VADEMECUM AZIONE 1.1 SCAMBI DI GIOVANI



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Transcript:

VADEMECUM AZIONE 1.1 SCAMBI DI GIOVANI Il vademecum intende aiutare i promotori di Scambi di Giovani, in particolare i gruppi informali, nella definizione di un buon progetto, attraverso un processo logico di accompagnamento del lettore nelle tre macrofasi che lo caratterizzano: dall idea alla redazione del formulario di presentazione della domanda di sovvenzione, alla rendicontazione finale. Il vademecum non sostituisce in alcun modo la guida al Programma Gioventù in Azione che rimane il documento ufficiale della Commissione Europea cui dovete attenervi per la presentazione e realizzazione del progetto. Il presente opuscolo, da leggere solo dopo aver studiato con attenzione la guida ufficiale al Programma GiA, è così articolato: IDEAZIONE pag. 2 VALUTAZIONE EX-ANTE pag. 36 IDENTIFICAZIONE pag. 17 IL BUDGET pag. 32 VISIBILITÀ pag. 28 DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE pag. 30 Azione 1.1

IDEAZIONE Cosa bisogna sapere prima di iniziare Azione 1.1

CONOSCIAMO L AZIONE 1.1 Scambi di Giovani Gli Scambi di Giovani permettono a uno o più gruppi di giovani di essere ospitati da uno o più gruppi di altri Paesi per partecipare a un comune programma di attività. Questi progetti offrono ai giovani l'opportunità di progettare insieme il proprio scambio sulla base di un tema di interesse comune, di scoprire analogie e differenze e conoscere le reciproche culture. Questo tipo di esperienza, che vede i giovani protagonisti, può servire a combattere pregiudizi e stereotipi negativi e rappresenta un'opportunità unica di incontro tra gruppi di giovani. Gli scambi devono avere sempre una finalità pedagogica di apprendimento in un contesto non formale e si rivolgono a giovani di età compresa tra 13 e 25 anni residenti nei Paesi aderenti al Programma. Ciascuno scambio di giovani prevede un gruppo ospitante ( organizzazione ospitante ) e uno o più (a seconda che si tratti di scambio bilaterale, trilaterale o multilaterale) gruppi di partner ospitati ( organizzazione d invio ). Sia che partecipiate allo scambio come organizzazione ospitante che come organizzazione d invio, dovrete condividere con tutti i gruppi coinvolti ciascuna fase di elaborazione del progetto, a cominciare dalla sua ideazione e attività preparatorie. Nella fase di ideazione si intersecano e si sovrappongono due momenti che possono essere definiti di studio del programma Gioventù in Azione e di studio preliminare del progetto: studio del programma: è fondamentale familiarizzare con i principali documenti e linee guida del programma GiA, in modo da aver chiari quali sono gli obiettivi generali e specifici che si pone, le priorità sulle quali i progetti devono concentrarsi, quali soggetti/beneficiari possono essere coinvolti; studio preliminare dell idea: consiste nel definire a livello generale l obiettivo del progetto, il tema del progetto e le competenze/conoscenze da acquisire, l idea di come pensate di realizzarlo, le priorità del Programma a cui aderire, la composizione del gruppo dei partecipanti. Per quanto concerne la formazione del vostro gruppo di giovani - valutata ai fini della concessione della sovvenzione - ricordatevi di assicurare l equa partecipazione di genere (maschi/femmine) al progetto, di rispettare le disposizioni relative al numero dei partecipanti per gruppo, nonché l equilibrio numerico tra le parti (come da Guida al Programma ). Laddove motivato dalle finalità del vostro scambio, è possibile coinvolgere giovani con minori opportunità e/o con speciali necessità (mobilità, salute, culturali, economiche ecc.). Vi ricordiamo che un gruppo informale è un gruppo di giovani che si forma spontaneamente e che agisce collettivamente senza fini di lucro per perseguire, ad esempio, obiettivi o interessi comuni. Il gruppo informale non necessita, pertanto, di alcuna registrazione formale. In caso di richiesta della sovvenzione da parte di un gruppo informale, uno dei membri del gruppo assume il ruolo di rappresentante legale e la responsabilità di presentare domanda alla propria Agenzia Nazionale e di firmare l accordo di sovvenzione. Si raccomanda, in generale, che il ruolo di organizzazione coordinatrice (ovvero colei che presenta la domanda di sovvenzione) sia assunto dal gruppo/organizzazione/ente ospitante. In generale, lo Scambio di giovani dovrebbe privilegiare una tematica che i gruppi partner desiderano analizzare insieme a voi, quale ad esempio la comunicazione tra giovani, il dialogo interreligioso, la lotta contro la discriminazione, l uguaglianza di genere, la disabilità, il razzismo, il patrimonio culturale locale, l'ambiente, l educazione attraverso attività sportive, ecc. Il tema scelto dovrà poi essere tradotto in concrete attività quotidiane da svolgersi nel quadro dello scambio. Azione 1.1 3

Ricordate che l Azione Gioventù per l Europa intende incoraggiare i giovani ad una maggiore comprensione reciproca incentivandone la mobilità tramite il sostegno agli scambi e rafforzare il sentimento di cittadinanza europea finanziando iniziative, progetti e attività legate alla partecipazione dei giovani alla vita democratica. Tenendo presente questa premessa e la rilevanza delle parole-chiave sopra evidenziate, vi invitiamo a inquadrare il vostro progetto di Scambio di giovani nell ambito dell obiettivo generale di GiA che mira a promuovere la cittadinanza attiva dei giovani in generale, e in particolare la loro cittadinanza europea. Azione 1.1 4

