QUANDO LA SESSUALITA MASCHILE E MALATA: le radici del disagio e della violenza contro la donna Dott. Marco Cunico, psicologo psicoterapeuta, sessuologo Partirò, in questa mia relazione, dal film di Almodovar CARNE TREMULA (1997), che tratta in modo interessante molti aspetti sessuali ed affettivi: fra i vari incroci narrativi, vi è anche la storia di una coppia, in cui lui impedisce assolutamente a lei di andarsene e il loro rapporto si conclude con un omicidio suicidio. Il protagonista usa una frase (Tu mi lascerai solo quando IO smetterò di amarti) la quale esemplifica molto bene la totale assenza di quel NOI che dovrebbe essere alla base di un vero rapporto d amore fra uomo e donna. LA CULTURA D OGGI Qualche osservazione iniziale: la donna nella pubblicità viene molto spesso presentata come un oggetto e ciò condiziona l uomo, ma anche la donna stessa (solo se si è in un certo modo si vale, si è desiderabile ). La televisione presenta come normali, comportamenti che normali non sono (es. la detenzione di materiale pedo pornografico). I telegiornali, dopo aver spiattellato in prima serata episodi pesantissimi di cronaca nera (per es. l omicidio a Lodi di una donna e il successivo rapporto con il cadavere), si fermano ad approfondire tutte le tematiche relative ai giochi erotici estremi, al bondage, agli incontri sessuali tramite chat e così via. E tutto ciò, dagli esperti del settore, alla fine viene presentato come assolutamente normale. Si parte cioè da una tragedia, che poi finisce sullo
sfondo, ma alla fine si fa una pubblicità a tutto un certo modo di vivere la sessualità. O determinati programmi, dove l argomento centrale è la sessualità stessa, arrivano soltanto a una banalizzazione del mistero della sessualità. La percezione finale è che va bene tutto e il contrario di tutto, non vi è nessun punto di riferimento e tutto viene presentato come normale. Oggi si parla tanto d intelligenza emotiva, ma la realtà è ben diversa. L analfabetismo emotivo e il nichilismo (l assenza o la perdita di senso, di significato rispetto alla propria esistenza) fanno sì che tantissime persone abbiano un identità fragilissima, se non inconsistente, siano prive di empatia, non sappiano riconoscere le proprie emozioni, non abbiano un progetto di vita a lungo termine, non sappiano tollerare le frustrazioni, ma inseguano il piacere immediato, con la convinzione che il benessere della persona consista in questo. Non esiste per tante persone un percorso, un impegno legato al proprio passato e proiettato nel futuro, ma solo un eterno presente che va vissuto il più intensamente possibile. I DISTURBI SESSUALI Quando un uomo viene dal sessuologo è in tilt perché si sente IMPOTENTE (assenza di desiderio, disfunzione erettile, eiaculazione precoce o ritardata, anorgasmia). Il tasto che in lui è stato toccato è quello più pesante. L IMPOTENZA = significato più superficiale: assenza di erezione che dura, che = significato più profondo: non sono un uomo forte, virile, sa far godere la donna
La donna che lascia l uomo, tocca, involontariamente, proprio questo tasto, lo fa sentire cioè impotente! C è quell uomo che reagisce in modo adulto, vivendosi la sofferenza, il dolore, la perdita, accettando la sua impotenza, i limiti, la frustrazione, elaborando piano piano il distacco, contenendo dentro di se la rabbia. C è quello che è immaturo, fragile, patologico che reagisce evitando la sofferenza e non accettando la fine dei suoi desideri, cercando in modo assurdo di far permanere una realtà che non esiste più, se non nella sua mente. Ritorniamo al presente esteso all infinito. Inoltre, alla base di tanti disturbi sessuali, c è la necessità di avere tutto sotto CONTROLLO: la donna che mette in discussione o lascia l uomo, mette in crisi totale questo bisogno. Ma, tornando al problema della frustrazione non gestita in modo maturo, perché nella nostra società cresce questo meccanismo, con tutte le sue più tragiche conseguenze? Potremmo individuare mille cause di ordine psicologico, sociale (Gli uomini sono sempre più fragili, perché privi di un ruolo da sempre dominante; hanno perso i loro punti di riferimento; la donna viene spesso presenta dai media come un oggetto ) Ma io guarderò, ora, solo gli aspetti sessuologici della questione. Come psicoterapeuta e sessuologo, lavoro prevalentemente con singoli e coppie che hanno qualche problema sessuale (a volte il contesto è sano e quello sessuale è proprio l unico problema, a volte è solo la punta dell iceberg). Il CIS, l associazione italiana di sessuologia più vecchia, perché c è da più di 50 anni, e a cui appartengo, offre due spunti interessanti:
