Osservatorio Solvency II



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Divisione Ricerche Claudio Dematté Osservatorio Solvency II Operational Transformation Risk & capital management Prof.ssa Simona Cosma 02.02.201

Agenda Il Framework di riferimento Obiettivi dell indagine Il campione Le sfide del Primo e Secondo Pilastro: un overview L organizzazione e i costi di implementazione di S2 Le sfide nella gestione del capitale Le sfide nel risk management Riflessioni conclusive 2

Il framework di riferimento Solvency 2 ha modificato non solo i requisiti patrimoniali delle Compagnie di Assicurazione ma anche la composizione dei Fondi Propri ammissibili Le guidelines pubblicate da EIOPA nell Ottobre 2013 e immediatamente adottate dagli Stati membri hanno posto l accento sul Secondo Pilastro e, in particolare, sugli aspetti relativi alla governance, al risk management e al Forward Looking Assessment of Own Risk (FLAOR) L IVASS ha prontamente recepito la trasformazione in atto emanando la Lettera al Mercato del1 Aprile 2014 ed il Provvedimento n.17 (recante modifiche ed integrazioni ai Regolamenti n.20, n.3 e n.1). 3

Obiettivi dell indagine Identificare le attività più sfidanti nell ambito della gestione dei rischi e del capitale ai fini della compliance formale e sostanziale a S2 Rilevare, mediamente, lo stato di implementazione di tali attività nell industria assicurativa italiana Cogliere le attività che richiedono ulteriori sforzi di adeguamento e le attività trattate con priorità nel percorso «operational trasformation» Riflettere sull esistenza o meno di fattori agevolanti del cambiamento (dimensioni/modello di business/assetto istituzionale) 4

Il campione Premi lordi contabilizzati Operatività del gruppo di appartenenza Ramo Società rispondente Canali distributivi K 47,34% Gruppo Assicurativo Internazionale Vita e Danni (infortuni a malattia) Capogruppo Canale Agenziale Canale Bancario Promotori A 17,17% Gruppo Bancario Internazionale Vita e Danni (infortuni a malattia) Parte del gruppo Canale Bancario Canale Digital I 10,4% Gruppo Assicurativo Internazionale Vita e Danni (infortuni a malattia) Joint venture Canale Bancario Promotori finanziari F 8,208% Gruppo Assicurativo Nazionale Vita e Danni Capogruppo D 4,737% Gruppo Assicurativo Nazionale Vita e Danni Capogruppo H 3,120% Gruppo Assicurativo Internazionale Vita e Danni GRUPPO Canale Agenziale Canale Bancario Altri canali diretti Canale Agenziele Canale Bancario Brokers Canale Agenziale Canale Bancario Brokers E 2,% Gruppo Assicurativo Nazionale Vita e Danni GRUPPO Canale Bancario Canale Agenziale G 2,480% Gruppo Assicurativo Nazionale Danni Capogruppo Canale Agenziale C 2,07% Gruppo Bancario Nazionale Vita e Danni Parte del gruppo Canale Bancario Canale Agenziale B 1,181% Gruppo bancario nazionale Vita e Danni Parte del gruppo Canale Bancario Broker L 0,3% Gruppo Assicurativo Internazionale Vita e Danni Parte del gruppo Canale Bancario J 0,004% Gruppo Assicurativo Internazionale Danni Sub-holding Canale telefonico Canale on line

Le sfide del Primo e Secondo Pilastro: un overview 1. A quale stadio del processo di implementazione ritenete di essere nell'ambito del primo pilastro con riferimento a: a) best estimate b) risk margin c) valutazione delle attività d) classificazione dei fondi propri e) solvency capital requirement A B 4 3 C 4 D 7 E F 7 7 G 4 4 H I J K L 3 MEDIA,200,200,833,7,3333 MEDIANA, MA 7 7 MIN 3 3 4 4 4 DEVIAZIONE STANDARD 0,93 0,80 0,7930 0,887 0,13 Mediamente, con riferimento alle principali sfide poste dalla normativa nell ambito del primo pilastro, lo stadio di implementazione può ritenersi buono (,42 su un range tra 1 e 7).

