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Transcript:

LA SITUAZIONE CONGIUNTURALE IN LOMBARDIA 2 TRIMESTRE 2013 Unioncamere Lombardia Funzione Luglio 2013

Sommario Sommario... 2 1 INTRODUZIONE: L ANNO PRODROMICO... 5 1.1 La dinamica dell economia mondiale: un aggiornamento... 5 1.2 La dinamica nelle macro aree... 6 1.3 Hair cut... 6 1.4 I rischi al ribasso... 7 1.5 I Bric e i paesi in via di sviluppo... 8 1.6 Se non ora, quando?... 8 1.7 Un ulteriore fattore di rischio... 9 2. LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE... 11 2.1 La dinamica delle variabili esogene... 11 2.2 Le previsioni per le varie aree... 14 3. L ECONOMIA NELL AREA DELL EURO... 17 3.1 La dinamica congiunturale... 17 3.2 Le previsioni... 18 3.3 L occupazione... 18 4. L ECONOMIA ITALIANA... 20 4.1 La dinamica nel breve periodo... 20 4.2 Le previsioni... 23 4.3 Il Commercio estero... 24 4.4 L occupazione... 26 4.5 Il mercato del credito... 30 5. UN CONFRONTO CON I 4 MOTORI... 31 5.1 I dati sul PIL e la produzione industriale... 31 5.2 Mercato del lavoro e prezzi... 35 5.3 Il commercio estero... 37 6. IL SETTORE MANIFATTURIERO DELLA LOMBARDIA... 40 6.1 Alcuni dati strutturali... 40 6.1.1 I dati di sintesi... 41 6.1.2 La produzione industriale... 43 6.1.3 Gli aspetti strutturali... 46 6.2 Altri indicatori congiunturali... 51 6.2.1 Il fatturato... 51 2

6.2.2 Gli ordini... 56 6.2.3 Le scorte ed il tasso di utilizzo degli impianti... 58 7. L occupazione industriale in Lombardia... 61 8. Il numero delle imprese... 73 9. Le previsioni... 78 9.1 Le previsioni degli imprenditori... 78 9.2 Le informazioni dal fronte dei consumatori... 81 9.3 Le nostre previsioni... 81 10. Considerazioni conclusive... 84 APPENDICE TECNICA... 85 A1. Gli indicatori sintetici coincidenti... 85 A2. Ulteriori indicatori... 86 3

4

1 INTRODUZIONE: L ANNO PRODROMICO Intervenendo ad un dibattito, il Ministro del Tesoro ha affermato che il trimestre in corso non sarebbe altro che un periodo prodromico: la crescita ancora non si è vista, ma starebbe per riapparire. Inutile cercarla quindi nei dati del II trimestre del 2013, per lo meno in Italia. Tuttavia, la ricerca non dovrebbe essere segnata da forti preoccupazioni perché la crescita è la classica luce in fondo al tunnel che già si sta annunciando. In questa relazione cercheremo di valutare questa tesi per la Lombardia, utilizzando il solito metodo top-down e cioè partendo dagli sviluppi della situazione internazionale per poi scendere ad un livello territoriale più disaggregato. Vedremo che l aggettivo in realtà va riferito più all intero anno che al singolo trimestre in corso. In questa ottica, sarebbe l intero 2013 ad essere di transizione. 1.1 La dinamica dell economia mondiale: un aggiornamento Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha appena pubblicato l aggiornamento delle previsioni effettuate nell Aprile del 2013. Conviene quindi partire da un loro commento. Le nuove cifre aggregate sono presentate nella Tabella 1-1. Tabella 1-1: Consuntivo e Previsioni dell economia mondiale (saggi % di variazione) 2011 2012 2013 2014 PIL 3,9 3,1 3,1 3,8 Commercio internazionale 6,0 2,5 3,1 5,4 Fonte: World Economic Otlook (WEO), International Monetary Fund (IMF), Luglio 2013 Il quadro che emerge non è molto dissimile da quello presentato in precedenza. Il 2013 si presenta come un anno di stabilizzazione, mentre il 2014 dovrebbe vedere una ripresa del processo di crescita. Un andamento simile dovrebbe mostrare anche il commercio internazionale che è il propellente della crescita internazionale e che, a differenza del PIL, dovrebbe mostrare già dall anno in corso segnali di ripresa. 5

1.2 La dinamica nelle macro aree Come abbiamo mostrato nella scorsa Relazione, l economia mondiale è caratterizzata da macro aree che presentano forti disomogeneità nei tassi di crescita. Questa differenziazione inoltre è presente anche all interno delle singole aree, come viene confermato dalla Tabella 1-2 che fa riferimento ai paesi avanzati. Tabella 1-2: La dinamica del PIL (saggi % di variazione) nelle aree avanzate mondiali 2011 2012 2013 2014 Usa 1,8 2,2 1,7 2,7 Zona Euro 0,5-0,6-0,6 0,9 Giappone -0,6 1,9 2,0 1,2 Totale aree avanzate 1,7 1,2 1,2 2,1 Fonte: WEO, IMF, Luglio 2013 Il 2013 si conferma come anno di stallo nella crescita, ma questo risultato è la somma algebrica di due andamenti opposti. Mentre il Giappone siede fra i paesi virtuosi, la zona Euro conferma il risultato negativo conseguito nel 2012, e cioè -0,6. In altre parole, l area Euro è ancora in fase recessiva, mentre la ripresa è rinviata al 2014. D altro canto, anche gli Stati Uniti dovrebbero conoscere una crescita più sostenuta nello stesso anno. 1.3 Hair cut Quando si parla di crisi finanziarie si nomina spesso l operazione di hair cut e cioè il taglio delle somme spettanti ai vari creditori. Mutatis mutandis, il Fondo Monetario ha applicato un hair cut alle previsioni che aveva effettuato in Aprile. In altre parole, la tendenza delle previsioni del Fondo Monetario Internazionale è al ribasso. In particolare, la Tabella 1-3 mostra un quadro sintetico di questi tagli. 6

