Associazione Culturale IL MASCHERONE Spoleto fonte di cultura polivalente Origine e Storia dello Sport
ORIGINE E STORIA DELLO SPORT Lo sviluppo dello sport nel corso della storia dimostra i cambiamenti sociali attraverso i secoli e la diversa concezione dell'attività sportiva nelle varie culture. Scena di caccia con l'arco nel graffito di una lastra tombale (Dinastia Han, Parigi, Museo Cernuschi)
L attività sportiva era già presente nelle civiltà preistoriche ed era rappresentata dalla corsa, dalla caccia, dalla lotta, attività ità che consentivano la sopravvivenza.
Esempi di arte rupestre, come quelli di Lascaux, in Francia, dimostrano come in tempi preistorici, le cerimonie sacrali sottintendevano un'attività fisica dei partecipanti. ti Alcuni di questi ritrovamenti sono stati fatti risalire ad almeno 30.000 anni fa. Arciere in una pittura rupestre preistorica della grotta della Saltadora, Castillon de la Plana (Spagna)
I graffiti dimostrano come gli uomini delle caverne non praticassero l attività fisica solo per la sopravvivenza, per cercare cibo, o per difendersi, ma anche come svago o nel coso di riti propiziatori prima della caccia. Nella grotta dell'addaura troviamo un eccezionale testimonianza: una scena dove ci sono una decina di figure maschili che circonda due uomini sdraiati per terra, e figure di animali. Secondo gli studiosi si tratta di una scena di iniziazione, forse a carattere religioso. Arte Parietale: Grotta dell'addaura (Palermo)
E indubbio che nei secoli si è verificato un processo evolutivo. Studi sulle tribù primitive dell Africa, dell America, ed anche dell Oceania, analizzate da etnografi già nell'ottocento, hanno dimostrato che l attività fisica dal suo originario significato di attività pratica finalizzata alla sopravvivenza, si è trasformata in manifestazione rituale, per poi scivolare verso un attività ludica. Graffito preistorico raffigurante giochi di acrobati Grotta dell' Addaura (Palermo)
Nell Antico Egitto al tempo dei faraoni, come dimostrano numerose iscrizioni sugli antichi monumenti egiziani, si praticavano molte attività sportive a scopo ludico: lotta, ginnastica, pugilato, nuoto, canottaggio, pesca, atletica e vari generi e di giochi con la palla. a Verso il 2500 a.c. in Egitto era diffusa la lotta e la scherma con il bastone. Dalla traduzione di alcuni geroglifici gli studiosi hanno stabilito che Dalla traduzione di alcuni geroglifici, gli studiosi hanno stabilito che millenni prima dei greci, gli egiziani organizzavano giochi con regole precise affidate all imparzialità di un sorta di arbitro.
I vincitori venivano onorati con collari di forme particolari ed in perfetto spirito sportivo, veniva reso omaggio al vincitore per la sua maggiore capacità ed al perdente per la sua partecipazione.
Gli Ebrei si dedicavano al tiro della fionda, al tiro con l arco ed in particolare ad una prova di forza che consisteva nel sollevare un enorme masso chiamata "gioco della pietra di paragone".
Anche presso i Babilonesi, gli Assiri, i Medi, i Persiani, gli Etruschi, i Cretesi, si praticavano giochi basati sulla forza fisica, il tiro con l arco non era solamente utilizzato nel momento della caccia. Spesso queste attività fisiche erano presenti nelle cerimonie sacre di implorazione e di propiziazione, insieme alla danza, oppure nelle cerimonie funebri di re o valorosi capi e servivano per decretarne il successore.
In Persia e nel Tibet veniva praticato il gioco del polo. Per alcuni studiosi il termine polo deriva dal nome delle competizioni a cavallo giocate in Persia, chiamate pulu, mentre per altri pulu o pullu indicava la palla in Tibet.
Abbiamo testimonianze del primo sciatore, effigiato in una grotta in Norvegia ed è datato intorno al 2500 a.c. Incisione rupestre raffigurante un cacciatore sugli sci. (Rodoy, Norvegia)
Le testimonianze di edifici antichi dimostrano che anche la civiltà cinese ha iniziato a praticare attività atletiche fin dal 4000 a. C. In Cina si svilupparono molto anche la Arti marziali e acrobatiche.
