INDAGINE DEL GRUPPO DI LAVORO ACQUE DESTINATE AL CONSUMO UMANO Sabrina Sorlini*, Francesca Gialdini*, Sandro Teruggi** * Università degli Studi di Brescia, Facoltà di Ingegneria, e-mail: sabrina.sorlini@ing.unibs.it, francesca.gialdini@ing.unibs.it ** Università degli Studi di Pavia, Facoltà di Ingegneria, e-mail: teruggi@ipv36.unipv.it 1 PREMESSA L indagine condotta dal Gruppo di Lavoro e presentata in questa sede si colloca nell ambito di un più ampio progetto di studi cominciato nel 2002 e finora concretizzato in: - una prima indagine condotta presso diversi impianti di potabilizzazione con la finalità di valutare le principali problematiche tecniche e gestionali legate all entrata in vigore del D. Lgs. 31/01, - organizzazione delle due Giornate di Studio: Acque confezionate per il consumo umano, e Potabilizzazione delle acque; aspetti normativi, tecnici e gestionali, - elaborazione di un documento attualmente in fase di pubblicazione: Acque destinate al consumo umano: dalle acque confezionate alle acque di rete, - elaborazione di un documento, al momento in fase di stesura: Influenza dei sistemi di distribuzione sulla qualità dell acqua potabile. Una volta valutate, mediante la prima indagine, le principali problematiche che un Azienda del servizio idrico integrato è chiamata in regime ordinario o straordinario ad affrontare nella gestione di un impianto di potabilizzazione, si è presentata la necessità di analizzare quali altre criticità possono presentarsi al di fuori della filiera di trattamento, cioè negli impianti di attingimento, di trasporto e di distribuzione acquedottistica fino alla consegna alle utenze. Per questo motivo è stata avviata una seconda indagine cercando di coinvolgere il maggior numero possibile di gestori di reti di acquedotto affinché mettessero in luce tutti quegli aspetti che possono influire in modo negativo sulla qualità dell acqua da loro distribuita. Questa seconda indagine si è potuta realizzare grazie alla collaborazione di 11 gestori, ai quali è stato recapitato un questionario, e ad un lavoro di tesi. Presso alcuni dei gestori è stato possibile anche discutere in un colloquio le principali problematiche affrontate. 2 INDAGINE 2.1 Criteri di scelta degli impianti La scelta dei gestori coinvolti nell indagine non è avvenuta seguendo uno specifico criterio; come prima cosa si è cercato di ricontattare le Aziende che avevano partecipato alla precedente indagine, e a questi sono stati aggiunti altri nominativi a seguito di alcune segnalazioni. Un fattore predominate di scelta si è rivelata senza dubbio la disponibilità. I sistemi di distribuzione gestiti dalle aziende che hanno partecipato all indagine sono molto variabili l uno dall altro, includendo piccole reti al servizio di piccoli comuni fino a complesse reti di grandi centri urbani. Quattro dei gestori che hanno collaborato sono situati nella Regione Piemonte, mentre i restanti sette sono ubicati in Regione Lombardia. Le principali caratteristiche delle reti di distribuzione da loro gestite sono riassunte nella Tabella 1.
