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3. Catalogo Il complesso dei reperti archeologici provenienti dalle operazioni di restauro compiute nel castello di Porciano nel periodo 1963-1966 si trova attualmente raccolto nei locali dello stesso museo, posto al primo piano della torre di residenza del maniero 35 ed è pressoché totalmente esposto, per serie tipologiche in sequenza cronologica, entro due grandi vetrine; nel museo sono inoltre disponibili apparati didascalici, grafici, fotografici e documentari in grado di offrire informazioni essenziali sui restauri del castello, sulla documentazione archeologica esposta e sulla famiglia comitale dei Guidi da Porciano (fig. 17b). La prima delle due vetrine comprende l intero primo nucleo di reperti che si riferisce all ultimo periodo che vide il castello e la stirpe feudale che vi risiedeva ancora protagonista di rilievo delle vicende politiche, economiche e militari dell intero territorio non solo circostante (secc. XIII- XIV) 36 ; la seconda vetrina contiene invece il successivo restante materiale archeologico rinascimentale (secc. XV-XVI) e preindustriale (secc. XVII-XVIII) e testimonia la rapida decadenza, la crisi e l abbandono virtuale dell antico maniero fino all estinzione di entrambi i rami dei conti Guidi[54] che, in successione, vi risiedettero per oltre otto secoli 37. IL NUCLEO MEDIEVALE Ceramica nuda La ceramica nuda d uso comune, di produzione locale o delle immediate vicinanze, di livello tecnico variabile fra il casalingo (capi prodotti per lo stretto consumo dell abitato) e l artigianale (per un mercato poco più vasto), mostra un articolazione essenziale di forme; i reperti dispongono di confronti databili per lo più fra i secc. XIII e XIV. L equilibrio funzionale è dato da un numero percentualmente già consistente di forme aperte, ancora tutte affidate a testi e testacei di modesto livello tecnico ma di apprezzabile articolazione morfologica, in relazione ai diversi usi cui le forme erano destinate; si tratta dunque, per quest ultimo aspetto, di un trend produttivo adeguato a quanto testimoniato anche nelle ricche aree urbane di fondovalle coeve 38, ma che appare non del tutto aggiornato invece sotto il profilo dell assenza di forme aperte di fabbriche diversificate e più attrezzate, almeno per quanto concerne 35 Il museo è composto da due sezioni principali, di cui una, al piano terreno, si articola in un esposizione che raccoglie strumenti di uso domestico ed attrezzi di lavoro relativi alla cultura contadina casentinese (il catalogo è in corso di pubblicazione ad opera di Mara Rengo) ed una, più piccola, dedicata alla collezione privata di G. Specht di oggetti d uso degli Indiani del Nord Dakota (U.S.A.); la seconda sezione, ove sono conservati i reperti archeologici, occupa l intero piano primo. Il museo, riconosciuto come museo locale dalla Regione Toscana, è aperto al pubblico tutte le domeniche (orario: 10-12; 16-19) fra il 15 maggio ed il 15 ottobre, per visite che comprendono anche il secondo piano (la cosiddetta sala di Dante ); visite per gruppi, previo appuntamento con i proprietari, sono infine possibili anche in periodi diversi. Aperto già dal 1978, il museo, spesso visitato da scolaresche non solo locali, nelle ultime stagioni ha visto la media di presenze documentate largamente superare le 3000 unità ed appare in progressione; esso è inoltre gestito da un apposito comitato, che comprende i proprietari, rappresentanti degli Enti locali, specialisti e studiosi della Soprintendenza di Arezzo e del Dipartimento di Storia dell Università di Firenze, il quale si occupa anche di promuovere una stagione di attività soprattutto divulgativa generalmente legata ad aspetti culturali inerenti il Casentino e che si svolge ogni anno, fra giugno e settembre, tramite organizzazione di conferenze, concerti, mostre (Fig.17 a) 36 Anche i vetri, i laterizi (totalmente) ed i metalli (in parte) che si riferiscono a tale periodo, sono tuttavia esposti tipologicamente nell ultima sezione della seconda vetrina, per motivi di spazio. 37 Le stesse condizioni di conservazione sembrano alludere quasi plasticamente a tali due contrastanti momenti: forme integre o reintegrabili e di buon livello nella prima vetrina, frammenti per lo più sporadici di forme generalmente in cattivo stato di conservazione e coricati sui piani nella seconda vetrina. 38 In Toscana tale evoluzione è stata più volte osservata, come nel campione di forme testacee diverse, a parete alta, riscontrata appunto anche qui a Porciano; così a Prato, Grosseto, Pistoia (cfr. note nn. 42, 44; FRANCOVICH et alii, I saggi cit., pp. 93; FRANCOVICH, GELICHI, Archeologia e Storia cit., pp. 100-101; L antico palazzo cit., II, 1, pp.391).

questo settore di uso più corrente 39. Del resto i caratteri tecnici stessi, come di impasto, sembrano indicare - per testi e testacei, ma non mancano anche forme chiuse (nn. PO5, 5bis) - una produzione omogeneamente locale, la cui origine è forse da ricercarsi non lontano da Porciano stessa. Il vasellame comune mostra infatti caratteristiche tutto sommato ancora[54] modeste con rari, semplici e consueti motivi decorativi a onda (n. PO17) e con segni di restauro per grappe metalliche o cordicelle su capi la cui povertà ne rende esplicite le condizioni di utilizzo (nn. PO10, 17). Quanto alle forme chiuse, appare un poco sotto misura la presenza di olle da fuoco, anch esse di più che modesto livello tecnico e certo di produzione locale, ma ciò sembra del tutto compensato dalla consistenza numerica dei paioli e dall uso, largamente attestato dalle tracce di fuoco presenti sulla parete opposta all ansa, di utilizzare anche i boccali per uso di cucina 40. Infatti questi ultimi sono ben più rappresentati e costituiscono il gruppo di migliore livello fra la ceramica nuda; ma anche questo fatto può essere interpretato con la loro funzione primaria da mensa, per vino od acqua, nella quale dovevano ancora accompagnarsi ai più apprezzati boccali in Maiolica Arcaica. In tal senso sembrano dunque deporre anche alcune incisioni praticate a fresco come segno di riconoscimento del vasaio produttore 41. Scarse infine le presenze di altre forme, compresi gli anforacei che sono costituiti da forme di notevoli dimensioni e con decori a pizzicotti e da un interessante bacile biansato la cui cronologia è dubbia; a questi vanno infatti aggiunti una fusaiola da telaio 42 e, in particolare, un frammento di parete di boccale probabilmente altomedievale. TESTI Costituirono le sole forme aperte in ceramica almeno fino al sec. XIV inoltrato, dato che per antica tradizione di origine altomedievale veniva utilizzato per questo tipo di forme altro e più economico materiale (legno, ad esempio), che più difficilmente avrebbe potuto essere impiegato per la realizzazione delle forme chiuse.