La ginnastica fu sicuramente l attività sportiva più diffusa nell'antica Cina, soprattutto dovuta alle dottrine dei monaci buddisti, (risalenti all'anno 2700 a.c.), che avevano regole di vita ferree: secondo gli insegnamenti dei maestri del Tao, la ginnastica garantiva la salute del corpo e l'immortalità dell'anima. Antica tela cinese che ritrae il grande maestro 'Yang Chen Fu' in allenamento con il bastone lungo 'kun'
Fu in Grecia che il concetto di cultura fisica e attività sportiva iniziò a manifestarsi con analogie palesi rispetto alla moderna attribuzione condivisa del termine. La corsa nella decorazione di un vaso attico (Atene, Museo Nazionale)
L attività fisica era parte della paidèia: nell'educazione dei giovani, nei ginnasi, lo sport era considerato come elemento indispensabile dell'educazione, come esercizio del corpo e anche dello spirito. Mentre per i Romani l attività fisica rappresentava un allenamento per la vita militare, per i Greci era propedeutica anche alla formazione del carattere dell'individuo.
Troviamo una testimonianza di competizione pubblica nell'iliade Iliade, nei giochi funebri per Patroclo riservati ai capi Achei: lotta libera, pugilato, tiro con l arco, lancio del giavellotto, del disco e corsa. N ll'odi 'è lt di t i di ti ll Nell'Odissea c'è un altra dimostrazione di gara sportiva, nelle espressioni di antipatia tra Alcinoo e Ulisse, con gare di pugilato lotta, corsa, salto e danza.
Nella Roma antica l esaltazione della competizione fisica si realizzava prevalentemente nelle feste religiose, durante le quali erano organizzate gare che, oltre alla sacralità del momento, costituivano una spettacolarizzazione dell evento evento ed un occasione di intrattenimento pubblico.
Terme di Diocleziano L'attività sportiva non agonistica veniva praticata più che altro nell'ambito delle terme come cultura del benessere.
A Roma l attività sportiva si concretizzava in celebrazioni di carattere propiziatorio, nelle ricorrenze religiose o come spettacolo pubblico. Queste gare si chiamavano ludi, cioè giochi pubblici Il termine ludi, giochi, competizioni sportive, organizzati dai membri della classe sacerdotale, deriva molto probabilmente dall'etrusco; gli sport o i giochi più antichi praticati comprendevano anche specialità olimpiche greche, ma il pubblico preferiva i giochi più violenti, la lotta il pancrazio.
I combattimenti dei gladiatori, che vennero ben presto utilizzati come stabilizzatori sociali, erano molto popolari. I giochi si svolgevano al Circo Massimo.
IL PUGILATO Il pugilato, disciplina antichissima, agli inizi veniva disputato a mani nude, poi si passò all uso di rudimentali guantoni costituiti da corregge di bue intrecciate. I Greci li chiamarono imantes, i Romani cesti. Non esistevano categorie di peso nè di età, e anche se il pugilato fu uno sport con regole e tecniche precise alle volte si assisteva a combattimenti del tutto impari.
Gli incontri secondo il rituale olimpico, si svolgevano a mezzogiorno e proseguivano fino all'atterramento atterramento di uno dei due contendenti, che doveva dichiarare la sua sconfitta, sollevando la mano.
Alcuni scavi nella zona di Bagdad hanno portato alla luce statuine di Alcuni scavi nella zona di Bagdad hanno portato alla luce statuine di bronzo del terzo millennio a.c. che costituiscono una prova degli incontri di pugilato che si svolgevano tra atleti.
Il Pancrazio, deriva dal greco pan-krates = tutta la forza, onnipotente; era un misto di lotta e pugilato; gli atleti si afferravano con le mani, con le dita, erano ammessi calci, fratture e si poteva anche tentare di soffocare l avversario avversario. (Galeno)
LA LOTTA La lotta fu inserita nelle discipline olimpiche nel 708 a.c. alla diciottesima Olimpiade. Esistevano tre specialità di lotta: l orthopale, l che aveva la caratteristica della spettacolarità (si vinceva dopo tre atterramenti); l alindissis, praticata durante gli allenamenti (l incontro terminava solo quando uno dei contendenti si dichiarava vinto); l acrochirismòs, incuii i lottatori si servivano esclusivamente delle dita ed era certamente la più violenta. Gli incontri si svolgevano solitamente in piedi, solo più tardi il combattimento si spostò a terra. Prima della gara gli atleti si ungevano di olio e foderavano tutto il corpo di uno strato di polvere.
