Parlare di dimensione territoriale e non di volontariato è una scelta precisa, che è stata presa per due ragioni:



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Transcript:

LABORATORIO SULLA DIMENSIONE TERRITORIALE DI MANI TESE Primo incontro, 6 giugno 2015 Partecipanti: Sara e Jan (gruppo di Roma), Ester e Patrizia (gruppo Cremona), Paola (punto di contatto di Vicenza), Romano (punto di contatto di Sondrio), Benedetta (associazione Mani Tese Sicilia), Stella (gruppo e sede coop di Rimini), Giulio (gruppo e sede coop di Padova), Carlo (Consiglio Direttivo), Paolo (Coop. Riciclaggio e Solidarietà Scandicci e associazione Mani Tese Firenze), Rosa, Noemi e Patrizia (associazione Mani Tese Campania), Patrizia (socia di Mani Tese ong). TOTALE: 15 Facilitazione: Giacomo Petitti Area volontariato: Chiara Cecotti OBIETTIVI SPECIFICI DEL PRIMO INCONTRO: 1. Presentare e avviare il laboratorio di idee 2. Realizzare un analisi critica sullo stato attuale - punti di forza e di debolezza della dimensione territoriale di Mani Tese 3. Cominciare a raccogliere idee e proposte sul ruolo delle realtà locali in rapporto alle strategie nazionali dell associazione PRIMA FASE: patto formativo e avvio del percorso Giacomo avvia il laboratorio di idee presentando gli obiettivi, i tempi e le intenzioni del percorso. In continuità con il laboratorio sulla cooperazione, si è deciso di aprire una riflessione sulla dimensione territoriale di Mani Tese. L associazione è presente sul territorio in tanti modi e con diverse personalità giuridiche, dalle Associazioni Locali alle Cooperative Sociali i gruppi e i volontari singoli. Parlare di dimensione territoriale e non di volontariato è una scelta precisa, che è stata presa per due ragioni: Se il percorso riguarda una dimensione di Mani Tese (così come la cooperazione e l advocacy) e non una modalità di partecipazione alla vita associativa (il volontariato), i destinatari sono tutti quelli che agiscono quella dimensione, siano essi soci, volontari od operatori locali. Il focus orientato sulla mission e non sul chi siamo aiuta a sgombrare il campo dai personalismi e dai confronti con il passato e a immaginare in positivo il presente e il futuro a partire dalle azioni concrete, i punti di forza e di debolezza dell azione territoriale. Il laboratorio di idee vuole essere un luogo aperto di confronto, scambio e apprendimento reciproco, un terreno fertile dove elaborare riflessioni strategiche sul futuro dell associazione e sulle sfide poste dalla sua dimensione territoriale. Il carattere eterogeneo e radicato localmente di quest ultima presenta punti di forza e di debolezza che si proveranno ad evidenziare e tradurre in termini di idee e proposte sul ruolo delle realtà locali e sulle forme organizzative più adatte a rappresentarle. Il Tavolo delle Associazioni, in quanto soggetto competente su questi temi, è invitato ad assumere un ruolo attivo nel processo, sia in fase di brainstorming che di elaborazione della riflessione. 1

SECONDA FASE: analisi critica Chiara presenta i dati riguardanti la dimensione territoriale di Mani Tese. 2

L analisi fa emergere cinque aree di lavoro: 1. PENSIAMO AL PRESENTE In che modo ci prendiamo cura della nostra Associazione? 2. PENSIAMO AL FUTURO In che modo rendiamo possibile la Mani Tese di domani? 3. ABBIAMO UN RUOLO SOCIALE Come rispondiamo ai bisogni del nostro territorio? 4. PROMUOVIAMO NUOVI STILI DI VITA Come agiamo i nostri valori? 5. SPERIMENTIAMO Cosa stiamo provando a fare di nuovo? Attraverso un lavoro portato avanti per piccoli gruppi vengono realizzati cinque cartelloni in cui viene raccolta l analisi critica dei dati della dimensione territoriale. 1. PENSIAMO AL PRESENTE In che modo ci prendiamo cura della nostra Associazione? - partecipazione agli eventi nazionali dell Associazione (poca) - coinvolgere nuovi volontari - promuovere l appartenenza dei volontari all Associazione (nazionale) poco più attenzione alla dimensione locale che a quella nazionale 2. PENSIAMO AL FUTURO In che modo rendiamo possibile la Mani Tese di domani? - misurarsi con nuove forme del volontariato - sperimentare nuove attività - promuovere i rapporti tra le diverse anime di Mani Tese - riavvicinare i progetti di cooperazione e le campagne ai volontari e viceversa (input che partono dal locale) - i volontari devono sentire che possono decidere su campagne e progetti - più delega ai territori - scambi tra gruppi di beni e servizi - raccolta fondi - promuovere attività in rete tra le varie associazioni 3

