BUON FINE. Le buone pratiche COOP per il recupero delle eccedenze e contro lo spreco alimentare

Documenti analoghi
Le tre R in Coop: strategia ed esempi per la sostenibilità

CIRCOLARE - AGENZIA ENTRATE - 26 marzo 2008, n. 26/E

ASSSOCIAZIONE NAZIONALE COOPERATIVE DI CONSUMATORI A.C. 2093

Progetto LIFE10 ENV IT NO.WA. Azione 3 - Attività 3.1

DOSSIER Venerdì, 03 ottobre 2014

Progetto Mercati Amici

EROGAZIONI LIBERALI A FAVORE DI ONLUS. - AGEVOLAZIONI FISCALI per PERSONE GIURIDICHE

Food waste: da sperpero a ricchezza, esperienze dall Italia e dal mondo

OGGETTO: Modalità di svolgimento in piazza Pomposa di un mercato dei produttori agricoli biologici. IL SINDACO

RISOLUZIONE N.254/E QUESITO

visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l articolo 93, vista la proposta della Commissione,

Risoluzione n.125/e. Con l interpello specificato in oggetto, concernente l interpretazione del D.P.R. n. 131 del 1986, è stato esposto il seguente

Regione Liguria Comune della Spezia Programma di intervento a contrasto delle disuguaglianze e delle povertà

Il progetto Ma.Ri.Sa.

RISOLUZIONE N. 57/E QUESITO

AUDIT AI SENSI DELL ARTICOLO 4, PARAGRAFO 6 DEL REGOLAMENTO CE 882/2004 PROCEDURA

RISOLUZIONE N. 273/E. Roma, 03 luglio Direzione Centrale Normativa e Contenzioso

PROTOCOLLO DI INTESA E COLLABORAZIONE NELL AMBITO DEI CONTROLLI SUL TERZO SETTORE PREMESSE

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte.

BUON FINE. A scuola di buon fine. Le buone pratiche COOP per il recupero delle eccedenze e contro lo spreco alimentare.

L.R. 2/1985, artt. 1 e 2 B.U.R. 1/12/2010, n. 48. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 19 novembre 2010, n. 0251/Pres.

Emergenza Alimentare Lombardia 11 Maggio 2014

ARTICOLATO DELLA DELIBERAZIONE N. 34/05, COME MODIFICATO E INTEGRATO DALLE DELIBERAZIONI N. 49/05, N. 64/05, N. 165/05, N. 256/05 E N.

CIRCOLARE N /2014 DEL 4 APRILE 2014

REGIONE LIGURIA Assessorato alle Politiche attive del lavoro e dell occupazione, Politiche dell immigrazione e dell emigrazione, Trasporti

RISOLUZIONE N.100/E QUESITO

ECOELIT 13 anni di esperienza al servizio di RAEE ed Accumulatori. Il sistema RAEE ed il sistema Pile ed Accumulatori le differenze

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato DI VIRGILIO

P r o d u t tive. Circolare n.

RISOLUZIONE N. 323/E

Testo risultante dalle modifiche ed integrazioni apportate con deliberazione 11 febbraio 2009, EEN 1/09

IL DIRETTORE DELL AGENZIA. In base alle attribuzioni conferitegli dalle norme riportate nel seguito del presente provvedimento, Dispone:

Circolare N.34 del 6 Marzo 2014

1. LA NUOVA NUMERAZIONE DELLE FATTURE DAL 1 GENNAIO 2013: CHIARIMENTI DELL AGENZIA DELLE ENTRATE RIS. 1/E

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1

LINEE GUIDA PER Il FINANZIAMENTO DI AREE ATTREZZATE DESTINATE ALLA VENDITA DIRETTA DI PRODOTTI AGRICOLI IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 19

BENEFICI FISCALI A SOSTEGNO DELL INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA

ONLUS e pubblici esercizi, attività polisportive dilettantistiche e commercio su aree pubbliche: i chiarimenti del MISE

schede di approfondimento.

