Deficit Democratico e Partecipazione. Il ruolo della organizzazioni della società civile nelle istituzioni comunitarie



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Deficit Democratico e Partecipazione Il ruolo della organizzazioni della società civile nelle istituzioni comunitarie Manuel Flemac 2007

Indice: Introduzione 1. Deficit democratico e partecipazione 2. Il Comitato economico e sociale 3. Il libro bianco sulla governance 4. Proposte dell associazionismo italiano nel progetto di costituzione 5. I network europei delle organizzazioni della società civile 5.1 La piattaforma delle Ong sociali Conclusioni Bibliografia e riferimenti web 1

Introduzione: Il ruolo della società civile nei sistemi di welfare europeo è sempre più spiccato. Sistemi di gestione degli interventi e di delineazione delle politiche di stampo verticistico, pur con le forti differenze presenti nei modelli di welfare europeo, sono sempre meno presenti all interno degli stati membri. Il volontariato, l associazionismo, la cooperazione sono spesso espressione di forze, progettualità ma anche rivendicazioni presenti nella società europea, anche non facendo riferimento esclusivo al settore del welfare. Con la creazione di un ulteriore livello istituzionale, qual è l Unione Europea, che nel corso degli anni ha sempre più esteso i propri ambiti di interesse nei settori che le organizzazioni della società civile considerano maggiormente propri come l ambiente o la lotta all esclusione sociale; si è venuto anche a creare un ulteriore livello di confronto, collaborazione ed eventualmente anche rivendicazione tra una peculiare forma di pubblico di carattere sovranazionale e le associazioni. La definizione di società civile rischia di essere spesso ambigua e varia a seconda dei criteri utilizzati. Se all inizio dell 800 Hegel utilizzava il termine in riferimento allo spazio compreso tra un istituzione primaria come la famiglia e lo stato: identificando tale spazio in particolar modo con il sistema economico; oggi si tende più a fare riferimento allo spazio compreso tra lo stato e il mercato. Facilmente associabile a idee quali partecipazione attiva e radicamento sul territorio la società civile se adeguatamente coinvolta può ridurre il gap esistente tra cittadini e U.E. veicolando allo stesso tempo proposte ed esigenze legate al territorio o anche solo ad alcune categorie sociali. Anche all interno degli argomenti trattati nell elaborato i confini della società civile variano. Cosi se nella descrizione del Comitato economico e sociale si descrive un organo espressione di istanze diversissime, nella descrizione delle NGO s Umbrella si rimanda ad un ambito più ristretto e settoriale. L elaborato non vuole costituire una trattazione completa della presenza della società civile nell Unione, né tanto meno dei sistemi di interazione sviluppati tra società civile e istituzioni europee; tuttavia si propone di evidenziarne alcuni aspetti e passaggi salienti. Cosi partendo dal deficit democratico che dovrebbe spingere ad una maggiore considerazione della società civile, ho descritto il Comitato economico e sociale come prima istituzione europea a rappresentare anche le associazioni, ho trattato del libro bianco della governance come importante riconoscimento da parte della Commissione dell importanza della società civile, ho raccolto alcuni contributi portati durante la convenzione, al progetto di Costituzione europea da parte dell associazionismo italiano e infine ho descritto le reti in cui le associazioni si sono strutturate per rendere più incisivo e semplice il processo di consultazione con particolare riferimento alla Social platform, in quanto organizzazione particolarmente orientata al tema delle politiche sociali. 2

