RADIO MARIA MARTEDI 10 MAGGIO 2005 L ATTUAZIONE DELLA RIPARAZIONE.

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Transcript:

RADIO MARIA MARTEDI 10 MAGGIO 2005 L ATTUAZIONE DELLA RIPARAZIONE. Lode e gloria a Te, Signore Gesù. Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno Come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l anima mia. Speri Israele nel Signore, ora e sempre. (Salmo 130 [131]) Nelle meditazioni che abbiamo condotto, ci siamo soffermati sul senso della devozione al Sacro Cuore di Gesù. Lo abbiamo fatto meditando sulla figura di Giovanni, poi su quella di S. Margherita Maria Alacoque e su quella di S. Claudio La Colombière, e riflettendo sul significato del termine devozione. In particolare, all interno del movimento d amore tra il contemplante ed il Cuore di Gesù, più volte ci siamo incontrati con il desiderio espresso dallo stesso Gesù a S. Margherita Maria, che la Chiesa attui un amore che potremmo chiamare riparatore per le sofferenze che l umanità infligge al Cuore di Gesù anche oggi. Il culto che dobbiamo al Cuore di Cristo si innesta essenzialmente sulla contemplazione del cuore trafitto: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. A quel cuore che, prima di entrare nel culmine della passione, nella morte, ha aderito al disegno salvifico di Dio Padre, ha accettato la volontà del Padre. Per questo il segno del cuore trafitto manifesta la glorificazione del Padre: è Dio Padre che viene glorificato perché, nel sacrificio di Cristo, l umanità è redenta dal Suo Amore: - il sangue simboleggia la morte di Gesù 1

- l acqua simboleggia la forza dello Spirito di Dio che dall intimo di Cristo inonda la nostra persona e tutta l umanità. La devozione al Sacro Cuore ha sempre privilegiato il momento del Getsemani. E questo fondamentalmente per due motivi: a) nella preghiera il cuore si esprime quale centro del nostro essere davanti a Dio. E ciò vale in particolare per la preghiera di Gesù nel Getsemani: Abbà, Padre, tutto è possibile a te (Mc 14,36); b) la notte nel Getsemani può essere considerata la passione interiore che anticipa la passione esterna e cruenta di Gesù. Ripercorrendo la notte nel Getsemani, possiamo percepire l amore del Padre per noi, che non ha risparmiato il Suo Figlio: Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo figlio unigenito per noi. Possiamo constatare la sofferenza di Gesù nell accettare la volontà del Padre: Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà (Lc 22,42); possiamo penetrare nel mistero doloroso della preghiera di Gesù, mentre gli amici dormono: Sedetevi qui, mentre io prego (Mc 14,32). Eppure la scelta di Gesù, di compiere fino in fondo la volontà di Dio Padre piuttosto di sfuggire alla prova, ha trasformato il momento della sofferenza in mezzo di salvezza (p. Vanhoye): l obbedienza a Dio, dettata dall Amore per Suo Padre e per noi, ha reso perfetto il sacrificio di Cristo, sacrificio che così è diventato salvezza feconda. Proprio perché ha vissuto la notte nel Getsemani, nell intensa preghiera, nell accettazione della volontà del Padre, il Cuore di Cristo è il testimone dell Amore che ha compiuto la nostra Redenzione, quella stessa Redenzione cui siamo invitati a cooperare. Lì, nel Getsemani, come Cristo compie la nostra Redenzione? - con un atto di obbedienza al Padre risposta piena di riconoscenza all Amore da lui ricevuto come figlio; 2