Aspetti procedurali della rottamazione dei beni di impresa

5 per mille 2007: il beneficio

CIRCOLARE N. 7/E Roma 20 marzo Direzione Centrale Servizi ai Contribuenti. OGGETTO: Cinque per mille per l esercizio finanziario 2014

CIRCOLARE N. 25/E. OGGETTO: Risposte a quesiti posti dalla stampa specializzata

Presidenza del Consiglio dei Ministri

L.R. 41/1996, art. 14 ter, c. 7 B.U.R. 27/12/2013, n. 52

5 per mille al volontariato 2007

Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER LA POLITICA INDUSTRIALE E LA COMPETITIVITA

Fisco & Contabilità La guida pratica contabile

COMUNE DI CERVENO REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI SOVVENZIONI, CONTRIBUTI, SUSSIDI E PER L'ATTRIBUZIONE DI VANTAGGI ECONOMICI.

Torino, lì 21 ottobre Alle imprese interessate. Loro Sedi. Oggetto: O.C.M. Vitivinicolo Misura investimenti Prossima Apertura bando

Risoluzione n. 375/E

RISOLUZIONE N. 10/E. OGGETTO: Interpello Art. 11, legge 27 luglio 2000, n Attività consultoriale a pagamento - Qualificazione ONLUS.

CIRCOLARE N. 006 DEL 23/04/2013 OGGETTO: CINQUE PER MILLE 2013

FOCUS MENSILE FISCALITA IL CREDITO D IMPOSTA PER INVESTIMENTI IN BENI STRUMENTALI NUOVI

Via Repubblica Biella Tel: Fax: C. F.: Internet: mailbox@biella.cna.

Progetto LIFE10 ENV IT NO.WA. Azione 3 - Attività 3.1

PROGETTO Sostegno a distanza

Regolamento per la collaborazione tra il Comune di Crespellano e i singoli volontari per lo svolgimento di attivita solidaristiche promosse dal Comune

OGGETTO: Cinque per mille. L iscrizione nell elenco dei beneficiari

LEGGE REGIONALE N. 32 DEL REGIONE LOMBARDIA. Promozione di interventi agevolati di edilizia residenziale.

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI AI FINI DELLA ELIMIAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE.

La prevenzione da aspetto aggiuntivo a fondamento della gestione dei rifiuti. Produzione alimentare sostenibile, mangiare sano, meno.

RISOLUZIONE N. 131/E

OGGETTO: EROGAZIONI LIBERALI IN FAVORE DELLE POPOLAZIONI COLPITE DAGLI EVENTI METEOROLOGICI VERIFICATISI NELLA REGIONE SARDEGNA

Progetto LIFE10 ENV IT NO.WA. Azione 3 - Attività 3.1

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

NOTA OPERATIVA N. 7/2015. OGGETTO: Crediti per imposte pagate all estero, aspetti fiscali e modalità di calcolo.

RUOLO DELLA PROVINCIA PER IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI ALL IMPIEGO - IL MODELLO LOMBARDO L ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI LECCO

su proposta dell Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Antonio Fosson;

Recupero edilizio: la detrazione si può negoziare anche in caso di cessione di una sola quota dell immobile

Circolare N.101 del 4 Luglio 2012

RIQUALIFICAZIONI ENERGETICHE:

Contributo di INAIL alla diffusione dell adozione di un SGSL. INAIL-DR Toscana-CONTARP

lavorativo di persone con provvedimenti penali detentivi e/o in esecuzione penale esterna.

Studio Corbella dottori commercialisti associati

I FATTORI CHIAVE NELLA RELAZIONE CON GLI ENTI NO PROFIT IL CASO BANCO ALIMENTARE LA LOTTA ALLO SPRECO ALIMENTARE: SOLUZIONI E APPROCCI DI FILIERA

ARTICOLO 1 OGGETTI E RIFERIMENTI ARTICOLO 2 DESTINATARI ARTICOLO 3 AMBITO DI APPLICAZIONE

Erogazioni liberali e raccolta fondi

Premesso che. I progetti LIFE+ di promozione e sviluppo di buone pratiche in materia di prevenzione e recupero dei rifiuti

ART. 1 SCOPO ED ARTICOLAZIONE DEL REGOLAMENTO

DETRAZIONI FISCALI 55% - 50 % (ex 36%)

Circolare N.27 del 12 Febbraio Entro il 28 febbraio 2013 invio dei dati per gli stampati fiscali

OGGETTO: Omaggi Aziendali

LINEE GUIDA PER L EROGAZIONE DELLA FORMAZIONE INTERNA

VOUCHER UNIVERSALE PER I SERVIZI

IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE

Soggetto interessato. Intestazione documento di spesa

donare&ricevere Guida rapida alle norme sulla donazione + dai - versi!

