a cura di : Giorgio Zampetti Responsabile Scientifico di Legambiente

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Transcript:

a cura di : Giorgio Zampetti Responsabile Scientifico di Legambiente Taranto 11 aprile 2014

IL DOSSIER, I CONTRIBUTI E I RINGRAZIAMENTI A cura di: Stefano Ciafani, Andrea Minutolo, Giorgio Zampetti Hanno collaborato alla redazione del dossier: Marco Mancini, Stefania Di Vito dell ufficio scientifico e i tanti comitati regionali, circoli e soci dell associazione che quotidianamente si battono per il risanamento ambientale dei loro territori. Il dossier si apre con 4 approfondimenti a cura di: Simonetta Tunesi, Pietro Comba, Roberta Pirastu, Tony Mira, Carla Guerriero, Fabrizio Bianchi, Eliana Cori Si ringrazia per la collaborazione: Maurizio Pernice, Direttore Generale, Laura D Aprile, Emilio Tassoni e Franco Cautilli della Direzione generale per la tutela del territorio e delle risorse idriche del Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare e tutti coloro che hanno reso possibile la sua realizzazione attraverso dati, documenti e informazioni

Le bonifiche in cifre 180mila ettari di superficie contaminate (oggi con la riduzione del numero dei SIN da 57 a 39 grazie al decreto ministeriale dell 11 gennaio 2013 siamo scesi ad una superficie di 100mila ettari circa). CARATTERIZZAZIONE: solo in 11 SIN su 39 è stato presentato il 100% dei piani (tra questi Manfredonia, Acna di Cengio, il sito produttivo di Pieve Vergonte, Sesto San Giovanni, la Stoppani di Cogoleto e la Fibronit di Bari). PROGETTI DI BONIFICA: solo in 3 SIN su 39 (gli stabilimenti di Cengio e Pieve Vergonte, il sito di Fidenza) è stato approvato il 100% dei progetti di bonifica previsti. in totale sono solo 254 i progetti di bonifica di suoli o falde con decreto di approvazione (e quindi tali da permettere l avvio dei cantieri)

Il giro d affari del risanamento ambientale Si tratta di una opera pubblica dalle dimensioni davvero incredibili: giro d affari: 30 miliardi di euro (stima aggiornata al 2013). dal 2001 al 2012: 3,6 miliardi di euro di investimenti (1,9 miliardi di euro di fondi pubblici, pari al 52,5% del totale) (1,7 miliardi di euro, pari al 47,5% del totale, progetti approvati di iniziativa privata) e il reperimento delle risorse attraverso lo strumento del risarcimento del danno ambientale al marzo 2012 le transazioni concluse con alcuni responsabili della contaminazione nei SIN di Porto Marghera, Brindisi, Napoli Est e Priolo avevano raggiunto la cifra di 696 milioni di euro (anche se inizialmente solo per Porto Marghera il danno ambientale era stato valutato in 35miliardi di euro)

I ritardi cronici del pubblico Ruolo di coordinamento e gestione del Ministero dell ambiente inadeguato. 1998 2013: 1.507 conferenze dei servizi, 804 istruttorie e 703 decisorie, 22.880 documenti presentati dai soggetti coinvolti MA non si è ancora raggiunto l obiettivo del risanamento. Giganteschi programmi di caratterizzazione che non si sono poi concretizzati in progettazione degli interventi Il ruolo della Sogesid, Spa pubblica 22 gennaio 2014: conclusione dell indagine sulla bonifica di Pioltello: arrestati due dirigenti di Sogesid e altre quattro persone tra cui l ex capo della segreteria tecnica dell ex ministro Prestigiacomo, Luigi Pelaggi, e alcuni noti imprenditori (tra cui Francesco Colucci) e professionisti del settore (Claudio Tedesi). I commissariamenti inefficaci, caratterizzati per un notevole sperpero di denaro pubblico e in alcuni casi, stando a quanto emerso da alcune indagini giudiziarie, a vere e proprie attività illegali.

e chi ha inquinato ne approfitta Ruolo non marginale anche di una parte dei soggetti responsabili dell inquinamento. Alcuni esempi riportati nel dossier: MANCATA RICONVERSIONE TECNOLOGIE INQUINANTI Le aziende chimiche che ancora oggi in Italia hanno impianti cloro-soda che utilizzano l obsoleta e inquinante tecnologia con le celle al mercurio, come nel caso dei siti produttivi ex Enichem, poi Tessenderlo e oggi HydroChem Italia di Pieve Vergonte (Vb). INADEMPIENZE E FALLIMENTI AZIENDALI La Stoppani di Cogoleto (Ge), un azienda chimica che per decenni ha inquinato di cromo esavalente e altri veleni l ambiente e dopo anni si è arrivati al commissariamento per le reiterate inadempienze agli obblighi di bonifica. CORSI E RICORSI PER DILAZIONARE I TEMPI DI BONIFICA La bonifica di Crotone, dove anche nelle relazioni delle Commissioni parlamentari viene stigmatizzato l operato della Syndial: Le numerose riunioni tecniche e i sopralluoghi degli enti di controllo nazionali e locali, effettuati su richiesta del Ministero, sembrano non avere altro effetto che quello di fornire alla Syndial un giustificativo per dilazionare i tempi di intervento

