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1/6 MISSIONE IN CASERTA 12 maggio 2010 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO DE LUCA La seduta inizia alle 18.45. PRESIDENTE. Vi ringrazio di essere qui. Noi siamo a Caserta già da un po di tempo, in rapporto con tutto il territorio, relativamente a questa vicenda complessa e anche drammatica del rapporto tra rifiuti e criminalità organizzata, e alle questioni del Consorzio unico, del personale, dell emergenza, che in qualche modo è ancora presente. Nel ringraziarvi, vorremmo conoscere una valutazione e una riflessione rispetto al rapporto tra l emergenza e la vicenda dei rifiuti, da quelli urbani a quelli speciali e radioattivi; vorremmo sapere, inoltre, se al di là di quanto abbiamo sentito dai procuratori, sono in corso operazioni anche da parte del vostro Corpo. FRANCESCO SAVERIO MANOZZI, Comandante provinciale Guardia di finanza di Caserta. Sono il colonnello Francesco Saverio Manozzi, comandante provinciale della Guardia di finanza di Caserta. Con riferimento alla questione ambientale, il territorio di Caserta si connota per la presenza di sodalizi criminosi di matrice camorristica che hanno condizionato, come l evidenza investigativa e le attività giudiziarie che sono intervenute dimostrano, anche la gestione del ciclo dei rifiuti. La Guardia di finanza, che ha una funzione sicuramente marginale rispetto all Arma dei carabinieri o al Corpo forestale dello Stato per quanto riguarda il contesto agroambientale, comunque sia in questa realtà ha sviluppato forte anche delle competenze di carattere economicofinanziario che sono sue proprie una serie di attività mirate a disarticolare il sistema che si era venuto a determinare. Mi piace ricordare le attività condotte dalla tenenza di Mondragone per quanto riguarda l individuazione e l infiltrazione camorristica nella gestione del ciclo dei rifiuti con riferimento al Consorzio CE4/ECO4, una società pubblico-privata. Ancora, la compagnia di Marcianise ha condotto una serie di operazioni che hanno portato alla luce vent anni di infossamenti di rifiuti nel territorio, con arresti e soprattutto sequestri ingenti di beni. Parliamo delle operazioni «Terra promessa 1 e 2», con riferimento al clan riconducibile a

2/6 Bidognetti; parliamo di un operazione molto più recente, che risale al 28 maggio 2009, denominata «Giudizio finale», condotta insieme al Comando tutela ambiente dei Carabinieri (cioè il NOE) di Caserta, che portò all arresto di cinque persone e soprattutto al sequestro di circa 50 milioni di beni, tra cui 14 aziende coinvolte a vario titolo nella gestione del ciclo dei rifiuti. Quest ultima, per stessa ammissione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che coordinava le indagini, è stata l operazione che ha svelato in maniera assolutamente chiara quale fosse il livello di implicazione della camorra nella gestione dei rifiuti. Ciò soprattutto perché la camorra presentava un sistema organizzativo che andava dall imporre le società di intermediazione a cui tutti dovevano fare riferimento per lo smaltimento dei rifiuti alla creazione di società cartiere, quelle che ordinariamente nascono e muoiono per emettere fatture per operazioni inesistenti. Parlo di un sistema tale da coprire il discorso delle tangenti, ma soprattutto c era occupazione militare del territorio, con una serie di attività di intimidazione nei confronti di altri operatori del settore, che venivano piegati alle estorsioni. Parallelamente a questa attività principale, si sono inserite altre attività mi riferisco alle operazioni «Scacco al re» e «Pizzo sul pizzo» che hanno colpito fenomeni collaterali di estorsioni legate sempre a questo mondo dell imprenditoria. Questa indagine, soprattutto, ha evidenziato la funzione di spiazzamento che l ingerenza della camorra nella gestione dei rifiuti comporta rispetto all economia legale, perché, potendo contare su illeciti proventi che derivano dal traffico della droga se non da quello delle sigarette, un azienda camorristica può stare sul mercato a prezzi troppo concorrenziali o non tenere conto di perdite, perché in quell ambito la gestione dei bilanci è tutto sommato l ultimo dei pensieri. Questa vicenda si è svolta in due fasi: la prima è quella culminata il 28 maggio 2009; la seconda è il sequel di quella operazione, del luglio 2009, che ha visto la compagnia di Marcianise eseguire un sequestro per circa 400 mila euro. Da sottolineare è il fatto che tra i soggetti coinvolti c era anche Scialdone Antonio, già direttore del Consorzio, che all epoca era direttore della RECAM, una società finanziata con fondi della regione che era tenuta alla bonifica dei Regi Lagni. Tra l altro, Scialdone risultava anche amministratore delegato di una serie di società, a loro volta compartecipate da Di Giovanni Pasquale, uno dei soggetti fedelissimi del clan Belforte. Lo stesso Scialdone, come risulta, è stato un direttore del Consorzio unico di bacino. ALESSANDRO BRATTI. Lo è tuttora? FRANCESCO SAVERIO MANOZZI, Comandante provinciale Guardia di finanza di Caserta. No, adesso no.

