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Interazioni Elettrodeboli prof. Francesco Ragusa Università di Milano Lezione n. 10 7.11.2017 Propagatore e invarianza di gauge Teoria di Fermi del decadimento β Cinematica; spazio delle fasi anno accademico 2017-2018

Propagatore e invarianza di gauge Abbiamo detto che il propagatore fotonico è la funzione di Green dell'equazione del potenziale A μ Siamo interessati alla sua trasformata di Fourier Nel dominio della variabile q abbiamo Tuttavia l'equazione di A μ non è la più generale La forma che consideriamo presuppone il gauge di Lorentz μ A μ = 0 Nel caso generale Verifichiamo che l'operatore g μν μ ν non ha un operatore inverso come nel caso precedente Nello spazio dei momenti Cerchiamo l'operatore inverso nella forma Cerchiamo A e B tali che Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 271

Propagatore e invarianza di gauge Abbiamo Sviluppando Pertanto l'operatore non ha un'inverso impossibile Il problema viene risolto generalizzando l'equazione del potenziale La generalizzazione equivale ad aggiungere un termine nella Lagrangiana Con questa generalizzazione dimostriamo che l'inverso esiste ed è Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 272

Propagatore e invarianza di gauge Utilizziamo la stessa ipotesi Abbiamo Sviluppando Uguagliamo rispettivamente a 1 e a 0 i coefficienti di δ μν e q μ q ν Otteniamo inserendo nella seconda equazione E infine Pertanto il propagatore è Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 273

Propagatore e invarianza di gauge Il parametro ξ permette di fissare il gauge Il propagatore del fotone dipende dal gauge Fra i valori di ξ più usati Il gauge di Feynman ξ = 1 che coincide con il gauge di Lorentz Il gauge di Landau ξ = 0 Naturalmente il risultato fisico non può dipendere dal gauge L'elemento di matrice deve essere indipendente da ξ La conservazione della corrente elettromagnetica assicura che l'elemento di matrice sia indipendente dal gauge Ricordiamo il risultato della diapositiva 259 2200 Gli elementi di matrice delle correnti originavano da termini Questa corrente è conservata Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 274

Propagatore e invarianza di gauge Ricordiamo l'equazione di Dirac Abbiamo pertanto verificato che per una corrente conservata q μ j μ (x) = 0 Esaminiamo il propagatore nel gauge ξ Osserviamo che se il propagatore è accoppiato a correnti conservate il termine gauge-dependent, che contiene q μ q ν, dà un contributo nullo Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 275

Teoria di Fermi del decadimento β Nel decadimento β un neutrone all interno del nucleo si trasforma in un protone emettendo un elettrone e un antineutrino All interno del nucleo può avvenire un decadimento β + : la trasformazione di un protone in neutrone con l emissione di un positrone e di un neutrino La prima teoria soddisfacente del decadimento β fu formulata da Enrico Fermi nel 1934 La storia della radioattività precedente al lavoro di Fermi a partire dalla scoperta di Bequerel è raccontata in un interessante articolo di A. Pais [1] Il decadimento β è dovuto ad una forza molto debole, l Interazione Debole Nonostante sia poco intensa è molto importante e determina aspetti della nostra vita quotidiana Ad esempio la velocità con cui procede la reazione di produzione del deuterio all interno del sole [2] [1] - A. Pais - Radioactivity s two early puzzles - Reviews of Modern Physics, Vol. 49, pag. 925 1977 [2] - R. N. Cahn - The eighteen arbitrary parameters of the standard model in your everyday life Review of Modern Physiscs, Vol. 68, pag. 951 1996 Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 276

Decadimento β del neutrone Enrico Fermi propose una teoria per il decadimento β nel 1934 Fermi si ispirò all interazione elettromagnetica di due particelle cariche che è interpretata come l interazione di due correnti p 1 p 3 La corrente J 1 Distrugge un elettrone di momento p 1 Crea un elettrone di momento p 3 p 2 p 4 Analogamente, la corrente J 2 Distrugge un elettrone di momento p 2 Crea un elettrone di momento p 4 Le correnti introdotte sono costruite utilizzando gli operatori di campo per i due elettroni Lungo la linea di una corrente ci sono delle grandezze fisiche che si conservano In questo caso La carica elettrica (ψ i distrugge e, ψ f crea e) Il numero fermionico Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 277

