Educare alle Life Skills Azienda Usl 3 di Pistoia 2 incontro Pina Caporaso
LIFE SKILLS EMOTIVE : Consapevolezza di sé Gestione delle emozioni Gestione dello stress
La radice della parola EMOZIONE è il verbo latino MOVEO, muovere, con l aggiunta del prefisso -e, muovere da. Le emozioni sono impulsi ad agire; in ogni emozione è implicita una tendenza ad agire, basta osservare i bambini. Ogni emozione prepara il corpo ad un tipo di risposta diverso
AMIGDALA: la sede delle passioni. E un gruppo di strutture interconnesse a forma di mandorla, posto sopra il tronco cerebrale. I segnali provenienti dagli organi di senso raggiungono prima il talamo e da qui arrivano all amigdala; un secondo segnale viene poi inviato dal talamo alla neocorteccia (sede di linguaggio e memoria). Pertanto l amigdala risponde agli stimoli prima della neocorteccia; l emozione grezza viene attivata in modo indipendente dal pensiero cosciente e generalmente prima di esso.
COSA FA L AMIGDALA? Reagisce agli stimoli inviando segnali alle parti principali del cervello; stimola il rilascio di ormoni; mobilita i centri del movimento; attiva il sistema cardiovascolare, i muscoli e l intestino; passa in rassegna i sistemi mnemonici per rintracciare informazioni utili e di valenza emozionale, analizzando la situazione che si presenta in relazione a quanto già accaduto nel passato.
Test: Quando ti prendono in giro tu reagisci aggredendo o scappando? Sapresti definire quali sono i tuoi punti forti e punti deboli? Cosa ti succede quando devi affrontare un esame, una verifica o un compito importante?
Procedere verso l intelligenza emotiva Conoscere le proprie emozioni Controllarle Motivare se stessi Riconoscere le emozioni altrui Gestire le relazioni
Essere consapevoli significa saper identificare: i propri punti di forza le proprie aree deboli il proprio modo di reagire di fronte alle situazioni le proprie preferenze i propri desideri i propri bisogni le proprie emozioni In quali situazioni sto bene? In quali non mi sento a mio agio?
Conoscere se stessi Essere consapevoli delle proprie emozioni e dei propri sentimenti nel momento in cui si presentano Sapere cosa si sta provando e perché Le persone incapaci di conoscere i propri sentimenti sono molto svantaggiate (es.: ignorare i messaggi inviati dal corpo) Ciò che a molti sembra soft e fonte di confusione dovrebbe diventare hard
METACOGNIZIONE consapevolezza dei propri processi di pensiero METAEMOZIONE consapevolezza delle proprie emozioni AUTOCONSAPEVOLEZZA E una forma di attenzione NON REATTIVA e NON CRITICA verso i propri stati interiori
AUTOCONSAPEVOLEZZA OSSERVAZIONE di sé: è come fare un passo indietro e fermarsi ad osservare il quadro. E una delle competenze emozionali fondamentali, che implica chiedere, in primis, Cosa provi in questo momento? e NON Perché fai o pensi questo? Ed è alla base dell autocontrollo
"Quando sei consapevole vedi il processo globale del pensiero e dell azione ma ciò può accadere solo quando non ci sono condanne. Quando condanno qualcosa non lo comprendo, è un modo per evitare qualunque tipo di comprensione." J. Krishnamurti
La consapevolezza nasce dall osservazione senza giudizio. Allenarsi ad osservare, ascoltare ed ascoltarsi partendo dalle percezioni dei nostri sensi: Cosa vedo? Cosa sento (udito)? Cosa sento nel corpo? E ancora: Quando è successo? Chi era presente? Dove mi trovavo? È successo altre volte?
Conoscenza dei propri comportamenti abituali (schemi): Cosa penso/provo/faccio di solito quando si presenta una certa situazione? Quando si presenta una certa situazione, allora io
ASCOLTO PROFONDO ATTENTO E SENZA GIUDIZIO in un momento in cui l intensità delle emozioni è bassa (tranquillità, fastidio, turbamento) non alta (eccitazione, furia, preoccupazione, dolore). Per arrivare a questa CONOSCENZA DI SE STESSI è necessario avere l opportunità di osservare i propri gusti, i propri bisogni e desideri FIN DA PICCOLI, quindi mettiamo i nostri bambini in condizione di esprimere le proprie preferenze e scoprire se stessi.
E il rapporto tra emozioni negative e positive che determina il benessere psico-fisico Sentirsi bene non vuol dire evitare i sentimenti spiacevoli, ma evitare che questi spazzino via tutti gli stati d animo piacevoli L arte di tranquillizzare e confortare se stessi è una capacità fondamentale nella vita
Il nostro cervello è capace di difenderci dall infelicità The Are you happy? Project
La COLLERA è forse lo stato d animo più difficile da controllare, anche per la convinzione diffusa che è meglio sfogarla Da dove viene la rabbia? Spesso da una situazione di pericolo, inteso anche come una minaccia simbolica all autostima o alla dignità personale, così come dalla frustrazione Le situazioni di stress aumentano questo stato ed in generale la collera si autoalimenta
COME INTERVENIRE? Una migliore comprensione della situazione aiuta a sgonfiare la rabbia, purché questa rivalutazione degli eventi che l hanno scatenata avvenga ad un livello ancora moderato (es. Zillmann, pag. 86) OPPURE Raffreddarsi fisiologicamente e distrarsi mentalmente (pag. 87)
Il mito dello sfogo Spesso l esplosione prolunga lo stato d animo negativo invece che porgli fine; una tattica più efficace è quella di raffreddarsi e solo dopo, in modo più costruttivo, confrontarsi con l altro per ricomporre la disputa
L ANSIA La base è la PREOCCUPAZIONE, un attitudine di vigilanza verso situazioni di pericolo. Di per sé non è negativa: permette di escogitare soluzioni positive anticipando problemi che sappiamo potrebbero presentarsi. Il problema è quando diventa cronica e ripetitiva, cioè non lascia intravedere soluzioni positive e assume i tratti di un sequestro emozionale (fobie, ossessioni, attacchi di panico...)
