Programma di azione per la formazione e il rafforzamento delle competenze nei Comuni protagonisti delle Reti territoriali per l integrazione WEB SEMINAR I MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI verso un unico sistema di accoglienza L accoglienza integrata dei MSNA 24/07/2018 Virginia Costa, Servizio Centrale SPRAR
Accoglienza integrata Accogliere msna significa accogliere prevalentemente ADOLESCENTI che dovranno essere avviati in un percorso di autonomia. L accoglienza deve avere due funzioni principali: 1. Accompagnare il ragazzo/a nel suo percorso evolutivo di crescita 2. Supportare il ragazzo/a nell individuare e incrementare concretamente il suo percorso di integrazione seguendo le sue inclinazioni e le sue aspettative.
Le strutture di accoglienze Le leggi regionali disciplinano l accoglienza sui vari territori: le strutture che ospitano i msna debbono rispondere a precisi criteri strutturali e organizzativi indicati dalle leggi regionali che recepiscono le indicazioni della Legge quadro 328/2000. Strutture per minori: varietà di modelli e approcci educativi che sono alla base dell organizzazione e della filosofia di intervento delle strutture per minori. Le strutture debbono essere parte integrante del territorio in cui insistono al di là delle diversità che le caratterizzano in termini strutturali, organizzativi e per filosofia educati
Tempi di accoglienza Il minore straniero non accompagnato ha diritto all accoglienza all interno della rete Sprar fino al compimento della maggiore età. Ove necessario i neomaggiorenni possono permanere nel progetto per minori fino ad un massimo di 6 mesi successivi ai 18 anni
Accoglienza integrata La rete dello Sprar realizza interventi di accoglienza integrata Accoglienza materiale di base (vitto, alloggio) Mediazione linguistico culturale Orientamento e accesso ai servizi del territorio Formazione e qualificazione professionale Tutela legale Tutela psico-socio sanitaria Orientamento e accompagnamento all inserimento lavorativo Orientamento e accompagnamento all inserimento abitativo Orientamento e accompagnamento all inserimento sociale
Primo periodo di accoglienza Fase importantissima per i minori al primo ingresso nella struttura: Soddisfacimento dei bisogni primari Colloquio di accoglienza: prima conoscenza reciproca tra operatore/struttura e ragazzo/a Ascolto Descrizione dei servizi offerti Descrizione del regolamento della struttura Firma del patto di accoglienza da parte del ragazzo/a Cura e attenzione nell inserimento del nuovo ragazzo/a all interno del gruppo dei pari
Secondo periodo di accoglienza Individuazione ed attuazione del concreto percorso di integrazione e autonomia del/della minore attraverso: Osservazione continua da parte dell equipe Colloqui approfonditi: sia strutturati, sia effettuati durante la quotidianità vissuta nella struttura Elaborazione del PEI (Progetto Educativo Individualizzato) Attuazione del PEI
Cos è il PEI Il PEI consiste nella definizione di un programma individualizzato di accoglienza integrata che vede come protagonisti: gli operatori della struttura l assistente sociale del Servizio Sociale del Comune di riferimento il/la ragazzo/a
Cosa deve contenere il PEI (1/2) Il PEI è uno strumento dell équipe. Deve essere costruito sulla base della storia del ragazzo/a e dei suoi bisogni Contenere gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere possibilmente suddivisi in: Obiettivi personali (es. rispetto alla capacità di relazionarsi con gli altri, capacità di gestire le emozioni, capacità di verbalizzare i propri bisogni, capacità di muoversi in modo autonomo sul territorio ecc) Obiettivi scolastico formativi e integrazione lavorativa Obiettivi che riguardano l integrazione sociale sul territorio
Cosa deve contenere il PEI (2/2) Gli obiettivi debbono avere una parte dedicata alla metodologia che si intende attuare, agli strumenti operativi che si vogliono utilizzare e una stima dei tempi previsti Percorso di uscita e sgancio del ragazzo Piano delle verifiche
La funzione del PEI (1/2) Essenziale la condivisione attiva con il minore, a partire dalla chiarezza degli obiettivi fissati, anche per non incorrere in equivoci sul ruolo degli operatori e sulle aspettative in merito all effettivo inserimento lavorativo. I minori hanno il diritto di partecipare attivamente alle decisioni che li riguardano, secondo modalità che tengano conto dell età, del grado di maturità e delle singole capacità e attitudini[1]. [1] Convezione ONU sui Diritti dell Infanzia e dell Adolescenza, artt. 5 e 12.