- valorizzare le attività portate avanti dai gruppi territoriali - considerare i gruppi territoriali come una risorsa formativa e di pratiche - intensificare la comunicazione tra gruppi e tra livello nazionale e sedi decentrate 3. ABBIAMO UN RUOLO SOCIALE Come rispondiamo ai bisogni del nostro territorio? - promozione di un pensiero critico - microcredito e legalità - consumo critico - profughi - risposta al disagio sociale del proprio territorio - donne indiane (shanti) - mercatini dell usato come risposta ad un bisogno economico - promozione della cultura del riuso, riduzione dei consumi e degli sprechi - educazione nelle scuole, attività di doposcuola nelle periferie ad alto disagio sociale, inclusione di giovani in attività dell Associazione attraverso servizio civile e tirocinio - questionario per conoscere le realtà di disagio e i bisogni del territorio - intercettazione ragazzi borderline - integrazione interculturale grazie al mercatino 4. PROMUOVIAMO NUOVI STILI DI VITA Come agiamo i nostri valori? - attività di riciclo/riuso, riduzione sprechi alimentari, inclusione sociale (immigrazione come risorsa) - prevenzione violenza alle donne - promozione commercio equo - educazione alla sostenibilità ambientale - promozione del microcredito e della finanza etica, promozione del baratto - siamo una concreta alternativa economica al modello dominante - lavoro a misura di persona con attenzione allo svantaggio - educazione alla cittadinanza attiva, percorsi di ecm a scuola 4

- organizzazione di eventi sui beni comuni - fare con altri, con altre organizzazioni, mescolarsi agli altri, avere un linguaggio meno elitario. 5. SPERIMENTIAMO Cosa stiamo provando a fare di nuovo? - nulla di nuovo un nuovo gruppo (a Cremona) - centro del riuso - gruppo giovani (campi, lavoro con i profughi) - rete con altre associazioi di solidarietà (accoglienza) - attività nelle scuole sui temi dell inclusione e della violenza sulle donne - recupero cibo in scadenza - rete con altre realtà che si occupano di riuso - progettazione - reuse design in strutture private/pubbliche - lavoro con le comunità di migranti in Italia in un ottica di co-sviluppo La condivisione dei cinque cartelloni produce una discussione, che mette in rilievo elementi di forza e di debolezza con cui misurarsi. PUNTI DI DEBOLEZZA - non ci conosciamo, non sappiamo cosa facciamo, in questo modo non possiamo fare rete né crescere: cosa ne è stato degli ambiti di partecipazione di Mani Tese? - la mission di Mani Tese è ampia, è una forza, ma è tutto troppo diluito; i giovani cercano attività più immediate e concrete - non conosciamo bene i nostri volontari, in fondo sono loro che si sono avvicinati a noi - il rapporto associazione/cooperativa mani tese è debole e irrisolto - non si condividono competenze né beni e servizi - i gruppi non sono più luoghi dove c è il piacere di stare insieme, il volontariato è una fatica, va recuperata anche la dimensione comunitaria - quello che Mani Tese fa a livello locale si vede poco nel sistema che rende visibile l Ong, non ci sappiamo vendere - manca un personaggio carismatico, attorno al quale aggregarsi? 5

