arrivo dei soccorsi qualificati.

7 Ruolo delle varie figure nell organizzazione del Primo Soccorso DATORE DI LAVORO È il diretto responsabile della organizzazione del servizio di Primo Soccorso in Azienda. Per svolgere questo compito può avvalersi della collaborazione del Medico Competente e designare uno o più lavoratori incaricati del Primo Soccorso

8 LAVORATORI Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro. Ove non sussistano giustificati motivi i lavoratori devono accettare la designazione del datore di lavoro e contribuire, conformemente alla formazione ricevuta, alle istruzioni e ai mezzi forniti, all adempimento delle funzioni di Primo Soccorso.

9 MEDICO COMPETENTE contribuisce alla procedura di designazione degli addetti e collabora con il datore di lavoro a predisporre le misure da attuare al fine di garantire un efficace servizio di Primo Soccorso, approntando moduli didattici, strumenti, protocolli operativi, etc.

10 RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) contribuisce con le proprie peculiari conoscenze sulle propensioni personali, sulle attitudini e sulla affidabilità dei lavoratori, alla designazione degli incaricati di Primo Soccorso

11 ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO PERCHÉ SONO PREVISTI? In quasi tutte le realtà lavorative, l attività produttiva si svolge senza la presenza di personale medico.

12 Esistono situazioni che richiedono però un intervento immediato, nelle quali la conoscenza di norme di comportamento può modificare il decorso dell evento patologico occorso; da qui la necessità della presenza in ogni azienda di lavoratori appositamente addestrati (INCARICATI AL PRIMO SOCCORSO).

13 È quindi fondamentale che gli incaricati al Primo Soccorso in Azienda abbiano ben presente ciò che devono o non devono fare e siano in grado di seguire una scala di priorità nel prestare assistenza.

14 ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO COSA DEVONO FARE? Collaborare alla predisposizione del piano di emergenza sanitaria, Coordinare l attuazione delle misure previste da tale piano,

15 Predisporre, vicino al telefono, il cartello indicante i numeri di telefono dei Servizi di Emergenza (Ambulanza, Pronto Soccorso pubblico, Vigili del Fuoco, Centro anti-veleni), Curare la tenuta del materiale e/o delle attrezzature sanitarie (Pacchetto di Medicazione, Cassetta di Pronto Soccorso), controllandone la scadenza,

16 Effettuare gli interventi di Primo Soccorso per quanto di loro competenza, Fare arrivare nel più breve tempo possibile un soccorso adeguato con ambulanza e informare il personale sanitario sullo svolgimento delle varie fasi dell infortunio

17 QUANDO C È UN COLLEGA INFORTUNATO, DOPO AVER VERIFICATO LE SUE CONDIZIONI FISICHE, LA PRIMA COSA DA FARE È TELEFONARE AL 118.

18 Durante la telefonata la 118, l addetto al primo soccorso dovrà : DIRE IL PROPRIO NOME; DIRE COSA E SUCCESSO E QUANTE PERSONE SONO INFORTUNATE, FERITE O COMUNQUE COLPITE DA MALORE; DIRE DOVE E AVVENUTO L INCIDENTE, QUINDI DARE L INDIRIZZO ESATTO PER FARE ARRIVARE I SOCCORSI

19 CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO, secondo l Allegato 1 del DM 388/ Guanti sterili monouso (5 paia). 2. Visiera paraschizzi 3. Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1). 4. Flaconi di soluzione fisiologica ( sodio cloruro - 0, 9%) da 500 ml (3).

20 5. Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (10). 6. Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (2). 7. Teli sterili monouso (2). 8. Pinzette da medicazione sterili monouso (2). 9. Confezione di rete elastica di misura media (1).

21 10. Confezione di cotone idrofilo (1). 11. Confezioni di cerotti di varie misure pronti all'uso (2). 12. Rotoli di cerotto alto cm. 2,5 (2). 13. Un paio di forbici.

22 14. Lacci emostatici (3). 15. Ghiaccio pronto uso (due confezioni). 16. Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (2). 17. Termometro 18. Apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa

23 Allegato 2, DM 388/ CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE 1. Guanti sterili monouso (2 paia). 2. Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125 ml (1). 3. Flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 250 ml (1).

24 4. Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (1). 5. Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (3). 6. Pinzette da medicazione sterili monouso (1). 7. Confezione di cotone idrofilo (1).

25 8. Confezione di cerotti di varie misure pronti all'uso (1). 9. Rotolo di cerotto alto cm 2,5 (1). 10. Rotolo di benda orlata alta cm 10 (1). 11. Un paio di forbici (1).

26 12. Un laccio emostatico (1). 13. Confezione di ghiaccio pronto uso (1). 14. Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (1). 15. Istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa del servizio di emergenza.

27 AVVERTENZE SUL MATERIALE SANITARIO Il materiale sanitario deve essere mantenuto in condizioni di assoluta pulizia e periodicamente rinnovato (almeno ogni 12 mesi), conservato in una apposita cassetta facilmente visibile e accessibile, meglio se trasportabile, contrassegnata da una croce verde.

28 La somministrazione dei farmaci di qualsiasi tipo deve essere effettuata solo da medici o personale infermieristico sotto diretto controllo del medico.

29 ISTRUZIONI PER L UTILIZZO DEI PRESIDI SANITARI CONTENUTI NELLA CASSETTA DI PRIMO SOCCORSO GUANTI MONOUSO I guanti vanno indossati dal soccorritore prima di qualsiasi medicazione in cui si possa venire a contatto con il sangue dell infortunato.

30 SOLUZIONE FISIOLOGICA Questo prodotto è utilizzato per la pulizia delle ferite sporche.

31 COMPRESSE DI GARZA STERILE Sono utilizzate per la pulizia e la disinfezione delle ferite e per coprire e medicare qualsiasi tipo di lesione. PINZE STERILI MONOUSO Vanno utilizzate quando si deve operare con materiale sterile. Per mantenere la sterilità, occorre aver cura di aprire la confezione dal lato in cui si trova l estremità saldata della pinza

32 ROTOLO DI BENDA E utilizzato per fissare la medicazione dopo aver applicato la garza sterile su una ferita e come ausilio per una medicazione compressiva in caso di sanguinamento abbondante. La benda va fermata con un pezzetto di cerotto.

