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Transcript:

L invito ricevuto da un amico di famiglia certo Signor Devella, per curare la raccolta delle poesie di Bachis Sulis, poeta aritzese, offre al Mereu l occasione per sviluppare temi a lui molto cari: l amicizia, la sincerità e l onestà. Il poeta che ha sempre ispirato la sua condotta di vita a questi valori si scaglia contro coloro che tali principi calpestano e auspica che le persone oneste si adoperino per combattere con fermezza le infamie, i sorprusi e le ingiustizie. Gentile signor Tanu, hapo rezzidu de vostè sa carissima littèra cuntenente pro me unu cumbidu. Li promitto de fagher sa manera de no mi dimustrare negligente a sa gentile sua preghiera. Permittat chi cunfesse francamente chi deo non creia a tantu onore: ancora nde so mesu diffidente. Una 'oghe mi nât: «Meneschidore non ses de ti portare a su Parnasu pro limare su versu a s'autore». Puru cun tottu deo persuasu chi non sia vostè adulatore de cussa 'oghe non nde fatto casu. M'hap'a leare cura e cun ardore unu sorrisu dimando a Talia pro fagher a vostè custu favore. Zert'est chi s'aritzesa poesia giutt'a bulluzu da-e tantas laras si nd'hat perdidu sa forma nadia. Cuddas castalianas 1 abbas raras perdid'han sa fatidica virtude: puru cun tottu dênt torrare giaras. Si m'assistit sa fisica salude sos cantos de Bachis 2 cherzo intender in bucca a s'aritzesa gioventude. So piseddu, però rn'intend'azzender s'allegra fantasia in su coro: a sa dulche fadiga cherzo attendere. Si torrant a s'antiga form'issoro sos versos de Bachis, est eclissada sa fama de Cubeddu e Melchioro. Anded'a Macumele o a Pattada sa lirica suave Suliana altamente dêt essere onorada. Certu chi leo fadiga e mattana Gentile signor Tanu, ho ricevuto la sua carissima lettera contenente per me un invito. Le prometto che farò in modo di non mostrarmi negligente alla sua gentile richiesta. Permetta che confessi francamente Che non mi aspettavo tanta considerazione: anzi, sono ancora un po diffidente. Una voce mi dice: «Degno non sei di innalzarti al Parnaso per limare il verso all'autore». Con tutto ciò, persuaso che Lei non sia un adulatore, a quella voce non dò peso. M'impegnerò e con ardore domanderò un sorriso a Talia perché io possa farle il favore. Certo è che la poesia aritzese imbastardita da tante labbra ha perso la forma originale. Quelle castaliane acque rare, hanno perso la naturale virtù: ciò nonostante devono ridiventare chiare. Se mi sostiene la forza fisica i canti di Bachis voglio sentire cantare dalla gioventù aritzese. Sono molto giovane, però sento ardere nel cuore un vivace creatività; alla dolce fatica voglio dedicarmi. Se riacquistano la loro forma originale i versi di Bachis, si eclisserà la fama di Cubeddu e di Melchiorre. Quando arriverà a Macomer o a Pattada la lirica soave di Sulis sarà altamente onorata. 1 Castalianas: da Castalia fonte presso Delfi, sacra ad Apollo e ispiratrice di poesia. 2 Bachis Sulis: Poeta aritzese dell Ottocento.

