i INTRODUZIONE 1. Considerazioni preliminari sul difficile processo di valorizzazione di un sistema autonomistico che oscilla tra regionalismo e municipalismo... 1 2. Riflessioni sull opportunità di implementare un sistema integrato tra la Regione e gli enti locali... 4 3. Osservazioni sulla legislazione regionale di disciplina di organismi, procedure e strumenti di collaborazione tra Regione ed enti locali. In particolare: gli innovativi modelli organizzativi regionali del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali... 5 4. La valorizzazione di un sistema maggiormente integrato tra Regioni e autonomie locali come risposta alla crisi economica... 7 CAPITOLO I IL NUOVO RUOLO DELLA REGIONE NELL AMBITO DI UN SISTEMA ISTITUZIONALE POLICENTRICO. PROFILI PROBLEMATICI 1. Il policentrismo istituzionale tendenzialmente paritario introdotto dalla riforma del Titolo V della Costituzione... 12 2. Lo sviluppo del principio autonomistico nell ambito di un sistema istituzionale pluralistico... 21 3. Il rafforzamento del ruolo di governo della Regione nel nuovo quadro costituzionale e nei recenti provvedimenti di attuazione del Titolo V... 29 3.1. Il ruolo della Regione nella riorganizzazione del sistema amministrativo... 33 3.1.1. Segue: la problematica allocazione delle funzioni amministrative presso gli enti locali a fronte dell incerto processo di attuazione del Titolo V (ovvero l avvio del federalismo fiscale in assenza della determinazione, da parte dello Stato, delle funzioni fondamentali degli enti locali)... 38 3.1.2. Segue: la difficoltà delle Regioni a contemperare l esigenza di una valorizzazione delle differenze, attraverso il conferimento di funzioni amministrative agli enti locali, e quella di una tutela uniforme dei diritti... 43 3.2. Il ruolo della Regione nella definizione dell ordinamento e dell organizzazione regionale e locale: non più solo una disciplina uniforme dell ordinamento degli enti locali... 47
VIII 3.2.1. Segue: a) la competenza regionale in materia di organizzazione e svolgimento delle funzioni degli enti locali... 51 3.2.2. Segue: b) la competenza regionale in materia di organizzazione delle funzioni a livello sovracomunale e di forme associative degli enti locali attribuita dalla riforma costituzionale... 56 3.2.2.1. Segue: la tendenza della recente legislazione statale a consolidare il livello sovracomunale: in particolare, l obbligo di esercizio associato delle funzioni per i piccoli Comuni... 60 3.2.2.2. Segue: le criticità della disciplina statale che impone l associazionismo comunale... 63 3.2.2.3. Segue: le difficoltà ad individuare il titolo di legittimazione dello Stato a disciplinare forme obbligatorie di associazionismo... 64 3.2.2.4. Segue: i profili problematici di una disciplina statale uniforme dell associazionismo comunale. I limitati spazi riconosciuti alla Regione e l impatto sull attuale disciplina regionale... 66 3.2.2.5. Le difficoltà delle Regioni a disciplinare forme associative nei casi non disciplinati dai recenti provvedimenti statali... 69 3.2.3. Segue: c) la competenza regionale in materia di ordinamento di enti non dotati di autonomia costituzionale e di altri soggetti destinatari di funzioni amministrative. In particolare: la competenza regionale a riordinare le Comunità montane... 70 3.3. Il ruolo della Regione nella determinazione del sistema finanziario e tributario locale nel nuovo Titolo V... 77 3.3.1. Segue:... secondo la giurisprudenza ( restrittiva ) della Corte costituzionale... 84 3.3.2. Segue: e nella cd. Legge sul Federalismo fiscale... 88 3.4. La possibile valorizzazione delle funzioni regionali di indirizzo, programmazione e coordinamento per una mediazione dei diversi interessi locali... 96 3.5. La delicata attività regionale di verifica dell azione degli enti locali... 100 3.6. La valutazione regionale dell attività locale finalizzata all esercizio del potere sostitutivo... 102 CAPITOLO II LA NECESSARIA INTEGRAZIONE TRA REGIONI E AUTONOMIE LOCALI PER FAR FRONTE ALLA PROBLEMATICA REALIZZAZIONE DI UN POLICENTRISMO ISTITUZIONALE E DI UN INDEFINITO MODELLO AUTONOMISTICO 1. La difficile realizzazione di un pluralismo istituzionale in un sistema autonomistico dalla doppia anima: regionale e municipale... 106