[55] Tuttavia l articolazione morfologica appare già avviata, tanto che alcuni testi (n. PO1) mostrano una forma che già allude al tegame da fuoco specializzato, che appare nelle stratigrafie toscane a partire dalla fine del 200; un articolazione che qui si manifesta compiutamente fra i testacci (nn. PO3, 8-12). +* PO1 2 frgg. di piede piano con parete svasata che si ingrossa in corrispondenza dell orlo arrotondato e deformato per una ditata forse casuale. Impasto quasi duro, marronerosato, discretamente depurato con presenza di grossi inclusi bianchi, specialmente sul fondo esterno dove sono visibili anche tracce di fuoco d uso. Tecnica di artigianato locale di buona fattura. (1 frg. non esposto). h 0,04; Ø fondo 0,16; Ø orlo 0,23; spess. orlo 0,014; spess. Parete 0,0085. 39 Mentre tuttavia il vasellame d uso comune, per lo più da cucina, mostra anche in generale una tale minore articolazione di forme, questo non sembra verificarsi per la stoviglieria da tavola, di maggiore pregio, con una presenza larga ed aggiornata di boccali in Maiolica Arcaica (cfr. infra); una ipotetica spiegazione potrebbe anche ricercarsi nel carattere aristocratico-feudale di una sensibilità più attratta dai valori estetici od in qualche modo di rappresentanza, non sempre unita ad un attenzione più concretamente tesa a perseguire efficienza e praticità. 40 L uso più frequente per la cottura dei cibi era infatti di accostare la forma al focolare, mentre la sovrapposizione era normale per sospensione, uso per cui più adatti erano i paioli. Si tratta di una persistenza, qui evidentemente più tenace, dell uso di accumulare più funzioni sulla stessa forma, in un ottica di risparmio tipica di tutta la tradizione di origine altomedievale, quando anche far ceramica costituiva un impegno non trascurabile (cfr. quanto osservato in proposito in L antico palazzo cit., pp. 390-391). 41 Sull uso di tali marchi cfr. infra pp. 61-65 e nota n. 47. 42 Analoga e coeva (n. PO26) a quelle, ad esempio, documentate a Volterra (M. CRISTOFANI, Volterra (Scavi 1969-71), Notizie degli scavi, 1973 (Supplemento), p. 229, n. 18, fig. 142; p. 232, n. 55, fig. 145), a Castiglione della Pescaia (S. GELICHI, Materiali tardo-medievali dal territorio castiglionese, Castiglione della Pescaia 1977, tav. I n. 3), a Grosseto (FRANCOVICH, GELICHI, Archeologia e Storia cit., p. 124, n. 31, tav. 25).

PO2, 4 2 frgg. di orli arrotondati e ingrossati. Impasto e tecnica analoghi al precedente; all interno di PO2 sono visibili segni di lavorazione (ditate).spess. orlo 0,015; spess. parete 0,011. PO7 5 frgg., di cui due contigui, di orlo piano con parete svasata e fondo ispessito, con inclusi esterni. Impasto analogo, grigiastro, cosparso di inclusi; sulla parete esterna sono visibili tracce di fuoco. Mediocre tecnica artigianale, con evidenti tracce di lavorazione (ditate) che determinano marcate deformazioni sull orlo. (4 frgg. non esposti).spess. orlo 0,018, spess. parete 0,014. TESTACEI Sono frammenti di forme aperte, morfologicamente più diversificate dei testi, fra le quali una (n. PO12) reca sulla presa impronte a stampo, probabilmente metallico, forse con semplice funzione decorativa 43 ; riunivano in sé le funzioni di piatto, scodella, tegame, ciotola, catino, etc., con piccoli adattamenti formali. Alcuni di questi testacei si presentano già morfologicamente evoluti, come il n. PO11, un rudimentale catino che trova infatti confronti da strati urbani coevi 44.[56] PO8 Frg. di forma aperta a parete svasata con orlo arrotondato, estroflesso ed avvio di fondo piano. Impasto poco depurato, duro, rossastro con spessa anima nera e ricco di inclusi bianchi (plagioclasi). Tecnica di mediocre artigianato locale. Spess. orlo 0,0175; spess. parete 0,012. +* PO3 Frg. di scodella a piede irregolare, appena marcato; parete piuttosto sottile, svasata ed orlo arrotondato marcatamente estroflesso. Impasto duro, mediamente depurato, rossastro. Livello tecnico appena artigianale con tracce di tornio all interno e del piano di lavoro in legno sul fondo esterno. h 0,03; Ø fondo 0,115; Ø orlo 0,175; spess. orlo 0,009; spess. Parete 0,006. PO9 2 frgg. di larga scodella o ciotola con tesa piana e confluente e parete svasata. Impasto quasi duro, mediamente depurato, rossastro e con vistose tracce di giacitura. Mediocre tecnica artigianale. (1 frg. non esposto). Spess. orlo 0,018; spess. parete 0,007. PO10 Frg. di catino o grande ciotola con ricasco svasato fino all avvio del fondo, breve tesa piana appena confluente; è presente un foro di restauro contenente il frammento di legatura in metallo. Impasto duro e poco depurato marrone chiaro con piccoli inclusi bianchi. Tecnica di artigianato locale. Spess. orlo 0,016; spess. parete 0,007. PO10 bis Frg. analogo per forma ma con tesa a confluenza accentuata e gola esterna marcata. Impasto selezionato con vacuoli superficiali. (Non esposto). +* PO11 Frg. di catino apodo con parete appena svasata, orlo irregolare piano confluente, fondo piano. Impasto duro, rossastro a chiazze per cottura irregolare, poco depurato, con numerosi inclusi bianchi di diverse dimensioni in particolare sul fondo esterno. Tecnica poco più che casalinga. h 0,066; Ø fondo 0,176; Ø orlo 0,24; spess. Orlo 0,014; spess. fondo 0,01; spess. parete 0,011. +* PO12 Frg. di grosso catino apodo, con parete leggermente svasata, fondo piano, orlo ingrossato piano e presa complanare all orlo modellata a ditate e su cui sono visibili tre rosette impresse a punzone probabilmente metallico; tali prese devono essere almeno due e più probabilmente quattro. Impasto duro, poco depurato, grigiastro e con numerose tracce esterne di fuoco d uso prolungato. Numerosi grossi inclusi bianchi e vacuoli superficiali.[57] Tecnica poco più che casalinga. h 0,07; Ø fondo 0,265; spess. orlo 0,019; spess. fondo 0,009; spess. 43 Simili decori, per quanto non frequenti, ricorrono con una certa assiduità su forme sia aperte che chiuse provenienti da contesti toscani contemporanei del sec. XIV: cfr. FRANCOVICH et alii, I saggi cit., p. 95, n. L149; L. TONGIORGI, Pisa nella storia della ceramica, Faenza, L, 1964, p. 19, fig. 2; FRANCOVICH, GELICHI, Archeologia e storia cit., p. 107 n. 27 (sec. XIII); L antico palazzo cit., II, 2, n. 2029 e bibliografia qui data. 44 FRANCOVICH et alii, I saggi cit., pp. 94-95, n. L144; L antico palazzo cit., II, 2, nn. 1965, 2035.