Tabella 1 Caratteristiche generali delle reti di distribuzione REGIONE ESTENSIONE N IMPIANTI DI ANNO FONTE RETI (km) POTABILIZZAZIONE POSA TUBI APPROVVIGIONAMENTO A Piemonte 150 3 60 Falda B Piemonte 290 2 10 Falda profonda C Piemonte 400-20 Falda profonda D Piemonte 840 1 Inizio 900 Falda profonda E Lombardia 16 1 90 Falda profonda F Lombardia 155-60 Falda G Lombardia 25 9 70 Falda profonda H Lombardia 245 20 60 Falda-Fiume-Sorgente I Lombardia 2400 17 Inizio 900 Falda profonda-sorgente L Lombardia 520 - nd Falda M Lombardia 1360-50 Sorgente nd = non dichiarato 2.2 Il questionario Per ottenere una prima panoramica generale, ai gestori è stato richiesto: - di segnalare la/e fonte/i di approvvigionamento da cui provengono le acque distribuite, - di rappresentare lo schema a blocchi dell impianto di trattamento (se unico), oppure di uno a scelta nel caso di più impianti gestiti (purché rappresentativo o a capo di una rete che ha registrato il più elevato numero di problemi), - di elencare ogni altra informazione significativa, come ad esempio l estensione della rete, i materiali impiegati, l anno di posa e il numero di utenze servite. Dopo questa prima carrellata di informazioni volte alla conoscenza delle caratteristiche generali della rete e utili per ricercare legami con eventuali problematiche emerse da una lettura complessiva del questionario, è stato richiesto di indicare le caratteristiche di qualità dell acqua, ovvero i valori ottenuti dalle analisi chimiche eseguite sull acqua in alcuni punti particolari, come ad esempio prima dell ingresso all impianto di trattamento (se presente), all uscita dallo stesso e in corrispondenza di alcuni punti rete significativi (ad es. alle fontanelle pubbliche). La parte successiva del questionario è stata incentrata sull analisi di problematiche specifiche, quali il manifestarsi di: - fenomeni di ricrescita biologica in rete, - fenomeni di corrosione delle condotte, - presenza di sottoprodotti di disinfezione in rete, - presenza di inquinanti provenienti dalla cessione dai materiali impiegati. Per finire, è stato chiesto di indicare i principali fattori di lamentela segnalati dall utenza e gli interventi di ripristino e/o di prevenzione effettuati dal gestore. 2.3 Analisi dei risultati Nel seguito verranno presentati i dati ricavati dall indagine, suddivisi in: - caratteristiche delle reti, - caratteristiche generali degli impianti di trattamento, - caratteristiche di qualità dell acqua in rete, - presenza di particolari problematiche quali fenomeni di ricrescita microbiologica in rete, corrosione delle condotte, presenza di sottoprodotti di disinfezione in rete, rilascio di inquinanti provenienti dai materiali a contatto con l acqua. Caratteristiche delle reti Il gestore a capo della rete di maggiore estensione è I, che si occupa di un elevato numero di impianti. Anche M gestisce una rete di notevole estensione, ma non gestisce alcun impianto di
potabilizzazione. I gestori G e H sono a capo di molti impianti di trattamento ma le reti sono tutte di piccola estensione. Riguardo all anno di posa, escludendo il gestore E che gode di una rete nuova (risalente agli anni 90), tutti gli altri gestori hanno a che fare con materiali di rete posati da tempo; questo comporta che nei loro sistemi sia ancora possibile trovare tratti di tubature o pezzi di giuntura molto vecchi; particolare attenzione va posta, in questo caso, all analisi di eventuali problematiche causate dalla vetustà dei materiali. I materiali di cui sono costituite le reti sono molto vari anche se la maggior parte delle tubazioni è realizzata in acciaio, ghisa e PE; si rileva poi una modesta presenza di materiale cementizio e in PVC (Tabella 2) nelle condotte più vecchie. Solamente le condotte