- con un atto di giustizia: Dio rende giusto il peccatore e vuole che lui cooperi al disegno di salvezza; - con un atto di sacrificio: Gesù, il sacerdote dell eterna Alleanza, attraverso l offerta di se stesso, ha attuato la nostra liberazione, distruggendo così la potenza del peccato; - con un atto di amore creativo: Cristo ha donato il Suo Spirito a tutto l uomo, anche alla sua carne, rendendolo capace di aprirsi all accoglienza del perdono. Solo lo Spirito Santo, sgorgato dal Cuore di Cristo ha la capacità di andare fino alla radice del peccatore e di sanare il suo rifiuto dell amore; - con un atto di fedeltà: viene restaurata per sempre l Alleanza tra Dio e l uomo. Il dono di Gesù è atto di amore verso il Padre e verso l uomo. Spesso il termine riparazione è associato alla Redenzione. Comunque sia, ogni amore rivolto al Padre mediante il Cristo è riparatore del peccato. Contemplando il Cuore ferito di Cristo è facile che in noi si renda viva la coscienza del nostro essere peccatori, e l esigenza di accogliere il perdono, di lasciarci amare senza più resistenze. Nasce allora in noi il bisogno di rispondere ad un Amore così grande, che abbiamo riconosciuto e che suscita Riconoscenza. Il Cuore di Gesù, ci invita a rispondere al Suo Amore amandolo con tutto il nostro essere. Così si attua la riparazione e si indebolisce il peccato che è in noi. Contemplando il Cuore di Cristo, esso ci introduce negli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù (Fil 2,2): - ci fa solidali al mistero vissuto da Cristo; - e ci fa partecipare alla Redenzione mediante l amore. È proprio in relazione a questo aspetto che noi possiamo parlare di riparazione. Condizione essenziale della riparazione è l amore: - amore a Cristo; - amore agli altri, mediante il quale facciamo nostro il disegno del Padre che vuole tutti salvi. Per vivere nell amore, come del resto ha fatto Gesù, occorre un intensa vita spirituale, che non appartiene certo a quelli che vivono nel peccato. 3

Infatti, il primo aspetto della riparazione riguarda la distruzione del peccato. Il peccato è una mancanza d amore, una rottura dell Alleanza. Interiorizzando il senso del peccato, la riparazione diventa essenzialmente redamatio, risposta d amore. Questo lo possiamo notare nel racconto giovanneo del triplice rinnegamento di Pietro compensato con la triplice confessione di amore e la triplice accettazione di Cristo. Quand ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?. Gli rispose: Certo, Signore, tu lo sai che ti amo. Gli disse: Pasci i miei agnelli. Gli disse di nuovo: Simone di Giovanni, mi ami?. Gli rispose: Certo, Signore, tu lo sai che ti amo. Gli disse: Pasci le mie pecorelle. Gli disse per la terza volta: Simone di Giovanni, mi ami?. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo. Gli rispose Gesù: Pasci le mie pecorelle. (Gv 21,15-17). Come si nota, Gesù chiede quasi una riparazione d amore, perché Pietro possa essere profondamente reintegrato come pastore della Chiesa. Secondo l enciclica sullo Spirito Santo di Giovanni Paolo II, il peccato di Adamo fu peccato contro la luce e l amore: disobbedienza e rifiuto della Parola di Dio, menzogna e rifiuto del dono e dell amore e, infine, atto contrario alla volontà salvifica e quindi offesa di Dio. L atto redentore di Cristo, al contrario, fu atto di obbedienza e cioè atto di amore totale nella consacrazione di tutta la sua esistenza alla volontà del Padre (cfr. Gv 17). In questo modo il processo di rottura dell Alleanza d Amore viene riparato, ed alla morte succede il dono della vita, frutto del sacrificio di Cristo, unico sacerdote. Gli atti d amore riparatore risanano le offese all Amore, specialmente quelle da parte di persone consacrate, le irriverenze nei confronti dell Eucaristia, le bestemmie,. E, proprio perché si sta perdendo il senso del peccato, si sta affievolendo il senso della riparazione dei propri peccati! Il fedele che, mosso dalla carità, vuol partecipare alla Redenzione di Cristo, si offre quale offerta viva a Cristo capo del Corpo mistico e fa della sua esistenza un sacrificio di riparazione nell amore. 4

Così si esprime il Padre Karl Rahner nel suo libro Teologia del Cuore di Cristo Ed. ADP: Noi giustificheremo sufficientemente l idea riparatrice, elemento costitutivo della devozione al Sacro Cuore, se promulghiamo le seguenti verità e ne teniamo conto nelle nostre preghiere: - Cristo, quale mediatore, ha dato soddisfazione al Padre, alla Maestà del Dio eterno, per i nostri peccati mediante le sue sofferenze e la sua morte, ricompensa del peccato stesso, in modo che volle che noi partecipassimo alle sue sofferenze riparatrici per il peccato del mondo; - dobbiamo e possiamo perpetuare la sua passione e la sua morte nel corpo mistico della Chiesa sino alla fine dei tempi, partecipando alla sorte del suo amore profondo; - nelle preghiere riparatrici gli protestiamo di voler, mediante la nostra vita e la nostra morte, partecipare realmente con la sua grazia al sacrificio, che egli ha offerto al suo Divin Padre quale nostro eterno e sommo sacerdote nell amore sacrificale del suo Cuore obbediente sino alla morte. Il secondo aspetto della riparazione riguarda la partecipazione al sacrificio eucaristico. L Eucaristia, istituita da Cristo, rende presente l unico sacrificio della Croce. Ecco perché la riparazione si è concentrata storicamente sul mistero eucaristico: riparare i peccati contro l Eucaristia significava riparare i peccati contro l amore di Cristo manifestatosi nella Sua passione e morte. Per santa Margherita Maria, ogni mancanza di rispetto e di amore al Sacramento del Corpo e del Sangue del Signore, significa una ferita al Cuore di Cristo. Secondo la Lettera agli Ebrei i peccatori per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all infamia (Eb 6,6) e da questo possiamo comprendere come coloro che sono mossi dall amore di Cristo tendano a compensare con l amore queste offese all amore. Anche nell enciclica Haurietis aquas di Pio XII, del 15 maggio 1956, osserviamo: 5