CONOSCIAMO L OBIETTIVO GENERALE Promuovere la cittadinanza attiva dei giovani, in generale, e la loro cittadinanza europea in particolare L'obiettivo generale dell Azione 1 "Promuovere la cittadinanza attiva dei giovani" ha lo scopo di: dare la possibilità ai giovani e alle loro organizzazioni di partecipare allo sviluppo della società e dell'ue; sviluppare il loro sentimento di appartenenza all UE; incoraggiare la loro partecipazione alla vita democratica in Europa; rafforzare la loro mobilità in Europa; sviluppare l apprendimento interculturale; promuovere i valori fondamentali dell'ue; incoraggiare lo spirito d iniziativa, d imprenditorialità e di creatività; garantire la partecipazione al programma dei giovani svantaggiati, compresi i giovani disabili; assicurare e promuovere il principio di pari opportunità tra uomini e donne nella selezione dei partecipanti al programma; offrire possibilità di apprendimento informale e non formale avente una dimensione europea e creare possibilità innovative nel campo della cittadinanza attiva. Non esiste una definizione univoca di cittadinanza attiva. Una possibile che vi suggeriamo è la seguente: partecipazione e cittadinanza attiva significano avere i diritti, i mezzi, lo spazio e l opportunità - e, laddove necessario, il supporto - per partecipare alle decisioni prese in una comunità, influenzarle, e impegnarsi in azioni e attività che possano contribuire a costruire una società migliore. Nell ambito delle politiche giovanili viene data particolare importanza all acquisizione delle competenze necessarie per l esercizio della cittadinanza attiva tramite attività volontarie, con lo scopo non soltanto di aumentare le proprie conoscenze, ma anche di rafforzare le proprie motivazioni, la capacità e l esperienza pratica dell essere un cittadino attivo. Essere un cittadino attivo vuol dire anche possedere l autonomia necessaria per sviluppare ed esprimere le proprie idee e la propria identità. Ecco perché le politiche a favore dei giovani dovrebbero sostenerli nel divenire autonomi, intraprendenti, creativi, responsabili e solidali. Potrete iniziare la vostra riflessione cercando di definire il vostro concetto di essere europei, come vedete il futuro del continente di cui fate parte, cosa significhi per voi essere un cittadino europeo attivo e che cosa l Europa possa fare per le vostre comunità locali e per il vostro gruppo in particolare. Non trascurate neppure le criticità legate al concetto di cittadinanza europea, quali ad esempio le reali possibilità per un giovane di influenzare le decisioni a livello europeo, quali diritti è necessario rivendicare e quali responsabilità assumersi, se siete consapevoli o meno delle numerose opportunità legate alla mobilità europea, se ritenete che i giovani siano esclusi dai grandi dibattiti legati alla cittadinanza europea. Altro modo di affrontare l interazione individuo/comunità e il tema della cittadinanza è quello di guardare a essi dalla prospettiva del senso di appartenenza. L identità degli individui è precisamente ciò che li rende diversi da qualunque altra persona. L identità di ciascun individuo viene plasmata da appartenenze diverse. Potrete quindi chiedervi quali sono i vostri valori e in che modo li esprimete, quali sono i vostri principali sensi di appartenenza e in che modo interagite con le strutture culturali, sociali, politiche ed economiche e i sistemi delle vostre comunità. Azione 1.1 5

PER APPROFONDIRE Il sito del Dipartimento della gioventù http://www.gioventu.gov.it/ Il sito dell Agenzia Nazionale Giovani: http://www.agenziagiovani.it/home.aspx Il Portale europeo dei giovani: http://europa.eu/youth/index.cfm?l_id=it Il sito sulle politiche giovanili del Consiglio d Europa: http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/index.html The European Youth Forum: http://www.youthforum.org/ European Citizenship Portal: http://www.european-citizenship.org Una volta presa confidenza con il programma Gioventù in Azione, riflettete su come la vostra idea sia collegata alle priorità permanenti del Programma: cittadinanza europea, partecipazione dei giovani, diversità culturale, inserimento dei giovani con minori opportunità. Ricordate che non è necessario che la vostra idea progettuale aderisca obbligatoriamente a tutte le priorità del programma GiA così come a tutti gli obiettivi: identificate, pertanto, le tematiche realmente pertinenti alle finalità del vostro progetto! Azione 1.1 6

IL MOTORE DEL PROGRAMMA GIOVENTÙ IN AZIONE Le quattro priorità permanenti e l educazione non formale Le quattro priorità e l apprendimento non formale rappresentano i pilastri su cui si basa la costruzione del programma Gioventù in Azione; occorre dunque impadronirsi di questi concetti chiave per poter realizzare un iniziativa efficace. Come vedrete i temi affrontati sono fortemente legati tra loro. SUGGERIMENTI Privilegiate le tematiche che hanno una chiara attinenza con gli effettivi bisogni e interessi dei vostri gruppi, non è necessario lavorare su tutte le priorità! I centri risorse Salto-Youth (http://www.salto-youth.net/tools/training/find-a-training/) mettono a disposizione un calendario con le attività formative organizzate nel campo della gioventù. Se sono attinenti alla vostra idea, correte ad iscrivervi! Partecipazione dei giovani La nozione di partecipazione dei giovani nella società è in continua evoluzione. Nella Carta europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale (vedasi box pag.9): partecipare ed essere un cittadino attivo, vuol dire avere il diritto, i mezzi, il luogo, la possibilità e, se del caso, il necessario sostegno per intervenire nelle decisioni, influenzarle ed impegnarsi in attività ed iniziative che possano contribuire alla costruzione di una società migliore. Questa definizione non limita dunque la partecipazione alla vita democratica di una comunità, qualunque essa sia, unicamente al fatto di votare o di presentarsi a delle elezioni, per quanto importanti siano tali elementi; evidenzia, invece, come partecipare significhi esercitare influenza e responsabilità su decisioni e azioni che hanno un impatto sulla vita dei giovani o sono semplicemente importanti per loro. In questo approccio, che rispecchia anche le finalità del Programma Gioventù in azione, i giovani sono visti come attori attivi nelle proprie organizzazioni o nella vita delle proprie comunità e pertanto dovrebbero ricevere l opportunità di esprimere i propri bisogni e di trovare la strada per soddisfarli. Non è però sufficiente considerare se i giovani partecipino o meno. Vi sono diversi livelli secondo i quali i giovani possono essere coinvolti o prendersi responsabilità, a seconda del proprio contesto, delle risorse, dei bisogni e delle proprie capacità. Il Prof. Roger Hart, docente americano di Psicologia Ambientale, ad esempio ha proposto un modello la cosiddetta scala della partecipazione giovanile per illustrare i diversi livelli di partecipazione dei bambini e dei giovani nei progetti, nelle organizzazioni e nelle comunità, divisi in otto gradi di partecipazione, ciascuno corrispondente ad un gradino della scala. La scala della partecipazione giovanile può costituire uno strumento utile per guardare e analizzare criticamente come i progetti partecipativi vengono attuati. Azione 1.1 7

