ANSA BANCHE: AIBE, 40% DEBITO PUBBLICO IN MANO A ISTITUTI ESTERI



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ANSA BANCHE: AIBE, 40% DEBITO PUBBLICO IN MANO A ISTITUTI ESTERI (ANSA) - MILANO, 19 GIU - Il 40% del debito pubblico italiano è in mano a banche e investitori esteri. È quanto emerge dal rapporto dell'associazione fra le banche estere in Italia sul 2011, presentato questa mattina presso la sede di Piazza Affari. In particolare, nel corso del 2011 si è registrato un deflusso significativo di titoli in portafoglio di istituti esteri (circa -14 miliardi di euro), soprattutto rappresentato da disinvestimenti delle filiali, sintomo di una grande preoccupazione e sfiducia per il sistema Italia. Più da vicino la quota di Titoli di Stato detenuta da filiali è passata dal 17,2% nel 2010 al 10,4 nel 2011 per poi attestarsi all'8,5% al 31 marzo 2012. Queste quote ovviamente non tengono conto degli investimenti diretti effettuati dalle case madri delle banche estere. «Il sentimento degli operatori esteri - ha commentato il presidente di Aibe, Guido Rosa - è di preoccupazione per il mantenimento del loro impegno verso i singoli operatori economici ma anche di sconforto perchè il sistema Italia non cambia. Oltre allo spread rimasto a livelli da baratro, il Paese non cambia passo finchè le buone intenzioni di risanamento, concordate con l'europa, si traducano in fatti ed adeguamenti che consentano una ripresa di fiducia sulla sua appetibilità a nuovi investimenti, in una competitività italiana che è sempre più in declino».(ansa). BORSA ITALIANA Banche: istituti esteri preferiscono le famiglie italiane allo Stato Aibe, in 2011 sale quota impieghi a privati, -20% verso PA (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 19 giu - Le banche estere attive in Italia preferiscono puntare sulle famiglie e sulle imprese piuttosto che sullo Stato italiano. Nel 2011, in base alla ricerca annuale Aibe, infatti i finanziamenti degli istituti esteri alle famiglie sono cresciute del 10% portando la quota di mercato degli operatori internazionali al 19,6% dal 18,6%, gli impieghi verso le imprese sono aumentati del 4% mantenendo la quota "estera" al 12,6%, mentre l'esposizione verso la pubblica amministrazione e' scesa di circa il 20%. "Il sentimento degli operatori esteri - ha spiegato il presidente Aibe, Guido Rosa - e' di preoccupazione per il mantenimento del loro impegno verso i singoli operatori economici ma anche di sconforto perche' il sistema Italia non cambia: e' un sentiment a due velocita': permangono e crescono i finanziamenti concessi al sistema privato, ma diminuisce la fiducia verso tutto cio' che e' pubblico".+3% impieghi da soggetti internazionale contro +0,7% media (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 19 giu - Significativo il dato Aibe relativo ai mutui: e' infatti in crescita la quota degli esteri nel segmento anche a causa delle tensioni sulla provvista che hanno impattato soprattutto sulle banche italiane. Anche se non e' disponibile la statistica sul 2010, Aibe segnala che e' salita al 28% la quota degli istituti internazionali sulle nuove erogazioni di mutui. Le principali filiali e filiazioni estere operanti nel retail detengono uno stock di attivo di circa 180 miliardi a fine 2011, 136 miliardi riguardano crediti alla clientela di cui il 60% per mutui ipotecarinel complesso gli istituti stranieri, nel 2011, hanno visto aumentare gli impieghi in Italia del 3% contro lo 0,7% della media nazionale portando cosi' la propria quota di mercato sui finanziamenti complessivi al 16,3% dal 16,1%. La sfiducia nel "pubblico" - come emerso dalle rilevazioni Bankitalia e dalla stima fatta recentemente da Fitch - si e' naturalmente riflessa sugli investimenti nei titoli di Stato