L informazione utile Percorsi della comunicazione interculturale in Italia



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Università degli Studi di Genova Facoltà di Scienze Politiche Corso di Laurea Triennale in Scienze Politiche Tesi di Storia del Giornalismo L informazione utile Percorsi della comunicazione interculturale in Italia Relatore: Prof.ssa Marina Milan Candidato: Giorgio Silvestri Anno Accademico 2005-2006

Indice Introduzione 4 1 Media multiculturali e loro finalità 9 1.1 Che cos è la comunicazione interculturale? 9 1.2 Testate e programmazioni di servizio 12 1.3 I contenuti strettamente multiculturali 13 1.4 Organi di impronta cattolico-religiosa 15 1.5 Media e contenuti movimentisti 16 1.6 Un nuovo mercato editoriale 18 2 I giornali per gli altri italiani 21 2.1 Un quadro assai composito 21 2.2 L Emigrato : informare per provocare 23 2.3 Il giro del mondo in otto periodici 33 2.4 Prima di Metropoli 39 3 Metropoli, ultima idea del gruppo Espresso 48 3.1 Come nasce e con quali tratti distintivi 48 3.2 Per un analisi dei contenuti 51 3.3 Metropoli in rete 63 3.4 Una Costituzione per tutti 65 4 Le programmazioni radiotelevisive oggi 68 4.1 Due media uguali e diversi 68 4.2 La radio premia lo straniero 70 4.3 Il Noticiero dei latinos di Genova 75 4.4 Rai: di tutto, di più 78 5 Internet e la comunicazione del futuro 87 1

5.1 Un universo in forte espansione 87 5.2 Fioriscono siti, periodici, radio 89 5.3 Stranieri in Italia tra affari e polemiche 98 5.4 Le novità: dal Passaporto.it a Ethnoland.it 102 Appendice 110 I media multiculturali in Italia 111 Intervista a Elisabetta Sivo 115 Intervista a Padre Ariel Zunega 119 Intervista a Domenica Canchano 122 Ezio Mauro: Voce ai cittadini dell Italia futura 127 Per una piattaforma italiana dei media multiculturali 128 Bibliografia 133 Webgrafia 135 2

Sono briganti, lazzaroni, fannulloni, corrotti nell anima e nel corpo. Se il boicottaggio vale a qualcosa, è in questo caso degli italiani che debbasi applicare. Siamo certi che i nostri capitalisti non ricaveranno beneficio alcuno dall importazione di queste locuste. ( Australian Workman, 24 ottobre 1890) 3

Introduzione Da almeno un decennio è in corso un processo di avvicinamento dei media allo straniero senza precedenti nella storia del nostro Paese e che, più di tutto, è sintomatico del mutato approccio politico, economico, sociale e culturale al fenomeno-immigrazione. Il numero dei residenti stranieri in Italia si aggira al giorno d oggi sui tre milioni di unità, che rappresentano meno del 5% dell intera popolazione italiana. Un dato ancora poco significativo, se rapportato a quelli della maggior parte dei Paesi europei su tutti Francia, Germania e Inghilterra. Tuttavia, si tratta di un valore in costante aumento, destinato a crescere a ritmi ancor più serrati nel corso dei prossimi anni. I dati Istat ci raccontano di una popolazione straniera in Italia che si incrementa di 150-200 mila unità all anno, grazie soprattutto ad un tasso di natalità (all incirca 50 mila figli ogni anno vengono alla luce qui) di gran lunga superiore a quello autoctono. Risale inoltre all ultima estate la promessa di un decreto autunnale che amplierà le quote d ingresso degli immigrati per il 2006: queste potranno soddisfare tutte le 520 mila richieste di assunzione già presentate dai datori di lavoro italiani. Per non parlare, poi, dell annunciata riforma della legge sulla cittadinanza, che semplificherà i requisiti necessari all ottenimento della stessa per decine di migliaia di residenti stranieri. Almeno una parte del mondo politico insomma, dopo una lunga serie di provvedimenti dettati dall emergenza (basti pensare alle sei sanatorie succedutesi dal 1981 al 2002), sembra pronto a varare riforme sull immigrazione proiettate verso gli scenari prossimi venturi. Parallelamente, l universo in questione va ritagliandosi uno spazio via via più ampio 4