le rivelazioni di cui fu favorita santa Margherita Maria, non aggiunsero alcuna nuova verità alla dottrina cattolica. Nondimeno è vero che la Santa col suo ardente zelo ottenne che questa forma di culto ( ) rivestisse le caratteristiche dell amore e della riparazione, che lo distinguono dalle altre forme della pietà cristiana (n.60). La grande rivelazione fatta dal Signore a santa Margherita Maria nel 1675 segna una data decisiva per il culto al Sacro Cuore ed è di singolare importanza per l elemento della riparazione. Nelle rivelazioni a santa Margherita Maria entrano in gioco l amore divino non corrisposto, l onore di Dio oltraggiato, la divina giustizia che esige riparazione. La riparazione, come del resto sostiene anche S. Margherita Maria, è offerta direttamente a Cristo ed al suo Cuore, ma Cristo stesso e il suo cuore sono offerti in riparazione al Padre soprattutto nell Eucaristia. Il terzo aspetto della riparazione è la compassione, la partecipazione affettiva ai sentimenti di Cristo, l aspetto a noi più intimo e delicato. Quale senso ha il voler consolare Cristo? La compassione presuppone la nostra partecipazione, presuppone il senso della compresenza alla sofferenza del Cuore di Gesù nel Getsemani, in particolare presuppone una vita spirituale profonda: compatire significa patire insieme con, significa soffrire dello stesso dolore della persona amata. Con la compassione, diventiamo contemporanei a Gesù. Tale contemporaneità è resa possibile dal fatto che Cristo ha anticipato le sofferenze recategli da quanti sarebbero stati infedeli. S. Teresa di Lisieux racconta nella sua autobiografia: Una domenica, guardando una fotografia di Nostro Signore in Croce, fui colpita dal sangue che colava da una delle sue mani Divine, provai una grande pena al pensiero che quel sangue colasse a terra senza che nessuno si desse pena di raccoglierlo e risolsi di restare in ispirito ai piedi della Croce per ricevere la Divina rugiada che ne colava e che, comprendevo, avrei poi dovuto spargere sulle anime. Il grido di Gesù in Croce: Ho sete!, risuonava continuamente nel mio cuore, e quelle parole mi accendevano dentro un fuoco incontenibile e vivissimo. Volevo dare da bere al mio Diletto e mi sentivo io stessa divorata dalla sete delle anime. 6

Non erano ancora le anime di sacerdoti ad attirarmi, ma quelle di grandi peccatori che bruciavo dal desiderio di sottrarre alle fiamme eterne. Per incoraggiare il mio zelo il Buon Dio mi mostrò che gradiva i miei desideri. Intendo riferirmi ad un gran criminale che era stato condannato a morte per dei delitti nefandi e che tutto portava a pensare che sarebbe morto impenitente. Ad ogni costo io volli impedirgli di cadere nell inferno, e per riuscirvi mi valsi di tutti i mezzi immaginabili. Sentendo che da me sola non potevo niente offersi al Buon Dio i meriti infiniti di Nostro Signore, i tesori della Santa Chiesa. Avrei voluto che tutte le creature si unissero a me per implorare grazia al colpevole. In fondo al cuore sentivo la certezza che i nostri desideri sarebbero stati soddisfatti, ma per darmi coraggio nel continuare le preghiere per il peccatore, dissi al Buon Dio che ero certissima che avrebbe perdonato al povero infelice Pranzini, che lo avrei creduto anche se egli non si fosse confessato e non avesse dato alcun segno di pentimento, tanto avevo fiducia nell infinita misericordia di Gesù, ma che gli chiedevo solo un segno di pentimento, per mio semplice conforto. La mia preghiera fu esaudita alla lettera! L indomani della sua esecuzione mi trovo sotto mano il giornale La Croix. Lo apro con ansia e cosa vedo? Oh, le lacrime tradirono la mia emozione e fui costretta a nascondermi. Pranzini non si era confessato, era salito sul patibolo e si apprestava a passare la testa in quel lugubre foro, quando, ad un tratto, preso da improvvisa ispirazione, si volse, prese il Crocifisso che il prete gli presentava e baciò per tre volte le sue sante piaghe! Indi la sua anima andò a ricevere la sentenza misericordiosa di Colui che afferma come in Cielo ci sarà più gioia per un solo peccatore che fa penitenza che per 99 giusti che di penitenza non hanno bisogno. Santa Faustina Kowalska nel suo diario racconta: Ho pregato tutto il cielo ad unirsi a me per compensare il Signore dell ingratitudine di certe anime. Gesù mi ha fatto conoscere quanto Gli è gradita la preghiera riparatrice. Mi ha detto: La preghiera di un anima umile ed amante placa l ira del Padre Mio ed attira un mare di benedizioni. Finita l adorazione, a metà strada verso la cella, fui circondata da un gran branco di cani neri, alti, che saltavano ed ululavano, mostrando chiaramente l intenzione di 7

