CAPITOLO I. 1.1 Introduzione: progresso biotecnologico e terza cultura



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CAPITOLO I L EMBRIONE UMANO E LE BIOTECNOLOGIE PERCORSO STORICO 1.1 Introduzione: progresso biotecnologico e terza cultura Il dibattito bioetico sulla natura, identità e dignità dell embrione umano trova la sua origine nelle nuove possibilità di intervento dell uomo sulla vita. Nell ultimo trentennio lo straordinario progresso nel campo della genetica e delle biotecnologie ha portato ad una vera e propria rivoluzione genomica 1 grazie a signi cativi passi compiuti nel campo della genetica molecolare, quali la scoperta del codice genetico e del processo della sua decodi cazione (come base dello sviluppo e del funzionamento di ogni singola cellula e dell intero organismo umano); la mappatura dei geni umani, 2 la sequenziazione del genoma umano; 3 l assegnazione dei singoli geni ai diversi cromosomi 1 A. Serra, La rivoluzione genomica. Conquiste, attese, rischi, La Civiltà Cattolica 2001, 152/II: 439 453. 2 F. H. Ruddle, K. K. Kidd, The human gene mapping workshops in transition, Cytogenetics and Cell Genetics 1989, 51: 1 2. 3 Congress of the United States, Mapping Our Genes. Genome Projects: How Big? How Fast?, The U. S. Government Printing Of ce, Washington D.C. 1988. Per sequenziare il genoma umano è stato messo in atto un elaborato piano di ricerca, denominato Progetto Genoma Umano (Human Genome Project, HGP), il cui scopo principale era la lettura e la trascrizione nella esatta successione naturale delle milioni di paia di molecole (circa 3.500 milioni) che costituiscono il genoma umano aploide; il progetto iniziato formalmente nel 1990 ha coinvolto centinaia di laboratori, soprattutto degli Stati Uniti, dell Europa e del Giappone; il Progetto sarebbe dovuto durare 15 anni ma grazie ai rapidi progressi tecnologici è stato possibile completarlo entro il 2003. Le bozze delle sequenze e dell analisi del genoma umano sono state pubblicate nel febbraio del 2001 e nell aprile del 2003 nelle riviste Nature e Science (Science, Feb. 16, 2001 Nature, Feb.15, 2001 special 13

14 Capitolo I e l identi cazione della loro funzione. Queste conoscenze hanno permesso di veri care la causa genetica di diverse patologie ereditarie (sono circa 4.000 le malattie genetiche no ad oggi conosciute) e la variazione della loro gravità rispetto al tipo di alterazioni genetiche, determinando l avanzamento di nuovi loni di ricerca come la proteomica, cioè lo studio delle proteine umane e la loro distribuzione cellulare; la genomica funzionale che indaga sull interazione dei singoli geni nello sviluppo e nei diversi processi siologici; e la farmacogenetica, che studia le variazioni nel DNA dei diversi soggetti ed i ri essi di queste variazioni sulla risposta individuale ai farmaci, offrendo notevoli speranze di nuove vie terapeutiche nora inaccessibili. La cosiddetta rivoluzione genomica ha a sua volta moltiplicato le possibilità teoriche d intervento in vasti campi di applicazione quali l agricoltura, con la manipolazione del DNA delle piante; la zootecnia, con la produzione di animali transgenici e clonati dotati di notevole resistenza alle malattie, di potenzialità nutritive qualitativamente e quantitativamente superiori, e utilizzati come modelli per lo studio delle patologie umane e della loro terapia; la farmacologia, con la produzione di ormoni, proteine ed altre molecole biologiche da vegetali o animali transgenici o clonati; la medicina, in cui sono stati aperti i loni della diagnostica prenatale e postnatale, con lo sviluppo di test predittivi e diagnostici per migliaia di malattie geneticamente determinate; la geneterapia, per la cura delle malattie ereditarie; la genomica funzionale, per la comprensione dell attività coordinata ed integrata di migliaia di geni operanti in ogni singola cellula e nei diversi compartimenti. Il notevole sviluppo biotecnologico ha inoltre determinato l apertura di nuove aree sperimentali e cliniche che coinvolgono in prima persona l essere umano all inizio della sua esistenza: grazie anche all apporto degli studi embriologici e biomolecolari è stato possibile issue; Science, April 11, 2003 Nature April 24, 2003 special issue) è stato inoltre reso possibile l accesso al Human Genome Data Base (HGDB) che contiene il testo intero del genoma umano (K. A. Brandt, The GDB Human Genome Data Base: a source of integrated genetic mapping and disease data, Bulletin of the Medical Library Association 1993, 81 (3): 285 292; www.gdb.org).

L embrione umano e le biotecnologie 15 scoprire i più intimi meccanismi dello sviluppo e dell identità biologica umana, consentendo di utilizzare queste conoscenze quale prezioso strumento di lavoro e di ricerca. La possibilità di effettuare precoci interventi terapeutici e diagnostici sull embrione e sul feto, la produzione di embrioni in vitro per il superamento della sterilità o di rischi genetici, l utilizzazione di embrioni per ottenere cellule staminali da utilizzare nell ambito della medicina rigenerativa, la sperimentazione su embrioni a scopo di ricerca o la loro clonazione per aumentare il numero di embrioni con lo stesso fenotipo, sono alcuni dei più discussi loni biomedici che hanno per protagonista l individuo umano nelle fasi precoci del suo sviluppo. 4 Il rapido avanzamento delle biotecnologie se da una parte ha determinato il dilatarsi dell impegno tecnologico per favorire il progresso scienti co ed il miglioramento della prassi biomedica, ha però anche provocato un elevato senso di autosuf cienza della scienza e della medicina da in uenze della società, della cultura e dell etica, in uenzando profondamente l evoluzione culturale contemporanea e portando al crollo di principi e valori tradizionali considerati da molti come inadeguati se confrontati con i risultati e le possibilità tecnologiche attuali. «La tecnologia è, dunque, passata al primo posto nella guida dello sviluppo sociale e, soprattutto, nella valutazione sociale, non eliminando ma, certo, eclissando le due culture no a pochi anni fa prevalenti, la umanistica e scienti ca»; 5 tanto da de nire la cultura contemporanea come la terza cultura, 6 nella quale ha predominio assoluto la tecnologia e in cui la ricerca della verità viene sostituita dalla ricerca della novità, e la razionalità dalla sintesi esperienziale. 7 Tra i principi di questa 4 A. Serra, La rivoluzione genomica. Conquiste, attese, rischi, La Civiltà Cattolica 2001, 152/II: 439 453, pp. 447 451. 5 A. Serra, Famiglia e biotecnologie. Una s da del nuovo secolo, Rivista di scienze religiose 2002, 1: 133 155, p. 139. 6 J. Brockman, The Third Culture. Beyond the Scienti c Revolution, Simon and Schuster, New York 1995; J. Rifkin, Il secolo Biotech. Il commercio genetico e l inizio di una nuova era, Baldini&Castoldi, Milano 2000. 7 K. Kelly, Essays on Science and Society: The Third Culture, Science 1998, 279 (5353): 992 993.

