La gestione sostenibile dei rifiuti. Stefano Ciafani Vice Presidente nazionale di Legambiente

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1 La gestione sostenibile dei rifiuti Stefano Ciafani Vice Presidente nazionale di Legambiente

2 Cenni sulla normativa Le prime direttive europee sui rifiuti risalgono alla seconda metà degli anni : direttiva sui rifiuti 1976: direttiva sullo smaltimento dei policlorobifenili e dei policlorotrifenili 1978: direttiva relativa ai rifiuti tossici e nocivi

3 Decreto del Presidente della Repubblica 915/1982 Prima legge nazionale sui rifiuti I rifiuti vengono classificati in solidi urbani, speciali, e tossico-nocivi Si afferma nel settore dei rifiuti il principio comunitario Chi inquina paga : chi produce il rifiuto è responsabile del suo trattamento/smaltimento

4 Il decreto legislativo 22/97 (decreto Ronchi) Recepimento di tre direttive europee (sui rifiuti del 1991, sui rifiuti pericolosi del 1991, sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio del 1994) Svolta di impostazione nella gestione dei rifiuti: - non più solo sistemazione definitiva in discarica o smaltimento in un inceneritore - cambia l approccio: ridurre la produzione e la pericolosità, praticare il riutilizzo e il recupero (di materia prima e di energia poi) per limitarne le quantità destinate allo smaltimento finale in discarica

5 Principio comunitario delle 4 R - riduzione: scegliendo i prodotti con meno imballaggi e evitando gli sprechi (ad esempio l' eccessivo utilizzo di carta da ufficio o di shopper di plastica) - riutilizzo: ad esempio le bottiglie di vetro o pc aggiornato per usi non professionali - recupero di materia: separare i rifiuti riciclabili e conferirli negli appositi cassonetti della raccolta differenziata (vetro, carta e cartone, alluminio, acciaio, plastica, organico, ecc) - recupero di energia: bruciando la frazione combustibile e non valorizzabile dei rifiuti negli impianti di incenerimento con recupero energetico

6 La classificazione dei rifiuti In base all origine - urbani (quelli di origine domestica, i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade, da aree verdi, da esumazioni ed estumulazioni, ecc.) - speciali (i rifiuti industriali, artigianali, commerciali, agricoli, sanitari, derivanti dalle attività di demolizione, costruzione e scavo, veicoli a motore fuori uso, derivanti da trattamento di rifiuti, acque di rifiuto ed emissioni gassose) In base alla pericolosità - pericolosi - non pericolosi

7 Codice dell ambiente 152/2006 Abroga il decreto Ronchi Equiparava nella versione iniziale il recupero energetico a quello di materia (modificato poi nel gennaio 2008) Prevede un impianto a tecnologia complessa per Ato Aumenta gli obiettivi percentuali di raccolta differenziata rispetto al Ronchi (inizialmente considerava anche il rifiuto selezionato meccanicamente a valle della raccolta, anche avviato a recupero energetico)

8 Quanti rifiuti produciamo in Italia? Nel 2009: - rifiuti urbani: 32,1 mln di t (532 kg/ab) Nel 2006: - rifiuti speciali: 134,1 mln di t In Italia la produzione dei rifiuti cresce del 2-3% all anno

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10 Andamento della produzione dei rifiuti dal 1998 al 2008

11 Produzione procapite dei rifiuti urbani per regione

12 Produzione pro capite di rifiuti urbani per regione (kg/abitante per anno) nel 2007

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14 Composizione media dei rifiuti urbani Materiale % sul totale Carta 24% Plastica 11% Vetro 8% Legno 4% Metalli 4% Organico 33% Tessili 3% Altro 13% Totale 100% Fonte: Osservatorio nazionale rifiuti

15 Sinonimo di: Il recupero di materia - vantaggio economico (smaltire in discarica costa, ciò che viene raccolto in modo differenziato ha un valore economico) - salvaguardia ambientale (si risparmiano materie prime) - risparmio energetico (è meno dispendioso lavorare su materie non vergini) Obiettivi minimi percentuali di raccolta differenziata secondo il decreto Ronchi - 15% entro febbraio % entro febbraio % entro febbraio 2003

16 Obiettivi minimi percentuali di raccolta differenziata secondo il Codice ambientale - 35% entro il 31 dicembre % entro il 31 dicembre % entro il 31 dicembre 2012 Obiettivi minimi percentuali di raccolta differenziata secondo la finanziaria % entro il 31 dicembre % entro il 31 dicembre % entro il 31 dicembre 2011