italiani: a fine 2011, la quota di debito pubblico in mano a investitori esteri e' scesa al 40% dal 47% di giugno 2011 e, secondo Fitch, si e' ulteriormente contratta al 32% a fine marzo 2012. Escludendo da questo computo gli investimenti diretti effettuati dalle case madri delle banche estere e dagli istituti non presenti in Italia, l'elaborazione Aibe fa notare che la quota di titoli di Stato detenuta da filiali e filiazioni e' passata dal 17,2% del 2010 all'8,5% di marzo 2012. Va notato invece che resta molto rilevante l'attivita' di soggetti esteri nelle negoziazioni all'ingrosso del debito pubblico: nel comparto cash dell'mts la quota "estera" e' stata pari all'86%. Significativo il calo degli investitori esteri che detengono partecipazioni rilevanti, sopra il 2%, nelle quotate di Piazza Affari. Secondo il rapporto annuale Aibe, a fine 2011 investitori internazionali erano soci rilevanti di circa una societa' su tre (33,7%) mentre nel 2008 la percentuale era del 41,5%. Va notato comunque che tale contrazione segue a quella, piu' consistente, degli investitori istituzionali italiani con quote rilevanti passata dal 13,8% al 4,6% nel triennio 2008-11. Nelle quaranta societa' del Ftse Mib, sono esteri 43 operatori istituzionali sui 60 presenti in modo rilevante con partecipazioni pari al circa il 40% del valore complessivo dell'investimento. Usa e Francia sono i due Paesi piu' rappresentanti per quanto riguarda gli azionisti internazionali sul Ftse mib.

ADN Kronos L Italia non è al top della classifiche, problemi di selezione e allocazione Milano, 19 giu. (Adnkronos) - «Le banche internazionali sono solide nel dare un contributo al sistema Italia e non abbandoneranno la nave, nonostante gran parte di questo sistema sia da cambiare». Lo ha detto Guido Rosa, presidente di Aibe, l'associazione fra le banche estere in Italia, a margine della presentazione dello studio 2011 sull'operatività degli istituti esteri in Italia, tenutasi oggi a Milano. «Ci sono però delle modifiche», dice Guido Rosa, rispetto all'operato delle banche straniere. «Ci sarà meno aggressività nel mettere a disposizione dei fondi. Per le stesse banche internazionali ci sono problemi di selezione e allocazione». Rimane l'impegno delle banche estere, ma permangono anche le preoccupazioni. «Tutto rimane uguale per quanto riguarda i grandi clienti, diminuisce invece l'appeal verso il settore della pubblica amministrazione», spiega. Ci sono degli aspetti nell'apparato pubblico italiano che, secondo il presidente di Aibe, mettono in allerta gli istituti di credito esteri. «La certezza delle regole, la fiscalità, i tempi della giustizia condizionano le banche straniere. Il sistema è visto come un disastro, che impedisce lo sviluppo imprenditoriale. Nessuno vuol venire ad operare in Italia, a prescindere dai leader politici che governano». (segue) (Fma/Col/Adnkronos) 19-GIU-12 15:05 NNN IL SOLE 24 ORE - RADIOCOR (FIN) Banche: istituti esteri preferiscono le famiglie italiane allo Stato Aibe, in 2011 sale quota impieghi a privati, -20% verso PA (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 19 giu - Le banche estere attive in Italia preferiscono puntare sulle famiglie e sulle imprese piuttosto che sullo Stato italiano. Nel 2011, in base alla ricerca annuale Aibe, infatti i finanziamenti degli istituti esteri alle famiglie sono cresciute del 10% portando la quota di mercato degli operatori internazionali al 19,6% dal 18,6%, gli impieghi verso le imprese sono aumentati del 4% mantenendo la quota "estera" al 12,6%, mentre l'esposizione verso la pubblica amministrazione e' scesa di circa il 20%. "Il sentimento degli operatori esteri - ha spiegato il presidente Aibe, Guido Rosa - e' di preoccupazione per il mantenimento del loro impegno verso