Terre malate e malati d inquinamento Amianto nei poli industriali che producevano l eternit a Casale Monferrato, Bagnoli o Broni - PCB a Brescia - IPA nelle acque sotterranee di Falconara Marittima, Bagnoli e Gela - Diossina a Pitelli, Marghera o nel Litorale Domitio Flegreo - Ferriti di zinco a Crotone. La presenza di queste sostanze e i ritardi negli interventi di bonifica causano un problema ambientale ma anche e soprattutto evidenti danni alla salute: Progetto Sentieri coordinato dall Istituto Superiore di Sanità E tutto questo causa un dramma sociale strisciante: non solo il caso drammatico di Taranto o della Terra dei Fuochi, ma purtroppo anche altre situazioni come ad esempio Gela o Priolo, dove non bonificando si crea un grande problema sanitario, che comporta anche notevoli risvolti economici: Studio sulle aree industriali di Gela e Priolo effettuato dall Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, Pisa

Campania, dalla Terra dei Fuochi alla Terra Felix La drammatica vicenda della Terra dei Fuochi è entrata finalmente anche nell agenda della politica nazionale, dopo tanti anni di colpevole inazione: un area fortemente contaminata dall inquinamento causato dai rifiuti prodotti dalle industrie di diverse parti d Italia, a partire dal nord del Paese, e smaltiti illegalmente lì da almeno 30 anni. Le questioni da risolvere: 1. Il sito del Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano (che comprende anche la Terra dei Fuochi ) deve ridiventare un SIN 2. Evitare la sovrapposizione di ruoli e la costruzione di troppi tavoli di lavoro e comitati che rischiano di far perdere ulteriore tempo. 3. Il decreto in discussione oggi nelle aule parlamentari può rappresentare un importante occasione però non entra ancora nel merito degli interventi di bonifica di cui si comincerà a discutere non prima di sei mesi dalla sua approvazione. 4. Serve elevare ai massimi livelli la rete dei controlli per evitare che le ecomafie con le loro società di comodo, entrino nel ricco business delle bonifiche ambientali. 5. Occorre mettere in campo una strategia di contrasto contro le illegalità ambientali

Bonifiche sotto inchiesta Dal dossier emerge chiaramente anche il rischio di illegalità e di infiltrazione ecomafiosa nel settore e non solo nelle regioni del sud Italia. dal 2002 ad oggi sono state 19 le indagini su smaltimenti illegali di rifiuti derivanti dalla bonifica di siti inquinati emesse 150 ordinanze di custodia cautelare, sono state denunciate 550 persone e coinvolte 105 aziende Queste indagini sono state concluse da 17 Procure della Repubblica di diverse parti d Italia (Alessandria, Bari, Bologna, Brescia, Busto Arsizio (Va), Chieti, Grosseto, Massa, Milano, Rieti, Siena, Trapani, Udine, Velletri, Venezia, Verbania e Viterbo). (elaborazione di Legambiente su dati Forze dell ordine)

I SIN della Puglia del dossier Il sito di interesse nazionale di Manfredonia è istituito attraverso la legge 426 del 1998 che lo individua come area di interesse nazionale, perimetrato successivamente con il decreto del 10 gennaio 2000. L area interessata della provincia di Foggia (nei comuni di Manfredonia, Monte Sant Angelo e Mattinata) comprende circa 216 ettari sulla terra e 853 ettari in mare. 1972: stabilimento EniChem in località Macchia. 1984: avviene l unificazione della Società Chimica Dauna con la Società Anic Agricoltura e quindi Enichem Agricoltura. Oggi: aree private nel sito tutte di proprietà di Syndial Aree pubbliche: discariche Conte di Troia, Pariti 1RSU, Pariti Liquami e Pariti II, aree confinanti con lo stabilimento ex Enichem e il tratto di mare antistante lo stabilimento industriale, dove finivano le acque di scarico degli stabilimenti. Sostanze prodotte e utilizzate nel ciclo produttivo: urea, ammoniaca anidra, caprolattame e solfato ammonico, toluolo (toluene), zolfo, ammoniaca, gas naturale, fuel oil, cloro, soda caustica e anidride carbonica.