1. Deficit democratico e partecipazione La creazione di un soggetto politico, generato da originari intenti di integrazione economica, ha comportato alcune difficoltà nell instaurazione all interno delle istituzioni comunitarie, dello stesso humus democratico che ispira le strutture nazionali del vecchio continente. La principale espressione di democrazia rappresentativa all interno dell U.E., il Parlamento Europeo, non gode infatti di poteri legislativi propri, al pari dei parlamenti nazionali, bensì solo di controllo e, dall approvazione del trattato di Maastricht, anche di veto 1. Il potere di iniziativa legislativa è invece principalmente esercitato dalla Commissione Europea. Ciò ha portato a parlare di deficit democratico in riferimento al soggetto politico Europa. É possibile ipotizzare che tale deficit abbia contribuito a spingere parte dell opinione pubblica a guardare con un certo distacco l evoluzione del nuovo soggetto sovranazionale, percepito talvolta come un luogo di tecnici e burocrati dove non c è spazio per le forme di partecipazione sperimentate dai cittadini all interno dei loro confini nazionali 2. L estendersi delle competenze dell Unione ha tuttavia portato ad una mitigazione di tale deficit con un maggior riconoscimento del ruolo del Parlamento Europeo. É tuttavia riduttivo limitare il concetto di democrazia in Europa alla delega del voto, essendo previste in tutti gli stati forme di partecipazione politica maggiormente dirette. Il principio di democrazia partecipativa nell Unione è chiaramente identificato nell art. 1-47 del Trattato che adotta una costituzione per l Europa. Tale articolo afferma che: «1. Le istituzioni dell Unione danno ai cittadini e alle associazioni rappresentative attraverso gli opportuni canali la possibilità di far conoscere e di scambiare pubblicamente le loro opinioni in tutti i settori di azione dell Unione. 2. Le istituzioni dell Unione mantengono un dialogo aperto, trasparente e regolare con le associazioni rappresentative e la società civile. 3. Al fine di assicurare la coerenza e trasparenza delle azioni dell Unione, la Commissione europea procede ad ampie consultazioni delle parti interessate. 4. Su iniziativa di almeno un milione di cittadini dell Unione appartenente ad un numero rilevante di stati membri, la Commissione può essere invitata a presentare una proposta appropriata su materie in merito alla quale tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell Unione ai fini dell attuazione della Costituzione.( )». La priorità originariamente assegnata dagli obbiettivi economici nella costruzione europea, ha comportato che siano stati proprio i gruppi di interesse economico a strutturarsi in lobby ed a trovare per primi posto nei comitati di cui si avvalgono Commissione e Consiglio. Tuttavia con l espandersi delle competenze comunitarie, anche altri stakeholders hanno iniziato a ritagliarsi spazi di pressione, portando alla luce una domanda politica indirizzata direttamente alle istituzioni comunitarie in settori quali i diritti umani, la non discriminazione, la tutela dell ambiente o la coesione sociale. 1 Il trattato di Maastricht istituisce la procedura di coodecisione tra Consiglio e Parlamento sugli atti proposti dalla Commissione. 2 L esito negativo dei referendum di ratifica del trattato costituzionale in Francia è in Olanda potrebbe essere considerato un indicatore di tale distacco. 3

