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1.3 IL MERCATO DEL LAVORO: FORZE DI LAVORO, OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE

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Sezione II IL MERCATO DEL LAVORO

INTRODUZIONE E SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI L analisi del mercato del lavoro si distingue in tre parti. Nella prima viene analizzato l andamento dei principali indicatori del mercato del lavoro: tasso di attività, tasso di occupazione e tasso di disoccupazione nel periodo 1994-2007. Nella parte successiva è approfondita l analisi della struttura dell occupazione per genere, settori e tipologia di lavoro. Nella terza parte forniamo un analisi territoriale della relazione tra mercato del lavoro e processo di produzione della ricchezza utilizzando i sistemi locali del lavoro come unità di analisi. - I principali indicatori misurati su base annuale continuano a fornire un quadro sostanzialmente positivo del mercato del lavoro abruzzese. Nonostante i riflessi della modesta crescita economica del 2007 per il dodicesimo anno consecutivo l occupazione totale, misurata in termini di persone occupate, ha continuato a crescere mentre il tasso di disoccupazione ha proseguito la sua discesa, ormai ininterrotta dal 1998. - Gli occupati sono aumentati complessivamente di 4 mila unità (0,8% rispetto al 2006) grazie esclusivamente alla componente maschile. Il tasso di occupazione si è attestato al 57,8% (Obiettivo di Lisbona 70%). - Le persone in cerca di occupazione sono diminuite di quasi il 6% rispetto all anno precedente, determinando una ulteriore discesa di 3 decimi di punto del tasso di disoccupazione che si è attestato al 6,2%. - Gli incrementi occupazionali si sono concentrati nell agricoltura (2.000 unità in più rispetto al 2006) e nell industria (12.000, solo maschi) mentre nei servizi si è verificato un netto cambiamento di tendenza con una flessione di ben 11 mila unità (di cui 7.000 femmine). - Il lavoro dipendente (+2.000 unità) è aumentato in egual misura di quello indipendente (+2.000). 117

- A livello territoriale la crescita dell'occupazione è stata sospinta quasi interamente dalle province di Chieti (1,3% rispetto al 2006) e Teramo (1,7%). Mentre l occupazione maschile è cresciuta in tutte le province, la dinamica femminile, fatta eccezione per Chieti, è stata nel complesso stagnante con una netta caduta a l Aquila. - Insieme ai segnali di rallentamento congiunturale nel tasso di crescita dell occupazione colti nel corso del 2007 si segnala l emergere di altri due importanti fenomeni: - la caduta sostenuta ed ininterrotta del tasso di disoccupazione degli ultimi anni è stata accompagnata, a partire dal 2004, da un aumento significativo delle persone che, pur in età da lavoro, risultano tuttavia inattive. Questo fenomeno comincia a manifestarsi anche in Abruzzo e sembrerebbe legato ad uno stato di scoraggiamento della forza lavoro, soprattutto femminile; - la forte espansione dell'occupazione a orario ridotto (part-time), pur non essendo di per sé negativa, fa sorgere il timore che i nuovi occupati part-time possano in realtà essere considerati sostituitivi di posti di lavoro a tempo pieno, riducendo in tal modo il volume complessivo di ore lavorate nell economia. - Se a livello macroscopico gli andamenti e le caratteristiche del mercato del lavoro sembrerebbero piuttosto uniformi ad un maggior dettaglio territoriale la realtà abruzzese appare assai più diversificata. Dall analisi dei sistemi locali del lavoro emerge: a) un numero molto limitato di realtà che presentano un livello soddisfacente di utilizzo delle risorse lavorative disponibili (centri urbani e sistemi a forte specializzazione nei settori tradizionali del made in Italy); b) una significativa diffusione di aree con una situazione occupazionale intermedia; c) un numero ristretto di sistemi locali caratterizzati da mercati del lavoro privi di sbocchi e da una quota di occupazione insufficiente a garantire un livello di reddito accettabile. 118

2.1 LE PRINCIPALI TENDENZE A LIVELLO NAZIONALE I principali indicatori misurati su base annuale 1 continuano a fornire, almeno in prima approssimazione, un quadro sostanzialmente positivo del mercato del lavoro italiano: per il dodicesimo anno consecutivo l occupazione totale ha continuato a crescere mentre il tasso di disoccupazione ha confermato una tendenza al ribasso praticamente ininterrotta dal 1998. L offerta di lavoro ha registrato un aumento dello 0,3%, pari a 66.000 unità in più rispetto al 2006. Tale incremento ha riguardato sia la componente maschile (+0,3%) sia quella femminile (+0,3%). FORZE DI LAVORO PER CONDIZIONE E CIRCOSCRIZIONE (migliaia di unità) Forze di lavoro Occupati Persone in cerca di occupazione 2006 2007 differenza 2006 2007 differenza 2006 2007 differenza Nord 12.266 12.353 87 11.802 11.921 119 463 432-31 Centro 4.971 5.052 81 4.669 4.785 116 301 267-34 Mezzogiorno 7.425 7.324-101 6.516 6.516 0 909 808-101 Italia 24.662 24.728 66 22.988 23.222 234 1.673 1.506-167 Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat Nella media del 2007 l occupazione è aumentata dell 1,0% (234.000 unità in più in confronto al 2006). L occupazione totale è cresciuta, rispetto al 2006, dell 1,0% nel Nord (118.000 unità, di cui 82.000 stranieri) e del 2,5% nel Centro (116.000 unità). Nel Mezzogiorno l occupazione è rimasta sostanzialmente stabile, nonostante il moderato incremento degli stranieri. Sempre nel Mezzogiorno, mentre la componente femminile ha registrato un lieve aumento (0,1%), quella maschile è diminuita (-0,1%). Il tasso di occupazione 15-64 anni si è attestato al 58,7%, tre decimi di punto in più rispetto al 2006. A livello territoriale, alla moderata crescita registrata nel Nord e nel Centro si è associata una leggera flessione nel Mezzogiorno, che ha riguardato la 1 ISTAT, Rilevazione continua sulle forze di lavoro, media 2007. 119