La funzione del PEI (2/2) La costruzione del PEI permette al ragazzo/a (e agli operatori) di: Partecipare attivamente alla definizione del proprio progetto di vita Sentirsi responsabile e protagonista rispetto alle decisione che lo riguardano anche in vista dello sgancio dalla struttura Misurare gli obiettivi raggiunti nel corso del tempo La possibilità di rimodulare il percorso se necessario
Avvio di un percorso di uscita sostenibile (1/3) Predisporre dalle primissime fasi dell accoglienza un progetto temporalmente definito, aiuta i ragazzi/e (e gli operatori) a sviluppare una capacità previsionale per il periodo successivo all accoglienza e ad attivare risorse personali di progettazione
Avvio di un percorso di uscita sostenibile (2/3) Progettare percorsi di uscita sostenibili vuol dire mettere in atto delle azioni che: Attivino il sostegno della rete territoriale Continuino la loro efficacia anche in un momento successivo all uscita Sviluppino competenze in grado di rendere autonomo il ragazzo/a nella società di accoglienza
Avvio di un percorso di uscita sostenibile (3/3) L uscita dal progetto di accoglienza è un momento estremamente delicato e richiede da parte del ragazzo/a e dell operatore una reciproca consapevolezza e una specifica preparazione
Equipe (1/2) La gestione di un progetto di accoglienza richiede: La presenza di un équipe multidisciplinare in grado di rispondere alle differenti esigenze dei beneficiari e ai bisogni gestionali della struttura Un forte lavoro di squadra Una puntuale e chiara suddivisione di ruoli degli operatori.
Equipe (2/2) Un buon lavoro di equipe permette una condivisione delle responsabilità degli interventi realizzati e rende possibile: La prevenzione del rischio del burnout Una presa in carico armonica di ogni singolo progetto individuale di accoglienza Un lavoro efficace rispetto alla gestione delle dinamiche del gruppo dei ragazzi
Composizione dell equipe multidisciplinare Assistente sociale Coordinatore Educatori Psicologo Mediatori interculturali Operatore legale Altre professionalità: psicoterapeuta, etnopsichiatra, insegnante italiano, figure professionali con competenze specifiche nel mondo della formazione/ lavoro.
Equipe: strumenti operativi Riunioni periodiche di programmazione e verifica Riunioni periodiche di programmazione e verifica con rappresentanti dell ente locale Condivisione di file, diari di bordo e altri strumenti di monitoraggio Supervisione esterna psicologica Le riunioni con i ragazzi Occasioni di formazione e aggiornamento Occasioni di scambi con altri colleghi della rete Gestione del volontariato
L Accoglienza integrata SPRAR Ha l obiettivo di consentire alle persone in accoglienza adulti e minori di avviare un percorso personale d inserimento socioeconomico in vista della (ri)conquista della propria autonomia
La rete territoriale (1/5) La rete territoriale è di fondamentale importanza perché permette di agganciare gli altri attori del territorio per realizzare i servizi
La rete territoriale (2/5) Tra gli strumenti a disposizione dell equipe per sviluppare il PEI è dunque fondamentale l attivazione della rete territoriale e dei servizi minimi garantiti: Servizi sanitari, scuole CPIA - università, INPS, agenzie immobiliari, centri sportivi/ricreativi, associazioni, etc
La rete territoriale (3/5) Con specifico riferimento alla formazione e all avvio all inclusione lavorativa, gli Enti locali dovranno attivare collaborazioni sinergiche innanzitutto con gli altri soggetti e servizi pubblici a ciò deputati: Centri provinciali per l istruzione degli adulti (CPIA) Centri per l impiego Centri di orientamento al lavoro o altri servizi comunali preposti (COL, Informagiovani, etc.) Centri di formazione accreditati etc.
