LATILUB TECNOPOLIMERI AUTOLUBRIFICANTI A BASSO COEFFICIENTE D ATTRITO E ALTA RESISTENZA ALL USURA



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LATILUB TECNOPOLIMERI AUTOLUBRIFICANTI A BASSO COEFFICIENTE D ATTRITO E ALTA RESISTENZA ALL USURA

CHI É LATI? LATI è un azienda nata in Italia nel 1945. Dall anno della fondazione ad oggi si è guadagnata, in Italia e nel Mondo, una posizione di assoluto prestigio nel campo dei compound termoplastici tecnici. LATI infatti è: il compoundatore indipendente con la più vasta gamma di prodotti in Europa; uno dei più qualificati fornitori di compound autoestinguenti nel mondo; un partner nello sviluppo di prodotti speciali e ad alte prestazioni preparati su misura per i propri clienti. L azienda ha 2 stabilimenti in Italia con un potenziale di 38.000 tonnellate annue. I prodotti LATI sono presenti nei principali settori applicativi, dai mezzi di trasporto alla meccanica di precisione, dagli elettrodomestici all elettrotecnica. Il materiale è distribuito in tutti i principali mercati esteri grazie alla presenza di una propria rete commerciale. La vocazione LATI è di raggiungere la soddisfazione del cliente mediante un servizio che comprenda elevato contenuto tecnologico dei propri prodotti e flessibilità verso le esigenze specifiche del mercato con una qualità costante nel tempo.

PREMESSA L utilizzo di materiali termoplastici in campo meccanico è ormai divenuto consuetudine, soprattutto dopo l introduzione e il consolidamento, nel corso degli anni, dell utilizzo di agenti di rinforzo all interno della matrice termoplastica. In particolare, nell ultimo decennio si è fatta sempre più stringente l esigenza di impiegare i polimeri in cinematismi geometricamente complessi, il cui impiego è previsto in condizioni impegnative, sia dal punto di vista chimico che meccanico. In questo campo l uso di polimeri consente la produzione di manufatti con le tolleranze dimensionali imposte senza ulteriori costose lavorazioni meccaniche, come accade es. per gli ingranaggi metallici, mediante una trasformazione semplice e rispettosa dell ambiente e della salute oltre che economicamente vantaggiosa. Per creare manufatti autolubrificanti il cui funzionamento non richieda l impiego di olii, grassi e sistemi di insonorizzazione è necessario, in primo luogo, inquadrare correttamente i fenomeni fisici che si devono affrontare e successivamente disporre di una buona conoscenza degli additivi e delle resine di base. Con questa brochure LATI desidera condividere con i suoi Clienti una parte della sua esperienza in questo settore offrendosi come guida e punto di riferimento anche nel campo dei prodotti autolubrificanti, grazie ai suoi compound speciali ed alla competenza tecnica del suo staff. Le proprietà tribologiche di un materiale consentono di descriverne il comportamento durante lo strisciamento contro un altro corpo, realizzato con il medesimo materiale o con un prodotto differente. E fondamentale sottolineare come però i fenomeni generati durante il movimento sono correlati anche ad altri fattori estranei alla natura dei materiali e legati invece a caratteristiche delle superfici (forma e rugosità), alle condizioni ambientali (temperatura) oltre che alle condizioni di esercizio (carichi, velocità, area di contatto ecc.). Per tale ragione è evidente che non è sicuro identificare nelle proprietà tribologiche di un materiale delle specifiche affidabili ed impiegabili in fase di progetto. Si raccomanda quindi di utilizzare i parametri descritti solo a scopo di paragone fra diversi prodotti autolubrificanti e non come valori assoluti, precedendo sempre lo sviluppo di un progetto con test preliminari dedicati. Le caratteristiche studiate in campo tribologico sono: il coefficiente d attrito, statico e dinamico; il limite PV; il fattore d usura. 1