entro un certo numero di media in qualità di fruitore attivo di informazione, a conferma del fatto che sia in atto una lenta ma progressiva integrazione di molti stranieri nel nostro Paese. Questo contraddice l iniziale tendenza a considerare l immigrazione come fenomeno transitorio e carico di implicazioni negative, con la conseguenza di ignorare il soggetto straniero sotto l intero profilo del consumo di beni e servizi. L ingresso di nuovi cittadini stranieri in Italia, insomma, non appare più solo come emergenza e pericolo per la coesione interna del Paese. I settori più accorti della nostra società, soprattutto in ambito politico e culturale - nonchè coloro che vi hanno fiutato un qualche business economico da tempo hanno infatti predisposto progetti di graduale inserimento del migrante nella vita quotidiana della nostra penisola. Nonostante questo grande fermento, tuttavia, i grandi media italiani mantengono nel complesso ancora forti reticenze nei confronti degli stranieri e dei loro bisogni; a ciò si lega, come già evidenziato da una copiosa manualistica, la tendenza a parlare di immigrazione solo in termini di sbarchi ed illegalità, con accenti comunque negativi e allarmisti. Si tratta però a loro volta di studi che solo di rado affrontano il problema della comunicazione per stranieri, concentrandosi piuttosto su come i media generalisti informano sugli stranieri stessi. Intenzione primaria di questa indagine è dunque sopperire alla carenza di questo genere di letteratura riferendo di quanto, spesso in silenzio, già si sta muovendo sotto quest aspetto; di più, si cerca di allargare l orizzonte all evolversi della realtà migratoria italiana e agli svariati problemi, in primis burocratici, che la stessa stampa per stranieri deve fronteggiare. Si tratta di questioni di grande attualità e urgenza, oltre che stimolanti e formative sotto il profilo didattico, culturale e non ultimo umano. Spunto iniziale per l esposizione è stato il rapporto Cnel La comunicazione interculturale. Indagini e riflessioni sulla stampa di immigrazione in Italia e sulla stampa italiana all estero, pubblicato alla fine del 2004. Ad esso va riconosciuto il merito di avere spostato l attenzione su ciò che i media facevano per gli immigrati e (soprattutto) sulle iniziative mediatiche promosse dagli immigrati stessi. Di pari importanza si è rivelata una analoga ricerca Cospe Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti data alle stampe nel 2002 (L offerta multiculturale nella 5

stampa, tv e radio in Italia), ricca di spunti e statistiche sull utilizzo dei media per la comunicazione con gli stranieri residenti in Italia. Preziose, infine, la tesi di laurea della dott.ssa Irene Romano dell Università degli Studi di Bologna (2005) e il sito di Media e Multiculturalità (www.mmc2000.net), aggiornato ai primi mesi del 2006, oltre a una miriade di indagini condotte da varie istituzioni e tutte reperibili tramite internet. Proprio il web, dunque, è il canale da cui più ha attinto questa ricerca, a testimoniare l assoluta aridità di saggistica e materiale radiotelevisivo in quest ambito. Tracciato preliminarmente un quadro d insieme della produzione di media per stranieri in Italia, si sono in primo luogo analizzati per singoli casi gli scopi in prevalenza perseguiti: rendere un servizio di pubblica utilità, sviluppare la multiculturalità nella sua accezione più stretta, fornire accoglienza umanitaria, perseguire un affiliazione politico-ideologica del migrante o trarre mediante questi un profitto economico. Oltre a ciò, si è deciso di tracciare un quadro più preciso per ognuno dei canali presi in esame: carta stampata, radio, tv e internet. Ne deriva un ulteriore scomposizione del fenomeno per aree geografiche, longevità e dimensione delle varie iniziative. Nel corso dell esposizione si è convenuto inoltre di esplorare con indagini e interviste alcune delle esperienze citate, per dare alla ricerca un taglio allo stesso tempo teorico e pratico; altrettanto stimolante si è rivelato il confronto sui contenuti trattati dai vari media, le modalità espositive e le diverse strategie editoriali. A chiudere il tutto vi è un riepilogo conclusivo dell intera materia, con impressioni e ipotesi di ampio respiro sui suoi futuri sviluppi. Ai fini dell indagine si è ritenuto opportuno discernere le esperienze tuttora in corso da quelle già concluse, per poi operare la suddivisione delle varie testate informative in quattro gruppi, a seconda del mezzo di comunicazione cui fanno riferimento. Nel primo rientrano periodici su carta stampata ed inserti o supplementi di giornali italiani; nel secondo, le trasmissioni radiofoniche inserite nei palinsesti delle varie emittenti, locali o nazionali; nel terzo, i programmi televisivi ad hoc anch essi trasmessi su reti nostrane. Infine, l ultimo gruppo comprende tutte le informazioni fruibili solo ed esclusivamente via web: dagli articoli, archivi legali, periodici e newsletters, alle programmazioni radiotelevisive, ai portali veri e propri. L elenco completo delle testate multiculturali in Italia si trova in appendice; nel 6

