Ins. Alfia Saccone
Nel contesto attuale si sente spesso parlare di diversità ma che cos è la diversità? E soprattutto in che modo essa dovrebbe essere gestita?
La diversità è una componente intrinseca alla natura dell uomo; ognuno è portatore di una propria diversità poiché possiede delle caratteristiche che lo rendono differente dagli altri, unico e speciale.
Oggi una delle sfide più difficili da affrontare è quella di includere le caratteristiche specifiche di ognuno in un disegno collettivo, sostanzialmente condiviso, dimostrando che le differenze, possono produrre un complessivo arricchimento
Le differenze non devono quindi essere ridotte o eliminate altrimenti si assisterebbe ad un impoverimento della diversità e della ricchezza dei tipi umani e quindi di quelle caratteristiche così uniche che ognuno ha.
Si deve tener presente che ogni diversità ha un suo peso specifico, presenta determinate difficoltà che necessitano di precise strategie e di soluzioni differenziate per essere risolte: è indispensabile perciò mettere in atto degli interventi mirati.
Questa sfida coinvolge la scuola
La scuola, così come la famiglia, ha il compito di educare gli individui; deve perciò insegnare ai bambini e ai ragazzi a rispettare gli altri e ad essere solidali, a non avere atteggiamenti di diffidenza, di sospetto, di rifiuto, di discriminazione e di intolleranza verso individui che presentano caratteristiche diverse dalle proprie e quindi a rapportarsi agli altri senza opinioni preconcette, stereotipi e pregiudizi
La scuola è uno dei primi soggetti a far fronte al fenomeno di:
Pregiudizio razziale
Portatori di handicap Intolleranza religiosa
E indispensabile che gli individui, sin dalla tenera età, vengano educati sia dai genitori sia dagli insegnanti, a considerare gli altri come persone e non come membri di particolari categorie.
Un attenta e sensibile attività da parte degli insegnanti può contribuire ad evitare o a risolvere situazioni di disagio generate da forme di pregiudizio e di esclusione che potrebbero portare alcuni bambini e ragazzi a non voler andare più a scuola
La scuola è rimasta l unico luogo o uno dei pochissimi luoghi in cui si incontrano tutti o quasi tutti
E importante iniziare fin dai primi anni di scolarizzazione un azione educativa che innesti processi di consapevolezza e rispetto, di superamenti stereotipi. Per migliorare i processi relazionali e comunicativi tra i bambini gli insegnanti devono favorire la gestione e l espressione dei sentimenti al fine di prevenire Il disagio emotivo-relazionale e promuovere il benessere psicologico
Gli studenti potranno così imparare a guardare la realtà non solo dal loro punto di vista ma anche da quello altrui. In questo modo saranno capaci di confrontarsi con gli altri e saranno consapevoli del fatto che non devono rinunciare alle proprie idee ma devono saper riconoscere anche il valore di quelle altrui.
La funzione della scuola non è quindi esclusivamente quella di trasmettere delle conoscenze, ma anche di creare le condizioni favorevoli alla formazione di cittadini e alla creazione di una coscienza civile.
Il nostro modello di scuola Reazioni positive sulla diversità Etica del rispetto
La costituzione deve innanzitutto dare a tutti l opportunità di esercitare il diritto-dovere allo studio; infatti uno dei principi basilari della Costituzione italiana (artt. 3 e 34) che individua nella scuola pubblica uno dei cardini della nostra società, è proprio quello che tutti, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione e di condizioni personali e sociali, hanno il diritto e il dovere di essere istruiti.
Per raggiungere tale obiettivo, è fondamentale che si conoscano le caratteristiche, i bisogni, le necessità e le esigenze di ogni individuo in modo tale da poter mettere in atto degli interventi mirati e differenziati.
L'Italia, a differenza degli altri Paesi Europei, può vantare un'esperienza di ormai 30 anni di integrazione scolastica degli alunni con disabilità nella scuola ordinaria, a partire dalla prima legge datata 1971: la scuola apre le porte ai disabili «della scuola per tutti». Solo con la legge 517/77, viene reso effettivo il principio dell integrazione scolastica dei bambini disabili attraverso l eliminazione delle classi differenziali Ad oggi, il termine "integrazione" scolastica è stato ormai racchiuso e sostituito dal termine "inclusione":
ART.2 DICHIARA LE FINALITA : GARANTIRE IL DIRITTO ALL ISTRUZIONE E ASSICURARE UGUALE OPPORTUNITA DI SVILUPPO DELLE CAPACITA IN AMBITO SOCIALE E PROFESSIONALE ART.5 : AFFERMA IL DIRITTO DEGLI ALUNNI CON DSA A «FRUIRE DI APPOSITI STRUMENTI DISPENSATIVI E COMPENSATIVI DI FLESSIBILITA DIDATTICA CON PRECISIONE: DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA E PERSONALIZZATA, FORME FLESSIBILI ED EFFICACI DI LAVORO SCOLASTICO, USO DI TECNOLOGIE.UN MONITORAGGIO PER VALUTARE L EFFICACIA DELLE MISURE ADOTTATE ART.3 DELINEA UN PERCORSO DI DIAGNOSI AL COMMA 2 «PER GLI STUDENTI CHE, NONOSTANTE ADEGUATE ATTIVITA DI RECUPERO MIRATO,PRESENTANO PERSISTENTI DIFFICOLTA, LA SCUOLA TRASMETTE OPPORTUNA COMUNICAZIONE ALLE FAMIGLIE INTERESSATE AL COMMA 3: E COMPITO DELLE SCUOLE ATTIVARE,PREVIA APPOSITA COMUNICAZIONE ALLE FAMIGLIE INTERESSATE, INTERVENTI TEMPESTIVI IDONEI A INDIVIDUARE I CASI SOSPETTI DSA
La legge 170/2010 che garantisce e tutela il diritto allo studio degli studenti con D.S.A. è ispiratrice della normativa riguardante gli studenti con B.E.S..
Il MIUR ha introdotto il riconoscimento degli alunni B.E.S. ovvero alunni con Bisogni Educativi Speciali poiché viene riconosciuto che ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta (direttiva ministeriale 27 dicembre 2012).
La legge 170/2010, a tal punto, rappresenta un punto di svolta poiché apre un diverso canale di cura educativa, concretizzando i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella legge 53/2003, nella prospettiva della presa in carico dell alunno con BES da parte di ciascun docente curricolare e di tutto il team di docenti coinvolto. (Direttiva Ministeriale BES 27 dic 2013
Per alcuni studenti può accadere che il percorso di apprendimento scolastico sia più complesso e più difficoltoso rispetto ai compagni; in casi come questi i bisogni educativi normali (sviluppo competenze, appartenenza sociale, autostima, autonomia, etc.) diventano bisogni educativi speciali, più complessi, per i quali è difficile dare una risposta adeguata per soddisfarli. Grazie al riconoscimento dei Bisogni Educativi Speciali viene esteso a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi dalla Legge 53/2003
Disabilità mentale e sensoriale in base alla legge 104/92 Alunni DSA Legge 170/2010 Svantaggio Socio-culturale Socioeconomico linguistico Area BES comprende 3 categorie Disturbi Evolutivi specifici Alunni con deficit del disturbo dell attenzione e dell iperattività Alunni con funzionamento cognitivo al limite
Tante lingue Tanti colori Disagi diversi
A OGNI SINGOLO ALUNNO: accoglienza ALL ATTEGGIAMENTO: non giudicante ALLA DIDATTICA: competente ALL ORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE: creare relazioni