parete 0,015/0,02; Ø rosette incise 0,007. PO5 Frg. di forma probabilmente chiusa, ad orlo piano e parete appena svasata. Impasto duro, scarsamente depurato, grigio scuro, con numerosi inclusi bianchi. Tecnica di mediocre artigianato locale, larghe tracce di fuoco. Spess. orlo 0,017; spess. parete 0,007. PO5 bis Frg. di fondo piano ed avvio di parete appena svasata di forma chiusa apoda. Impasto e tecnica analoghi al precedente. [58] PAIOLI Anse a bastone di paioli (atti alla sospensione sul fuoco) che verranno in seguito sostituiti dalle forme in rame 45. PO6 Frg. di orlo assottigliato e ingrossato esternamente con parete leggermente globulare. Impasto quasi duro, poco depurato, rossastro, con inclusi bianchi. Tecnica di modesto artigianato locale. Spess. orlo 0,0165; spess. parete 0,0105. + PO13 Frg. di ansa a bastone a sezione circolare. Impasto duro, poco depurato, rosato con piccoli inclusi bianchi. Tecnica artigianale. Ø 0,025. + PO14 Frg. di ansa a bastone a sezione irregolare circolare. Impasto duro, grigiastro con spessa anima grigia e numerosi piccoli inclusi bianchi. Tecnica artigianale. Ø 0,03. PO14bis 3 frgg. di anse analoghe alla precedente per forma e con lievi varianti d impasto (per cottura); uno è presso l imposta sull orlo. (Non esposti) Sez. 0,026x0,03. + POl5 Frg. di ansa a bastone a sezione quadrangolare. Impasto analogo al precedente. Tecnica artigianale. Sez.0,022x0,033. OLLE DA FUOCO Frammenti di olle da fuoco tra cui uno (n. PO17) con orlo dotato di un consueto motivo ondulato inciso a stecca sulla spalla e con foro di restauro. La morfologia è assai omogenea, probabilmente frutto di una stessa fabbrica locale. + PO16-18 2 frgg. di fondi piani, in un caso lisciato a stecca esternamente, in un altro con avvio di parete appena svasata di corpo probabilmente globulare; entrambi presentano un foro di restauro (PO18, in parete). Impasto duro, poco depurato, grigio chiaro, con inclusi anche superficiali. Modesta tecnica artigianale. Ø fondo 0,0145; spess. parete 0,007; spess. fondo 0,008/0,01. +* PO17 7 frgg. di cui quattro contigui di bordo espanso, confluente ad orlo arrotondato, su cui è direttamente impostato il corpo globulare; sulla[60] spalla è inciso un motivo ondulato ad ampio raggio impresso a stecca. E presente un foro di restauro. Vistose tracce esterne di fuoco d uso e generalmente da giacitura. Impasto quasi duro, poco depurato, grigio scuro con numerosi inclusi bianchi visibili anche in superficie. Tecnica artigianale mediocre. (3 frgg. non esposti). Ø orlo 0,195; spess. orlo 0,007; spess. parete 0,0045. +* PO19 5 frgg., di cui due contigui, di bordo confluente con orlo arrotondato e ingrossato, impostato direttamente sulla spalla; corpo globulare. Impasto quasi duro, mediocremente depurato, con inclusi, grigio scuro; tracce di fuoco da giacitura. Discreta tecnica artigianale. (3 frgg. non esposti) Ø orlo 0,145; spess. orlo 0,007; spess. parete 0,005. +* PO20 3 frgg., di cui due contigui, di bordo appena confluente con orlo appena arrotondato e ingrossato su breve collo con avvio di spalla di un olla globulare. Larghe 45 Sempre da contesti trecenteschi provengono analoghe forme in Toscana ed in Umbria (cfr. L antico palazzo cit., II, 1, pp. 395, 401, II, 2, nn. 2098, 2099).

tracce di fuoco da giacitura. Impasto quasi duro, poco depurato, con inclusi e vacuoli, grigio scuro. Modesta tecnica artigianale. (1 frg. non esposto). Ø orlo 0,155; spess. orlo 0,01; spess. parete 0,006. + PO21 4 frgg. di parete di olla globulare. Impasto e tecnica analoghi al precedente. (2 frgg. non esposti). Spess. parete 0,0065. BOCCALI Boccali da fuoco con ansa a nastro complanare all orlo, caratteristica dei secoli centrali del medioevo. In almeno due casi sono visibili sull attacco dell ansa due segni a X incisi a crudo come marchi del produttore. Uno di questi boccali sembra essere uno scarto di fornace o comunque un capo di seconda scelta. Il gruppo di boccali si presenta caratterizzato da buona tecnica ed accurata lavorazione, mentre sia per impasto che per peculiarità morfologiche mostra una limitata varietà quanto a provenienze; in particolare i nn. PO35, 36, 30, 34 46 e 37, 37bis, 32, 33, costituiscono due nuclei omogenei ma non del tutto dissimili fra loro. Così, sia la presenza dei due (nn. PO32, 37), forse tre 47 marchi di fabbrica, sia il capo difettoso (n. [61] PO35), sembrano deporre anch essi nel senso di una produzione locale ma bene attrezzata e probabilmente destinata ad un mercato di discrete dimensioni. Da almeno altre due fabbriche provengono i nn. PO31, 29, 29bis e 27, 28. Il frg. n. PO26bis deve invece ritenersi un residuo forse proveniente dalla fase d impianto del castello stesso, in età ancora altomedievale. + PO26bis Frg. di spalla di boccale, probabilmente altomedievale, con evidenti scanalature praticate a stecca sul tornio; le tracce di lavorazione si ripercuotono anche all interno. Impasto duro, rosato, discretamente depurato. Ottima tecnica artigianale. Spess. parete 0,005. +* PO35 Boccale quasi completamente ricostruito da 16 frgg.; fondo leggermente concavo, piede appena svasato, corpo globulare, ansa a nastro complanare all orlo assottigliato e marcato esternamente, bocca trilobata. La forma presenta una notevole deformazione in corrispondenza dell attacco della parete al piede, in seguito a cedimento prima della cottura; è certamente una seconda scelta ed è sicuramente stato usato, dato che è visibile una larga traccia di fuoco d uso sulla parete opposta all ansa. Impasto mediamente depurato, duro, cuoio. Tecnica artigianale. h 0,25; Ø fondo 0,136; spess. orlo 0,004; larghezza ansa 0,045; spess. ansa 0,11; spess. fondo 0,017; spess. parete 0,006/0,004. +* PO36 Boccale simile al precedente quasi completamente ricostruito da 19 frgg.; fondo appena concavo e marcato, corpo globulare, massiccia ansa a nastro complanare all orlo trilobato, ingrossato, arrotondato e marcato esternamente. Vistose tracce anteriori di fuoco d uso. Impasto duro, mediamente depurato, cuoio. Tecnica artigianale; l esterno è rifinito a mano aperta. h. 0,24; Ø fondo 0,12; larghezza ansa 0,045; spess. ansa 0,013; spess. fondo 0,005; spess. parete 0,004/0,006. * PO37 5 frgg. contigui che completano un orlo trilobato, arrotondato e sagomato su alto collo e avvio di spalla con attacco superiore dell ansa a nastro, impostata appena inferiormente all orlo e sulla quale è inciso a crudo la marca X analoga al PO32.[62] 46 Per il boccale n. PO34 si veda un buon confronto coevo in Ibidem, II, 2, n. 2138. 47 Il n. PO33 reca sull ansa una doppia striatura che trova un confronto abbastanza preciso, anche se databile almeno ad un secolo prima, in FRANCOVICH et alii, I saggi cit., p. 223, tav. LXXIV n. 307. L uso di apporre, invece, il semplice segno ad X quale marchio di fabbrica trova qualche riscontro in testi databili al sec. XI-XII o, probabilmente a punzone metallico, in un olla proveniente da un contesto coevo a questo di Porciano, entrambi documentati a Pistoia (L antico palazzo cit., II, 1, pp. 386-387, 395; II, 2, nn. 4613-4616, 4630, 4585, 1964, 2123). A proposito delle marche e del loro significato anche in età medievale, cfr. G. VANNINI, A proposito di un gruppo di marche di vasai rinascimentali da Pistoia, in AA. VV., Renaissance studies in honor of Craig Hugh Smyth, Firenze 1985, II, p. 504.