Tabella 1-3: I tagli nella previsioni dei tassi di crescita del PIL (saggi % di variazione) 2013 2014 Economia mondiale -0,2-0,2 Economie avanzate -0,1-0,2 USA -0,2-0,2 Giappone 0,5-0,3 Area Euro -0,2-0,1 Paesi emergenti -0,3-0,3 Fonte: WEO, IMF, Luglio 2013 Come la Tabella 1-3 ha illustrato, i tagli sono diffusi su tutte le aree in misura abbastanza omogenea. Fanno eccezione il Giappone per il 2013, dove l Abeconomics ha portato un grosso contributo alla dinamica del PIL del 2013, salvo poi rientrare nel 2014 ed i paesi in via di sviluppo, dove la revisione dovrebbe risultare maggiore. Queste revisioni sembrano in realtà un po grossolane. Hanno più l aria del taglio di capelli (hair cut) che non di vere nuove stime. La loro importanza sta nel fatto che segnalano un rischio al ribasso del processo di crescita. 1.4 I rischi al ribasso Non solo quindi la crescita nel complesso non è ripartita a livello mondiale nel 2013, ma esistono pure rischi di revisione al ribasso per quella prevista per il 2014. Tre sono i principali fattori di rischio da tenere in considerazione. Il primo fattore di rischio è la dinamica dell area dell euro che presenta fragilità politiche, economiche e finanziarie sempre pronte ad aggravarsi al primo shock. In secondo luogo, un rischio importante è legato alla politica economica degli Stati Uniti. Quella fiscale potrebbe bloccare il processo di crescita, mentre quella monetaria potrebbe scatenare instabilità a livello mondiale, colpendo in modo particolare i paesi in via di sviluppo. Il terzo fattore di rischio sta proprio nella dinamica dei paesi emergenti che potrebbero trovare difficoltà a mantenere il ritmo di crescita mostrato in questi anni. E opportuno pertanto prenderli in considerazione in modo più dettagliato. 7

1.5 I Bric e i paesi in via di sviluppo I paesi cosiddetti BRIC e quelli in via di sviluppo mostrano un profilo del tasso di crescita che, da un punto di vista congiunturale, ricalca quello del PIL mondiale. La differenza è che i suoi tassi di crescita sono nettamente superiori, come appare dalla Tabella 1-4. Tabella 1-4: La dinamica del PIL (saggi % di variazione) nei BRIC e nei paesi in via di sviluppo. 2011 2012 2013 2014 Paesi in via di sviluppo 6,2 4,9 5,0 5,4 Cina 9,3 7,8 7,8 7,7 India 6,3 3,2 5,6 6,3 Brasile 2,7 0,9 2,5 3,2 Russia 4,3 3,4 2,5 3,3 Fonte: WEO, IMF, Luglio 2013 Fra questi paesi, sono la Cina ed il Brasile quelli che hanno visto ridimensionati in modo maggiore i dati relativi al 2014. Fra i due paesi, quello che conta maggiormente è il caso cinese che è stato il vero motore di crescita dell economia mondiale. Un suo eventuale rallentamento dovrebbe essere considerato fisiologico se non fosse per il delicato passaggio dalla fase di una crescita trainata dagli investimenti ad una segnata dalla maggiore importanza dei consumi. L impatto di questo cambiamento, unitamente ai problemi di credito che si sono manifestati all interno dell economia cinese, potrebbero essere fonti di preoccupazione per l intera economia mondiale. 1.6 Se non ora, quando? Pur tenendo conto dei rischi al ribasso che gravano sulla ripresa del 2014, è legittimo chiedersi quando la ripresa dovrebbe materializzarsi. Da un punto di vista congiunturale è infatti importante individuare il punto di svolta soprattutto in un area come quella dell Euro dove il segno meno è destinato a prevalere sull intero anno 2013. 8

Tabella 1-5: La dinamica tendenziale del PIL (saggi % di variazione): IV trimestre su IV trimestre anno precedente 2012 2013 2014 Economia mondiale 2,6 3,5 3,7 USA 1,7 2,0 3,1 Area Euro -1,0 0,3 1,1 Paesi emergenti 5,0 5,6 5,6 Fonte: WEO, IMF, Luglio 2013 Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, il quarto trimestre del 2013 dovrebbe avere un segno positivo anche per i tassi tendenziali dell area Euro, sempre che i rischi al ribasso vengano tenuti sotto controllo. 1.7 Un ulteriore fattore di rischio Nel caso della zona dell euro un ulteriore fattore di rischio va menzionato. Questo non dipende da eventuali shock esterni, ma dalla presenza di un problema in atto: il credit crunch che sembra colpire in modo particolarmente acuto le piccole e medie imprese. D altra parte l importanza ed il peso di questa struttura industriale sono ormai fenomeni conosciuti. La Tabella 1-6 offre un quadro sintetico per l intera area, mentre la Tabella 1-7 offre uno spaccato dell Italia messa a confronto con il dato medio. Tabella 1-6: La struttura delle imprese nell area Euro % su totale % di % valore Categoria imprese occupati aggiunto Produttività del lavoro Grandi (>250) 0,2 30 40 131 Piccole e medie (<250) 99,8 70 60 87 Medie (50-249) 1,0 17 18 110 Piccole (10-49) 6,7 22 20 91 Micro (0-9) 92,0 31 22 71 (1) Indice della produttività del lavoro misurato come valore aggiunto in termini nominali per ciascun dipende. La base 100 rappresenta la produttività totale dell economia riferibile a tutte le imprese. Fonte: European Central Bank (ECB), Bollettino Mensile, Luglio 2013 (1) 9

Tabella 1-7: La struttura delle piccole e medie imprese in Italia ed in Europa Italia Euro Occupazione da PMI 80 70 Valore aggiunto da PMI 69 60 Produttività delle microimprese 64 71 % di microimprese 95 92 Piccole (10-49) 6,7 91 Fonte: ECB, Bollettino Mensile, Luglio 2013 La maggior dipendenza delle piccole e medie imprese dal credito bancario le espone in modo particolare alle vicissitudini di questo ultimo che risultano connesse con i problemi macro finanziari. Accanto al problema della domanda aggregata, quello del credit crunch è l incognita maggiore che grava sul processo di ripresa, soprattutto nei paesi meridionali dell area dell Euro in generale ed in Italia in particolare. La doppia presenza di piccole e medie imprese accompagnate da una stretta creditizia costituiscono una serio ostacolo alla ripresa della produzione e dell occupazione. 10

2. LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE Le previsioni sull andamento dell economia mondiale soffrono di due limitazioni che vanno tenute concettualmente distinte: quella legata alla natura del modello sottostante le stime (che vale la pena di sottolineare è bottom-up e cioè parte dalle stime dei singoli paesi) e quella dovuta a fattori esterni al modello, chiamati per l appunto esogeni. A loro volta, i fattori esogeni si distinguono in deterministici e casuali. Questi ultimi non possono ovviamente essere previsti. Per quanto riguarda i primi, occorre notare che i vari modelli, tranne quelli esplicitamente internazionali, assumono come dati i seguenti aspetti: la dinamica del commercio internazionale; il tasso di cambio; il tasso di interesse; ed infine il prezzo delle materie prime in generale e del petrolio in particolare. Queste variabili esogene devono essere prese in considerazione in via preliminare perché l assunzione di valori poco realistici può portare fatalmente a conclusioni e quindi a previsioni sbagliate. Non solo, ma già il loro valore ipotizzato può dare un idea dello stato attuale dell economia. In altre parole, queste variabili sono fattori decisivi per capire lo stato dell economia e forniscono le chiavi interpretative per capire la probabile evoluzione in corso. 2.1 La dinamica delle variabili esogene Il tasso di crescita del commercio internazionale è certamente una delle più rilevanti variabili esogene da prendere in considerazione, per lo meno per tutti quei modelli che hanno una scala di riferimento più piccola dell economia mondiale. La sua dinamica e la sua probabile evoluzione per il triennio 2011-2013 sono già state commentate nella Tabella 1-1. Vengono ripresentate nella Tabella 2-1 al fine di collocarle in una prospettiva più ampia. Dal momento che il tasso di lungo periodo è pari al 6,8%, la ripresa prevista per il commercio internazionale non solo è destinata a rimanere al di sotto di questa soglia, ma è pure stata rivista al ribasso. 11

