LA LAGUNA: UNA DEFINIZIONE GEOGRAFICA



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LA LAGUNA: UNA DEFINIZIONE GEOGRAFICA Una laguna è un bacino costiero separato dal mare (o dall'oceano) da un cordone litoraneo (sia esso tombolo o lido) e caratterizzato da acqua salmastra e maree. Il nome attuale deriva dal latino lacuna, spazio vuoto. Le lagune tendono a formarsi in territori pianeggianti e solitamente interessati da foci a delta dei fiumi e vengono classificate in lagune vive e lagune morte. Le lagune vive hanno uno o più collegamenti o sbocchi con il mare aperto che permettono il naturale passaggio dell'acqua marina. Le lagune morte invece sono completamente circondate da terraferma e non hanno sbocchi sul mare, è solo attraverso l'innalzamento dell'acqua di mare dovuto alle maree che l'acqua marina entra all'interno delle lagune morte per poi defluire con l'abbassamento delle maree. Di particolare interesse è la quantità di esseri viventi animali e vegetali che questo ambiente di transizione riesce ad ospitare: oltre alle specie diffuse in acque dolci e salate qui si trovano anche specie di rara diffusione, localizzate solo in ambienti similari. Per questo motivo molte lagune sono sotto la protezione di enti per la salvaguardia della natura o sotto diretta tutela di province, Regioni o nazionale. La laguna è un territorio estremamente delicato: l'equilibrio biologico rischia infatti di rompersi soprattutto se l'uomo modifica le caratteristiche fisiche del luogo (dirottamento di fiumi che ivi sfociano, costruzione di moli, chiusura di eventuali sbocchi sul mare) o, indirettamente, per i suoi rifiuti L'Italia è interessata da questo fenomeno geografico soprattutto nelle coste adriatiche centro-settentrionali, ma altre lagune sono presenti in Puglia e in Toscana. Sulla costa adriatica settentrionale si possono riconoscere sette sistemi principali, distribuiti a cavallo del Delta del Po. Partendo dalla costa friulana fino a raggiungere il ravennate, incontriamo la Laguna di Grado, la laguna di Marano, la laguna di Caorle, il complesso lagunare di Venezia- Chioggia (la Laguna veneta propriamente detta), le valli del Delta padano, le valli di Comacchio e i Lidi Ravennati.

L AMBIENTE DELLA LAGUNA La laguna veneta, compresa fra la foce del Piave e quella del Brenta, si estende su una superficie di circa 500 kmq, con una lunghezza di 50 km e una larghezza media di 10 km. Le sue acque hanno una profondità media non superiore a 1,5 m e il valore medio dell ampiezza di marea ( dislivello tra alta e bassa marea) è di circa 1 m. La laguna è suddivisa in laguna superiore, che si estende a nord dal porto di Piave Vecchia alla bocca di Porto di Lido (o di S.Nicolò), laguna media da porto di Lido alla bocca di porto di Malamocco e laguna inferiore a sud, che va da porto di Malamocco alla bocca di porto di Chioggia. La laguna veneta si è formata al termine dell ultimo periodo glaciale ( circa 10.000 anni fa) quando abbondanti materiali solidi, trasportati dai fiumi Tagliamento, Brenta, Piave e Po, si sono depositati lungo la linea di costa provocandone l avanzamento. Le correnti marine hanno contribuito in seguito a distribuire i detriti lungo linee parallele alla costa. Il nuovo suolo così formato, di natura limoso-argillosa, ha subito fenomeni di compattazione e subsidenza (abbassamento del fondo del mare). Esso costituisce il carànto che oggi si rinviene ad una profondità variabile da 1 a 2 m all interno della laguna e a 10 m in corrispondenza delle bocche di porto. Su questo suolo, compatto e duro, Venezia ha costruito i suoi edifici su un ingegnoso sistema di palafitte di pali di larice e rovere. L apporto di materiale detritico dai fiumi, la subsidenza, l ingressione e la regressione marina, le variazioni climatiche e l intervento dell uomo fin dall antichità hanno contribuito a creare la morfologia della laguna, ancora in movimento. Procedendo dal mare alla terraferma s incontrano: i lidi, le barene, le velme, le valli da pesca e i boschi attorno alla laguna. I lidi sono lunghe e strette isole sabbiose costituite inizialmente da cordoni di dune. Esse separano la laguna dal mare aperto e sono una barriera contro l azione corrosiva del moto ondoso. Le velme sono banchi fangosi nerastri che emergono solo durante le fasi di bassa marea. I palui sono aree ricoperte da acqua bassa, poco navigabili. Le barene sono porzioni di terreno limoso-argilloso leggermente affioranti ricoperte da vegetazione bassa e resistente che periodicamente viene sommersa. Le barene si formano dall opera di sedimentazione e modellamento dei sedimenti trasportati dalle correnti sulle velme.