Comune di Montevecchia Provincia di Lecco REGOLAMENTO DELL ASILO NIDO DEL COMUNE DI MONTEVECCHIA

Informativa per la clientela

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

ELENCO PREZZI PER LE PRESTAZIONI ACCESSORIE AL SERVIZIO DI DISTRIBUZIONE DEL GAS

PERCORSO FORMATIVO PAR FSC : ATTUAZIONE, CONTROLLO E PROGRAMMAZIONE (CODICE CORSO 15003) Seminario conclusivo. Torino, 10 giugno 2015

Ambito di utilizzo di Ticket Restaurant e Ticket Restaurant Smart (art.285 DPR 207/2010)

Centro Tecnico per la Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione

Gent.le Dipendente. Cordiali saluti,

CIRCOLARE N.9/E. Roma, 3 marzo 2011

Professionisti ed Installatori alla luce del Nuovo Regolamento di Prevenzione Incendi DPR e del DM Luciano Nigro

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

Transcript:

BUON FINE Le buone pratiche COOP per il recupero delle eccedenze e contro lo spreco alimentare Valter Molinaro Responsabile Innovazione e gestione servizi

ECCEDENZE/SPRECO DI CIBO Ogni anno la quantità di cibo che va sprecata in Italia è stimata a valore in circa 8 miliardi di euro. Le famiglie concorrono allo spreco alimentare per il 42%, i produttori per il 39%, la distribuzione per il 5%, il settore della ristorazione per il 14%. da Il libro nero dello spreco in Italia Segrè, Falasconi 2011

ECCEDENZE NELLA GDO: PERCHE? il packaging è danneggiato; il prodotto fresco è ammaccato; prodotti con data di scadenza ravvicinata (destinati a rimanere invenduti); residui di attività promozionali, di test e di campionatura; errori negli ordini sono intervenuti eventi sfavorevoli (condizioni meteo, scioperi, ecc)

LA RACCOLTA DEGLI ALIMENTI INVENDUTI ALLA COOP Nel 2003, anno di approvazione della LEGGE DEL BUON SAMARITANO, Coop realizza la prima sperimentazione della raccolta di alimenti invenduti a Bologna all ipercoop Nova. OBIETTIVO: Non buttare via gli alimenti imperfetti o che stanno per scadere, ma raccoglierli per donarli a chi ne ha bisogno attraverso la collaborazione con una rete di Onlus. BUON FINE Nel 2005 Coop Lombardia, nell ambito dello sviluppo dell Agenda21 locale di Sesto San Giovanni per definire le Linee guida per la gestione ambientale e responsabile di strutture commerciali di media e grande dimensione del Ministero dell Ambiente propose di inserire nelle linee guida e sperimentare con il Comune, la ASL e le ONLUS il recupero per fini sociali degli invenduti. Dal 2007, finita la sperimentazione a Sesto S.G, abbiamo esteso il Buon fine in tutta la rete COOP

BUON FINE: I NUMERI DELLA COOP BUON FINE IN ITALIA Il progetto oggi è presente in 75 province italiane e 556 punti vendita (supermercati, ipermercati e centri di distribuzione). Nel 2013 ha raggiunto un quantitativo delle merci donate di circa 4.000 tonnellate e di oltre 22 milioni di euro in valore, a favore di 906 associazioni beneficiarie e circa 150.000 persone in difficoltà. BUON FINE IN LOMBARDIA