2. Il Comitato Economico e Sociale La possibilità di dare voce in capitolo alle forze vive delle società europee non è stata presa in considerazione solo in tempi recenti, ma è stata un esigenza già percepita nei primi passi della futura Unione Europea. Nel Trattato di Roma del 1957 viene istituito il Comitato Economico e Sociale (C.E.S.E.) a cui è affidato il compito di dare voce in capitolo alle realtà economiche e sociali degli stati membri creando cosi una prima espressione di democrazia partecipativa all interno della Comunità. Il trattato di Roma definisce il C.E.S.E. come organo di rappresentanza delle varie componenti della vita economica e sociale. Tale espressione è stata ripresa è maggiormente definita nel trattato di Nizza del 2000 che definisce il C.E.S.E. come organo di rappresentanza delle varie componenti economiche e sociali della società civile organizzata. La società civile, di cui il C.E.S.E. è rappresentante istituzionale nell U.E., comprende un insieme ampio e variegato di organizzazioni, con una forte rappresentanza delle parti sociali. Il Comitato difatti comprende rappresentanti del mondo della produzione agricola, industriale e dei servizi; le organizzazioni dei consumatori e quelle dei lavoratori dipendenti; l associazionismo nelle libere professioni e le varie forme di economia sociale istituzionalizzata oltre al mondo delle organizzazioni non governative. Il C.E.S.E. è un assemblea composta di 344 membri provenienti dai 27 stati membri; la suddivisione dei seggi tra gli stati risponde a criteri di proporzionalità tra gli stati membri ed il mandato, per ogni consigliere è di quattro anni rinnovabile. I consiglieri sono nominati dal consiglio sulla base di liste redatte dagli esecutivi degli stati membri. L Italia dispone di ventiquattro seggi. L eterogeneità delle realtà riconducibili al C.E.S.E. si riflette nella sua infrastruttura istituzionale, difatti l assemblea è divisa in tre distinti sottogruppi: -Datori di lavoro: espressione dei settori pubblici e privati dell industria, del commercio e della finanza, è rappresentativo delle grandi imprese. -Lavoratori: raccoglie le più importanti confederazioni sindacali nazionali. -Attività diverse: raccoglie una pluralità di espressioni come consumatori, artigiani piccole e medie imprese, professioni liberali, O.N.G. ecc. La composizione di questo sottogruppo sembra improntata a criteri residuali rispetto ai primi due sottogruppi. Definizioni più ristrette del termine società civile racchiuderebbero tale entità all interno del terzo sottogruppo. Una sotto-rappresentazione del non profit è infatti lamentata dagli addetti ai lavori. È inoltre ipotizzabile che la molteplicità degli interessi rappresentati nel terzo sottogruppo impediscano a questi di assumere una rilevanza paragonabile a quelli delle grandi imprese e delle confederazioni sindacali. 3 Il C.E.S.E. ha principalmente funzione consultiva: il Trattato di Roma riconosceva la possibilità di sollecitarne pareri esclusivamente alla Commissione e al Consiglio. Il Trattato di Amsterdam ha invece riconosciuto questa prerogativa anche al Parlamento. Su alcune tematiche Commissione, Consiglio e Parlamento sono obbligati a richiedere un Parere. Inoltre, qualora lo ritenesse opportuno, il C.E.S.E. ha anche la possibilità di elaborare in forma autonoma e di propria iniziativa pareri. Il numero di pareri formulati dal Comitato sono circa centocinquanta ogni anno, di cui circa il 15% assunti di propria iniziativa. I pareri vengono elaborati da sei gruppi di lavoro specializzati su base tematica: 3 Si tratta di un ipotesi che potrebbe essere verificata analizzando i Pareri elaborati dal comitato, ma naturalmente è un obbiettivo che va ben al di là degli scopi del presente elaborato. 4

- Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale (ECO) - Mercato unico, produzione e consumo (INT) - Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione (TEN) - Occupazione, affari sociali, cittadinanza (SOC) - Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente (NAT) - Relazioni esterne (REX). A tali gruppi di lavoro si sono recentemente aggiunti altri tre organi: - La commissione consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI) - L Osservatorio del mercato unico (OMU) - L Osservatorio dello sviluppo sostenibile (OSS) Si può notare come mediante i suoi gruppi di lavoro il C.E.S.E. copra un ventaglio molto ampio di competenze comunitarie. Il compito del Comitato economico e sociale travalica i confini europei, infatti oltre a permettere un dialogo tra società civile europea e istituzioni comunitarie si occupa di stringere contatti con le organizzazioni di società civile in tutti i continenti incoraggiando cosi uno scambio di informazioni e buone prassi a livello mondiale. La funzione di interfaccia che il C.E.S.E. svolge tra le istanze della società civile, sia elaborate in ambito comunitario sia radicate all interno degli stati membri lo rende forse la maggiore espressione istituzionale di democrazia partecipativa all interno degli organi comunitari. 5