Tabella 2-1: La dinamica del commercio internazionale Saggio % di Anno crescita 2007 7,4 2008 2,9 2009-10,9 2010 12,6 2011 6,0 2012 2,5 2013 3,1 2014 5,4 Fonte: IMF, Luglio 2013 In questo contesto internazionale in fase di assestamento ed in presenza di squilibri nelle bilance dei pagamenti che sembrano in via di attenuazione, i tassi di cambio sono sottoposti a processi di aggiustamento che risentono anche delle diverse politiche monetarie perseguite dalla autorità centrali dei vari paesi. In questo contesto, gran parte dell aggiustamento sembra scaricarsi sul cambio euro-dollaro che, come risulta dal Grafico 2-1, continua nel suo andamento altalenante. Il diverso modo con cui sono interpretate le politiche monetarie nelle due aree è alla base di questo andamento. 12

tasso % Grafico 2-1 CAMBIO Euro-Dollaro (dati medi mensili - ultimo dato giugno 2013) 1,6 1,577 1,4 1,319 1,2 1,0 0,853 0,8 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Banca d'italia Eurosistema In questo contesto, la dinamica dei tassi di interesse dovrebbe conoscere un consolidamento dei tassi attuali (si veda anche il Grafico 2.2), attestati su valori molto bassi. Grafico 2-2 TASSI EURIBOR (dati mensili - ultimo dato giugno 2013) Euribor a 3 mesi Euribor a 1 anno 6,0 5,393 5,0 5,113 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 0,507 0,210 Fonte: elaborazione Unioncamere lombardia su dati BCE 13

Dollari Semmai rimane da valutare la durata della politica di quantitative easing perseguita dalla Federal Riserve che è stata oggetto di valutazioni diverse da parte dei vari operatori economici e finanziari e che ha prodotto un rialzo nei tassi soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Infine, l ultima variabile strategica è rappresentata dal prezzo del petrolio. Recentemente la sua dinamica sembra puntare al ribasso, seppure in modo sussultorio (si veda anche il Grafico 2-3). La Banca Centrale Europea ipotizza un valore pari a 105$ il barile per il 2013, destinato a calare leggermente nel 2014. Va sottolineato che il prezzo del petrolio rientra nel più vasto problema del prezzo delle materie prime la cui dinamica può avere un notevole impatto sulle stime del PIL e sulla dinamica dell inflazione. Quest ultima dovrebbe aggirarsi intorno all 1,4% nel 2013 nella zona Euro, per poi scendere leggermente nel 2014. Grafico 2-3 PREZZO DEL PETROLIO (Light Crude Oil) Prezzo al barile - medie mensili (ultimo dato: giugno 2013) 140 140 120 100 97 80 60 40 20 26 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati NYMEX (New York Mercantile Exchange) 2.2 Le previsioni per le varie aree Una volta illustrata la dinamica delle quattro variabili esogene, si può procedere all analisi delle varie aree. I dati contenuti in questi paragrafi sono dati ex-post e quindi costituiscono la base su cui sono fondate le previsioni discusse nel capitolo iniziale. A tal fine, conviene soffermarsi sulla situazione attualmente esistente negli Stati Uniti, e cioè il paese più importante 14

variazione % dell economia mondiale. Come risulta dal Grafico 2-4, i saggi di crescita del PIL degli USA risultano essere positivi, seppure con un andamento altalenante. Grafico 2-4 Variazione percentuale annualizzata del PIL USA Valori concatenati anno 2005 - dati trimestrali destagionalizzati 5,0 4,0 4,1 1,3 1,4 2,3 2,2 2,6 2,4 2,5 1,3 2,0 1,3 3,1 1,8 0,0 0,1 0,4-0,3-1,8-5,0-3,7-5,3-10,0-8,9 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Bureau of Economic Analysis (aggiornamento luglio 2013) La Tabella 2-2 riporta invece i dati sulla probabile evoluzione futura di questa economia, considerati da un punto di vista tendenziale. Tabella 2-2: Previsioni della dinamica del PIL negli USA: variazioni tendenziali (%) IV trimestre PIL Var % 2012 1,7 2013 2,0 2014 3,1 Fonte: IMF, Luglio 2013 Come appare dalla Tabella 2-2, le previsioni del Fondo Monetario Internazionale sono ottimistiche, ipotizzando una crescita tendenziale in fase di accelerazione. Tuttavia, questa accelerazione è stata rivista leggermente al ribasso, come abbiamo già avuto modo di sottolineare. Al contrario, come risulta dalla Tabella 2-3, il saggio di disoccupazione è destinato a rimanere elevato, ed è questa una delle principali differenze rispetto alle passate recessioni. 15

Tabella 2-3: L andamento del tasso di disoccupazione negli USA Tasso Periodo disoccupazione 2012 8,0 2013 8,2 2014 8,1 Fonte: IMF, Luglio 2013 E importante sottolineare come anche le stime di consenso nel caso degli USA abbiano subito la stessa sorte di quelle del Fondo Monetario Internazionale. Come risulta dalla Tabella 2-4, per quanto riguarda il PIL del 2013 è stato corretto leggermente al ribasso, mentre quello del 2014 ha subito la sorte contraria. Tabella 2-4: Previsioni di consenso: Saggio % di variazione del PIL USA Aprile 2013 Luglio 2013 2013 2014 2013 2014 2,1 2,7 1,9 2,8 Fonte: The Economist, Aprile e Luglio 2013 Infine, per completare il quadro internazionale, occorre far riferimento alla dinamica tendenziale del PIL in alcuni paesi significativi, illustrata nella Tabella 2-5. Queste informazioni completano quelle annuali illustrate nel Capitolo 1. Tabella 2-5: La dinamica congiunturale del PIL (sul trimestre precedente) Paese Q3:2012 Q4:2012 Q1:2013 USA 0,8 0,1 0,4 Giappone -0,9 0,3 1,0 Gran Bretagna 0,7-0,2 0,3 Cina 2,1 2,0 1,6 Fonte: IMF, luglio 2013 Anche da questa Tabella emerge la decelerazione del processo di crescita che è in atto nell economia Cinese. 16