Le sfide del Primo e Secondo Pilastro: un overview 2a. A quale stadio del processo di implementazione ritenete di essere, nell ambito del secondo pilastro con riferimento a: 2b. A quale stadio del processo di implementazione ritenete di essere, nell ambito del secondo pilastro con riferimento a: a) Individuaz. chiara delle d) Funzioni di c) Chiara separazione di h) Aggiornamento i) Appropriata governance e k) Reports di rischio responsabilità individuali e b) Requisiti e idoneità dei governance efficaci e) Decisioni di business f) Automazione g) Chiarezza definitoria tra j) Valutazione dei livelli responsabilità tra prima, seconda tempestivo su cambiamenti accordi contrattuali con i opportunamente collegiali per la gestione dei singoli individui (internal audit, risk, fondate sul risk appetite di metriche rischi e adempimenti relativi di rischio dei providers e terza linea di controllo dei processi di business providers approfonditi e affidabili rischi attuariato e compliance) l) Use Test A 7 2 A 4 3 4 4 B 3 2 4 3 2 B 3 3 3 4 3 2 2 C 4 3 4 4 C 4 3 4 3 3 D 7 D 3 4 4 3 E 4 E 4 3 F 7 F 4 G 4 4 3 G - 3 4 3 H H 4 I 4 3 I 3 4 4 J 2 2 2 J 2 2 3 2 4 3 K 7 7 K 7 7 L 3 3 L - 3 3 2 3 MEDIA,17,3333,0833 4,8333 3,7 MEDIA 4,0909 4,4 4,3333 4,700 4,3333 4,833 3,700 MEDIANA 3, MEDIANA 4 4 3 MA 7 7 7 7 MA 7 7 MIN 3 2 2 2 2 MIN2 2 3 3 2 2 2 DEVIAZIONE DEVIAZIONE 1,1934 1,43 1,00 1,403 1,3707 1,3003 STANDARD STANDARD 1,38 1,3027 1,03 1,43 1,2401 1,214 m) Analisi di scenario e stress test per eventi ordinari e estremi n) Risk appetite o) Revisione dei business plans 2c. A quale stadio del processo di implementazione ritenete di essere, nell ambito del secondo pilastro con riferimento a: p) Governance and limit framework q) Calcolo dei metriche/risk measurement r) Consulenza/ revisione transazionale s) Identificazione e analisi prospettica dei rischi A 2 7 3 4 3 B 3 3 2 3 3 2 3 C 4 4 3 4 4 D 4 E 4 4 4 F G 3 4 4 H 4 4 I 4 4 4 4 J 2 2 2 2 4 K 7 7 7 L 3 3 3 MEDIA 4,917 4,3333 4,417 4,7 4,700 3,9091 4,7 MEDIANA 4, 4, 4 MA 7 7 7 7 MIN 3 2 2 2 3 2 3 DEVIAZIONE STANDARD 0,992 1,70 1,4434 1,43 1,1382 1,371 1,3027 Mediamente, le attività relative al II Pilastro sono ad uno stadio meno avanzato (media 4,). In particolare, l implementazione dei processi che riguardano le decisioni di business fondate sul risk appetite e lo use test richiede maggiori sforzi 7

Le sfide del Primo e Secondo Pilastro: un overview A B C D E F G H I J K L MEDIA MEDIANA MA MIN DEVIAZIONE STANDARD 3. In che misura è stato formalizzato un metodo di valutazione dell efficacia del sistema di risk management rispetto ai risultati desiderati? 1 A 1 B 2 C 3 D 4 2 1 2 E F G H I J K L 3,0833 MEDIA 2, MEDIANA MA 1 MIN DEVIAZIONE 1,8320 STANDARD 4. In che misura l impresa valuta se i presidi adottati per l attività di assunzione dei rischi, inclusi quelli contrattuali con la propria rete distributiva, siano in grado di operare in modo prudenziale? 2 3 3 4 4,833 2 1,3114 La formalizzazione di un metodo di valutazione dell efficacia del sistema di risk management rispetto ai risultati desiderati è in uno stadio embrionale in metà delle Compagnie considerate ma, diversamente, la valutazione dei presidi adottati per l assunzione dei rischi sembra garantita nelle compagnie del campione. Le dimensioni non sembrano incidere sullo sviluppo di tali elementi 8

L organizzazione e i costi dell implementazione di S2 A B C D E F G H I J K L MEDIA MEDIANA MA MIN DEVIAZIONE STANDARD. Con che livello di dettaglio e completezza è stato elaborato un piano d azione per adempiere alle diverse richieste di S2? 7 7 3,7 7 3 1,0731 La diffusione della cultura S2 a tutti i livelli aziendali rappresenta l ostacolo maggiore percepito, seguito dalla qualità dei dati a) qualità dei dati Mediamente, le compagnie hanno elaborato un piano d azione a fronte di S2 dettagliato e completo, ma solo la metà delle compagnie del campione ha effettuato una stima dei costi di implementazione; i costi stimati oscillano tra un minimo di 1mln di euro e un massimo di 7-8 mln di euro. b) modifiche ICT 1. Quali sono i principali ostacoli all implementazione di S2? (barrare con una x) c) allocazione dei compiti/ruoli d) ORSA e) regole e calcoli f) aderenza al profilo di proporzionalità g) diffusione della cultura S2 A B C D E F G H I J K L 9

