Codice etico della fotografia naturalistica in Sardegna

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Codice etico della fotografia naturalistica in Sardegna PREMESSA La fotografia della natura ritrae paesaggi, flora e fauna selvatica nel proprio ambiente naturale con tecniche, obiettivi ed effetti differenti. Per l impatto e la diffusione, la fotografia della fauna selvatica rappresenta oggi, come in passato, un strumento per la conservazione ma anche un genere controverso e oggetto di discussione. Lo scopo principale della fotografia della fauna selvatica è quello di conoscere il comportamento degli animali, apprezzarne la bellezza, studiarne l etologia, promuovere la ricerca personale e stimolare l opinione pubblica verso il valore della conservazione, poiché l immagine è uno strumento potentissimo per valorizzare la natura e mostrarne la fragilità ecologica. La fotografia naturalistica, praticata sia da professionisti che da semplici appassionati, è animata da una forte tensione morale. La qualità della vita della fauna selvatica e lo stato di un habitat sono condizionate dalla presenza del fotografo, che si pone come garante della loro tutela. Lo sviluppo della fotografia digitale, con la conseguente minore spesa di produzione, se da una parte ha sdoganato la fotografia allo stesso tempo ha reso più superficiale e impattante l approccio alla natura, favorendo l esperienza sul campo rispetto alla fase di preparazione e studio, spesso con un approccio negativo. Nonostante questo, il fotografo della natura deve mantenere la filosofia che ha animato questo genere, fatta di silenzi, lunghi appostamenti, rispetto dei luoghi. Infatti, la fotografia naturalistica sulla fauna selvatica è un attività molto delicata specialmente quando interagisce sul ciclo riproduttivo della specie bersaglio. Per il grifone, l effetto negativo dei disturbi prodotti dall uomo sull esito riproduttivo è stato documentato nei Pre-Pirenei 1, in Navarra 2, in diverse altre regioni della Spagna 3 e in Sardegna per le numerose visite in prossimità dei nidi da parte di fotografi, appassionati e cacciatori. Tali dati sono stati rilevati anche per altre specie di avvoltoi (Avvoltoio monaco e Gipeto) per i quali la diminuzione della produttività è stata localmente correlata alla forte antropizzazione del loro habitat di riproduzione. Sempre in Spagna per il Gipeto si segnalano tutti gli anni diverse perdite di covate a causa delle interferenze umane in alcune aree 1 MARCO, J. & D. GARZIA, 1981. Situation actuelle des population de nécrophages (Gyps fulvus, Gypaetus barbatus et Neophron percnopterus) en Catalogne. Rapaces méditerranées I. 2 DONAZAR J.A., J. ELOSEGUI & A. SENOSIAIN, 1988 - Exito reproductor del buitre leonado (Gyps fulvus) en Navarra. Doñana, Acta Vert. 15 3 ARROYO, B., E. FERREIRO & V. GARZA, 1990. II Censo Nacional de Buitre Leonado (Gyps fulvus) Poblacion, Distribucion, Demografia y Conservacion. ICONA, Madrid.

turistiche e/o in nidi appartenenti a coppie conosciute da fotografi e naturalisti che determinano disturbi continui quando osservano gli uccelli da breve distanza 4 (Layna & Rico, 1991). Non vanno nascosti, però, i benefici portati dalla fotografia naturalistica nella difesa della Biodiversità: le immagini fotografiche di animali ripresi in natura hanno avuto una grande importanza nella grande opera iniziata tra gli anni 50 e 60 dello scorso secolo dalle associazioni naturalistiche per avviare un percorso di conoscenza, sensibilizzazione e coinvolgimento di un pubblico sempre più ampio (Pratesi 2011). La fotografia naturalistica viene praticata soprattutto in aree di pregio naturalistico che coincidono con aree protette e facenti parte della Rete Natura 2000 che in Sardegna comprende 124 siti tra SIC e ZPS per un 18,77% della superficie a terra e 5,46% della superficie a mare. In questa rete si concentrano la maggior parte delle specie vertebratiche considerate strettamente minacciate e a rischio di estinzione. L'elaborato è il frutto di un percorso condiviso con rappresentanti del mondo della fotografia naturalistica e dell'ambientalismo in Sardegna. Il presente testo parte da un assunto: la fotografia naturalistica ha un straordinario valore nella divulgazione, nelle attività di monitoraggio scientifico e nella conservazione vera e propria. Inoltre rappresenta un punto di forza del territorio dal punto di vista socio-economico. Per questo si rende necessario un codice di comportamento che rafforzi questa condizione, mitighi conflittualità e incomprensioni con i diversi fruitori del territorio e, soprattutto, eviti o quantomeno riduca l impatto negativo che tale attività può esercitare. Art 1 DEFINIZIONI Il fotografo di natura: 1. è uno studioso della natura che conosce molto bene i suoi soggetti fotografici e i luoghi che intende visitare; 2. antepone lo studio e l osservazione alla caccia fotografica; 3. realizza i suoi reportage sapendo che possono contribuire alla ricerca ufficiale e diventare documentazione scientifica; 4. conosce la sua attrezzatura alla perfezione e usa il tele obiettivo; posiziona la fotocamera col grandangolo e lo scatto remoto per aver un inquadratura diversa ma senza arrecare disturbo 5. non scatta foto per ricercare il consenso a tutti i costi; Le zone di interesse e le specie secondo la Direttiva Habitat: 4 LAYNA, J.F. & M. RICO, 1990. Incidencia de molestias humanas sobre territories de nidificacion de Quebrantahuesos: vigilancia de nidos. In: Heredia R. & B. Heredia (Red), El Quebrantahuesos (Gypaetus barbatus) en los Pireneos. Icona, Madrid.