posate più di recente sono realizzate in PEAD e in PE. ESTENSIONE RETI (km) ANNO POSA TUBI Tabella 2 Caratteristiche delle reti di distribuzione MATERIALI RIVESTIMENTO ACCIAIO GHISA PVC PE, PEAD CEMENTO FIBRO CEMENTO PIOMBO INTERNO ESTERNO A 150 60 x - - - - - - Resina epossidica Vernice catramata B 290 10 Lega Zn-Al x x x x (PE) x - - Malta cementizia Vernice Zincata C 400 20 x x x x x - - Resina epossidica Benda catramata e PE D 840 Inizio 900 x x x x (PE) x x x - - E 16 90 - - - x (PEAD) - - - - - F 155 60 x x - x - x - - - G 25 70 x x x x (PE) - x - Malta cementizia Vernice epossidica H 245 60 x x - x (PE) - - - Malta cementizia Vernice catramata I 2400 Inizio 900 x x - x (PEAD) - - - Malta cementizia - L 520 nd x - - x (PEAD) - x - - - M 1360 50 x x - x (PEAD) - - - - - Va inoltre osservato che le reti più vecchie presentano la maggiore diversificazione tra i materiali (gestori B, C, D), ovviamente frutto dei numerosi interventi realizzati nel tempo. In alcuni sistemi sono ancora presenti brevi tratti in fibrocemento ed in piombo, in relazione ai quali i gestori segnalano la tendenza ad una graduale sostituzione, in particolare a seguito di rotture; in genere le sostituzioni vengono fatte con materiali plastici di polietilene, che allo stato attuale è considerato un buon materiale. La principale problematica nell uso del polietilene non è legata all aspetto chimico-microbiologico, cioè di cessione di inquinanti in acqua o di sviluppo di ricrescita biologica in rete, ma alla resistenza meccanica delle condotte che, sia per i materiali non sempre idonei (PN troppo bassi), sia per imperizia di chi posa le tubazioni (assenza di sabbia attorno al tubo), possono manifestare frequenti casi di rottura. Per le tubazioni in ghisa e acciaio sono talvolta impiegate, come rivestimento interno, la resina epossidica e la malta cementizia, mentre come rivestimento esterno sono impiegate la vernice epossidica, quella catramata o quella zincata. Caratteristiche generali degli impianti di trattamento L approvvigionamento avviene quasi in tutti i casi da falda profonda. Eccezione fanno il gestore H che preleva acqua anche da fiume e da sorgente, ed i gestori I e M che attingono anche da sorgente.
Da una prima osservazione della Tabella 1 si può notare che alcune aziende si occupano della gestione di molti piccoli impianti, come per esempio i gestori I e H, mentre altre gestiscono pochi impianti probabilmente di potenzialità maggiore. Delle undici aziende coinvolte, tre non gestiscono alcun impianto di potabilizzazione; le restanti otto gestiscono impianti che variano da filiere di pochi trattamenti fino ad impianti molto complessi, in dipendenza delle caratteristiche qualitative delle acque di partenza. I trattamenti maggiormente impiegati sono la preossidazione, la filtrazione su sabbia, la filtrazione su carbone attivo e la disinfezione finale (Tabella 3), intesi come gestione complessiva di tutti gli impianti curati da una stessa azienda. Bisogna precisare che ciascun singolo impianto, invece, è costituito da una filiera di trattamenti più semplice, poiché l acqua grezza è sempre di buona qualità già alla fonte. Nella maggior parte dei casi in preossidazione e ossidazione intermedia viene impiegato un trattamento ad ozono. Come reattivi in disinfezione finale vengono usati biossido di cloro (gestori A, B, E, G, H, I, M) o ipoclorito (gestori A, D, G, H). Si può quindi notare che alle volte uno stesso gestore impiega, in disinfezione finale, o l ipoclorito o il biossido di cloro (in impianti differenti) a seconda delle caratteristiche dell acqua da trattare e dei trattamenti a monte. Tabella 3 Trattamenti di potabilizzazione TRATTAMENTI DISS MIX PREOX COAG/FLOCC SED FILTRO S FILTRO B OX INT FILTRO CA DIS A x