ATTRITO Lo spostamento relativo fra due corpi in contatto tra loro è regolato da leggi fisiche, ed è fonte di cedimento e usura dei corpi stessi. Il fenomeno che limita il movimento di corpi in contatto prende il nome di attrito. Laddove tale contatto esiste, si genera una resistenza al moto dovuta all interazione tra le superfici adiacenti appartenenti ai corpi stessi. Tale resistenza è schematizzabile attraverso forze e coppie di forze d attrito. Quando due corpi scorrono (o rotolano senza strisciare) l uno sull altro, tra le superfici di contatto si manifesta una forza di attrito radente (oppure una coppia di attrito volvente), tale da opporsi al movimento (fig. 1). Fig. 2 - Effetti della rugosità della superficie metallica sul coefficiente di attrito Nel caso di attrito radente, finché il corpo rimane in quiete si parla di forza di attrito statico. Se il corpo si mette in movimento si parla di forza di attrito dinamico. La forza di attrito statico tra due corpi è diretta in senso opposto alla forza applicata ed è proporzionale alla forza peso W del corpo stesso. Il rapporto tra la forza di attrito e la forza peso determina il coefficiente di attrito; quest ultimo dipende dalla coppia di materiali in contatto, ma, entro certi limiti, è indipendente dall estensione delle superfici. La prima è prevalente nel caso di superfici particolarmente lisce, la seconda prevale per superfici rugose o substrati a basso modulo elastico. Il fenomeno fisico che origina le due componenti è differente e di questi fattori si deve tenere conto nella realizzazione di manufatti e materiali per impieghi in cui è previsto movimento relativo. L attrito genera una serie di fenomeni locali che creano effetti negativi sui manufatti che vengono concepiti per essere posti in moto relativo. Gli accoppiamenti metallo-plastica e plasticaplastica, in particolare, risultano fortemente penalizzati a causa dell adesione e delle deformazioni provocato dall innalzamento termico generato dalla frizione. Fig. 1 - Schematizzazione del fenomeno dell attrito Con l introduzione della famiglia di prodotti LATILUB, compound per stampaggio ad iniezione caratterizzati dall utilizzo di additivi specifici nelle resine di base, questo fenomeno viene ampiamente ridotto e le caratteristiche tribologiche dei materiali risultano fortemente migliorate, aprendo in tal modo un ampio ventaglio di possibilità di applicazione per le plastiche in campo meccanico. Un elevato coefficiente d attrito indica che è necessaria un elevata forza F per mettere o mantenere in movimento un corpo. La forza di attrito F a è data dal contributo di due fattori: la componente adesiva F ad e la componente di deformazione F def (fig. 2) 2

LIMITE PV Il limite PV è una grandezza empirica definita dal prodotto fra la pressione applicata al provino in movimento e la sua velocità relativa rispetto alla controparte. Il test viene eseguito con una macchina di prova, come in (fig. 3). Ad ogni condizione di velocità e pressione corrisponde una temperatura di equilibrio del manufatto in conseguenza del bilancio tra l energia prodotta per attrito e quella dissipata. Queste condizioni di lavoro portano ad un riscaldamento e, conseguentemente, ad una instabilità termica. Si determina il limite PV del materiale quando il provino non riesce a dissipare l energia accumulata e la sua temperatura interna aumenta fino al cedimento. Un limite PV alto indica che il prodotto ha buone proprietà autolubrificanti e che è in grado di resistere a pressioni elevate e ad alte velocità relative senza che il calore prodotto ne comprometta il funzionamento. Fig 3. - Test per misurare il limite PV; macchina di prova e risultati 3