La rete territoriale (4/5) Stessa cosa dicasi per il mercato del lavoro locale per quanto concerne la realizzazione sia di esperienze formative on the job che di possibili inserimenti lavorativi. La rete territoriale dovrà necessariamente arricchirsi delle relazioni con le realtà aziendali di varia tipologia, a partire da una mappatura e da azioni di sensibilizzazione e promozione rivolte alle stesse Le aziende sono indispensabili per una rete locale strategica
La rete territoriale (5/5) La costruzione e il rafforzamento della rete territoriale: Previene il rischio di autoreferenzialità del progetto di accoglienza Agevola il potenziamento dei servizi locali Potenzia l efficacia degli interventi Ottimizza l uso delle risorse disponibili
La rete territoriale: strumenti operativi A tal fine gli operatori possono: Individuare i servizi del territorio funzionali ad agevolare il lavoro del progetto Promuovere sul territorio il progetto di accoglienza Promuovere iniziative di sensibilizzazione e di informazione Offrire agli attori istituzionali il supporto per realizzare azioni di sistema sul territorio al fine di rafforzare i servizi offerti anche per gli autoctoni Diffondere le buone pratiche in materia di attività, strategie e politiche dell integrazione
L IDA L istruzione degli adulti IDA (legge n. 296/2006) cioè la ex EDA a tutti nota è l'insieme delle opportunità formative, formali e non, rivolte ai cittadini italiani e stranieri dai 16 anni in poi, con o senza titoli di studio, per l'acquisizione di competenze personali di base in diversi ambiti e per l'arricchimento del patrimonio culturale. L' IDA quindi favorisce: rientro nel sistema formale dell istruzione e della formazione professionale; diffusione e estensione delle conoscenze; acquisizione di specifiche competenze connesse al lavoro e alla vita sociale.
L Istruzione degli adulti Presso i Centri Provinciali l Istruzione degli Adulti - CPIA si possono quindi frequentare a titolo gratuito o con una partecipazione economica bassa: corsi previsti dall ordinamento scolastico per conseguire il relativo titolo di studio (soprattutto la licenza media); corsi per rispondere a un ampia gamma di bisogni conoscitivi e disciplinari (variabile da centro a centro per esempio informatica, lingue straniere,ecc.); corsi per l integrazione linguistica e sociale dei cittadini stranieri (come l apprendimento della lingua italiana L2).
L orientamento al lavoro (1/5) L orientamento è un intervento finalizzato a porre la persona nelle condizioni di poter effettuare delle scelte personali per il proprio progetto personale e professionale di vita.* Tale intervento rappresenta un importante sostegno durante il periodo della transizione dall accoglienza all autonomia. *Fonte Glossario ISFOL
L orientamento al lavoro (2/5) Un MSNA appena preso in carico, di frequente, non è nelle condizioni di avere consapevolezza : Delle competenze e motivazioni di cui dispone Della reale spendibilità di queste competenze ECCO PERCHE INNANZITUTTO SONO FONDAMENTALI E PROPEDEUTICI PER OGNI ALTRA AZIONE A SUO FAVORE L APPRENDIMENTO DELL ITALIANO E L ORIENTAMENTO
L orientamento al lavoro (3/5) E fondamentale l analisi delle competenze e attitudini che deve essere integrata e bilanciata dalla contestuale analisi del progetto migratorio del minore/neomaggiorenne anche in ragione di bisogni economici pressanti e dall analisi delle opportunità offerte dal mercato del lavoro.
L orientamento al lavoro (4/5) L orientamento al lavoro richiede figure professionali esperte che possono essere: parte integrante dell equipe e/o figure professionali esterne all équipe ma sempre integrate con il lavoro complessivo di presa in carico. servizi per l impiego
L orientamento al lavoro (5/5) Si rammenta che, secondo le vigenti normative, i minori possono essere avviati al lavoro attraverso il contratto di apprendistato a partire dai 15 anni di età, e dai 16 anni per i tirocini formativi.