i singoli operatori economici ma anche di sconforto perche' il sistema Italia non cambia: e' un sentiment a due velocita': permangono e crescono i finanziamenti concessi al sistema privato, ma diminuisce la fiducia verso tutto cio' che e' pubblico". Significativo il dato Aibe relativo ai mutui: e' infatti in crescita la quota degli esteri nel segmento anche a causa delle tensioni sulla provvista che hanno impattato soprattutto sulle banche italiane. Anche se non e' disponibile la statistica sul 2010, Aibe segnala che e' salita al 28% la quota degli istituti internazionali sulle nuove erogazioni di mutui. Le principali filiali e filiazioni estere operanti nel retail detengono uno stocl di attivo di circa 180 miliardi a fine 2011, 136 miliardi riguardano crediti alla clientela di cui il 60% per mutui ipotecari. Nel complesso gli istituti stranieri, nel 2011, hanno visto aumentare gli impieghi in Italia del 3% contro lo 0,7% della media nazionale portando cosi' la propria quota di mercato sui finanziamenti complessivi al 16,3% dal 16,1%. La sfiducia nel "pubblico" - come emerso dalle rilevazioni Bankitalia e dalla stima fatta recentemente da Fitch - si e' naturalmente riflessa sugli investimenti nei titoli di Stato italiani: a fine 2011, la quota di debito pubblico in mano a investitori esteri e' scesa al 40% dal 47% di giugno 2011 e, secondo Fitch, si e' ulteriormente contratta al 32% a fine marzo 2012. Escludendo da questo computo gli investimenti diretti effettuati dalle case madri delle banche estere e dagli istituti non presenti in Italia, l'elaborazione Aibe fa notare che la quota di titoli di Stato detenuta da filiali e filiazioni e' passata dal 17,2% del 2010 all'8,5% di marzo 2012. Va notato invece che resta molto rilevante l'attivita' di soggetti esteri nelle negoziazioni all'ingrosso del debito pubblico: nel comparto cash dell'mts la quota "estera" e' stata pari all'86%. LIBERO.it (Sito del Quotidiano Libero) Banche: Rosa, istituti esteri non abbandonano Italia ma sistema da cambiare Milano, 19 giu. (Adnkronos) - "Le banche internazionali sono solide nel dare un contributo al sistema Italia e non abbandoneranno la nave, nonostante gran parte di questo sistema sia da cambiare". Lo ha detto Guido Rosa, presidente di Aibe, l'associazione fra le banche estere in Italia, a margine della presentazione dello studio 2011 sull'operativita' degli istituti esteri in Italia, tenutasi oggi a Milano.

"Ci sono pero' delle modifiche", dice Guido Rosa, rispetto all'operato delle banche straniere. "Ci sara' meno aggressivita' nel mettere a disposizione dei fondi. Per le stesse banche internazionali ci sono problemi di selezione e allocazione". Rimane l'impegno delle banche estere, ma permangono anche le preoccupazioni. "Tutto rimane uguale per quanto riguarda i grandi clienti, diminuisce invece l'appeal verso il settore della pubblica amministrazione", spiega. Ci sono degli aspetti nell'apparato pubblico italiano che, secondo il presidente di Aibe, mettono in allerta gli istituti di credito esteri. "La certezza delle regole, la fiscalita', i tempi della giustizia condizionano le banche straniere. Il sistema e' visto come un disastro, che impedisce lo sviluppo imprenditoriale. Nessuno vuol venire ad operare in Italia, a prescindere dai leader politici che governano". (segue) REUTERS Banche estere, in 2011 più impieghi in Italia, meno titoli Stato MILANO (Reuters) - Nel 2011 le banche estere presenti in Italia aumentano i finanziamenti concessi a famiglie e imprese ma riducono gli investimenti in titoli di Stato italiani segnalando un calo della fiducia nel sistema pubblico in generale.e' quanto è emerso in uno studio dell'aibe sulla presenza delle banche estere nel sistema economico-finanziario italiano in base