Decadimento β del neutrone Utilizzando questo modo di vedere anche per il decadimento β le due correnti hanno il seguente ruolo p 1 n p p 3 La corrente J 1 Distrugge un neutrone n di momento p 1 Crea un protone p di momento p 3 e p 4 p 2 ν e p p 4 ν 2 La prima è la corrente adronica Conserva il numero barionico Non conserva la carica elettrica La seconda è la corrente leptonica Conserva il numero leptonico Non conserva la carica elettrica La corrente J 2 Crea un elettrone e di momento p 4 Distrugge un neutrino ν di momento p 2 ovvero Crea un antineutrino ν di momento p 2 Cosa sostituisce il fotone? Fermi suppose una interazione di contatto Oggi interpretiamo con lo scambio di un bosone carico k n p k' W ν e e p' p Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 278

Teoria di Fermi del decadimento β Nel linguaggio della Teoria Quantistica dei Campi il decadimento viene descritto come la transizione da uno stato iniziale ad uno finale La probabilità di transizione si calcola a partire dal corrispondente elemento della matrice S L operatore S deve contenere gli opportuni operatori di campo in modo che l elemento di matrice sia diverso da zero crea un antifermione Nello stato iniziale viene distrutto: Un neutrone Fermi ipotizzò che l interazione fosse descritta dalla densità Hamiltoniana La transizione è pertanto dovuta a una interazione di contatto e puntiforme Deriva da un termine da aggiungere alla Lagrangiana Nello stato finale vengono creati Un protone Un elettrone Un antineutrino distrugge un fermione tutti i campi sono calcolati nel punto x Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 279

Teoria di Fermi del decadimento β La stessa Hamiltoniana può descrivere altre interazioni Ad esempio Distrugge un neutrino Distrugge un neutrone Crea un protone Crea un elettrone Quali altre reazioni descrive l Hamiltoniana? E in particolare, il termine h.c. Nota curiosa La teoria di Fermi fu pubblicata in Z. Physik, 88, 161 (1934) L articolo fu prima sottoposto per la pubblicazione a Nature che lo rifiutò con la seguente motivazione because it contains speculations too remote from reality to be of interest to the reader Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 280

La costante G Notiamo per finire le dimensioni della costante G La densità Hamiltoniana H' ha le dimensioni di una densità di energia [H'] = ML 3 = M 4 Alternativamente l integrale è un azione e nelle unità di misura naturali deve essere adimensionale: [L']L 4 = [L']M 4 [L'] = M 4 Le dimensioni del campo ψ si possono dedurre Dal termine cinetico della lagrangiana :da qui [ψ] 2 L 1 = [ψ] 2 M 1 = M 4 e infine [ψ] 2 = M 3, [ψ] = M 3/2 Dalla rappresentazione integrale E inoltre [u] = M 1/2 e [a] = [b] = M 3/2 Pertanto di nuovo [ψ] = M 3/2 La dimensione della costante G risulta quindi [G] [ψ] 4 = M 4 = [G][M] 6 da cui [G] = M 2 Notare che nel caso della interazione elettromagnetica la costante di accoppiamento α è adimensionale Nel caso dell interazione elettromagnetica la dimensione M 2 necessaria per rendere adimensionale l ampiezza è introdotta dal propagatore Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 281

L elemento di matrice L Hamiltoniana d interazione si ottiene integrando sul volume tridimensionale: Per capire le transizioni che possono essere indotte da questa Hamiltoniana occorre fare riferimento allo sviluppo dei campi fermionici in operatori di creazione e annichilazione Notiamo che Gli operatori a kλ distruggono particelle Gli operatori b kλ distruggono antiparticelle Analogamente Gli operatori a kλ creano particelle Gli operatori b kλ creano antiparticelle Il campo ψ distrugge particelle, crea antiparticelle Il campo ψ crea particelle, distrugge antiparticelle Notare che in ψ gli operatori b relativi alle antiparticelle compaiono insieme all esponenziale di energia negativa e agli spinori v(p) = u( p) Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 282

L elemento di matrice Impostiamo adesso il calcolo dell elemento di matrice Abbiamo bisogno di esprimere gli stati dello spazio di Fock utilizzando gli opportuni operatori di creazione Per semplificare la notazione abbiamo posto: pp p p ; pn p n ; pe p e ; pν p ν Inoltre è sottointeso che (li inseriremo alla fine) Al primo ordine dello sviluppo perturbativo l ampiezza della transizione è data dall elemento di matrice dell Hamiltoniana H' fra stato iniziale e stato finale Per calcolare esplicitamente l elemento di matrice Si introduce l espressione della densità Hamiltoniana Rappresentazione d interazione Si sostituiscono gli operatori di campo nella densità Hamiltoniana con le rappresentazioni integrali Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 283