x x x x B x x x C D x x x x x E x x x x x x F G x x x x x x x H x x x x I x x x L x x M x DISS = dissabbiatura; MIX = miscelazione e accumulo; PREOX = preossidazione; COAG/FLOCC = coagulazione/flocculazione; SED = sedimentazione; FILTRO S = filtro a sabbia; FILTRO B = filtro biologico; OX INT = ossidazione intermedia; FILTRO CA = filtro a carboni attivi; DIS = disinfezione finale Caratteristiche di qualità dell acqua in rete Dal questionario è emerso, innanzitutto, che i controlli eseguiti dall Ente gestore si limitano alla sola rete pubblica; questo significa che esso si assume la responsabilità della qualità dell acqua solo fino al contatore, cioè fino al punto di consegna all utenza, mentre non si occupa del rilevamento di eventuali criticità dell acqua circolante nelle reti private. Secondo il D. Lgs 31/01, del resto, il gestore non è responsabile di ciò che avviene oltre il punto di consegna all utenza, a meno che eventuali criticità non siano causate da una cattiva gestione del servizio idrico, quindi generate a monte del contatore. Per quanto riguarda la qualità dell acqua in rete fornita dagli Enti gestori (Tabella 4), non si evidenziano particolari criticità; i valori dei parametri analizzati risultano tutti nella norma, e questo è dovuto alla buone qualità dell acqua alla fonte (nella maggior parte dei casi si tratta infatti di acqua attinta da falda profonda o da sorgente) e ai trattamenti di potabilizzazione applicati. Tuttavia, proprio a causa dell elevata profondità di attingimento, in alcuni casi sono state rilevate alla fonte elevate concentrazioni di ferro e manganese, a cui i gestori rimediano predisponendo appositi impianti di trattamento mirati alla loro rimozione. In nessun caso è stata riscontrata la presenza di metalli pesanti, indici di una possibile contaminazione legata ad attività industriali, né la presenza di elevate concentrazioni di nitriti e nitrati, provenienti generalmente dall agricoltura.
Tabella 4 Caratteristiche medie delle acque erogate dai gestori alle fontanelle pubbliche Limite PARAMETRO D.Lgs A B C D E F G H I L M 31/01 ph - 7,69 7,98 7,5 7,7 7,4 7,9 7,15 7,8 7,7 6,5-9,5 Conducibilità µs/ cm 420 5 698 394 606 600 436 2500 Torbidità NTU 0,72 <1 0,26 <1,8 2,7 <1 0,7 (1) Carica batterica a UFC/ ml 125 1 31 30 1 1 <1 1,5-22 C Carica batterica a UFC/ 0 0 0 10 10 0 <1 0-100ml 37 C Coliformi totali UFC/ 100ml 0 <1 0 0 <1 0 0 Escherichia coli UFC/ 100ml 0 0 0 0 <1 <1 0 0 Durezza F 30 32 25,9 26,6 38,5 34,3 21 22,7 15-50 Cloro residuo mg/l 0,15 0,11 0,1 0,07 0,2 Clorito µg/l 505* 130 <11,3 107 156 800 (200) THM µg/l <0,01 <0,5 <0,5 30 IPA µg/l <0,05 <0,01 <0,03 0,10 Tetracloroetilene+ µg/l <0,5 <0,5 <0,5 <0,04 0,6 <0,1 <1 10 tricloroetilene 1,2- Dicloroetano µg/l <0,5 <0,3 <3 <0,1 3 Benzene µg/l <0.1 <0.25 <0.2 1 Cloruro mg/l 12,1 11,7 3,1 11 2,6 9,1 18,2 2,3 250 Nitriti mg/l <0,05 <0,005 <0,01 <0,05 <0,05 <0,025 <0,01 <0,03 <0,05 0,5 Nitrati mg/l <0,5 10 <1 5 19 1,41 12,1 <0,2 5 50 Ammonio mg/l <0,05 <0,01 0,26 <0,05 0,04 <0,05 <0,05 0,3 0,5 Solfato mg/l 70 29 <5 34 21,9 103 14,4 250 Ferro µg/l 70 20 78 43 <10 <70 91,4 38 7 200 Manganese µg/l <5 3 83 <2 <20 8 37 <2 50 Piombo µg/l <1 <1 <1 <1 <1 <2 10 Cromo µg/l <4 <4 <5 <1 10 14,9 <1 <2 50 Antimonio µg/l <1 <1 <1 <1 5 Nichel µg/l <2 2,4 <2 <2 20 Cadmio µg/l <0,5 <0,1 0,62 <0,1 <0,5 5 Rame mg/l <0,005 <0,1 <0,05 <0,1 1 Magnesio mg/l 24,6 37 Sodio mg/l 12,2 2,8 24,8 1,3 200 Calcio mg/l 68,5 93 Boro mg/l <0,01 <0,4 1 Arsenico µg/l <1 9,6 <1 2 <1 10 Mercurio µg/l <0,1 <1 <0,2 1 Cianuro µg/l <5 <5 <5 50 Selenio µg/l <1 2 <1 10 * valore rilevato all uscita dall impianto di trattamento Problemi di corrosione in rete Dall indagine è emerso che la corrosione è un problema che interessa le reti di sette degli undici