3. L ECONOMIA NELL AREA DELL EURO Nei Capitoli precedenti abbiamo considerato la performance delle grandi aggregazioni mondiali. Tocca adesso approfondire la dinamica dell area dell Euro. Anche se i temi della governance dell area sono destinati a rimanere al centro dell attenzione ancora per molto tempo così come quelli relativi all assetto istituzionale che devono correggere le manchevolezze contenute nell impianto originario, non per questo possiamo ignorare la dinamica dell economia che, a seconda della sua intensità, può facilitare o viceversa rendere più difficoltosi questi problemi strutturali. 3.1 La dinamica congiunturale Per quanto riguarda la dinamica congiunturale, la Tabella 3-1 mostra i tassi di variazione (congiunturali e tendenziali) del PIL nei vari trimestri. Come appare evidente dalla Tabella, siamo di fronte a tassi di crescita congiunturali che permangono in territorio negativo. Anche la dinamica tendenziale mostra un trend decrescente e negativo. Tabella 3-1: Variazioni (%) trimestrali del PIL nell area euro PIL Var. % PIL Var. % Anno Trimestri congiunturali tendenziali I -2,4-5,0 2009 II -0,2-4,8 III 0,4-4,1 IV 0,1-2,1 I 0,3 0,9 2010 II 0,9 2,0 III 0,4 2,0 IV 0,3 2,0 I 0,8 2,4 2011 II 0,2 1,7 III 0,1 1,3 IV -0,3 0,7 I 0,0-0,1 2012 II -0,2-0,5 III -0,1-0,6 IV -0,6-0,9 2013 I -0,1-1,1 Fonte: ECB, Luglio 2013 17

Infine, come risulta dalla Tabella 3-2, appare evidente il ruolo svolto dalla variazione negativa della domanda interna, ed in particolare dal processo di accumulazione. Viceversa, è tornato ad essere leggermente positivo il contributo delle esportazioni nette. Tabella 3-2: I contributi alla crescita (congiunturale) nel 2011 e 2012 IV trim 2011 I trim 2012 II trim 2012 III trim 2012 IV trim 2012 I trim 2013 Consumi privati -0,3 0,0-0,1-0,1-0,2 0,0 Consumi pubblici -0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Investimenti fissi -0,1-0,3-0,2-0,1-0,2-0,3 Cambiamento scorte -0,3-0,2-0,2-0,1-0,1 0,0 Esportazioni nette +0,4 +0,4 0,2 0,3 0,0 0,1 Pil -0,3 0,0-0,2-0,1-0,6-0,3 Fonte: ECB, Luglio 2013 3.2 Le previsioni La Tabella 3-3 mostra la probabile evoluzione dell area Euro per il biennio 2012-2013, secondo le stime della Banca Centrale Europea. Tabella 3-3: L economia di Eurolandia nel biennio 2012-2013 (Variazioni %) 2013 2014 Pil -0,6 1,1 Fonte: ECB op. cit., Luglio,2013 Queste stime sono state riviste al ribasso rispetto alle previsioni fatte nel marzo del 2013 e sono in linea con quelle del Fondo Monetario Internazionale, illustrate in precedenza. 3.3 L occupazione I dati sulla dinamica del PIL non possono non avere un profondo impatto su quelli dell occupazione, seppure con i soliti sfasamenti temporali. I dati della Tabella 3-4 relativi all occupazione (I trimestre 2013) mostrano una variazione negativa per il complesso dell economia che è andata ampliandosi nel tempo sia come intensità sia come diffusione settoriale. 18

Tabella 3-4: La dinamica dell occupazione nell area Euro Tasso di Disoccupazione (saggi % sul periodo precedente, dati destagionalizzati) Media Media I trim II trim III trim IV trim I trim anno anno 2012 2012 2012 2012 2013 2011 2012 Totale economia 0,1-0,2 0,0-0,2-0,3-0,7-0,9 Agricoltura -2,4-0,3 0,5-0,5-1,2-1,6-0,7 Industria in senso stretto -0,1-0,2-0,4-1,5-0,6-1,1-1,2 Costruzioni -3,9-1,3-0,6-1,6-1,4-4,8-2,2 Servizi 0,7-0,1 0,2 0,2-0,1-0,1-0,7 -di cui Commercio 0,5-0,2 0,2 0,2-0,4-0,8-0,6 Finanza -0,1-0,2-0,8-0,3 1,3-0,8-0,6 Pubblica Amminist. 0,1 0,0 0,1 0,1-0,1-0,2-0,9 Fonte:BCE, Bollettino Mensile, Luglio 2013 Il tasso di disoccupazione è salito decisamente, come risulta dalla Tabella 3-5. In particolare, i dati relativi alla disoccupazione giovanile risultano essere in crescita e su livelli molto elevati. Tabella 3-5: La dinamica del tasso di disoccupazione nell area Euro Periodo Totale Giovanile Femminile I trim. 2010 9,9 20,2 10,2 II trim. 10,0 20,2 10,2 III trim. 10,0 20,1 10,2 IV trim. 10,1 20,3 10,4 I trim. 2011 10,0 20,0 10,3 II trim. 10,0 20,5 10,3 III trim. 10,2 20,8 10,5 IV trim. 10,5 21,4 10,8 I trim 2012 10,9 21,9 11,1 II trim. 11,3 22,6 11,4 III trim. 11,5 23,5 11,4 IV trim. 11,8 23,7 11,9 I trim. 2013 12,1 24,1 12,2 Maggio 2013 12,2 23,9 12,3 Fonte: ECB, Luglio 2013 19

4. L ECONOMIA ITALIANA La situazione complessiva della zona euro presenta, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, un notevole grado di dispersione delle situazioni nel suo interno, dispersione che è andata aumentando nel tempo. Vale la pena allora iniziare un processo di disaggregazione a partire dal caso italiano che sarà analizzato più in dettaglio sia sotto il profilo congiunturale sia al fine di verificare la probabile evoluzione futura. 4.1 La dinamica nel breve periodo Il Grafico 4-1 mostra l andamento congiunturale e tendenziale del PIL, aggiornati al I trimestre del 2013. Da un punto di vista congiunturale, i sette dati negativi e consecutivi, non solo certificano la presenza della recessione, ma ne sottolineano l intensità. Anche dal punto di vista tendenziale i dati del PIL mostrano segnali di netta decelerazione. 20

variazione congiunturale variazione tendenziale Miliardi di Euro Grafico 4-1 PRODOTTO INTERNO LORDO ITALIA Dati trimestrali - valori concatenati anno 2005 390 dato destagionalizzato dato grezzo 380 374,4 370 360 350 347,4 340 342,0 330 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 10 0-2,8-10 2 0-2 -0,6-4 Fonte: elab. Unioncamere Lombardia su dati Istat La diversa dinamica delle varie componenti della domanda aggregata è illustrata dalla Tabella 4-1, dove appare il forte contributo negativo legato alla caduta della domanda interna e non controbilanciato dalle esportazioni che nel I trimestre del 2013 hanno addirittura mostrato una variazione negativa. 21