L elemento di matrice Otteniamo pertanto Ricordiamo che tutti i campi sono calcolati nello stesso punto: ψ(x) Ricordiamo che lo spazio di Fock del nostro sistema è un prodotto tensoriale di stati di singola particella Possiamo pertanto riscrivere l elemento di matrice come Consideriamo il termine leptonico L ultima uguaglianza definisce l operatore Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 284

L elemento di matrice Analizziamo l operatore Esaminiamo adesso il risultato dell applicazione di questo operatore al vuoto { { { { Pertanto sopravvive solo il termine Operatori di particelle differenti: commutano Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 285

L elemento di matrice Per concludere, calcoliamo il valore di aspettazione nel vuoto Utilizziamo le regole di commutazione per portare a destra gli operatori di distruzione { { { { In conclusione (inseriamo adesso esplicitamente le normalizzazioni degli stati) Inserendo nell espressione per e calcolando gli integrali momenti (esterni) delle particelle Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 286

L elemento di matrice Un calcolo analogo per il termine adronico Questa volta possiamo individuare subito i termini che annullano il vuoto L operatore di distruzione del protone commuta con tutti gli operatori alla sua destra L operatore di creazione dell antineutrone commuta con tutti gli operatori alla sua sinistra Ci riduciamo a L elemento di matrice si calcola facilmente Introducendo nell integrale otteniamo Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 287

L elemento di matrice Riepiloghiamo i risultati ottenuti Ricordiamo inoltre l espressione per l ampiezza di transizione Inserendo i risultati trovati si trova L ampiezza invariante è Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 288

L elemento di matrice Osserviamo che l ampiezza contiene solo funzioni ( spinori, matrici e funzioni ordinarie ) e nessun operatore (ψ,a,b ) In futuro le ampiezze potranno essere scritte utilizzando regole e diagrammi di Feynman senza rifare tutto il calcolo con la teoria dei campi Le regole di Feynman possono essere dedotte osservando il termine della Lagrangiana relativo alla interazione fra i campi Ricordiamo che H' = L' Al primo ordine corrispondono i diagrammi con un solo vertice Le regole sono Particella uscente spinore Particella entrante spinore u Anti-particella uscente spinore v Anti-particella entrante spinore Vertice fra due particelle L ampiezza corrispondente è Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 289

Osservabili Fisiche Nella fisica delle particelle Elementari si studiano sostanzialmente: Decadimenti: Vite medie Natura delle particelle prodotte Distribuzioni di energia delle particelle prodotte Distribuzioni angolari delle particelle prodotte Interazioni di particelle Sezioni d urto Distribuzioni di energia delle particelle prodotte Distribuzioni angolari delle particelle prodotte La descrizione teorica di queste osservabili è simile Ampiezza Invariante M Flusso (sezione d urto) Spazio delle Fasi d Φ n Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 290

Cinematica decadimento 1 3 Da ora in poi c = 1 Variabili invarianti nel decadimento La conservazione del 4-impulso è p p 1 p 2 s 12 p 3 s 23 s 31 Sono convenienti le seguenti variabili invarianti (uguali in tutti i sistemi di riferimento inerziale) La variabile s ij è anche detta massa invariante (al quadrato) del sistema composto delle 2 particelle i e j Inoltre Si verifica facilmente che Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 291

Cinematica decadimento 1 3 p 2 p 1 p p 2 θ 12 θ 23 p 3 Nel sistema di riferimento in cui la particella p è a riposo Nel sistema di riposo la somma dei momenti dei prodotti di decadimento è nulla Variabili indipendenti: 3 impulsi 3componenti = 9 4 equazioni p 1 1 angolo inessenziale di rotazione nel piano 2 angoli inessenziali di orientamento del piano Variabili indipendenti: 9 4 3 = 2 Si possono utilizzare una coppia di s ij qualsiasi θ 31 p 3 p p 2 1 θ 12 θ 23 θ 31 p 3 Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 292

Cinematica decadimento 1 3 Si possono definire energie e momenti delle 3 particelle nello stato finale (nel sistema di riposo della particella 1) in funzione di variabili invarianti È la stessa formula di una particella di massa che decade in particella di massa m 1 e una di massa Il momento della particella La funzione λ è Analogamente si trovano le relazioni per le altre particelle: Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 293

Cinematica decadimento 1 3 Per il calcolo degli angoli si può procedere in modo analogo pertanto, una volta fissate due variabili s ij, tutte le altre grandezze cinematiche sono determinate Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 294