La laguna è solcata da numerosi canali più o meno profondi, naturali e artificiali, che si ramificano dal "tronco" maggiore, ampio e profondo in prossimità delle bocche di porto, fino ai "rami" secondari, i ghebi (canali piccoli e tortuosi), che scompaiono nelle basse acque dei palui e delle barene. Le isole, porzioni di terreno perennemente emerso, rappresentano solo il 5% circa della superficie lagunare. Le valli da pesca sono specchi d acqua salmastra destinati dall uomo all allevamento dei pesci: anguille, spigole, orate, branzini e cefali. Le valli sono ambienti di origine naturale ma gestiti dall uomo in modo artificiale. Il mescolamento e il livello delle acque infatti sono controllati dall uomo attraverso un sistema di chiuse dette chiaviche. Il sistema delle valli e quindi l allevamento ittico si basa sui cicli della migrazione dei pesci che, entrando ed uscendo dalla laguna in diversi periodi dell anno, rimangono intrappolati nelle valli. FLORA E FAUNA DELLA LAGUNA In laguna la vegetazione e le specie animali si trovano spesso a popolare zone con condizioni di vita estreme: il grado di salinità delle acque salmastre della laguna varia sensibilmente, la temperatura subisce elevate escursioni termiche con forti insolazioni diurne, i venti sono violenti e carichi di salsedine. Lungo i litorali sabbiosi ci sono piante che hanno foglie di dimensioni ridotte per ridurre al minimo l esposizione al sole o che presentano una sottile peluria che limita la traspirazione, e piante grasse che, per le loro caratteristiche, riescono a trattenere l acqua. La colorazione è chiara, grigio-argentata. Le radici sono profonde ed estese. Fra le specie più diffuse riconosciamo la ruchetta di mare o ravastrello che cresce dietro la battigia, sulla nuda fascia di sabbia, e lo sparto pungente della famiglia delle graminacee che cresce sulle dune più alte e consolidate. Interessante è la presenza dell apocino veneto, una pianta cespugliosa originaria dell Asia e presente in Italia solo lungo le coste friulane e venete. In località Ca Roman e Alberoni, lungo il litorale di Pellestrina e del Lido, si trovano sistemi dunosi estesi.

Essi presentano la tipica associazione vegetale dunale e retrodunale come il bosco a leccio e pino. Anche le scogliere artificiali, i murazzi, costituiscono un habitat per alcune specie vegetali alofite, capaci di vivere in ambienti salini, come il finocchio marittimo e l enula bacicci. Sulle barene è diffusa la vegetazione di tipo alofilo, bassa ma fitta. Qui crescono il Iimonium che in estate fiorisce e acquista un bel colore viola-lilla, la salicornia, lo sparto e una pianta sommersa, la zostera. Per quanto riguarda le specie animali, tra gli uccelli (avifauna) che incontreremo nel nostro percorso, troviamo: il Cavaliere d'italia, la Garzetta, il Gabbiano reale, l'avocetta, il Cormorano e il Falco di palude. Dal 1995 si è adattato a queste zone un roditore di origine esotica, la nutria. L entomofauna( insetti) è presente con specie rare e minacciate: lo Scarites laevigatus, un insetto coleottero nero e lucente con potenti mandibole; la faleria; il rarissimo Xanthomus pallidus residuus e il Dischirius bacillus arbensis. I principali pesci che popolano questi ambienti ( ittiofauna) sono: anguille, cefali, branzini, orate. Lungo il percorso che faremo in traghetto osserveremo lunghi pali conficcati sul fondo della laguna legati tra loro da funi alle quali sono appesi dei supporti per l'allevamento dei mitili, molluschi dal guscio nero.