1. Gli habitat naturali sono zone terrestri o acquatiche che si distinguono grazie alle loro caratteristiche geografiche, abiotiche e biotiche, interamente naturali o seminaturali. 2. Le specie di interesse comunitario sono quelle in pericolo, vulnerabili, rare o endemiche. 3. Le specie prioritarie sono quelle per la cui conservazione tutta la Comunità viene investita di una responsabilità particolare 4. La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE concernente la conservazione degli uccelli selvatici. La Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche "conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali" (Art. 2). Le specie criticamente minacciate di estinzione a livello nazionale e regionale: La Lista Rossa IUCN dei vertebrati italiani 5 elenca ben 122 specie di vertebrati (esclusi i pesci) in qualche modo minacciate di estinzione, tra cui 9 criticamente minacciate, 39 minacciate e 74 vulnerabili. Il Grifone figura tra le specie criticamente minacciate. La Lista Rossa dei Vertebrati della Sardegna di Helmar Schenk 6, comprende 60 specie tra cui 8 criticamente minacciate di estinzione, 4 minacciate di estinzione, 18 vulnerabili e 30 prossime alla minaccia. 5 RONDININI C., BATTISTONI A., PERONACE V. & TEOFILI C. (compilatori), 2013. Lista Rossa IUCN dei Vertebrati Italiani. Comitato Italiano IUCN e Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma. 6 ARESU M., FOZZI A, & MASSA B., 2015, Una vita per la Natura. La Lista Rossa dei Vertebrati che si riproducono in Sardegna, 2000-2009 di Helmar Schenk, L Unione Sarde e Associazione Parco Molentargiu-Saline-Poetto. Cagliari

ART 2 LA NORMATIVA È fondamentale conoscere la legislazione in merito. La flora e la fauna sono patrimonio dello Stato e della Regione Autonoma della Sardegna che tutelano istituzionalmente con diversi strumenti normativi: 1. la legge 157 del 1992 sulla fauna selvatica; 2. la legge regionale n. 23 del 1998 sulla fauna selvatica e sulla caccia; 3. i piani di gestione e i regolamenti delle aree protette; 4. le leggi che tutelano la proprietà privata; ART 3: LA CONOSCENZA: a) per potersi approcciare alla natura è necessario avere una conoscenza teorica di quello che si va ad osservare prima di andare sul campo; b) è opportuno studiare e osservare anche attraverso l ausilio di un binocolo e pianificare le attività tenendo in considerazione le caratteristiche etologiche della specie e il suo periodo riproduttivo; ART 4 LA COMUNICAZIONE: Il fotografo naturalista a) è un comunicatore: attraverso le sue foto, le pagine web, le conferenze, i workshop fa conoscere la natura che ci circonda; b) è un educatore: tramite la divulgazione delle sue foto, educa e sensibilizza a modelli di conoscenza ambientale e di responsabilità; c) è un tecnico: conosce il linguaggio fotografico e sa che catturerà l attenzione degli osservatori solo se le sue foto saranno in grado di trasmettere emozioni; d) è un appassionato: perché le foto possano cogliere nel segno devono essere autentiche, come ogni animale che è libero di vivere nel suo habitat; e) è una persona seria che non altera con la post produzione quello che realmente ha fotografato ART.5 LE COLLABORAZIONI Il fotografo naturalista è un testimone della natura e anche un profondo conoscitore dei cambiamenti. Dialoga con il mondo scientifico e con gli enti preposti alla conservazione e con le associazioni ambientalistiche locali. ART.6 LE AREE DI INTERESSE Ogni sito naturale ha le sue peculiarità. Per questo motivo, nelle aree protette, si elaborano piani e regolamenti che, partendo dalle normative generali, prevedono a livello locale interventi per