Tabella 4-1: La dinamica congiunturale del PIL e delle sue componenti 2011-2012 Anno I trim Anno I trim II trim III trim IV trim 2011 2012 2012 2013 Consumi --- -0,6-0,7-0,8-0.5-3,9-0,3 Investimenti -1,9-3,6-2,1-1,4-1,2-8,0-3,3 Esportazioni +5,6-0,6 +0,1 +0,5 0,3 2,3-1,9 Scorte -0,5-0,5-0,1 +0,2-0,7-0,6 0,3 Importazioni +0,4-3,6-0,5-1,4-0,9-7,7-3,3 PIL +0,4-0,8-0,8-0,2-0,9-2,4-0,6 Fonte: Banca d Italia, Bollettino Economico, Luglio 2013 I dati relativi alla produzione industriale ci mettono in grado di allungare l orizzonte temporale al II trimestre del 2013 e di constatare come sia la tendenza congiunturale sia quella tendenziale permangano in territorio negativo, come risulta dal Grafico 4.2. 22

variazione congiunturale variazione tendenziale Indice produzione Grafico 4-2 115 110 INDICE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE ITALIA Dati trimestrali - Indice base 2005=100 107,9 Indice destagionalizzato Indice grezzo 105 100 95 90 85 80 75 80,4 80,4 70 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 20 10 0-10 -20 10,2-4,3-30 5 2,7-24,2 0-5 -1,1-10 -15-11,2 Fonte: elab. Unioncamere Lombardia su dati Istat (secondo trimestre 2013 mediaindici aprile-maggio) 4.2 Le previsioni I dati ex-post finora analizzati devono essere completati da una serie di previsioni per avere un idea del probabile andamento complessivo nel prossimo futuro. Le previsioni sull andamento dell economia Italiana sono illustrate nella Tabella 4-2. 23

Tabella 4-2: Previsioni del tasso % annuo di crescita 2012 2013 2014 PIL -2,4-1,9 0,5 Consumi -4,3-3,0-0,3 Investimenti -8,0-5,8 0,4 Esportazioni 2,3 1,3 2,6 Importazioni -7,7-3,9 1,1 Fonte: Centro studi Confindustria, Giugno 2013 Due sono gli aspetti principali da sottolineare. In primo luogo, la ripresa del 2014 non sembra essere intensa. In secondo luogo, dovrebbe essere trainata dalle esportazioni e da un lento processo di ripresa degli investimenti. Le medesime sensazioni si ricavano facendo riferimento alla Tabella 4-3 dove sono illustrate le previsioni di consenso. Il fatto preoccupante è che non solo mostrano dati poco incoraggianti, ma sono anche oggetto di continua revisione al ribasso Tabella 4-3: Previsioni di consenso relative all Italia % 2013-1,8 2014 0,2 Fonte: The Economist, Luglio 2013 4.3 Il Commercio estero Il commercio estero, data la crescente apertura verso l estero del nostro apparato produttivo, costituisce un punto di riferimento essenziale sia per l analisi congiunturale che per quella più propriamente strutturale. In particolare, per quanto riguarda il settore manifatturiero, i dati disponibili relativi al I trimestre del 2013 mostrano variazioni tendenziali che sono per la prima volta negative. Le stesse considerazioni trovano conferma qualora si faccia riferimento alle variazioni cumulate, come accade nel Grafico 4.4. 24

variazione % variazione % Grafico 4-3 COMMERCIO ESTERO SETTORE MANIFATTURIERO Variazione tendenziale delle esportazioni Dati singoli trimestri a prezzi correnti Lombardia Italia 20 17,6 18,4 15 13,4 13,6 10 8,6 9,9 5 4,2 5,5 5,9 5,8 2,9 2,4 2,1 2,0 3,5 4,0 0-0,9-0,8-5 I II III IV I II III IV I 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT Grafico 4-4 COMMERCIO ESTERO SETTORE MANIFATTURIERO Variazione tendenziale delle esportazioni Dati trimestrali cumulati a prezzi correnti Lombardia Italia 20 18,4 17,6 15 15,4 15,9 13,8 13,1 11,6 10,7 10 5 5,9 5,8 4,1 4,3 3,5 3,5 3,5 3,6 0-0,9-0,8-5 I II III IV I II III IV I 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT 25

variazione % Il Grafico 4.5, viceversa, mette a confronto il dato lombardo con quello delle altre regioni italiane. La posizione relativa della Lombardia rimane abbastanza costante nel tempo, nel senso che rimane sempre molto vicina al dato nazionale. Grafico 4-5 COMMERCIO ESTERO Esportazioni per regione (variazione tendenziale) Dati cumulati - 1 trimestre 2013 15 13,2 10 5 0 2,5 2,4 1,4 1,2 0,3 0,2-0,2-0,6-0,6-0,6-0,7-1,9-5 -2,9-3,8-4,5-5,0-10 -6,8-9,1-9,9-15 -16,1-20 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT 4.4 L occupazione I dati sul mercato del lavoro non riflettono esattamente i movimenti della produzione, come del resto la teoria economica ha ampiamente spiegato. Come risulta dal Grafico 4.6, si può notare una decrescita sia dell occupazione complessiva sia di quella industriale. 26

Variazione % Occupati industria Occupati totali Grafico 4-6 NUMERO OCCUPATI ITALIA Dati trimestrali (milioni) Occupati totali scala dx Occupati Industria scala sx 5,2 24,0 5,1 23,5 5,0 4,9 23,0 4,8 22,5 4,7 4,6 22,0 4,5 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2008 2009 2010 2011 2012 2013 21,5 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Questa uniformità trova riscontro sia nelle variazioni congiunturali (si veda il Grafico 4.7), sia in quelle tendenziali (Grafico 4.8). Grafico 4-7 NUMERO OCCUPATI ITALIA Variazioni % congiunturali - Dati trimestrali grezzi Occupati Industria Occupati totali 2,0 1,7 1,0 1,1 1,0 1,1 0,6 1,0 0,0 0,1 0,0-1,0-0,3-0,9-0,6-0,7-0,4-0,6-2,0-1,5-1,5-1,8-3,0 1 2 3 4 1 2 3 4 1-2,5 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro 27