La classificazione dei fondi propri e la solidità patrimoniale A B C D E F a) pari ad 1/3 dell'importo totale dei fondi propri ammissibili 8. Gli elementi di livello 1 nei fondi propri ammissibili sono: (barrare con una x) b) superiore ad 1/3 c) inferiore ad 1/3 dell'importo totale dei fondi dell'importo totale dei fondi propri ammissibili propri ammissibili G H I J - - - K L 9. L importo degli elementi di livello 3 sono: (barrare con una x) I due terzi delle compagnie si sono preoccupate di valutare l impatto che la nuova «tierizzazione» avrebbe avuto sulla posizione finanziaria della compagnia; i limiti quantitativi relativi ai fondi propri sono soddisfatti dalla quasi totalità del campione. 10. Per quanto riguarda la conformità al requisito patrimoniale minimo, la proporzione degli elementi di livello 1 dei fondi propri di base ammissibili è: (barrare con una x) a) inferiore ad 1/3 dell'importo totale dei fondi propri ammissibili b) pari ad 1/3 dell'importo totale dei fondi propri ammissibili c) superiore ad 1/3 dell'importo totale dei fondi propri ammissibili a) superiore alla metà dell importo totale dei fondi propri di base b) pari alla metà dell importo totale dei fondi propri di base c) inferiori alla metà dell importo totale dei fondi propri di base A A B B C C D D E E F F G G H H I I J - - -J - - - K K L L Il MCR oscilla da 24,8 mln di euro ad oltre 200 mln di euro. Lo SCR oscilla tra 30 mln di euro e 439 mln di euro. Non tutte rispondono alla domanda 10

Le sfide nella gestione del capitale 1. A quale stadio è l elaborazione di un piano di gestione del capitale a medio termine (non inferiore a tre anni) che tenga conto del nuovo regime di solvibilità? 1,89 1,422 1,9117 19. Almeno annualmente, in che misura l impresa è in grado di valutare: a) il profilo di rischio in chiave prospettica 17. In che misura viene valutata la coerenza del piano di gestione del capitale a medio termine con le risultanze della valutazione prospettica forward looking assessment"? b) le possibili variazioni 18. In che misura l organo amministrativo e di controllo monitora il piano di gestione di medio termine? A 1 1 1 B 2 3 1 C 3 4 4 D E 3 3 3 F 4 G 4 H I 4 4 3 J - K 7 L 2 2 2 MEDIA 3,8333 4,17 3,34 MEDIANA 4, 4, 4 MA 7 MIN 1 1 1 DEVIAZIONE STANDARD c) il fabbisogno complessivo di solvibilità, sia in termini quantitativi che qualitativi nel lungo termine Mediamente, la capacità di elaborazione di un piano di gestione del capitale a medio termine è ancora ad un livello intermedio (3,87). d) il collegamento tra il profilo di rischio ed il fabbisogno di solvibilità e) i fattori di rischio significativi da assoggettare ad analisi complementari tra cui stress test, reverse stress test ed analisi di scenario A 4 2 4 3 B 3 2 3 2 3 C D E 4 4 F G 4 H I J 3 K 7 L 2 MEDIA,3333 4,8333 4,7,0000,17 MEDIANA, MA 7 MIN 3 2 2 2 3 DEVIAZIONE STANDARD 0,9847 1,48 1,2309 1,3484 1,1934 Migliore il processo di valutaz. annuale prospettica dei rischi, formalizz./ document dello stesso e raccordo con il bisogno di 11 solvibilità

Le sfide nella gestione del capitale SOCIETA' a) la descrizione delle metodologie quantitative e qualitative utilizzate nella valutazione b) le ipotesi e la frequenza con cui le analisi sono svolte 20. A che stadio è la definizione del processo che prevede c) la considerazione del collegamento tra profilo di rischio, i limiti di tolleranza al rischio e il fabbisogno complessivo di solvibilità d) la tracciabilità delle valutazioni svolte e) la documentazione rilevante f) la valutazione delle strategie alla luce dei risultati ottenuti a seguito della valutazione prospettica dei rischi A 2 2 B 2 3 3 4 3 2 C 4 4 3 3 D E 4 4 4 F G 4 H I 4 J 2 2 2 2 3 3 K 7 7 7 L 3 MEDIA 4,917,0000 4,833 4,700,0833 4,200 MEDIANA, 4, MA 7 7 7 MIN 2 2 2 2 3 2 DEV STD 1,43 1,4771 1,00 1,2881 1,3114 1,448 Mediamente le Compagnie hanno superato lo stadio intermedio (media 4,7) del processo di formalizzazione della metodologia di valutazione prospettica del profilo di rischio e raccordo con le strategie 12