3/6 Con riferimento ai Regi Lagni, credo che la procura di Santa Maria Capua Vetere abbia ampiamente illustrato l attività che è stata svolta. Sono stati svelati gli esiti di un attività di indagine durata circa quattro anni, condotta dalla Guardia di finanza unitamente all ARPAC e all ENEA. Si tratta di un attività che ha valorizzato anche degli studi scientifici dell ENEA, proprio sul progetto Regi Lagni del 2001, e ha condotto, com è noto, ad aprile scorso all esecuzione di 22 ordinanze domiciliari nei confronti di una serie di titolari di aziende bufaline, alla notifica di quattro misure interdittive nei confronti dei funzionari che erano preposti alla gestione delle concessionarie Hidrogest e Dondi, società che gestivano i quattro depuratori a loro volta sequestrati, nonché al sequestro di 25 aziende bufaline. Le indagini hanno evidenziato un sistema di inefficienza degli impianti di depurazione. Addirittura, taluni rilievi effettuati insieme a funzionari dell ARPAC hanno evidenziato che, a volte, le acque a monte dei depuratori erano più pulite di quelle che ne uscivano. L indagine evidenziò, inoltre, che alcuni comuni erano convinti di essere collettati ai depuratori, ma nella realtà non lo erano, anche se pagavano il servizio di depurazione. C erano insediamenti industriali che sversavano i reflui senza le autorizzazioni e, soprattutto, aziende bufaline che o sversavano le deiezioni animali direttamente nei Regi Lagni, un corpo idrico artificiale che percorre parte della provincia di Benevento, attraversa Napoli, arriva nella provincia di Caserta per poi sfociare nel mar Tirreno, oppure addirittura le spandevano sui terreni dove gli stessi animali andavano a mangiare. Per quanto riguarda la situazione in corso, sui Regi Lagni proseguono le attività, ma il grosso è stato fatto ad aprile scorso. Per quanto riguarda le attività svolte nei confronti del Consorzio unico, lavoriamo nell ambito di una delega della procura di Santa Maria Capua Vetere. Sono state effettuate attività di polizia giudiziaria e una serie di perquisizioni ordinate dalla procura, che hanno interessato la sede del Consorzio unico di bacino e delle articolazioni territoriali (gli ex CE1, CE2, CE3 e CE4); hanno interessato, in quel caso soprattutto per l acquisizione delle determinazioni dirigenziali che avevano deciso l elevazione di tutti i livelli retributivi. Ci sono state perquisizioni presso le sedi delle quattro società di vigilanza privata la 2D, la International security guard, la Global security service e Vigilanza e sorveglianza e dei loro amministratori; altre perquisizioni hanno riguardato l abitazione di Scialdone, nonché le sedi dei comitati elettorali di Pontillo Michela, compagna di Scialdone. PRESIDENTE. Prima di passare la parola ai colleghi, volevo chiederle se, nel frattempo, relativamente ai rapporti tra la criminalità organizzata e la vicenda dei rifiuti, il flusso dei rifiuti

4/6 speciali o di sostanze radioattive che venivano dal nord è in qualche modo ancora presente o si è interrotto, anche rispetto alla vicenda complessiva del ciclo integrato dei rifiuti. FRANCESCO SAVERIO MANOZZI, Comandante provinciale Guardia di Finanza di Caserta. Quanto alle provenienze dal nord, dopo l operazione «Terra promessa» del giugno 2008, al momento non sono a conoscenza di altri arrivi dal nord Italia. Questo, almeno, è il nostro quadro investigativo. Sicuramente, poiché le operazioni sono piuttosto recenti e ci sono attività sempre in corso, la tematica relativa alla gestione del ciclo dei rifiuti nel territorio di Caserta mantiene sempre e comunque una sua rilevanza, non fosse altro che per gli interessi economici sottesi al fenomeno. Il coinvolgimento delle organizzazioni camorristiche è legato a un interesse economico. Del resto, oltre che per l occupazione del territorio, loro si muovono per realizzare dei guadagni e, come hanno evidenziato le indagini, sicuramente i guadagni sono piuttosto consistenti. ALESSANDRO BRATTI. Lei ci ha ricordato che state svolgendo indagini o accertamenti sugli istituti di vigilanza privata. Alcuni di questi istituti sono anche quelli che oggi stanno presidiando alcune discariche al posto dell Esercito? FRANCESCO SAVERIO MANOZZI, Comandante provinciale Guardia di Finanza di Caserta. Sì, a San Tammaro, ex Casone. SANDRO BALDASSARRI, Guardia di finanza di Napoli. Sono il colonnello Sandro Baldassarri, comandante del nucleo polizia tributaria di Napoli, e sono qui in sostituzione del generale Mainolfi, comandante provinciale, impegnato fuori sede. Vorrei solo dare un aggiornamento flash su una questione che è già nota a questa Commissione, perché è stata più volte trattata, ed è quella relativa alle società che si occupavano della gestione del ciclo integrato dei rifiuti in Campania: Impregilo, Fibe, Fibe Campania e Fisia Italimpianti. Con l ordinanza dell agosto del 2008 il tribunale del riesame aveva annullato il provvedimento emesso nel giugno del 2007 dal gip, dottoressa Saraceno. Nell ottobre del 2009, dopo l interessamento della Corte di cassazione, c è stata una nuova pronuncia e la validità di questo provvedimento è stata rinnovata fino alla concorrenza non più di 750 milioni di euro, come nel provvedimento originario, ma di 266 milioni di euro.