gestori intervistati, e che si tratta di un fenomeno che non si manifesta in modo indistinto sull intera rete, ma influenza maggiormente i tratti terminali delle condotte. Il fenomeno va tenuto sotto controllo perché muta le caratteristiche estetiche dell acqua, conferendogli torbidità e un colore rosso-bruno; inoltre è causa di fessurazioni nelle condotte con conseguenti perdite di acqua e rischio di contaminazioni per contatto con composti indesiderati. L analisi dei risultati di Tabella 5 indica che, esclusi i Gestori A, B, E ed I, che non segnalano problemi di corrosione, i restanti gestori si trovano invece a dover affrontare tale problematica. Il sistema gestito dall azienda E non è soggetto a fenomeni di corrosione perché tutto il materiale di cui è costituito è di tipo plastico, mentre i serbatoi sono in materiale cementizio. I gestori A e B, invece, applicano un sistema di protezione (in genere catodica) della rete, che consente di contrastare l eventuale instaurarsi di fenomeni corrosivi. Nulla è indicato circa gli interventi attuati dal gestore I.
Tabella 5 Casi di sviluppo di fenomeni corrosivi MATERIALI TIPO DI CORROSIONE CAUSE TECNICHE RISANAMENTO METALLICI PLASTICI CEMENTIZI CORROSIONE GALVANICA BIOCORROSIONE CORRENTI VAGANTI FERRO BATTERI SOSTITUZIONE MATERIALI SPURGO A x - - - - - - - - B x x x - - - - - - C x x x x x x D x x x x x x E - x - - - - - - - F x x x x x x G x x x x x x H x x - x x x I x x - - - - - - - L x x x x x x x M x x - x x x I materiali principalmente colpiti sono l acciaio e probabilmente il ferro (se presente in alcune vecchie reti). Inoltre i fenomeni corrosivi segnalati sono divisibili essenzialmente in due categorie: - la corrosione galvanica (nel maggior numero di casi) causata da correnti vaganti nel terreno, - la biocorrosione (in un paio di casi) causata dal proliferare di ferrobatteri. Un osservazione da fare è che, seppure il fenomeno della corrosione sia piuttosto diffuso, rara è la propensione dei gestori ad attuare tecniche di prevenzione; la tendenza è invece quella di intervenire a corrosione avvenuta (quindi con interventi curativi ) mediante: - sostituzione dei tratti di condotta interessati con tubazioni in polietilene o in ghisa sferoidale o in acciaio rivestito esternamente in PEAD a calza per estrusione (1 caso), - sostituzione con materiali rivestiti internamente ed esternamente, - spurgo diffuso o localizzato delle condotte. Alcuni gestori segnalano l impossibilità di attuare azioni di protezione catodica a causa dell eccessiva eterogeneità della rete. Problemi di ricrescita microbiologica in rete Il proliferare di microrganismi in rete è un problema da tenere sotto controllo perché è causa di alterazioni nel colore dell acqua (opacità) e di un aumento della concentrazione di carica batterica nell acqua di rete. Il fenomeno della ricrescita biologica in rete risulta meno diffuso di quello della corrosione: in questo caso, infatti, i gestori che ne segnalano la presenza sono cinque su undici (Tabella 6). Il fenomeno presenta alcune caratteristiche comuni a tutti i gestori: - si manifesta in maniera più accentuata in estate, cioè nei mesi caldi dell anno, principalmente per due ragioni: - la minore richiesta o minore disponibilità di acqua determina maggiori tempi di permanenza in rete, - la maggiore temperatura incrementa la ricrescita di batteri; - si presenta con maggiore evidenza nei tratti terminali della rete, dove l acqua tende a stagnare per la presenza di un numero poco significativo di utenze; - si manifesta prevalentemente sulle condotte in materiale plastico e talvolta su quelle in acciaio; - si verifica per la presenza di microrganismi, in modo particolare di ferrobatteri, che in alcuni casi sono responsabili della corrosione.