sbranarmi. Mi accorsi però che non erano cani, ma demoni. Uno di loro disse con rabbiosa malvagità: Dato che questa notte ci hai portato via tante anime, ora noi ti facciamo a pezzi. Risposi: Se questa è la volontà di Dio misericordiosissimo, fatemi pure a pezzi, poiché l ho giustamente meritato, essendo la più misera delle peccatrici, ma Dio è sempre santo, giusto ed infinitamente misericordioso. A queste parole risposero tutti insieme i demoni: Fuggiamo, perché non è sola, ma c è con lei l Onnipotente. E scomparvero come la polvere, come un rumore che giunge dalla strada, mentre io tranquillamente, continuando il Te Deum, andai in cella riflettendo sull infinita ed insondabile Misericordia divina (9. VIII. 1934). Nella compassione raggiungiamo l intima unione a Cristo morto e risorto! Il Padre Kolvenbach, Superiore Generale dei Gesuiti, in una conferenza tenuta a Paray le Monial, il 2 Luglio 1988 afferma: Contemplando il cuore ferito del Cristo, tutti coloro che portano il nome di cristiani comprendono la loro solidarietà umiliante nel peccato con tutti gli uomini di cui condividono l indifferenza ed il rifiuto. Ma, poiché il cuore ferito non significa la sacralizzazione del dolore ma la santificazione della sofferenza per mezzo dell amore, la nostra reazione la nostra redamatio potrà esprimersi, secondo la vocazione e la missione di ciascuno, in atteggiamenti diversi. Per alcuni, sarà la partecipazione all agonia mortale del Signore; per altri, la gioia pasquale ed il suo sguardo di speranza capace di assumere ed integrare tutto ciò che c è di incomprensibile nell angoscia esistenziale degli uomini; per altri ancora, la fede ardente che spinge a costruire la civiltà del Cuore di Cristo sulle rovine accumulate dall odio e dalla violenza. È soprattutto quest ultimo modo che Giovanni Paolo II ha definito come la vera riparazione domandata dal Cuore del Salvatore. In questo tempo di odio e di violenza, di ingiustizia e di discriminazione, la riparazione dovuta al Signore è autentica se comprende la sensibilità per il povero, la promozione della giustizia, l amore del piccolo, il rispetto della vita. La parola riparazione, così spesso rifiutata oggi, è legata storicamente al concetto paleocristiano di redamatio quel rendere amore per amore che è la grazia 8