33 GHIACCIO PRONTO USO E un composto chimico ottenuto dalla miscela di due sostanze ed è utilizzato come il ghiaccio sulle lesioni, per diminuire il sanguinamento ed attenuare il dolore da edema (gonfiore). Va applicato direttamente sul trauma se la cute è integra, in caso contrario sopra la medicazione.

34 LACCI EMOSTATICI Vanno utilizzati solamente qualora non fosse sufficiente la compressione manuale per controllare l emorragia.

35 GLI INTERVENTI SPECIFICI DI PRIMO SOCCORSO Anche nel primo soccorso è opportuno saper riconoscere e distinguere i casi di emergenza da quelli di urgenza. L EMERGENZA è una patologia che pone il soggetto in imminente pericolo di vita. SI DEVE INTERVENIRE IMMEDIATAMENTE.

36 L URGENZA è una patologia che NON pone il soggetto in imminente pericolo di vita.

37 Si considerano EMERGENZE: lo shock; il coma; l'infarto;

38 l'insufficienza respiratoria; l'epilessia; la folgorazione; le emorragie gravi; le ustioni estese

39 Si considerano URGENZE per le quali bisogna INTERVENIRE RAPIDAMENTE: il colpo di calore; le emorragie contenibili; le ferite profonde; le fratture del bacino e della colonna

40 INDICAZIONI PRATICHE PER IL SOCCORRITORE LE PRIME COSE DA FARE 1. MANTENERE LA CALMA ed osservare ed analizzare bene la situazione, cercando di capire che cosa sia successo e se ci sono condizioni di pericolo per l infortunato, per altri lavoratori o per i soccorritori

41 2. PROTEGGERSI DAI RISCHI che si potrebbero incontrare attuando il primo soccorso: - Indossare guanti, se l infortunato perde sangue o se vi è rischio di contatto con altri liquidi biologici (meglio indossarli sempre); -Indossare anche l apposita visiera paraschizzi, se vi è presenza di sangue che fuoriesce a zampillo (presente in caso di lacerazione di arterie);

42 -Indossare mezzi di protezione delle vie respiratorie, se vi è inquinamento da sostanze tossiche; - Indossare scarpe con suole di gomma e guanti, o utilizzare pedane e pertiche in legno in caso di infortunio elettrico, qualora non fosse stato possibile staccare la corrente.

43 3. PROTEGGERE L INFORTUNATO da un eventuale aggravamento della situazione: -Se esistono situazioni di pericolo (incendi, presenza di sostanze tossiche nell ambiente, pericolo di caduta di pesi, di franamenti, rischio elettrico ecc.), prendere subito i necessari provvedimenti:

44 - Spegnere le fiamme addosso all infortunato, - Staccare la corrente elettrica, Porre in essere i provvedimenti per ridurre i pericoli incombenti

45 - Controllare lo stato di coscienza dell infortunato. - Assicurarsi che l infortunato respiri ed abbia un attività cardiaca; - Se l infortunato è cosciente, tranquillizzarlo, ma non affaticarlo;

46 Impedire che un numero eccessivo di persone si accalchi intorno; - Impedire che qualcuno compia sull infortunato manovre scorrette che potrebbero aggravare la situazione

47 4. AVVERTIRE IL PRONTO SOCCORSO - Se sono presenti più persone, inviare subito una di loro a telefonare al Pronto Soccorso; - Se il soccorritore è solo assicurarsi che l infortunato respiri prima di andare a telefonare

48 5. SOCCORRERE L INFORTUNATO evitando di fare cose non indispensabili e spesso pericolose

49 INFORMAZIONI TELEFONICHE DA FORNIRE AL CHI SIAMO 2. INDIRIZZO del luogo dove è avvenuto l infortunio, (specificando bene il nome dell Azienda, il reparto ed il numero di telefono)

50 3. IL TIPO DI INFORTUNIO (modalità e probabili conseguenze) 4. IL NUMERO DI PERSONE COINVOLTE NELL INFORTUNIO

51 5. LE CONDIZIONI DELL INFORTUNATO (se risponde, se respira, se perde sangue). 6. EVENTUALI CONDIZIONI DI PERICOLO (Sostanze infiammabili, rischio di esplosione, etc.)

52 COSE DA FARE Controllare le funzioni vitali del soggetto; Mantenere sdraiato il soggetto;

53 Se si nota un emorragia (fuoriuscita di sangue), usare un fazzoletto pulito (qualunque pezzo di stoffa pulito) e fare una pressione nella zona del corpo individuata (l emorragia è paragonabile ad un tubo che perde e quindi la cosa da fare è quella di tentare di rallentare o fermare l uscita del liquido);

54 Coprire l infortunato con una coperta (il soggetto, a seguito dello stress, ha sempre freddo); Se l infortunato è cosciente, parlargli, tranquillizzandolo

55 Se vomita, girare lentamente il capo di lato mettere l infortunato nella posizione laterale di sicurezza, (in tal modo si evita che il materiale che esce dalla bocca, possa soffocarlo);

56 COSA NON FARE Non mettere l infortunato in piedi o seduto (il soggetto potrebbe svenire, subendo ulteriori danni); Non dare da bere alcol, caffè, acqua (il soggetto potrebbe non essere in grado di deglutire correttamente il liquido, causando gravi pericoli alla respirazione);

57 Non spostare l infortunato in modo inadeguato Non caricatelo in auto (il soggetto, a seguito dell infortunio, potrebbe aver riportato gravi fratture o lesioni interne, e lo spostamento peggiorerebbe notevolmente la situazione)

58 Non togliere le scarpe o i pantaloni (in caso di frattura o emorragia le scarpe ed i pantaloni stringono gamba e piedi e quindi possono essere utili) Non affaticare l infortunato (il soggetto è spesso sotto shock)

59 VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA Per valutare lo stato di coscienza della vittima si formulano, ad alta voce, frasi chiare e semplici che prevedono una risposta breve. RIESCI A SENTIRMI? COME TI SENTI?