medesimo ambito rientrano le principali interviste svolte ed alcuni testi particolarmente degni di attenzione. Per ultime, una bibliografia e una webgrafia il più possibile esaustive e dettagliate. Accennare fin dal titolo di questa ricerca alla cosiddetta informazione utile è stato un modo per riportare in primo piano una delle regole fondamentali per qualunque comunicatore: quella per cui l informazione, o è utile o non è. Essa, oltre che sintatticamente corretta, deve infatti prefiggersi una funzione, un obiettivo e soprattutto un target: ma un informazione che non sa rivolgersi allo straniero, sotto il punto di vista di quest ultimo, non gli sarà di beneficio alcuno. Per questo occorre che anche questo nuovo individuo, destinato a vivere come e in mezzo a noi, sia messo nelle condizioni di prendere parte al gioco sociale collettivo attraverso media che gli parlino in maniera chiara e diretta. Ultima, ma non per importanza, è stata la costante ricerca di un taglio critico e il più possibile aperto a tutte le questioni spesso assai stringenti che attraversano il tema della multiculturalità nei media: dal volontarismo per la carenza di risorse, per esempio, agli ostacoli legislativi per l esercizio di molte professioni, quella giornalistica su tutte. Per quest insieme di motivi risuona ancora più veritiero quanto scritto da Carlo Sorrentino nell introduzione alla già citata ricerca del Cospe: senza informazioni ogni cittadino non è tale. * Prima di procedere, vorrei rivolgere un ringraziamento alla mia relatrice, prof.ssa Marina Milan, per l assidua proposta di spunti e concetti su cui riflettere come cittadino maturo oltre che come studente - nonché per la paziente opera di correzione e revisione dell intero elaborato. Desidero ringraziare anche la prof.ssa Daniela Carpani per il premuroso sostegno offertomi in vari passaggi della tesi, insieme a tutti coloro (la responsabile del Noticiero Elisabetta Sivo, Padre Ariel Zunega della chiesa Santa Caterina di Genova, la giovane collaboratrice di testate multietniche Domenica Canchano) che si sono gentilmente prestati alle mie interviste. Un grazie 7

sentito va poi al giornalista Gianfranco Sansalone per i preziosi consigli durante lo stage presso la sua agenzia Aba Comunicazione e al personale del centro studi Medì Migrazioni nel Mediterraneo, della civica Biblioteca Berio, della Biblioteca Universitaria e della Biblioteca Enrico Vidal della Facoltà di Scienze Politiche dell Ateneo genovese. 8

1 Media multiculturali e loro finalità 1.1 Che cos è la comunicazione interculturale? Premesso che in nessuna delle testate in esame vi è una netta separazione tra autoctoni e stranieri nella produzione e nella fruizione di informazioni, nel mare magnum della comunicazione interculturale è possibile tracciare una prima distinzione tra media etnici e media multiculturali. Nel primo ambito, detto anche in lingua, rientrano tutti quei contenuti diretti ad utenti appartenenti a particolari comunità etniche, linguistiche e culturali 1. Ad essa risalgono le cosiddette testate di comunità, prodotte e gestite perlopiù da stranieri ormai radicati nel nostro Paese. L intento principale è valorizzare la propria cultura d origine, la memoria e i legami con la terra natìa. La strategia perseguita è duplice. Da un lato, in un ottica auto-referenziale, si rimarcano le differenze culturali rispetto al Paese ospitante, non senza un certo orgoglio etnico-nazionale; dall altro, si offrono informazioni sul Paese di destinazione per supportare i fratelli nel difficile momento dell arrivo in terra straniera. Resta marginale il tentativo di catturare l attenzione della popolazione locale sul fenomeno generale delle migrazioni. Specularmente, di questo segmento della comunicazione fanno parte anche quelle testate in prevalenza elitarie che parlano di immigrazione ma non alla immigrazione: si tratta di prodotti editoriali pensati da una proprietà editoriale italiana e destinati a circolare tra soli italiani. Della categoria etnica che potremmo definire anche intraculturale - non ci occuperemo più, se non per brevi riferimenti. Diverso il caso delle testate multiculturali. Si tratta di media gestiti in prevalenza da cittadini italiani e destinati ad un pubblico per la maggior parte straniero; sono 1 I.Romano, Immigrazione e stampa in Italia, dall esclusione alla partecipazione, pp. 3-4. 9

