- 5 - Reggio tra passato e presente Nell ultimo anno gli organi dirigenti dell Anpi provinciale hanno discusso, in più occasioni, della situazione economica e sociale e delle minacce per la democrazia del nostro paese. L appello mai più fascismi rivolto alle istituzioni democratiche e la conseguente raccolta delle firme da parte di 23 organizzazioni democratiche ha rappresentato un momento di mobilitazione molto importante. Molte sono state le riflessioni che abbiamo fatto. Abbiamo assistito ad uno sfruttamento esasperato e speculativo delle risorse del paese e, più in generale, del pianeta con un deterioramento della qualità della vita e con una incidenza sulle stesse condizioni climatiche. Abbiamo registrato profondissime contraddizioni con una crescente forbice delle disuguaglianze economiche e sociali, con un blocco della mobilità sociale che compromettono in concreto la pari dignità delle persone. Quasi il 7% delle famiglie italiane è coinvolta in uno stato di povertà assoluta che riguarda oltre 5 milioni di persone. Questa situazione è più diffusa nelle famiglie numerose, nelle famiglie dei giovani, nel mezzogiorno del nostro paese e tra le donne. Si tratta di un fenomeno che si è accresciuto nell ultimo decennio a causa del procedere del processo di globalizzazione e di finanziarizzazione della economia. Le istituzioni finanziarie e le imprese multinazionali hanno raggiunto dimensioni tali da condizionare le economie ed anche i governi dei singoli paesi.
- 6 - La povertà non è solo mancanza di reddito o lavoro: è isolamento, è fragilità, è paura del futuro. La disuguaglianza è una violazione della dignità umana; è la negazione della possibilità che ciascuno possa sviluppare le proprie capacità. Le disuguaglianze crescenti sono state contemporaneamente la causa e l effetto, al tempo stesso, della grande crisi innescata dalla finanziarizzazione dell economia capitalistica, come ha scritto nel saggio globalizzazione e disuguaglianze Luciano Gallino. È proprio per mantenere la promessa fondamentale della giustizia e della libertà che una politica democratica ha il dovere di ridurre le vistose disuguaglianze esistenti. Le politiche riformiste non hanno saputo gestire la globalizzazione lasciando la totale libertà di movimento dei capitali. La difficoltà di accesso all istruzione continua ad essere tra i fattori che più influiscono sulla condizione di povertà. Le conseguenze delle disuguaglianze sono una minaccia per la tenuta dello stesso sistema democratico. La diminuzione della partecipazione alla politica e alle elezioni, la trasformazione dei partiti in macchine elettorali e la concentrazione dei mezzi di informazione sono mutamenti che incidono sul tenore e sulle caratteristiche della democrazia. La rinascita della politica dovrà ripartire dalla riacquisita capacità di ricoprire il suo ruolo di governo tramite la elaborazione di idee, progetti e programmi che mettano al centro i valori democratici e che dicano chiaramente quel che siamo e vogliamo essere come paese. Ma le caratteristiche del sistema economico italiano ed internazionale mostrano la debolezza delle sovranità nazionali. Nessun paese può pensare di dare una risposta autonoma viste le interconnessioni globali. L Europa è stata una scelta lungimirante ma non può limitarsi a dare risposte ai temi finanziari ed economici e non può essere egemonizzata da alcuni stati membri: quelli più forti. Siamo in presenza di profonde
- 7 - contraddizioni. Si registra, in sostanza, una internazionalizzazione della finanza e della economia e contemporaneamente una frantumazione dei movimenti per i diritti e per la tutela dei ceti subalterni. L Anpi vista la complessità della situazione e visto anche un diffuso clima di assuefazione e di tanti silenzi, rotti da alcune voci purtroppo isolate, ha deciso di aprire un confronto proponendo una cornice su Reggio. Ha deciso di favorire una riflessione ed un ripensarsi in una dimensione locale a tutte le forze democratiche partendo dalle radici del pensiero del socialismo Prampoliniana e del solidarismo cattolico per ragionare sulla situazione attuale, sugli scenari e sulle prospettive, sulle scelte, per un futuro migliore di come hanno vissuto i nostri padri e di come abbiamo vissuto noi. Per noi dell Anpi la riflessione parte dalle speranze, dalle aspirazioni, dai sogni e dalle illusioni che sono nate nelle menti dei partigiani durante la lotta di liberazione e che hanno poi trovato una decisiva sintesi nella Carta Costituzionale. La fine della guerra, con la fine della produzione bellica delle Officine Reggiane, portarono ad una profonda trasformazione della realtà sociale ed economica provinciale con una fase di ricostruzione prima e di boom economico poi che la hanno cambiata strutturalmente. La realtà reggiana ha mostrato una precisa distintività fino agli anni 70 caratterizzata da una forte vivacità economica con lo sviluppo delle piccole e medie imprese e si è qualificata sul piano sociale con la nascita dei vari servizi pubblici declinata in particolare dalle scuole dell infanzia e sul piano culturale da esperienze di grande rilievo in campo teatrale, dei musei e del sistema delle biblioteche. Il motore di questa profonda trasformazione è venuto dalle lotte del mondo del lavoro e dalle lotte per