16 Capitolo I nuova cultura fondamentale è l idea che non ci sia nulla al di fuori dell universo tangibile, 8 che l uomo sia un organismo non qualitativamente diverso da qualsiasi altro animale e quindi ridotto alla sua sola realtà corporea 9 e che l etica umana non abbia principi immutabili perché essa si evolve gradualmente grazie allo sviluppo cerebrale e all evoluzione dei gruppi culturali umani. 10 In ambito scienti co viene affermato che la scienza e la tecnologia sono neutre, è questo l assioma più generale e basilare che domina la loso a di medici e scienziati: poiché l essenza della scienza è l oggettività, ogni ostacolo posto al progresso scienti co risulta come una limitazione a tale oggettività; di conseguenza non devono essere poste restrizioni all attività scienti ca e al progresso tecnologico. Si parla di scienza del possibile che considera giusto e buono tutto ciò che è tecnicamente possibile e che non accetta messaggi di guida o di stimolo da parte di sistemi di pensiero di ordine antropologico o etico: se l uomo e tutta la realtà biologica sono frutto di una evoluzione cieca non esistono criteri in base ai quali conformare l agire ed ogni realtà naturale è solo materia a disposizione dell uomo. Conseguentemente, tutto quel che è possibile diviene lecito ed ogni limite è un ostacolo da superare; l esigenza di conoscere e dominare il mondo biologico e di promuovere il benessere e la salute dell uomo si 8 H. Jonas, Dalla fede antica all uomo tecnologico, Il Mulino, Bologna 1991. 9 «Tu, le tue gioie, i tuoi dolori, i tuoi ricordi, le tue ambizioni il tuo senso di identità personale e libera volontà, in realtà non sono altro che il comportamento di un vasto insieme di cellule nervose e delle molecole ad esse associate [ ]»* (F. Crick, The astonishing hypothesis. The scienti c search for the soul, Simon and Schuster, London 1994, p. 3). *Laddove non venga altrimenti indicato la traduzione si consideri nostra. 10 «Le norme etiche tradizionali non sono più adeguate [ ]. L evoluzione non ci dà un insieme codi cato di norme etiche quali i dieci comandamenti; tuttavia, la comprensione dell evoluzione ci dà un mondo di vedute che può servire da solida base per lo sviluppo di un sistema etico adatto per mantenere una società umana sana, e che provveda anche per il futuro dell umanità, in un mondo custodito dall uomo»; mondo in cui risulta doveroso «sospendere come atto di misericordia il sostegno alla vita sofferente di un paziente terminale e di accettare come opzione più etica l aborto di un bambino non desiderato» (E. Mayr, Toward a new philosophy of biology. Observation of an evolutionist, Harvard University Press, Cambridge (MA) 1988, p. 89 e p. 85).

L embrione umano e le biotecnologie 17 riducono ad un approccio di semplice manipolazione. 11 Ne risulta una grande spinta a fare non frenata da principi etici, in altre parole dal senso di responsabilità (che viene delegato a chi potrebbe abusare delle acquisizioni scienti che). 12 L avvento e la diffusione delle biotecnologie e la svolta culturale da esse portata hanno sollevato serie questioni etiche sul rapporto fra uomo, natura, scienza e tecnica; 13 sui criteri dell utilizzazione delle biotecnologie animali e vegetali 14 e sulle conseguenze delle applicazioni biotecnologiche in medicina e nella sperimentazione sull uomo. Le applicazioni sull uomo hanno aperto un ampio dibattito su come risolvere la tensione fra la libertà di ricerca tecno scienti ca (per il progresso scienti co e la cura delle malattie) e le esigenze legate al rispetto ed alla protezione della vita umana; sull opportunità ed i limiti degli interventi sull individuo umano, soprattutto quando questi non sono a suo diretto vantaggio; sul valore da attribuire alla vita umana in ogni stadio della sua esistenza e la tutela che esso, conseguentemente, richiede. In questo contesto il tema della vita umana prenatale ha assunto un ruolo signi cativo per l entità delle questioni da esso sollevate (l identità e il valore della vita umana precoce; la liceità della sua manipolazione; i possibili sfruttamenti delle categorie più vulnerabili) e per le rilevanti implicazioni non solo in ambito sanitario ma per l intera società e per il futuro stesso dell uomo. Il dibattito etico ha assunto a questo riguardo toni spesso esasperati creando un avvertito 11 A. Pessina, Note sul rapporto tra biotecnologie e antropologia loso ca, in J. de D. Vial Correa, E. Sgreccia (a cura di), Biotecnologie animali e vegetali. Nuove frontiere e nuove responsabilità, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1999, pp. 73 82. 12 A. Serra, Famiglia e biotecnologie. Una s da del nuovo secolo, Rivista di scienze religiose 2002, 1: 133 155, pp. 141 142. 13 C. Poli, La responsabilità per l ambiente, Arco di Giano 1994, 4: 97 110; G. Pontara, Etica e generazioni future, Laterza, Bari 1995; E. Sgreccia, M. B. Fisso, Etica dell ambiente, Medicina e Morale 1997, 3 (Suppl.1): 3 43. 14 E. Sgreccia, V. Mele, Bioetica e biotecnologie animali e vegetali, in J. de D. Vial Correa, E. Sgreccia (a cura di), Biotecnologie animali e vegetali. Nuove frontiere e nuove responsabilità, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1999, pp. 83 100.

