Anno accademico 2018-2019 Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE Renato Ferlinghetti Università degli Studi di Bergamo Centro Studi Sul Territorio (CST) L. Pagani Bergamo, 8 novembre 2018
Il nostro percorso disciplinare modulo di Geografia urbana La geografia scienza dell umanizzazione della Terra Il processo di territorializzazione La varietà della geografia Leggere una città, il caso di Bergamo Il caleidoscopio urbano: tanti modi di essere città Dalla campagna alla città: l urbanizzazione del mondo Dalla città alla campagna: espansione e dispersione urbana Profilo storico urbanistico di Bergamo Funzioni e crescita delle città Ambiente e paesaggio Sistemi territoriali urbani e reti di città Politiche urbane Le città del mondo: Singapore la città del futuro? 1 Attività sperimentale La territorializzazione dell area di Palazzo Baroni, dal luogo di Formazione alla formazione del luogo;
Una giornata geo-storica, Convegno Transumanze, oltre gli stereotipi della montagna e della pianura. Bergamo e S. Giovanni Bianco 26-27 ottobre
Valmarina uno dei cuori caldi della città
Dentro le istituzioni e i luoghi, superando gli attentati domestici
Convegno Transumanze, oltre gli stereotipi della montagna e della pianura. Bergamo e S. Giovanni Bianco 26-27 ottobre
Ho visto anche delle mucche felici e tutto finisce sempre a tarallucci e vino
La carta del Manzini (1816), sulle tracce delle Muraine Muraine
Sulle tracce delle Muraine, grazie alla carta del Manzini (1816)
La carta del Manzini (1816), sulle tracce delle Muraine
Sulle tracce delle Muraine, grazie alla carta del Manzini (1816)
Le mura bastionate alla moderna, un rivoluzionario trauma urbano
Le mura bastionate cinquecentesche un violentissimo trauma urbano generatore di specifiche qualità urbane Bergamo nella carta di Alvise Cima (1643 1710), la rappresentazione di un trauma urbano
Le mura cinquecentesche il principale trauma urbano della città
Le mura cinquecentesche il principale trauma urbano della città R. Ferlinghetti, Spazi verdi ed evoluzione del paesaggio urbano a Bergamo. Una sintesi geografica, in M.A.Breda, M.C. Zerbi ( a cura di), Rinverdiamo la città. Paerchi, orti e giardini, Giappichelli, Torinio 2013, pp. 286-331
Dalla città fortificata alla città fortezza, un trauma che costringe a una riorganizzazione delle funzioni urbane
La Bergamo veneziana, una città plurimurata: quelle medievali, le muraine le mura cinquecentesache
La Bergamo Settecentesca, un labirinto di fortificazioni L ecclettico studioso settecentesco Ferdinando Caccia, filologo e architetto, nel suo Trattato sulle fortificazioni ebbe a scrivere che Bergamo era un labirinto di fortificazioni. La città era infatti percorsa da una triplice cortina difensiva. Quella Antica sul colle di origine medievale e romana, ormai priva di ogni funzione i cui pochi lacerti la rendevano vaga, curiosa e pittoresca. Le Muraine formavano la cinta Vecchia, orrida e malinconica, ormai inadatta alla difesa. La cinta medievale era stata così convertita in barriera daziaria. Il suo andamento, però, permetteva di riconoscere ancora la pianta palmare della città. Infine la Cinta Nuova, definita dal Caccia Suntuosa, magnifica e maestosa. Dopo due secoli i traumi urbani generati dalla fortezza di monte si erano ormai in gran parte riassorbiti e il vasto apparato difensivo cinquecentesco iniziava a dispensare sensazioni di bellezza, magnificenza e maestosità, qualità che ancora oggi lo contraddistinguono.
Altri segni urbani del periodo veneziano. La realizzazione di un nuovo centro finanziario commerciale per la città Piazza Nuova (1520), l attuale piazza Mascheroni, la piazza commerciale, sede dei notai, del mercato dei cereali, dei giochi e dei tornei.