SCALA DELLA PARTECIPAZIONE GIOVANILE Progetti pensati e gestiti dai giovani nei quali vengono coinvolti gli adulti 8 8. Quando i destinatari dei progetti - i giovani - definiscono inizialmente gli obiettivi e le decisioni operative vengono prese e messe in atto insieme agli adulti, anche con variazioni in itinere. 2 3 4 Partecipazione simbolica o di facciata Manipolazione Decorazione Progettato e diretto dai giovani 5 Informati e investiti di un ruolo 6 Consultati e informati 7 Iniziativa degli adulti, decisioni condivise 7. Quando gli adulti esercitano un ruolo di sola facilitazione e forniscono gli strumenti per realizzare obiettivi pensati dai ragazzi. 6. Indica una vera forma di partecipazione perché, sebbene i progetti siano ancora iniziati dagli adulti, le decisioni sono prese con la condivisione dei giovani. 5. Descrive quelle situazioni nelle quali i giovani diventano i consulenti degli adulti. Il progetto è elaborato e gestito dagli adulti ma i giovani capiscono il processo e le loro opinioni vengono considerate molto seriamente. 4. E la prima categoria di vera partecipazione, quando gli obiettivi dei progetti vengono costruiti anche consultando i giovani. 3. Potrebbe essere il modo di definire le occasioni in cui i giovani partecipano a eventi politici. Gli organizzatori scelgono con cura dei bei giovani, che si presentano bene, li fanno sedere al tavolo dei relatori senza che ci sia alcuna preventiva consultazione dei loro pari, che si suppone essi rappresentino. Non si dà alcuna spiegazione ai presenti o ai giovani stessi dei criteri in base ai quali è avvenuta la selezione e non è chiaro di quali giovani essi rappresentino il punto di vista. 2. Il secondo gradino della scala si riferisce a quelle occasioni piuttosto frequenti in cui ai giovani viene proposta la partecipazione a un evento ma hanno scarsissima conoscenza di ciò che avviene e nessun diritto di parola nell organizzazione dell evento stesso. 1. Manipolazione è quando gli adulti utilizzano i ragazzi per raggiungere obiettivi della propria organizzazione senza che vengano consultati o resi consapevoli del proprio ruolo. GRADI DI PARTECIPAZIONE NON PARTECIPAZIONE 1 Azione 1.1 8

La partecipazione negli Scambi di Giovani La partecipazione è allo stesso tempo un processo di apprendimento e un risultato. Nella definizione della vostra idea di progetto, nella stesura degli obiettivi e nella realizzazione delle attività di uno scambio di giovani dovrete sempre tenere in considerazione l approccio partecipativo e i seguenti principi: la partecipazione dovrebbe fondarsi su una sfida (un tema legato alla realtà quotidiana dei giovani e che loro stessi trovino interessante e stimolante); la partecipazione dovrebbe fondarsi sulla capacità (ovvero i progetti dovrebbero essere adeguati alle capacità dei giovani che li hanno ideati); la partecipazione dovrebbe essere volontaria e aperta a tutti i giovani senza alcuna discriminazione; la partecipazione dovrebbe fondarsi su un legame (ovvero i giovani dovrebbero potersi identificare con un gruppo o un istituzione sulla quale poter contare); la partecipazione dovrebbe rispondere ai reali bisogni dei giovani; la partecipazione dovrebbe essere considerata importante (ovvero ogni partecipante, per quanto il suo ruolo sia limitato, deve comprenderne l importanza); la partecipazione dovrebbe offrire diverse forme di coinvolgimento (i giovani devono poter scegliere la forma di partecipazione che ritengono maggiormente interessante e rispondente ai loro bisogni); la partecipazione dovrebbe essere supportata dalle risorse necessarie; la partecipazione dovrebbe fondarsi su una partnership reale giovani/adulti (partnership significa possibilità di comunicare aspettative e attese, negoziare i propri ruoli e condividere responsabilità e processi decisionali); partecipare dovrebbe risultare un esperienza piacevole e positiva! PER APPROFONDIRE Hart, R. Children s participation: the theory and practice of involving young citizens in community development and environmental care http://www.salto-youth.net/tools/toolbox/find-a-tool/951.html Consiglio d Europa - Carta europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale http://www.coe.int/t/dg4/youth/source/coe_youth/participation/coe_charter_participation_it.pdf La cittadinanza europea Nell esplorazione del labirinto del concetto di cittadinanza europea è utile fare riferimento ai programmi UE che la promuovono o utilizzano l educazione alla cittadinanza europea come approccio al lavoro con i giovani. Programmi che non attribuiscono allo status giuridico una grande importanza, ma sono concepiti per promuovere un Unione Europea più vicina ai suoi cittadini, con il compito di migliorare la vita di tutti coloro che vivono nel suo territorio, che siano cittadini dell Unione o meno. Azione 1.1 9