18 Capitolo I senso di disagio e di crescente ambiguità e confusione che hanno ostacolato la diffusione di una chiara ed oggettiva informazione. Si avverte l esigenza di fare chiarezza sul percorso storico e sugli aspetti scienti ci che hanno portato al clima culturale attuale nei confronti della vita umana prenatale, per poter affrontare con coscienza critica le nuove s de etiche e sociali del progresso biotecnologico applicato all essere umano nelle prime fasi del suo sviluppo. Il dibattito etico contemporaneo sulla vita umana precoce è andato articolandosi in seguito ad eventi rilevanti dal punto di vista scienti co e sociale che, a partire dalla seconda metà del ventesimo secolo, hanno determinato profonde trasformazioni culturali nella civiltà occidentale contemporanea. I temi dell aborto, delle tecnologie di riproduzione arti ciale extracorporea, della sperimentazione sugli embrioni, della diagnosi prenatale, della terapia genica fetale e della clonazione umana verranno di seguito affrontati ripercorrendo le tappe storiche più signi cative per comprendere il fulcro ed il signi cato delle questioni etiche da essi originate e per poter valutare l attuale clima culturale nei confronti della vita umana nelle prime fasi del suo sviluppo. 1.2 L aborto Il vasto tema della legalizzazione dell aborto 15 è stato il motore delle prime discussioni bioetiche sull inizio della vita umana, perché 15 Il tema dell aborto procurato è stato trattato molto ampiamente e sotto diverse angolature: storica, sociologica, giuridica, culturale, teologica, morale ed anche strettamente bioetica. Per un ampia bibliogra a inerente ai diversi approcci alla questione e per un approfondita trattazione degli aspetti bioetici si veda il Cap. X di E. Sgreccia, Manuale di Bioetica. Fondamenti ed etica biomedica, Vol I, Vita e Pensiero, Milano 1999, pp. 437 504; sul legame fra aborto e contraccezione si veda, M. L. Di Pietro, Sessualità, contraccezione e aborto nella giovinezza, in N. Galli (a cura di), L educazione sessuale nell età evolutiva, Vita e Pensiero, Milano 1994, pp. 161 190; M. L. Di Pietro, R. Minacori, Sull abortività della pillola estroprogestinica e di altri contraccettivi, Medicina e Morale 1996, 5: 863 900; M. L. Di Pietro, M. L. Furiosi, Quale rispetto per la dignità della donna? Alcune osservazioni in margine alla IV Conferenza mondiale sulla donna, Medicina e Morale 1996, 1: 15 42; R. Cascioli, Demogra a: il boom che non c è, Avvenire 16/09/2004.

L embrione umano e le biotecnologie 19 per la prima volta veniva contestato e messo in crisi un valore no ad allora inviolabile nella cultura occidentale, la dignità ed il diritto alla vita del neoconcepito. In Europa, no alla metà del secolo scorso l aborto cioè «la morte (provocata) del concepito prima della nascita» 16 e l eutanasia 17 erano valutati e proibiti come delitti 18 sia nella sfera del diritto romano germanico che nel sistema della common law delle legislazioni anglosassoni. Il rispetto della vita non nata accomunava, infatti, non solo gran parte della cultura occidentale, 19 ma anche la sua tradizione giuridica, come si può dedurre dall esame dei diritti costituzionali e civili delle nazioni più progredite e dalle dichiarazioni ed accordi internazionali. 20 La rilevante omogeneità legislativa di fronte alla tutela della vita umana, anche prima della nascita, è stata fatta risalire ad una corrente del diritto romano che considerava come un individuo umano il concepito ancora non nato: nel Digesto di Giustiniano 21 veniva riconosciuta al nascituro la condizione giuridica 16 F. Antolisei, Manuale di Diritto Penale, Parte sp. I, Giuffrè, Milano 1986, p. 87. 17 «Per eutanasia s intende un azione o un omissione che di natura sua, e nelle intenzioni, procura la morte, allo scopo di eliminare ogni dolore», Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Evangelium Vitae, 25 III 1995, 65. 18 In Italia, il Codice Penale del 1930 dichiarava l illiceità dell aborto considerandolo un delitto contro l integrità e la sanità della stirpe; l aborto era sempre vietato tranne che per lo stato di necessità, cioè in caso di pericolo grave e attuale della vita della donna; inoltre, l eutanasia come istituto giuridico era ancora sconosciuta. 19 Nonostante le pratiche abortive siano state presenti presso tutti i popoli e in tutte le epoche storiche (ad esempio, nell archivio dell imperatore cinese Shan Nung, che risale al terzo millennio a. C., si trova una ricetta abortiva), il sentire etico e la coscienza medica dei secoli passati hanno chiaramente dato un giudizio negativo nella pratica dell aborto (anche nel Giuramento d Ippocrate, si dice: «non darò alla donna un pessario abortivo»), segnando la tradizione occidentale. 20 Ad esempio, nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell Uomo, approvata dall ONU il 10 dicembre 1948, l art. 3 recita «Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza», per un commento a questa Dichiarazione si veda, G. Capograssi, La Dichiarazione Universale ai diritti dell uomo e il suo signi cato, in G. Capograssi, Opere, Vol.V, Giuffrè, Milano 1959, pp. 37 50. 21 Il termine Digesto (dal latino, digesta, "scelta ordinata") si riferisce all opera voluta dall imperatore Giustiniano che dispose la raccolta di pareri e decisioni dei più celebri giuristi romani, la cui autorità faceva testo in materia di

20 Capitolo I di essere umano («Qui in utero sunt [ ] intelliguntur in rerum natura esse»; 22 il concepito esiste ed è perciò da considerarsi titolare di diritti come se fosse nato: «Nasciturus pro iam nato habetur»). 23 La condizione giuridica di essere umano attribuita al nascituro «operò un mutamento qualitativo nelle strutture del pensiero sociale e giuridico non solo romano ma dell intera civiltà giuridica. Infatti, il principio di considerare giuridicamente essere umano anche quando non lo si quali ca come persona il concepito non nato che va protetto è stato raccolto lungo i secoli posteriori in molti codici costituzionali e civili di aree culturali e geogra che assai lontane: non soltanto del mondo latino, romano e iberico (Italia, Spagna, Argentina, Brasile, Uruguay, Perù, Cile, ecc.), ma anche nel diritto germanico (per esempio la relativa sentenza della Corte Costituzionale della Repubblica Federale Tedesca, del 28 maggio 1993) e per no nel codice civile del Giappone (art. 721)». 24 Questa grande tradizione giuridica si è perpetuata attraverso i secoli, fondando gradualmente il rispetto (anche se non sempre tutelato) della vita umana, in ogni momento del suo sviluppo, sulla base della singolare dignità e superiorità dell essere umano nei confronti degli altri esseri viventi; il diritto alla vita assumeva così il carattere di diritto inalienabile, 25 perché innato e pre esistente all intervento del legislatore (che, conseguentemente, non può concederlo ma deve diritto; l opera, detta anche (in greco) Pandette, è in 50 libri e la materia è raccolta in 432 titoli; per la scelta e l ordinamento del materiale fu necessario il lavoro di una commissione di parecchi membri che durò tre anni. Il Digesto uscì alla luce, con la costituzione Tanta, il 16 dicembre 533. Il nome di Digesto è passato a designare genericamente ogni raccolta organica di materie giuridiche (Enciclopedia Garzanti, Vol. 2, Garzanti, Torino 1971). 22 Giustiniano, Digesta, 1, 5, 26. 23 Giustiniano, Digesta, 1, 5, 7. 24 J. Herranz, La dignità della persona e il diritto, in J. de D. Vial Correa, E. Sgreccia (a cura di), Natura e Dignità della Persona Umana a fondamento del Diritto alla Vita. Le s de del contesto culturale contemporaneo (Atti dell Ottava Assemblea Generale della Ponti cia Accademia per la Vita, Città del Vaticano, 25 27 febbraio 2002), Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2003, p. 22. 25 Nella giurisprudenza si dice inalienabile un bene o un diritto che non può essere trasferito ad altri (N. Zingarelli, Lo Zingarelli 2000, Vocabolario della lingua italiana, XII ed., Zanichelli, Bologna 1999).