tutelare le specie e gli habitat maggiormente esposti a fenomeno di perturbazione e rarefazione che mettono a rischio la loro sopravvivenza. I piani tengono conto dei diritti reali e degli usi civici esercitati secondo le consuetudini locali. Per tale ragione si rende opportuno definire meglio come esercitare e regolamentare la fotografia in tali zone, intervenendo in maniera proattiva e condivisa con i diversi attori locali sia pubblici che privati. La aree Natura 2000 e il Grifone Nelle aree SIC e ZPS il progetto LIFE Under Griffon Wings (Bosano, Campeda e Porto Conte) mira a stimolare un modello di fruizione del territorio che partendo dalla consapevolezza di trovarsi nell unico luogo d Italia in cui è sopravvissuta una colonia naturale di Grifone possa portare ad un utilizzo sostenibile della risorsa, capace di mostrare come la fotografia naturalistica eseguita con coscienza sia un valore aggiunto nella conservazione della natura. In queste aree sono noti numerosi episodi di disturbi antropici diretti e indiretti sul ciclo riproduttivo del Grifone. Tra i disturbi antropici diretti e indiretti nelle immediate vicinanze dei nidi del Grifone figurano, tra le altre, l attività fotografica intesa come disturbo antropico. Questo può costituire motivo di abbandono temporaneo della covata da parte dell adulto che lascia incustodito l uovo e/o il pullus, facile preda dei Corvi imperiali. In Sardegna durante il periodo 1970-1974 il 42,9% (7 casi) della mortalità dei pulli e il 15,0% (20 casi) delle perdite di covate (uova) erano attribuibili a disturbi antropici nelle immediate vicinanze dei siti di nidificazione 7 e nel periodo 1977-1984 sono state documentate almeno 15 perdite di covate nel Bosano, attribuite ai disturbi e corrispondenti al 17,2% del totale di 87 coppie che avevano deposto 8. Tali dati sono stati sostanzialmente confermati per i periodi 1986-89 e 1994-2003 dove sono andate perdute almeno 42 tra covate e pulli, corrispondenti al 16,2% del totale di 259 coppie che avevano deposto 9. Anche nell ultimo biennio (Life Under Griffon Wings) sono state accertate diverse perdite di covate e pulli attribuibili in parte, come nel passato, all attività fotografica. Tutto ciò considerato, va anche evidenziato il valore delle pubblicazioni divulgative 10 che attraverso le immagini hanno dato un contributo sia per quanto riguarda la valorizzazione della specie che la sensibilizzazione verso il grande pubblico. Per poter sviluppare un modello virtuoso è necessario partire da quello che eticamente un fotografo deve mostrare/rispettare: 7 SCHENK, H., 1977. Status and Conservation of Birds of Prey in Sardinia. With a special note on the impact of man on a Griffon Vulture population. Proc. Int. Conf. Birds of Prey. Basingstoke 8 SCHENK, H., M. ARESU & G. SERRA, 1987. Sull'ecologia e sulla conservazione del Grifone (Gyps fulvus) nella Sardegna nord-occidentale, 1971-1984. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, XII 9 SCHENK H., ARESU M. & NAITANA S., 2008. Proposta di un Piano d Azione per il Grifone (Gyps fulvus) in Sardegna. Monastir. 10 RUIU, D., 1981. Caro Grifone. Edagricole. I miei rapaci. 1997. - Il fotografo dei rapaci. 2012.

la protezione della natura e dei soggetti da fotografare deve sempre essere anteposta alla ricerca delle immagini fotografiche, anche a costo di rinunciare agli scatti: la tutela del Grifone è sempre più importante dello scattare una bella fotografia; ridurre al minimo la perturbazione dell ambiente naturale dove vivono i Grifoni: mantieni le distanze di sicurezza e rispetta il silenzio di questi luoghi; la fotografia naturalistica sui nidi è normata dalla Legge regionale n. 23/1998 (art. 62). Tale norma prevede che l assessorato competente rilasci una specifica autorizzazione che necessariamente dovrà tenere conto che il fotografo naturalista avrà maggiori possibilità di impattare negativamente sulle colonie del Grifone e sul successo riproduttivo della specie da dicembre ad agosto In considerazione dello status di conservazione sfavorevole del Grifone in Sardegna e nel resto dell Italia, sarebbe opportuno astenersi dall effettuare appostamenti nelle immediate vicinanze delle colonie per evitare perdite di covate e/o pulli; rispettare l ambiente: non sporcare, non alterare la vegetazione e non invadere zone interdette. Se si costruisce un capanno avere cura, terminato l utilizzo di rimuoverlo; Ricordati che la gran parte dei terreni di quest area sono proprietà privata. se si vedono fotografi o escursionisti che non rispettano queste regole, è importante avvisare immediatamente il Corpo forestale, chiamando il 1515. L utilizzo del carnaio aziendale: questa deroga ai regolamenti comunitari è possibile solo se si dimostra che la specie ha un beneficio; pertanto prima di allestire capanni e stipulare accordi con gli allevatori assicurati che il carnaio sia già utilizzato dalla specie per evitare di inficiare tale azione che in alcuni casi potrebbe portare anche alla revoca dell autorizzazione con danno per il Grifone e indirettamente per l allevatore.