ai dati 2011 presentato oggi dall'associazione.l'anno scorso gli impieghi erogati dagli istituti stranieri hanno registrato un tasso di crescita del 3% che si confronta con un modesto +0,7% della media nazionale.grazie anche alle minori difficoltà incontrate sulla raccolta, cresce dunque la quota di mercato dei finanziamenti concessi da filiali e filiazioni di banche estere al settore privato che passa al 16,3% dal 16,1%.In particolare la quota dei mutui erogati nel 2011 da istituti esteri è pari al 28% delle totale, in crescita rispetto al 2010. Lo studio evidenzia inoltre come, relativamente alle controparti, per la prima volta i finanziamenti alle famiglie hanno superato quelli alle imprese, con una quota di mercato che nel primo caso sale al 19,6% (dal 18,6% del 2010), mentre nel secondo rimane stabile al 12,6%.Sul fronte della raccolta da clientela la quota di mercato complessiva è pari al 13,7% dell'intero sistema, in crescita dal 2007. Relativamente al settore pubblico, in linea al trend discendente dello stock di debito pubblico nei portafoglio degli investitori esteri (-14 miliardi di euro di deflussi per le banche estere operanti con insediamenti in Italia), la quota di titoli di Stato è passata dal 17,2% nel 2010 al 10,4% nel 2011 per poi scendere ancora all'8,5% a fine marzo 2012. La ricerca ricorda che questi dati non tengono conto degli investimenti diretti effettuati dalle case madri e dalle altre banche che non operano in Italia attraverso filiali o filiazioni ma che investono nel debito pubblico italiano. "Il sentiment degli operatori esteri è di preoccupazione per il mantenimento del loro impegno verso i singoli operatori economici ma anche di sconforto perché il sistema Italia non cambia", dice il presidente dell'associazione far le banche estere in Italia, Guido Rosa. Secondo Rosa si tratta di un "sentiment a due velocità che simbolicamente si traduce nella interpretazione di due significativi aggregati: permangono e crescono da un lato i finanziamenti concessi da operatori esteri al sistema privato (imprese e famiglie) ma diminuisce, dall'altro, la fiducia verso tutto ciò che è pubblico". Nel corporate e investment banking si conferma la rilevante presenza degli operatori esteri in attività come quelle legate ai prestiti sindacati (quota di mercato al 56%) e ai collocamenti degli strumenti di debito (62% dei collocamenti in pool). Nel mercato del capitale di rischio, il 90% circa delle emissioni hanno coinvolto bookrunner esteri in attività che principalmente hanno riguardato aumenti di capitale, ma soprattutto è da evidenziare il ritorno nel private equity dove si registra una decisa ripresa della raccolta indipendente. Sotto il profilo stutturale in Italia operano 102 banche estere (78 filiali/succursali e 24 filiazioni) in crescita rispetto a 98 del 2010 e rappresentanti il 17,5% del totale attivo del sistema bancario italiano. Gli sportelli sono complessivamente circa 2.500 pari al 7% circa del totale operante in Italia. Il personale è di circa 38.000 unità, il 12% circa del totale, in crescita del 3% nell'ultimo triennio, a fronte di un calo del 2% a livello di sistema. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia. LIBERO (2 parte) Banche: Rosa, istituti esteri non abbandonano Italia ma sistema da cambiare Nonostante i tagli dei rating del debito sovrano e delle banche italiane, il paese rimane per Guido Rosa "appetibile" per quanto riguarda i soggetti privati: "non solo le imprese ma anche le famiglie". Gli operatori