L embrione umano e le biotecnologie 21 riconoscerlo come uno dei diritti inviolabili dell essere umano), e non diritto dipendente da semplici considerazioni accidentali di ordine politico, pragmatico o psicologico. Nella seconda metà del ventesimo secolo si è assistito ad un capovolgimento del diritto alla vita, che ha perso gradualmente il suo carattere inalienabile, portando molti Stati (talvolta in sorprendente contrasto con le loro Costituzioni) alla legalizzazione dell aborto e, successivamente, anche dell eutanasia ed investendo non solo la sfera giuridica ma anche quella etica e sociale; le cause di questo capovolgimento giuridico sono state ricondotte da alcuni autori alle «due grandi utopie ideologiche diventate anche sistemi politici a scala mondiale: l utopia totalitaria della giustizia senza libertà e l utopia libertaria della libertà senza verità», 26 che hanno portato ad una profonda revisione culturale espressa dalla depenalizzazione e dalla legittimizzazione dell aborto. La depenalizzazione consiste essenzialmente nel non considerare più reato, a determinate condizioni, l aborto volontario (e quindi non perseguibile legalmente né su chi lo esegue, né su di chi vi ricorre); la legittimizzazione va oltre e chiede che l aborto volontario sia ritenuto un vero e proprio diritto civile e, in modo particolare, un diritto della donna (la stessa terminologia impiegata di interruzione volontaria della gravidanza pone l accento su un evento della donna; mentre il glio, indicato con i termini di embrione, feto o semplice prodotto del concepimento, passa in secondo piano). La prima legge sull aborto nasce nel contesto del materialismo teorico dell Unione Sovietica nel 1920 ed è seguita nel 1956 dalle legislazioni in Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, e dalla Cecoslovacchia nel 1957; l immediata ragione della legalizzazione dell aborto nello stato comunista sovietico e nelle altre nazioni dell est europeo sottomesse al comunismo era di natura socio politica: bisognava facilitare l inserimento della donna nel lavoro extra domestico, 26 J. Herranz, La dignità della persona e il diritto, in J. de D. Vial Correa, E. Sgreccia (a cura di), Natura e Dignità della Persona Umana a fondamento del Diritto alla Vita. Le s de del contesto culturale contemporaneo (Atti dell Ottava Assemblea Generale della Ponti cia Accademia per la Vita, Città del Vaticano, 25 27 febbraio 2002), Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2003, p. 27.

22 Capitolo I a bene cio dell economia socialista. 27 Nell occidente europeo le leggi permissive sull aborto giungono più tardi, a seguito di un graduale cambiamento culturale introdotto da modelli di vita utilitaristici, espressione del materialismo pratico: «I desideri pratici, la comodità di una visione edonista, la fatica di soluzioni alternative complesse e cariche di sacri cio spingono sulla strada dell aborto diritto, così come il glio prodotto o oggetto di diritto. Il legislatore e il giurista non sono in grado di resistere a questa pressione». 28 La legalizzazione dell aborto nel panorama occidentale risultava, però, un elemento contraddittorio perché, come è stato già sottolineato, la tradizione giuridica e politica occidentale aveva da tempo riconosciuto il carattere umano dell essere concepito ed è stata la culla dei diritti umani (tra cui è fondamentale il diritto alla vita) che hanno ispirato molte costituzioni statali europee della seconda metà di questo secolo; la cultura occidentale è, inoltre, permeata del valore dell individuo, della dignità dell essere umano come persona. Come giusti- care, allora, la liceità della soppressione volontaria della vita del concepito sia pure in casi e circostanze disciplinate dalla legge? Come bilanciare l umanità e la conseguente dignità del concepito e il diritto di autodeterminazione della donna e la difesa della sua salute? Non potendo disconoscere apertamente la natura ed il valore della vita umana all inizio del suo sviluppo, le leggi europee in materia d aborto risultano spesso ambigue ed incerte, rispecchiando l anima tormentata della cultura occidentale al riguardo. Nel 1967 viene emanato l Abortion Act del Regno Unito, che determinerà la spinta liberalizzatrice negli Stati Uniti, dove l aborto è stato legalizzato non dal parlamento, ma da due sentenze della Corte Suprema del 22 gennaio 1973, il caso Roe contro Wade (n.70 18) ed il caso Doe contro Balton (n.70 40). 29 Dopo le sentenze americane la 27 C. Casini, Prospettive di riforma dell attuale legislazione sull aborto. Il dibattito italiano ed europeo, Incontro 1994, 5: II XX. 28 C. Casini, L evoluzione delle leggi in Europa in tema di diritto alla vita, Iustitia 2002, 2: 172 186, p.179. 29 Per un commento sul signi cato e le ripercussioni europee delle due sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti si veda, C. Casini, La sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti in materia di aborto: signi cato e prospettive, La Famiglia 1989, 137: 9 22.

L embrione umano e le biotecnologie 23 normativa sull interruzione volontaria della gravidanza si è imposta con maggior forza nella legislazione europea: nel 1973 l aborto è stato disciplinato in Germania federale e Danimarca, un anno dopo in Svezia e nel 1975 in Francia; nello stesso anno, in Italia, la sentenza della Corte Costituzionale n. 27/1975, dichiarava la parziale illegittimità dell art. 546 del codice penale nella parte in cui non si prevedeva la possibilità d interrompere la gravidanza quando l ulteriore gestazione «implicasse un danno, o pericolo grave, medicalmente accertato e non altrimenti evitabile per la salute della madre»; 30 estendendo l ipotesi di non punibilità dell aborto oltre il caso dello stato di necessità già previsto dall art.54 del codice penale. La sentenza, pur facendo riferimento alla tutela costituzionale del concepito e riconoscendogli i diritti inviolabili, affermava che il concepito deve ancora diventare persona attribuendogli, quindi, una dignità umana diminuita nel bilanciamento di interessi e valori con la vita e la salute della madre. Veniva così introdotto un declassamento del valore della vita del concepito rispetto al valore della vita e della salute della madre. L aborto verrà disciplinato in Italia nel 1978, insieme al Lussemburgo e Grecia, cui seguirà poi l Olanda nel 1981 (dopo che le dimissioni del Ministro della Sanità avevano imposto per molti anni il rinvio della legge), il Portogallo nel 1984, la Spagna nel 1985, ed in ne nel 1990 il Belgio (dove il Re Baldovino si dimise per un solo giorno, per non sottoscrivere la norma). Le legislazioni proibizioniste sull aborto sono oggi mantenute solo dall Irlanda e da Malta (nel primo paese un referendum popolare svoltosi nel 1983 ha inscritto nell art. 40 della Costituzione la tutela del diritto alla vita del concepito) ma i processi legislativi in Europa non sembrano ancora conclusi e nei paesi dell est, dopo la caduta del muro di Berlino, si è assistito a tormentati tentativi di ritorno al rispetto della vita, i cui casi più rilevanti sono quelli della Polonia e della Bulgaria. 31 30 Sentenza della Corte Costituzionale n. 27/1975, Giurisprudenza Costituzionale 1975, 1: 117 120. 31 M. Casini, Diritti del concepito: dal caso polacco al contesto europeo, La Famiglia 1997, 186: 27 36; C. Casini, L evoluzione delle leggi in Europa in tema di diritto alla vita, Iustitia 2002, 2: 172 186, p. 177.