La cittadinanza europea è sia un processo che uno status che idealmente permette agli individui di essere pienamente se stessi e allo stesso tempo essere una parte attiva delle proprie comunità in tutta Europa. Tutto questo senza rinunciare ad alcuna parte della loro identità o senso di appartenenza, quanto piuttosto approfondendoli. Nel concreto, il concetto di cittadinanza europea, alla luce dei continui cambiamenti sociali, politici e tecnologici, è un idea dinamica e under construction. Tale complessità va sempre tenuta a mente nella stesura dei progetti perché vi si chiede anche di indagare ed arricchire il senso di appartenenza all Europa. In fondo la domanda semplice che ci dobbiamo porre è: abbiamo fatto l Europa, ora come facciamo gli europei? L educazione alla cittadinanza europea negli scambi giovanili La valenza educativa (educazione non formale) di uno scambio si realizza nell esplorare insieme il concetto di cittadinanza europea, significa indagare insieme le relazioni che esistono tra l individuo e la società. Tali relazioni, nella letteratura scientifica, sono distinte in quattro dimensioni che vi possono aiutare a definire meglio i contenuti che intendete sviluppare nella vostra azione. Ogni dimensione, infine, va inserita nel contesto europeo. La dimensione politica si riferisce ai diritti politici e alle responsabilità rispetto al sistema politico. Lo sviluppo di questa dimensione dovrebbe avvenire ad esempio attraverso la condivisione della conoscenza dei reciproci sistemi politici, la promozione degli atteggiamenti democratici e della capacità di partecipazione. Questa dimensione implica che il progetto copra le esigenze di conoscenze e competenze necessarie agli individui per esercitare i propri diritti e adempiere ai propri doveri nel contesto dei sistemi giuridici e politici che regolano la cittadinanza, a livello nazionale ed europeo. La dimensione sociale si riferisce al comportamento tra individui in una società. Le competenze sociali e la conoscenza delle relazioni sociali nella società sono necessarie per lo sviluppo di questa dimensione. La dimensione sociale della cittadinanza può essere promossa, ad esempio, lottando contro l isolamento e l esclusione sociale. La dimensione culturale si riferisce alla coscienza di un patrimonio culturale comune. Si riferisce ad alti valori culturali quali la conoscenza della storia europea e mondiale, di diverse culture, popoli e lingue. L aspetto più importante è che fa riferimento anche al lato interiore della cittadinanza europea, ai variegati ma complementari sensi di appartenenza nel quadro di un patrimonio comune e a valori quali l universalità dei diritti umani, la tutela ambientale, la lotta alla discriminazione e il rispetto degli altri. La dimensione economica. L economia gioca un ruolo determinante nella partecipazione attiva dei cittadini. Le fasce meno abbienti della società sono spesso destinatarie di programmi specializzati per lo sviluppo delle capacità necessarie per una partecipazione attiva come cittadini. In ogni caso, in questa dimensione tutti i cittadini vengono guidati allo sviluppo di competenze economiche necessarie a partecipare attivamente, compresa la conoscenza del funzionamento dell economia, in particolare la conoscenza della crescente dimensione globale della vita economica, il ruolo del consumo e la conoscenza del mondo della produzione e dell occupazione. Uno scambio di giovani che intenda focalizzare la propria azione sull educazione alla cittadinanza europea, deve avere una dimensione europea, cioè deve fornire conoscenza su temi di interesse europeo e/o su problematiche comuni e/o sui valori di riferimento dell UE. In secondo luogo, dovrebbe sviluppare nei partecipanti competenze sociali e civiche. Infine, dovrebbe lavorare sugli atteggiamenti, quali l atteggiamento verso la democrazia o la differenza e dovrebbe tentare di aiutare i giovani a sviluppare questi atteggiamenti in linea con i loro valori. Azione 1.1 10

Inclusione di giovani con minori opportunità Il concetto di Inclusione definisce una situazione ideale nella quale tutte le persone che vivono in una determinata società hanno pari diritti di accesso e di partecipazione. Situazione ideale che non si realizza nella realtà, trasformando l inclusione in un obiettivo da perseguire: favorire una migliore e piena integrazione della persona nel contesto sociale ed economico nel quale vive, incentivare il suo inserimento e la sua partecipazione. Il Programma Gioventù in Azione si pone questo obiettivo in riferimento ai giovani con minori opportunità, ovvero quei giovani che si trovano in una situazione di svantaggio rispetto ai loro coetanei. Senza inclusione e accesso, i giovani non possono sperimentare la gioventù come periodo di transizione tra l infanzia e l età adulta, come fase di crescita sociale e personale. Non ci sono solo condizioni soggettive all origine dell esclusione (una disabilità, una dipendenza, ecc.) ma anche culture e contesti che generano esclusione sociale. Per rischio di esclusione si deve quindi intendere un concetto dinamico che consideri anche le condizioni che possono, in qualsiasi momento della vita di ciascuno, accrescere il rischio di essere esclusi (disoccupazione, basso reddito, basso livello d istruzione, dover emigrare,ecc.). L inclusione giovanile negli scambi di giovani Uno scambio di giovani che si prefigge l obiettivo di favorire l inclusione dei giovani, nell ambito della normale definizione del progetto e delle attività, deve porre l attenzione su tre elementi essenziali: il Coinvolgimento: entrare in contatto con giovani con minori possibilità oltre a essere complicato non è sufficiente: occorre coinvolgerli, farli sentire protagonisti e beneficiari del progetto, dando valore al bagaglio di conoscenze che possono portare e offrendo loro qualcosa di attraente e stimolante, nuove opportunità che sino ad ora sono state per loro irraggiungibili. È auspicabile che ci sia un collegamento con la comunità locale, con l obiettivo di colmare il divario tra i giovani e la società. la Socializzazione: è necessario innescare e favorire un processo di socializzazione, aiutando i giovani a comunicare e a collaborare tra loro. Messi nella condizione di conoscere e incontrare altri giovani, i loro pregiudizi, stereotipi e certezze verranno messi in discussione. Nonostante le differenze, scopriranno che altri giovani condividono le stesse speranze e aspirazioni per il futuro. I giovani capiscono più a fondo la vita degli altri quando vi è una connessione di tipo emotivo. l Autostima: accrescere l autostima è obiettivo importante di tutti i progetti riguardanti i giovani, ancora di più quando sono volti all inclusione. La bassa autostima è spesso messa in collegamento con una vasta gamma di problemi sociali. L autostima viene da dentro noi stessi, ma un elemento chiave per il suo sviluppo è la costruzione personale del senso di adeguatezza che risulta dall interazione con gli altri e con l ambiente in cui si vive. I giovani svantaggiati, per definizione, hanno minori opportunità di sperimentare queste interazioni che generano fiducia, un feedback positivo, un senso di adeguatezza. In tale contesto assume ancora più rilevanza il concetto di sviluppo e acquisizione di competenze da parte dei giovani, vivendo solitamente i giovani con minori opportunità situazioni e difficoltà che ne impediscono l accesso ai tradizionali canali formativi. Azione 1.1 11