Impasto duro, mediamente depurato, cuoio; rifiniture esterne a mano. Ottima tecnica artigianale. (2 frgg. di parete non esposti). Ø orlo min. 0,108 max. 0,113; spess. orlo 0,006; larghezza ansa 0,05; spess. ansa 0,007; spess. collo 0,004. PO37bis Frg. di fondo leggermente concavo, con tracce del piano di lavoro in legno, piede appena marcato e parete poco svasata di corpo bombato. Impasto e tecnica analoghi. (Non esposto). Ø fondo 0,128; spess. fondo 0,009/0,005; spess. parete 0,006. +*PO32 4 frgg., di cui due contigui, di bordo trilobato con orlo piano e sagomatura esterna, subito sotto il quale è impostata un ansa a nastro su cui è impresso a crudo un marchio (probabilmente di fabbrica di un vasaio locale) ad X ; alto collo con avvio di spalla di corpo probabil[63]mente globulare. Un frg. di parete reca l imposta inferiore dell ansa. Impasto duro, depurato, cuoio, annerito per condizioni di giacitura. Tecnica industriale ; evidenti tracce di tornitura veloce. (2 frgg. non esposti). Spess. orlo 0,006; larghezza ansa 0,048; spess. ansa 0,007; spess. collo 0,0045. +* PO33 Frg. di bordo con attacco dell ansa a nastro impostata subito sotto l orlo arrotondato su cui sono impressi due tratti paralleli (marchio di fabbrica); forma assai simile a PO32. Impasto e tecnica analoghi. Spess. orlo 0,005; larghezza ansa 0,048; spess. ansa 0,006; spess. collo 0,0045. PO30 Frg. di ansa a nastro con attacco complanare all orlo arrotondato. Impasto duro, cuoio, con anima grigia, mediamente depurato. Tecnica artigianale. Larghezza ansa 0,041; spess. ansa 0,015. PO31 Frg. di larga ansa a nastro con attacco complanare all orlo. Impasto duro, rossastro, mediamente depurato, cosparso di inclusi bianchi e vacuoli visibili anche in superficie. Tecnica artigianale. Spess. orlo 0,016; larghezza ansa 0,059; spess. ansa 0,01. + PO29 3 frgg. contigui di fondo apodo leggermente concavo e avvio di parete appena svasata con attacco inferiore dell ansa poco sotto il diametro massimo. Impasto e tecnica analoghi; piede con sottile anima grigia. Ø fondo 0,111; spess. fondo 0,007; spess. parete 0,006. PO29bis 3 frgg. analoghi per tecnica e impasto, due di fondo e uno di parete. (Non esposti). Ø fondo 0,132; spess. fondo 0,007/0,003; spess. parete 0,006. +* PO27 Boccale apodo parzialmente ricomposto da 11 frgg. contigui più un frg. assimilabile; fondo leggermente concavo, piede appena marcato, corpo globulare rialzato, avvio di spalla, robusta ansa a nastro a sezione ellittica ricurva impostata appena inferiormente al diametro massimo. Impasto duro, depurato, rosato-cuoio, ansa con anima grigiastra. Chiare tracce di fuoco da giacitura; al centro del fondo è praticato un foro a cotto (ma potrebbe essersi prodotto in seguito al rinvenimento). Tecnica di buon livello artigianale con tracce di tornitura lisciate esternamente a mano. (1 frg. di parete non esposto). Ø fondo 0,0125; spess. ansa 0,049/0,019; spess. fondo 0,008; spess. parete 0,01/0,005. +* PO28 3 frgg. di cui due contigui di alto collo verticale appena svasato e spalla di boccale (con ogni probabilità lo stesso di PO27). (1 frg. Non esposto). Ø collo 0,096; spess. collo 0,006.[65] +* PO34 Boccale apodo ricostruito parzialmente da 7 frgg. contigui a fondo concavo, corpo globulare rialzato, alto collo leggermente svasato ad orlo piano leggermente ingrossato e trilobato; è visibile l impostazione dell ansa a nastro sotto il diametro massimo. Impasto duro, discretamente depurato, cuoio. All esterno sono visibili tracce di fuoco d uso particolarmente sulla pancia opposta all ansa; lisciatura esterna a mano. Ottima tecnica artigianale. (1 frg. di parete non esposto). h 0,21; Ø fondo 0,082; spess. orlo 0,005; spess. fondo 0,0065; spess. parete 0,004/0,005. ANFORACEI

Si tratta di forme da dispensa di notevoli dimensioni, utilizzate per lo stoccaggio di generi alimentari (soprattutto liquidi e cereali), che appunto nel corso del sec. XIV cominciano a diffondersi con una certa larghezza; qui sono poco rappresentati, ma trovano riscontri coevi abbastanza precisi 48. Più difficile, in assenza di confronti, si presenta invece l attribuzione cronologica del bacile n. PO22/3, che tuttavia non sembra potere ammettere una datazione più tarda del sec. XIV. +*PO22/23 5 frgg., di cui due e tre contigui, di catino apodo di grandi dimensioni con almeno due corte prese orizzontali a bastone, fondo piano, parete leggermente svasata che termina con orlo piano appena confluente. Impasto duro, mediamente depurato, rosato con anima grigia. Livello tecnico industriale; evidenti segni di tornio. h 0,142; Ø fondo 0,315; Ø orlo 0,435; spess. orlo 0,015; spess. fondo 0,013/0,011; spess. parete 0,013; Ø presa 0,04/0,022. +*PO24 Frg. di larga ansa a nastro con una decorazione verticale centrale a cordone a pizzicotti. Impasto duro, scarsamente depurato con inclusi rossastri. Tecnica artigianale. Larghezza ansa 0,067; spess. ansa 0,011; spess. cordone 0,015. +PO25 Frg. di spalla, con decorazione cordonata a pizzicotti, di un orcio. Impasto duro, appena depurato con numerosi inclusi bianchi anche superficiali, rossastro con spessa anima grigia. Mediocre tecnica artigianale. Spess. spalla 0,011. FUSAIOLE +* PO26 Fusaiola da telaio biconica, schiacciata.[66] Impasto duro, depurato, rosato. Tecnica industriale. h. 0,0155; Ø min. 0,016/0,0l75; Ø max. 0,255; Ø foro 0,007. Maiolica arcaica Tale classe ceramica costituisce la prima maiolica (ceramica con copertura opaca a base di stagno) prodotta nell occidente medievale europeo a partire, sulla base della attuale documentazione archeologica, almeno dalla seconda metà del sec. XIII, per influenza delle tipologie importate fin dal sec. XI dal mondo musulmano. In origine la Maiolica Arcaica svolgeva un ruolo di prodotto pregiato, se non proprio di lusso, come dimostrato dalla percentuale sempre nettamente ridotta nei contesti archeologici duecenteschi o del primo 300; soltanto con la metà del sec. XIV il suo uso diviene largamente diffuso. La produzione qui documentata sembra riferirsi proprio a questa fase di passaggio di tale classe ceramica 49 ; la provenienza delle forme attestate pare possa riferirsi a fabbriche da ricercarsi non solo nell aretino ma in vari casi anche in centri valdarnesi, del resto coerentemente alla funzione nodale che l insediamento ed il castello di Porciano ancora svolgeva lungo l asse viario fra Firenze, Arezzo e la Toscana meridionale. BOCCALI Il gruppo di boccali, consistente e complessivamente databile attorno alla metà del 300 od in un epoca appena successiva, è costituito da un nucleo, notevolmente omogeneo sotto il profilo sia tecnico - ad impasto rosato - sia morfologico - a basso piede con fondo concavo e corpo globulare ribassato - sia stilistico - con decoro sulla parte anteriore, opposta all ansa a bastone sotto la trilobatura, per lo più fitomorfo stilizzato (nn. PO38, 39, 42, 43, 41, 45), in qualche caso sommariamente geometrizzante (nn. PO47, 48); tale nucleo può riferirsi al primo gruppo (a), 48 Cfr., ad esempio, L antico palazzo cit., II, 1, p. 395; II, 2, nn. 2027, 2028, 2061. 49 Sulla Maiolica Arcaica in Toscana si veda il quadro introduttivo offerto in Ibidem II, 1, pp. 418-424 e la bibliografia di base ivi indicata.