componente maschile. L occupazione dipendente è aumentata, rispetto al 2006, dell 1,5%; quella indipendente è scesa dello 0,3%. Sempre nella media dello scorso anno l agricoltura ha presentato un calo del 5,9%, pari a 58.000 unità in meno in confronto al 2006. Sono invece leggermente aumentati gli occupati dell industria in senso stretto (0,4%), a sintesi di un modesto calo delle regioni settentrionali e di un incremento delle regioni centrali e soprattutto meridionali. Il settore delle costruzioni ha segnato una dinamica positiva (2,9%). Nel terziario, alla fase di più debole crescita dell occupazione della prima parte dell anno ha fatto seguito un significativo sviluppo nella seconda. Nel 2007 l occupazione dei servizi è cresciuta dell 1,4%, a sintesi di un aumento più sostenuto delle posizioni dipendenti (2,1%) e un leggero calo di quelle indipendenti (-0,3%). OCCUPATI IN ITALIA PER SETTORE (variazioni % rispetto al 2006) Dipendenti Indipendenti Totale Agricoltura -6,9-5,0-5,9 Industria in senso stretto 0,4 0,6 0,4 Costruzioni 3,4 2,1 2,9 Servizi 2,1-0,3 1,4 Totale 1,5-0,3 1,0 Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat Osservando la dinamica occupazionale e le relative determinanti con maggiore attenzione, si è tuttavia indotti ad introdurre qualche elemento di cautela nel giudizio complessivo sul funzionamento del mercato del lavoro nell anno appena trascorso e in quelli immediatamente precedenti. In primo luogo, dai dati osservati emerge che la caduta del tasso di disoccupazione osservata in questi anni è stata accompagnata, a partire dal 2004, da un aumento significativo delle persone che, pur essendo in età da lavoro, risultano tuttavia inattive. Tale fenomeno interessa prevalentemente le regioni meridionali e, almeno relativamente al 2007, sembrerebbe legato principalmente a due fattori: a) un cre- 120

scente fenomeno di scoraggiamento della forza lavoro; b) un problema legato agli standard di classificazione adottati a livello internazionale in ragione dei quali vengono attribuite al bacino degli inattivi persone che sono in realtà alla ricerca di una occupazione. In secondo luogo, va sottolineata la forte espansione nell occupazione dipendente part-time. Per il secondo anno consecutivo, infatti, circa la metà di tutti i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato rilevati dall indagine ISTAT è avvenuta con contratti ad orario ridotto. Tale dato, pur non essendo di per sé negativo in un contesto di utilizzo ancora scarso dello strumento del part-time in Italia rispetto alla media europea, fa sorgere tuttavia il timore che, nell attuale fase di ridimensionamento della dinamica occupazionale, i nuovi occupati part-time possano in realtà essere sostitutivi di posti di lavoro a tempo pieno, determinando in tal modo una minore crescita del volume complessivo di ore lavorate nell economia. 2.2 LA DINAMICA DEL MERCATO DEL LAVORO IN ABRUZZO: FORZE DI LAVORO, OCCUPAZIONE E DI- SOCCUPAZIONE Gli indicatori del mercato del lavoro analizzati in questo paragrafo sono i seguenti: - tasso di attività: forze di lavoro (occupati e disoccupati) su popolazione compresa tra 15 e 64 anni; - tasso di occupazione: occupati su popolazione in età di lavoro (convenzionalmente compresa tra 15 e 64 anni); - tasso di disoccupazione: disoccupati su forze di lavoro. Forze di lavoro La Fig. 2.2.1 riporta il tasso di attività per il periodo 1993-2007. In Italia tale indicatore si attesta intorno al 62,5%. Dall andamento della curva relativa al Mezzogiorno si evince come il persistente diva- 121

rio rispetto alle regioni del Centro Nord si sia ulteriormente ampliato negli ultimi anni. Tale divario, che all inizio del periodo osservato era pari a circa 8 punti percentuali, oggi risulta praticamente raddoppiato. L andamento del tasso di attività in Abruzzo è stato invece prima superiore poi sostanzialmente in linea con quello delle regioni centro settentrionali, almeno fino ai primi anni di questo secolo, per poi cominciare a distaccarsene progressivamente creando una forbice che oggi tocca quasi 6 punti percentuali. Il grafico evidenzia alcune tendenze interessanti. Innanzitutto, l Abruzzo mostra, in linea con quanto accaduto nel Mezzogiorno, una certa flessione del tasso di attività nei primi anni novanta che potrebbe essere collegata alle difficoltà economiche incontrate dal Paese nel biennio 1992-93. A questa fase segue, se si eccettua l impennata del 2002, un periodo di sostanziale stabilità che si è protratto fino ad oggi sul quale tuttavia la difficile situazione congiunturale degli anni recenti sembra avere avuto un impatto limitato. Fig. 2.2.1 TASSO DI ATTIVITA 1993-2007 (% su popolazione 15-64) 70 68 66 64 62 60 58 56 54 52 50 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Abruzzo Centro Nord Mezzogiorno Occupazione Nel complesso dell economia italiana nel 2007 l occupazione è cresciuta dell 1% a conferma di una tendenza espansiva che dura da 122

dodici anni. Questa crescita è stata sospinta unicamente dalle regioni del Centro Nord (1,4%) mentre il numero degli occupati meridionali è rimasto invariato rispetto al 2006. Gli occupati in Abruzzo sono aumentati dello 0,8%, quindi praticamente in linea con la media del Paese. Anche se potrebbe apparire modesta si tratta di una crescita di per sé significativa soprattutto se la si rapporta alla debole dinamica economica che la sottende. In un ottica di più lungo periodo (Fig. 2.2.2) il tasso di occupazione in Abruzzo ha conservato un andamento per certi aspetti analogo a quello del tasso di attività. Fino alla prima parte degli anni novanta i livelli occupazionali dell Abruzzo e del Centro Nord appaiono abbastanza simili mentre, a partire dalla seconda metà del decennio, l occupazione abruzzese ha mostrato, relativamente alle regioni centro settentrionali, una dinamica molto più contenuta creando un differenziale che nel 2007 si è attestato intorno ai 7 punti percentuali. In altri termini, mentre in Abruzzo il tasso di occupazione è aumentato di appena 3 punti percentuali tra il 1993 ed il 2007, nello stesso periodo quello del Centro Nord è aumentato quasi tre volte di più. L aspetto più significativo del periodo 2000-2007 è che l incre- Fig. 2.2.2 TASSO DI OCCUPAZIONE 1993-2007 (% su popolazione 15-64) 70 65 60 55 50 45 40 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Abruzzo Centro Nord Mezzogiorno 123