24 Capitolo I Le differenti legislazioni sull aborto «hanno comunque un andamento oscillante e sembrano caratterizzate da una profonda inquietudine. Ogni norma permissiva deve ignorare la «domanda fondamentale : se il nascituro sia un essere umano e se nell ipotesi che la risposta sia affermativa (come è scienti camente inevitabile) sia ammissibile una discriminazione fra esseri umani più o meno degni di vivere». 32 Questa inquietudine di fondo si constata negli stessi testi delle leggi, a volte contraddittori o ambigui, sintomo della coesistenza di principi e tendenze culturali tra loro in contraddizione; ne è un esempio emblematico la legge italiana sull aborto n.194, entrata in vigore il 22 maggio del 1978, che rispecchia il percorso incerto e complesso che hanno subito molte legislazioni europee nel tentativo di conciliare elementi e valori in sé contrastanti. 33 La normativa non introduce una liberalizzazione dell aborto, 34 ne conferma, invece, il divieto e l illiceità penale, ma pone alcune condizioni di non punibilità 32 C. Casini, Prospettive di riforma dell attuale legislazione sull aborto. Il dibattito italiano ed europeo, Incontro 1994, 5:II XX, p. IV. 33 Nella legge italiana 22/5/78 n. 194 sono presenti diverse anime che, secondo l analisi del giurista C. Casini, rispecchiano tre loni culturali: quello radicale, che si batte per il diritto di aborto come libera scelta e per la cancellazione totale dei diritti del concepito; quello collettivizzante, che ha un atteggiamento agnostico verso il glio concepito e punta al solo contenimento dell aborto clandestino «attraverso il monopolio pubblico dell aborto e la sua gestione nella forma di pubblico servizio»; ed in ne quello de nito dell abortismo umanitario che non cancella i diritti del concepito e cerca di tutelarne la vita, «sia pure soltanto in termini statistici, usando la formula "socializzare per prevenire"», questa posizione trova espressione nella presenza di misure ed interventi di prevenzione, quali l istituzione di consultori familiari e l imposizione del colloquio preliminare al consenso per l interruzione volontaria della gravidanza (C. Casini, Prospettive di riforma dell attuale legislazione sull aborto. Il dibattito italiano ed europeo, Incontro 1994, 5: II XX, p. IV). 34 Nell art.1 della legge 22/5/78 n. 194 vengono affermati principi e valori fondamentali: innanzitutto il principio della «tutela della vita umana n dal suo inizio», anche se il principio è ambiguo perché non si speci ca mai quando inizia la vita; il valore della maternità nella sua dimensione sociale (la maternità come valore per la collettività che deve impegnarsi a tutela della maternità anche attraverso l assunzione degli oneri); il divieto di considerare l aborto come un mezzo per il controllo delle nascite. Gli interessi con iggenti della madre e del concepito (vita e salute psico sica della madre e vita del concepito) vengono, però, fra loro bilanciati sempre in senso favorevole alla donna.

L embrione umano e le biotecnologie 25 (artt. 4, 6, 7), che vanno restringendosi con il progredire dello sviluppo del concepito e che di fatto portano a punire solo l aborto clandestino. Il principio ispiratore di questa impostazione è quello della progressività del valore della vita intrauterina man mano che si avvicina il momento della nascita: la crescente tutela del concepito corrisponde ad una sua graduale acquisizione di valore e dignità con il procedere dello sviluppo. 35 Questa soluzione si ispira alla celebre sentenza, già citata, della Corte Suprema statunitense del 22 gennaio 1973 (il caso Roe contro Wade ) che aveva liberalizzato l aborto negli USA: «La Roe vs Wade costruisce uno schema a trimestri: nel primo il diritto alla privacy ed autodeterminazione della donna è preponderante, e lo Stato non può limitare la libertà di decisione della gestante riguardo all aborto neanche allo scopo di tutelare la salute della donna stessa; nel secondo trimestre lo Stato è autorizzato a limitare il potere della donna solo per proteggerne la salute; solo nel terzo trimestre lo Stato può prendere in considerazione la salute del nascituro, in quanto considerato dalla Corte viabile, cioè suscettibile di vita autonoma». 36 L argomento gradualista ha permesso di ammettere una modulazione del valore dell embrione umano e la possibilità di una sua tutela differenziata a seconda del suo livello di sviluppo pur permanendo la fondamentale dif coltà di giusti care 35 Entro i 90 giorni di gestazione il diritto di autodeterminazione della donna prevale sul diritto alla vita dell embrione (art.4); nel primo trimestre l aborto è in pratica liberamente consentito perché è suf ciente che ci sia un serio pericolo per la salute sica o psichica della donna (che include lo stato di salute, le condizioni economiche sociali e familiari, la circostanze in cui è avvenuto il concepimento e la presenza di malformazioni ed anomalie sul concepito), che di fatto si traduce in un diritto della donna, sempre. Dopo i 90 giorni no all autonomia del feto, è necessario un grave pericolo per la vita della donna o la presenza di anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute sica o psichica della donna, per giusti care l intervento abortivo (art.6). Dal momento in cui sussiste la possibilità di vita autonoma o "viabilità" del feto, solo un grave pericolo per la vita della donna giusti ca l intervento abortivo (art.7), fermo restando che il medico dovrà fare tutto il possibile per salvare il feto (è da notare che questo "momento" non può essere de nito dalla legge ma dalla medicina i cui progressi stanno rendendo possibile la sempre più precoce "viabilità" del feto). 36 M. Palmaro, Ma questo è un uomo. Indagine storica, politica, etica, giuridica sul concepito, San Paolo, Milano 1996, p. 77.