Le prime arti marziali erano praticate solo con il corpo, le armi sarebbero state introdotte in seguito; tra queste primissime discipline doveva esserci anche l embrione del pugilato. YGMACHIA E PUGILATUS CAESTIS
Fonti iconografiche come dipinti e bassorilievi ci informano che questa attività o comunque un combattimento di percussione veniva praticato fin dal III millennio a.c. presso le civiltà mediorientali e in Egitto. Un affresco cretese ci mostra due combattenti con le mani fasciate: si tratta molto probabilmente di una fase in cui la pygmachia, come verrà poi chiamata in Grecia, è già uscita da un contesto esclusivamente guerresco per diventare uno sport.
Il concetto attuale di sportività non rientrava nel modo di pensare degli atleti dell antichità, per i quali la gara era da vincere alla stregua di un combattimento. t La Pygmachia greca, compare già nei poemi omerici e possiamo vederne molti esempi nelle pitture vascolari. Letteralmente pygmachia significa combattere con i pugni, ma in realtà erano ammesse anche tecniche di gamba, perciò si trattava di un antenato della moderna kickboxing: i giudici di gara non avrebbero considerato sanzionabile la morte di uno dei due atleti.
Non esisteva neanche il concetto di protezione e gli atleti combattevano nudi, con le mani fasciate dagli himantes, strisce di cuoio imbevute in olio d oliva, lunghe circa quattro metri, che si avvolgevano attorno alle dita e al palmo della mano. Nel IV secolo a.c. comparve una nuova versione di queste bende, pensata per far male più che per proteggere, i cosiddetti oxis. Nel I sec d.c. vennero appunto introdotti i caestus, micidiali guanti con punte e parti in metallo, sotto i quali si indossava a volte un coprinocche di bronzo. In certi casi, una sola tecnica bastava a finire i l incontro. La pygmachia come il pugilatus caestis vennero proibiti con il cristianesimo nel IV secolo d.c., quando l imperatore Teodosio interruppe le olimpiadi.
LA CORSA DEI CARRI L idea di aggiogare g il cavallo ad un veicolo fu attribuito ai Greci: Prometeo fu colui che avrebbe inventato la biga, e Erittonio, la quadriga. la biga di Monteleone conservata presso il Metropolitan Museum of Art di New York
Nelle quadrighe solo i due cavalli al centro venivano accoppiati, mentre i due esterni erano uniti agli altri solo da una correggia, che rendeva più difficile la guida.
La corsa dei carri era una delle competizioni più popolari e diffuse sia nella Grecia antica che nel mondo romano. Si trattava di gare spesso molto pericolose per l'incolumità sia degli aurighi che dei cavalli, che potevano subire gravi infortuni e, talvolta, trovavano anche la morte. mosaico della villa romana del Casale di piazza Armerina in Sicilia
LANCIO DEL DISCO Il lancio del disco risulta essere tra le più antiche discipline, praticata dai Greci fin dal periodo omerico, molto popolare anche presso gli Etruschi, non altrettanto presso i Romani.
Di solito il disco veniva cosparso di sabbia, per permettere una presa più salda. L'atleta eseguiva il lancio da una base di partenza, delimitata frontalmente e lateralmente.
L atleta Latleta, dopo aver afferrato il disco, lo lanciava dalla piazzola di tiro (balbis) con una tecnica molto diversa da quella attuale: sollevava il disco all indietro con il braccio teso, si ripiegava su se stesso e si alzava di scatto per scagliarlo in avanti. Erano previsti cinque lanci.
I CAVALLI MONTATI La corsa dei cavalli montati si svolgeva su un percorso di 6 stadi (circa 1150 metri); il cavallo che per primo, con o senza fantino, tagliava il traguardo era vincitore. Nel mondo classico si passò dalla monta a pelo all uso di coperture o gualdrappe, più o meno imbottite. Solo in epoca imperiale si passò ad una sella equestre comparabile a quella dei nostri giorni. Le staffe comparvero solo nel I secolo d.c. Esistevano invece il morso e le briglie.