mento dei posti di posti di lavoro è avvenuto a economia praticamente ferma. Come emerge dalle Fig. 2.2.3 questo fenomeno ha interessato l Abruzzo in maniera più intensa che altrove. Se negli ultimi sette anni il PIL è cresciuto cumulativamente dell 1,5% nella nostra regione gli occupati sono aumentati nello stesso periodo di oltre il 12%, grazie sia alla maggiore flessibilità introdotta, che ha migliorato il rapporto tra i nuovi posti di lavoro creati e l andamento dell attività produttiva, sia alla regolarizzazione degli immigrati. Ne è derivato così un quadro forse eccessivamente ottimistico con un evidente anomalia statistica; tuttavia, una volta esauriti i benefici delle riforme e assorbito l effetto immigrati, la situazione dovrebbe tornare alla normalità: a un economia che marcia a un ritmo modesto non può non corrispondere una dinamica dell occupazione altrettanto contenuta. Disoccupazione L altro aspetto che induce a introdurre qualche elemento di cautela nella valutazione dell andamento del mercato del lavoro riguarda il legame tra la caduta del tasso di disoccupazione e l aumento significativo dell area dell inattività che ha cominciato a manifestarsi negli anni recenti. I dati mostrano infatti come la flessione ininterrotta del tasso di disoccupazione sia stata accompagnata, a partire dal 2004, da un aumento significativo delle persone che, pur essendo in età di lavoro, risultano tuttavia inattive. Questo fenomeno, concentrato prevalentemente nel Mezzogiorno, sarebbe legato ad un crescente stato di scoraggiamento della forza lavoro ma non è facilmente circoscrivibile poiché in molti casi gli standard adottati a livello internazionale inducono a collocare tra gli inattivi persone che in realtà sono alla ricerca di una occupazione. Nel 1993 (Fig. 2.2.4) l Abruzzo presentava un tasso di disoccupazione a due cifre, pari a quasi il 13%, che si è mantenuto pressoché costante almeno fino alla fine degli anni novanta. A partire dal 2000 è cominciata una lunga discesa in cui il tasso di disoccupazione ha perduto oltre 6 punti percentuali, una misura superiore a quella delle principali circoscrizioni italiane, collocandosi nel 2007 ad un livello 124

Fig. 2.2.3a ANDAMENTO DEL PIL E DELL OCCUPAZIONE IN ABRUZZO (2000=100) 115 113 111 109 107 105 103 101 99 97 95 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 PIL Occupazione Fig. 2.2.3b ANDAMENTO DEL PIL E DELL OCCUPAZIONE NEL MEZZOGIORNO (2000=100) 109 107 105 103 101 99 97 95 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 PIL Occupazione Fig. 2.2.3c ANDAMENTO DEL PIL E DELL OCCUPAZIONE NEL CENTRO NORD (2000=100) 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 PIL Occupazione 125

Fig. 2.2.3d ANDAMENTO DEL PIL E DELL OCCUPAZIONE IN ITALIA (2000=100) 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 PIL Occupazione di poco superiore al 6%. Nel Mezzogiorno e nel Centro Nord la situazione appare diversa nei livelli ma simile negli andamenti. Questa riduzione della disoccupazione non è esclusivamente riconducibile all aumento dell occupazione ma piuttosto al ridimensionamento dell offerta di lavoro. In altre parole, questo fenomeno è connesso alla rinuncia della partecipazione al lavoro che colpisce le parti più deboli della popolazione. Fig. 2.2.4 TASSO DI DISOCCUPAZIONE 1993-2007 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Abruzzo Centro Nord Mezzogiorno 126

Negli ultimi anni il tasso di attività abruzzese è gradualmente diminuito il che spiega l uscita dal mercato di una parte consistente della popolazione. I progressi registrati in termini di minore tasso di disoccupazione, che è una caratteristica comune a tutte le regioni meridionali, celano tuttavia un problema crescente di spostamento verso l inattività. Nelle regioni meridionali tra il 2004 ed il 2007 a fronte di una flessione di oltre 300 mila unità tra le persone in cerca di lavoro si è verificato un incremento occupazionale di circa 85 mila unità. Questo significa che una quota consistente del calo osservato nel tasso di disoccupazione meridionale negli ultimi anni è il risultato del passaggio degli individui dalle forze di lavoro (occupati o in cerca di occupazione) all area degli inattivi (pur essendo ancora in età di lavoro). La tendenza all aumento degli inattivi riguarda quasi esclusivamente il Mezzogiorno d Italia, tuttavia negli ultimi due anni ha cominciato ad interessare anche altre aree del Paese e in particolare le regioni del Centro. I dati più recenti mostrano che tale fenomeno ha una sua consistenza anche nella nostra regione (Fig. 2.2.5). Fig. 2.2.5 CAMBIAMENTI NELLA CONSISTENZA DEGLI OCCUPATI, PERSONE IN CER- CA DI OCCUPAZIONE E INATTIVI IN ABRUZZO (variazioni annuali assolute in migliaia) 14 10 6 2-2 -6-10 2005 2006 2007 Occupati Persone in cerca di occupazione Inattivi 127

Le tabelle seguenti mostrano le principali caratteristiche degli individui inattivi in Abruzzo e la loro evoluzione negli ultimi due anni. L evidenza indica innanzitutto che la maggior parte degli inattivi tra i 15 ed i 64 anni è costituita da donne (67%) e con basso titolo di studio (oltre il 60% ha completato al massimo la scuola dell obbligo). La distribuzione degli inattivi per sesso, età e titolo di studio appare stabile nel tempo fatta eccezione per il peso crescente delle persone in possesso del titolo laurea, fenomeno che potrebbe tuttavia riflettere l aumento dei laureati nella popolazione abruzzese. Il dato più interessante emerge con riferimento alla posizione degli inattivi verso il mercato del lavoro. La quota di coloro che affermano di non cercare una occupazione nel periodo di riferimento ma di essere in realtà disponibili a lavorare è cresciuta, nel biennio in esame, di oltre 2 punti percentuali. Proprio tale dichiarazione, in effetti, che ne fa decretare l esclusione dal novero delle persone in cerca di occupazione, accompagnata da quella di disponibilità potrebbe rivelare una situazione di scoraggiamento del lavoratore, il quale investito dal pessimismo sulle prospettive occupazionali semplicemente smette di cercare lavoro entrando negli inattivi. Dunque il fatto che in Abruzzo ci siano circa 30 mila persone inattive dovrebbe essere guardato con una certa attenzione. CARATTERISTICHE DELLE PERSONE INATTIVE IN ABRUZZO M F M e F 2006 2007 var. % Peso % Maschi Fino a 14 anni 90 90 0,1 28,7 15-64 anni 111 110-1,4 35,1 65 anni e oltre 111 113 2,1 36,2 Totale 312 313 0,3 100 Femmine Fino a 14 anni 85 85-0,5 18,4 15-64 anni 215 219 1,6 47,5 65 anni e oltre 156 157 0,5 34,1 Totale 456 460 0,8 100,0 Maschi e Femmine Fino a 14 anni 175 175-0,2 22,6 15-64 anni 326 328 0,6 42,5 65 anni e oltre 267 270 1,2 35,0 Totale 768 773 0,6 100 Disponibilità verso il mercato del lavoro (popolazione 15-64) Cercano lavoro non attivamente 20 24 20,0 7,3 Cercano lavoro ma non disponibili a lavorare 10 10-2,3 3,0 Non cercano ma disponibili a lavorare 21 29 38,7 8,9 Non cercano e non disponibili a lavorare 275 265-3,6 80,9 Totale 326 328 0,6 100 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 128