26 Capitolo I razionalmente le diverse tappe prescelte per una la tutela giuridica differenziata (è da sottolineare, fra l altro, che nelle diverse legislazioni non c è accordo nel de nire il termine entro il quale l aborto è liberamente consentito 10 settimane in Francia, 12 in Italia, 18 in Svezia, 24 nel Regno Unito mettendo in evidenza l arbitrarietà delle scelte effettuate). 37 Il diritto alla vita, presupposto di ogni altro diritto dell uomo (perché a chi non vive non può essere attribuito alcun interesse giuridicamente proteggibile) veniva negato in uno dei momenti di maggior vulnerabilità dell esistenza umana e proprio nella cultura occidentale che tradizionalmente aveva affermato il principio di considerare giuridicamente come essere umano, e conseguentemente di proteggere, il concepito non ancora nato. Da questa profonda trasformazione culturale e sociale sul tema della vita umana nascente è scaturito un ampio dibattito bioetico che si è incentrato sulla natura della vita umana ai suoi inizi, nel tentativo di de nirne la realtà biologica, ontologica e morale (in se stessa ed in relazione a situazioni contingenti quali la malattia della madre o del nascituro, la lotta all aborto clandestino ecc.), al ne di veri care razionalmente la relazione tra l inizio biologico della vita umana e il momento d inizio di una vita moralmente e giuridicamente rilevante (l inizio della persona titolare dei diritti inviolabili). 1.3 La riproduzione arti ciale extracorporea Il progresso della medicina prenatale e delle tecnologie di riproduzione assistita 38 ha aperto la strada della riproduzione umana in 37 C. Casini, F. Cieri, La nuova disciplina dell aborto, Cedam, Padova 1978, p. 65. 38 Le tecniche di riproduzione assistita o arti ciale, dette anche tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) sono tecniche che consentono di ottenere una gravidanza con un intervento da parte di terzi (medico, biologo, etc.). Le tecniche di PMA possono essere eseguite in forma omologa (si usano ovociti e spermatozoi della coppia richiedente) o eterologa (quando uno degli elementi chiamati in causa nella fecondazione ovocita, spermatozoo, utero è estraneo alla coppia richiedente). A seconda che la fecondazione avvenga nelle vie genitali

L embrione umano e le biotecnologie 27 vitro, determinando una vera e propria rivoluzione della riproduzione 39 che ha avuto un notevole impatto culturale e sociale, ed ha lanciato nuove s de etiche, morali e legali: «Le nozioni un tempo onorate sugli aspetti riproduttivi cederanno il posto, dinanzi ai progressi tecnici, a più promettenti possibilità. [ ] Molte usanze ed atteggiamenti sono cambiati. Sarebbe molto strano se, in questa età di conoscenze e tecniche esplosive le nostre pratiche riproduttive rimanessero immuni dalle riforme»; 40 con queste parole, pronunciate dal noto genetista H. J. Muller durante il 3 Congresso di Genetica Umana di Chicago nel 1967, venivano incitati i ricercatori ad intraprendere nuove vie alla riproduzione umana affermando la necessità di sfruttare i grandi e promettenti progressi biotecnologici per controllare l evoluzione umana e venire incontro alle nuove esigenze riproduttive dell uomo ; e tra gli strumenti proposti veniva anche suggerita la selezione germinale, cioè la produzione di embrioni umani con gameti scelti, maschili e femminili, e il loro impianto in madri ospiti, per poter ottenere una prole selezionata secondo criteri de niti a priori. 41 della donna o al di fuori di esse, si parla rispettivamente di fecondazione arti ciale intracorporea (ad esempio, inseminazione arti ciale e GIFT Gamete Intra Fallopian Transfer) e di fecondazione arti ciale extracorporea (ad esempio, fecondazione in vitro e ICSI Intra Cytoplasmatic Sperm Injection). Per un ampia e dettagliata trattazione, corredata da una ricca bibliogra a, degli aspetti tecnici, storici e bioetici sulle tecnologie di fecondazione umana si veda il Cap. XI di E. Sgreccia, Manuale di Bioetica. Fondamenti ed etica biomedica, Vol. I, Vita e Pensiero, Milano 1999, pp. 505 587; M. L. Di Pietro, E. Sgreccia, Procreazione assistita e fecondazione arti ciale, tra scienza, bioetica e diritto, La Scuola, Brescia 1999; R. Colombo, Diagnosi e terapia della sterilità, procreazione medicalmente assistita e fecondazione arti ciale, in E. Scabini, G. Rossi (a cura di), Famiglia generativa o famiglia riproduttiva? Il dilemma etico nelle tecnologie di fecondazione assistita, Vita e Pensiero, Milano 1999, pp. 11 83. 39 M. Seppala, R. G. Edwards, Preface, in M. Seppala, R. G. Edwards (eds), In Vitro Fertilization and Embryo Transfer, Annals of the New York Academy of Sciences 1985, p. XI. 40 H. J. Muller, What genetic course will man steer?, in J. F. Crow, J. V. Neel (eds), Proceedings of the Third International Congress on Human Genetics, Johns Hopkins, Baltimore 1967, pp. 521 535. 41 H. J. Muller, The guidance of human evolution, in S. Tax (ed.), The Evolution after Darwin, Vol. II: The Evolution of Man, University of Chicago Press, Chicago 1960, pp. 455 456.

28 Capitolo I Le prime sperimentazioni sulla fecondazione in vitro in campo animale furono effettuate sul topo, sul coniglio e sul babbuino: nel 1959 si documentarono risultati incoraggianti sul coniglio 42 e nel 1976, dopo diversi successi su altre specie animali da esperimento, 43 si ottenne il primo babbuino concepito in vitro e trasferito in utero. 44 Contemporaneamente iniziarono anche le sperimentazioni sull uomo: alla ne degli anni 60, l équipe inglese del prof. R. G. Edwards dell Università di Cambridge, nel laboratorio di siopatologia della Riproduzione, mise a punto un protocollo per la produzione in vitro di embrioni umani (utilizzando i risultati delle precedenti sperimentazioni su animali) e riuscì, dopo molti tentativi, a far avvenire la fecondazione e ad avviare gradualmente lo sviluppo embrionale umano. Mettendo a contatto i gameti maschili e femminili si era inizialmente ottenuto solo l embrione unicellulare (allo stadio di zigote pronucleato), 45 poi embrioni di 4, 8 e 16 cellule, 46 no ad arrivare allo stadio di blastociste (64 128 cellule); 47 e nalmente nel 1978, dopo circa sette anni di tentativi e fallimenti, si riuscì a trasferire l embrione in utero per l impianto, lo sviluppo e la crescita no alla nascita. 48 Il 25 luglio del 1978 nasceva Lowise Brown, la prima test tube baby ( bambina in provetta ). 49 L evento suscitò forti ripercussioni nel mondo scienti co sollevando anche perplessità di carattere etico e le stesse riviste scienti che di quel periodo non mancarono 42 M. C. Chang, Fertilization of rabbit ove in vitro, Nature 1959, 184: 466 467. 43 D. G. Whittingham, In vitro fertilization, embryo transfer and storage, British Medical Bulletin 1979, 35: 105 111. 44 D. C. Kraemer, C. T. Moore, M. A. Kramer, Baboon infant produced by embryo transfer, Science 1976, 192: 1246 1247. 45 R. G. Edwards, D. Bavister, P. C. Steptoe, Early stages of fertilization in vitro of human oocytes matured in vitro, Nature 1969, 221: 632 633. 46 R. G. Edwards, P. C. Steptoe, J. M. Purdy, Fertilization and cleavage in vitro of preovulation human oocytes, Nature 1970, 227: 1307 1309. 47 P. C. Steptoe, R. G. Edwards, J. M. Purdy, Human blastocysts grown in culture, Nature 1971, 229: 133. 48 R. G. Edwards, The bumpy road to human in vitro fertilization, Nature Medicine 2001, 7: 1091 1094. 49 P. C. Steptoe, E. G. Edwards, Birth after the preimplantation of a human embryo, Lancet 1978, II: 366.