5/6 Nei primi mesi del 2010, quindi, in esecuzione di direttive specifiche della procura, abbiamo iniziato a sequestrare le liquidità che erano sui conti correnti di queste società. Sostanzialmente, le attività investigative pure di polizia giudiziaria sono terminate; c è già stato l udienza presso il gup e, se non ricordo male, è stata fissata la prima udienza presso il tribunale per il 20 luglio. Credo che ci siano posizioni già definite con riti alternativi. Per quanto riguarda le attività investigative prettamente indirizzate alla criminalità organizzata, il reparto che ha la competenza su tutto il distretto della Corte di appello di Napoli, il GICO (Gruppo Investigativo sulla criminalità organizzata), non ne ha né delegate, né di iniziativa, anche perché quelle di maggiore spessore sono state avviate a suo tempo sulle dichiarazioni di Gaetano Vassallo e furono affidate ai reparti del comando provinciale di Caserta. Un altra attività sempre diretta dalla procura della Repubblica di Napoli riguarda i depuratori di Cuma, Acerra e Napoli est. Come Guardia di finanza, come spesso accade con la procura della Repubblica di Napoli, siamo andati in ausilio all Arma dei carabinieri, acquisendo la documentazione tecnica relativa anche alla realizzazione e alla manutenzione di questi depuratori. L ipotesi investigativa è che sostanzialmente i liquami non fossero pretrattati, ma sversati nel depuratore, quindi direttamente in mare tal quali. È stata acquisita copiosa documentazione tecnica, che è attualmente al vaglio di alcuni consulenti nominati dalla procura della Repubblica. I reati ambientali in se stessi sono sostanzialmente investigati dal NOE, noi ce ne stiamo occupando per gli aspetti prettamente economico-finanziari. Un altra attività quella che sarà conclusa dalla compagnia della Guardia di finanza di Nola, sotto la direzione della procura di Nola ha riguardato la società pubblica Campania Felix spa, che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti nei comuni del nolano, Saviano, Tufino, Nola e Mariglianella. In realtà, è stato accertato che nel periodo emergenziale più forte (ma l emergenza ancora è presente) sversavano in aree non autorizzate. È stata disposta anche una perizia geofisica, ma al momento non abbiamo ancora una risposta, in quanto c è il fondato motivo di ritenere che in quell area siano interrati anche rifiuti radioattivi. Al momento, tuttavia, la procura di Nola non ha ricevuto risposta in questo senso. Un altra attività è quella della compagnia della Guardia di finanza di Afragola, da poco avviata. L ipotesi è quella di uno sversamento in fognatura di liquami prelevati da privati e da ditte industriali con la copertura degli autospurghi.

6/6 CANDIDO DE ANGELIS. A voi risulta che il comune di Afragola sia collettato? SANDRO BALDASSARRI, Guardia di finanza di Napoli. Non ho questo dato. Quella di cui parlavo è chiaramente una copertura, soprattutto in relazione ad alcuni privati, ma è ovvio che si raccolgono anche oli esausti e quant altro. CANDIDO DE ANGELIS. Non sapete se è collegato al depuratore SANDRO BALDASSARRI, Guardia di finanza di Napoli. No. ALESSANDRO BRATTI. Questa società Campania Felix è un consorzio pubblico al 100 per cento o è una società mista a maggioranza pubblica? SANDRO BALDASSARRI, Guardia di finanza di Napoli. A noi risulta pubblico al 100 per cento. Fino a poco tempo fa la maggioranza era del comune di Nola, ora è di Tufino. PRESIDENTE. Vi ringrazio e dichiaro conclusa l audizione. La seduta termina alle 19.05.