prodotti da associazioni, enti, società ed istituzioni di natura ed influenza varia. Caratteristica comune è una forte interattività tra cittadino e migrante, come risulta evidente analizzando le modalità espressive delle singole testate e i temi da esse trattate: errato sarebbe perciò ricercare in questa categoria una rigorosa unidirezionalità comunicativa dal punto di vista etnico-linguistico. Da notare, secondo quanto anticipato, vi è come ognuno dei media multiculturali presi in esame comporti una collaborazione italiano-migrante in ogni fase della produzione: scrittura e impaginazione dei testi, stampa o diffusione nell etere, scelte di orientamento e di marketing. Solitamente, ciò configura un imprenditore o un gruppo di soci imprenditori italiani al vertice dell architettura, a tirare fuori di tasca propria i fondi necessari e a dettare perciò la linea editoriale. Dall altra parte, redattori misti nella maggior parte dei casi si tratta di volontari collaborano a confezionare il prodotto da stampare, mandare in onda o inserire online. Piuttosto che la mera composizione etnica della redazione, quindi, è bene conoscere chi e con quali modalità impegna il proprio denaro per portare avanti le varie iniziative. Un dato che emerge da numerosi studi e riportato da Enzo Mario Napolitano, presidente di Etnica - importante centro studi sull economia interculturale - è la tendenziale complementarietà tra il consumo di media tradizionali e di media multietnici da parte degli stranieri che vivono nel nostro Paese. Ciò smentisce da un lato il consolidato pregiudizio che i secondi soddisfino press a poco le sole esigenze primarie dello straniero appena entrato nel nostro Paese; dall altro, conferma il ruolo da protagonisti che questi mezzi hanno nel favorire l integrazione dei new comers, presentandosi dunque come preziosissimi strumenti di welcome marketing 2. Quest ultima definizione si addice particolarmente al vero e proprio messaggio di cordialità e di benvenuto che i media multiculturali sono in grado di trasmettere al nuovo arrivato, spesso del tutto digiuno di informazioni di immediata spendibilità pratica. Dal punto di vista strettamente semantico, si preferisce considerare media e comunicazione rispettivamente come grandezze stock e flusso (termini mutuati dal linguaggio economico), ossia entità che rimandano l una a un concetto di stabilità, l altra a un idea di dinamicità. Ai primi conviene pertanto riferirci ai fini della 2 E.M.Napolitano, Media etnici: potenti strumenti di welcome marketing, in www.etnica.biz, 20 marzo 2006. 10

nostra indagine - in termini di multiculturalità (o anche multietnicità ), alla seconda con quelli di interculturalità, due aspetti peraltro della stessa medaglia. Per quanto riguarda i (mass) media, particolarmente attuale sembra la loro definizione quali apparati socio-tecnici che svolgono una funzione di mediazione nella comunicazione tra soggetti. Sul versante della comunicazione invece, fatta salva l etimologia del vocabolo (dal latino communicare, cioè mettere in comune, rendere partecipi, ecc.), utilizziamo la sua accezione consueta di trasmissione e diffusione di informazioni, nozioni e valori (o metri culturali) da un emittente a un ricevente, con annessa la capacità di risposta (detta anche feedback ) da parte di quest ultimo. L informazione (dal latino in-formare, cioè dare forma a ) è dunque solo un sotto-insieme della comunicazione, e attiene in particolare al suo livello più generale, quello dell invio e della ricezione fisica del messaggio. Secondarie e più profonde sono nell ordine la sfera delle nozioni e quella dei valori, implicanti rispettivamente l interiorizzazione del messaggio (o istruzione ) e l identificazione con il medesimo (o educazione ; da e-ducere, tirare fuori da ). Si tratta peraltro di passaggi concatenati l uno all altro, ed entrambi non ipotizzabili senza alla base la presenza dell informazione 3. Più interessante, sotto il profilo del tipo di messaggio che si comunica al destinatario straniero, è di seguito andare a ricercare le finalità delle esperienze che andremo a censire. Si parte, come già ricordato, dall informazione di servizio, per passare a quella strettamente multiculturale, a quella genericamente militante (solitamente cattolica o schierata a sinistra) ed infine a quella finalizzata al mercato, tuttora minoritaria ma in forte espansione; resta sottintesa l assoluta convenzionalità di tale catalogazione. 3 Le distinzioni semantiche e concettuali sono basate sugli appunti presi durante il corso di Comunicazione Politica tenuto dal Prof. Stefano Monti Bragadin alla Facoltà di Scienze Politiche dell Università di Genova. Cfr. a proposito C. Mazzoleni, La comunicazione politica, Bologna, Il Mulino, 2003. 11

