Il danno dell inquinamento sui nostri amici animali Per quasi tutta la vita gli animali domestici vivono a stretto contatto con i padroni che gli hanno adottati. Condividono con loro lo stesso ambiente, spesso anche la stessa casa, sia che si tratti di un appartamento in centro città o di una casa sperduta in campagna. Questo ha permesso di scoprire che i nostri animali possono essere seriamente danneggiati dagli stessi agenti inquinanti che nuociono a noi uomini. Oltretutto gli animali domestici hanno ricoperto in passato il così detto ruolo di sentinelle per gli effetti sulla salute associati ad esposizioni a numerosi inquinanti ambientali, tra cui i metalli pesanti, i pesticidi, il fumo passivo di sigaretta, l amianto e i campi elettrici a bassa frequenza. Gli animali da compagnia in particolare condividono con i loro padroni lo stesso ambiente, hanno periodi di latenza più brevi e non hanno importanti fattori di rischio dovuti allo stile di vita, come l uomo. Il concetto degli animali come sentinelle per stimare l entità del rischio di esposizione dell uomo a contaminanti ambientali non è nuovo. In passato i canarini venivano impiegati nell esplorazione delle miniere di carbone per monitorare la presenza di monossido di carbonio. Gli studi epidemiologici nell uomo presentano difficoltà di valutazione per le diverse modalita di esposizione, la lunghezza dei periodi di latenza delle patologie connesse e la non specificità dei sintomi. Quindi può essere utile integrare questi ultimi con l epidemiologia e gli studi sperimentali sugli animali. Questi studi posso essere utili per predire i rischi di salute per l uomo per il rinvenimento di alterazione dei parametri clinici, ematologici e immunologici sulle popolazioni di animali che condividono lo
stesso ambiente con gli uomini. Gli animali domestici in alcuni casi si rivelano particolarmente adatti alla valutazione dei rischi espositivi per l uomo non solo per le analogie anatomo fisiopatologiche, ma anche per la possibilità di aggirare i problemi derivanti dalla lunghezza dei tempi di insorgenza delle patologie dallo stile di vita e dalle esposizioni occupazionali. Adesso prenderemo in considerazione alcuni di questi studi. AMIANTO Riguardo l amianto oggi sappiamo che esattamente come noi anche i cani, le pecore, le capre, i bovini ed altri animali soffrono dell inquinamento causato da questo materiale cancerogeno. In particolare la ricerca scientifica è arrivata alla conclusione che analogamente a quanto succede nell uomo, l esposizione all asbesto e la sua inalazione, provocano nel cane un maggiore rischio di comparsa di tumori come il mesotelioma. In considerazione del fatto che il mesotelioma maligno canino per eziologia, clinica e morfologia è simile a quello umano nel 1983 abbiamo studi che evidenziano come i mesoteliomi in animali residenti in ambienti urbani industriali presentavano, come nell uomo un incidenza superiore rispetto a quelli residenti in campagna. I cani considerati in questo studio condividevano con i padroni lo stesso ambiente domestico, ma erano ovviamente liberi dall influenza di attività come il fumo e il lavoro che possono alterare l interpretazione degli studi epidemiologigi umani. INSETTICIDI
Alla fine degli anni 80 Glickman fece un analisi su 59 cani affetti da carcinoma vescicale e su 71 cani affetti da altre patologie croniche. ciò gli permise di scoprire come l esposizione a certi insetticidi usati in ambiente domestico fosse la diretta responsabile di un aumentata insorgenza di cancro alla vescica per i cani che vivevano nelle case prese in considerazione dallo studio. FUMO DI TABACCO Il fumo di tabacco può aumentare il rischio umano di contrarre un linfoma non-hodgkin. Nei gatti domestici il linfoma è un a neoplasia comune, medici americani tra il 93 e il 2000 hanno condotto uno studio su 80 gatti on linfoma per valutare se l esposizione a fumo ambientale domestico aumenti il rischio di linfoma felino. Il risultato è stato che i gatti con qualsiasi esposizione a fumo passivo avevano un rischio più che raddoppiato di contrarre un linfoma, e aumentava proporzionalmente alla durata di esposizione e alla quantità di fumo inalato. Un altro studio del 1992 ha considerato tutti i casi di tumori ai polmoni di cani raccolti da due cliniche veterinarie tra l 85 e l 87 e ha dimostrato un aumento significativo dell incidenza di neoplasie delle cavità nasali e dei seni paranasali in cani esposti a fumo passivo di sigaretta. È stato inoltre dimostrato come i cani a naso lungo hanno una maggiore probabilità di sviluppare queste neoplasie rispetto ai cani a naso corto, questo dovuto a una maggiore capacità di filtrare le sostanze cancerogene che quindi raggiungono più facilmente i polmoni.