3. Il libro bianco sulla governance Il Comitato economico e sociale non è l unico veicolo capace di portare le istanze della società civile a Bruxelles. Quello che si può definire l organo esecutivo dell Unione, la Commissione Europea, si è da sempre avvalsa di pareri meno formali forniti dalle parti interessate nella delineazione delle politiche. Tuttavia il susseguirsi dei rapporti tra Commissione e interlocutori di diverso tipo, ha molto stentato a strutturarsi in procedure chiare e comprensibili a tutti, sia per quanto concerne la scelta degli attori da interpellare, sia per quanto riguarda la forma delle consultazioni. Basti pensare che i comitati che nel 2001 intrattenevano rapporti con la commissione erano più di 700. Un passo verso il riordino delle consultazioni con stakeholders di vario tipo, insieme ad un riconoscimento del loro ruolo si è avuto nel luglio del 2001 con la pubblicazione di un libro bianco sulla governance da parte della stessa commissione. Punti di partenza dell esigenza di una riforma della governance comunitaria sono considerati proprio il deficit democratico e il senso di estraneità che coinvolge la maggior parte dei cittadini europei nei confronti degli stati membri. La governance è definita come le norme, i processi, i comportamenti che influiscono sul modo in cui le competenze sono esercitate a livello europeo, soprattutto con riferimento ai principi di apertura, partecipazione, responsabilità, efficacia e coerenza. ; enunciando cosi, già in sede di definizione, quelli che sono i principi a cui l U.E. intende ispirarsi. Affermando che principi quali apertura e partecipazione siano alla base della governance europea, si anticipa il riconoscimento del ruolo delle organizzazioni della società civile. Tra gli obiettivi posti dalla commissione nei paragrafi successivi vi è il rafforzamento della partecipazione, sia in riferimento alle autonomie locali sia in riferimento alla società civile. L auspicio e che entrambe vengano coinvolte fin dalle prime fasi nella delineazione delle politiche di interesse portando avanti le interazioni attraverso partnerariati a più livelli. A tal fine si riconosce la necessità di un riordino dei comitati consultivi attraverso la definizione di criteri qualitativi minimi a cui le organizzazioni devono conformarsi e la regolazione, nonché una maggiore pubblicizzazione, dei tempi impiegati, dei soggetti coinvolti e degli argomenti trattati. Infine, sempre al fine di ottenere una maggiore trasparenza, premessa importante per permettere una maggior partecipazione, il documento sottolinea la rilevanza dello strumento web nella diffusione delle informazioni attraverso banche dati on line quali EUR-LEX. 6