Var. cong. % Occupati (milioni) Variazione % Grafico 4-8 NUMERO OCCUPATI ITALIA Variazioni % tendenziali Dati trimestrali grezzi 4,0 Occupati Industria Occupati totali 2,0 0,0 0,1 1,5 1,1 0,5 0,4 0,8 0,7 2,0 0,1 0,0-2,0-0,9-0,8-1,0-3,0-1,1-0,4-0,7-2,2-0,2-1,8-2,5-0,6-4,0-6,0-4,7-5,0 I II III IV I II III IV I II III IV 2010 2011 2012 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Inoltre, la dinamica dell occupazione relativa al settore delle costruzioni risulta in una fase di calo, come viene evidenziato dal Grafico 4.9. Grafico 4-9 OCCUPATI NELLE COSTRUZIONI ITALIA Dati trimestrali grezzi Variazione cong. (grezza) Occupati 10 2,0 1,9 5 3,2 2,6 1,8 0 0,0-1,9 1,7-5 -3,6-4,4-3,2-5,2 1,6-7,1-10 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 1,5 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di Lavoro 28

La Tabella 4-4 mostra la dinamica occupazionale classificata a seconda dello status dei lavoratori. L aspetto importante da sottolineare è che i lavoratori dipendenti risultano in calo (se considerati nel loro complesso) sia rispetto al corrispondente periodo dell anno precedente sia rispetto al trimestre precedente. La stessa tendenza si registra per i lavoratori a tempo determinato. Tabella 4-4: La struttura dell occupazione in Italia (migliaia) 2012 2013 I trim II trim III trim IV trim I trim Dipendenti 17.087 17.256 17.286 17.226 16.840 Tempo determinato 2.232 2.455 2.447 2.367 2.163 Part-time 3.009 3.151 3.081 3.187 3.215 Indipendenti 5.706 5.790 5.666 5.579 5.543 Fonte: Istat La Tabella 4-5 mostra invece la dinamica riferita ai generi. In questo caso, va segnalato che le forze lavoro hanno registrato variazioni negative per entrambi i sessi (rispetto al periodo precedente). Il tasso di disoccupazione globale è aumentato sia da un punto di vista congiunturale che tendenziale. Tabella 4-5: La forza lavoro in Italia (migliaia) 2012 2013 I trim II trim III trim IV trim I trim Forze lavoro 25.594 25.751 25.432 25.793 25.659 Uomini 14.877 14.971 14.847 14.943 14.823 Donne 10.716 10.780 10.585 10.850 10.836 Popolazione 60.463 60.505 60.531 60.560 60.614 Tasso attività (15-64) 63,6 63,9 63,1 64,1 63,8 Uomini 73,8 74,2 73,6 74,1 73,6 Donne 53,4 53,7 52,7 54,1 54,1 Tasso di disoccup. 10,9 10,5 9,8 11,6 12,8 Maschile 10,0 9,8 8,8 10,7 11,9 Femminile 12,2 11,4 11,0 12,8 13,9 Fonte: Istat Infine, la Tabella 4-6 mostra la dimensione territoriale del tasso di occupazione. La variazione tendenziale è stata negativa per tutto il territorio. 29

Tabella 4-6: Il tasso di occupazione (età 15-64) nelle varie aree 2012 2013 I trim II trim III trim IV trim I trim Nord 65,0 65,1 65,1 64,8 64,0 Centro 60,6 61,8 60,9 60,6 59,5 Sud 43,3 44,2 44,0 43,6 42,3 Fonte: Istat 4.5 Il mercato del credito Infine, per chiudere le considerazioni sulla situazione italiana, occorre far riferimento al mercato del credito che in questa situazione di instabilità finanziaria può svolgere un ruolo particolarmente importante. La Tabella 4-7 mostra in particolare la dinamica dei prestiti bancari, classificati per settore e per area geografica. Allo stato attuale è dato riscontrare una fase di contrazione che non sembra aver toccato ancora un fondo. Tabella 4-7: I prestiti delle banche nel Centro - Nord per settore (Var. % sull anno precedente) Governo Finanza Grandi Piccole Nonprofit imprese imprese Totale 2010-Dic. 4,3 7,0 0,1 2,6 16,2 2,6 2011-Marzo 3,3 2,3 3,2 3,1 18,2 3,3 Luglio 2,5 0,8 3,3 2,1 12,4 2,9 Novembre 0,2-1,2 2,5 0,4 5,9 2,2 Marzo 2012-1,7-0,6-1,5-3,0 5,5-0,6 Agosto 2012 3,9 6,4-4,0-5,0 2,1 0,9 Novembre 2012 3,7 4,4-6,3-5,9-0,3-2,5 Febbraio 2013 2,9 2,4-5,5-5,3-2,6-2,5 Maggio 2013-0,2-1,6-3,6-3,6-4,7-2,1 Fonte: Bollettino della Banca d Italia, Luglio 2013. 30

5. UN CONFRONTO CON I 4 MOTORI Per completare il quadro di riferimento generale che precede l analisi dei dati della Lombardia e per concludere il metodo top down finora seguito, e cioè il passaggio dall economia mondiale a territori sempre più piccoli, occorre prendere in considerazione l economia dei 4 motori e cioè Lombardia (Italia), Baden-Wurttemberg (Germania), Rhone-Alpes (Francia) e Catalunya (Spagna). La logica di questo confronto va ricercata nel fatto che, in situazioni di notevole mutamento come quelle che stanno attualmente caratterizzando i sistemi economici, conviene tenere sotto controllo la distanza che separa la Lombardia dalle economie più dinamiche e non considerare solamente il dato medio che può nascondere situazioni molto eterogenee. I dati non sono sempre disponibili in maniera completa per tutte e quattro le regioni per cui il criterio seguito è stato quello di privilegiare la tempestività delle informazioni sulla loro completezza. 5.1 I dati sul PIL e la produzione industriale In via preliminare è opportuno fare riferimento ai dati nazionali per poi confrontare le performance delle varie regioni. Esiste infatti una forte correlazione fra la performance regionale e quella nazionale. In particolare, per quanto riguarda la dinamica del PIL, il grafico 5.1 fa riferimento a variazioni trimestrali, mentre il Grafico 5.2 si riferisce ai dati annuali delle quattro nazioni di riferimento per le regioni che costituiscono i 4 motori. Per quanto riguarda le variazioni congiunturali, è importante sottolineare come nel I trimestre del 2013 tutti i paesi abbiano mostrato una variazione negativa. Dal momento che lo stesso fenomeno si era prodotto nel IV trimestre del 2012, ci sono i presupposti tecnici della recessione dell intera area dell Euro. 31

Grafico 5-1: La dinamica del PIL trimestrale in Germania, Francia, Italia, Spagna EuroArea (a 17 paesi) Dati concatenati anno di riferimento 2000 1,5 1,0 EuroArea ITALIA 1,5 1,0 1,1 EuroArea FRANCIA 0,5 0,0-0,5 0,2 0,1-0,1-0,3 0,5 0,0-0,5 0,0 0,2 0,1 0,0-0,2 0,1-0,2-0,2-1,0-1,5-0,7-0,6-0,6-1,0-0,9 1 2 3 4 1 2 3 4 1-1,0-1,5 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 2011 2012 2013 1,5 1,2 EuroArea GERMANIA 1,5 EuroArea SPAGNA 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0 0,5 0,4-0,1 0,6 0,2 0,2-0,7 0,1 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0 0,3 0,2 0,0-0,5-0,4-0,4-0,3-0,8-0,5-1,5 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 Fonte: Eurostat -1,5 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 Il dato annuale (si veda il Grafico 5.2) mantiene, viceversa, le differenze della Germania, da una parte, e Francia, Spagna ed Italia, dall altra. L evoluzione nel corso del 2014, tuttavia, dovrebbe spostare tutti i territori su tassi positivi. 32