Piazza Mascheoni la più pensata, ma la meno sentita. Fra le piazze di Bergamo è quella di geometria più rigorosa: è rettangolare, con un buon palazzo settecentesco sul fondo; due quinte di edifici la chiudono sui lati lunghi,, il quarto lato è definito non da edifici, ma dal panorama sulla catena delle Prealpi, che appare sopra il muro di cinta di un orto. Di fronte al giardinetto, sta l alta e nuda parete della Cittadella, liberata da sovrastrutture in un recente passato. Un pozzo con vera settecentesca è nel settore dove sono allineati gli olmi siberiani. V. Zanella, Bergamo Città, 1971
La Fiera di Bergamo.dal 903 La Fiera di Bergamo nel prato di S. Alessandro era antichissima e vi affluivano mercanti anche d oltre confine. Nel 903 (?) Berengario I donava il terreno al vescovo Adalberto che nel 913 lo cedeva ai Canonici di San Vincenzo e da questi passo nel 1438 al comune di Bergamo. Il comune cedette successivamente i suoi diritti di dazio all ospedale di S. Marco di Bergamo. Il Senato Veneto riconobbe i vantaggi della grande Fiera concedendole nel 1560 l esenzione da tutti i dazi per otto giorni e della metà dei dazi per altri quattro. La franchigia tanto ne accrebbe la ricchezza e la frequenza che l 11 gennaio 1732 gli Anziani della città «nello scopo d assicurare da gravi danni le mercanzie decretarono che sopra il prato di San Alessandro di ragione del comune di Bergamo, alle botteghe amovibili solite ad erigersi per l esercizio della fiera fossero sostituite cinquecentoquaranta botteghe di pietra»
La Fiera di Bergamo, una delle manifestazioni commerciali più importanti d Europa
Una nuova centralità urbana generata nel periodo veneziano Realizzazione a monte del Prato detto di S. Alessandro del grande edificio della Fiera (1734-1740) Il grandioso corpo di fabbrica della Fiera, realizzato da Giambattista Caniana (1671-1754) era intersecato da nove strade interne longitudinali e cinque trasversali e raccoglieva 540 botteghe strutturate in pianterreno e un ammezzato per alloggio. Sui quattro lati della Fiera di innalzavano i Torresini destinati ai corpo di guardia e uffici direttivi. Le dodici porte, tre per lato, erano chiuse da cancelli di ferro durante l anno quando le botteghe erano vuote e disabitate. Al centro della Fiera vi era uno spazio aperto con fontana, tuttora esistente (Piazza Dante). La Fiera era aperta per l intero mese di Agosto e vedeva affluire decine di migliaia di commercianti italiani e stranieri
La fiera in muratura di Bergamo, la struttura interna: nove viali longitudinali, cinque trasversali, tre accessi per lato
La Fiera di Bergamo il motore economico del bergamasco per oltre mille anni L'elevato afflusso (circa 16.000 persone alla fine del Settecento) connota il periodo della Fiera di Sant'Alessandro quale occasione di intensa vita sociale: processioni religiose, spettacoli teatrali, concerti, intrattenimenti circensi compongono un fitto calendario di appuntamenti. In strutture provvisorie si collocano giostre, serragli, tiro a segno, burattinai e "meraviglie" varie, tra cui anche, alla fine dell'ottocento, fotografia e proiezione di immagini in movimento. Per ospitare le iniziative di maggior rilievo viene edificato nel 1770, tra il Sentierone e le Muraine, il teatro stabile Bolognesi in legno, ricostruito in muratura negli anni 1786-1799 con il nome di Riccardi e poi ristrutturato nel 1897 con il nome di Teatro Donizetti, dedicato all'omonimo compositore. Altre strutture stabili sorgono intorno a Piazza Baroni sul finire dell'ottocento per commedie, operette, balletti e spettacoli di circo e varietà: Teatro Ernesto Rossi, Politeama Givoli e Teatro nuovo
Piazza Dante, il cuore della vecchia Fiera di Bergamo
La nuova fiera, una nuova centralità urbana di peso urbanistico
Profilo-storico urbanistico della città di Bergamo Come? La fase romana La fase longobarda e carolingia La fase comunale La fase delle Signorie La fase veneta La fase napoleonica La fase austriaca La fase sabauda La fase novecentesca e repubblicana La fase attuale (XXI sec.)