60 DISTURBI DELLA COSCIENZA LIPOTIMIA SINCOPE COMA SHOCK

61 LIPOTIMIA malessere passeggero con ronzii auricolari, appannamento della vista, vertigini, sudorazione, senso di freddo, sensazione angosciata di perdita dei sensi

62 COSA FARE: E opportuno far sedere la persona e allentare gli indumenti stretti. NON somministrare bevande, e non lasciare sola la persona finché non si è ripresa.

63 SINCOPE meglio conosciuta come svenimento, è la perdita di coscienza improvvisa, di breve durata, dovuta ad un brusca mancanza di ossigeno a livello cerebrale.

64 COSA FARE 1. Posizionare il paziente sdraiato e con le gambe innalzate per favorire il massimo apporto di sangue al cervello; 2. Liberare il paziente dagli indumenti stretti; 3. CHIAMARE IL 118;

65 4. Valutare le condizioni di base; 5. Mettere il paziente in posizione laterale di sicurezza se non vi è trauma; 6. Mantenere l osservazione del paziente

66 IL COMA è la totale e prolungata perdita della coscienza con mancata risposta a stimoli verbali, tattili, dolorifici. CAUSE POSSIBILI: trauma cranico, emorragia o ischemia cerebrale

67 COSA FARE CHIAMARE IMMEDIATAMENTE IL 118, verificare e tenere sotto controllo le funzioni vitali, controllare se ci sono stati traumi o se ci sono emorragie in atto

68 SHOCK Si può definire come uno stato in cui arriva una scarsa quantità di ossigeno ai tessuti, caratterizzato da un abbassamento della pressione e dalla riduzione di tutte le facoltà fisiche e psichiche, causato da grave insufficienza circolatoria.

69 COME SI RICONOSCE: il soggetto si presenta confuso o in uno stato di torpore, freddo, pallido, con il respiro e il battito cardiaco accelerati

70 COSA FARE E UN EMERGENZA ASSOLUTA: CHIAMARE IMMEDIATAMENTE IL 118

71 Nell attesa che arrivi personale medico del 118: posizionare il paziente disteso supino con le gambe sollevate, ricoprirlo per evitare ipotermia,

72 se è evidente una perdita di sangue esterna,comprimere sul punto di sanguinamento con delle garze o un fazzoletto pulito, non somministrare bevande

73 LE POSIZIONI DI SICUREZZA Posizione supina Posizione antishock

74 IL SISTEMA NERVOSO COLPO DI CALORE si verifica ogni volta che si ha un aumento eccessivo della temperatura legato ad un blocco della sudorazione. Può avvenire quando si lavora in ambienti particolarmente caldi, umidi e poco ventilati.

75 SINTOMI: malessere, stordimento; cefalea, colorito rosso acceso; profonda sudorazione, nausea vomito;

76 stato di shock con calo della pressione; polso piccolo e frequente; pallore, respiro superficiale.

77 COSA FARE: trasportare il soggetto in ambiente fresco e ventilato; porre impacchi freddi,evitando bruschi raffreddamenti;

78 se è cosciente,fargli bere piccoli sorsi di acqua leggermente salata IN CASO DI SHOCK porre il soggetto in posizione laterale di sicurezza con gambe sollevate.

79 ASSIDERAMENTO E la prolungata esposizione al freddo. Sintomi: intorpidimento, sonnolenza, barcollamento, diminuzione della vista, perdita di coscienza.

80 COSA FARE: Portare il paziente in un luogo caldo,avvolgerlo in coperte. Somministrare bevande tiepide-calde zuccherate, se è cosciente. NON DARE ALCOOLICI.

81 LESIONI A CARICO DELL EPIDERMIDE (apparato TEGUMENTARIO)

82 FERITE Una FERITA è un'interruzione della continuità della cute o delle mucose con danneggiamento dei tessuti sottostanti.

83 Viene definita FERITA SUPERFICIALE se interessa solo i primi strati della cute, FERITA PROFONDA se interessa muscoli, ossa o organi interni, FERITA PENETRANTE se l'azione traumatica raggiunge cavità anatomiche come l'addome o il torace.

84 Le ferite vengono anche distinte e classificate a seconda di come si presentano. Si ha un ABRASIONE quando un corpo tagliente danneggia o asporta i primi strati della cute.

85 Un ESCORIAZIONE è dovuta invece a corpi contundenti irregolari, come le ferite da strisciamento, che possono presentare schegge di legno, terriccio e altre piccole particelle che devono essere rimosse. Le FERITE DA PUNTA, dovute a spilli, chiodi, schegge o altro, sono quelle che penetrano nella cute perpendicolarmente.

86 Le FERITE DA TAGLIO sono provocate da vetri, coltelli e lamine. Le FERITE LACERE avvengono per strappamento della cute. Le FERITE LACERO CONTUSE sono infine provocate da botte o contusioni che includono una lacerazione della pelle ma anche la presenza di ematomi e ecchimosi.

87 COME SI INTERVIENE Di fronte a una ferita bisogna operare in ambiente il più possibile sterile ed osservare tutte le norme di igiene e disinfezione. Nello stesso tempo il soccorritore deve prestare attenzione anche alla propria salute.

88 Il sangue è un potenziale veicolo per la trasmissione di numerose malattie: è necessario proteggersi dal contatto diretto col sangue mediante l'uso di appositi guanti in lattice.

89 ATTENZIONE ALLE COMPLICAZIONI DELLE FERITE. Attraverso le ferite spore, batteri e virus possono penetrare all'interno dell'organismo e moltiplicarsi velocemente creando infezioni e altre complicazioni.

90 La gravità della ferita si giudica sulla base dell estensione e della profondità della ferita stessa e dell eventuale presenza di corpi estranei. Sono, comunque, sempre GRAVI e necessitano di cure ospedaliere le FERITE AL VISO, AL TORACE E ALL ADDOME.