1.2 Testate e programmazioni di servizio Prima ed elementare caratteristica di molti media destinati agli stranieri è quella di fornire loro cognizioni di stretta e quotidiana utilità: l intento principale è promuoverne diritti e doveri, sotto l egida giornalistica del diritto all informazione per tutti. Altra premessa è che l informazione diretta allo straniero sia la condizione di base per assicurarne una inclusione sociale, prima ancora della sua integrazione e della cosiddetta convivenza nelle differenze 4 tra culture. La comunicazione di stretto servizio risponde dunque soprattutto al disorientamento del nuovo entrato: si capisce allora perché i maggiori produttori di questo genere di notizie siano enti, associazioni ed organizzazioni senza fini di lucro. Lo scopo non è mai (in prevalenza) quello di trarre un profitto economico: si tenta, perlopiù, di aumentare la propria visibilità, con l obiettivo di promuovere una comunità più integrata e prevenire il disagio e le ostilità inter-etniche. Fatte le debite distinzioni tra i vari media, in quest ambito predominano le notizie di attualità (le news) su quanto accade in Italia o all estero, in particolare nei Paesi da cui provengono le maggiori quote di stranieri giunti nella penisola. Altrettanto diffuse sono le informazioni di servizio su casa, salute, mercato del lavoro, legislazione sugli stranieri: si tratta di cognizioni spesso date per scontate non solo dai locali, ma pure dai migranti di più antica data, e che tuttavia si rivelano di primaria importanza per i nuovi arrivati. Per tutte queste ragioni, non è difficile immaginare come le testate giornalistiche di servizio siano la maggioranza per ciascuno dei principali canali mediatici, internet compresa: ciò è indice dell ancora largo disagio socio-economico di vari strati della popolazione straniera in Italia, nonché della scarsa attenzione verso questa da parte dei più robusti media nostrani. Tendenzialmente, il taglio di questi contenuti è il più possibile neutro dal punto di vista politico-ideologico. Altra parola d ordine: evitare il paternalismo. Questo in risposta sia alla dottrina e alla pratica cristiano-cattolica, che a possibili strumentalizzazioni da parte dell informazione per stranieri orientata a sinistra: l informazione di servizio per i migranti deve pertanto essere chiara, semplice e soprattutto comprensibile a tutti. 4 Laura Zanfrini, Sociologia della convivenza interetnica, Roma-Bari, Laterza, 2004, p. 56. 12

Un altra strada particolarmente battuta dai media interculturali di servizio è quella delle campagne per l adozione di una terminologia appropriata nell informazione che attiene alle tematiche migratorie. Puntando sul convolgimento di altri operatori del settore e spesso in collaborazione con esperti giuridici molte testate multietniche hanno dato vita a trasmissioni di forte impatto, che hanno messo in guardia sul significato distorto di vocaboli di largo uso come clandestino, badante, sanatoria, centro di accoglienza e così via 5. La lingua utilizzata è solitamente duplice - italiana e straniera - o plurima, nel caso il target sia particolarmente eterogeneo quanto a Paesi e culture d origine. In questo modo si intende venire incontro tanto alla comunità cosiddetta ospitante quanto a quella ospitata, favorendo però al tempo stesso la progressiva intercambiabilità dei due (o più) idiomi da parte del fruitore. Si tratta di una tendenza peraltro sempre più marcata, date anche l estrema eterogeneità e la policentricità 6 di fondo della presenza straniera nel nostro Paese. Di recente, il Manifesto Europeo dei Media Multiculturali sottoscritto nel 2003 da testate accomunate da questa filosofia e presentato l anno successivo al Parlamento Europeo - ha riconosciuto a livello continentale il ruolo di servizio di interesse pubblico a supporto dei mezzi di comunicazione mainstream e di mediazione tra le comunità migranti e la comunità di accoglienza svolto dai media appena presi in considerazione 7. Un analoga Piattaforma italiana è stata istituita nel nostro Paese all indomani del Secondo Meeting dei Media Multiculturali, svoltosi a Bologna il 9 e 10 giugno 2006 8. 1.3 I contenuti strettamente multiculturali La seconda categoria in analisi è l informazione per stranieri a carattere culturale, un sottogenere non sempre preso in esame data la difficile riconoscibilità rispetto agli 5 Cfr. la campagna radiofonica Le parole lasciano impronte, portata avanti nel corso del 2005 da Amisnet (www.amisnet.org) con la collaborazione di Cospe, Migranews e altri organi di informazione. Di taglio analogo è un breve saggio dell avvocato Alessandra Ballerini, Notizie clandestine, in L inganno quotidiano, a cura di Stella Acerno, Genova, F.lli Frilli, 2004, pp. 167-178. 6 Aa. Vv., Così vicini, così lontani. Per una comunicazione multiculturale, Roma, Rai-Eri, 1999, pp. 25-26. 7 Progetto Melting Pot Europa : www.meltingpot.org (28 novembre 2003). 8 Media e Multiculturalità : www.mmc2000.net (23 agosto 2006). 13

