Diagnosi precoce individuale o screening opportunistico. Livia Giordano, CPO Piemonte - Torino
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- Demetrio Garofalo
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1 Diagnosi precoce individuale o screening opportunistico Livia Giordano, CPO Piemonte - Torino 1
2 OPPORTUNISTICO: SCREENING ORGANIZZATO: programma con obiettivi dichiarati, in genere proposto da un istituzione, per screening di provata efficacia, dotato di una rete organizzativa gestionale e di sistemi per la valutazione di processo e di risultato agisce su una popolazione asintomatica invitata attivamente. attività di prevenzione spontanea o nell ambito di programmi basati su offerta del test di screening prescindendo da una serie di presupposti organizzativi (inviti, richiami, protocolli diagnostici e terapeutici e controlli di qualità)
3 screening organizzato versus screening opportunistico : Obiettivi Screening opportunistico : Ridurre la probabilità di morire di Ca Ridurre la probabilità di avere un Ca avanzato Miglioramento della qualità di vita Screening Organizzato: Ridurre la mortalità causa specifica Ridurre l incidenza di tumori invasivi Miglioramento della qualità di vita Equità nell accesso Copertura della popolazione bersaglio
4 Screening organizzato e opportunistico: Protocolli (1) Opportunistico: Singolo professionista che raccomanda l esame Non sempre definito, range mesi Mix di sintomatiche e asintomatiche Approccio individuale Organizzato: Lettera di inivito a tutta la popolazione target Intervallo: 24 mesi Tutta la popolazione Protocolli definiti 4
5 Screening organizzato e opportunistico: Protocolli (2) Opportunistico: Ricerca di massima sensibilità: alto recall rate Mammografia in presenza del radiologo Lettura singola Esami aggiuntivi di livello I livello: deciso da singoli specialisti (ginecologi, radiologi, ecc ) Organizzato: Equilibrio fra sensibilità e specificità: basso recall rate Mammografia in assenza del radiologo Doppia lettura No ecografia no esame clinico I livello II livello: equipe multidisciplinare 5
6 Screening organizzato e opportunistico: Monitoraggio Opportunistico: Scarso assente monitoraggio: VPP non ha senso in popolazione con prevalenza variabile Difficile recuperare cancri intervallo Possibile solo monitorare alcuni indicatori di processo Organizzato: Monitoraggio del VPP, delle procedure invasive e dei cancri intervallo 6
7 Quadro normativo Le Linee guida Europee, Le Linee guida italiane, la legislazione italiana 7 RACCOMANDANO L IMPLEMENTAZIONE DI PROGRAMMI DI SCREENING BASATI SU INVITO ATTIVO DELLA POPOLAZIONE
8 Con lo screening opportunistico, spesso: Unagranpate dellapopolazionebersaglionon effettua il test La restante parte tende ad effettuare il test di screening troppo frequentemente C èunaforte differenzanell accesoalloscreening (ad esempioper etàe titolodistudio) Effettuano lo screening anche soggetti al di fuori della popolazione bersaglio(as esempio: troppo giovani)
9 Come funziona lo screening? selezione popolazione inviti (appuntamento) esame primo livello (esecuzione test, refertazione) esame secondo livello ritorno dell informazione trattamento e follow-up
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12 Un programma di screening organizzato riduce le disugualianze nella sopravvivenza per tumore alla mammella?
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14 I COSTI
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16 RIEPILOGO Il percorso organizzato si dimostra più efficiente sul piano economico del percorso spontaneo. Ciò è sostanzialmente da attribuirsi alla sua maggiore regolamentazione (logica sequenziale degli esami).
17 GISMa GISCi GISCOr Osservatorio Nazionale Screening (ONS) Survey annuali Ministero della Salute Sistema di monitoraggio e valutazione della qualità
18 L impatto dello screening L efficacia di un programma di screening dipende da alcuni parametri che devono essere considerati in fase di pianificazione e monitorati in itinere. Misurazione: raccolta di informazioni, monitoraggio per l analisi di: Struttura (Indicatori di tipo strutturale, logistico organizzativo e funzionali) Processo (Indicatori del processo clinico diagnostico (indicatori di performance) Esito (Impatto sulla salute in termini di riduzione della mortalità) Programmi di screening oncologico : dal 2002 sono entrati a far parte dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)
19 Gruppo di lavoro interscreening sulla comunicazione
20 Lo screening e le fasce deboli della popolazione
21 I punti di forza dei programmi di screening organizzato Monitoraggio della qualità di tutto il processo di screening e valutazione dei risultati Formazione e aggiornamento continuo di tutto il personale Collaborazione con il Registro Tumori Interdisciplinarità degli eventi Creazione di un sistema informativo di qualità per la gestione dei dati di screening Messa in atto di campagne comunicative e informative all insegna della scelta consapevole
22 Approccio multidisciplinare Integrazione dei percorsi Valutazione della qualità Condivisione dei protocolli Disponibilità al confronto Consapevolezza dei limiti e delle aree di incertezza scientifica.(non ultimo) la necessitàdi razionalizzare i costi
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