secondo sottogruppo, della classificazione provvisoria della Maiolica Arcaica aretina 50, anche se non mancano confronti precisi con produzioni[67] della Toscana settentrionale 51, ed in esso può riconoscersi il complesso datante del deposito archeologico di provenienza. Un secondo nucleo, assai limitato, pare costituito da boccali usciti da fabbriche di tradizione un poco precedente e caratterizzati da piede alto ed a svasatura più accentuata 52, mentre la decorazione è geometrica (nn. PO44, 49, 46bis, 55), in un caso isolata ed a motivo araldico (n. PO46) od a palmette in manganese campite da archi in ramina (n. PO57) 53. Da notare, infine, la presenza di un ansa dotata di foro a crudo per sigillo a piombo di garanzia legale di capacità appartenente ad un boccale prodotto (n. PO50) per spaccio pubblico 54. +*PO44 Grande boccale ricostruito da 13 frgg. a bordo trilobato, alto collo appena svasato, ansa a bastone a sezione ellittica impostata sul diametro massimo del corpo piriforme slanciato su alto piede a svasatura accentuata e fondo concavo distinto. Invetriatura interna marrone chiaro, all esterno dalla base fin quasi all imposta inferiore dell ansa con qualche traccia anche sul fondo esterno; smalto bianco sporco, decorazione a motivi geometrici anteriori composti da linee trasversali a coppie alternate in ramina e manganese; sulla parte posteriore, lateralmente all ansa, motivi a linee verticali in manganese; sul collo è visibile la caratteristica treccia in ramina, mentre l ansa presenta linee trasversali alternate, sempre in ramina e manganese. Impasto duro, rosso-mattone. Ø fondo 0,1; spess. fondo 0,007; spess. parete 0,003/0,005.[68] * PO57 2 frgg. di spalla e parete di boccale, con decorazione geometrica a cespugli in manganese compresi in fasce in ramina su smalto chiaro. Invetriatura trasparente. Impasto duro, rosso-mattone. (1 frg. non esposto). Spess. parete 0,004. * PO54 Frg. di parete di boccale con sottile invetriatura interna trasparente e smalto bianco sporco, decorazioni geometriche a coda di rondine in manganese. Impasto duro, rosato. Spess. parete 0,003. * PO55 Frg. di parete di boccale, decorato a reticolo a larghe fasce in ramina e puntinature interne in manganese. Impasto analogo a PO57. Spess. parete 0,004. +* PO46 Boccale parzialmente ricomposto da 6 frgg., ad orlo leggermente ingrossato all interno, assottigliato e trilobato con corpo slanciato ed alto piede a svasatura accentuata e fondo esterno concavo con tracce di stacco a cordicella. Leggera invetriatura trasparente interna e sul piede fin quasi al diametro massimo; smalto bianco di buona qualità, mal conservato. Decorazione costituita da una rappresentazione geometrica (araldica?) in manganese. Impasto duro, rosato. Ottima tecnica di lavorazione con evidenti tracce di tornitura interna. h. 0,19; Ø fondo 0,019; spess. fondo 0,0025; spess. parete 0,003/0,005. PO46bis Piede svasato a fondo concavo di forma analoga al n. PO46 con tracce di invetriatura solo sul fondo interno; la smaltatura giunge piuttosto alta sul piede ove sono 50 R. FRANCOVICH, S. GELICHI, La ceramica medievale nelle raccolte del museo medievale e moderno di Arezzo, Firenze 1983, pp. 34-35, 39; cfr. nn. 53-59. Qui (p. 44 tav. 9 nn. 2, 4) sono presentati anche i boccali nn. PO39 e 41, segnalati da chi scrive. 51 Per la forma cfr. FRANCOVICH et alii, I saggi cit., p. 102, n. L184; L antico palazzo cit., II, 2, nn. 2482 e, anche per il motivo decorativo (cfr. nn. PO42, 43), 2501 e relativa bibliografia ivi citata; il motivo presente su questi ultimi boccali - foglia polilobata con tralcio ritorto è anche presente nel boccale raffigurato da PIERO DI PUCCIO nel Battesimo di Cristo (oratorio di S. Salvatore a Belvedere a Siena), dipinto verso la fine del sec. XIV e citato da R. FRANCOVICH, La ceramica medievale a Siena e nella Toscana meridionale (secc. XIV-XV), Firenze 1982, p. 60 fig. 53. 52 I boccali nn. PO44, 46 sono attribuiti da FRANCOVICH, GELICHI, La ceramica medievale cit., pp. 31-32, tav. 9 nn. 1, 2 alla più antica produzione aretina di Maiolica Arcaica. Tuttavia la forma è largamente attestata anche nella Toscana settentrionale (cfr. L antico palazzo cit., II, 2, nn. 2466, 2467, 2483, 2486, 2499 e, anche per alcuni motivi decorativi, del n. PO44, 2510). 53 Il motivo è assai diffuso in tutta l area toscana centrale, settentrionale ed appenninica (cfr. Ibidem, II, 1, p. 421; II, 2, nn. 2464, 2509 ed i riferimenti bibliografici indicati) e corrisponde al tipo attestato a Pisa (G. BERTI, L. TONGIORGI, Ceramica pisana. Secoli XIII-XV, Pisa 1977, gruppo 9, p. 68, fig. 22 nn. 4, 6, 7). 54 Cfr. L antico palazzo cit., II, 2, Maiolica Arcaica

appena visibili tracce di decorazioni in manganese. Impasto duro, rosso-mattone. (Non esposto). Ø fondo 0,088; spess. fondo 0,002; spess. parete 0,005. +* PO38 Boccale frammentario ricostruito parzialmente da 8 frgg. a orlo ingrossato e arrotondato, probabilmente trilobato, basso piede a disco, fondo appena concavo, a corpo piriforme e robusta ansa a bastone a sezione ellittica impostata sul diametro massimo e sul collo leggermente svasato. Invetriatura interna marrone chiaro ed all esterno dalla base fin quasi al diametro massimo; smalto bianco sporco e decorazione rappresentata da una larga fascia ovale in ramina che racchiude, anteriormente al centro, una foglia polilobata stilizzata con margini e stelo ritorto in manganese e l interno in ramina. Impasto duro, rosato. h. 0,181; Ø fondo 0,086; sez. ansa 0,022X0,015; spess. fondo 0,005; spess. parete 0,006/0,004. +* PO39 Boccale frammentario ricostruito parzialmente da 10 frgg. ad orlo arrotondato e trilobato di forma analoga al n. PO38. Invetriatura di[70] colore, consistenza e distribuzione analoga al precedente; all esterno presenta una decorazione del tutto simile. Impasto analogo. h 0,182; Ø fondo 0,086; spess. min. ansa 0,017; spess. max. ansa 0,022; spess. fondo 0,008; spess. parete 0,006/0,004. +* PO42 Boccale parzialmente ricostruito da 5 frgg., ad orlo arrotondato e leggermente ingrossato e svasato su cui si imposta l ansa a bastone a sezione irregolarmente ovale; tozzo corpo piriforme. Sottile invetriatura interna; smalto un poco più chiaro dei precedenti, con qualche piccola scrostatura. La decorazione anteriore presenta dei motivi probabilmente fitomorfi stilizzati in ramina con contorni in manganese e risparmiati sullo smalto di fondo. Impasto analogo; lavorazione un poco più grossolana dei precedenti. Ø orlo 