IX 2. I rischi di un assetto triangolare dei poteri nel quadro di un indefinito sistema autonomistico: l oscillazione tra centralismo, municipalismo e neo-regionalismo e l incapacità della Regione di governare... 112 3. Le difficili relazioni tra Regione ed enti locali prima della riforma del 2001: l annoso problema del regionalismo italiano... 114 4. La complessità dei rapporti tra Regione ed enti locali nel nuovo Titolo V della Costituzione... 120 5. La collaborazione tra Regione ed enti locali quale condizione imprescindibile per una reale valorizzazione del sistema delle autonomie... 122 5.1. Le ragioni che impongono un potenziamento dei rapporti Regione-enti locali... 123 6. La valorizzazione del principio di leale collaborazione tra Regione ed enti locali da parte della giurisprudenza costituzionale... 132 7. L inadeguata disciplina statutaria del sistema dei rapporti tra Regione ed autonomie locali... 134 8. La necessaria collaborazione tra Regione ed enti locali nei diversi processi decisionali regionali... 143 8.1. I presupposti per la realizzazione di modelli decisionali maggiormente condivisi: una razionalizzazione del territorio e un implementazione di sistemi decisionali flessibili... 146 9. I processi decisionali regionali che richiedono la partecipazione degli enti locali... 147 9.1. La partecipazione degli enti locali all esercizio della funzione legislativa regionale... 148 9.1.1. Segue: la partecipazione all approvazione delle leggi di riorganizzazione delle funzioni amministrative... 148 9.1.2. Segue: la partecipazione all approvazione delle leggi di disciplina dell ordinamento locale e, in particolare, di organizzazione e svolgimento delle funzioni amministrative... 154 9.1.3. Segue: la partecipazione all approvazione delle leggi di disciplina della finanza locale... 159 9.2. La partecipazione degli enti locali all elaborazione di atti di indirizzo politico, di programmazione e coordinamento regionale... 162 9.3. La partecipazione degli enti locali alle decisioni regionali relative alle modalità di verifica e di sostituzione nei loro confronti... 163 10. Il limite del sistema collaborativo tra Regioni ed enti locali: la concreta implementazione in assenza di un apposita disciplina costituzionale dipende esclusivamente dalla volontà di questi enti... 164 CAPITOLO III ORGANISMI, PROCEDURE E STRUMENTI DI COLLABORAZIONE E INTEGRAZIONE TRA REGIONI ED AUTONOMIE LOCALI 1. La legislazione regionale volta a valorizzare forme di collaborazione e integrazione tra Regioni ed enti locali... 169
X 2. La disciplina di organismi istituzionali di raccordo tra Regione ed enti locali. In particolare: la disciplina statutaria e legislativa regionale del Consiglio delle autonomie locali... 174 2.1. La definizione del ruolo del CAL. In particolare: la qualificazione del CAL quale organo prevalentemente consultivo... 178 2.2. L individuazione delle funzioni del CAL. Nello specifico: l attribuzione di poteri consultivi e la loro incidenza sulle deliberazioni degli organi regionali 186 2.3. L effettivo coinvolgimento del CAL nei processi decisionali regionali... 189 3. Alcuni interventi del legislatore regionale aventi ad oggetto strumenti informali di raccordo con il sistema delle autonomie... 193 4. La normativa di valorizzazione della partecipazione degli enti locali ai procedimenti amministrativi regionali... 194 4.1. Le tipologie di Conferenze di servizi e il loro impatto sulla concertazione tra amministrazioni regionali e locali... 196 4.2. Gli Accordi di programma tra Regioni ed enti locali... 201 5. Il variegato panorama normativo regionale di disciplina di forme partecipate di programmazione... 203 6. Considerazioni di sintesi sugli strumenti e sulle modalità di collaborazione e integrazione Regioni-enti locali contenuti nelle discipline regionali: un occasione mancata per valorizzare appieno le potenzialità di un sistema istituzionale integrato?... 