PUNTI DI FORZA - è vero, abbiamo un messaggio molto articolato, ma che in passato siamo riusciti a promuovere attraverso gesti simbolici e semplici; il messaggio di Mani Tese deve essere tradotto in modo più pratico e semplice - la nostra azione territoriale (quartiere di Montepo, Catania) è un vero e proprio progetto di cooperazione: l attività sul proprio territorio come cooperazione locale rende riconoscibile il nostro messaggio - i campi di volontariato di Mani Tese sono un nostro punto di forza - Mani Tese ha una storia che ha fatto scuola su tanti temi - la cooperazione locale va assunta anche all interno dell Associazione; questo si accorda con la necessità di fare un lavoro con i migranti - i gruppi, in modo autonomo, si sono messi all ascolto del loro territorio (povertà, disagio, emergenze ambientali, ) in aree e campi diversi, senza che ci fosse una strada abbiamo preso tutti la stessa strada - riguardo la raccolta fondi, le modalità sono diverse da luogo a luogo, la creatività è un punto di forza del territorio; le strategie territoriali possono aiutare a trovare soluzioni per comunicare meglio tra diverse realtà e raccogliere fondi - fare le cose insieme agli altri è un opportunità e un valore aggiunto. TERZA FASE: idee e proposte sul ruolo delle realtà locali COSA RICHIEDE OGGI L IMPEGNO DI GIUSTIZIA A LIVELLO TERRITORIALE? QUALE MESSAGGIO è AFFIDATO A GRUPPI, ASSOCIAZIONI E COOPERATIVE? I DIRITTI SONO GLOCALI, li presidiamo attraverso: - ECONOMIE ALTERNATIVE, riuso, riciclo, commercio equo - INCLUSIONE SOCIALE, veniamo incontro alle nuove povertà, cerchiamo di mettere in relazione le perfiferie - EDUCAZIONE AD UNA CITTADINANZA ATTIVA - RETI LOCALI, facciamo le cose insieme agli altri - SIAMO UN RIFERIMENTO PER IL TERRITORIO, ci mettiamo la faccia 6

SINTESI RAGIONATA DEI PRINCIPALI ELEMENTI EMERSI DURANTE IL PRIMO INCONTRO La discussione condotta dai partecipanti sugli esiti dell analisi critica realizzata nella prima parte dell incontro ha messo in luce un paradosso molto interessante. Da un lato emerge una fotografia della dimensione territoriale complessa, molto eterogenea e ricca di esperienze difficili da sintetizzare e comunicare. Dall altro, a dispetto di questa apparente confusione, si afferma con forza un modo comune di tradurre i principi della cooperazione internazionale, di ascoltare e rispondere ai bisogni del territorio, di interpretare le nuove povertà. Senza che ci fosse una strada abbiamo preso tutti la stessa strada è stato detto durante la discussione, una frase che sintetizza molto bene la visione unitaria dimostrata dai partecipanti nel rispetto delle diversità e delle esperienze locali. Sembra ormai acquisita la visione degli squilibri internazionali e delle povertà non più nell ottica della dicotomia Nord-Sud ma piuttosto come distanza tra pochi centri e molte periferie che devono allearsi e cooperare per difendere i loro diritti e quelli del pianeta. Ma se la narrazione è questa ci si chiede come dare ai progetti territoriali/locali un valore equiparato a quelli di cooperazione internazionale, a come farli dialogare tra loro in modo da superare la contrapposizione tra attività in Italia e nel resto del mondo. Due appaiono le tipologie di esperienze locali che trovano più risonanze con l approccio centri/periferie: I progetti di inclusione sociale, che sperimentano risposte concrete ai bisogni dei territori e mettono in relazione le periferie; I progetti di co-sviluppo, che aprono ad un lavoro con le associazioni di migranti e favoriscono modelli di cooperazione tra pari. Accanto ad esse si riconferma la promozione delle economie alternative, tramite la pratica del riuso, del riciclo e del commercio equo, come elemento unificante di tutte le realtà locali e come punto imprescindibile che dà senso alla visione complessiva dell associazione. Questo aspetto è percepito come poco valorizzato rispetto alla sua importanza, sia dal punto di vista organizzativo (il rapporto associazione/cooperativa) che dal punto di vista della visibilità. 7