4. Proposte dell associazionismo italiano nel progetto di costituzione Nel precedente paragrafo ho trattato del riconoscimento dell importanza della società civile sul terreno della governance, quindi, è possibile dire, sulle modalità di funzionamento complessive del sistema 4. Tuttavia la società civile è stata anche sollecitata durante la Convenzione Europea 5 ad apportare il proprio contributo in termini di creazione di diritto costituzionale. Al fine di permettere all associazionismo di esprimere le proprie posizioni sul trattato costituzionale, la convenzione ha istituito un forum telematico oltre ad otto diversi gruppi di contatto cosi da permettere un maggiore dialogo su temi quali l ambiente, le politiche sociali e i diritti umani. Tra le istanze portate avanti dal maggior numero di associazioni vi è stata la richiesta di includere la Carta dei diritti fondamentali dell Unione Europea nel progetto di Costituzione Comunitaria, mentre molte organizzazioni hanno avanzato anche proposte di rafforzamento della stessa in ambiti quali i diritti sociali, la protezione contro la povertà, la promozione delle pari opportunità, il diritto al lavoro e alla casa, il riconoscimento delle formazioni sociali intermedie e la protezione dell ambiente. Tra le proposte del terzo settore italiano è possibile citare il contributo del Forum permanente del terzo settore, che rappresentando uno dei più significativi portavoce dell associazionismo italiano insiste sulla rilevanza del dialogo tra istituzioni comunitarie e non profit chiedendo che nel trattato fosse data una chiara base legale al dialogo civile. Sulla stessa linea ma ancora più specifico, il contributo di Cittadinanzattiva che nel suo contributo Sussidiarietà orizzontale, governance democratica e referendum europeo ha suggerito principi operativi da seguire nelle varie fasi del policy making come: Il principio della comunicazione bilaterale con riguardo all elaborazione dell agenda in base al quale si richiede un continuo scambio d informazione tra cittadini e istituzioni; Il principio della consultazione nelle due fasi della progettazione e della decisione delle politiche con l obbligo da parte delle istituzioni europee di ascoltare le proposte delle organizzazioni dei cittadini, di fornire loro un feedback sulle stesse, di consultarli prima di prendere qualsiasi decisione e di motivare le loro decisioni qualora queste differiscano dall opinione stessa; Il principio della partnership durante l implementazione con il riconoscimento a tutti i partner della stessa responsabilità e della medesima dignità; e infine Il principio della valutazione condivisa cosi che i risultati delle attività delle organizzazioni civiche siano considerati strumenti di valutazione delle politiche pubbliche. Sulla stessa riga si inseriscono anche le richieste dell Associazione delle ONG Italiane il cui scopo finale risulta quello di vedere riconosciuta l importanza e l efficacia della sussidiarietà tra attori istituzionali e non profit anche nel settore internazionale. Tra i contributi invece più specificatamente rivolti ad una dimensione di welfare vi è l intervento del Cilap-Eapn Italia che si concentra sulla lotta alla povertà e all emarginazione sociale attraverso il riconoscimento al diritto all alloggio ed ad un reddito minimo garantito; mentre il sostegno a politiche rivolte alla famiglia sono richieste portate avanti dall Associazione Italiana Genitori, dal Movimento Europeo Per La Difesa Della vita e della Dignità Umana e dalla Fondazione Sublacense Vita e Famiglia. Associazioni quali Solidarietà-Libertà, Giustizia e Pace e la Fondazione Montagna Europa Arnaldo Colesellià- Belluno invece si concentrano su temi quali l inviolabilità della persona e la rimozione effettiva degli ostacoli che ne impediscono un pieno sviluppo. Infine la richiesta dell Unione 4 Cit. in R. Tonniatti La governance europea in il libro bianco sulla governance europea: nuove prospettive per l autonomia trentina Trento 2002.. 5 La Convenzione europea è stata un organo temporaneo dell Unione Europea istituito nella dichiarazione di Laeken (2001) col compito di elaborare quello che sarebbe stato il progetto di Costituzione europea. La convenzione ha concluso i suoi lavori nel 2003. 7

Italiana Ciechi, che auspica l abolizione del principio di unanimità nelle procedure di definizione della legislazione comunitaria contro la discriminazione delle persone disabili. 8