POPOLAZIONE DI 15-64 ANNI PER TITOLO DI STUDIO (Totale e inattiva) Popolazione Inattivi Inattivi su popolazione (%) 2006 2007 var. % 2006 2007 var. % 2006 2007 Licenza elementare 309 299-3,3 64 61-5,0 20,8 20,5 Licenza media 309 341 10,2 131 138 6,0 42,3 40,6 Diploma 2-3 anni 40 38-6,6 9 9-3,0 22,1 22,9 Diploma 4-5 anni 348 338-2,8 101 97-4,2 29,1 28,7 Laurea breve, laurea, dottorato 120 119-1,5 21 23 7,8 17,7 19,4 Totale 1.127 1.134 0,7 326 328 0,6 29,0 28,9 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 2.3 L OCCUPAZIONE E LA SUA COMPOSIZIONE Nel 2007 la popolazione occupata in Abruzzo è aumentata di 4.000 unità rispetto all anno precedente (0,8% in termini relativi) raggiungendo le 502 mila unità complessive. Tale aumento è dovuto principalmente alla componente maschile. Sotto il profilo settoriale, l aumento dei posti di lavoro si è concentrato nel settore primario e in quello dell industria in senso stretto (12 mila occupati in più complessivamente) che hanno più che compensato la flessione di 11 mila unità avvenuta nel comparto dei servizi, composta esclusivamente da addetti alle dipendenze, per lo più donne (-7.000 unità). La principale novità nei dati del 2007 è stata la battuta d arresto nei servizi che ha interrotto la serie positiva degli ultimi anni e il significativo incremento degli occupati in agricoltura. Dopo la forte fuoriuscita di addetti che si è verificata in provincia dell Aquila è diventata Pescara la provincia abruzzese più terziarizzata mentre Teramo e Chieti risultano a più elevata densità industriale. Se tuttavia si esamina con maggiore dettaglio la natura dell occupazione effettivamente creata emergono cambiamenti importanti rispetto a quelli osservati negli anni più recenti. In effetti, anche nel 2007 i risultati del mercato del lavoro abruzzese si sono confermati favorevoli, in evidente controtendenza alla lenta marcia dell economia. 129

Fig. 2.3.1 OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITA (var. % 2007/2006) 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0 Abruzzo Mezzogiorno Centro Nord Agricoltura Industria Servizi Totale Il quadro che emerge dai dati Istat mostra, infatti, un ulteriore prosecuzione del vivace andamento dell occupazione caratteristico degli ultimi anni, che appare sempre più condizionato dalla spinta degli occupati a tempo parziale (part-time), in particolare donne. In Abruzzo il contributo dell occupazione part-time, soprattutto quella femminile, è stata determinante (considerando che gli occupati OCCUPATI PER TIPOLOGIA DI ORARIO E SESSO 2007 (valori assoluti e var. % sul 2006) Tempo pieno Tempo parziale Totale Valori assoluti Abruzzo 441 62 502 Centro Nord 14.309 2.397 16.706 Mezzogiorno 5.750 766 6.516 Variazioni % Totali Abruzzo -0,8 14,2 0,8 Centro Nord 1,1 3,5 1,4 Mezzogiorno -0,5 3,7-0,0 Variazioni % Femmine Abruzzo -2,8 7,2-0,5 Centro Nord 1,1 3,0 1,7 Mezzogiorno -0,7 2,6 0,1 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 130

a tempo pieno hanno mostrato una flessione dell 1% circa). Sotto questo profilo la nostra si è rivelata, insieme con la Puglia, la regione con la più elevata crescita di questa tipologia di lavoro (14,2%) a fronte di un incremento medio nazionale del 3,6%. Viceversa, l occupazione a tempo pieno, con l eccezione di Lazio, Umbria e Valle d Aosta, in Italia è rimasta pressoché stagnante. Ad utilizzare lo strumento contrattuale del part-time sono quasi esclusivamente le imprese operanti nel comparto dei servizi (in Abruzzo la quota di occupati part-time nel terziario è pari all 85%; il 76% di questi ultimi sono donne). La notevole espansione dell occupazione dipendente a tempo parziale non è di per sé un fenomeno negativo, soprattutto in un Paese come l Italia caratterizzato da un ricorso al part-time ancora relativamente minore rispetto ai principali Paesi europei. Esso tuttavia si sta verificando, come alcune analisi hanno evidenziato, in una fase di progressivo ridimensionamento della dinamica occupazionale complessiva il che solleva il dubbio che questi nuovi occupati part-time possano in realtà essere sostitutivi di posti di lavoro a tempo pieno, riducendo dunque la crescita del volume complessivo di ore lavorate nell economia. Tale dubbio sembrerebbe trovare conferma dall esame dell andamento dell input di lavoro stimato dalla Contabilità nazionale e terri- Fig. 2.3.2 OCCUPAZIONE FEMMINILE IN ABRUZZO, CENTRO-NORD e MEZZOGIORNO 90 80 70 60 50 40 30 Abruzzo Centro Nord Mezzogiorno Occupati part-time Occupati totali 131

Fig. 2.3.3a ANDAMENTO DELL INPUT DI LAVORO IN ABRUZZO SECONDO LE STIME DI CONTABILITA TERRITORIALE (ULA e persone occupate; migliaia di unità) 520 510 500 490 480 470 460 450 440 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 ULA totali Occupati totali Fig. 2.3.3b ANDAMENTO DELL INPUT DI LAVORO IN ITALIA SECONDO LE STIME DI CONTABILITA TERRITORIALE (ULA e persone occupate; migliaia di unità) 25.500 25.000 24.500 24.000 23.500 23.000 22.500 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 ULA totali Occupati totali toriale dell Istat. Come suggerisce l analisi delle Fig. 2.3.3 nel corso degli ultimi anni la distanza positiva tra l ammontare dell input di lavoro misurato in termini di unità di lavoro equivalente a tempo pieno e l occupazione calcolata come numero di persone fisiche impiegate è andata gradualmente assottigliandosi fino a scomparire e diventare negativa (in Italia a partire dal 2006). Dunque, nel complesso del Paese il numero di persone occupate 132