USURA L usura è definita come l asportazione di materiale dalla superficie di contatto tra due corpi in movimento relativo. Si possono distinguere due principali meccanismi di usura: 1. adesivo ovvero la rimozione di materiale per rottura di legami interfacciali tra i due corpi in contatto sull area A complessivamente disponibile (es. plastiche rigide contro superfici metalliche lisce), (fig. 4); E poi evidente che l usura è fortemente influenzata dal grado di finitura delle superfici in gioco (rugosità). (fig. 6). Fig. 4 - Superficie di contatto 2. abrasivo, ovvero la rimozione di materiale dalla superficie per contatto con particelle dure attraverso un meccanismo di lacerazione (microcutting) o solcatura (ploughing). Fig. 6 - Fattore di usura e rugosità superficiale Generalmente, nei fenomeni di usura si misura la velocità di usura (WR: wear rate). Il risultato è espresso in funzione della distanza percorsa. Quindi risulta: Il risultato di questi fenomeni può presentarsi in due modi distinti: dove h è lo spessore rimosso e d è distanza percorsa stessa. E possibile quindi analizzare i comportamenti delle principali resine non caricate quando esse vengano accoppiate con un metallo avente rugosità nota; i valori nella figura (fig. 7) sottostante sono espressi in relazione al coefficiente di attrito. Fig. 5 - I parametri che descrivono l usura a. la presenza sulle superfici di contatto di piccole particelle/polvere di materiale (adesione) b. la presenza di materiale polimerico fuso, grandi detriti o scanalature (abrasione-superamento limite PV). La misura del fattore di usura è espressa in cm 3 / Nm, i test vengono eseguiti facendo strisciare il provino alla velocità di 3 m/min sotto una pressione di 20 kg/cm 2 La relazione matematica, che intercorre tra l ampiezza del movimento d, il volume rimosso V, la durezza del materiale H e il carico applicato W, definisce il fattore di usura (K). (fig. 5). Questo fattore è fortemente dipendente dalle condizioni ambientali in cui viene misurato e il suo valore può cambiare anche di alcuni ordini di grandezza, a seconda dei casi. Fig. 7 - Resistenza all usura delle principali resine termoplastiche 4

ADDITIVI AUTOLUBRIFICANTI Le conoscenze di LATI nel campo dei materiali termoplastici, legate ad una lunghissima esperienza nella produzione di compound, ha portato alla produzione di alcuni materiali fortemente migliorati dal punto di vista tribologico. Oggi, grazie alla gamma LATILUB, si può pensare di realizzare con materiali termoplastici un cinematismo, anche complesso, sfruttando al meglio tutti i vantaggi che forniscono i polimeri trasformati mediante stampaggio ad iniezione, ovvero: masse in movimento estremamente ridotte, produzione semplice ed esente da lavorazioni meccaniche successive, possibilità di design quasi illimitate, eliminazione di lubrificanti esterni (grassi, e olii), eliminazione dei problemi legati a problemi di corrosione, silenziosità, riduzione generale dei costi. Questi sviluppi sono resi possibili, oltre che dalla selezione attenta delle migliori resine termoplastiche (es. PA, POM, PEEK ecc.), anche dall introduzione di diversi additivi che, impiegati singolarmente o sfruttando il sinergismo esistente fra alcuni di essi, permettono di migliorare il comportamento tribologico dei polimeri di base. BISOLFURO DI MOLIBDENO Il bisolfuro di molibdeno ha un effetto nucleante sulle resine semicristalline favorendo la formazione di sferuliti anche nelle regioni amorfe del particolare stampato. Tale fenomeno interessa soprattutto le zone che raffreddano velocemente, per esempio le superfici esterne in contatto con lo stampo freddo. Il MoS 2 può migliorare le prestazioni del prodotto grazie alle caratteristiche di autolubrificazione intrinseche e mediante l incremento del contenuto di polimero cristallino sulle superfici esterne sottoposte al contatto, portando ad un buon incremento della resistenza all usura. Effetti positivi sono ottenibili soprattutto sulle PA e sul POM. Questo additivo può essere usato, in particolare, per le parti in plastica che scorrono contro il metallo: MoS 2 può riempire le microcavità superficiali riducendo il fenomeno abrasivo dovuto alla rugosità. La sua presenza migliora sensibilmente sia il fattore di usura che il limite PV, mentre sono minori i benefici apportati al coefficiente di attrito. I LATILUB con MoS 2 sono indicati per applicazioni operanti in condizioni di pressione specifica e velocità relativa contenuta e per il loro rapporto prezzo/prestazioni possono essere intesi come il primo passo nel miglioramento dell autolubrificazione di gradi standard per impiego strutturale, es. il PA66 rinforzato con fibra di vetro al 30 e 50%. Fig. 8 - Sede di cuscinetti. I requisiti dell applicazione contemplano elevate proprietà meccaniche e autolubrificazione, caratteristiche offerte dal LATILUB 66-01M G/50 LATILUB CON MoS 2 COMPOSIZIONE LATILUB 66-01M PA66 LATILUB 66-01M G/30 PA66 G/30 LATILUB 66-01M G/50 PA66 G/50 LATILUB 62-01M G/30 PA6 G/30 LATILUB 73/13-01M POM LATILUB 73/13-01M G/30 POM G/30 Le resine non rinforzate e caricate con MoS 2 si prestano alla realizzazione di piani di scorrimento, boccole, pattini. I gradi rinforzati con fibra di vetro sono ideali per camme, ingranaggi di potenza, elementi strutturali. 5