GARZETTA ( egretta garzetta ) Lunghezza: 50-60 cm Peso: 400-600 gr Apertura alare: 100 cm La garzetta è un piccolo airone bianco candido tipico degli ambienti umidi. Molto snella, ha becco sottile e zampe neri e piedi gialli. L'abito nuziale è contraddistinto da una lunga cresta di penne filiformi sulla nuca e da un ciuffo di penne ornamentali che ricadono sul dorso. Emette un verso gracchiante e ripetuto. Non presenta evidente dimorfismo sessuale. In volo la garzetta presenta la sagoma tipica degli Aironi con la testa retratta tra le spalle, il collo piegato a Z e le ali battute lentamente. La garzetta si ciba di piccoli pesci, larve, anfibi, coleotteri acquatici e crostacei che trova nelle acque basse e aperte. Il corteggiamento avviene da fine marzo a fine aprile. Le uova (bluverdastre, in media 4) vengono covate per circa 20 giorni. Nidifica in colonie miste insieme ad altre specie, costruendo grandi nidi tra i cespugli piu' alti o fra i rami dei salici e dei pioppi. I pulcini rimangono nel nido per circa 30 giorni. CAVALIERE D'ITALIA ( (Himantopus himantopus) Il Cavaliere d'italia (in inglese: black-winged stilt) è un uccello limicolo, inconfondibile per l abito bianco e nero e per le lunghissime zampe rosse; frequenta di solito le acque libere poco profonde di lagune, saline, paludi e laghetti artificiali; si tratta di un migratore che sverna nei paesi africani e in primavera torna a nidificare in molte zone umide d'italia dove trova isolotti idonei alla costruzione dei nidi. Lunghezza 34-38 cm Apertura alare 67-83 cm Peso medio 160-200 grammi. Il Cavaliere d'italia (in inglese: black-winged stilt) è un uccello limicolo ( ricerca il cibo nel limo). Ha il becco nero, sottile e rettilineo, e zampe rosse, simili a trampoli, molto lunghe. Piumaggio nero e bianco, pressochè uguale nel maschio e nella femmina. Il nero degli adulti è sostituito nei giovani da una colorazione bruna. Cammina eretto sulle zampe che in volo sporgono oltre la coda per una lunghezza simile a quella del corpo.

Nidifica in colonie negli ambienti acquitrinosi e sul bordo di laghi salmastri interni. Nel nido, costruito a terra con ramoscelli e argilla, vengono deposte 3-4 uova giallo verde macchiate di bruno scuro. L'incubazione, che dura 25-26 giorni, e l'allevamento (circa un mese) della prole vengono effettuati da ambedue i genitori. Alimentazione: principalmente insetti, ma anche piccoli molluschi e vermi. GABBIANO REALE (Larus michahellis) Peso medio: 550-1.500 gr Lunghezza: 55-67 cm Apertura alare: 138-155 cm La colorazione è bianca con dorso e parte superiore dell'ala grigi e punta dell'ala nera. Becco giallo con una macchia rossa in prossimità della punta, sulla parte inferiore. Zampe gialle. I giovani hanno livrea marrone screziata che diventa progressivamente più grigia fino all'assunzione della livrea adulta nel terzo anno. Il nido è posto sulla roccia o al suolo, di solito con poco materiale e talora con le uova deposte sul terreno nudo. Sul Po i nidi sono costruiti accumulando rametti lunghi qualche decimetro e posti al suolo nei pressi della vegetazione. Vengono deposte 2-3 uova maculate, di colore variabile. L'incubazione, effettuata da entrambi i genitori, dura 27-31 giorni. Si nutre di una gran quantità di vertebrati e invertebrati sia marini che terrestri, nonché di vegetali, di rifiuti e di resti di animali morti. E molto aggressivo e spesso attacca gabbiani di taglia piccola per rubargli il cibo; non esita a colpirli duramente con il becco robusto fino a provocarne talvolta la morte. Gabbiano reale: zampe gialle, becco grosso e giallo con una macchia rossa all'angolo della mandibola Gabbiano comune: zampe rosse, becco rosso e sottile