BUON FINE: COOP LOMBARDIA LOMBARDIA: % RECUPERO ALIMENTARI FRESCHI E FRESCHISSIMI EFFICIENZA / INEFFICENZA / TRASPARENZA L unico dato confrontabile con altre insegne GDO è quello derivato dalla partecipazione al PARR, sperimentato a Brescia da parte di Coop e da Simply, dove abbiamo riscontrato un dato omogeneo, sulle eccedenze recuperate per punto vendita, pari a circa: 7 kg/mq/anno

PROCESSO LOGISTICO NEL PUNTO VENDITA MAGAZZINO Amministrazioni comunali AREA VENDITA AVARIA SCARTO RIFIUTO Soci Coop volontari SCADENZA RECUPERO ONLUS VENDUTO RESIDUI GROCERY ALIMENTARI FRESCHI FRESCHISSIMI PERSONA CASA CHIMICA STAGIONALI E BRICO SALUTE MULTIMEDIA

L ACCORDO TRA LE PARTI DEFINISCE: PROCESSO LOGISTICO FUORI DAL PUNTO VENDITA MODELLO BUON FINE Mense MAGAZZINO ONLUS Pacchi spesa Case famiglia Centri di distribuzione IMPEGNI Definisce in dettaglio tutte le attività interne, gestionali 1 COOP LOMBARDIA e organizzative e, e le responsabilità del personale per garantire la qualità del prodotto ceduto CERTIFICAZIONE Definisce in dettaglio tutte certificazioni e dichiarazioni 2 ONLUS richieste alla ONLUS per accedere alle donazioni OBBLIGHI A CARICO Definisce in dettaglio tutte le attività della ONLUS per 3 ONLUS garantire una corretta gestione igienica delle merci

BUON FINE: 69 ONLUS DESTINATARIE IN LOMBARDIA la grande casa Società cooperativa Sociale onlus

BUON FINE: BENEFICI DEL PROGETTO Sociali: fornisce un concreto sostegno alla rete sociale ed alle persone bisognose, coinvolge i dipendenti e i soci volontari, che collaborano per individuare le ONLUS di prossimità nel territorio e alimentano reti di solidarietà locale per ridurre la povertà Ambientali: riduce i rifiuti avviati a smaltimento, educa alla sobrietà e al rispetto delle risorse, riduce i tempi del riutilizzo dei prodotti in una filiera a km0 ed il rischio di generare nuovi sprechi nella catena distributiva; Culturali: promuove stili di vita sostenibili orientati alla riduzione degli sprechi, la collaborazione con le Onlus trasmette valori solidali e comunitari; Organizzativi: migliora i processi interni di controllo e rende più efficiente la propria logistica, riduce lo spreco interno e le quantità di rifiuti da smaltire. per Ie Onlus riducono i costi di acquisto dei generi alimentari; arricchiscono la dieta degli assistiti; reinvestono quanto risparmiato in ulteriori servizi e assistiti; generano opportunità di nuova occupazione.

BUON FINE: CRITICITA La gestione delle eccedenze tramite donazione è un opportunità di innovazione sociale per il territorio, ma la normativa attuale necessità di un riordino perchè: Risulta calibrata su donazioni una tantum, di quantità ingenti e con uno o pochi soggetti destinatari, più che su una gestione capillare, sia per la distribuzione temporale delle donazioni (generalmente giornaliere), che per la pluralità di soggetti beneficiari e cedenti; I destinatari delle cessioni presentano trattamenti diversi ai fini Iva e Ires a seconda che siano o meno Onlus o altri soggetti; Le procedure per dimostrare che i beni siano stati effettivamente ceduti ai diversi soggetti, con diversa valenza ai fini Iva e Ires, andrebbero armonizzate; È richiesta una enorme mole di documentazione burocratica e di comunicazioni con la p.a.; Per troppe merceologie la legge ci impedisce di donare e non lo consente per prodotti con TMC superato. Inoltre NON C E NESSUN RICONOSCIMENTO/INCENTIVO PER CHI RECUPERA E DONA (es. Tassa rifiuti/valorizzazione del Valore aggiunto sociale)