0,l; sez. ansa 0,0l9x0,015. +* PO43 Boccaletto quasi integro, mancante della parte posteriore del bordo, di forma analoga al precedente e dimensioni ridotte, orlo arrotondato, appena ingrossato e trilobato; collo leggermente svasato su cui è impostata l ansa a bastone a sezione circolare che termina sul diametro massimo del corpo piriforme. Invetriatura marrone scuro analoga agli altri capi, disposta internamente e sul fondo esterno; la smaltatura analoga ai precedenti giunge fino al piede, sia pure con irregolarità e larghe scrostature (medesimo difetto del capo precedente). Decorazione fitomorfa in ramina e manganese analoga al n. PO42. Impasto analogo. h. 0,133; Ø fondo 0,076; spess. orlo 0,004; spess. fondo 0,007; spess. parete 0,0035/0,005. +* PO41 Boccaletto frammentario parzialmente ricostruito da 8 frgg. ad orlo arrotondato e trilobato di forma analoga ai nn. PO39 e 40, appena più slanciato ma di dimensioni ridotte. Invetriatura e smalto analoghi anche per disposizione; presenta una decorazione fitomorfa sulla parte anteriore in ramina con contorni in manganese. Impasto analogo; qualche difetto di tornitura. h 0,155; Ø fondo 0,063; spess. fondo 0,007; spess. parete 0,004/0,008. PO40 Frg. di ansa a bastone a sezione schiacciata di un boccaletto (probabilmente il n. PO41); smalto bianco sporco. Impasto analogo. Sez. ansa 0,01x0,0185. +* PO45 Boccale parzialmente ricostruito da 4 frgg., ad orlo arrotondato e leggermente assottigliato e collo appena svasato su cui è impostata un ansa a bastone a sezione schiacciata che parte dal diametro massimo di un corpo irregolarmente globulare ribassato, a basso piede a disco con fondo concavo su cui è visibile lo stacco a cordicella dal tornio. Invetriatura interna povera; smalto di mediocre qualità (presente in tracce anche sotto al fondo). Decorazione scarsamente leggibile con[72]linee verticali serpeggianti alternate in ramina e manganese su tutto il corpo e sull ansa. Impasto analogo al n. PO44. h 0,163; Ø fondo 0,083; spess. fondo 0,005; sez. ansa 0,022x0,013; spess. parete 0,007/0,0035. + PO47 9 frgg., di cui sette contigui, di boccale a basso piede a disco a fondo piano con avvio di parete poco svasata e attacco inferiore di ansa a nastro sul diametro massimo. Smaltatura, irregolare anche interna, di ottima qualità per candore e spessore che giunge fino al piede. La decorazione è geometrica (in ramina e manganese) ai lati dell ansa.

Impasto duro, rosato. Evidenti scanalature interne da tornio. (2 frgg. non esposti). Ø fondo 0,088; spess. fondo 0,009; spess. parete 0,009/0,005. PO48 2 frgg. contigui di basso piede a disco e avvio di parete di un boccale a smaltatura anche interna, di buona qualità che giunge fino al piede. Decorazioni a linee orizzontali in ramina e manganese. Impasto duro, fine, rosato. Ø fondo 0,09; spess. fondo 0,0075; spess. parete 0,006. + PO49 Frg. di alto piede svasato, fondo distinto ed avvio di parete di un boccale; invetriatura interna e sul piede; smalto bianco sporco. Decorazione geometrica in ramina e manganese. Impasto duro, rosso mattone. Ø fondo 0,129; spess. fondo 0,006; spess. parete 0,007/0,006. + PO5O Ansa a bastone a sezione irregolarmente schiacciata impostata sul collo di un boccale; smalto povero o mal conservato. Nella curvatura superiore è presente un foro passante praticato a crudo per apposizione di sigillo a piombo a garanzia di capacità. Impasto analogo al n. PO49. Sez. ansa 0,019x0,0115/0,009. PO51-52 3 frgg. di anse a bastone, una con decoro a tratti alternati in ramina e manganese. Impasto rosso mattone, duro. (1 frg. non esposto). Sez. ansa 0,019/0,023x0,015/0,014. PO52bis 2 frgg. di anse a bastone a sezione ellittica impostate sul collo di boccali a spessa smaltatura marrone interna. Impasto duro, rosato. (Non esposti). Sez. ansa 0,018x0,012. PO53 Frg. di ansa a nastro a sezione a sella irregolare, con decorazioni a linee verticali in ramina e manganese su smalto chiaro. Impasto duro, rosso mattone con sottile anima grigia. Larghezza 0,029; spess. 0,011/0,008. PO54bis 9 frgg. di pareti di almeno tre boccali a decorazioni geometriche consuete di cui due con impronta inferiore di ansa a nastro (?) sul diametro massimo con sottile invetriatura interna. (Non esposti).[73] FORME APERTE Si tratta di un gruppo di catini e qualche ciotola generalmente attribuibili alla seconda metà del sec. XIV ca., fino ai primi decenni del secolo seguente. Sono presenti infatti forme con piede a disco, marcato, a fondo piano od appena concavo, simili a tipi diffusi nella Toscana centrale e settentrionale interna 55, mentre i bordi indicano morfologie presenti sia nei prodotti attestati nell aretino o nel senese (nn. PO61, 61bis, 62) 56, sia anche nell area valdarnese 57. Anche i decori, quando apprezzabili, rientrano nel vocabolario oramai standardizzato 58 e diffuso tanto nell area centrale 59, quanto settentrionale della Toscana interna 60. +*PO58 Frg. di bordo di catino a breve tesa piana ed incavo assai accentuato, con presa ad orecchietta orizzontale. Invetriatura esterna trasparente e smaltatura bianca interna 55 Confronti sono presenti nell aretino (FRANCOVICH, GELICHI, La ceramica medievale cit., nn. 98, 99) ma anche altrove (per il n. PO69 cfr. L antico palazzo cit., II, 2, n. 2500 e relativa bibliografia). 56 Cfr. FRANCOVICH, GELICHI, La ceramica medievale cit., p. 99; FRANCOVICH, La ceramica medievale cit., p. 98, fig. 111a. 57 Cfr. L antico palazzo cit., II, 2, nn. 2480, 2555 (per il n. PO58), 2479 (per il n. PO59), 2574 (per il n. PO60), 2604 (per il n. 66bis) e relativi rinvii bibliografici. 58 I decori sono affrettati e sommari, i motivi condotti in maniera ripetitiva per una produzione evidentemente assai estesa. Si ha qui un interessante esempio di tale procedura tecnica; il bordo n. PO61 reca la consueta treccia in ramina sul ricasco con un pentimento in manganese: si tratta evidentemente di un errato avvio del decoratore probabilmente causato dalla ripetitività dell operazione del ricorrente decoro. Anche gli impasti risultano particolarmente omogenei e costanti: o rosso-mattone o rosati. 59 Confronti parziali per il decoro del n. PO58 sono in FRANCOVICH, La ceramica medievale cit., figg. 163 n. 1, 210 n. MC42; per il PO69, fig. 179 n. 7; per il n. PO70, p. 116 n. 149 (da Semifonte), FRANCOVICH, GELICHI, La ceramica medievale cit., n. 98. 60 Si veda L antico palazzo cit., II, 2, nn. 2600 per il n. PO59, 2523 per il n. PO67 ed i confronti bibliografici indicati.