- 8 - l affermazione dei diritti. Dalle lotte per il progresso. Un contributo singolare e determinate, per tanti aspetti, è venuto dalle donne e dai movimenti che sono venuti per l emancipazione femminile e la parità dei diritti. In quel processo, tumultuoso e tutt altro che lineare, si sono affermate forze e movimenti che hanno assunto un ruolo rilevante nella società reggiana. L Anpi è, e vuole continuare ad essere, portatore di un sistema di valori che hanno avuto origine nel confronto tra le forze che hanno dato vita alla lotta di liberazione di ispirazione comunista, socialista, cattolica e liberale. Quelle stesse forze che sono state protagoniste della elaborazione della carta costituzionale nella Assemblea Costituente, con i suoi valori e principi di libertà, giustizia e democrazia. Oggi, con la crisi dei partiti e l avvento dei social media, si sono aperti spazi di azione politica e sociale di nuove organizzazioni e di nuovi movimenti. Assistiamo anche ad una tendenza di crescita delle forze di destra non solo in Italia. Sono caduti gli storici blocchi contrapposti. È caduto il muro di Berlino. Le storiche ideologie hanno perso gran parte della loro attrattività. Oggi ci troviamo in una società che taluni studiosi hanno definito liquida. Siamo quindi in una fase politica di forti innovazioni e di svolta. Queste riflessioni ci hanno spinto ad aprire un confronto. Vorremmo favorire l analisi della dimensione storica delle tendenze in atto partendo dalla comprensione delle dinamiche che hanno portato ad una posizione egemonica della sinistra negli anni 50. Gli anni 60 70 hanno visto una saldatura tra la costruzione del welfare locale con le lotte per i diritti ed i temi del dibattito culturale. Dagli anni 70, con la nascita delle regioni, le dinamiche si sono articolate e sfilacciate, hanno preso diverse direzioni e si sono registrati dei contraccolpi. La caduta dei blocchi ha fatto
- 9 - venire meno storici punti di riferimento. Si sono messe in movimento nuove dinamiche sociali favorite da un lato dai processi di informatizzazione e dalle conseguenze della globalizzazione con il manifestarsi di processi di decentramento produttivo e di deindustrializzazione del nostro sistema produttivo. Tutti questi fatti hanno avuto pesanti conseguenze sulla rappresentanza politica al punto che nelle elezioni regionali del novembre 2014 l affluenza al voto in Emilia Romagna è stata solo del 37%. La realtà reggiana si è sviluppata con un tessuto economico caratterizzato da un diffuso insediamento di piccole e medie imprese e con la massiccia presenza di aziende cooperative. Questa realtà ha sofferto il procedere della globalizzazione e dei processi di internazionalizzazione dei mercati che con la crisi dell ultimo decennio ha registrato una contrazione produttiva ed un crollo delle grandi cooperative edili. La società reggiana ha saputo sviluppare alcuni punti di forza molto importanti ed ha saputo anche far emergere alcune eccellenze ma non è stata in grado di cogliere i segnali dell insediamento della mafia e della ndrangheta sul nostro territorio. La convinzione che abbiamo gli anticorpi per respingere queste infiltrazioni e la sottovalutazione di tanti segnali che si manifestavano ha permesso il dilagare di un tessuto malavitoso. Questo processo ha fatto si che da fenomeni di infiltrazione si sia passati ad una situazione di vera e propria integrazione nel tessuto economico e sociale come il recente processo Aemilia ha giustamente portato alla luce. Vorremmo favorire la comprensione della situazione in atto e sulle prospettive che abbiamo di fronte senza alcuna pretesa di dare risposte esaustive e tanto meno di dare la linea, come un tempo si diceva all interno delle forze politiche.
- 10 - Vogliamo stimolare il confronto offrendo, in apertura, alcuni contributi che hanno caratteristiche diverse tra di loro. Vogliamo anche sollecitare altri contributi e pensieri e favorire ulteriori momenti di confronto in città e nel territorio provinciale. Li vogliamo offrire, in primo luogo, alle istituzioni, alle forze politiche, ai sindacati e alle associazioni sociali e culturali per stimolare il confronto e sollecitare un approfondimento. Non intendiamo attivare alcun collegamento con le scadenze elettorali e con le scelte che i partiti andranno ad assumere prossimamente. L Anpi non è un partito né vuole diventarlo. Non spetta a noi definire delle soluzioni dei problemi e tanto meno fare scelte al posto dei partiti o appoggiare questa o quella coalizione. Vogliamo essere uno stimolo, un collante democratico. Intendiamo essere aperti a tutti i linguaggi. Vogliamo avere una grande attenzione ai più deboli, agli indifesi, a coloro che sono in difficoltà. Vogliamo esprimere attenzione verso la condizione delle donne che saranno quelle maggiormente colpite. Intendiamo valutare, senza pregiudizi, il merito delle risposte e le conseguenze che potranno produrre. L Anpi intende continuare ad operare agendo con la bussola storica della democrazia, della libertà e dello spirito mutualistico espresso modernamente nella società del terzo millennio. L Anpi intende continuare ad intrecciare la propria azione con la storia del paese. Ermete Fiaccadori Presidente A.N.P.I. Reggio Emilia