Grafico 5-2: La dinamica del Pil annuale in Germania, Francia, Italia, Spagna EuroArea (a 17 paesi) Dati concatenati anno di riferimento 2000 EuroArea ITALIA EuroArea FRANCIA 5,0 5,0 3,0 1,0 0,9 2,2 1,7 1,7 1,0 0,7 3,0 1,0 1,8 2,5 2,3 1,7 2,0 0,0 1,1-1,0-3,0-5,0-1,2-2,4-1,3-1,0-3,0-5,0-0,1-3,1-0,1-7,0-5,5 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 (f) 2014 (f) -7,0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 (f) 2014 (f) EuroArea GERMANIA EuroArea SPAGNA 5,0 3,0 1,0 0,7 3,7 3,3 1,1 4,2 3,0 0,7 0,4 1,8 5,0 3,0 1,0 3,6 4,1 3,5 0,9 0,4 0,9-1,0-3,0-1,0-3,0-0,3-1,4-1,5-5,0-7,0 Fonte: Eurostat (f): previsione Eurostat -5,1 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 (f) 2014 (f) -5,0-7,0-3,7 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 (f) 2014 (f) Questi dati servono da benchmark di riferimento per quelli relativi ai quattro motori, per i quali tuttavia non sono disponibili in forma attendibile ed omogenea. A questo proposito è opportuno far riferimento alla produzione industriale, prima relativa ai paesi (cfr. il Grafico 5-3) e poi relativa alle singole regioni (cfr. il Grafico 5-4). La gerarchia, così come la dinamica, della produzione industriale lasciano pochi dubbi sulla natura e sull evoluzione della situazione attuale, essendo sufficiente verificare il gap che esiste fra Germania e Spagna, l Italia collocandosi appenda sopra il dato Spagnolo, mentre la Francia sta tallonando da vicino l Italia. E il caso di sottolineare, tuttavia, che in Italia non è dato riscontrare quella inversione di tendenza che sembra essere più marcata negli altri paesi. 33

Grafico 5-3 120 INDICE DELLA PRODUZIONE SETTORE MANIFATTURIERO Base 2005=100 - dati destagionalizzati Germania 113,9 110 100 Euroarea (17 paesi) 97,76 90 Francia 86,0 80 Italia 80,4 Spagna 75,5 70 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elab. Unioncamere Lombardia su dati Eurostat (Dato 2 trimestre 2013 Euroarea, Germania, Francia, Italia e Spagna media aprile-maggio) Il Grafico 5-4 mostra viceversa gli andamenti regionali della produzione industriale. In questa ottica, il Baden-Wurttemberg presenta la performance migliore, seguita a distanza dalla Lombardia e dalla Catalunya. 34

Grafico 5-4: La dinamica della produzione industriale nei 4 motori PRODUZIONE INDUSTRIALE 4 MOTORI D'EUROPA Indici trimestrali base media 2005=100 (medie mobili a 4 termini) 120 110 Baden-Wurttemberg; 104,7 100 90 Lombardia 94,6 80 Catalunya 82,2 70 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Idescat Catalunja, Statistisches Landesamt Baden Wurrtemberg Dato 2 trimestre 2013 B.W. e Catalunya, media mesi aprile-maggio. Per il Rhone-Alpes non sono disponibili dati sulla produzione industriale 5.2 Mercato del lavoro e prezzi Come abbiamo già avuto modo di osservare, le vicende della produzione non sono necessariamente rispecchiate in quelle del mercato del lavoro. Se si prende in considerazione il numero di disoccupati (cfr. il Grafico 5-5) la performance meno negativa è mostrata ancora dal Baden-Wurttemberg, con la Lombardia in seconda posizione. La Catalunya, viceversa, mostra il numero più elevato. Questa graduatoria persiste se si passa al confronto percentuale, come avviene nel Grafico 5-6. 35

migliaia Grafico 5-5 NUMERO DI DISOCCUPATI Dati trimestrali (in migliaia) 1000 Catalunja 902,3 800 600 400 Rhone-A. 437,9 Lombardia 406,9 200 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Insee. Baden-W. 243,9 0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Idescat, Bundesagentur für Arbeit, STMT - Pôle emploi, Dares. Grafico 5-6 30 TASSO DI DISOCCUPAZIONE Dati trimestrali Catalunja 24,5 20 10 Rhone-A. 9,3 Lombardia 8,7 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Insee. 0 Baden-W. 4,3 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Bundesagentur für Arbeit, Insee. 36

Per quanto riguarda i prezzi, gli ultimi dati disponibili mostrano un tasso di inflazione che risulta in fase di leggera decelerazione in tutti e quattro i motori. Grafico 5-7 Inflazione nei 4 motori d Europa (indice generale dei prezzi al consumo) EuroArea LOMBARDIA EuroArea FRANCIA (dato Rhone-Alpes non disponibile) 4,5 4,5 3,0 2,9 3,0 2,8 3,0 3,0 2,2 2,1 2,1 2,1 1,8 1,6 3,0 2,3 2,3 2,2 2,4 2,2 2,1 1,5 1,2 1,2 1,5 1,6 1,5 1,4 1,2 1,1 0,8 0,9 0,0 mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag 0,0 mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag EuroArea BADEN WURTTEMBERG EuroArea CATALUNYA 4,5 4,5 3,9 4,2 3,6 3,6 3,4 3,3 3,0 1,5 1,8 1,5 1,6 1,8 2,0 1,7 1,7 1,7 1,3 1,3 1,0 0,9 1,4 3,0 1,5 2,3 2,2 2,6 3,1 3,0 1,9 2,2 0,0 mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag 0,0 mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag Fonte: Eurostat, Istat, Idescat, Statistisches Landesamt Baden-Württemberg 5.3 Il commercio estero I Grafici 5.8 e 5.9 riportano rispettivamente i dati sulla dinamica delle esportazioni e quelli relativi alle importazioni. 37