di ottima qualità. Decorazione a bande ondulate in manganese, ritmate da piccoli motivi in ramina. Impasto duro, rosso-mattone. Spess. orlo 0,028; larghezza tesa 0,025; spess. parete 0,008; larghezza ansa 0,032; spess. ansa 0,012. *PO59 Frg. di bordo di catino di forma, decorazioni e caratteristiche analoghe al n. PO58 ma di dimensioni minori (non ha la presa). Smaltatura di qualità inferiore, decorazione forse simile. Spess. tesa 0,022; spess. parete 0,007. +*PO60 Frg. di catino ad orlo piano, defluente su bordo esterno sagomato,[74] ricasco quasi verticale e incavo profondo. Invetriatura esterna verde marrone; smalto bianco interno di buona qualità. Decorazione a treccia sul ricasco in ramina tra due doppie linee orizzontali in manganese. Impasto duro, rosato. Ø orlo 0,235; spess. orlo 0,019; spess. parete 0,0065. +* PO61 Frg. di catino ad orlo assottigliato, bordo sagomato ed ingrossato esternamente e incavo profondo. Invetriatura esterna verde-marrone e smalto chiaro. Decorazioni geometriche in ramina e manganese. Notevole la ripresa della treccia in ramina, sul ricasco, di un avvio in manganese probabilmente errato (chiaro indice di produzione già con caratteristiche industriali). Impasto duro, rosato. Spess. orlo 0,014; spess. parete 0,01. * PO61bis Frg. di bordo di catino di forma, decorazione e caratteristiche tecniche analoghe al n. PO61 ma di dimensioni minori. (Non esposto). Spess. orlo 0,012; spess. parete 0,007. PO62 Frg. di orlo e parete di un catino morfologicamente analogo al precedente (n. PO61bis) con spessa invetriatura esterna marrone e decorazione a treccia sul ricasco. Impasto duro, rosso-mattone. Spess. orlo 0,011. +* PO69 Frg. di catino con piede a disco a fondo piano e avvio di parete svasata; invetriatura esterna marrone, fino al piede. Decorazioni in ramina e manganese a foglie polilobate con stelo ritorto in tutto simili ai boccali nn. PO38 e 39. Impasto duro, rossomattone. Ø fondo 0,116; spess. fondo 0,008; spess. parete 0,005. +* PO64-66 6 frgg., contigui due a due, di un bacino troncoconico di notevoli dimensioni a basso piede a disco a fondo piano e lisciato. Invetriatura esterna marrone e spessa, fino al piede. Decorazioni fitomorfe in ramina e contorni in manganese disposte a bande sovrapposte. Impasto duro, rosato. Spess. fondo 0,005; spess. parete 0,01. * PO66bis Frg. di orlo arrotondato di ciotola a povera invetriatura esterna e decoro interno apparentemente simile al precedente. Impasto duro, rosso-mattone. * PO67 Frg. di piede a disco e avvio di parete di un bacino troncoconico, nudo esternamente; decorazioni a larghe foglie lanceolate verticali di tipo baccheretese. Impasto duro, rosso-mattone. Spess. parete 0,011. * PO68 Frg. di piede a disco a fondo piano ed avvio di parete di un bacino troncoconico con esterno nudo. Decorazione a ciuffi in manganese interposti a larghe foglie lanceolate.[76] Impasto duro, rosato. Ø fondo 0,093; spess. fondo 0,008; spess. parete 0,01. * PO70 Frg. di catino con marcato piede a disco e avvio di parete appena svasato; invetriatura esterna color marrone chiaro. Decorazioni fitomorfe stilizzate in ramina e manganese. Impasto duro, rosato. Ø fondo 0,095; spess. fondo 0,007; spess. parete 0,007. Maiolica protorinascimentale La presenza di un piccolo nucleo di forme maioliche appartenenti a tutte le tipologie in uso nella seconda metà del sec. XIV contribuisce a fare convergere verso tale periodo l attribuzione cronologica dell intero complesso bassomedievale. Si tratta di un rinfrescatoio (n. PO71) e poche altre forme di Maiolica Arcaica Tarda con gialloantimonio che possono anche meglio collocarsi ai primi del 400 e che rientrano in tipologie valdarnesi.