PER APPROFONDIRE Programma di Partenariato sulla Formazione Giovanile Europea, T-Kit n.8 Inclusione Sociale http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/publications/t_kits/8/italian/tkit8_italian.pdf Salto-Youth ID Booklet Idee per l inclusione e la diversità http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-2069/idbookletit.pdf La diversità culturale Il preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell'unione Europea afferma che: L'Unione Europea si fonda sui valori indivisibili ed universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà; l Unione si basa sui principi di democrazia e dello Stato di diritto ( ). L'Unione contribuisce al mantenimento e allo sviluppo di questi valori comuni, nel rispetto della diversità delle culture e delle tradizioni dei popoli europei, dell'identità nazionale degli Stati membri". Il concetto di diversità costituisce dunque uno dei pilastri dell Unione europea per conseguire i propri obiettivi strategici di cooperazione e integrazione e costruire un Europa più inclusiva. I valori rappresentati dalle istituzioni europee, e verso i quali esse tendono, ci coinvolgono direttamente come cittadini che vivono insieme nella stessa comunità in costante interazione. Seguendo questo approccio, il dialogo interculturale costituisce uno strumento fondamentale per promuovere la diversità culturale e per coinvolgere i giovani europei nella vita politica e sociale delle proprie comunità. La comunicazione tra le diverse identità culturali richiede il riconoscimento dell altro sia come uguale sia come diverso. L educazione interculturale può dunque rafforzare l identità individuale o di gruppo non in contrapposizione ma in comunicazione con gli altri; può aiutare a sviluppare una personalità curiosa, attenta, disponibile, democratica, sensibile rispettosa dell altro; può stimolare la riflessione su di sé, sugli altri, sugli stereotipi e i pregiudizi, dimostrando capacità autocritiche; può aiutare a prendere coscienza della complessità, ma anche della relatività dei punti di vista e quindi rendere capaci di cambiare il proprio essere, capaci di accettare e convivere costruttivamente con il diverso, riconoscendone i diritti; in conclusione, può aiutare a sviluppare una migliore capacità di partecipazione nella società moderna. La diversità culturale negli scambi giovanili Gli Scambi, promuovendo attività comuni tra giovani con bagagli culturali, etnici e religiosi diversi, racchiudono in sé l essenza stessa dello scambio interculturale e contribuiscono all'apprendimento di valori sociali e civici essenziali quali l'uguaglianza, la tolleranza e il rispetto, particolarmente importanti per i giovani che devono confrontarsi costantemente con società sempre più diversificate. Lo scambio dovrebbe mirare, in generale, ad acquisire competenze personali, interpersonali e interculturali che consentano ai giovani di partecipare in modo efficace e positivo alla vita sociale e lavorativa, come anche a risolvere i conflitti ove ciò sia necessario. Azione 1.1 12

Imparare a comunicare in modo costruttivo in ambienti diversi, mostrare tolleranza e apertura mentale, superare i pregiudizi, esprimere e comprendere diversi punti di vista, imparare a negoziare con la capacità di creare fiducia negli altri, costituiscono elementi fondamentali per un efficace partecipazione sociale e interpersonale. Lo scambio dovrebbe contribuire, inoltre, a sviluppare il senso di appartenenza al luogo in cui si vive, al proprio Paese, all UE e all Europa in generale, al mondo. D altra parte, lo scambio dovrebbe incoraggiare la riflessione sui concetti di diritti umani e uguaglianza (anche di genere), nonché senso di responsabilità, comprensione e rispetto per i valori condivisi, principi necessari ad assicurare la coesione della comunità così come il rispetto dei principi democratici. L apprendimento interculturale può rappresentare uno strumento per capire la complessità della realtà moderna, per comprendere un po di più gli altri e noi stessi. In senso generale, l apprendimento interculturale può essere visto come un processo che richiede la conoscenza di se stessi e delle proprie origini, prima di riuscire a capire gli altri. La nostra cultura, in qualsiasi modo venga concepita, rende normali e naturali le nostre interpretazioni e valutazioni della realtà sociale. Ogni giorno interpretiamo una grande quantità di informazioni culturali facendo riferimento alle nostre strutture interpretative. È attraverso queste certezze che le differenze e gli altri possono essere valutati in modo negativo ed essere visti persino come una minaccia. L apprendimento interculturale cerca di mettere in dubbio la centralità dei nostri valori e le interpretazioni naturali, con la possibilità di imparare altri valori in modo consapevole. L apprendimento interculturale è una sfida per la propria identità ma può diventare un modo di vivere e allo stesso tempo un modo per arricchire la propria identità. PER APPROFONDIRE Carta dei diritti fondamentali dell'unione Europea http://www.europarl.europa.eu/charter/default_it.htm Consiglio d Europa Commissione Europea T-Kit Apprendimento Interculturale http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/publications/t-kits/4/tkit_4_ita Arrivati a questo punto chiedetevi in che modo il vostro progetto sia collegato alle priorità annuali (2012) del Programma Gioventù in Azione. Le cinque priorità annuali del 2012 sono le seguenti: Disoccupazione giovanile, Lotta contro la povertà e l'emarginazione, Creatività e imprenditorialità, Lo sport per promuovere stili di vita salutari, inclusione sociale e partecipazione attiva, Sfide ambientali globali e cambiamento climatico. Ancora una volta non è necessario focalizzarsi su tutte le priorità, ma scegliere soltanto quelle in linea con il vostro progetto. Ricordatevi che gli obiettivi generali, le priorità permanenti e annuali, vi spiegano perché il vostro progetto è importante nel quadro del Programma Gioventù in Azione. Azione 1.1 13