GRAFITE La grafite possiede una struttura cristallina esagonale, disposta su piani paralleli, nella quale esistono possibilità di scorrimento relativo fra gli strati che la compongono. Questa particolare caratteristica del materiale aumenta significativamente in acqua, ambiente in cui i compound che contengono questo additivo offrono proprietà tribologiche eccellenti. Il coefficiente di attrito e il fattore di usura risultano fortemente ridotti e, inoltre, possono essere ottenute proprietà antistatiche, grazie alla elevata conduttività elettrica propria della grafite. Nell utilizzo di questi compound per lo stampaggio di particolari con esigenze estetiche bisogna tener presente la non colorabilità dei pezzi, a causa del classico colore nero di questo additivo. Essendo simile ad una carica minerale, i prodotti con grafite sono indicati per manufatti con alta stabilità dimensionale dove non sono necessarie eccellenti proprietà meccaniche ed applicazioni con basse velocità ed alte pressioni specifiche. Fig. 9 - Boccole per ventola: richiesta alta stabilità dimensionale, ottimo scorrimento e resistenza alla temperatura. Materiale: LATILUB 80-40 GRT, PPS caricato con grafite e PTFE al 40%. 6

SILICONE L olio di silicone è un lubrificante che, quando è presente nel compound, migra dall interno del materiale verso l esterno, fino a raggiungere la superficie, anche durante l utilizzo del manufatto contribuendo in tal modo alla riduzione dell attrito quando il particolare viene messo in movimento. Viene privilegiato l uso di olii siliconati a più elevata viscosità in quanto formano più facilmente uno strato persistente su tutta la superficie del particolare. I vantaggi degli additivi su base siliconica sono rappresentati dalla riduzione del coefficiente di attrito e del fattore d usura. Inoltre il limite PV di questi compound risulta migliorato. Eccellenti effetti sinergici sono disponibili se il silicone viene accoppiato con il PTFE e con le fibre di carbonio: in questo caso il silicone riduce l effetto di arresto-partenza ripetuta tipica del PTFE (stickslip effect) durante la condizione di movimento. Fig. 11 - Interruttori a rotazione LATILUB 66-15ST K/30 L impiego dell olio di silicone è consigliato per particolari operanti in condizioni di bassa pressione ed alta velocità. Fig. 10 - Dispersione di PTFE e olio di silicone Fig. 12 - Cartucce per miscelatore LATILUB 73/13-10ST LATILUB CON SILICONE COMPOSIZIONE LATILUB 66-02S LATILUB 66-20ST PA66 PA66, PTFE LATILUB 66-15ST G/30 PA66, PTFE G/30 LATILUB 73/13-10ST POM, PTFE Il silicone migliora lo spunto all avvio di parti in movimento relativo. Particolarmente adatto quindi per manufatti caricati in PTFE o PTFE e fibra di vetro, per risolvere problemi di impuntamento o instabilità di funzionamento. 7