L embrione umano e le biotecnologie 29 di sottolineare l importanza di una seria ri essione sull argomento. 50 Le nuove tecniche riproduttive indicate come IVF ET (In Vitro Fertilization and Embryo Transfer) o FIVET (Fecondazione In Vitro con Embryo Transfer) 51 si sono in seguito rapidamente sviluppate attra- 50 L editoriale della rivista Nature (una delle più note in ambito scienti co), in riferimento all evento della prima bambina in provetta, affermava: «Per entrare in ciò che qualcuno ancora ritiene fantascienza, il recente successo è certo un passo avanti sulla via della manipolazione molto più fondamentale degli esseri umani. [ ] I biotecnologi, che certamente emergeranno in seguito alle conoscenze rapidamente crescenti, debbono prendere l opinione pubblica in attenta considerazione. Non è troppo presto per prendere sul serio questi argomenti» (Editorial, Reproductive technology: whose baby?, Nature 1978, 274: 410). 51 Le tecniche di fecondazione in vitro sviluppate negli ultimi 25 anni sono molteplici ma possono essere schematicamente descritte in alcune fasi. La prima tappa consiste nella stimolazione ovarica della donna, attraverso la somministrazione dell ormone follicolo stimolante (FSH) in dosi ben de nite, questo permette l induzione della superovulazione della donna, che verrà poi opportunamente monitorata per seguire la crescita dei follicoli ed accertare il numero degli ovociti pronti che verranno raccolti nel momento più favorevole. Il prelievo viene effettuato 36 ore dopo la maturazione degli ovociti (indotta somministrando gonadotropine corioniche umane hcg) per via transabdominale o transvaginale, aspirando gli ovociti prossimi all ovulazione con il proprio liquido follicolare. Gli ovociti prelevati vengono poi messi in coltura per completare la maturazione (indicata dalla emissione del primo globulo polare) e contemporaneamente si raccoglie il liquido seminale, che viene esaminato ed eventualmente selezionato. Gli ovociti vengono poi separati e trasferiti singolarmente in una provetta dove viene aggiunta una microgoccia di sospensione fecondante, contenente da 10.000 a 100.000 spermatozoi, per far avvenire la fecondazione; lo spermatozoo può anche essere direttamente iniettato nel citoplasma dell ovocita con una microsiringa (ICSI: IntraCytoplasmic Sperm Injection), oppure è iniettato direttamente uno spermatide (ROSI, ROund Spermatid Injection) o il suo nucleo (ROSNI, ROund Spermatid Nuclear Injection). Gli zigoti ottenuti vengono esaminati per controllarne la qualità, e quelli considerati più adatti a proseguire lo sviluppo, vengono trasferiti singolarmente in terreni di crescita e fatti crescere, in un termostato a 37, per formare embrioni di 4 16 cellule. Questi embrioni sono poi ulteriormente vagliati e selezionati, e quelli più adatti vengono trasferiti in utero dal ginecologo (da 3 a 6 a seconda delle norme seguite); lo zigote può essere anche trasferito allo stadio pronucleare (PROST, PROnuclear Stage Transfer) o 4 10 ore dopo questo stadio (ZIFT, Zygote Intrafallopian Transfer). Se ci sono embrioni in soprannumero, possono essere crioconservati od utilizzati per la ricerca, a seconda delle norme di legge o dei regolamenti uf ciali. Per una accurata descrizione delle differenti tecnologie di fecondazione umana in

30 Capitolo I verso la costituzione di migliaia di centri appositi aperti in molte nazioni e sono diventate oggi un dato di fatto nella storia della riproduzione umana. 52 L avvento delle tecniche di riproduzione arti ciale extracorporea sembrava aprire nuove prospettive per il superamento della sterilità da parte di coppie con problemi genetici, ormonali, infettivi o psicologici, oppure per aiutare coppie portatrici di serie patologie genetiche che desideravano avere la certezza di un glio sano, ma si rivelarono presto molti problemi legati alla loro utilizzazione, innanzitutto di carattere tecnico. 53 Secondo i dati forniti nel 1988 dal Registro Nazionale IVF/ET degli Stati Uniti solo l 11% delle donne che si erano sottoposte ai protocolli di fecondazione in vitro avevano ottenuto il bambino in braccio 54 e nove anni più tardi, secondo la raccolta dei risultati dell American Society for Reprovitro e le relativa rilevanza etica si veda, E. Sgreccia, Manuale di bioetica. Fondamenti ed etica biomedica, Vol I, Vita e Pensiero, Milano 1999, pp. 525 587; per una revisione delle ricerche di microassisted IVF si veda, C. Patrat, et al., Pregnancies, growth and development of children conceived by subzonal injection of spermatozoa, Human Reproduction 1999, 14: 2404 2410; J. Tesarik, C. Mendoza, In vitro fertilization by intracytoplasmic sperm injection, BioEssays 1999, 21: 791 801; J. Selva, Assisted hatching, Human Reproduction 2000, 4: 65 67; K. Hardy, et al., Future developments in assisted reproduction in humans, Reproduction 2002, 123: 171 183; L. A. Al Nuaim, J. M. Jenkins, Assisted hatching in assisted reproduction, British Journal of Obstetrics and Gynaecology 2002, 109: 856 862; Z. P. Nagy, et al., Novel use of laser to assist ICSI for patients with fragile oocytes: a case report, Reproductive Biomedicine Online 2002, 4: 27 31. 52 P. Sera ni, Outcome and follow up of children born after IVF surrogacy, Human Reproduction Update 2001, 7 (1): 23 27; V. Söderström Anttila, Pregnancy and child after oocyte donation, Human Reproduction Update 2001, 7 (1): 28 32; S. Koivurova, et al., Neonatal outcome and congenital malformations in children born after in vitro fertilization, Human Reproduction 2002, 17 (5): 1391 1398; F. Olivennes, et al., Perinatal outcome and developmental studies on children born after IVF, Human Reproduction 2002, 18 (2): 117 128; M. Gissler, et al., Monitoring of IVF birth outcomes in Finland: a data quality study, BMC 2004, 4: 3. 53 R. M. L. Winston, K. Hardy, Are we ignoring potential dangers of in vitro fertilization and related treatments?, Nature Cell Biology 2002, 4 (Suppl.1): s14 s18. 54 Medical Research International The American Fertility Society Special Interest Group, In vitro fertilization/embryo transfer in the United States: 1985 and 1986 results from the National IVF/ET Registry, Fertility and Sterility 1988, 49: 212 215, p. 215.