17 Le raccolte differenziate in Italia Nord 33,5% 35,5% 38,1% 39,9% 42,4% 45,5 % 48,1% Centro 17,1% 18,3% 19,4% 20,0% 20,8% 22,9% 24,9% Sud 6,7% 8,1% 8,7% 10,2% 11,6% 14,7% 19,1% Italia 21,1% 22,7% 24,3% 25,8% 27,5% 30,6% 33,5% Fonte: Rapporto rifiuti Ispra 2009

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20 Percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti urbani per regione

21 Le diverse modalità di raccolta differenziata - raccolte differenziate stradali - raccolte porta a porta (o domiciliari): consistono nel prelievo dal luogo di produzione dei rifiuti, conferiti dagli utenti in sacchi e/o bidoni che nei giorni diversi da quelli previsti per la raccolta vengono stoccati all interno della proprietà Caratteristiche delle raccolte porta a porta: - migliori risultati percentuali - elevata purezza delle frazioni raccolte - sistema più complesso da gestire (soprattutto nelle grandi città)

22 I comuni ricicloni d Italia - Top ten (dati 2009) Fonte: Comuni ricicloni 2010 di Legambiente

23 I capoluoghi ricicloni in Italia

24 Impianti di gestione dei rifiuti Per il recupero di materia impianti di riciclaggio degli imballaggi (vetrerie, cartiere, acciaierie, etc) impianti di compostaggio per l organico Per il recupero energetico termovalorizzatori o inceneritori Per smaltire quello che resta discariche

25 Il compostaggio Trasforma i rifiuti organici (umido domestico e sfalci di potatura) in compost Il compost è un ottimo ammendante utilizzabile per il giardinaggio o in agricoltura Il compost si può produrre a livello industriale in un approsito impianto detto di compostaggio, ma lo si può fare anche in casa (compostaggio domestico) Fondamentale per una corretta gestione dei rifiuti: il 30-50% dei rifiuti urbani è costituito da sostanza organica biodegradabile

26 Le strategie di gestione spesso sono correlate alle strategie per ridurre gli impatti dello smaltimento Obiettivi di riduzione del biorifiuto a discarica (EU Landfill Directive 31/99) Anni dal recepimento Riduzione 5 anni (2006 / 2010) 25 % 8 anni (2009 / 2013) 50 % 15 anni (2016 / 2020) 65 % Benefici allargati: suoli, agricoltura, ambiente Cambiamento climatico Biodiversità, fertilità, erosione (EU Soil Thematic Strategy)

27 Sud Europa: C nel suolo Fonte: European Soil Bureau

28 Il recupero energetico L inceneritore è l impianto dove viene bruciata la frazione combustibile dei rifiuti Genera tre flussi di materia: - uno gassoso - uno di particolato e di sostanze condensabili, definite ceneri volanti (pari al 2-3% del RU in ingresso) (rifiuto pericoloso) - uno di scorie pesanti (pari al 15-25% del RU in ingresso) (rifiuti non pericolosi)

29 I rifiuti vengono bruciati nella camera di combustione a temperature superiori agli 850 C (1200 C per i rifiuti pericolosi) I gas di scarico devono sostare per almeno 2 secondi nella camera di combustione, alla temperatura prefissata e con una percentuale di ossigeno residuo dell 11% per completare la combustione dei gas, per ridurre al minimo l emissione di incombusti (diossine, furani, etc.) L energia prodotta nella combustione viene recuperata sotto forma di energia elettrica e in alcuni casi anche sotto forma di calore (teleriscaldamento) Gli impatti ambientali consistono principalmente in: - produzione di rifiuti pericolosi (ceneri volanti) e non (scorie) da smaltire - emissioni in atmosfera

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31 Le nuove tecnologie per il recupero energetico - Gassificatori - Impianti di pirolisi - Torce al plasma Finora non hanno avuto grande successo

32 L interramento controllato Nella discarica (in genere è una cava dismessa) i rifiuti vengono accumulati, compattati e quindi sotterrati La sostanza organica dei rifiuti fermenta in carenza di ossigeno e dà luogo all emissione di biogas (formato da metano e anidride carbonica) L umidità dei rifiuti e la pioggia producono il percolato Il fondo e i fianchi della discarica devono essere impermeabilizzati Il biogas e il percolato devono essere captati e trattati fino a 30 anni dalla chiusura della discarica

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37 La gestione dei rifiuti urbani in Europa

38 La gestione dei rifiuti urbani in Italia

39 La gestione dei rifiuti urbani in Italia nel 2006

40 Che fine fanno i rifiuti urbani? Nel 2009 in Italia: 40,6% discarica 33,5% raccolta differenziata 12,1% incenerimento 13,8% altri trattamenti Fonte: Ispra 2010

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