91 Le complicazioni delle ferite sono rappresentate dalle seguenti condizioni: - emorragie - shock - infezioni (compresa quella tetanica) - lesioni di organi interni

92 Per quanto riguarda il trattamento delle PICCOLE FERITE, sono necessarie le seguenti operazioni: lavarsi bene le mani; utilizzare i guanti monouso; lavare la ferita con acqua e sapone (farla sanguinare sotto l acqua corrente);

93 completare la pulizia con acqua ossigenata (che può essere usata anche dentro); disinfezione dei margini (non alcool né tintura di iodio perché lesivi);

94 coprire con garza sterile fissata tutt intorno da cerotto oppure protette da tubulare di rete; non usare pomate o polveri cicatrizzanti o antibiotici; lasciare la medicazione per un paio di giorni prima di toglierla

95 FERITE AL TORACE Una ferita che penetra nel torace può produrre una grave lesione interna agli organi contenuti nel torace stesso. In questi casi, si deve: coprire la ferita con garza sterile; prevenire o ridurre al minimo lo shock ponendo il soggetto in posizione semiseduta se è cosciente

96 IN POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA SE È INCOSCIENTE

97 IN ENTRAMBI I CASI IL TRASPORTO IN OSPEDALE È URGENTE. È importante ricordare che i corpi estranei non vanno assolutamente rimossi.

98 FERITE ALL ADDOME La gravità di una ferita addominale può manifestarsi con un emorragia esterna, con una fuoriuscita del contenuto addominale o con un emorragia interna. Il rischio di infezione è alto. Anche in questo caso non va mai tolto il corpo estraneo perforante né vanno effettuate manovre per far rientrare l intestino fuoriuscito. L infortunato va messo in posizione stesa con gambe flesse.

99 LE EMORRAGIE EMORRAGIA: fuoriuscita di sangue dai vasi sanguigni in seguito a rottura della loro parete. La fuoriuscita del sangue può avvenire all esterno del corpo attraverso una ferita (emorragie esterne) o all interno (emorragie interne); si può anche verificare l evenienza che il sangue si raccolga all interno del corpo per poi fuoriuscire attraverso un orifizio naturale (emorragie esteriorizzate).

100 EMORRAGIA ESTERNA Le emorragie esterne, a seconda del tipo di vaso sanguigno che è stato danneggiato si classificano in: EMORRAGIA ARTERIOSA: il sangue è ben ossigenato e rosso vivo e fuoriesce con forza dalla ferita, a intermittenza.

101 EMORRAGIA VENOSA: il sangue è di colore rosso scuro o brunastro. La pressione è inferiore a quella del sangue arterioso ma, poiché la parete del vaso è elastica, il sangue può ristagnare all interno.

102 EMORRAGIA CAPILLARE: il sangue, di colore rosso vivo, stilla tutto intorno alla ferita. La perdita di sangue è in genere trascurabile.

103 Quali sono i compiti del primo soccorritore? controllare l emorragia, senza estrarre mai eventuali corpi estranei; prevenire lo shock; ridurre al minimo il rischio di infezione; organizzare il trasporto urgente in ospedale.

104 COSA FARE per le GRANDI FERITE : 1. togliere o tagliare gli indumenti per scoprire la ferita. 2. esercitare una pressione diretta con le dita, preferibilmente con garza sterile

105 Se non si può esercitare la pressione, per la presenza di un corpo estraneo, comprimere sui due lati della ferita

106 EMORRAGIA ESTERNA VENOSA Caratteristiche: il sangue fuoriesce a bassa pressione con un getto debole e continuo (a macchia d olio); il sangue appare di colore rosso scuro

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108 COSA FARE tamponare (comprimendo) la ferita con una compressa o garza sterile,con un panno o un fazzoletto molto pulito; conservare una pressione costante sulla ferita per minuti, il che solitamente provocherà l arresto dell emorragia;

109 una volta arrestata l emorragia, fissare il tampone con una benda fasciando la ferita e sollevare l arto lesionato

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111 EMORRAGIA ESTERNA ARTERIOSA Caratteristiche: il sangue fuoriesce ad alta pressione con un getto intermittente, (il sangue esce a fiotti); il sangue appare di colore rosso vivo

112 COSA FARE: indossare sempre i guanti, intervenire immediatamente con un tamponamento compressivo analogo a quello prima detto per l emorragia esterna venosa,

113 sollevare l arto ferito, se l emorragia non si interrompe l approccio successivo sarà l impiego dei punti di compressione, solo se l emorragia non si interrompe con i presidi finora messi in atto è giustificata l applicazione del laccio emostatico.

114 PUNTI DI COMPRESSIONE Un punto di compressione è un luogo in cui un arteria principale passa vicino alla superficie del corpo e direttamente sopra un osso per cui può essere compressa su di esso.

115 Sostanzialmente sono punti a monte della ferita, (una volta individuata l arteria) da comprimere con le dita della mano o il pugno a seconda dell importanza dell arteria lesionata. Questi punti sono localizzati tra la ferita e il cuore. La compressione si dovrà effettuare con forza contro il piano osseo sottostante.

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118 EMORRAGIA INTERNA Il sangue fuoriesce dai vasi ma non è visibile all esterno del corpo in quanto si versa in cavità naturali presenti nel nostro organismo. Il sospetto deve insorgere in seguito a traumi del cranio, del tronco o dell addome.

119 Caratteristiche dell emorragia interna: pallore labbra fredde e violacee estremità fredde

120 polso rapido e debole agitazione o confusione sete respiro superficiale o rapido talora oscuramento della vista e/o ronzio alle orecchie

121 COSA FARE: sdraiare l infortunato in posizione anti-shock; ciò e necessario per consentire alla massa sanguigna residua di raggiungere più facilmente il cervello che è l organo più sensibile alla carenza di ossigeno; coprirlo; far giungere l infortunato nella posizione in cui si trova, in breve tempo all ospedale

122 POSIZIONE ANTI SHOCK

123 FUORIUSCITA DI SANGUE DAL NASO far sedere il soggetto sporto leggermente in avanti in modo che il sangue non gli si sparga addosso. Fargli sputare tutto il sangue che eventualmente gli arriva in bocca; fargli stringere il naso con forza per almeno 10 minuti, facendo usare il pollice e l indice;

124 applicare una compressa fredda sul naso e sulla zona circostante; se il solo stringere non è efficace tamponare con delicatezza la narice usando una garza o una striscia pulita di stoffa (non cotone idrofilo che può attaccarsi alla narice).