ha iniziato a crescere più del volume di ore lavorate. Questo fenomeno in Abruzzo, di cui si dispone di dati fino al 2006, è meno accennato ma tuttavia presente, probabilmente a causa del relativo ritardo con cui tali forme contrattuali, più diffuse al Nord, stanno diffondendosi anche nelle regioni centrali e meridionali. 2.4 L ANALISI TERRITORIALE Nel 2007 il tasso di occupazione abruzzese è rimasto sostanzialmente invariato rispetto all anno precedente, frutto di un andamento leggermente decrescente della componente femminile, in particolare a L Aquila, e di un modesto incremento di quella maschile (soprattutto Teramo e L Aquila). La disoccupazione ha registrato una ulteriore piccola flessione (dal 6,5% al 6,2%) grazie soprattutto ai positivi andamenti di Pescara e Teramo mentre L Aquila ha fatto segnare un aumento di quasi due punti percentuali rispetto al 2006, fatto in netta controtendenza rispetto agli andamenti degli ultimi anni. Pescara, pur scontando una certa flessione nel 2007, si conferma come la provincia abruzzese maggiormente caratterizzata dalla presenza di attività del terziario mentre il numero di addetti agricoli è rimasto invariato. Il processo di terziarizzazione fa marcia indietro praticamente in tutte le province a fronte di un significativo incremento degli occupati industriali, soprattutto a Chieti e L Aquila. Apparentemente in Abruzzo la situazione del mercato del lavoro appare piuttosto omogenea se la analizziamo da un punto di vista provinciale. In realtà, in analogia a quanto avviene a livello nazionale, è possibile ravvisare notevoli differenziazioni locali che costituiscono una delle caratteristiche strutturali più problematiche del mercato del lavoro. Come è noto l Italia è percorsa da una profonda frattura tra regioni del Nord e del Mezzogiorno. Le prime sono nel complesso vicine a una situazione di pieno impiego e prossime ai livelli prevalenti nell Unione europea per incidenza dell occupazione, mentre le seconde continuano a soffrire di un grave sottoutilizzo delle risorse 133

umane disponibili. Il tasso di occupazione delle due ripartizioni settentrionali (calcolato sulla popolazione di 15 anni e oltre) è dell ordine del 50-51%, quello del Centro del 47%, mentre per il Mezzogiorno si registra un valore vicino al 37%. Il differenziale negativo del Mezzogiorno rispetto a tutte le altre ripartizioni è indicativo degli aspetti più macroscopici ma cela intorno al suo valore medio situazioni locali molto differenziate. Queste differenziazioni sono analizzabili sotto differenti profili. Innanzitutto, possiamo analizzare il ruolo del mercato del lavoro nel processo di creazione della ricchezza e di crescita economica. A questo scopo esprimiamo il prodotto pro capite come moltiplicazione della produttività media del lavoro e del tasso di occupazione. Focalizziamo la nostra attenzione sulle diverse realtà della regione tramite l utilizzo di cartogrammi che rappresentano la distribuzione territoriale del tasso di occupazione e del prodotto pro capite per il 2004 (l anno più recente di cui si dispone di statistiche a livello di sistema locale del lavoro). La scomposizione del PIL reale pro capite (espresso in termini di valore aggiunto) nel prodotto tra produttività media del lavoro (valore aggiunto per occupato) e tasso di occupazione (occupati su popolazione totale) permette importanti considerazioni sul processo di sviluppo regionale. La quantità di beni e servizi che ciascun individuo può consumare dipende da quanto ciascun lavoratore è in grado di produrre e quanti di questi individui risultano occupati in percentuale della popolazione. La relazione statistica è inoltre valida in termini di tassi di crescita, per cui il PIL reale pro capite può crescere solo nella misura in cui si registrano incrementi di produttività dei lavoratori e/o si verifica un innalzamento della quota di occupati sulla popolazione totale. Diversi modelli di specializzazione produttiva possono aiutare a spiegare gli andamenti di queste variabili discusse sopra. Aree con forte concentrazione di attività produttive ad alto valore aggiunto, generalmente associate ad attività industriali ma ad alta intensità di capitale, mostreranno elevati valori di prodotto pro capite e della produttività, ma probabilmente livelli più bassi del tasso di occupazione. Dall altra parte, aree con specializzazione in settori turistici con bassa 134

ALCUNI INDICATORI DEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO ABRUZZESI SLL Descrizione SLL Valore aggiunto pro capite Tasso di occupazione (2005) Tasso di disoccupazione (2005) 2003 2004 var. % Italia = 100 (%) 2005 2005 Atessa Mezzi di trasporto 16.000 16.037 0,2 74,8 41,5 8,4 Avezzano Sistemi non manifatturieri 14.508 15.372 6,0 71,7 43,7 5,5 Basciano Industria tessile 13.675 11.532-15,7 53,8 43,4 7,3 Castel di Sangro Sistemi turistici 12.946 12.959 0,1 60,4 39,4 7,9 Castilenti Industria tessile 13.249 12.249-7,5 57,1 42,5 7,1 Celano Agroalimentare 8.784 9.558 8,8 44,6 42,4 8,0 Giulianova Abbigliamento 17.588 20.951 19,1 97,7 45,6 6,4 Guardiagrele Sistemi delle calzature 14.079 12.827-8,9 59,8 41,5 7,7 L Aquila Sistemi non manifatturieri 21.591 20.134-6,8 93,9 44,9 5,0 Montorio al Vomano Abbigliamento 18.219 14.963-17,9 69,8 40,9 8,0 Ortona Agroalimentare 14.797 15.409 4,1 71,8 42,5 9,1 Penne Abbigliamento 10.445 10.860 4,0 50,6 43,3 8,6 Pescara Aree urbane a bassa specializzazione 20.834 20.081-3,6 93,6 45,0 9,8 Pescina Senza specializzazione 7.813 7.482-4,2 34,9 40,6 6,5 Pineto Abbigliamento 13.471 11.546-14,3 53,8 45,6 7,0 Popoli Chimica e petrolio 14.497 14.323-1,2 66,8 41,8 8,6 Sulmona Mezzi di trasporto 11.325 12.000 6,0 55,9 41,4 7,1 Teramo Abbigliamento 18.174 16.070-11,6 74,9 44,5 6,8 Vasto Agroalimentare 15.630 15.569-0,4 72,6 44,1 9,0 ITALIA 20.880 21.450 2,7-45,3 7,7 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 135

produttività ma elevato tasso di occupazione, potranno ugualmente esibire una forte capacità di creare ricchezza. La Fig. 2.4.1 riporta la distribuzione del valore aggiunto pro capite per i 19 Sistemi Locali del Lavoro individuati in Abruzzo. La ricchezza pro capite è fortemente concentrata nei sistemi urbani di L Aquila e Pescara (cui appartiene il comune di Chieti) ma il sistema più ricco, tuttavia, è quello di Giulianova, specializzato come noto nella produzione di abbigliamento, con quasi 21 mila euro pro capite nel 2005, pari al 98% circa del reddito medio nazionale. Segue il sistema del made in Italy di Teramo e quello dei mezzi di trasporto di Atessa. Importante è inoltre la presenza di due sistemi con specializzazione nell agroalimentare (Vasto e Ortona) oltre 15 mila euro di valore aggiunto pro capite. In questi sette sistemi locali la ricchezza pro capite resta superiore al 70% di quella media nazionale, che è pari a 21.450 euro, per poi cominciare a scendere e toccare il 34% nel sistema di Pescina (7.500 euro pro capite circa). Fig. 2.4.1 VALORE AGGIUNTO PRO CAPITE NEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO ABRUZZESI NEL 2005 Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat 136