Regione fisica del decadimento Una volta scelte due variabili s ij per descrivere lo stato finale occorre definire la regione fisica che le due variabili possono assumere s 12 Scegliamo, ad esempio s 12 e s 23 come variabili indipendenti L equazione che definisce la frontiera sul piano s 12 s 23 è definita da s 23 La regione di variabilità di s 23 si può trovare imponendo la realtà delle radici E. Byckling, K. Kajantie Particle Kinematics Wiley Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 295

Regione fisica s 23 Due condizioni uguali Due condizioni uguali Combinando le due condizioni in una sola Analogamente Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 296

Cinematica decadimento β del neutrone Facendo riferimento alla figura Le energie sono date da P n p p 1 e - ν k 2 k 3 s eν Abbiamo appena visto che Dalla equazione per E p possiamo ricavare L energia cinetica del protone è Analogamente si ottiene Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 297

Cinematica decadimento β del neutrone Utilizzando i valori noti delle masse m e =0.511 MeV m n =939.560 MeV m p =938.270 MeV Si ottiene in definitiva E e 1.29 MeV Vediamo che, almeno vicino al limite della regione permessa, l elettrone può raggiungere velocità relativistiche. Analogamente, il limite superiore alla energia cinetica del protone Calcoliamo il limite superiore alla velocità del protone Il protone è sempre non relativistico Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 298

Cinematica decadimento β del neutrone Riassumendo Nel sistema di laboratorio l elettrone può raggiungere velocità relativistiche Il neutrino, che assumiamo avere massa nulla, ha sempre velocità relativistiche (β ν =1) Il neutrone è a riposo Il protone ha velocità non relativistiche Per i leptoni è pertanto indispensabile utilizzare la meccanica quantistica relativistica Utilizzeremo gli spinori quadridimensionali Per il protone e per il neutrone è sufficiente un approssimazione non relativistica Utilizzeremo gli spinori bidimensionali di Pauli Per un nucleo valgono gli stessi argomenti Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 299

Lo spazio delle fasi Studiamo lo spazio delle fasi per il decadimento β ( decadimento a 3 corpi ) La presenza della funzione δ 3 (0 k k p) rende banale l integrazione sul 3-momento del protone (d 3 p) Da ora in poi è sottointeso che p = (k + k ) Da questo punto in poi si può sviluppare il calcolo in due modi differenti: Il primo finalizzato allo studio del plot di Dalitz Il secondo finalizzato al calcolo della distribuzione dell energia dell elettrone o di correlazioni angolari Affrontiamo il primo caso Sviluppiamo il modulo e i differenziali Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 300

Lo spazio delle fasi Ricordiamo che il decadimento è confinato su un piano Possiamo scegliere la direzione dell'elettrone come riferimento per gli angoli e integrare su dω e 4 π e k θ pe θ eν Inoltre dω ν = 2πd cosθ eν θ pν ν k p Infine, dal momento che Otteniamo Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 301

Lo spazio delle fasi Integriamo adesso sull angolo θ eν Dobbiamo tenere conto della funzione δ(f(x)) dove x =cosθ eν Ricordiamo che p = (k + k ). La funzione si annulla per cosθ eν = cosθ eν Ricordando la proprietà della funzione δ(x) Otteniamo Sostituiamo nella formula per d Φ e integriamo sull angolo Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 302

Lo spazio delle fasi Il risultato ottenuto è importante per il Dalitz Plot Ricordiamo le relazioni s 12 Da esse segue che E le relazioni ottenute da sostituzioni cicliche degli indici Le relazioni s 23 Implicano 1: se l elemento di matrice è costante, lo spazio nel piano E 1 E 2 ( o s 12 s 23 ) è popolato uniformemente 2: deviazioni dall uniformità danno indicazioni sulla dipendenza di dalle variabili E 1 E 2 Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 303

Esercizi In attesa di avere l elemento di matrice si può impostare il programma per la costruzione di un generatore Montecarlo per il decadimento β: Scrivere un programma per disegnare la regione fisica del decadimento Generare una coppia di numeri casuali (E 1,E 2 ) distribuiti uniformemente nel piano all interno della regione fisica Utilizzando le formule cinematiche ricavate precedentemente scrivere i tre 4-vettori del protone, del neutrone, del neutrino Le formule precedenti permettono di scrivere i 3 vettori in un piano. Ruotare con un angolo casuale i 3 vettori su questo piano Generare una direzione casuale nello spazio e ruotare i 3 vettori in modo che giacciano sul piano perpendicolare alla direzione generata Interazioni Elettrodeboli Francesco Ragusa 304