QUALI INFORMAZIONI RACCOGLIAMO 1. Valore alla vendita del donato per negozio 2. Valore alla vendita del donato per reparto 3. Valore alla vendita del donato per canale 4. Diminuzione dei rifiuti prodotti 5. Frequenza dei ritiri 6. Numero di ONLUS coinvolte 7. Aspetti sociali / persone assistite/pasti 8. CO 2 risparmiata 9. Impronta idrica 10. Impronta ecologica Permettono di quantificare i volumi, di capire gli ambiti di miglioramento e di fare un analisi del processo gestionale. Efficienza, economia e ambiente. Indicatori dell efficienza organizzativa del progetto di donazione. Dipendono sia da Coop che dalle associazioni. Impatto sociale. Permettono di evidenziare i benefici ambientali dei progetti di donazione. 12

APPROFONDIMENTO: NORMATIVA Elenco della normativa vigente UNIONE EUROPEA: Sicurezza alimentare Regolamento (CE) n. 178/2002 Regolamento (CE) n. 852/2004 Regolamento (CE) n. 853/2004 Regolamento (CE) n. 854/2004 Regolamento (CE) n. 882/2004 Regolamento (CE) N. 1234/2007 Regolamento di esecuzione (UE) n. 543/ ITALIA: Sicurezza alimentare Dlgs 155/97 D.P.C.M. 14/02/2001 Decreto Legislativo 6 novembre 2007, n. 193 Circolare n 1/98 del Ministero della Sanità. Circolare n 11/98 del Ministero della Sanità. Rifiuti Direttiva 2008/98/CE Risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio 2010 Rifiuti DLgs 205/2010 di recepimento Direttiva 2008/98/CE. Spreco alimentare Spreco alimentare Risoluzione del Parlamento europeo 5 luglio 2011 Legge 25 giugno 2003, n. 155 Legge del Buon Risoluzione del Parlamento europeo 19 gennaio 2012 Samaritano. Legge 24 dicembre 2007 n 244 art. 1 comma 130.

APPROFONDIMENTO: NORMATIVA La normativa vigente La normativa vigente, risulta calibrata maggiormente su donazioni una tantum, di quantità ingenti e con uno o pochi soggetti destinatari, più che su una gestione capillare, sia per la distribuzione temporale delle donazioni (generalmente giornaliere), che per la pluralità di soggetti beneficiari e cedenti.

APPROFONDIMENTO: NORMATIVA La normativa vigente I soggetti destinatari delle cessioni gratuite. L art. 6, comma 15, della Legge 13 maggio 1999, n. 133, in riferimento ai prodotti alimentari non più commercializzati o non idonei alla commercializzazione ceduti gratuitamente, rimanda per l elenco dei soggetti beneficiari all art. 10, numero 12, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633. Quest ultimo riporta come soggetti destinatari enti pubblici, associazioni riconosciute o fondazioni aventi esclusivamente finalita' di assistenza, beneficenza, educazione, istruzione, studio o ricerca scientifica e alle ONLUS. Tuttavia l art. 13, comma 2 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460 e l art. 1, comma 130 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, che sostituisce l'articolo 13 del citato Dlsg 460/1997, comma 3, citano come unico soggetto destinatario delle cessioni gratuite le ONLUS. Nella categoria di ONLUS non sono ricompresi quindi una serie di soggetti che potrebbero beneficiare delle cessioni gratuite, quali le scuole, gli enti pubblici non economici (ad esempio la Croce Rossa) e gli enti locali, oltre a molte piccole, ma rispettabilissime realtà locali, che non possono permettersi il lusso di possedere e documentare tutti i requisiti richiesti dalla Legge per le ONLUS.

APPROFONDIMENTO: NORMATIVA La normativa vigente Le certificazioni richieste. Il cedente ha l onere di verificare i requisiti dei soggetti destinatari delle merci cedute gratuitamente, richiedendo le relative certificazioni (ad esempio copia del certificato di iscrizione all anagrafe Onlus), da conservare agli atti. Questo tuttavia richiede un onere a carico degli enti cedenti, che hanno spesso rapporti con un alto numero di Onlus per punto vendita, e che devono provvedere a raccogliere la documentazione e aggiornarla ogni qualvolta vi siano dei cambiamenti (ad esempio nella figura del legale rappresentante della Onlus). Questi aspetti potrebbero essere risolti attraverso un autocertificazione da parte delle Onlus in merito ai requisiti di legge (ossia sottraendo la responsabilità della verifica di tali requisiti all ente cedente).