altri tipi di informazione fornita da media multietnici. Argomenti caratteristici sono spesso musica e cucina, preferiti ad altri come storia, letteratura, sport, ecc ritenuti più conflittuali o meno convolgenti. Spesso la testata o trasmissione si concentra su un unico Paese, e lo tratta a fondo con l aiuto di giornalisti e collaboratori stranieri o originari del luogo. L approccio di queste testate è tendenzialmente aperto e ottimista - cioè volto a favorire lo scambio tra le culture - ma pure critico, ossia di condanna al tradizionale oscuramento del Sud da parte del Nord del mondo. Di grande fascino, soprattutto per quel che riguarda le radio (il mezzo in assoluto più utilizzato per questo genere di iniziative), è per esempio il Brasile, con la sua musica di rapido e felice impatto. Altrettanto gettonate, soprattutto sugli altri canali comunicativi, sono la cultura araba e quella latino-americana di lingua spagnola, e il medesimo discorso vale per il folklore africano, il cui sapore esotico e primigenio costituisce fattore di forte attrazione nonostante spesso strida con le stentate condizioni di vita del Continente Nero. Le testate multi-culturali finiscono dunque per prestare attenzione a tutte le sfaccettature del Paese o area geografica su cui si focalizzano: valga per tutte l esempio della trasmissione Perù, anche italiana la musica della costa, in onda la sera su Radio Meneghina (a dispetto della milanesità che suggerisce il nome dell emittente!). Qui, i due speakers - uno italiano, l altro di madrelingua spagnola - annunciano a turno le canzoni della tradizione andina che via via verranno trasmesse; ad un certo punto, però, la musica fa spazio a un intervista al nuovo rappresentante della Consulta dei cittadini peruviani in Lombardia ed Emilia Romagna Jaime Herrera. I due, dopo averlo introdotto agli ascoltatori, gli rivolgono domande elementari ma concise: che cos è la Consulta? di che cosa si occupa? come la si può contattare? che relazioni ha con l ambasciata peruviana?, e così via. La tecnica privilegiata è quella, particolarmente efficace, del dialogo: molto utilizzata già dalla stampa pedagogico-divulgativa del Sette e Ottocento, punta direttamente all obiettivo di far sapere e far capire, ed è oggi una costante del mezzo radiofonico. Il tutto 14

dura una decina di minuti, dopodichè gli speakers congedano l ospite e la musica riprende il suo corso 9. Questo è un tipico caso di programma a carattere multi-culturale in senso lato: la cultura, nel senso etimologico del termine (dal latino colere, cioè coltivare ), attiene tanto alla sfera della produzione artistica, letteraria e musicale quanto a quella dei gruppi, enti o istituzioni sociali che vi stanno alle spalle o hanno un forte peso nella fioritura di queste discipline. Da notare come questo genere di informazione, più del precedente, implichi la presenza in studio (o in redazione) di un elevato tasso di conduttori (o redattori) di nazionalità straniera, data la loro più ampia e radicata conoscenza del Paese preso in esame. 1.3 Organi di impronta cattolico-religiosa L informazione per stranieri di matrice religiosa, quasi sempre nella variante cristiano-cattolica, è un genere che si è andato assai rinnovando nel corso degli ultimi anni. Tra le prime a cogliere la crucialità dei fenomeni migratori basta ricordare L Emigrato, storico mensile piacentino fondato nel 1903 di cui si parlerà innanzi questa conta oggi diverse testate di impostazione decisamente aperta e dialogante, quando non terzomondista. Se da un lato si cerca infatti di rinsaldare il cattolicesimo in Italia puntando sui nuovi arrivati provenienti da Paesi ufficialmente cattolici (quelli latinoamericani su tutti), altrettanto vivo è il bisogno di sensibilizzare l opinione pubblica di qualunque etnia sulle condizioni di vita nel Terzo Mondo. Ciò consente tra l altro alle associazioni di missionari di pubblicizzare le loro attività ad un universo ancora più ampio rispetto a quello semplicemente territoriale o nazionale. Come detto, minoritaria è la presenza di testate per la diffusione delle altre fedi, comprese le altre cristiane: protestante, anglicana, greco-ortodossa, ecc. Ciò è dovuto a varie cause: la professione quasi esclusiva del cattolicesimo tra gli editori; la percentuale particolarmente alta di italiani tra i redattori; la presenza di un target tutto sommato esiguo e non coinvolto appieno nella questione religiosa. 9 Si tratta della puntata andata in onda su Radio Meneghina il 12 luglio 2006, a poche settimane dalle celebrazioni dell Indipendenza del Perù, proclamata ufficialmente il 28 luglio 1821. 15