125 USTIONI Sono lesioni della pelle dovute a: - AGENTI FISICI (raggi solari, ultravioletti, fonti radioattive; elettricità, Calore:fuoco, vapore, etc.) - AGENTI CHIMICI (soda caustica, candeggina etc.)

126 La gravità dell ustione si valuta in base a: - natura dell agente causale; - profondità; - estensione.

127 La gravità dell ustione si valuta in base a: natura dell agente ustionante; dalle zone colpite (viso e occhi sono le più delicate); dal grado dell ustione; estensione.

128 CLASSIFICAZIONE DELLE USTIONI I GRADO: interessano solo lo strato superficiale della cute Sintomi: rossore (eritema), gonfiore (edema), dolore

129 II GRADO: (danno più profondo con formazione di vescicole piene di liquido). La gravità dipende dall estensione e dalla conseguente perdita di liquidi

130 III GRADO: morte dei tessuti. Tutti gli strati della pelle sono stati danneggiati. Il danno si può estendere anche a nervi e muscoli. La pelle può essere pallida o nerastra Esige sempre cure mediche anche se di piccole dimensioni

131 PRIMO SOCCORSO DELLE USTIONI I GRADO: È necessario raffreddare la parte ustionata con impacchi di acqua fredda. Somministrare antipiretico in caso di febbre. II GRADO: Immergere la parte in acqua fredda e dare da bere per riequilibrare la perdita di liquidi.

132 Medicare con garza sterile. Se la bolla si rompe è necessario procedere alla medicazione come per le ferite. Usare tubulare di rete per mantenere aerata la lesione

133 In ogni caso, poiché le ustioni di II grado sono molto suscettibili alle infezioni: NON toccare la parte lesa NON rompere le vescicole NON mettere lozioni, unguenti o grassi sulle ferite

134 Comunque, bisogna tenere presente che LE USTIONI DI DIMENSIONI SUPERIORI AD UNA MONETA DEVONO ESSERE CURATE IN UN PRONTO SOCCORSO OSPEDALIERO.

135 III GRADO: Non togliere i vestiti se incollati alla pelle per evitare l aggravamento delle lesioni. Coprire le lesioni con garza sterile Dare da bere Posizione anti-shock Ospedalizzazione

136 PUNTURE DI INSETTI Le punture di api, vespe e calabroni sono, di solito, più dolorose ed allarmanti che pericolose. Alcune persone, tuttavia, sono allergiche a questi veleni e possono sviluppare una grave reazione che è lo shock anafilattico. Molti insetti introducono nella pelle un pungiglione, altri il loro siero.

137 Primo soccorso: Si può provare ad estrarre il pungiglione con pinzette disinfettate, senza premere e senza insistere.

138 Bisogna tenere presente che sono elementi pericolosi: a) il numero elevato di punture b) il luogo della puntura (faccia, lingua e gola per il rischio di edema della glottide, occhio) c) sensibilità individuale accentuata (bambino, soggetto allergico)

139 IN CASO DI SHOCK O DI EDEMA DELLA GLOTTIDE PORTARE D URGENZA IN UN CENTRO DI RIANIMAZIONE

140 LA FOLGORAZIONE L elettricità può essere causa di alcuni infortuni, di diversa gravità. Le motivazioni che sono alla base di tale tipo di infortunio, sono rappresentate da: difetto di installazione dell impianto elettrico, distrazione, superficialità, negligenza, del soggetto stesso infortunato.

141 Al passaggio della corrente elettrica attraverso il corpo umano, possono seguire lesioni a carico di: CUTE: il cosiddetto marchio elettrico testimonia l avvenuto contatto tra il cavo elettrico e la cute; tali lesioni presentano una zona a forma di cratere di colorito scuro, possono avere differente gravità. In alcuni casi si può giungere anche alla carbonizzazione dell arto colpito.

142 MUSCOLI: si hanno contrazioni muscolari, che in alcuni casi possono giungere alla contrazione spasmodica del diaframma e dei muscoli respiratori.

143 SISTEMA NERVOSO: si possono avere disturbi a) neurologici di tipo sensitivo, crisi epilettiche, b) a carico degli occhi soprattutto a livello della retina, della cornea, del nervo ottico, c) a carico dell apparato uditivo con deficit di vario tipo; in alcuni casi sono presenti, anche vertigini. d) psichici: stato confusionale, amnesia, disturbi a carico della parola.

144 APPARATO CARDIOVASCOLARE: vi possono essere tachicardia, disturbi a carico della pressione arteriosa, della circolazione coronarica con crisi ischemiche che possono portare anche all infarto del miocardio.

145 LA GRAVITÀ DELLE LESIONI PRECEDENTEMENTE DESCRITTE DIPENDE DA: 1. Caratteristiche della corrente elettrica (intensità, frequenza, tensione). 2. Resistenza elettrica del corpo umano e presenza o meno di strutture isolanti il soggetto stesso (cute asciutta o bagnata o sudata, tipo di calzature utilizzate, pavimento bagnato ovvero asciutto, etc).

146 3. Tempo di contatto del corpo con l elettricità. 4. Percorso della corrente nel corpo stesso (lesioni più gravi nel caso in cui il percorso interessi il cervello, il cuore).