L embrione umano e le biotecnologie 31 ductive Medicine e della Society for Assisted Reproductive Technology Registry, su 73.584 cicli di IVF/ET la frequenza media di parti per ciclo era del 23.7% (cioè solo una donna su cinque o sei potevano avere il privilegio del glio desiderato) 55 e saliva al 25.4% nel 1999 56 e al 29,9% nel 2000. Le percentuali italiane non si discostano molto da quelle statunitensi: «su 100 donne che si rivolgono ad una qualsiasi delle 300 cliniche della fertilità [ ], ancora oggi circa 20 soltanto, in media, riescono ad avere il bimbo in braccio. E complessivamente vengono destinati alla morte 280 embrioni»; inoltre, «per avere la probabilità del 90 95% di successo bisogna sottoporsi a 15 20 tentativi, e a 5 7 per una probabilità del 50%. Ci sono donne che sono state spinte a provare anche 14 volte senza alcun risultato». 57 La bassa percentuale di successo della tecnica è dovuta principalmente all elevata perdita di embrioni 58 causata da aberrazioni cromosomiche, non solo a carico dello zigote e dell embrione ma degli stessi gameti (circa il 37% degli zigoti e il 21% degli embrioni pre impianto hanno delle gravi anomalie cromosomiche e il 40 50% degli ovociti ottenuti con processi di stimolazione ovarica hanno il cariotipo alterato); 59 l alterazione di singoli geni o di famiglie di geni interessati nel controllo dello svi- 55 ASRM/SART, Assisted reproductive technology in the United States: 1997 results generated from the American Society for Reproductive Medicine/Society for Assisted Reproductive Technology Registry, Fertility and Sterility 2000, 74: 641 654. 56 ASRM/SART, Assisted reproductive technology in the United States: 1999 results generated from the American Society for Reproductive Medicine/Society for Assisted Reproductive Technology Registry, Fertitlity and Sterility 2002, 78: 918 931. 57 L. Dell Aglio, La provetta che illude, intervista al genetista prof. A. Serra, Avvenire, 21/08/03. 58 Un notevole numero di ricerche indicano che tra le gravidanze clinicamente accertate il 22% terminano in aborti spontanei, il 5% in gravidanze ectopiche, il 27% sono gravidanze multiple cui spesso consegue la riduzione fetale, il 29% terminano in parti pre termine ed il 36% in nati con basso peso. Per un ampia bibliogra a al riguardo si veda A. Serra, Ri essioni di Riproduzione Assistita. A 21 anni dalla nascita della prima bambina concepita in vitro, Medicina e Morale 1999, 5: 861 883. 59 A. Serra, L uomo embrione. Il grande misconosciuto, Cantagalli, Siena 2003, p. 66.

32 Capitolo I luppo e vari fattori connessi con gli stessi trattamenti tecnici (tra cui, in particolare, leggere modi cazioni di temperatura, difetti dei terreni di coltura e necessarie micromanipolazioni) possono essere cause di gravi anomalie che terminano nella cessazione molto precoce dello sviluppo, o in aborto spontaneo o in serie malformazioni. Ci sono inoltre evidenze di un aumentato numero di parti prematuri, di nati con basso peso, 60 e di complicazioni durante lo sviluppo embrionale e fetale che portano a morbilità e mortalità neonatale e postnatale. 61 Sono stati anche effettuati studi di follow up per veri care gli effetti sici e psicologici a lungo termine della fecondazione in vitro, che hanno dato risultati contrastanti: alcuni studi mostrano che non ci sono signi cative differenze nel tasso di mortalità, nello sviluppo psicologico o nella qualità delle relazioni familiari e affettive fra bambini concepiti naturalmente e quelli ottenuti in vitro; 62 mentre altri studi forniscono dati opposti evidenziando i possibili effetti negativi delle tecniche di IVF/ET sullo sviluppo embrionale (in particolare sui fattori epigenetici che lo controllano) determinando danni a lungo termine (ad esempio, deviazioni nel timing di interazione e speci cazione cellulare possono in uenzare le prime fasi di sviluppo embrionale e la successiva organogenesi); sono stati anche mostrati i possibili danni cardiovascolari, urogenitali, ga- 60 U. B. Wennerholm, et al., Gestational age in pregnancies after in vitro fertilization: comparison between ultrasound measurement and actual age, Ultrasound in Obstetrics Gynaecology 1998, 12 (3): 170 174. 61 Dati relativi alle più recenti tecniche (ICSI, ROSI, ROSNI) indicano un rischio di anomalie congenite circa doppio rispetto alle gravidanze naturali (J. Kurinczuk, C. Bower, Birth defects in infants conceived by intracytoplasmic sperm injection: an alternative interpretation, BMJ 1997, 315 (7118): 1260 1265; A. Van Steirteghem, Outcome of assisted reproductive technology, The New England Journal of Medicine 1998, 338: 194 195; R. I. Silver, et al., In vitro fertilization is associated with an increased risk of hypospadias, Journal of Urology 1999, 161 (6): 1954 1957). 62 S. Golombok, et al., The European study of assisted reproduction families: the transition to adolescence, Human Reproduction 2002, 17 (3): 830 840; A. Venn, et al., Mortality in a cohort of IVF patients, Human Reproduction 2001, 16 (12): 2691 2696; T. R. Montgomery, et al., The psychological status al school age of children conceived by in vitro fertilization, Human Reproduction 1999, 14 (8): 2162 2165; B. C. Tarlatzis, G. Grimbizis, Pregnancy and child outcome after assisted reproduction techniques, Human Reproduction 1999, 14 (Suppl.1): s231 s242.