I canali più utilizzati sono stampa e radio, mentre ancora deficitario è l utilizzo del web; in forte ascesa nell etere sono peraltro network come Sat2000 10 e inblu 11, dai quali provengono più di un iniziativa rivolta ai migranti. Lasciando da parte Radio Vaticana, a prevalere come negli altri ambiti dell informazione per stranieri - restano media prodotti e diffusi localmente: si va da El Amigo Latinoamericano (Genova) ad Agorà (Siracusa), al già citato L Emigrato (Piacenza): tutti esempi di organi di respiro provinciale o poco più. Da segnalare il sito dell agenzia missionaria Misna il quale, benchè non propriamente diretto a un utenza migrante, ogni giorno fornisce news sul mondo delle missioni cattoliche nel Terzo Mondo in una pluralità di idiomi diversi 12. 1.5 Media e contenuti movimentisti 13 Più ricca di quella religiosa è la produzione di testate e programmi radiotelevisivi per stranieri da parte di militanti e simpatizzanti dell intero arco della sinistra italiana: ciò in continuità con la storica solidarietà di questa frangia politica nei confronti dei settori più deboli o emarginati della società, laddove se ne intravveda un qualche potenziale umano, economico o culturale. Al di là delle facili congetture (quali la promozione del voto straniero per indirizzarlo a sinistra), questo tipo di impegno presenta connotazioni di più ampio e profondo respiro. Si tenta seguendo il ragionamento svolto da Angelo Agostini per il quotidiano Repubblica di proporsi quali agenzie di socializzazione per gli stranieri, quando non come vere e proprie officine dell identità 14 degli stessi. L intuizione alla base di questo percorso è semplice: l immigrato, oltre che una presenza sempre più consistente all interno del nostro Paese, rappresenta la vera 10 Sat2000 : www.sat2000.it (23 agosto 2006). Emittente tv nazionale visibile su digitale terrestre, satellite e svariate reti locali., raggiunge ache parte dell Africa, dell Asia e del Medio Oriente. Nata per volontà del Cardinale Camillo Ruini nel gennaio 1998, appartiene alla Cei e si ispira alla sua stessa teoria per la quale una Chiesa che non comunica non evangelizza e non crea cultura. 11 InBlu : www.radioinblu.it (23 agosto 2006). Circuito di radio cattoliche locali legato a doppio filo con Sat2000, dal momento che entrambe fanno parte del progetto su etere BluSat2000. Una delle più attive è la bresciana Radio E.C.Z., ma per rendere le dimensioni del network è sufficiente citare lo slogan enunciato dal sito web del circuito: la radio con tante radio dentro. 12 Misna : www.misna.org (23 agosto 2006). Il sito è consultabile - oltre che in italiano - in inglese, francese e spagnolo. 13 Aa. Vv., Così vicini, così lontani. Per una comunicazione multiculturale, cit., p. 75. 14 A.Agostini, la Repubblica. Un idea dell Italia, Bologna, Il Mulino, 2005, p. 107. 16

sponda economica e, soprattutto, politico-culturale dell Italia che verrà. Fioriscono dunque tanto le testate per stranieri finalizzate essenzialmente al profitto (come vedremo tra poco), quanto quelle che mirano a trattare il cittadino emigrato come persona responsabile delle proprie (future) scelte politiche e culturali. Tutto ciò avviene necessariamente entro quello schieramento più convinto delle opportunità che potranno derivare dalla multiculturalità, processo peraltro già in atto da tempo e non reversibile né imbrigliabile attraverso mere misure giuridiche. Tuttavia, più che di un improbabile corsa allo straniero 15 - al voto cioè dei 10 mila nuovi cittadini annui di origine non-italiana ad oggi registrati nella penisola - si tratta di un vero e proprio progetto culturale di medio-lungo periodo, analogo forse solo all apertura a donne e giovani intrapresa per varie circostanze dalle sinistre di circa trent anni orsono. Da notare che l informazione fin qui registrata difficilmente sconfina in propaganda o in facile populismo, sebbene sia spesso promossa da soggetti esplicitamente di parte come amministrazioni di sinistra o Arci territoriali. Si cerca di mantenere una certa obiettività ed imparzialità, in modo da non offuscare la propria credibilità, né stordire o sovraccaricare l utente straniero di nozioni e teorie spesso non alla sua portata. Insomma, non si ha a che fare con una banale corsa all elettore ossia con un informazione strumentale all ottenimento del voto politico del futuro elettore migrante - esperienza peraltro già messa in pratica dal giornalismo italiano di inizio Novecento con conseguenze spesso nefaste. Il canale più sfruttato è in quest ambito la radio, a parziale retaggio della storica ondata di emittenti libere locali fiorite negli anni settanta. Si tratta del medium in assoluto meno costoso e quindi più in armonia con la filosofia fai-da-te legata all associazionismo di sinistra: esemplare, in tal senso, la storica Radio Onda Rossa romana, che più di ogni altra ospita programmi per le maggiori comunità straniere della capitale 16. Abbastanza sfruttato è pure il mezzo televisivo, mentre ancora poco battuta è la via dei periodici su carta stampata - anche se converrà più avanti analizzare l esperienza di Metropoli, l allegato settimanale di Repubblica varato all inizio del 2006. 15 Il Manifesto : www.ilmanifesto.it (5 aprile 2006). 16 Si citano, a titolo di esempio, le trasmissioni Latinoamericana, Rom a Roma, Onda Cabo Verde e quelle gestite dalle comunità filippina e cingalese. 17