147 COSA FARE IN CASO DI INFORTUNIO ELETTRICO: Evitare di toccare direttamente il corpo dell infortunato prima che sia stato interrotto il circuito elettrico

148 Interrompere il circuito staccando la corrente. Qualora non fosse possibile mettere in atto tale tipo di intervento, liberare il soggetto infortunato dal contatto: è opportuno non toccarlo mai direttamente, ma servirsi sempre di bastoni, manici di scopa, guanti in gomma

149 In caso di paziente privo di coscienza: provvedere a mettere in atto le manovre di rianimazione cardiaca e respiratoria In caso di soggetto cosciente: controllare il polso ed il respiro. Porre il soggetto quindi in posizione di sicurezza Trasportare il soggetto in ospedale per le eventuali ulteriori terapie.

150 LE INTOSSICAZIONI L intossicazione può avvenire per: a) Ingestione, b) Inalazione, c) Assorbimento attraverso la cute di una determinata sostanza.

151 COSA FARE: a) In caso di ustioni e di contatto con gli occhi: si rimanda ai capitoli specifici. b) In caso di INGESTIONE: chiedere notizie al soggetto in merito al tipo di sostanza ingerita. c) In caso di INALAZIONE: portare il soggetto in un altro ambiente o, eventualmente, all esterno.

152 Sia nel caso di ingestione che di inalazione verificare le condizioni: a) neurologiche b) cardiocircolatorie c) respiratorie dell infortunato.

153 Inoltre mettere il paziente, se incosciente, in posizione laterale di sicurezza. CHIAMARE IL 118 specificare che si tratta di avvelenamento e fornire informazioni in merito: alle condizioni del soggetto, al tipo di sostanza inalata o ingerita, al tempo trascorso dall ingestione o dall inalazione della sostanza.

154 NON SOMMINISTRARE ALCOOLICI NON STIMOLARE IL VOMITO IN SOGGETTO INCOSCIENTE NON STIMOLARE IL VOMITO IN CASO DI INGESTIONE ACCIDENTALE DI VARECHINA O DI ALTRE SOSTANZE CAUSTICHE.

155 IL MONOSSIDO DI CARBONIO Il monossido di carbonio (CO ) è un gas incolore, inodore, non irritante. Viene liberato nell atmosfera dagli scarichi industriali, dagli autoveicoli con motore a scoppio, dagli impianti di riscaldamento e dal fumo in generale (anche quello di sigaretta).

156 Le intossicazioni da monossido di carbonio si verificano in varie circostanze, tra queste troviamo: scaldabagni, impianti di riscaldamento difettosi, camini e stufe a legna in locali non sufficientemente ventilati

157 gas di scarico di autoveicoli a motore, industrie e impianti di riscaldamento. Occasionalmente il monossido di carbonio può essere contenuto nei fumi delle bocche vulcaniche o nei fumi legati ad incendi boschivi o di altro genere.

158 E importante ricordare anche l assunzione cronica di CO da parte di : lavoratori addetti a particolari mansioni quali i minatori, gli operatori ai forni (ad es. acciaierie), i vigili del fuoco e gli addetti al controllo degli incendi boschivi.

159 SINTOMI: mal di testa, vertigini, disturbi respiratori, sonnolenza, confusione mentale, perdita di coscienza, coma.

160 COSA FARE: portare il soggetto all aperto; assicurarsi che le vie aeree siano libere; trasportare il paziente in ospedale per le opportune terapie.

161 ASFISSIA Si verifica quando il sangue non può ossigenarsi o per un impedimento alla penetrazione dell aria, o per incapacità dell emoglobina di legarsi all ossigeno. Esistono vari tipi di asfissia; possiamo citare L ASFISSIA DI ORIGINE MECCANICA E L ASFISSIA DI ORIGINE VENTILATORIA.

162 L asfissia di origine MECCANICA si realizza quando il soggetto resta immobilizzato dal peso di persone (folla in fuga), oppure da macerie (frane, terremoti), così che la gabbia toracica non può più espandersi, e l aria non può penetrare nei polmoni.

163 L asfissia di origine VENTILATORIA si realizza quando l aria che si respira è satura di fumo (durante gli incendi), o di gas tossici come per es.co (ossido di carbonio)

164 Sintomi generali Colorito bluastro della pelle e delle mucose ad eccezione che nell asfissia da CO dove il colorito è invece rosso accesso.

165 COSA FARE Eliminate l origine dell impedimento alla respirazione, es. dei pesi sul torace che ne impediscono i movimenti o terra o altro materiale che dovesse ostruire il naso e la bocca. Se l asfissia è stata provocata da inalazione di fumi o gas, prima di tutto allontanate la vittima dal luogo sede dell incidente, e portatela in ambiente dove possa respirare aria pura.

166 Controllare se il soggetto respira. Se si, ed è incosciente, ponetelo in posizione laterale di sicurezza. SE NON RESPIRA INIZIATE LA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE E CHIAMATE IL 118 se inoltre vi è assenza di attività cardiaca associate il massaggio cardiaco.

167 I TRAUMI

168 CONTUSIONE A seguito di un urto contro una superficie dura, lo strato posto tra la parte superiore della cute e la superficie ossea sottostante, viene schiacciato e, in conseguenza di tale schiacciamento, si può avere la formazione di ecchimosi o di ematoma, ma non vi è alcuna lesione ossea.

169 CARATTERISTICHE Il soggetto infortunato presenterà, a carico della regione colpita dal trauma: DOLORE, GONFIORE LIMITAZIONE DEI MOVIMENTI.

170 COSA FARE Come prima cosa si deve fermare la fuoriuscita di sangue mediante: APPLICAZIONE LOCALE DI GHIACCIO sulla parte colpita dal trauma. È quindi necessario effettuare un BENDAGGIO AL FINE DI IMMOBILIZZARE LA PARTE e, infine, MANTENERE L ARTO IN POSIZIONE SOLLEVATA.

171 COSA NON FARE IL SOCCORRITORE NON DEVE ASSOLUTAMENTE APPLICARE CALORE NÈ MASSAGGIARE LA PARTE COLPITA DAL TRAUMA

172 DISTORSIONE Una distorsione è un trauma delle articolazioni causato da falsi movimenti. Si verifica quando un osso esce dalla sua sede articolare, rientrandovi immediatamente dopo. Nei casi gravi, questa momentanea fuoriuscita può provocare una lacerazione dei legamenti.