5. I network europei delle organizzazioni della società civile Al fine di agevolare i processi di consultazione da parte della Commissione e delle altre istituzioni comunitarie, unitamente all esigenza di rendere maggiormente incisiva l attività di lobbyng, le organizzazioni della società civile si sono strutturate in reti articolate su base tematica. Le principali piattaforme tematiche europea, anche definite European umbrella NGOs, la cui creazione risale al periodo compreso tra la meta degli anni 90 e gli inizi del 2000, sono: 1. La Piattaforma delle ONG sociali europee (Social Platform): nata nel 1995, rappresenta migliaia di organizzazioni, associazioni, e gruppi di volontariato attivi a livello nazionale regionale e locale principalmente incentrate sulla promozione delle politiche e dei servizi sociali in riferimento ad un ampio e diversificato spettro di utenza. 2. La Confederazione delle ONG europee per l aiuto e lo sviluppo (Concord): nata nel 2003, raccoglie a sua volta networks internazionali e piattaforme nazionali. I temi considerati di maggior interesse sono legati alla promozione dello sviluppo, anche in paesi del terzo mondo. 3. Green Ten: raccoglie le dieci più grandi organizzazioni ambientaliste europee. Si tratta del network con maggior capacita di portare avanti un dialogo sistematico con le istituzioni comunitarie. 4. Il Network diritti umani e democrazia: attivo nel settore dei diritti umani, raccoglie organizzazioni quali Amnesty international e Human right watch. 5. La Lobby europea delle donne: nata nel 1990 con lo scopo di contrastare le differenze di genere e di promuovere la partecipazione delle donne ai livelli più alti della politica europea ed internazionale, è composta da coordinamenti nazionali e network europei. 6. Il Forum europeo per le arti e il patrimonio culturale: ha lo scopo di promuovere lo sviluppo della politica culturale in Europa, è attivo dal 1994. Un ulteriore livello di network è rappresentato dal Civil Society Contact Group (CSCG) che oltre a raccogliere varie delle piattaforme ora citate include anche la Confederazione europea dei sindacati. Il Civil Society Contact group è nato nel 1996 come forum di discussione sulle problematiche comuni che le organizzazioni europee si trovavano ad affrontare nelle relazioni con le istituzioni comunitarie. Dopo che la dichiarazione di Laeken ha formalizzato la consultazione dell associazionismo nella redazione della bozza di Costituzione europea, anche il Civil Society Contact Group ha formalizzato la propria esistenza dotandosi di un proprio statuto. L attività di lobbing è stata in particolar modo indirizzata alla convenzione europea, mentre le proposte hanno riguardato soprattutto il coinvolgimento dell associazionismo nelle politiche U.E.. 5.1. La Piattaforma delle ONG sociali europee La piattaforma delle ONG sociali europee, pur se formalmente istituita nel 1995, inizia a prendere forma fin dal 1993 con la pubblicazione da parte della Commissione del libro verde sulle politiche sociali. E grazie al Libro Verde difatti, che un numero ristretto di organizzazioni, già attive sulle tematiche sociali, dà avvio ad una collaborazione volta ad approfondire i temi trattati dal Libro Verde e più in generale le tematiche relative alle politiche sociali. La piattaforma, che ha la forma giuridica di un associazione internazionale senza scopo di lucro di diritto belga, raccoglie una moltitudine di reti e di organizzazioni operanti a tutti i livelli territoriali ed operanti nel sociale. Tra esse sono comprese organizzazioni di donne, 9

anziani, disabili, disoccupati, poveri, omosessuali, giovani e famiglie. Appartengono alla Piattaforma anche organizzazioni impegnate nella promozione di campagne relative alla giustizia, ai senza fissa dimora, l educazione permanente, il diritto alla salute e il razzismo. Le organizzazioni aderenti alla Piattaforma hanno accesso alle informazioni sulle politiche ed i programmi comunitari attinenti il settore sociale, partecipano alle campagne europee, sono coinvolte nella definizione di posizioni comuni e contribuiscono allo sviluppo della cooperazione tra i vari membri tramite la condivisione di esperienze e idee. La piattaforma opera in particolar modo attraverso la presentazione di position papers alle istituzioni europee, l organizzazione di campagne, la partecipazione a conferenze e seminari e l organizzazione d incontri con i principali attori della politica sociale europea. Le decisioni al suo interno sono prese sulla base di un ampio processo di consultazione organizzato attraverso gruppi di lavoro e incontri con tutti i rappresentanti delle organizzazioni che ne fanno parte. I gruppi di lavoro in cui è articolata la social platform sono tre e sono aperti a tutte le organizzazioni membre: Politiche sociali, Dialogo civile e Allargamento. I gruppi di lavoro, che si riuniscono almeno quattro volte ogni anno, identificano propongono e indirizzano le varie aree di attività oltre a discutere le campagne in corso della piattaforma. Le decisioni principali sono prese dall assemblea generale che assegna anche le cariche direttive. Il funzionamento della piattaforma è assicurato dai finanziamenti erogati dalla Commissione, unitamente alle quote versate dai membri ed ad eventuali finanziamenti ottenuti per singoli progetti. Gli obiettivi enunciati dallo statuto della Piattaforma Sociale Europea sono lo sviluppo di una società maggiormente coesa e inclusiva, l attuazione dei diritti fondamentali per tutti gli individui, il contrasto a qualunque forma di discriminazione e il perseguimento dell uguaglianza di genere e la redistribuzione della ricchezza per aumentare il benessere collettivo. Tra le iniziative portate avanti con successo dalla piattaforma vi è l organizzazione, congiuntamente alla Commissione europea di Forum di consultazione sulla politica sociale a seguito dei quali la Direzione generale per l occupazione e gli affari sociali a stipulato un accordo con i membri della piattaforma che prevede due incontri di consultazione l anno su un agenda concordata. Questo meccanismo di consultazione è integrato da un sistema informale che assicura uno scambio costante di informazioni sui principali temi di politica sociale. Tra le organizzazioni facenti parte della Piattaforma è possibile ricordare organizzazioni che hanno anche una forte presenza e che svolgono un ruolo importante nel welfare italiano come la Caritas o la Croce rossa. Infine la Social platform ospita nelle proprie sedi il Civil Society contact group del quale è una delle maggiori finanziatrici. 10