1.6 Un nuovo mercato editoriale Frangia minoritaria, ma anch essa in rapida ascesa, l informazione per stranieri con scopi di lucro è una delle novità più interessanti di questi ultimi anni nell intero panorama della comunicazione. Essa costituisce un deciso salto di qualità dato il ruolo di consumatore attivo implicitamente attribuito al lettore migrante, pur innescando polemiche per gli scopi poco disinteressati che nutre e la (presunta) minore libertà di contenuti concessa ai collaboratori. Il ruolo del leone è senza dubbio appannaggio di Stranieri in Italia, un network di testate multietniche che edita tra le altre una radio e un programma tv propri e gestisce un portale visitato ogni mese da 250 mila utenti. Presieduto da Gianluca Luciano, il gruppo agisce in simbiosi con la concessionaria di pubblicità Etnocommunication, ed entrambe le società sono sotto il controllo della Angelo Costa ISI ; quest ultima, a sua volta, rappresenta la filiale italiana dell americana Western Union, colosso americano che gestisce il trasferimento di rimesse di emigrati in tutto il pianeta 17. Esistono pertanto i presupposti per ritenere che Stranieri in Italia sia una vera e propria impresa editoriale, che considera gli immigrati come un segmento di mercato su cui posizionarsi. Le sue testate sono impostate sul medesimo standard grafico ed accomunate per impostazione valoriale, argomenti trattati e codici di scrittura adottati. La loro tiratura media generalmente si aggira sulle 10 mila copie, anche se alcune (valga per tutte la Gazeta Romaneasca, l unica settimanale) ne possono raggiungere anche il doppio. Nel complesso i suoi periodici vendono non meno di 160 mila copie mensili, e ciò basta a rendere l idea dell estensione del network 18. Rinviando ad un prossimo capitolo sui media via internet l approfondimento delle caratteristiche e strategie del gruppo diretto da Gianluca Luciano, non si può fare a meno di notare la carenza di concorrenti in questa specifica frangia dell informazione per stranieri. Il motivo, secondo alcuni, è da addebitarsi alla stessa Stranieri in Italia, la quale agirebbe e manterrebbe il suo status di monopolista grazie alla sua condizione di first arrived e al sostegno finanziario del trust di cui fa parte 19. Di 17 I.Romano, Immigrazione e stampa in Italia, cit., pp. 91-94. 18 Ibidem. 19 Cfr. Graziarosa Villani, Il monopolio della stampa etnica, in www.graziarosavillanipress.it (20 aprile 2004). 18

opinione opposta sono ovviamente i responsabili e collaboratori del gruppo, secondo i quali l operato dell azienda si svolgerebbe nel pieno rispetto delle regole e non ostacolerebbe l ingresso di nuovi competitors 20. Quale che sia la verità, due appaiono le constatazioni più appropriate. La prima è che il caso di Stranieri in Italia ripropone fedelmente uno dei fattori di lunga durata (Sorrentino) 21 del giornalismo italiano, vale a dire la forte presenza sul mercato di editori impuri aventi cioè interessi economici non riconducibili alla sola produzione di giornali. La seconda ipotesi ha a che fare con il ritardo cronico del nostro Paese nel recepire le istanze e i mutamenti del fenomeno migratorio: la carenza di un editoria sul modello di Stranieri in Italia rispecchierebbe dunque lacune e ritardi del nostro mercato e della stessa comunicazione (in termini di pubblicità, contenuti mediatici, ecc) nei confronti dello straniero. Qualcosa timidamente pare muoversi, ma il migrabusiness la produzione cioè indirizzata ad un mercato in grado di spendere teoricamente fino a 14 miliardi di euro annui nel nostro mercato è un opportunità in gran parte ancora da sfruttare 22. Il successo del gruppo di Gianluca Luciano, infine, sembra inserirsi in quello stesso processo di rinnovamento della stampa che nell ultimo decennio ha portato anche in Italia, per esempio, alla nascita e affermazione della free-press. Ci troveremmo pertanto di fronte a un unico mutamento, ma di enorme entità, se pensiamo ad esempio che quest ultima - gratuita ed elementare - si rivolge in parte al medesimo, nuovo target dei fogli multietnici: i migranti. Come già accennato, il solo settore parzialmente vivace sotto questo punto di vista è quello della carta stampata. Radio e tv ancora non hanno trovato chi sia disposto a scommettere appieno sullo straniero come utente e consumatore privilegiato, tanto a livello nazionale come a livello locale. Quanto a internet, come vedremo, la situazione rispecchia abbastanza fedelmente quella della carta stampata, data la 20 Cfr. Federica Gaida, Stranieri in Italia non è monopolista, in www.graziarosavillanipress.it (5 maggio 2004). 21 I.Romano, Immigrazione e stampa in Italia, cit., p. 99. 22 Zita Dazzi, Migra Business, in D la Repubblica delle Donne, 28 agosto 2006, pp. 53-54. 19