APPRENDIMENTO NON FORMALE L'apprendimento non formale è quello che ha luogo al di fuori del curriculum previsto dall istruzione formale. Le attività di apprendimento non formale si svolgono su base volontaria e sono accuratamente progettate per favorire lo sviluppo personale, sociale e professionale dei partecipanti. In Europa, la maggior parte dei cittadini ha ricevuto nella propria vita una qualche forma di scolarizzazione. Questa istruzione scolastica formale si basa normalmente su una relazione verticale tra studente e insegnante: colui che possiede la conoscenza e la trasmette (insegnante) e colui che la riceve (discente). L istruzione non-formale, al contrario, può essere spiegata con la formula learning by doing, ovvero imparare direttamente sul campo. La metodologia di apprendimento consiste nell interazione tra i discenti e le concrete situazioni di cui fanno esperienza. Non vi sono insegnanti che impartiscono lezioni ex-cathedra: i giovani, gli animatori giovanili, gli educatori (trainer) sviluppano insieme conoscenze e competenze, in una relazione orizzontale. I principi dell'apprendimento non formale: Utilizza metodi partecipativi, incentrati su chi apprende. Costruito in base agli interessi dei giovani. La valutazione di fallimento o successo non è mai individuale ma collettiva, diritto di sbagliare. Realizzato in ambienti e situazioni nelle quali la formazione e l'apprendimento non sono l'unica attività. Il contesto di apprendimento deve mettere a suo agio i partecipanti. Le attività sono guidate da facilitatori dell apprendimento, sia professionisti sia volontari. Le attività sono pianificate in base a obiettivi e si rivolgono a gruppi target specifici. Le metodologie partecipative utilizzate nell educazione non formale sono molte e sono strettamente legate agli obiettivi che si intendono raggiungere attraverso il proprio progetto - un iniziativa focalizzata sull inclusione di giovani con minori opportunità, svilupperà strumenti di apprendimento diversi da attività che mirano a educare alla cittadinanza europea. Ogni situazione è diversa. Leggete i metodi presentati nelle varie pubblicazioni che vi consigliamo come approfondimento e, in questa prospettiva, sceglieteli, adattateli o create qualcosa di nuovo a seconda delle particolari esigenze del gruppo. I metodi presentati non sono verità assolute, sono degli esempi, una raccolta di esperienze utili. Nello sviluppo dell attività educative e nella definizione dei contenuti è importante definire chiaramente quali sono le competenze chiave (vedi focus sullo Youthpass) sviluppate nel nostro processo di apprendimento. Gli elementi qualitativi da considerare nella realizzazione di un attività di apprendimento non formale sono: chiarezza degli obiettivi - qualità dello staff (volontari e professionali) - varietà dei metodi partecipativi utilizzati - equilibrio tra attività educative individuali e di gruppo - divisione appropriata del tempo tra studio, svago e tempo privato - equilibrio tra apprendimento cognitivo, emotivo e comportamentale nella definizione delle attività. Azione 1.1 14

È utile sapere che i centri risorse Salto-Youth mettono a disposizione un database denominato TOY di trainer esperti in educazione non formale che potete contattare direttamente o tramite Salto. (http://www.salto-youth.net/tools/toy/) Per maggiori approfondimenti e per esplorare e sviluppare nuovi metodi a seconda della vostra situazione di apprendimento e formazione, vi suggeriamo: T-Kit Fondamenti della Formazione (per animatori): http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/publications/t_kits/6/italian/tkit6_italian.pdf T-Kit Inclusione sociale : http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/publications/t_kits/8/italian/tkit8_italian.pdf Going International-Opportunities for All - practical Inclusion Methods http://www.salto-youth.net/downloads/17-108-309/goinginternational.pdf T-Kit Cittadinanza europea : http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/publications/t_kits/7/italian/tkit7_italian.pdf Il sito sull educazione alla cittadinanza europea: http://www.european-citizenship.org/2008/04/project-characteristics/ T-Kit Apprendimento interculturale : http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/publications/t_kits/4/italian/tkit4_italian.pdf La sezione di SALTO sulla diversità culturale: http://www.salto-youth.net/rc/cultural-diversity/resources/ Azione 1.1 15

YOUTHPASS Tutti i partecipanti ad un progetto di Gioventù in Azione nell ambito dell Azione Scambi di Giovani hanno diritto a ricevere il Certificato Youthpass che convalida la partecipazione allo scambio, descrive le attività e il coinvolgimento del partecipante e mostra le competenze acquisite. È importante sapere che lo Youthpass è basato sulla raccomandazione dell Ue in merito alle competenze chiave per l apprendimento permanente (lifelong learning). Per competenza si intende una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini adeguate per affrontare una situazione particolare. Le competenze chiave sono quelle che contribuiscono alla realizzazione personale, all inclusione sociale, alla cittadinanza attiva e all occupazione e sono: 1. Comunicazione nella madrelingua - 2. Comunicazione nelle lingue straniere - 3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia - 4. Competenza digitale - 5. Imparare ad imparare - 6. Competenze sociali e civiche - 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità - 8. Consapevolezza ed espressione culturale. I progetti in campo giovanile contribuiscono, attraverso l educazione e l apprendimento non formale, in varia maniera all acquisizione delle competenze chiave. Uno scambio giovani può sviluppare, ad esempio, le competenze interculturale e sociali, e la comunicazione in una lingua straniera. Ma non solo, con lo Youthpass si vuole che le iniziative messe in campo mirino a dare ai giovani strumenti per imparare ad imparare, competenza considerata cruciale per l acquisizione delle altre. Lo Youthpass è dunque uno strumento che promuove l importanza dell apprendimento non formale negli scambi giovani. Rende visibili e convalida le competenze sviluppate dalla partecipazione allo scambio. Valorizza le esperienze di cittadinanza attiva europea. Aspira a migliorare l occupabilità dei giovani attraverso un arricchimento curriculare. Il vostro progetto di scambio giovanile può/deve essere integrato sin dall inizio con lo Youthpass. Come? Verificate le potenzialità di apprendimento individuale dei partecipanti. Identificate gli obiettivi di apprendimento e quali competenze chiave sviluppano. Pensate a come incoraggiare il processo di imparare ad imparare. Approfondimenti Raccomandazione UE sulle competenze chiave: http://eur-lex.europa.eu/lexuriserv/lexuriserv.do?uri=oj:l:2006:394:0010:0018:it:pdf Youthpass: http://www.youthpass.eu/en/youthpass Azione 1.1 16

IDENTIFICAZIONE Azione 1.1

Identificazione del progetto Arrivati a questo punto, è ora di identificare il progetto, ovvero di sviluppare l idea che intendete realizzare. Per far ciò è necessario procedere passo dopo passo, seguendo un percorso di analisi e pianificazione che attraverso fasi successive vi porterà a definire cosa volete fare (gli obiettivi), con chi e per chi volete farlo (i partner e i gruppi target) e come volete farlo (le attività) e vi accompagnerà nella redazione della domanda di sovvenzione. Domanda di sovvenzione che deve essere presentata per via telematica utilizzando l apposito E-FORM ( Electronic Application Form ) disponibile sul sito dell Agenzia, secondo le indicazioni in esso contenute. Per sostenere la teoria con esempi pratici e semplificare il collegamento e la comprensione delle diverse tappe del percorso, si è fatto riferimento alla situazione seguente: In un piccolo centro si è insediata una comunità straniera con cultura, usanze e modi di vivere completamente differenti rispetto a quelli degli abitanti del posto. L integrazione risulta di conseguenza difficile, comportando attriti tra le due comunità. Un gruppo di giovani del posto decide di ideare uno scambio di giovani per migliorare la convivenza e favorire l integrazione reciproca, sviluppando le proprie competenze civiche e sociali. Azione 1.1 18