PTFE Il PTFE è un polimero con un elevato peso molecolare che mostra una mediocre resistenza all usura, ma un coefficiente d attrito fra i più bassi in assoluto. I migliori risultati vengono raggiunti con concentrazioni di PTFE attorno al 15% nei polimeri amorfi e del 20% nei cristallini rinforzati. Gli sforzi presenti sull interfaccia fra le superfici in moto relativo promuovono una sorta di laminazione delle particelle di PTFE. Il polimero va così a riempire le porosità della superficie riducendone la rugosità e migliorando lo scorrimento. L UHMWPE - polietilene a peso molecolare ultra elevato è un polimero con caratteristiche simili al PTFE e può essere usato al posto del PTFE stesso quando devono essere prese in considerazione formulazioni lubrificanti esenti alogeni (fluoro). Per ottimizzare le prestazioni di un manufatto realizzato con un LATILUB caricato con PTFE può essere necessario un piccolo periodo di rodaggio per consentire la formazione dello strato superficiale autolubrificante. Caratteristica del PTFE è quella di presentare un coefficiente di attrito dinamico più elevato rispetto al valore statico; per questa ragione si potrebbero verificare dei problemi di instabilità durante il movimento delle parti in contatto. Per ovviare a questo problema spesso il PTFE viene utilizzato in modo sinergico con l olio di silicone. La distribuzione e il contenuto di PTFE sono fondamentali per la prestazione autolubrificante. Fig. 11 - Diagramma dell efficienza del PTFE nei compound autolubrificanti Attraverso l utilizzo di questo additivo si possono ottenere diversi vantaggi, tra i quali un basso coefficiente di attrito e un basso fattore di usura; inoltre il limite PV risulta migliorato. I prodotti della gamma LATILUB con queste caratteristiche sono quelli che hanno il più vasto campo di applicazioni nel settore meccanico. Adatto per applicazioni ad: alta pressione, alta velocità. LATILUB CON PTFE COMPOSIZIONE LATILUB 57D-15T G/30 PPA, G/30 LATILUB 66-15T G/30 PA66 G/30 LATILUB 66-20T G/20 PA66 G/20 LATILUB 66-10T G/30-V0KB1 PA66, G/30, V0 LATILUB 66-15T K/30 PA66, K/30 LATILUB 73/13-20T POM LATILUB 80-15T K/30 PPS, K/30 LATILUB 87/28-12T G/20 PC, G/20 LATILUB 88/10-15T G/30 PEEK, G/30 LATILUB 95-20T PPSU LATILUB 75/4-20T PBT LATILUB 85-10T G/30 PES Il PTFE è generalmente indicato per quasi tutti gli impieghi in cui è richiesta una sensibile riduzione del coefficiente d attrito. È impiegato da solo, per migliorare le prestazioni tribologiche anche di resine amorfe, oppure in combinazione con fibre di rinforzo. Queste combinazioni sono ideali per ottenere componenti strutturali autolubrificanti idonei alla produzione di ingranaggi, boccole, leverismi, supporti di banco e altri elementi in cui l autolubrificazione non può prescindere da prestazioni meccaniche di rilievo. 8

FIBRE DI CARBONIO Le fibre di carbonio possono essere utilizzate anche come additivo lubrificante. Il loro principale utilizzo nel corso degli anni è stato quello di rinforzo meccanico, per incrementare sensibilmente rigidità, modulo e carico a rottura. Sfruttando le caratteristiche delle fibre legate alla natura grafitica della loro struttura, si ottengono notevoli miglioramenti anche nella conduttività termica ed elettrica del materiale. Le fibre di carbonio migliorano durezza superficiale del materiale polimerico e per questa ragione possono creare dei problemi negli accoppiamenti con la controparte, es. fenomeni inaspettati di usura. L utilizzo sinergico delle fibre di carbonio con il PTFE porta notevoli vantaggi sia dal punto di vista meccanico che da quello prettamente tribologico. La presenza delle fibre di carbonio apporta notevoli benefici anche alle caratteristiche tribologiche; in particolare, si incrementa il limite PV e si abbassa il coefficiente di attrito. Fig. 12 - Coppia di ingranaggi per la trasmissione di coppia motrice in LATILUB 66-02S K/40. Per la massima resistenza meccanica e l autolubrificazione è impiegato un PA66 caricato con fibra di carbonio al 40%. 9