APPROFONDIMENTO: NORMATIVA La normativa vigente La normativa fiscale Sembra calibrata su cedenti che effettuano poche operazioni di cessione gratuita in un anno, e ad un numero limitato di soggetti. Le procedure da seguire per l applicazione alle cessioni gratuite dei beni in argomento del regime agevolato recato dal comma 3 dell art. 13 del decreto legislativo n. 460 del 1997 sono stabilite dal comma 4 dello stesso art. 13 nonche dall art. 2, comma 2, del DPR 10 novembre 1997, n. 441, considerato che i beni ceduti si considerano distrutti agli effetti dell IVA. L impresa cedente deve effettuare una preventiva comunicazione scritta delle singole cessioni di beni al competente ufficio dell Agenzia delle entrate, mediante raccomandata con avviso di ricevimento. Detta comunicazione puo essere resa unitariamente a quella prevista dall art. 2, comma 2, del DPR n. 441 del 1997, inviandola anche ai comandi della Guardia di finanza di competenza, completa dell indicazione della data, ora e luogo di inizio del trasporto, della destinazione finale dei beni, nonche dell ammontare complessivo, sulla base del prezzo di acquisto, dei beni gratuitamente ceduti. La comunicazione deve, quindi, pervenire ai suddetti uffici almeno cinque giorni prima della consegna. Tale procedura, oltre a essere frutto di accordi locali con i singoli uffici dell Agenzia delle Entrate, quindi non valide a livello nazionale, implicano comunque una notevole pesantezza burocratica.

APPROFONDIMENTO: NORMATIVA La normativa vigente La normativa fiscale. Tuttavia nel caso di cessioni gratuite che avvengono ogni settimana questo implicherebbe l invio di una comunicazione preventiva a settimana, appunto. Gli interpelli posti agli uffici locali delle Agenzie delle Entrate hanno permesso di stabilire una prassi che prevede l invio di un calendario riportante per punto vendita interessato alle donazioni, il giorno della settimana e la fascia oraria durante la quale potranno essere effettuate le suddette cessioni, nonche l elenco delle Onlus possibili destinatarie di cessioni non alimentari. A questo farà seguito il quindicesimo giorno del mese successivo un prospetto riassuntivo mensile nel quale siano indicati gli estremi identificativi del punto vendita, compreso l indirizzo, che ha disposto la cessione gratuita, la data e il numero del documento di trasporto, il codice articolo, la descrizione, la quantità, il costo unitario e il costo complessivo della merce donata e i dati relativi all associazione beneficiaria della singola cessione. Tale procedura, oltre a essere frutto di accordi locali con i singoli uffici dell Agenzia delle Entrate, quindi non valide a livello nazionale, implicano comunque una notevole pesantezza burocratica, che aggrava i costi già consistenti dell operazione di cessione gratuita per l ente cedente.

APPROFONDIMENTO: NORMATIVA La normativa vigente La normativa sanitaria. Un ambito di complessità fa riferimento alle norme sanitarie, che vedono anch esse un applicazione non omogenea a livello nazionale e un ostacolo alla cessione di beni alimentari ancora commestibili e salubri. Emblematico è il caso del pane, la cui valenza, oltre che fortemente pratica, è altamente simbolica: in molti casi questo non viene considerato come prodotto cedibile il giorno successivo alla sua produzione senza nuova etichettatura, mentre in altri casi sono stati forniti pareri favorevoli. A questo caso sono assimilabili altri che fanno riferimento a diversi generi alimentari. Finché non sarà possibile la cessione gratuita di tali prodotti una parte consistente di alimenti perfettamente utilizzabili continuerà ad essere destinata a rifiuto. Il caso dei prodotti TMC Non possono essere donati prodotti con la data di scadenza superata (da consumarsi entro il.), mentre potrebbero essere utilizzati prodotti con termine minimo di conservazione (da consumarsi preferibilmente entro il.), superato purche sia disponibile la dichiarazione del produttore attestante la loro commestibilità.