propria dell Ad Amorem degli Esercizi Spirituali come compimento della domanda posta dall amore: Che cosa devo fare per Cristo?, dall amore del Cristo in croce che noi abbiamo trafitto. Nella spiritualità ignaziana è proprio nel movimento di pentimento che si sviluppa la compassione, e questo movimento ci sarebbe impossibile senza ottenere l amore o senza arrivare all amore del Cuore del Salvatore. Il quarto aspetto della riparazione è la partecipazione attiva, l apostolato, quale partecipazione alla sofferenza ed all azione redentrice di Cristo. In fondo, nelle nostre opere apostoliche non cerchiamo altro che la distruzione della potenza del peccato e la instaurazione del Regno di Dio. Il ministero apostolico implica però una conformazione interiore alla coscienza redentrice di Cristo e la partecipazione al mistero della sua sofferenza: lottando contro le potenze malvagie, ci costringe in qualche modo ad abbracciare i sentimenti del Cristo salvatore. Tale è l impronta particolare conferita alla vita apostolica dall unione al Cuore di Cristo! Dal punto di vista dell atteggiamento spirituale, lo sguardo al Cuore di Gesù arricchisce considerevolmente l apostolo. Innanzi tutto conferisce una dimensione interiore alla sua attività apostolica. Aderire con lo sguardo della fede amante al mistero del suo Cuore di Redentore, permette all apostolo di interiorizzare la propria visione spirituale. Egli fa sua quella di Cristo. Concludendo, riparazione non è un astratta preghiera innalzata per uomini più peccatori di noi, ma è un movimento suscitato dalla forza dello Spirito Santo che ci permette di assumere gli stessi sentimenti di Cristo, come successe a S. Margherita Maria, con lo scambio dei cuori!. Dopo mi chiese il cuore ed io lo supplicai di prenderlo. Lo prese e lo mise nel Suo Cuore adorabile, nel quale me lo fece vedere come un piccolo atomo, che si consumava in quella fornace ardente. Poi, toltolo da essa, quale una fiamma ardente a forma di cuore, lo rimise nel luogo in cui lo aveva preso, dicendomi: Ecco, mia 9

diletta, un prezioso pegno del mio amore, che racchiude nel tuo costato una scintilla delle sue fiamme più vive, affinché ti serva da cuore e ti consumi fino all ultimo istante. Il suo ardore non si spegnerà, e potrà procurarsi del refrigerio solo in un salasso, che io segnerò talmente col sangue della mia Croce, da fartene riportare più umiliazione e sofferenza che sollievo. È la ragione per cui voglio che tu lo chieda con semplicità, sia per praticare con semplicità ciò che ti è ordinato, sia per darti la consolazione di versare il tuo sangue sulla croce delle umiliazioni. E come segno che la grande grazia che ti ho appena fatto non è un immaginazione, ma il fondamento di tutte quelle che devo ancora farti, sebbene io abbia chiuso la piaga del tuo costato, il dolore di essa ti resterà per sempre; e se finora hai preso solo il nome di una mia schiava, ora ti do quello di discepola prediletta del mio Sacro Cuore. Concludo con quanto dice il padre Kolvenbach: Chi nell avventura della sua esperienza religiosa ha avuto l occasione di sperimentare di più l inaudita altezza, profondità, lunghezza e larghezza dell amore del Cristo Salvatore, costui non può smettere di ripetere a se stesso ed a quelli che sono sul suo cammino che il Cuore di Gesù è il centro ultimo e la verità ultima della vita e della morte, dell odio e dell amore. Allora dice e ridice, al modo della meditazione orientale, Cuore di Gesù, abbi pietà di me. Lo dice rivolgendosi a questo Cuore trafitto ed amante, che ci ama nelle nostre tenebre senza uscita, a questo Cuore che è lo stesso Cuore di Dio e che ci consegna, senza esaurirlo, il mistero primordiale, cioè il fatto che incomprensibilmente Dio ci ama e che questo amore è diventato irrevocabile nel Cuore di Gesù: là, in questo cuore noi siamo amati, ma là anche, in questo Cuore osiamo sperarlo tutti sono raggiunti dall amore. Prima dell apparizione della Vergine Maria ai bambini di Fatima, apparve per tre volte l angelo, come per abituarli al soprannaturale. Nell autunno del 1916, mentre i fanciulli prostrati a terra pregavano, l angelo apparve loro e chiese di recitare per tre volte la seguente preghiera: 10

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, vi adoro profondamente e vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i Tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi ed indifferenze con cui Egli è offeso. E per i meriti infiniti del Suo Sacratissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria vi chiedo la conversione dei poveri peccatori. Poi l angelo prese il calice e l ostia. A Lucia diede l ostia ed a Francesco e a Giacinta il contenuto del calice, dicendo: Prendete e bevete il Corpo e Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro delitti e consolate il vostro Dio. Sacro Cuore di Gesù, insegnami la perfetta dimenticanza di me, perché è la sola via attraverso la quale posso entrare in te. Insegnami ciò che devo fare per raggiungere la purezza del tuo amore, di cui mi hai ispirato il desiderio. Fa in me la tua volontà, Signore; io mio oppongo, lo so, ma vorrei non oppormi. Sta a te fare tutto, Cuore divino di Gesù Cristo. 11