Fig. 2.4.2 VALORE AGGIUNTO PER OCCUPATO NEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO ABRUZZESI NEL 2005 Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat Fig. 2.4.3 TASSO DI OCCUPAZIONE NEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO ABRUZZESI NEL 2005 Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat 137

Questo quadro cambia in misura sensibile quando consideriamo un indice di produttività media del lavoro (valore aggiunto per occupato). Le uniche aree urbane che presentano i valori più elevati sono rappresentate da Avezzano e dall'area di Pescara. Osserviamo invece che i sistemi locali di Basciano, Penne e Castilenti (sistemi del made in Italy) mostrano valori molto bassi dell indice. Le altre zone ad alta produttività sono sostanzialmente legate alla presenza di alcuni sistemi della trasformazione agroalimentare (Vasto e Ortona) oppure chimicoindustriali (Popoli). Osserviamo inoltre che Castel di Sangro, unico sistema locale a vocazione turistica dell Abruzzo, occupa una posizione intermedia della graduatoria della produttività (Fig. 2.4.2). Come possiamo osservare tra le aree con il tasso di occupazione 2 più alto troviamo, oltre a Pescara, principale centro regionale (46%), l area abruzzese a più forte vocazione distrettuale e in parte anche turistica (Giulianova, 45,5%), due sistemi ad elevata specializzazione manifatturiera nell abbigliamento (Pineto, Teramo). Tassi molto più bassi della media regionale sono quelli di Castel di Sangro (turismo), Pescina (senza specializzazione) e Sulmona, sistema industriale dei mezzi di trasporto che attraversa una fase di crisi occupazionale. L analisi del valore aggiunto pro capite scomposto in produttività del lavoro e tasso di occupazione evidenzia alcune regolarità interessanti (Fig. 2.4.3). La prima riguarda la forte concentrazione della ricchezza nei principali centri urbani; inoltre, si può osservare come i diversi risultati siano attribuibili ai diversi modelli di specializzazione. Da una parte la concentrazione di attività industriali con elevati indici di produttività 2 Le stime del tasso di occupazione divergono da quelle presentate nella prima parte in quanto generalmente l ISTAT calcola il tasso di occupazione come rapporto tra occupati e la popolazione dai 15 ai 64 anni che viene convenzionalmente individuata come la popolazione potenzialmente attiva, mentre in questo caso viene utilizzata al denominatore la popolazione dai 15 anni in su. La ragioni di questa scelta riguardano le procedure di campionamento. La dimensione campionaria è sufficiente a fornire stime di ragionevole precisione nel caso delle regioni e delle macroaree, mentre per alcune sottopopolazioni, per via della loro numerosità non è possibile ottenere stime adeguate agli obiettivi. 138

Fig. 2.4.4 PRODUTTIVITA E TASSI DI OCCUPAZIONE NEI SISTEMI LOCALI DEL LAVO- RO ABRUZZESI (2005) 55.000 50.000 Valore aggiunto per occupato (euro) 45.000 40.000 Montorio al Vom. Castel di Sangro L'Aquila 35.000 30.000 35 37 39 41 43 45 47 Tassi di occupazione (%) ma un tasso di occupazione ridotto (ad eccezione dei sistemi locali del lavoro di Giulianova e Pescara); dall altra, invece, una più spiccata vocazione nei settori tradizionali del made in Italy e servizi turistici con tassi di occupazione più elevati ma con livelli più bassi di produttività. In definitiva, l esame dei sistemi locali del lavoro dell Abruzzo mette in luce almeno tre caratteristiche distintive: a) un numero molto limitato di realtà che presentano un livello soddisfacente di utilizzo delle risorse lavorative disponibili; b) una significativa diffusione di aree con una situazione occupazionale intermedia; c) un numero ristretto di sistemi locali caratterizzati da mercati del lavoro privi di sbocchi e da una quota di occupazione insufficiente a garantire un livello di reddito accettabile. 139

Tab. 2.1 POPOLAZIONE PER CONDIZIONE PROFESSIONALE E SESSO IN ABRUZZO (dati assoluti in migliaia) FORZE DI LAVORO NON FORZE DI LAVORO POPOLAZIONE Persone in cerca di occupazione Periodo di riferimento Totale Non forze di lavoro >64 anni Non forze di lavoro <15 anni Non cercano e non disponibili a lavorare Non cercano ma disponibili a lavorare Cercano lavoro ma non disponibili a lavorare Cercano lavoro non attivamente Totale Occupati Totale Senza precedenti esperienze lavorative Con precedenti esperienze lavorative Maschi e femmine 2006 I Trimestre 495 25 12 36 532 25 7 21 274 175 267 767 1.299 II Trimestre 496 24 13 37 533 16 13 14 283 175 268 769 1.301 III Trimestre 497 21 10 31 529 18 12 27 274 175 267 774 1.302 IV Trimestre 504 26 9 35 539 20 9 22 271 175 267 764 1.303 2007 I Trimestre 492 20 13 33 525 19 11 22 284 174 270 780 1.305 II Trimestre 493 24 14 38 531 21 9 32 266 175 272 775 1.306 III Trimestre 515 19 11 30 545 32 11 35 242 174 270 765 1.310 IV Trimestre 508 22 11 33 541 23 8 27 270 174 269 772 1.313 variazioni assolute sul trimestre corrispondente 2007 I Trimestre -3,1-4,6 1,1-3,6-6,6-6,2 4,7 1,4 9,8-0,7 3,4 12,5 5,9 II Trimestre -3,0-0,2 1,2 1,0-2,0 4,9-3,6 17,7-16,9 0,1 4,3 6,4 4,5 III Trimestre 18,1-2,7 1,2-1,6 16,5 14,1-1,2 7,9-32,0-0,4 2,8-8,8 7,7 IV Trimestre 3,6-4,2 2,2-2,0 1,6 3,1-0,8 5,3-0,9-0,4 2,0 8,4 9,9 Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 140