pro separare da-e milli venas s'abba d'una frischissima funtana. Trainos, rios surdos e pienas han bulluzadu s'abba netta e pura, sumid'in terras dulches e amenas. Nessunu mai s'hat donadu cura de coronare a laru su poete ch'est clamende vinditta in sepoltura. A mie solu mi toccat chi prete ischidende su sonnu a custa zente chi pro Sulìs hat bidu abba 'e Lete. De una cosa solu so dolente ed est chi b'hapo a ponner med'istentu pro resissire una cosa dezente. A sa musa m'invoco cun assentu: cherzo ispuntare una misera lima cun s'ispera de giungher'a s'intentu. Onoradu mi sento de s'istima chi vostè m'hat cherfidu professare ponendemi a limare s'alta rima. Semper de tue cherzo a mi trattare, fizu cherzo a mi narrer cun amore prite orgogliosu nd'hap'andare. Zertos mi dan su titulu 'e signore ma cussos non mi sun veros amigos ca non vantant bandera ne colore. Cun babbu meu in tempos antigos, si faula no est, fistis che frades: b'istat su fìzu puru in sos obbligos. Semper nemigu 'e sa disamistade preighende su giustu cun anneu so ruttu in pena de infermidade. Su ch'est de Deu l'hap'a dare a Deu e a Cesare su sou, ma mai lintu hapo s'ispada tinta 'e samben meu. Si gai cun vostè mi so dipintu est chi sa cussienzia est segura e nessunu mì podet narrer fintu. Sinceru cun s'amigu in s'isventura mai hapo s'afflittu abbandonadu, in coro meu non b'hat impostura. Nemigu de su male so istadu, poveru ma onestu, semper unu, bintu sì, non però umiliadu. De coro francu e a tottus cumunu, mi la fatto cun poveros mischinos chi opprimidos sunt de su digiunu. Certo sarà per me fatica e travaglio separare da mille rivoli l'acqua di una freschissima sorgente. Torrenti, cupi ruscelli e piene hanno intorbidito l'acqua limpida e chiara, sgorgata in terre dolci e amene. Nessuno mai si è dato cura di coronare d'alloro il poeta che reclama vendetta dalla tomba. A me solo spetta adoperarmi per svegliare dal sonno coloro che per Sulis hanno bevuto l'acqua di Lete. Di una sola cosa mi dolgo, del fatto cheimpiegherò molto tempo per poter fare un lavoro soddisfacente. Alla musa m'invoco con serietà: voglio migliorare le mie modeste capacità con la speranza di raggiungere lo scopo. Mi sento onorato per la stima che lei mi ha voluto dimostrare dandomi l'incarico di limare l'eccelsa rima. Voglio che mi sia dato del tu, che sia chiamato figlio, con amore, perché ne sarò orgoglioso. Alcuni mi danno il titolo di signore, ma quelli non son veri amici, perché non hanno né bandiera né ideali. Con mio padre tempo fa, se non erro, eravate come fratelli: nello spirito dell'amicizia rientra anche il figlio. Sempre nemico dell'inimicizia, predicando il giusto, con pena sono caduto nella sofferenza della malattia. Quello che è di Dio lo darò a Dio e a Cesare il suo, ma mai ho leccato la spada macchiata del mio sangue. Se così a lei mi son presentato, è perché ho la coscienza tranquilla e nessuno mi può considerare falso. Sincero con l'amico nella sventura, mai ho abbandonato l'afflitto, nel mio cuore non c'è falsità. Sono sempre stato nemico del male, povero ma onesto, sempre me stesso, vinto si, ma mai umiliato. Leale e socievole, sono amico dei deleritti

Odio cuddos viles istrozzinos chi dan dinare su chentu pro chentu e ponent terras santas a camminos. Fizu de su canudu Gennargentu, bidende sas infamias terrenas, provo in coro veru sentimentu. Manos ch'hant meritadu sas cadenas firmant libellos ignominiosos, ponende sa virtude in graves penas. Rettiles malaittos ischifosos isparghene funestu su velenu in custos sitos virdes e umbrosos. E nois cun d'unu animu serenu non godimus in paghe s'ispettaculu chi disonorat custu logu amenu. A su male si ponzat un'ostaculu, benefica si tendat una manu, sa Barbagia est zega e cheret baculu. Deo cunfido in signor Bustianu; su credo sou dêt esser su meu, a su villanu si gridet villanu. Non s'ismentighet mai chi Mereu est in Tonara prontu a lu servire e s'agatat in dolu e in recreu. Basta. Como est ora 'e la finire, ca so ìstadu troppu noiosu: de s'infadu mi devet cumpatire. Li mando unu saludu affettuosu chi sinceru mi essit da-e sinu; s'amigu sou Mereu Peppinu che sono oppressi dalla fame. Odio quei vili strozzini che prestano denaro al cento per cento e profanano i luoghi sacri. Figlio del canuto Gennargentu, vedendo le infamie terrene provo un vero dolore. Individui che hanno meritato le catene firmano libelli ignominiosi, calpestando ogni principio morale. Serpenti maledetti e schifosi spargono veleno micidiale in questi luoghi verdi e ombrosi. E noi con l animo tranquillo non siamo indifferenti allo spettacolo che disonora questo luogo delizioso. Al male si ponga rimedio, si tenda benefica una mano, la Barbagia è inferma e ha bisogno di sostegno Io ho fiducia nel signor Bustianu: il suo credo sarà il mio, al villano si gridi villano. Non si dimentichi mai che Mereu è a Tonara, pronto a servirla nella buona e nella cattiva sorte. Basta. Adesso è ora di finirla, perchè sono stato troppo noioso: del fastidio mi deve perdonare. Le mando un saluto affettuoso che nasce spontaneo dal cuore: il suo amico Mereu Peppino.