Le informazioni raccolte sembrano suggerire che in poco più della metà delle situazioni analizzate la normale disinfezione finale sia sufficiente a contrastare l insorgere di fenomeni di biofilm e biofouling. Nei restanti casi l intervento principale dei gestori è di tipo preventivo, e viene eseguito nei seguenti modi: - tramite uno spurgo generale della rete con reagenti disinfettanti a seguito delle prime avvisaglie (leggero aumento di concentrazione dei parametri microbiologici), - tramite flussaggio dell acqua, cioè lasciando scorrere l acqua dalle fontanelle pubbliche in modo da creare un continuo movimento dell acqua (solo un caso segnalato). Tabella 6 Casi di sviluppo di ricrescita biologica in rete MATERIALI TECNICHE PREVENTIVE TECNICHE RISANAMENTO METALLICI PLASTICI CEMENTIZI RICRESCITA BIOLOGICA SPURGO FLUSSAGGIO CLORAZIONE MIRATA A x - - - - - - B x x x x x x x C x x x x D x x x - - - - E - x - x x x F x x x - - - - G x x x - - - - H x x - x x I x x - - - - - L x x x x M x x - - - - - Qualora il fenomeno sfugga al controllo del gestore, l intervento di ripristino avviene mediante una clorazione spinta e mirata, cioè applicata ai soli tratti interessati. In questi casi il gestore viene a conoscenza del fenomeno a seguito di lamentele da parte delle utenze. Presenza di sottoprodotti di disinfezione nell acqua di rete In totale i gestori che impiegano biossido di cloro in disinfezione finale sono sette (Tabella 7). Di questi, quattro dichiarano una concentrazione di cloriti nell acqua di rete inferiore al limite che entrerà in vigore dal 25 dicembre 2006, ovvero 200 g/l; un solo gestore dichiara una concentrazione di cloriti in uscita dall impianto di potabilizzazione superiore a tale limite ma comunque rientrante in quello attualmente in vigore (800 g/l); i restanti due gestori non hanno fornito alcun valore per tale parametro. Da quanto sopra sembrerebbe che quasi tutti i gestori che impiegano biossido non dovrebbero incontrare difficoltà una volta entrato in vigore il futuro limite; tuttavia più di uno segnala talvolta il raggiungimento di valori di clorito in rete intorno ai 300 g/l o superiori. In questi casi si interviene o settorializzando il dosaggio di disinfettante in funzione del tratto di rete servita, oppure dosando biossido in concentrazioni più basse, con il rischio però di non garantire un adeguata copertura per l intera rete, oppure prevedendo la sostituzione dell impianto esistente con altre tipologie di disinfezione. I gestori che impiegano ipoclorito di sodio in disinfezione finale sono quattro. Di essi solo A ha dichiarato un valore per i trialometani totali (THM), mentre i restanti tre non hanno dichiarato alcun valore. Si nota inoltre che ne hanno ricercato la presenza in rete anche i gestori B e F, seppur non adoperino l ipoclorito come disinfettante finale. Le concentrazioni dichiarate risultano in tutti i casi ben al di sotto del limite fissato dal D.Lgs 31/01 (pari a 30 g/l).