Tab. 2.1 (segue) POPOLAZIONE PER CONDIZIONE PROFESSIONALE E SESSO IN ABRUZZO (dati assoluti in migliaia) FORZE DI LAVORO NON FORZE DI LAVORO POPOLAZIONE Persone in cerca di occupazione Periodo di riferimento Totale Non forze di lavoro >64 anni Non forze di lavoro <15 anni Non cercano e non disponibili a lavorare Non cercano ma disponibili a lavorare Cercano lavoro ma non disponibili a lavorare Cercano lavoro non attivamente Totale Occupati Totale Senza precedenti esperienze lavorative Con precedenti esperienze lavorative Femmine 2006 I Trimestre 197 14 6 20 216 16 3 15 176 85 156 451 667 II Trimestre 185 16 8 24 209 12 9 11 185 85 157 459 668 III Trimestre 192 10 5 15 207 12 11 18 181 85 156 462 669 IV Trimestre 194 17 6 22 216 14 7 16 176 85 156 453 669 2007 I Trimestre 184 12 8 20 204 15 8 18 183 85 157 466 670 II Trimestre 183 14 9 23 206 12 5 24 182 85 158 464 670 III Trimestre 201 12 7 18 220 16 10 25 160 85 157 453 673 IV Trimestre 196 14 7 21 217 15 7 19 176 85 157 457 674 variazioni assolute sul trimestre corrispondente 2007 I Trimestre -13,0-2,2 2,7 0,5-12,5-1,2 4,9 3,3 7,7-0,5 1,2 15,4 2,9 II Trimestre -2,3-1,8 1,3-0,5-2,8-0,8-3,6 12,7-3,0-0,6 0,2 4,9 2,1 III Trimestre 9,2 2,0 1,7 3,7 12,9 4,7-1,3 7,5-20,6-0,3 1,0-9,0 3,9 IV Trimestre 2,2-2,6 1,6-1,0 1,2 0,8-0,1 3,1-0,5-0,3 1,0 3,9 5,1 Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 141

Tab.2.1 (segue) POPOLAZIONE PER CONDIZIONE PROFESSIONALE E SESSO IN ABRUZZO (dati assoluti in migliaia) FORZE DI LAVORO NON FORZE DI LAVORO POPOLAZIONE Persone in cerca di occupazione Periodo di riferimento Totale Non forze di lavoro >64 anni Non forze di lavoro <15 anni Non cercano e non disponibili a lavorare Non cercano ma disponibili a lavorare Cercano lavoro ma non disponibili a lavorare Cercano lavoro non attivamente Totale Occupati Totale Senza precedenti esperienze lavorative Con precedenti esperienze lavorative Maschi 2006 I Trimestre 299 10 6 16 315 9 3 6 98 90 111 317 632 II Trimestre 311 8 5 13 324 4 4 3 98 90 111 309 633 III Trimestre 305 11 5 17 322 7 1 10 93 90 111 312 633 IV Trimestre 310 10 3 13 323 6 3 6 95 90 112 311 634 2007 I Trimestre 309 8 5 12 321 4 3 4 100 90 113 314 635 II Trimestre 310 10 5 15 325 10 4 8 84 91 115 311 635 III Trimestre 314 7 5 11 325 16 1 10 82 90 113 312 637 IV Trimestre 312 8 4 12 324 8 2 8 94 90 113 315 639 variazioni assolute sul trimestre corrispondente 2007 I Trimestre 9,9-2,4-1,6-4,0 5,9-4,9-0,2-1,9 2,0-0,3 2,3-2,9 3,0 II Trimestre -0,7 1,6-0,1 1,5 0,8 5,7-0,1 5,1-13,9 0,7 4,1 1,6 2,4 III Trimestre 8,9-4,8-0,6-5,3 3,6 9,4 0,1 0,5-11,4-0,1 1,7 0,2 3,8 IV Trimestre 1,5-1,6 0,6-1,0 0,4 2,2-0,8 2,3-0,4-0,0 1,1 4,4 4,8 Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 142

Tab. 2.2 PRINCIPALI INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO IN ABRUZZO 2007 (valori %) Tassi di attività (15-64) Tassi di occupazione (15-64) Tassi di disoccupazione Maschi e femmine 2006 I Trimestre 61,7 57,4 6,8 II Trimestre 61,7 57,5 6,9 III Trimestre 61,0 57,3 5,9 IV Trimestre 62,2 58,1 6,5 2007 I Trimestre 60,7 56,9 6,2 II Trimestre 61,6 57,2 7,1 III Trimestre 62,6 59,1 5,5 IV Trimestre 61,8 57,9 6,1 Maschi 2006 I Trimestre 72,7 68,8 5,2 II Trimestre 74,5 71,5 4,0 III Trimestre 74,0 70,1 5,2 IV Trimestre 74,3 71,3 4,0 2007 I Trimestre 74,0 71,1 3,8 II Trimestre 75,2 71,8 4,5 III Trimestre 74,5 71,9 3,5 IV Trimestre 73,8 71,0 3,7 Femmine 2007 I Trimestre 50,6 45,9 9,2 II Trimestre 49,0 43,5 11,2 III Trimestre 48,0 44,6 7,1 IV Trimestre 50,1 44,9 10,2 2007 I Trimestre 47,4 42,6 10,0 II Trimestre 48,0 42,6 11,2 III Trimestre 50,7 46,4 8,4 IV Trimestre 49,8 44,9 9,7 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 143

Tab. 2.3 - FORZE DI LAVORO, OCCUPATI E DISOCCUPATI Anni 2005-2007 Anno Occupati Persone in cerca di occupazione Forze di lavoro Popolazione Occupati Persone in cerca di occupazione Forze di lavoro Popolazione Valori assoluti in migliaia Abruzzo Mezzogiorno 2005 492 42 534 1.296 6.411 1.067 7.479 20.673 2006 498 35 533 1.301 6.516 909 7.425 20.686 2007 502 33 535 1.308 6.516 876 7.392 20.710 Centro - Nord Italia 2005 16.152 821 16.973 37.462 22.563 1.889 24.451 58.135 2006 16.471 764 17.237 37.749 22.988 1.673 24.662 58.435 2007 16.706 699 17.405 38.170 23.222 1.506 24.728 58.880 Variazioni % sull anno precedente Abruzzo Mezzogiorno 2006 1,2-16,7-0,2 0,4 1,6-14,8-0,7 0,1 2007 0,8-5,7 0,4 0,5 0,0-3,6-0,4 0,1 Centro - Nord Italia 2006 2,0-6,9 1,6 0,8 1,9-11,4 0,9 0,5 2007 1,4-8,5 1,0 1,1 1,0-10,0 0,3 0,8 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 144