IL NUOTO Il nuoto faceva parte della prima educazione dei giovani ateniesi. Alcune raffigurazioni artistiche testimoniano l uso del crawl, mentre da una scrittura Egiziana si deduce la pratica dello stile a rana. Il nuoto però rappresentava solo un allenamento e non faceva parte delle gare olimpiche né di altre manifestazione sportive.
LE REGATE Le regate in origine costituivano solo un attività con scopi pratici, ma in Grecia, un iscrizione testimonia che le regate erano comprese nel programma delle annuali feste Panatenaiche. gli Efebi di Atene disputavano una corsa di canotti nel porto di Munichia. Le gare più antiche furono disputate con triremi o quadriremi, poi si usarono imbarcazioni ad un solo banco di rematori.
LANCIO DEL GIAVELLOTTO Il lancio del giavellotto fu inserito nella specialità del Pentatlon solo successivamente: era costituito da una lancia dritta, di sambuco o di bronzo, con un estremità protetta da una capsula di metallo. Il lancio poteva avvenire da fermo oppure con una rincorsa; senza superare un determinato limite, pena la squalifica. La misura media di un buon lancio si aggirava intorno ai 46 metri. Ogni concorrente aveva a disposizione due giavellotti. Il giavellotto era usato anche per gare di tiro al bersaglio a piedi o a cavallo.
Il SALTO Il salto, fu inserito nella disciplina del Pentatlon solo in tempi successivi e divenne una tra le gare più importanti. Gli studiosi ritengono che si trattasse del salto in lungo. Il salto in alto in Grecia, non rientrava nelle gare e probabilmente si limitava solo come allenamento in palestra. Un reale miglioramento avvenne nella diciottesima Olimpiade quando fu introdotto l uso degli halteres, una sorta di manubri di pietra o di piombo che servivano da contrappeso al saltatore.
LA CORSA La corsa più antica fu lo Stadio o corsa semplice, che fu disputata nelle prime 13 Olimpiadi. Alla quattordicesima Olimpiade fu istituito il diaulo, due volte la lunghezza dello stadio (1200 piedi). M ll ti hità i ti Ma nell antichità si praticavano varie specialità di corsa in base alla lunghezza del percorso come ad esempio la corsa lunga o dolico.
Questa specialità ebbe origine dai corridori-messaggeri, che dovevano recapitare notizie sull andamento della guerra alla madrepatria. Era praticata anche una corsa sulla lunghezza dei 4 stadi, chiamata Ippodromo, che corrispondeva alla lunghezza del giro di pista dei cavalli nell ippodromo ippodromo. La pista non aveva un andamento circolare, ma era chiusa dai due lati corti da due fasce di pietra, Anche la corsa, come le altre discipline sportive, veniva praticata a corpo nudo e senza l uso dei calzari.
OPLITODROMIA E assai probabile che prima di diventare una disciplina sportiva la Oplitodromia fu un attività preparatoria alla guerra, esercitata dai militari. Nelle prime gare l atleta che correva era nudo, indossava solo elmo, scudo e schinieri, in seguito solo lo scudo di bronzo. La corsa oplitica fu ammessa ai giochi olimpici nel 520 a.c. durante la 65a edizione.
Gli Emerodromi, erano uomini i che correvano per una giornata intera, per portare notizie che potevano valere la vita di tutto un popolo, come colui che dalle Termopili andò a gridare ad Atene la vittoria sui Persiani. Possiamo considerare Filippide, che corse per oltre 42 chilometri per portare ad Atene la notizia della vittoria sui persiani (490 a.c.), l inventore della maratona.
LAMPADEDROMIA La lampadedromia d ha le sue origini nei riti sacri. Secondo Luciano di Samosata, sofista che poi abbracciò una diversa filosofia,,gli ateniesi disputavano ogni anno una corsa con le fiaccole in onore di Pan, che li avrebbe aiutati nella battaglia di Maratona.
La corsa era una staffetta a più squadre composte in genere da atleti appartenenti alla stessa tribù. "Il testimone" era una torcia che il corridore passava al suo compagno di squadra, come nelle moderne staffette.
La sacra scintilla del fuoco fu rubata agli Dei da Prometeo che la portò sulla terra: secondo la mitologia i greca è simbolo della ragione e della libertà.
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