METALLI PESANTI (PIOMBO) Nel 1976 BLOOM raccolse più di 200 campioni di sangue da cani residenti in città e residenti in campagna. I cani di città ( più esposti alle emissioni dei veicoli a motore ) evidenziarono valori sensibilmente più elevati di piombo rispetto ai cani di campagna. Fu inoltre osservato come analogamente a quanto accade all uomo le intossicazioni da piombo fossero più frequenti nei soggetti giovani, cuccioli di età inferiore ad un anno. Un sintomo caratteristico può essere il così detto orletto saturnino di Burton, una colorazione anomala bluastra del colletto gengivale dovuta al deposito di solfuro di piombo. Uno studio recentissimo ottobre 2012 ha indagato la presenza di nicotina nei peli dei cani esposti al fumo di tabacco ambientale. Venivano prelevati peli da un gruppo di cani esposti al fumo di tabacco ambientale e da un altro gruppo di cani non esposti. I peli venivano lavati per rimuovere la nicotina adesa ed estratta questa mediante una particolare tecnica e misurata mediante spettrometria. I due gruppi erano significativamente differenti, e la concentrazione di nicotina calcolata era molto assimilabile a quella descritta nei bambini. CAMPI ELETTROMAGETICI A BASSA FREQUENZA Numerose indagini epidemiologiche suggeriscono l esistenza di un associazione tra esposizione residenziale a campi elettromagnetici a bassa frequenza e l insorgenza di leucemie infantili. in questo contesto gli animali possono svolgere un ruolo molto importante nella valutazione dei rischi biologici per l uomo. Alcuni studiosi hanno ipotizzato ci possa essere un associazione
tra campi magnetici a bassa frequenza (50/60HZ) e neoplasie linfoidi nei cani che vivono in un ambiente residenziale. Il linfoma canino è una neoplasia comune nei cani e presenta delle caratteristiche in comune con le leucemie umane e il linfoma non- HODGKIN. Sono stati considerati 96 casi di linfoma canino e l intensità di campo magnetico è stata misurata al momento della diagnosi sia internamente che esternamente alle abitazione, a condizione che gli animali vivessero da almeno 1 anno nei luoghi in questione. Si è evidenziato come il rischio di sviluppare il linfoma aumentasse per quei soggetti che trascorrevano almeno il 25% della giornata all esterno. DISCARICA POLARE Oltre che gli animali che popolano le nostre case, l'inquinamento colpisce anche tutta la fauna selvatica che abita lontano dalle città e dai centri civilizzati e che si trova a subire di riflesso le conseguenze di una cattiva gestione dell'ambiente perpetrata da una vasta fetta di umanità. Una quantità sempre più maggiore di mammiferi ed uccelli presenta danni alla salute, e la loro sopravvivenza è messa a repentaglio dai nostri veleni. L' Artico sta diventando una discarica chimica, con sempre maggiore incidenza di disfunzioni del metabolismo, dello sviluppo, della fertilità, delle funzioni neurologiche degli animali che lo abitano. Altra grande evidenza scientifica riguardo i danni da inquinamento, è che, nel caso di contaminazioni da sostanze
chimiche gli individui più colpiti sarebbero i maschi delle varie specie animali. Allarmante aumento dei casi di ermafroditismo ( fenomeno per cui un organismo presenta sia organi sessuali maschili che femminili). Le prove sarebbero le uova sviluppate dai testicoli di pesci maschi nei fiumi britannici, le rane rospo ermafrodite in Florida (le rane maschio diventano ermafrodite nelle zone maggiormente contaminate da pesticidi usati in agricoltura) ma anche gli alligatori sviluppano difficoltà riproduttive, con minor livello di testosterone. Il caso più eclatante resta il rinvenimento al polo nord di orsi bianchi che presentano contemporaneamente organi genitali maschili e femminili.