Conclusioni: La pubblicazione del libro bianco sulla governance segue di pochi giorni la riunione del G8 a Genova nel 2001: le esigenze di partecipazione e confronto aperto veicolate nel testo assumevano una rilevanza particolare proprio a fronte dell incapacità delle sedi politiche internazionali di incanalare in forme istituzionali lo svolgimento dei conflitti politici e sociali. Se decisioni che riguardano i cittadini vengono prese sempre più in sedi che travalicano i confini nazionali si pone il problema di garantire anche in queste sedi livelli di democrazia e partecipazione pari a quelle garantite all interno dei singoli stati. La battuta di arresto subita dal progetto di Costituzione Europeo rimanda ancora una volta all esigenza di una partecipazione più ampia e trasparente. Quasi allo scadere del periodo di riflessione ancora non è ben chiaro come e se si concluderà il processo che porterà l Europa ad avere una costituzione propria; tuttavia il coinvolgimento della società civile nel processo di costruzione europeo è stato ulteriormente ribadito: è possibile collocare in questo solco sia il piano D per la democrazia, il dialogo e il dibattito sia l istituzione di punti Europe direct in molte regioni con l obbiettivo di coinvolgere l associazionismo in iniziative di stampo europeista Il grado di democrazia del sistema Europa dipenderà, almeno in parte dalle possibilità offerte alle organizzazioni di società civile di far sentire la loro voce portando cosi nell arena politica istanze, esigenze, rivendicazioni e proposte che trovano un forte radicamento nel territorio e nei cittadini. 11

Bibliografia e riferimenti web P. Graglia L Unione Europea, Il Mulino 2006 M. Mascia Il ruolo della società civile nelle dinamiche di rappresentanza e di partecipazione nell Unione Europea in Parlamenti Regionali 14-15/2003 pp112-133. S. Milia Le iniziative del terzo settore e dei movimenti in La cittadinanza Europea n.3, pp. 69-80 Comunicazione della Commissione Verso una cultura di maggiore consultazione e dialogo. Principi generali e requisiti minimi per la consultazione delle parti interessate ad opera della commissione Bruxelles 11.12.2002 Parere del Comitato economico e sociale in merito a Il ruolo e il contributo della società civile organizzata nella costruzione europea in Gazzetta Ufficiale n.c 329 17/11/1999 pag. 0030 Parere del Comitato economico e sociale sul tema La rappresentatività delle organizzazioni della società civile nel contesto del dialogo civile Bruxelles, 14.12.2006 R. Tonniatti La governance Europea in Il libro bianco sulla governance europea: nuove prospettive per l autonomia trentina pp. 9-14, Trento, 2002 C.Ruzza Governance e società civile in Il libro bianco sulla governance europea: nuove prospettive per l autonomia trentina pp. 17-26, Trento, 2002 J. Woelk Finalità e contenuti generali del libro bianco in Il libro bianco sulla governance europea: nuove prospettive per l autonomia trentina pp. 33-41, Trento 2002 12

M. Dani I processi decisionali comunitari ed il ruolo della società civile nella governance europea in Il libro bianco sulla governance europea: nuove prospettive per l autonomia trentina pp. 52-63, Trento 2002 www. avvenireuropa.it www.socialplatform.org 13