Profilo-storico urbanistico della città di Bergamo Il Periodo Napoleonico (1797-1814). Bergamo si rivolge a Milano Matura un cambiamento nell atteggiamento con cui si guarda la città: rinnovata esigenza conoscitiva (primo rilevamento catastale della città e del suo territorio), nuovo modo d apparire della città (nuove scene urbane sulla base dei nuovi interventi urbanistici e edilizi, idea di decoro civile) Uso civile di spazi urbani; soppressione di monasteri e conventi, molti dei qual non più risorti, con ridefinizione funzionale di numerosi volumi della città. Abbellimento di Porta Osio, realizzazione dei ponti in muratura di accesso alle porte della città storica, laicizzazione delle strutture di assistenza (apertura di scuole pubbliche: Liceo Dipartimentale, Istituto Musicale, Biblioteca, Accademie, ecc.), realizzazione della sede dell Ateneo di Bergamo, Teatro Sociale (1806-1809), Accademia Carrara (1810), Teatro Riccardi (1799) Alberatura delle mura da P. S. Giacomo a S. Agostino e via di collegamento sulle mura Realizzazione dei cimiteri all esterno della cinta muraria ed evoluzione funzionale degli spazi aperti cimiteriali nel Novecento
La Bergamo napoleonica: una città che si rappresenta da un inedito punto di vista dall alto (vista zenitale).anche le carte mentono!! Piazzetta del Delfino Giardini, come quelli rappresentati non sono mai esistiti! Borgo Pignolo, stralcio del Catasto Napoleonico della città di Bergamo
La rappresentazione della città napoleonica, un inedito punto di vista Produzione della nuova carta della città (Manzini, 1816) Sforzo di qualificare la città come polo coordinatore di un intorno territoriale più vasto, per rispondere alle attese di quei ceti urbani emergenti che sul potenziamento dell economia cittadina fondavano le loro aspirazioni di egemonia sociale. Ampliamento dell area comunale (1809) mediante l aggregazione di 28 comuni contermini; la città passa dai 24.459 del 1804 ai 41.663 dopo l attuazione del provvedimento.
Bergamo, la città napoleonica la realizzazione di una città verde, bella, moderna ed efficiente http://alessandra-creativefamily.blogspot.com/2011/02/bergamo-
La città Ottocentesca, una città verde che maschera sé stessa. La piantumazione del Colle di S. Vigilio annulla visivamente il terzo piano della città
Il Colle di S. Vigilio il terzo piano della città, un orizzonte ora mascherato
Le mura cinquecentesche vengono piantumate con platani e ippocastani e da struttura militare di contrapposizione si trasformano in un paesaggio di pace e di socializzazione
Le mura veneziane oggi ancora luogo aperto d incontro
La città alberata il frutto della città napoleonica
L esito del periodo napoleonico, una città verde, efficiente, ricca di decoro e di nuovi servizi sociali, amministrativi, fiscali e culturali
Profilo-storico urbanistico della città di Bergamo Come? La fase romana La fase longobarda e carolingia La fase comunale La fase delle Signorie La fase veneta La fase napoleonica La fase austriaca La fase sabauda La fase novecentesca e repubblicana La fase attuale (XXI sec.)