esteri hanno incontrato meno difficolta' rispetto le banche italiane nel raccogliere capitali sul mercato. "Nonostante il momento di diffcolta' - dice il presidente dell'aibe - il ruolo delle banche estere e' stato anche nel 2011 un fattore di sostegno e traino per l'economia italiana". Uno degli ambiti su cui, in prospettiva, si potra' contare per un apporto delle banche estere e' quello del project finance. "Gli operatori internazionali sono disposti a lavorare in questo senso, avendo in questo campo, tra l'altro, una competenza maggiore rispetto le banche italiane per una serie di motivi. Bisogna pero' sradicare tutto l'attuale sistema", conclude. APCOM Banche/ Rosa(Aibe): Nessuno investe in Italia,sistema non funziona Istituti internazionali si dedicheranno al supporto dei privati Milano, 19 giu. (TMNews) - "Nessuno viene in Italia a mettere 'una lira' perché il sistema non funziona. Non è questione di Prodi o Berlusconi, queste sono fandonie". E' quanto ha detto Guido Rosa, presidente Aibe, l'associazione che raccoglie le banche estere in Italia, durante la presentazione del rapporto 2011 su 'Banche e operatori esteri in Italia'. "In questi mesi - ha aggiunto - non è cambiato nulla: i problemi sono talmente radicati che non si possono mettere in atto dei cambiamenti nel giro di poco tempo. Non è cambiato nulla perché non è cambiato il sistema: ci vorrebbero dei tempi formidabili. Se ci fosse certezza di regole, burocrazia, giustizia e tempi si potrebbero fare cose straordinarie". Visto che così non è, ha spiegato ancora, "è probabile che in futuro il supporto delle banche internazionali vada alla parte privata del Paese", famiglie e imprese. First (quotidiano finanziario on line) Le banche estere aumentano i finanziamenti a famiglie e imprese ma escono dal pubblico Nel 2011 sono aumentati del 10% i finanziamenti alle famiglie e del 4% alle imprese da parte - Cala del 20% l'esposizione alla pubblica amministrazione - La quota di mercato sui nuovi mutui sale al 28% a causa delle tensioni sulla provvista che hanno impattato le banche italiane - La quota di titoli di Stato in mano alle filiali etsere in calo all'8,5 Le banche estere in Italia puntano su famiglie e imprese ma non sul pubblico. Lo indicano i dati dell Associazione italiana banche estere che per il 2011 segnalano un aumento dei finanziamenti alle famiglie del 10% e una quota di mercato in salita al 19,6% dal 18,6%, un +4% degli impieghi verso le imprese (e quota di mercato stabile al 12,6%) mentre risulta in calo del 20% l esposizione della pubblica amministrazione. Un sentiment a due velocità ha commentati Guido Rosa, presidente dell Aibe: permangono e crescono i finanziamenti concessi al sistema privato, ma diminuisce la fiducia verso tutto ciò che è pubblico. Lo sconforto verso il pubblico nasce dalla constatazione che il sistema Italia non riesce a cambiare. Significativo il dato sui mutui: è infatti in crescita la quota degli esteri nel segmento anche a causa delle tensioni sulla provvista che hanno impattato soprattutto sulle banche italiane. È in salita al 28% la quota degli istituti internazionali sulle nuove erogazioni di mutui. Nel complesso gli istituti stranieri hanno aumentato gli impieghi in Italia del 3% contro lo 0,7% della media nazionale portando così la propria quota di mercato sui finanziamenti complessivi al 16,3% dal 16,1%. Al contrario a fine 2011 la quota di debito pubblico in mano a investitori esteri è scesa al 40% dal 47% di giugno 2011. Secondo Fitch la contrazione è proseguita e a fine marzo attestandosi al 32%. Escludendo da questo computo gli investimenti diretti effettuati dalle case madri delle banche estere e dagli istituti non presenti in Italia, l' Aibe rileva che la quota di titoli di Stato detenuta da filiali è passata dal 17,2% del 2010 all'8,5% di marzo 2012. Va notato invece che resta molto rilevante l'attività di soggetti esteri nelle negoziazioni all'ingrosso del debito pubblico: nel comparto cash dell'mts la quota "estera" è stata pari all'86%.