173 Le distorsioni più comuni sono a carico di: CAVIGLIA, GINOCCHIO, POLSO, DITA

174 Il soggetto infortunato presenterà DOLORE, GONFIORE, per la presenza di versamento all interno dell articolazione interessata, e LIMITAZIONE DEI MOVIMENTI.

175 COSA FARE APPLICARE GHIACCIO SULL ARTICOLAZIONE COLPITA, Fare un BENDAGGIO AL FINE DI IMMOBILIZZARE L ARTICOLAZIONE INTERESSATA DAL TRAUMA, Tenere l ARTO IN POSIZIONE SOLLEVATA

176 COSA NON FARE il soccorritore NON deve : APPLICARE CALORE e/o MASSAGGIARE, BENDAGGIO ECCESSIVAMENTE STRETTO

177 LUSSAZIONE Si verifica quando il capo articolare dell osso perde la sua sede a causa di un movimento sbagliato, oppure a causa di un urto

178 COME SI MANIFESTA UNA LUSSAZIONE: intenso dolore evidente deformazione dell articolazione gonfiore livido impossibilità di movimento

179 COSA FARE: applicare del ghiaccio, non far eseguire movimenti né sollecitare la parte

180 COSA NON FARE: Il soccorritore non dovrà mai cercare di ridurre la lussazione: la riduzione deve essere effettuata da personale qualificato in ospedale o in un ambulatorio medico specialistico, dopo eventuale indagine radiografica.

181 FRATTURA La frattura è la rottura di un osso in due o più parti. Si dice: ESPOSTA, se l osso rotto lacera e fuoriesce dalla cute; CHIUSA, se l osso rotto non determina lesioni della cute;

182 COMPOSTA (in asse), se le estremità dell osso rimangono allineate; SCOMPOSTA, se le estremità dell osso rotto risultano spostate tra di loro; COMPLICATA: per lesione interna di nervi, vasi, organi, provocata dai frammenti ossei

183 FRATTURA SCOMPOSTA FRATTURA INCOMPLETA FRATTURA COMPOSTA FRATTURA MULTIPLA

184 Come si manifestano le fratture: dolore spontaneo, che si accentua alla pressione e ai movimenti, rigonfiamento o deformità della parte colpita, talvolta con presenza di zone di colore bluastro, limitazione o impossibilità dei movimenti

185 LE COMPLICAZIONI: shock (da dolore, da spavento o da perdita di sangue) lesioni a vasi sanguigni, nervi e muscoli lesioni ad organi interni embolia infezioni

186 COMPLICAZIONI DELLA FRATTURA Contaminazione (batterica) della ferita Lesione nervosa Lesione ai tessuti molli Lesioni ai vasi sanguigni

187 COSA FARE: applicare ghiaccio o prodotti simili (panni imbevuti con acqua fredda) sulla lesione, proteggere la ferita e l osso fratturato con una medicazione sterile

188 immobilizzare la parte nella posizione in cui si trova o se possibile in posizione di rilassamento, comprendendo sempre l articolazione a monte e quella a valle; tale immobilizzazione si ottiene con uno steccaggio

189 COSA NON FARE: muovere il ferito prima che la lesione sia stata immobilizzata forzare la parte cercare di far rientrare il moncone di osso di una frattura esposta

190 immobilizzare stringendo eccessivamente tentare di riposizionare l osso nella sua sede sottovalutare il trauma

191 ALCUNI ESEMPI DI STECCATURA

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194 I TRAUMI DELLA COLONNA VERTEBRALE

195 COME SI MANIFESTA UNA FRATTURA E/O LESIONE ALLA COLONNA VERTEBRALE: dolore alla schiena formicolii e/o insensibilità agli arti (verificare tale possibilità pizzicando gli arti) paralisi

196 N.B. L assenza di questi sintomi non esclude una frattura della colonna vertebrale

197 Un soggetto che ha ricevuto un colpo violento alla schiena o è caduto dall alto in piedi o seduto va sempre considerato un probabile fratturato di colonna; è possibile che il midollo non abbia subito lesioni ma queste potrebbero comparire durante tentativi di soccorso non corretti.

198 COSA FARE: AGIRE CON MOLTA PRECAUZIONE; una manovra non corretta può causare una lesione permanente del midollo spinale con conseguente paralisi e a volte la morte;

199 se è necessario spostarlo, in quanto vi sono pericoli imminenti, usare una superficie piana e rigida (porta, asse molto larga) senza modificare la posizione in cui si trova il soggetto

200 nel caso in cui non si disponga di una superficie rigida su cui trasportare l infortunato, è necessario farsi aiutare da altre tre o quattro persone utilizzando la tecnica del trasporto senza barella coprire l infortunato con una coperta e tranquillizzarlo

201 ESEMPIO DI TRASPORTO DI UNA PERSONA CON TRAUMA ALLA COLONNA VERTEBRALE

202 COSA NON FARE : muovere l infortunato ( a meno che non vi sia assoluta necessità) in ogni caso durante il sollevamento e il trasporto dell infortunato la colonna vertebrale non deve mai essere piegata, distorta e dislocata dal suo asse. La testa, il collo, il tronco, devono sempre rimanere sullo stesso asse.

203 TRAUMI CRANICI Se il cranio subisce un trauma di elevata entità si può avere la rottura di un vaso sanguigno con fuoriuscita di sangue; in questo caso però il tessuto non può espandersi a sufficienza poiché il cranio limita tale espansione e pertanto si ha un aumento della pressione intracranica con importanti conseguenze.

204

205 COME SI MANIFESTA UN TRAUMA CRANICO dolore (dal semplice mal di testa a grave sensazione di malessere) alterazione dello stato di coscienza (perdita parziale o totale dello stato di coscienza) confusione mentale

206 nausea e vomito diverso diametro delle pupille tra i due occhi I sintomi possono tuttavia comparire anche dopo ore dal trauma.