Manfredonia I dati forniti dal Ministero dell Ambiente indicano l avanzamento a marzo 2013: 5% è stato messo in sicurezza di emergenza; 100% dei piani di caratterizzazione sono stati presentati; 81% dei risultati è stato presentato; 79% dei progetti di bonifica è stato presentato e approvato Nelle aree private ex Enichem e Agricoltura, ora a carico della Syndial, è stata eseguita la messa in sicurezza di emergenza e per alcune di queste è stata completata la bonifica (compreso l abbattimento delle torri di raffreddamento e lo smantellamento degli impianti). Le aree ancora critiche riguardano le discariche scoperte in un secondo momento e quelle interessate da contaminazione della falda. In particolare la bonifica della falda, che riguarda l area 16 di proprietà Syndial, tra le più inquinate e ancora oggi critiche, invece è entrata a regime dal 2006 e da allora è attivo il sistema di estrazione trattamento e reimmissione dell acqua dalla falda. Per le aree di competenza pubblica, ovvero le discariche Pariti 1 RSU - Liquami e Conte di Troia, dopo la procedura d infrazione europea (avviata nel 1998) si è giunti nel 2011 alla completa bonifica del sito mediante un intervento di messa in sicurezza permanente. Per le aree a mare le indagini eseguite sui sedimenti da parte dell ISPRA, condotte nel 2008, hanno evidenziato contaminazioni da mercurio anche nelle porzioni più profonde.

I SIN della Puglia del dossier Brindisi: Sito di interesse Nazionale (SIN) per la bonifica ai sensi della L. 426/98; con successivo Decreto M.A del 10/01/2000, il Ministero dell Ambiente ha perimetrato l intera area industriale: tutta l area industriale gestita dal Consorzio ASI e la parte di terreno agricolo compreso fra il polo industriale di Nord e la centrale termoelettrica Enel di Cerano, posta a sud dell area industriale; tale centrale è collegata al porto di Brindisi attraverso un nastro trasportatore del carbone e dell olio combustibile (un tempo anche orimulsion) lungo circa 8 chilometri. Anche le aree poste a mare e costituenti tutto il porto di Brindisi (seni di ponente e levante, porto medio e porto esterno) oltre che un area di mare posta a sud e fino a Cerano, per un estensione di 3 miglia marine, rientrano nella perimetrazione. 5 categorie principali (polo chimico, polo elettrico, agglomerato artigianale e industriale, aree agricole e aree di pertinenza dell Autorità Portuale) di attività. Contaminazione dei terreni e della falda da: metalli pesanti (arsenico, mercurio, cadmio, rame, nichel manganese, piombo), idrocarburi (C<12 e C>12), idrocarburi policiclici aromatici (IPA) ed altre sostanze pericolose come fitofarmaci e pesticidi clorurati, sono solo alcuni degli inquinanti rinvenuti nelle aree.

Brindisi Alla fine del 2000, dopo il decreto di perimetrazione dell area di Brindisi, solo alcune aziende private (6 o 7 su circa 200 aziende insediate) si attivano. Tutto tace invece sul fronte pubblico, affidato al Commissario (attivo fino a giugno 2011), che solo a partire dal 2004 (ben 4 anni dopo) utilizza i fondi a disposizione per caratterizzare aree pubbliche e private. Nel 2007 fine siglato l Accordo di programma per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nel SIN di Brindisi : 135 milioni di euro di cui 50 rivenienti dal Ministero attraverso i fondi FAS, 65 dalla Regione attraverso i fondi CIPE/FAS, 5 dal programma nazionale delle bonifiche (DM 468/01) e 15 da presunte prime transazioni relative all approvazione di aziende private. Entrando nello specifico di ciò che è stato fatto nel corso di 15 anni, dal 1998 ad oggi, si può dire che la situazione risulta ancora lontana dall obiettivo finale di bonifica: 7,8% dell area perimetrata è in stato di messa in sicurezza d emergenza; 79,5% delle caratterizzazioni risulta conclusa; 8,2% delle aree risulta presentato il Progetto di Bonifica e sul 7,8% delle aree i progetti sono stati approvati dal Ministero.

Le 10 proposte per cambiare passo 1. Garantire maggiore trasparenza sul Programma nazionale di bonifica 2. Stabilizzare la normativa italiana e approvare una direttiva europea sul suolo 3. Rendere più conveniente l applicazione delle tecnologie di bonifica in situ per permettere il loro avvio in tutti i SIN 4. Istituire un fondo nazionale per le bonifiche dei siti orfani 5. Sostenere l epidemiologia ambientale per praticare una reale prevenzione

Le 10 proposte per cambiare passo 6. Fermare i commissariamenti 7. Potenziare il sistema dei controlli ambientali pubblici 8. Introdurre i delitti ambientale nel codice penale 9. Applicare il principio chi inquina paga anche all interno del mondo industriale 10. Ridimensionare il ruolo della Sogesid, società pubblica attiva sulla gran parte dei SIN e al centro di recenti indagini giudiziarie

G R A Z I E per l attenzione La versione completa del Dossier con il dettaglio delle singole schede per i 27 SIN analizzati, è disponibile sul sito www.legambiente.it Per ulteriori informazioni rivolgersi a: scientifico@legambiente.it