CORRIERE DELLA SERA Banche: istituti esteri preferiscono le famiglie italiane allo Stato: Aibe, in 2011 sale quota impieghi a privati, -20% verso PA Milano, 19 giu - Le banche estere attive in Italia preferiscono puntare sulle famiglie e sulle imprese piuttosto che sullo Stato italiano. Nel 2011, in base alla ricerca annuale Aibe, infatti i finanziamenti degli istituti esteri alle famiglie sono cresciute del 10% portando la quota di mercato degli operatori internazionali al 19,6% dal 18,6%, gli impieghi verso le imprese sono aumentati del 4% mantenendo la quota "estera" al 12,6%, mentre l'esposizione verso la pubblica amministrazione e' scesa di circa il 20%. "Il sentimento degli operatori esteri - ha spiegato il presidente Aibe, Guido Rosa - e' di preoccupazione per il mantenimento del loro impegno verso i singoli operatori economici ma anche di sconforto perche' il sistema Italia non cambia: e' un sentiment a due velocita': permangono e crescono i finanziamenti concessi al sistema privato, ma diminuisce la fiducia verso tutto cio' che e' pubblico". Fon- 19-06-12 14:02:02 (0175) 5 IL MONDO Banche/ Rosa (Aibe): Abbiamo rotto il monopolio di Mediobanca Ma poche imprese si quotano. Esteri guardano a project financing Milano, 19 giu. "Le banche estere hanno rotto il monopolio nell'equity capital che era di Mediobanca". E' quanto ha detto Guido Rosa, presidente dell'associazione fra le banche estere in Italia, rispondendo ad una domanda a margine della presentazione del rapporto 2011. "Il problema - ha aggiunto - non è tanto nella disponibilità di capitali da parte degli operatori internazionali, che c'è, quanto nel fatto che la struttura industriale italiana è tale che il numero di aziende quotate resta ristretto. Le imprese italiane arrivano ad una certa dimensione ma poi non si quotano". Lo spazio cui quindi guardano con maggiore interesse gli istituti stranieri, ha spiegato, è "il project financing: è una di quelle cose, su cui le banche estere sono disponibilissime. Sempre che non si ripetano storie come il rigassificatore di Brindisi, cui British Gas, dopo undici anni di attesa, ha rinunciato. Milano Finanza Banche: Rosa (Aibe), norme taglia-commissioni sarebbero disastro (MF) MILANO (MF-DJ)--"Sarebbe un disastro e non solo per le banche". Non usa mezzi termini Guido Rosa, presidente dell'associazione che rappresenta le banche estere in Italia (Aibe), in merito alle norme taglia-commissioni nel decreto liberalizzazioni. Rosa, scrive MF, che e' anche vicepresidente dimissionario dell'abi, si dice fiducioso per una revisione delle norme. Ma avverte che, se fossero confermate, la presenza degli istituti esteri in Italia sarebbe a rischio. "Ci auguriamo che possano esserci novita' nel Consiglio dei ministri di venerdi'. Sarebbe assurdo andare avanti cosi'. Sono fiducioso che il premier Mario Monti, che conosce perfettamente la materia, si renda conto del rischio di un disastro economico", ha dichiarato Rosa aggiungendo che "l'italia sarebbe l'unico Paese al mondo dove le banche non percepiscono commissioni. Diventerebbero impossibili operazioni basilari per la sopravvivenza degli istituti ma anche per l'economia: fidi, fideiussioni, lettere di credito, garanzie, operazioni di export credit, project financing e tutti quei finanziamenti che le banche mettono a disposizione a fronte di commissioni. Sarebbe un controsenso per il Paese, visto anche l'impatto sul gettito". "Per le attivita' che non hanno altra possibilita' di pricing, le banche estere probabilmente lascerebbero l'italia: farebbero le stesse operazioni, ma dall'estero. Bisogna considerare che molte banche internazionali, in particolare quelle che non hanno una rete retail, svolgono in Italia soprattutto operazioni di linee di credito strutturate", ha sottolineato Rosa. red/alb