FIBRE ARAMIDICHE Le fibre aramidiche, a differenza delle fibre di carbonio, non migliorano le proprietà meccaniche né aumentano la durezza superficiale, ma grazie alla loro natura morfologica e chimica, contrastano notevolmente i fenomeni di abrasione sulle superfici in contatto, generati per esempio dalle particelle libere di materiale asportato. La più importante peculiarità della fibra aramidica è quindi l usura estremamente ridotta delle parti in movimento e delle relative controparti, sia nel caso di polimero contro metallo che nel caso di polimero contro polimero. L accoppiamento con le plastiche è buono anche per i prodotti con rinforzi fibrosi e per la combinazione carico/pressione che normalmente si sviluppa con boccole, ranelle, guide, ruote dentate. La presenza di PTFE, unito alle fibre aramidiche, contribuisce ad una riduzione del coefficiente di attrito: per questa ragione risultano particolarmente efficaci prodotti che contengono entrambi gli additivi, in modo particolare in tutti quei casi in cui sia necessaria la resistenza all usura ed una resistenza allo scorrimento molto contenuta. Interessanti a tal proposito i gradi realizzati su base PA, POM e PEEK; resine intrinsecamente autolubrificanti. Fig. 14 - Fibre aramidiche: master di filato e polvere LE PRESTAZIONI DEI PRODOTTI AUTOLUBRIFICANTI Identificare correttamente il grado che meglio incontra le esigenze di progetto è un compito difficile, soprattutto nel campo dell autolubrificazione. I parametri che infatti possono intervenire ad alterare il comportamento di un prodotto, per quanto ben ingegnerizzato, sono molteplici. Bisogna inoltre tener in considerazione anche le altre esigenze che il manufatto realizzato in plastica deve avere: meccaniche, termiche, chimiche ecc. A queste difficoltà bisogna aggiungere anche il significato relativo dei valori di coefficiente d attrito, d usura e di limite PV parametri la cui validità in fase progettuale è da valutare scrupolosamente. Fig. 13 - Ingranaggio di potenza: LATILUB 66-10T Y/15 La tribologia nel campo dei polimeri è una scienza ancora in pieno sviluppo e l approccio empirico ai problemi reali, ovvero il test sul manufatto, costituisce ancora il metodo più sicuro per ottenere risultati soddisfacenti. LATILUB CON ARAMIDICHE COMPOSIZIONE LATILUB 66-10T Y/15 PA66, PTFE LATILUB 66-Y/20 PA66 LATILUB 73/13-10T T/15 POM, PTFE LATILUB 73/13-Y/20 POM LATILUB 80-10T Y/15 PPS, PTFE LATILUB 57-10T Y/15 PPA, PTFE LATILUB 88-10T Y/10 PEEK, PTFE I compound caricati con la sola fibra aramidica sono ideali per impieghi in cui serve alta resistenza all usura e ottima stabilità dimensionale. La presenza di PTFE riduce anche il coefficiente d attrito offrendo quindi una combinazione ideale per ottimizzare il comportamento all abrasione e al movimento relativo. 10