A) Nella Rivista di Sessuologia, da qualche anno non ci sono più semplici articoli dedicati all argomento della violenza contro la donna, ma interi numeri. Sostanzialmente la causa viene individuata in una radice culturale, perché da sempre la donna è stata vissuta come un oggetto per l uomo, per es. nella prostituzione. Quel sei mia è, quindi, difficilissimo da sradicare. B) Le problematiche dei casi portati in supervisione da qualche anno girano, prevalentemente, attorno a due temi: il calo del desiderio e le perversioni, in entrambi i casi prevalentemente al maschile. Nel calo del desiderio va sottolineata l aggressività latente o evidente dell uomo contro la donna; nel caso delle perversioni, come per esempio nel feticismo, vi è l incapacità di relazionarsi all altro nella sua totalità, ma lo lo si ricerca solo come parte. SESSUALITA E AGGRESSIVITA Questo binomio è, al contrario di quello che di primo acchito si potrebbe pensare, perfettamente normale. Pensiamo alla PENETRAZIONE: serve in quest atto una sana dose di aggressività nel maschio per compierla e nella femmina la capacità di tollerare le paure suscitate da questo evento (altrimenti matrimonio bianco). Pensiamo ai bambini che, quando incidentalmente vedono i genitori fare l amore, pensano subito stiano lottando e che uno voglia fare del male all altro. Il problema è se, quindi, nella coppia il livello di aggressività resta nei limiti, nella normalità (lotta, graffi, morsi, sostanzialmente nel gioco). Oggi, sempre più, si è spinti a spostare in là questi limiti. L esempio più evidente è quello del bondage, che molte donne accettano, provocano o proprio desiderano. E
che, a livello culturale (libri, telegiornali), anche quando ci scappa il morto, viene presentato come un fenomeno normale e la tragedia come un semplice incidente di percorso, ne più ne meno come quando si va tanto in automobile. LA PORNOGRAFIA E LA PROSTITUZIONE In esse la donna è, evidentemente, presentata come un oggetto a disposizione dell uomo, come una merce che è lecito consumare. Solo qualche riflessione sulla pornografia: come la prostituzione, c è sempre stata e a essa si legava la vergogna, il senso del proibito, di qualcosa di sporco, di sbagliato. Molti anni fa mi capitava spesso di essere chiamato a parlare in qualche scuola media perché, tra i cespugli, veniva trovato un giornalino porno. Ora questo non succede più, ma solo perché la pornografia ha trovato ben altre vie in cui scorrere. Una volta, i clienti dei cinema porno fingevano indifferenza, passavano davanti alle vetrine dei negozi e poi entravano. Era evidente la paura e la vergogna di essere riconosciuti. Ora, che il canale d accesso prevalente è internet e ciò permette il totale anonimato, se non addirittura il cambiamento della propria identità, tutte queste dinamiche emotive, legate alla vergogna e al senso di colpa, sono scomparse. Inoltre, la virtualità ha creato dei meccanismi nuovi, degli effetti esponenziali (di tutto e di più, la novità continua, la ricerca del corpo perfetto, della soddisfazione di ogni possibile perversione, che però non viene certo percepita come tale, la parte invece del tutto, non vi è limite, senso di infinito e di onnipotenza in cui ci perde). E, infatti, la dipendenza dal cybersesso è in
continuo aumento (visione di materiali, chat, incontri reali) e ogni inibizione o senso del limite piano piano tendono a scomparire. Il cercare in una chat per incontri erotici un partner uomo, donna o trans (spesso decidendo con il tempo di volere provare un po tutto, indipendentemente dal proprio orientamento), senza il minimo coinvolgimento affettivo, crea un atteggiamento in cui conta solo consumare un prodotto, solo soddisfare un bisogno. E poi molte persone vanno totalmente in tilt, perché sorge il dubbio rispetto al proprio orientamento sessuale. E impressionante notare in quanti uomini tali comportamenti coesistano con una relazione di coppia stabile: alcuni soffrono per questo, cogliendone l incongruenza, ma per altri non vi è alcuna sofferenza, perché per loro è tutto normale. E poi impressiona quante volte i ragazzi a scuola raccontano di aver scoperto materiali porno del padre. E non è, infatti, un caso che le porno dipendenze siano in crescita e vi sia un calo del desiderio reale. Oltre ad alimentare un immaginario in cui la donna è sottomessa all uomo (anche quando è apparentemente la dominatrice), caratteristica frequente delle storie pornografiche è che la donna all inizio dice: NO NO NO, ma dopo ci sta, è contenta e vogliosa di appagare i desideri dell uomo. E tutto questo, piano piano, entra nella testa. Poi più che in passato, molte donne consumano oggi pornografia e vivono tutto ciò come normale: questo può creare complicità nella coppia, ma anche l idea nel maschio che allora anche per lei tutto sia lecito e condivisibile. E anche a livello sociale il consumo della pornografia viene passato come normale.
Molte donne leggono ultimamente libri porno soft (!!!) e questo alimenta l immaginario di coppia. Non è comunque un fenomeno nuovo della letteratura, basti pensare ai libri del marchese De Sade (Justine). Alimentare determinati giochi erotici (foto, filmati magari inviati in qualche sito pornografico, scambi casuali con sconosciuti incontrati in qualche chat) vuol dire dare spesso all altro armi di ricatto, che, oltretutto, magari il maschio interpreta non come ricatto, ma sempre come gioco, fino alle più tragiche conseguenze.. IL SENSO DEL LIMITE Non esiste più in tutti questi meccanismi il senso del limite. Come si può pensare che esso magicamente ricompaia quando finisce una storia? Si vive costantemente in una fantasia di onnipotenza, dove si vuole sperimentare tutto e il contrario di tutto, senza porsi minimamente in discussione (totalmente sparito il famigerato senso di colpa!). Il disagio, la vergogna e la depressione compaiono, semmai, per la frustrazione di avere infinite possibilità e di non riuscire a viverle o a sentirsi all altezza degli altri maschi. Villafranca di Verona, 30.11.2013