AVOCETTA (Recurvirostra avosetta) Peso: 230-440 grammi Lunghezza: 43 cm Apertura alare: 77-80 cm L'avocetta presenta un mantello bianco con il contorno ali e la parte superiore della testa nere. Ha un becco sottile e rivolto verso l'alto. Le zampe lunghissime, di color azzurro, presentano 4 dita palmate. I maschi sono mediamente più grandi delle femmine. Si alimenta di invertebrati di ogni tipo che trova in acque molto basse e nel terreno bagnato. Tra maggio e giugno depone le uova (3-4) in nidi costituiti da una piccola buca riempita di foglie e altro materiale vegetale. I piccoli sono indipendenti sin dalla nascita e si involano dopo circa un mese. CORMORANO ( Phalacrocorax carbo) Lunghezza: 80-100 cm Peso: 3,6-3,7 kg Apertura alare: 120-150 cm La colorazione è prevalentemente nera, con sfumature verdimetalliche in abito nuziale. La silhouette in volo ricorda una croce, per le dimensioni del collo e della coda; il battito delle ali è rapido e costante, ciò gli permette di compiere lunghissime migrazioni. Le grandi zampe palmate sono un ottimo propulsore e la coda funge da timone direzionale consentendogli di cambiare repentinamente direzione in acqua all inseguimento delle prede. Si tratta di un uccello strettamente acquatico, con abitudini alimentari spiccatamente ittiofaghe (si nutre solo di pesce) e attitudine gregaria (gli esemplari si riuniscono in raggruppamenti serali ai dormitori); frequente è anche la pesca sociale grazie alla quale più cormorani cooperano per accerchiare e catturare i pesci preda. In media si è osservato che un cormorano di taglia media assume circa 400-500 gr di pesce al giorno. Il nuoto subacqueo può portare l animale a diversi metri di profondità sebbene la profondità di pesca si mantenga entro pochi metri dalla superficie. Può stare in apnea dinamica fino ad un minuto e mezzo. Il cormorano cattura i pesci poco dietro la testa, aprendo il becco ed utilizzando l uncino all apice dello stesso per trattenerli. Per ingoiare la preda risale in superficie, la posiziona dalla parte della testa e la ingoia

intera. Il piumaggio del cormorano non è impermeabile poiché non possiede l'uropigio, una ghiandola che secerne il grasso necessario a impermeabilizzare le sue penne; questa caratteristica facilita l animale durante le immersioni, ma rappresenta un inconveniente per il volo, ecco perché spesso, dopo che ha pescato, si può osservare il cormorano con le ali spiegate ad asciugare. Depongono da 2 a 5 uova che stanno circa un mese in incubazione (fatta da entrambi i genitori). I pulli (ovvero i piccoli) rimangono nel nido per circa 50 giorni. FALCO DI PALUDE Lunghezza: 48-55 centimetri Apertura alare: 110-125 cm. Peso: maschi 400-650 gr.; femmine 500-800 gr. Il maschio del Falco di palude presenta un piumaggio tricolore: piume marroni scure, mantello rosso scuro, coda e ali color grigio cenere. Le femmine e gli esemplari giovani sono di un uniforme colore marrone; la parte superiore del capo della femmina è color crema come il bordo dell'attaccatura delle ali.il volo è lento, esegue dei voli d'esplorazione lunghi e a bassa quota sopra i campi con rari battiti d'ali, tenendo la ali aperte ben sopra il livello del dorso. Vola più alto di altri falchi, di solito a 35-50 metri da terra. Si nutre di piccoli mammiferi acquatici, piccoli e uova di gallinella d'acqua, folaga e altri uccelli acquatici, rane, rettili, insetti, animali malati, feriti o morti. Durante il periodo della nidificazione, il maschio va a caccia e quando riporta la preda avvisa la femmina con un fischio caratteristico. La femmina allora raggiunge il maschio e in volo si posiziona sotto di lui e si gira, portando le zampe verso l'alto. A quel punto il maschio lascia la preda che la femmina recupera con le zampe. La femmina costruisce un grande nido piatto formato da canne ed erbe, nascosto nella densa vegetazione del canneto o nella vegetazione fitta in acqua poco profonda. Entrambi i genitori aggiungono materiale al nido mentre si prendono cura dei piccoli. La deposizione delle uova (verdastre, in genere 4 o 5) avviene da aprile a giugno. La femmina incuba un uovo per volta, di solito cominciando dal primo, per 31-38 giorni. Per la prima settimana i piccoli sono covati dalla femmina, che li nutre con il suo becco, ma successivamente si nutrono da soli nel nido anche con una certa ferocità. Dopo un mese i piccoli si sparpagliano nella vegetazione circostante, e si ricoprono di penne dopo 35-40 giorni.