COEFFICIENTE D ATTRITO, CONFRONTO FRA COMPOUND AUTOLUBRIFICANTI SULLA MEDESIMA RESINA 11

FATTORE D USURA, CONFRONTO FRA COMPOUND AUTOLUBRIFICANTI SULLA MEDESIMA RESINA 12

SUPPORTO E SERVIZIO L obiettivo di Lati è da sempre quello di seguire i clienti nella realizzazione di progetti innovativi, fornendo sia compound altamente performanti, sia servizi tecnici specializzati. LATI, ove possibile, si premura di affiancare i propri Clienti sin dalle prime fasi di progettazione, consigliando e, se necessario, formulando ex-novo, il materiale più adatto, offrendo in seguito l adeguata assistenza a bordo macchina per una corretta trasformazione. Co-design Le simulazioni termiche, meccaniche e fluidodinamiche vengono eseguite da tecnici attivi nel settore da quasi vent anni, operando direttamente sulle geometrie fornite dal cliente e utilizzando caratterizzazioni meccaniche e reologiche ottenute nel rispetto delle condizioni di impiego. Assistenza allo stampaggio Iniziare a trasformare compound speciali può non essere semplice. Ottenere le massime prestazioni termiche, meccaniche e dimensionali dal materiale selezionato può richiedere un certo numero di tentativi volti alla miglior messa a punto del processo. Per questo motivo Lati mette a disposizione tecnici di stampaggio in loco con esperienza trentennale nel campo dell iniezione, delle presse e degli stampi. Ricerca e sviluppo Offrire un prodotto su misura sulla base delle esigenze del cliente è per Lati di fondamentale importanza. Ogni formulazione viene infatti ottimizzata per fornire la risposta più adeguata alle necessità previste dall applicazione, anche nel caso la formulazione richiesta si discosti sensibilmente da quelle già presenti in gamma. Regolamenti in essere È consuetudine Lati abbinare alla fornitura di compound anche un dettagliato supporto regolamentativo. Il suo team di esperti è a completa disposizione del Cliente per seguire l iter certificativo dei materiali presso laboratori ed enti accreditati a livello mondiale. LATI rilascia certificazioni interne di conformità alle leggi previste da tutte le fasce di mercato che coinvolgono i termoplastici commercializzati. I valori riportati sono basati su prove eseguite su campioni di laboratorio stampati a iniezione, condizionati secondo norma, e rappresentano dati che rientrano all interno degli intervalli caratteristici delle proprietà dei materiali non colorati, se non diversamente indicato. Poiché essi sono suscettibili di variazioni, questi valori non rappresentano una base sufficiente per progettare qualsiasi tipologia di manufatti e non sono da utilizzarsi per stabilire qualsivoglia valore di specifica. Le proprietà dei manufatti stampati possono essere influenzate da un grande numero di fattori come ad esempio, ma non limitatamente a, presenza di coloranti, tipo di progetto, condizioni di trasformazione, post-trattamento, condizioni ambientali ed impiego di materiale rimacinato in fase di stampaggio. Qualora i dati siano esplicitamente indicati come provvisori, gli intervalli delle proprietà sono da considerarsi più ampi. Queste informazioni e l assistenza tecnica sono fornite al solo scopo informativo e sono soggette a cambiamento senza preavviso. Il cliente deve sempre assicurarsi di disporre della versione più aggiornata delle indicazioni tecniche. Lati S.p.A. non offre alcuna garanzia riguardo alla accuratezza, idoneità, affidabilità, completezza ed adeguatezza delle informazioni date e non si assume alcuna responsabilità riguardo alle conseguenze del loro uso o di errori di stampa. Lati S.p.A. non fornisce alcuna assicurazione sull idoneità all immissione sul mercato di qualsiasi uso si faccia del prodotto. E esclusiva responsabilità del cliente verificare e testare i nostri prodotti al fine di determinare oltre ogni ragionevole dubbio se sono adatti agli usi e applicazioni che intende farne, eventualmente anche in combinazione con materiali di parti terze. Questa analisi in funzione delle applicazioni deve perlomeno includere prove preliminari atte a determinare l idoneità per la particolare applicazione del cliente da un punto di vista tecnico nonché della salute, della sicurezza e ambientale. Ne consegue che tali verifiche potrebbero non essere state necessariamente condotte da noi in quanto le modalità e gli scopi di utilizzo sono al di fuori del nostro controllo. Lati S.p.A. non accetta e declina ogni responsabilità derivante da qualsiasi danno comunque cagionato dall uso delle informazioni fornite o dall aver fatto affidamento alle stesse. Nessuno è autorizzato a rilasciare qualsivoglia garanzia, indennità o assumere qualsiasi responsabilità a nome di Lati S.p.A. tranne che per mezzo di un documento scritto firmato per esteso da un legale rappresentante appositamente autorizzato. Salvo diversi accordi scritti, il massimo risarcimento per qualsiasi reclamo è la sostituzione del quantitativo di prodotto non conforme o la restituzione del prezzo d acquisto a discrezione di Lati S.p.A. ma in nessun caso Lati S.p.A. potrà essere ritenuta responsabile di danni o penali a qualsiasi titolo richiesti. Nessuna informazione qui contenuta può essere considerata come un suggerimento all uso di qualsiasi prodotto in conflitto con diritti di proprietà intellettuale. Lati S.p.A. declina ogni responsabilità derivante da infrazioni brevettuali o presunte tali. Salvo specificatamente dichiarato per iscritto, i prodotti citati in questo documento non sono idonei al contatto con alimenti o al trasporto di acqua potabile né tanto meno idonei in applicazioni nei settori farmaceutico, medicale o dentale. Per qualsiasi altro aspetto si applicano le Condizioni di Vendita di Lati S.p.A. Copyright LATI S.p.A. 2013. LATI non garantisce che i dati contenuti in questa lista sono attuali, completi e privi di errori. Per verificare i valori si raccomanda vivamente agli utenti di contattare l Assistenza Tecnica Clienti o la rete commerciale LATI. LATI Industria Termoplastici S.p.A. declina ogni responsabilità insorgente dall uso delle informazioni descritte in questo documento.

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