ANALISI DEI PROBLEMI E DEGLI OBIETTIVI Come si procede? I progetti sono ideati per affrontare i problemi con cui i gruppi beneficiari si confrontano quotidianamente. Un progetto ben strutturato, che intende realmente rispondere ai fabbisogni dei beneficiari, deve necessariamente prendere le mosse dall analisi del contesto in cui si opera. SUGGERIMENTI Gruppi di giovani : ricordatevi che i beneficiari del progetto che state ideando siete voi, così come sono vostre le esigenze da soddisfare! Altri promotori : ricordatevi che i beneficiari del progetto non siete voi che lo state ideando, ma i giovani che vi partecipano, così come le esigenze da soddisfare sono le loro! Del resto se avete deciso di realizzare uno scambio di giovani su un tema specifico, vuol dire che avete individuato, probabilmente senza nemmeno pensarci, un esigenza, un fabbisogno che non trova risposta: è il momento di analizzarlo. Individuato e condiviso il tema comune dello scambio di giovani (Q), la prima domanda che dovete porvi è in apparenza semplice: perché vogliamo realizzarlo? Dalla risposta prenderanno avvio i passi successivi e, a seconda di come verrà formulata, essa potrà rappresentare l obiettivo del progetto o il problema per risolvere il quale state ideando il vostro progetto. Q - CONTROLLO DI QUALITÀ Il tema dello scambio non è imposto da una parte, ma deve essere condiviso tra promotori e beneficiari. Sembrerà strano, ma se ci pensate bene un problema non è che l altra faccia di un obiettivo e viceversa. Se un problema/fabbisogno è la formalizzazione di un disagio, l'obiettivo relativo è l'eliminazione o riduzione di quel disagio. Non ne siete convinti? Ecco un esempio di due possibili risposte alla domanda precedente riferite al caso proposto: Risposta in termini positivi obiettivo: per favorire la convivenza tra le due comunità Risposta in termini negativi problema: perché c è attrito tra le due comunità. Per passare dall uno all altro è sufficiente rispondere a domande del tipo: perché sino ad ora l obiettivo non è stato raggiunto? Cosa lo ha impedito? Dato che state analizzando la situazione iniziale che avete intenzione di migliorare, dovete in questa fase concentrarvi sull aspetto negativo della realtà attuale, quindi sulle criticità che presenta. Azione 1.1 19

Partendo dal problema/fabbisogno principale individuato, sempre in riferimento al contesto e alla vostra idea di progetto, cercate di individuare i problemi sottostanti e le cause che li determinano. Essi, infatti, non si presentano mai isolati, ma sono tra loro collegati e concatenati. Nel caso proposto i problemi sottostanti possono essere la difficoltà ad instaurare un dialogo, la difficoltà nel capire la cultura della comunità straniera, la difficoltà di trovare luoghi e opportunità di socializzazione e incontro, le limitate competenze civiche e sociali individuali. Una volta che li avete individuati non rimane che ordinarli gerarchicamente in base al nesso causa-effetto che li lega, costruendo, livello dopo livello, quello che comunemente si definisce Albero dei problemi. L'albero dei problemi permette di collocare i problemi in un diagramma di causa-effetto (ovvero determinare cosa provoca cosa e cosa è provocato da qualcos'altro), presentando, in senso verticale dal basso verso l'alto, i legami causali esistenti tra i problemi identificati. Per aiutarvi nella costruzione dell albero, scrivete i problemi su dei post-it, in modo poi da poterli spostare e ordinare secondo il nesso che li lega, e cercate di rispondere a queste domande, vedrete che sarà tutto più semplice: da che cosa è generato il problema? in quali problemi più ampi si colloca? quali problemi genera? Per tornare all esempio iniziale: 1) cosa genera l attrito con la comunità straniera? La difficoltà di instaurare un dialogo (causa); 2) tale difficoltà da cosa è generata? e/o quali problemi genera? Genera difficoltà nel capire la loro cultura (effetto); 3) tale difficoltà da cosa è generata? e/o quali problemi genera? È generata dalla difficoltà di trovare luoghi d incontro (causa) e dalla limitata attitudine e abitudine alla socializzazione. L albero corrispondente è così composto: EFFETTI Attrito con la comunità straniera Difficoltà nel capire la loro cultura CAUSA Difficoltà nell instaurare un dialogo Scarsa capacità di socializzazione Difficoltà nel trovare possibilità d incontro Azione 1.1 20

Analisi degli obiettivi Definita la faccia negativa della medaglia, rappresentata dall albero dei problemi, è ora necessario occuparsi di quella positiva, passando all analisi degli obiettivi e alla costruzione dell albero degli obiettivi, che nei suoi rami presenterà gli aspetti positivi della situazione desiderata per il futuro, una volta realizzato il vostro progetto. Immaginate l Albero degli obiettivi come lo specchio positivo dell albero dei problemi. A questo punto il passaggio dall uno all altro è tecnicamente molto semplice: basta trasformare ogni condizione attuale negativa (problema) in una condizione positiva futura (obiettivo), partendo dalla base dell albero. Per aiutarvi, ponetevi questa domanda: la soluzione del problema a cosa porterebbe? Partite dal livello inferiore, dal problema più piccolo: rispondete, sostituite ed avete costruito il vostro Albero degli obiettivi. Ridotto attrito con la comunità straniera SCOPI Migliore conoscenza delle rispettive culture MEZZI Favorito il dialogo tra le due comunità Sviluppo competenze civiche e sociali Create opportunità d incontro Il prodotto di questa analisi genererà: il vostro obiettivo specifico, gli obiettivi intermedi, i problemi che vi proponete di affrontare..e sarete in grado di illustrarli nell E-FORM nella sezione relativa agli obiettivi e alle priorità. Azione 1.1 21