Ancora ben entro la seconda metà del sec. XIV possono invece porsi alcuni frammenti di boccali in Maiolica Arcaica Blu ed in Zaffera a rilievo, entrambi tipici della produzione toscana, valdarnese in particolare. Caratteristica di queste tipologie è la loro scarsa presenza in relazione al complesso dei materiali ceramici, come risulta chiaramente dai vari contesti archeologici altrove esplorati in strato; un fatto questo che, unitamente ai loro comuni caratteri tecnici ed estetici di notevole rilievo, ne confermano il ruolo di prodotti di pregio, nel quale stanno oramai sostituendo le stesse forme in Maiolica Arcaica, a sua volta sempre più diffusa. A proposito dei frammenti in Zaffera, varrà notare che in due casi l impasto è ancora rosato (e non già bianco-avorio, che sarà tipico delle produzioni maioliche quattrocentesche, ma che compare certamente nel secolo precedente), ciò che potrebbe anche confermare un attribuzione non molto successiva alla metà del sec. XIV 61. MAIOLICA DI TIPO ARCAICO TARDO *PO56 Frg. di spalla di una forma chiusa a collo stretto con smaltatura anche interna. Decorazione a linee verticali alternate in ramina, manganese e giallo-antimonio.[77] Impasto duro, rosato. Spess. parete 0,0045/0,003. * PO71 Frg. di ricasco con avvio della tesa piana e leggermente confluente di un rinfrescatoio; esterno nudo e smaltatura bianca di buona qualità. Decorazione a sottili foglie polilobate in ramina alternate a tratti ondulati in manganese. All inizio della tesa e sul fondo del ricasco la decorazione è compresa in due fasce giallo-antimonio; anche la tesa è decorata da motivi fitomorfi stilizzati. Impasto duro, rosso mattone. Spess. parete 0,007/0,01; spess. tesa 0,006. * PO72 Frg. di fondo piano di rinfrescatoio (potrebbe essere lo stesso del n. PO71) e avvio di parete svasata; esterno nudo e decorazione interna su smalto chiaro a motivo fitomorfo in ramina, con contorni in manganese e con banda tra fondo e parete in gialloantimonio. Impasto duro, rosso-mattone. Spess. fondo 0,009/0,006; spess. parete 0,006. PO72bis 3 frgg. di pareti, di cui due di forme chiuse in maiolica arcaica tarda, in un caso monocroma bianca con invetriatura interna. Impasto duro, rosso (in un caso biancoavorio).[78] MAIOLICA ARCAICA BLU +* PO73 2 frgg. contigui di piede a disco ed avvio di parete, con impostazione dell ansa sul diametro massimo, di un boccale. Smaltatura chiara anche interna Decorazione a motivi geometrici e a coda di rondine in manganese con tracce di cobalto. Impasto duro, bianco-avorio. Spess. parete 0,005. MAIOLICA A ZAFFERA A RILIEVO +* PO75 Frg. di parete di boccale con smaltatura anche interna; decorazione tipica a foglia di quercia. Impasto duro, bianco-avorio. Spess. parete 0,006. * PO76 Frg. di parete di boccale con smaltatura molto spessa ed anche interna; decorazione a zaffera e manganese. Impasto duro, rosato. Spess. parete 0,006. +* PO77 Frg. di ansa a bastone di un boccale; presenta motivi orizzontali in manganese e tracce di zaffera. Impasto duro, rosato. Ø ansa 0,015. Maiolica Ispano-Moresca 61 Cfr. quanto osservato in L antico palazzo cit., II, 1, pp. 429-433.

I frammenti di importazione presenti sono attribuibili al tipo detto Valenzano maturo (n. PO165) e probabilmente del tipo Pula (n. PO76bis), databili a partire dalla seconda metà del 300 62 ed attestato in Italia ed in Toscana già dal tardo sec. XIV 63 e per tutta la prima metà del secolo seguente. Questa presenza, soprattutto se fosse ricollegabile, come sembra, al complesso trecentesco, appare indicativa dell inserimento di Porciano nell ambito di una circolazione di materiali di livello primario. +* PO165 Frg. di scodella a tesa piana confluente e ricasco bombato. Smaltata bianca anche esterna ove sono ancora visibili tracce di decorazioni a[79] lustro metallico; l interno mostra decori fitomorfi composti in blu cobalto. Impasto duro, rosato. Spess. 0,008. *PO74bis Frg. di alto piede a cercine appartenente ad un catino ad invetriatura esterna marrone con tracce anche sul fondo; spesso smalto coperto da fitte craquelées con decorazione radiale a bande (foglie?) di ramina a tratti di cobalto diluito. Impasto duro, rosato. Fattura irregolare. Ø fondo 0,12; spess. fondo 0,006/0,009. Vetri Gruppo omogeneo composto da almeno 14 bicchieri a fondo umbonato in vetro soffiato a stampo con tipiche decorazioni impresse a semplici motivi geometrici (losanghe, rombi, etc.), con precisi e recenti riscontri archeologici che indicano una datazione al sec. XIV avanzato, del tutto coerente con il complesso di Maiolica Arcaica rinvenuto 64. Il vetro è trasparente, prevalentemente a tonalità verde-chiara, a volte incolore, in un caso con riflessi azzurro-chiari; generalmente ben conservato. +*PO212 Bicchiere ricostruibile con orlo arrotondato, parete appena svasata e fondo umbonato in vetro incolore soffiato a stampo, ottimamente conservato, con decorazioni impresse a esagoni stondati e contigui distribuiti in serie verticali a due terzi della parete e fino sul fondo; è ben visibile lo stacco del pezzo dalla cannula sul lato esterno del fondo. h. 0,072; Ø fondo 0,044; Ø bocca 0,07; spess. 0,001. +PO220, 221, 224. 3 frgg. di cui uno di fondo umbonato e due di pareti di bicchieri di forma e decorazione analoghe al n. PO212; vetro trasparente con tonalità verde-chiaro. Ø fondo 0,042. +*PO216 Fondo umbonato di bicchiere analogo per forme e decorazioni al n.[80]po212; solo gli esagoni sono di dimensioni leggermente inferiori; vetro incolore. Ø fondo 0,041. +PO213, 222 2 frgg., di cui uno di fondo umbonato e avvio di parete ed uno di parete di bicchiere in vetro incolore analoghi al n. PO216 anche per forma e decorazione. Tracce diffuse di devetrificazione. Ø fondo 0,041. + PO223 Frg. di orlo arrotondato e parete di bicchiere analogo per forma e decorazione al n. PO216. Vetro trasparente con tonalità verde-chiara. + PO214, 218, 219 3 fondi umbonati di bicchieri analoghi per forma, decorazione e tipo di vetro al n. PO223. Ø fondo 0,043-0,05-0,043. 62 Cfr. M. GONZALES MARTI, Ceramica Espanol. Siglos medievales, Barcelona 1944; H. BLAKE, La ceramica medievale spagnola e la Liguria, Atti del V Convegno internazionale della ceramica, Albisola 1972, pp. 55-l06; si veda ora anche R. FRANCOVICH, S. GELICHI, La ceramica spagnola in Toscana nel bassomedioevo, Firenze 1984, pp. 19-21 e la bibliografia ivi citata. 63 Per il n. POl65 cfr. FRANCOVICH et alii, I saggi cit., pp. 137-138, n. 405. tav. XXXIX (strato B1V); per il n. PO74bis cfr. FRANCOVICH, GELICHI, La ceramica spagnola cit., p. 18, tav. III n. 5. 64 Praticamente tutti i tipi presenti a Porciano trovano esatti confronti in contesti trecenteschi a Prato, Firenze, Grosseto, Pistoia, come in Liguria, Veneto (cfr. L antico palazzo cit., II, 1, pp. 455-458), come anche in varie rappresentazioni iconografiche del tempo: cfr., tutti databili ai decenni centrali del 300, T. GADDI, Storie di S Giovanni Evangelista, S. Giovanni Battista e della Madonna, affresco (Poppi (Arezzo), cappella del castello); BARNA DA SIENA, Ultima cena, affresco (S. Gimignano, Collegiata); A. ORCAGNA, Giudizio Universale, affresco (Firenze, S. Maria Novella); GIOVANNI DA ASCIANO, Le nozze di Canaa, affresco (S. Gimignano, Collegiata).