Profilo-storico urbanistico della città di Bergamo Il periodo austriaco (1815-1859) Nuovo rapporto di Bergamo e della sua provincia con la Regione Lombardia e conferma la gerarchizzazione su Milano Compimento delle trasformazioni della struttura urbana avviate nel periodo napoleonico Ribaltamento delle gerarchie topografiche interne: le funzioni urbane scivolano al piano Porta Nuova (1837), realizzazione della via Ferdinandea (1845), realizzazione della stazione, viale della stazione (1857), Palazzo del Ginnasio-Liceo P. Sarpi 1846. Avvio dell industrializzazione urbana e collocazione degli edifici produttivi lungo i corsi d acqua che circondano il percorso delle Muraine. Scuola pubblica di Tre Passi (1826-1828), Chiesa di S. Andrea (1840) e S. Anna (1841), Nuovo Seminario (Modelli neoclassici)
Arriva l imperatore un nuovo viale alberato, una nuova porta e l avvio dello sdoppiamento della città
Ferdinando I d'asburgo-lorena, nome completo Ferdinando Carlo Leopoldo Giuseppe Francesco Marcellino d'asburgo-lorena (Vienna, 19 aprile 1793 Praga 29 giugno 1875, fu imperatore d'austria e re d'ungheria (come Ferdinando V) [ dal 2 marzo 1835 al 2 dicembre 1848. Ferfinando I, un imperatore debole, ma fortunato
La Via Ferdinandea, la spina dorsale della nuova città ottocentesca
Porta Nuova la nuova via d accesso alla città (arch. Cusi, 1837)
Porta Nuova: un doppio sguardo sulla città
Porta Nuova: un doppio sguardo sulla città
L arrivo della stazione prolunga la Via Ferdinandea verso sud e dilata la città al piano
Profilo-storico urbanistico della città di Bergamo Periodo Lombardo-Veneto Una periferia che si fa subito centralità urbana 1857 Stazione Ferroviaria, Viale della Stazione (viale alberato di 30 m considerato di ampiezza eccessiva per il minimo traffico dell epoca).
La Ferrovia a Bergamo, il completamento della spina dorsale della futura Città Bassa
Inizia lo sviluppo di Città Bassa, la città moderna 1855-58 (arch. F. Lodi), edificazione del Palazzetto di via Torquato Tasso come sede della Prefettura, quindi istituto Tecnico Governativo e dal 1973 al 1933 sede del Municipio dal 1948 biblioteca comunale.
Il Periodo Lombardo-Veneto: l inizio della discesa urbana Nel periodo austriaco finisce la crescita e lo sviluppo di Città alta e diviene dominante lo scivolamento delle funzioni direttive al piano e il conseguente sviluppo di città bassa 1825-1840 realizzazione del Palazzo Frizzoni, nel 1927 Enrico Frizzoni lo destinerà a sede comunale. Dal 1933 sede del Municipio. 1837 apertura di Porta Nuova nelle Muraine, le mura daziali medioevali, disegnata da Giuseppe Cusi e realizzata da Antonio Pagnoncelli 1837, realizzazione nei pressi di Porta Nuova della Casa di ricovero dei poveri, poi sede del Piccolo Credito Bergamasco. 1857 Stazione Ferroviaria, Viale della Stazione (viale alberato di 30 m considerato di ampiezza eccessiva per il minimo traffico dell epoca). Palazzo della Pretura 1852-1854, ora Palazzo degli Uffici comunali, sorto sui capannoni del Comando di Piazza
La città nuova ai piedi della città storica Sotto Palazzo degli Uffici comunali, già Palazzo della Pretura 1852-54, sorto sui capannoni del Comando di Piazza Sopra Palazzo Frizzoni, realizzato da Rodolfo Vantini sull area del 500 convento di S. Lucia e S. Agata
La città nuova ai piedi della città storica Porta Nuova, aperta nelle Muraine, le mura daziali medioevali, disegnata da Giuseppe Cusi e realizzata nel 1837 Antonio Pagnoncelli La casa dei Poveri, poi sede bancaria, realizzata sul soppresso convento dei Francescani osservanti