DEFINIZIONE DELLA PARTNERSHIP Mentalmente avrete fino ad ora fatto riferimento ad uno o più partner con i quali realizzare lo scambio. È arrivato il momento di individuarli compiutamente, di selezionare il promotore o i promotori dei Paesi con i quali realizzerete lo scambio di giovani. Chiedetevi con quali soggetti desiderate condividere il vostro progetto, inteso come obiettivi, valori, attività, decisioni. La qualità della partnership è legata fondamentalmente a tre aspetti: la sua composizione: deve essere garantito un giusto equilibrio in riferimento al numero di partecipanti per ciascun gruppo partner, auspicando l uguaglianza di genere all interno di ciascun gruppo, la diversità linguistica e culturale; il coinvolgimento di tutti i gruppi partecipanti nella scelta delle attività, del metodo, nella realizzazione delle attività; la condivisione degli obiettivi del progetto, che presuppone un confronto delle diverse realtà locali e la comparabilità delle esigenze espresse da ciascuno. Se le esigenze non collimano o sono in contraddizione dovete semplicemente accettare il fatto che non siete davanti al partner giusto per realizzare il vostro progetto. Esigenze diverse hanno bisogno di strategie diverse (Q). Q - CONTROLLO DI QUALITÀ L esigenza da cui nasce il progetto deve essere avvertita anche dai partner nella loro realtà (esigenza comparabile). La partnership è adeguata? Insieme ai partner selezionati è necessario verificare, alla luce delle esigenze di tutti i partecipanti, alcuni dei passaggi precedenti (analisi dei problemi e degli obiettivi), provvedendo eventualmente ad aggiustare il tiro nella definizione dell obiettivo specifico del progetto. SUGGERIMENTI Considerate l opportunità della visita preliminare prevista dal programma, che vi consente di valutare sin dall inizio tutti gli aspetti del progetto con i partner. Per aiutarvi nella ricerca partner, vi suggeriamo il sistema di ricerca istituzionale banca dati Otlas : www.salto-youth.net/otlas Come raccomandato dalla Commissione europea, è auspicabile che sottoscriviate con gli altri promotori del progetto un accordo interno di partenariato, con l obiettivo di definire chiaramente le responsabilità, i compiti e il contributo economico di tutte le parti coinvolte nel progetto. L Accordo interno di partenariato costituisce uno strumento chiave per assicurare una solida partnership tra i promotori di un progetto GiA e per prevenire o contenere eventuali potenziali conflitti (vedere pag. 30 della Guida al Programma Gioventù in Azione per l anno 2012). Al termine di questo laborioso processo di ricerca, coinvolgimento e condivisione di obiettivi e temi, sarete in grado di descriverlo nell E-FORM nella sezione riguardante la Partnership e le tematiche del progetto. Azione 1.1 22

ATTIVITÀ Strategia d intervento: cosa fare? Una volta costruito l albero degli obiettivi, dovete decidere la strategia per raggiungerli, dovete definire le attività e le azioni che metterete in atto per realizzare il progetto. Se vi trovate di fronte ad un albero degli obiettivi complesso e ramificato vuol dire che avete svolto al meglio le analisi precedenti, ma vuol dire anche che dovete decidere il percorso da seguire per raggiungere l obiettivo posto in cima. Scegliete valutando le diverse opzioni alla luce di quelle che considerate le priorità (vostre, dei partner, del programma), delle possibilità di successo, delle competenze specifiche che possedete, delle disponibilità finanziarie (Q). Fatto? Allora non vi resta che collegare ad ogni obiettivo intermedio un attività che vi porti a raggiungerlo, anche se vedrete che la stessa azione porterà a più obiettivi contemporaneamente (Q). Q - CONTROLLO DI QUALITÀ Non pensate di poter fare tutto. Ci sono più strade per raggiungere un obiettivo, voi dovete percorrerne una sola, la vostra. Ricordatevi che le attività devono essere: chiaramente definite; realistiche; in linea con gli obiettivi del progetto e del programma; equilibrate; coerenti; Dovete in sostanza rispondere ad una serie di domande di cui le principali possono essere così sintetizzate: Cosa facciamo per raggiungere l obiettivo prefissato? Attività previste. Come lo facciamo? Dettaglio dell organizzazione delle attività. Dove lo facciamo? Sedi, spazi comuni, spazi all aperto, alloggi dei partecipanti. Ricordate che le attività devono aver luogo nel paese dell applicant (Italia). Quanto ci costa farlo? Budget delle attività. Quando lo facciamo? Programma e tempi di realizzazione delle attività. Come dividiamo i compiti tra i diversi partner? Suddivisione dei compiti in base alle competenze possedute. In che modo intendiamo valutare le attività? Moduli di autovalutazione, report. In che modo intendiamo favorire lo sviluppo e l acquisizione di competenze da parte dei giovani? Attività di apprendimento non formale. Sicuramente nella vostra testa le attività che intendete porre in essere sono ben chiare, addirittura quasi ovvie, essendo stati voi ad ideare il progetto. Lo stesso non si può dire per chi lo legge per la prima volta e non ha partecipato alla sua costruzione, come ad esempio il valutatore: è quindi indispensabile che illustriate in maniera approfondita le attività che intendete realizzare, scendendo nel dettaglio delle singole fasi sia in termini di modalità che di tempi di attuazione. Mettetevi nei panni di chi legge e valuta: non si può valutare positivamente ciò che non risulta chiaro! Si intravede il traguardo, ma qualche risposta ancora manca. Dall elenco è stata volutamente omessa una domanda che molti nel pianificare un progetto sottovalutano o non si pongono affatto: come intendiamo garantire la sicurezza dei partecipanti? (E- FORM - sezione Protezione e sicurezza). La risposta non deve far riferimento solo agli aspetti per così dire burocratici della sicurezza (assicurazioni, autorizzazione per i minorenni), ma presuppone la valutazione degli eventuali rischi connessi al progetto, dei problemi legati alle differenti legislazioni e usanze dei Paesi di provenie dei partecipanti, la previsione di un adeguato numero di animatori di entrambi i sessi, ecc. Azione 1.1 23