INEFFICACI i consigli del tipo Smetti di preoccuparti, Cerca di essere allegro PIU UTILE l autoconsapevolezza: riconoscere quanto prima gli episodi fonte di preoccupazione. Identificare le preoccupazioni ad uno stadio molto precoce e cercare di riconoscere anche le sensazioni fisiologiche legate all ansia. ATTIVARE un sano SCETTICISMO (pag.94)
TRISTEZZA liberarsi da questo stato d animo richiede lo sforzo maggiore. La vita è come paralizzata, nulla di nuovo può emergere. Eppure, si è molto inventivi quando si cerca di eluderla. E anche giusto che questa emozione abbia luogo: instaura una sorta di ritiro riflessivo per permetterci di elaborare le perdite e infine di tornare a progettare. Tuttavia, il senso di privazione è utile, mentre la depressione completa non lo è.
STRATEGIE Starsene da soli, una scelta invitante ma che non aiuta SOCIALIZZAZIONE: fare qualcosa con gli amici o con i familiari, non per indugiare su ciò che ha provocato tristezza ma per liberare la mente Il grado in cui si rimugina sul proprio stato depressivo determina davvero il suo persistere. La riflessione profonda sulle cause aiuta solo se porta ad una migliore comprensione di sé o ad agire.
Esiste un serbatoio di pensieri negativi che vengono in mente con grande facilità quando ci si sente depressi e che si associano tra loro molto potentemente. Paradosso: evocare sentimenti negativi per liberarsi di altri sentimenti negativi, in una sorta di chiodo scaccia chiodo depressivo. Il mito di farsi un bel pianto : è la distrazione, invece, che spezza il circolo depressivo, possibilmente quella che modifica l umore. Anche l attività fisica può aiutare, perché gli stati depressivi sono caratterizzati da un basso grado di attivazione fisiologica.
Altri aiuti... Prepararsi un piccolo trionfo o un facile successo (effetto Ikea); Migliorare la propria immagine; Confrontarsi verso il basso;
CONTROLLO DEGLI IMPULSI Il test delle caramelle, ovvero il rinvio della gratificazione autoimposto e diretto ad un fine
EMPATIA La capacità di sapere come si sente un altra persona. In relazione con l autoconsapevolezza: più so riconoscere le mie emozioni, meglio so leggere quelle degli altri. Raramente le emozioni vengono verbalizzate. Capacità di leggere i messaggi che viaggiano su altri canali comunicativi. Profilo della Sensibilità Non verbale
L empatia non è correlata all intelligenza accademica o al QI Il 90% di uno stato emotivo viene comunicato attraverso canali non verbali; bisogna focalizzarsi sul come e non sul cosa viene detto. L empatia si rintraccia sin dalla prima infanzia
GESTIRE LO STRESS Senti la pressione delle "richieste" e aspettative degli altri? Come gestisci i ritmi di vita? Quanto tempo dedichi ad attività di rilassamento? Ascolti i segnali del tuo corpo?
E' l'abilità di: riconoscere il proprio stato di stress; risalire alle cause che provocano le tensioni nella vita quotidiana; Gestire lo stress significa: tornare ad uno stato di benessere psicofisico, trovare strategie per modificare l'ambiente oppure noi stessi
Spesso il primo campanello d'allarme di quanto stiamo provando arriva dal nostro corpo Consapevolezza delle nostre reazioni abituali allo stress
Strategie di coping: sforzi cognitivi e comportamentali che si mettono in atto per controllare specifiche richieste interne e/o esterne che sembrano eccessive rispetto alle risorse personali percepite 3 atteggiamenti: esprimere le proprie emozioni essere attivi pensare positivamente
Consigli per GESTIRE LO STRESS: Ascolta il tuo corpo: prenditi il tempo di passare in rassegna il tuo stato fisico (bastano pochi secondi), dai piedi alla testa. Prendi consapevolezza di dove sono situate le tensioni o i punti più rilassati, dove senti fastidio o dove senti buone sensazioni e cerca di capire se ci sono eventi o stati d'animo che producono tali sensazioni. Respirazione: inspira per 5 sec. trattieni per 2 sec. espira per 5 sec.
Galimberti: "Se gli sforzi del soggetto falliscono perché lo stress supera le capacità di risposta, l'individuo è sottoposto a una vulnerabilità nei confronti della malattia psichica, di quella somatica o di entrambe"
LE GESTIONE DELLE EMOZIONI IN CLASSE STRUMENTI: La narrativa: Anna è furiosa Il cestino della rabbia Il consiglio di cooperazione