Tab. 2.4 TASSI DI ATTIVITÀ, OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE 2005-2007(valori percentuali) Anno Tasso di Tasso di Attività (1) Occupazione (2) Disoccupazione (3) Attività (1) Occupazione (2) Disoccupazione (3) Abruzzo Mezzogiorno 2005 62,2 57,2 7,9 53,6 45,8 14,3 2006 61,7 57,6 6,5 53,2 46,6 12,2 2007 61,7 57,8 6,2 52,4 46,5 11,0 Centro-Nord Italia 2005 66,7 63,1 5,3 62,4 57,5 7,7 2006 67,5 64,1 5,0 62,7 58,4 6,8 2007 67,5 64,5 4,4 62,5 58,7 6,1 (1) Rapporto % tra le persone appartenenti alle forze di lavoro (15-64) e la corrispondente popolazione di riferimento. (2) Rapporto % tra gli occupati (15-64) e la corrispondente popolazione di riferimento. (3) Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le corrispondenti forze di lavoro. Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 145

Tab. 2.5 OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITÀ Anni 2005-2007 Anno Agricoltura Industria Servizi Totale Agricoltura Industria Servizi Totale Valori in migliaia Abruzzo Mezzogiorno 2005 21 151 320 492 462 1.530 4.419 6.411 2006 18 149 331 498 483 1.519 4.514 6.516 2007 20 161 320 502 456 1.560 4.500 6.516 Centro - Nord Italia 2005 485 5.410 10.256 16.152 947 6.940 14.675 22.563 2006 498 5.408 10.566 16.471 982 6.927 15.080 22.988 2007 534 5.984 10.795 16.968 924 7.003 15.295 23.222 Variazioni % sull anno precedente Abruzzo Mezzogiorno 2006-14,3-1,3 3,4 1,2 4,5-0,7 2,2 1,6 2007 11,1 8,1-3,3 0,8-5,6 2,7-0,3 0,0 Centro - Nord Italia 2006 2,7-0,0 3,0 2,0 3,7-0,2 2,8 1,9 2007 7,2 10,7 2,2 3,0-5,9 1,1 1,4 1,0 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 146

Tab. 2.6 OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITÀ Anni 2005-2007 (composizione % per settore) Anno Agricoltura Industria Altre Att. Totale Agricoltura Industria Altre Att. Totale Abruzzo Mezzogiorno 2004 4,3 30,7 65,0 100 7,2 23,9 68,9 100 2005 3,6 29,9 66,5 100 7,4 23,3 69,3 100 2006 4,0 32,1 63,7 100 7,0 23,9 69,1 100 Centro-Nord Italia 2004 3,0 33,5 63,5 100 4,2 30,8 65,0 100 2005 3,0 32,8 64,2 100 4,3 30,1 65,6 100 2006 3,1 35,3 63,6 100 4,0 30,2 65,9 100 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 147

Tab. 2.7 FORZE DI LAVORO, OCCUPATI E DISOCCUPATI PER PROVINCIA E PER SESSO Anni 2006 e 2007 (valori assoluti in migliaia e valori percentuali) Provincia Occupati Persone in cerca di occupazione Forze di lavoro Tasso di attività (1) Tasso di occupazione (2) Tasso di disoccupazione (3) 2006 2007 2006 2007 2006 2007 2006 2007 2006 2007 2006 2007 Maschi L Aquila 68 70 4 4 72 74 70,0 72,5 66,3 68,2 5,1 5,8 Teramo 73 75 3 3 76 77 75,5 76,9 72,5 74,1 4,0 3,5 Pescara 71 72 4 2 75 74 73,4 72,4 69,3 70,0 5,5 3,3 Chieti 94 95 4 3 98 98 76,0 75,5 73,0 73,1 4,0 3,1 ABRUZZO 306 311 15 13 321 324 73,9 74,4 70,4 71,4 4,6 3,9 Femmine L Aquila 48 47 3 5 51 52 51,8 52,1 48,3 46,6 6,7 10,3 Teramo 45 45 5 4 51 50 51,2 49,7 46,0 45,2 10,2 8,9 Pescara 41 41 6 5 47 45 45,5 43,7 39,8 39,3 12,4 10,0 Chieti 57 58 6 6 63 65 49,4 50,3 44,9 45,3 8,9 9,9 ABRUZZO 192 191 20 21 212 212 49,4 49,0 44,7 44,1 9,5 9,8 Totale L Aquila 116 117 7 10 123 126 61,0 62,4 57,4 57,6 5,8 7,7 Teramo 118 120 8 7 127 127 63,4 63,3 59,3 59,7 6,5 5,7 Pescara 112 112 10 7 122 119 59,3 57,9 54,4 54,5 8,1 5,8 Chieti 151 153 10 9 161 163 62,7 62,8 58,9 59,1 5,9 5,8 ABRUZZO 498 502 35 33 533 535 61,7 61,7 57,6 57,8 6,5 6,2 (1) Rapporto % tra le persone appartenenti alle forze di lavoro (15-64) e la corrispondente popolazione di riferimento. (2) Rapporto % tra gli occupati (15-64) e la corrispondente popolazione di riferimento. (3) Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le corrispondenti forze di lavoro. Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 148

Tab. 2.8 OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITÀ E PER PROVINCIA Anni 2005-2007 (valori in migliaia) Anno Agricoltura Industria Servizi Totale Agricoltura Industria Servizi Totale L Aquila Teramo 2005 2 26 77 105 4 42 67 113 2006 2 27 86 116 4 44 71 118 2007 5 31 81 117 4 45 71 120 Pescara Chieti 2005 5 31 83 119 13 49 81 143 2006 2 28 83 112 10 50 92 152 2007 2 29 81 112 9 57 87 153 Variazioni % sull anno precedente L Aquila Teramo 2006-18,7 5,0 12,4 10,7 2,2 4,2 6,6 4,7 2007 170,0 13,8-5,8 0,9 0,5 2,3 0,0 1,7 Pescara Chieti 2006-55,9-10,7-0,3-6,0-19,9 2,4 13,2 6,6 2007 0,0 3,6-2,4 0,0-10,0 14,0-5,4 0,7 Composizione % per settore L Aquila Teramo 2005 2,2 24,8 73,1 100 3,5 37,5 59,1 100 2006 1,6 23,5 74,1 100 3,4 37,3 60,2 100 2007 4,3 26,5 69,2 100 3,3 37,5 59,2 100 Pescara Chieti 2005 3,8 26,3 69,9 100 8,8 34,2 57,0 100 2006 1,8 25,0 74,1 100 6,6 32,9 60,5 100 2007 1,8 25,9 72,3 100 5,9 37,3 56,9 100 Fonte: elaborazioni CRESA su dati ISTAT 149