Tabella 7 Casi di superamento dei limiti per Disinfection By-Products (DBPs) DISINFEZIONE FINALE DBPs - ClO ClO 2 NaClO 2 THM [µg/l] [µg/l] A x x 505* <0,01 B x 130 <0,5 C - - - - D x nd E x nd F - - <0,5 G x x <11,3 nd H x x nd nd I x 107 L - - - - M x 156 * valore registrato all uscita dall impianto nd = valore non dichiarato Parametri rilasciati nella rete di distribuzione Nessun gestore segnala la presenza nell acqua di rete di sostanze rilasciate dai materiali di cui sono costituite le reti. Altre problematiche Il principale fattore di lamentela da parte dell utenza è la percezione di odore di cloro al rubinetto; in questi casi il gestore interviene abbassando il dosaggio di disinfettante in disinfezione finale. Altri gestori indicano che alle volte l utenza lamenta presenza di cattivi odori nell acqua (ad es. odore di pesce o di petrolio), specie quando viene impiegato biossido di cloro in disinfezione finale e nei tratti terminali in cui l acqua ristagna per un po di tempo; in questo caso il gestore interviene con spurghi localizzati. 3 CONCLUSIONI I risultati ottenuti dall indagine condotta dal Gruppo di Lavoro, che ha avuto come oggetto alcune significative realtà gestionali del Piemonte e della Lombardia, forniscono una panoramica delle principali problematiche che un gestore di un sistema di distribuzione di acqua potabile è chiamato ad affrontare. Per quanto riguarda le caratteristiche di qualità dell acqua in rete e la conformità ai requisiti del D. Lgs 31/01 non si riscontrano evidenti problemi; in genere, infatti, la fonte di approvvigionamento è costituita da falda profonda (da 90 a 180 m), che presenta normalmente una buona qualità chimica e microbiologica. Tuttavia, proprio a causa della profondità di attingimento, si rileva talvolta la presenza di ferro e manganese in concentrazioni abbastanza elevate; in questi casi è presente un impianto di trattamento mirato al loro abbattimento. L indagine evidenzia che il problema maggiormente diffuso fra i gestori contattati è quello della corrosione, che colpisce alcune reti in acciaio e vecchi tubi in ferro. In presenza di tale fenomeno l intervento più comune è di tipo riabilitativo, ovvero di sostituzione dei tratti usurati con materiale plastico oppure dotati di rivestimento interno ed esterno. Alcuni gestori intervengono in maniera preventiva attivando un sistema di protezione catodica della rete. Meno diffuso, ma non meno importante, è il fenomeno della ricrescita biologica, che si manifesta principalmente nei tratti terminali delle tubazioni (soprattutto in materiale plastico), e con maggiore evidenza nella stagione estiva. A fronte di questo problema, il gestore interviene con azioni preventive quali spurghi programmati e flussaggio dell acqua dalle fontanelle pubbliche, e con azioni riabilitative (nel caso il fenomeno sfugga al suo controllo e l utenza lamenti alterazioni nella qualità dell acqua, come presenza di torbidità o di colore) quali clorazione mirata, spurghi localizzati e lavaggio con soluzioni acide.
In relazione alla presenza di sottoprodotti di disinfezione nell acqua di rete, l unico parametro risultato alle volte critico è il clorito (sottoprodotto della disinfezione con biossido di cloro), che non supera in nessun caso il limite attualmente vigente di 800 µg/l, ma che talvolta eccede il limite di 200 µg/l previsto dal D.Lgs. 31/01 a partire dal 25 dicembre 2006. In caso di supermento di tale limite il gestore interviene settorializzando il dosaggio di disinfettante in funzione del tratto di rete servita, oppure dosando biossido in concentrazioni più basse. Ringraziamenti Si ringraziano i gestori che hanno attivamente collaborato all indagine: AMAG (AL), AMC (AL), AMIAS (AL), ASP (Asti), ASM (BS), ASV (BS), BAS (BG), CONSORZIO GARDA UNO (BS), EURODEPURATORI (MN), INDECAST (MN), SISAM (MN). Si ringrazia inoltre Gloria Falanga per il contributo dato allo svolgimento dell indagine e all elaborazione dei dati nell ambito della sua tesi di laurea.