207 N.B. TUTTE LE PERSONE CHE HANNO SUBITO UN TRAUMA CRANICO VANNO TRASPORTATE IN OSPEDALE.

208 COMPLICAZIONI: EMORRAGIA: il trauma, anche se non ha provocato fratture craniche, può aver causato rottura dei vasi sanguigni a contatto con il cervello. In caso di frattura aperta il sangue può riversarsi all esterno mentre se c è una frattura della base cranica, il sangue può riversarsi all esterno in modo indiretto, ossia attraverso l orecchio, la bocca o il naso.

209 PERDITA DI COSCIENZA: tale condizione può provocare la scomparsa dei riflessi di difesa, fra cui la tosse, che permette l espulsione di materiali penetrati nelle vie respiratorie. Si può così avere l aspirazione nelle vie aeree di materiale come sangue,ecc. con conseguente blocco del respiro.

210 ARRESTO CARDIO-RESPIRATORIO: la lesione cerebrale può interessare i centri nervosi che regolano l attività cardiaca e la respirazione provocandone l arresto.

211 COSA FARE: distendere il soggetto in posizione supina, accertarsi che il battito cardiaco e la respirazione siano presenti medicare l eventuale ferita,

212 se il soggetto è incosciente metterlo nella posizione laterale di sicurezza, chiamare tempestivamente ed attendere il personale sanitario tenendo costantemente sotto controllo il polso carotideo e il respiro poiché l arresto cardiorespiratorio può manifestarsi in qualunque momento

213 COSA NON FARE: nei casi con frattura aperta all esterno, non cercare di spingere all interno del cranio la materia cerebrale eventualmente fuoriuscita, coprire solo la ferita con garza sterile, non tentare di spostare l infortunato se non vi sono pericoli imminenti, non sottovalutare una possibile frattura cranica

214 TRAUMI DEL TORACE (FRATTURE COSTALI) COME SI MANIFESTANO: dolore vivo in sede di frattura che provoca difficoltà nel respirare profondamente; COSA FARE: CHIAMARE IL 118, muovere l infortunato con estrema cautela in attesa dell arrivo dei medici del 118

215 TRAUMI DELL ADDOME Possono determinare pericolosi stati di shock causati da emorragie interne; pertanto è necessario non sottovalutare questo tipo di lesione. COMPLICAZIONI: shock molto grave emorragie interne infezioni del peritoneo

216 COSA FARE: CHIAMARE IL 118 distendere l infortunato in posizione supina, con le ginocchia semiflesse, tamponare, comprimendo la ferita, se presente, con garze sterili, coprire l infortunato con teli per evitare la dispersione termica, attendere l arrivo dei sanitari per il trasporto in ospedale

217 COSA NON FARE: tentare di far rientrare nell addome tratti di intestino fuoriusciti dare da bere al ferito

218 LA SINDROME DA SCHIACCIAMENTO Questa sindrome si può verificare in conseguenza dello schiacciamento di ampie parti del corpo per crollo di edifici, per esplosioni, infortuni sul lavoro (ribaltamento di macchine operatrici, cedimento di terrapieni).

219 COSA FARE: CHIAMARE IL 118 prima di rimuovere le cause della compressione è necessario applicare un bendaggio compressivo alla radice dell arto traumatizzato allo scopo di diminuire la distribuzione nell organismo, attraverso la circolazione generale, dei prodotti della necrosi muscolare,

220 se la compressione è prolungata, di notevole entità e/o in presenza di evidenti segni di shock, si deve applicare il laccio

221 collocare l infortunato in posizione anti-shock proteggere l infortunato dalle basse temperature con coperte

222 L AMPUTAZIONE DI UN ARTO COSA FARE: valutare il grado di emorragia in funzione della sede di amputazione e arrestarla, utilizzare le tecniche dei punti di pressione oppure il laccio emostatico se ciò è necessario

223 non applicare il laccio emostatico a meno che gli altri metodi per arrestare l emorragia si siano rivelati inutili, proteggere il moncone con un bendaggio in corrispondenza della ferita

224 immobilizzare il moncone, anche con mezzi di fortuna, come un asse rigida, avvolgere la parte amputata in medicazioni sterili e fissare il materiale della medicazione con una benda di garza autoaderente

225 L OCCHIO

226 La penetrazione di un corpo estraneo nell occhio è un evento comune, basta pensare ad una piccola scheggia di legno o della fuliggine, che facilmente possono raggiungere la congiuntiva. Il soggetto avverte vivo dolore all occhio interessato, seguito da arrossamento, lacrimazione,ipersensibilità alla luce, impossibilità alla visione.

227 Sotto lo stimolo del bruciore l infortunato cerca di rimuovere il corpo estraneo strofinandosi l occhio anche con una certa intensità. Ciò può determinare una penetrazione del materiale in profondità con lesioni ben più gravi del previsto.

228 La prima cosa da fare è, quindi, il NON permettere alla persona di strofinarsi, non tentare l apertura delle palpebre se questa manovra non risulta facile, non cercare di rimuovere l oggetto (anche le lenti a contatto). Se l oggetto si sposta liberamente nell occhio, bisogna asportarlo con adeguato lavaggio oculare.

229 Già la lacrimazione è un lavaggio naturale, ma, nel caso non bastasse, bisogna: - mettere a riposo l occhio sano coprendolo con un fazzoletto pulito o delle garze, - aprire bene l occhio leso e versare per 10/15 minuti acqua tiepida dall angolo interno (regione nasale) all angolo esterno in modo che defluisca dall occhio

230 Nel caso di ustioni oculari, dovute all azione di sorgenti di calore o anche a sostanze chimiche il dolore avvertito dal soggetto è insostenibile. Può esserci lacrimazione imponente e chiusura serrata dell occhio. In questi casi non bisogna mai tentare di forzare la chiusura, ma è necessario bendare entrambi gli occhi e rivolgersi con urgenza al Pronto Soccorso. Può essere utile portare con sé la sostanza che ha colpito l occhio per facilitare le cure.

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