211 7. Alcune proposte per garantire un maggior grado di integrazione Regioni-enti locali. In particolare: la valorizzazione di modalità concertative con i livelli subregionali, finalizzate all adozione di atti, politiche e obiettivi condivisi, tra potenzialità e difficoltà di realizzazione... 217 CAPITOLO IV NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI REGIONALI DEL SISTEMA INTEGRATO DEGLI INTERVENTI E DEI SERVIZI SOCIALI 1. Cenni introduttivi. Nuovi modelli organizzativi regionali per governare il processo di territorializzazione del welfare... 223 2. Prospettive di governance dei servizi sociali nella normativa statale precedente la riforma del Titolo V della Costituzione... 226 3. Nuovi spazi per una disciplina regionale dell organizzazione del welfare locale nel rinnovato contesto costituzionale... 234 4. Il ruolo della Regione quale ente di governo del sistema dei servizi sociali... 241 5. La necessità di strategie organizzative innovative per garantire uniformità e differenziazione nell erogazione dei servizi sociali e per razionalizzare la spesa: nuovi scenari e aspetti problematici... 249 6. Le forme di governance del sistema di organizzazione, programmazione ed erogazione dei servizi sociali nella legislazione regionale... 252 6.1. Le nuove soluzioni organizzative nel settore socio-assistenziale... 254 6.2. Il coordinamento delle politiche sociali attraverso una programmazione partecipata degli interventi... 259
XI 6.3. Le innovative modalità di gestione integrata dei servizi sociali... 272 6.4. I differenti sistemi regionali di finanziamento delle politiche sociali e le incertezze legate al processo di attuazione del federalismo fiscale... 280 6.5. Gli strumenti di valutazione del sistema integrato dei servizi sociali e i poteri sanzionatori e sostitutivi regionali... 283 7. Alcune osservazioni sulla recente legislazione regionale sui servizi sociali... 286 CAPITOLO V LE INCERTEZZE SULL'ATTUAZIONE DELLA RIFORMA DEL TITOLO V E GLI EFFETTI DELLA LEGISLAZIONE VOLTA A FRONTEGGIARE LA CRISI ECONOMICO-FINANZIARIA 1. L impatto della crisi economico-finanziaria sul sistema delle autonomie... 289 1.1. La crisi come giustificazione per una disciplina statale uniforme del sistema amministrativo territoriale... 291 1.2. L incongruenza del progetto di riordino dei livelli di governo sovracomunali 297 2. Gli aspetti problematici della disciplina che ridisegna l attuale assetto delle Province... 300 2.1. I profili di incostituzionalità delle norme che fanno venir meno la natura di ente direttamente rappresentativo della Provincia e che prevedono uno svuotamento delle proprie funzioni amministrative... 300 2.2. Le criticità legate alla concreta attuazione delle disposizioni sul riordino delle Province. In particolare: le problematiche connesse alla cessazione delle funzioni amministrative provinciali... 302 2.3. Le possibili conseguenze di una difficoltà regionale a riallocare le funzioni amministrative attualmente esercitate dalle Province e le ipotesi di ricorso all amministrazione indiretta (tramite enti strumentali, aziende, agenzie e partecipazione a società per azioni) e ai privati... 305 3. La miopia del legislatore nei recenti provvedimenti finanziari: ovvero quando la razionalizzazione della spesa pubblica non persegue né la semplificazione né l efficienza dell amministrazione... 309 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE. LE POTENZIALITÀ DI UN SISTEMA INTEGRATO REGIONI-AUTONOMIE LOCALI FRA TRANSIZIONE E PROSPETTIVE DI SVILUPPO 1. Brevi osservazioni sulle potenzialità di un sistema maggiormente integrato tra Regioni e autonomie locali... 315 1.1. Il superamento delle conflittualità tra enti come condizione per una crescita economica... 316
XII 1.2. Le positive ricadute di un riordino territoriale, nell ottica di un sistema regionale integrato, sulla garanzia dei diritti... 321 Bibliografia delle opere citate... 327