Le sfide nel risk management 21. Per individuare, misurare, monitorare, gestire e segnalare, su base continuativa, i rischi a livello individuale ed aggregato ai quali siete o potreste essere esposte, in che misura disponete di: a) strategie b) processi c) procedure di segnalazione A 4 B 2 3 3 C D E 4 4 F G 2 3 3 H I J 1 4 1 K L 3 MEDIA 4,17 4,8333 4,833 MEDIANA 4, MA MIN 1 3 1 DEV STD 1,8007 1,0299 1,43 Complessivamente, le imprese rivelano di disporre di discreti presidi di risk management (media: 4,) per individuare, misurare, monitorare, gestire e segnalare, su base continuativa, i rischi a livello individuale ed aggregato ai quali sono esposte. Le imprese dichiarano di disporre, in misura via via inferiore, di processi, procedure di segnalazione e strategie. 13

Le sfide nel risk management a) sottoscrizione e MEDIA COMPLESSIVAb) gestione,31 delle costituzione di attività e passività riserve 22. Quali settori sono coperti dal sistema di gestione dei rischi e in che misura? c) investimenti, in particolare derivati e impegni simili d) gestione dei rischi di liquidità e di concentrazione e) gestione dei rischi operativi f) riassicurazione e altre tecniche di attenuazione del rischio A 4 3 4 B 3 4 4 4 2 2 C 4 4 3 D 7 E F G 7 H 4 I 7 J 2 K 7 7 7 7 - L MEDIA,000,000,917,17,200 4,7273 MEDIANA, MA 7 7 7 7 7 MIN 3 4 4 3 2 2 DEVIAZIONE 1,0871 0,904 0,9003 1,1934 1,4222 1,4894 Mediamente, il sistema di gestione dei rischi copre bene ciascuno dei settori di cui all art.44, paragrafo 2 della direttiva, con un punteggio che si attesta intorno al,, con livelli di variabilità non particolarmente elevati. In particolare, il settore investimenti è quello meglio coperto dal sistema di gestione dei rischi. 14

Le sfide nel risk management Nessuna delle compagnie del campione intende adottare un modello interno completo ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali; Solo un quarto intende adottare un modello interno parziale (per il rischio di credito, il rischio operativo e il rischio di sottoscrizione per l assicurazione non vita). Di esse, 2 dispongono di una dettagliata documentazione circa il modello interno da fornire all Autorità di vigilanza ai fini della sua approvazione, nonché di un insieme di indicatori chiave per definire le modifiche rilevanti e un approccio obiettivo in grado di identificarle. Mediamente, le imprese presentano un livello intermedio di automazione delle metriche di risk management (media:3,). Fa eccezione l impresa K, la prima per dimensioni. 1

Riflessioni conclusive Le attività che richiedono, mediamente, ulteriori sforzi di adeguamento sono, nell ordine: la formalizzazione di un metodo di valutazione dell efficacia del sistema di risk management rispetto ai risultati desiderati l automazione delle metriche di risk management la formulazione di decisioni di business fondate sul risk appetite Le attività che, invece, sono al migliore stadio del processo di implementazione, probabilmente perché ritenute prioritarie risultano essere: il risk management nel settore investimenti, in particolare derivati e impegni nell ambito del Primo Pilastro, la classificazione dei fondi propri e la valutazione delle attività il livello di dettaglio e completezza del piano d azione S2 1

Riflessioni conclusive Complessivamente, l implementazione del progetto Solvency II rappresenta un percorso sfidante per le imprese di assicurazione a prescindere dalla dimensione. L indagine, tuttavia, consente di rilevare che il maggior numero di punteggi minimi interessa una compagnia tra le più piccole del campione per premi lordi contabilizzati, appartenente ad un gruppo bancario operante a livello nazionale. La compagnia si avvale per la distribuzione dei propri prodotti del canale bancario e di brokers assicurativi. Diversamente, la compagnia che, complessivamente, ha collezionato i punteggi più elevati è la compagnia più grande in termini di premi lordi contabilizzati nell esercizio 2013. È una compagnia a capo di un gruppo assicurativo operante a livello internazionale che distribuisce i propri prodotti attraverso il canale delle agenzie, sportelli bancari e promotori finanziari. 17

Grazie per l attenzione! 18