Grafico 5-8 Andamento delle esportazioni nei 4 motori d Europa e relative nazioni (variazioni tendenziali) 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0 ITALIA LOMBARDIA 17,2 13,5 9,0 4,7 6,2 2,3 2,6 3,8-0,6 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0 FRANCIA RHONE ALPES 24,4 12,6 8,8 6,1 3,5 0,7-1,1-0,6-7,8 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0 GERMANIA BADEN WURTTEMBERG 17,5 14,2 10,4 9,6 5,8 2,9 2,7-5,1-6,0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0 SPAGNA CATALUNYA 20,7 14,0 14,0 11,9 5,7 5,7 2,8 0,9-2,9 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 Fonte: Eurostat, Istat, Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Direction générale des douanes et droits indirects Grafico 5-9 Andamento delle importazioni nei 4 motori d Europa e relative nazioni (variazioni tendenziali) 40,0 ITALIA LOMBARDIA 40,0 36,5 FRANCIA RHONE ALPES 30,0 20,0 10,0 0,0-10,0-20,0 18,8 7,3 2,4-5,0-8,8-9,4-8,4-5,2-6,7 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 30,0 20,0 10,0 0,0-10,0-20,0 21,7 9,6 7,0-1,1-2,0-4,7-5,1-7,3 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 40,0 GERMANIA BADEN WURTTEMBERG 40,0 SPAGNA CATALUNYA 30,0 20,0 16,0 11,7 12,4 7,3 5,9 30,0 20,0 18,9 10,0 0,0-10,0-20,0 0,5-1,2-7,5-7,3 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 10,0 0,0-10,0-20,0-4,5-3,4-6,1-5,1-1,5 6,9 7,5-11,2 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 Fonte: Istat, Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Direction générale des douanes et droits indirects 38

Miliardi di L aspetto interessante da sottolineare è la caduta generalizzata delle esportazioni in tutte le aree. In valori assoluti, la gerarchia è quella indicata dal Grafico 5-10 da dove si evince che la decelerazione subita dal motore tedesco è in fase di esaurimento. Grafico 5-10 ESPORTAZIONI NEI 4 MOTORI Valori assoluti in miliardi di Euro - dati dei singoli trimestri Baden Wurttemberg 42,6 40 29,5 Lombardia 26,5 20 19,8 Catalunya 14,1 9,8 8,9 Rhone-Alpes 11,4 0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elab. Unioncamere Lombarida su dati Istat, Gencat-Idescat Catalunja, Direction générale des douanes et droits indirects, Statistisches Landesamt B-W. 39

6. IL SETTORE MANIFATTURIERO DELLA LOMBARDIA A questo stadio dell analisi dobbiamo considerare in modo approfondito la situazione del settore manifatturiero della Lombardia. Come è noto, la nostra fonte principale di informazioni è costituita dall indagine campionaria effettuata su un numero rappresentativo di imprese. Al fine di cogliere sia il grado di significatività del campione sia la portata degli eventi congiunturali in atto, conviene soffermarsi su alcuni dati strutturali che caratterizzano il settore manifatturiero della Lombardia. Va ricordato che le variazioni campionarie sono ponderate usando come peso il dato occupazionale. 6.1 Alcuni dati strutturali Un primo elemento da considerare riguarda la struttura dell occupazione e delle unità locali delle imprese che risulta dai dati ASIA (ISTAT), che sono aggiornati al 2010 ed illustrati nella Tabella 6.1. Tabella 6-1: Unità locali delle imprese ed loro addetti - Industria 10-49 50-199 200 e oltre Totale UL Add. UL Add. UL Add. UL Add. Siderurgia 461 10.786 150 14.130 41 16.346 652 41.263 Min.non metall. 470 10.161 80 7.041 7 2.195 557 19.397 Chimiche 603 13.866 280 27.099 69 28.806 952 69.771 Meccaniche 5.896 127.608 1.105 100.765 122 50.227 7.123 278.600 Mezzi trasporto 274 6.028 91 9.255 42 24.332 407 39.615 Alimentari 622 13.960 161 15.152 48 16.476 831 45.588 Tessile 766 17.807 220 18.442 21 7.185 1.007 43.435 Pelli calzature 152 3.341 32 2.865 3 781 187 6.986 Abbigliamento 526 10.985 73 6.490 17 6.619 616 24.094 Legno mobilio 707 15.024 94 8.685 9 2.300 810 26.008 Carta editoria 718 14.845 130 11.859 10 2.908 858 29.611 Gomma plastica 912 20.242 208 18.248 22 7.816 1.142 46.306 Ind.varie 218 4.443 41 3.736 11 3.109 270 11.288 Totale 12.325 269.095 2.665 243.768 422 169.099 15.412 681.963 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT ASIA 2010 40

Complessivamente, l universo di riferimento è costituito da 15mila unità locali con un numero di addetti superiore a 9, che danno occupazione a circa 680mila persone. Inoltre, ulteriori aspetti meritano di essere sottolineati. Il settore meccanico rappresenta il 46% delle unità locali che abbiano un numero di addetti superiore a 9. In termini di occupazione, questa percentuale scende al 41%. Il secondo settore è costituito dalla chimica con una quota del 10% sul totale, sempre in termini di occupazione. Sotto questo profilo, le imprese maggiori (e cioè con più di 200 addetti) rappresentano circa il 25% dell intera occupazione. Per quanto riguarda la struttura del nostro campione, che vuole essere rappresentativo per lo meno sotto il profilo dell occupazione, questa è illustrata nella Tabella 6.2. Nel trimestre in corso sono state 1.524 le unità che hanno risposto. E cioè lo stesso numero registrato nel trimestre precedente. Normalmente le piccole imprese sono sopradimensionate rispetto al campione teorico. Tuttavia, la tendenza è in fase di ridimensionamento. Tabella 6-2: La struttura teorica ed effettiva del campione industria Campione Dimensione Teorico Effettivo 10-49 615 931 50-199 583 460 200 e più 309 133 Totale 1.507 1.524 Fonte: Unioncamere Lombardia 6.1.1 I dati di sintesi Il dato più importante che emerge dall analisi campionaria è che le variazioni congiunturali dell industria manifatturiera lombarda relative al II trimestre del 2013 hanno segnato una variazione positiva, dopo il forte calo fatto registrare nel corso del I trimestre (si veda la Tabella 6-3). Questo valore positivo costituisce indubbiamente un arresto al processo di avvitamento che era in atto fino a poco tempo fa. Se questo dato costituisca veramente un pavimento alla crisi è tutto da scoprire. Innanzitutto va segnalato che l inversione di tendenza ha riguardato sia il fatturato che gli ordini esteri, mentre ancora negativi sono risultati gli ordini interni, anche se in fase di attenuazione. La percentuale del fatturato estero è viceversa salita al 40,2%. 41

Tabella 6-3: Variazioni congiunturali (dati destagionalizzati) 2012 2013 I II III IV I II Produzione -0,7-2,1-1,1 1,9-2,0 1,2 Ordini interni (1) -1,6-1,9-0,9 0,0-0,9-0,3 Ordini esteri (1) 1,0-0,3-0,7 0,5 0,5 0,4 Fatturato totale -0,5-1,2 0,1 0,4-1,1 1,1 Quota fatturato estero (%) 36,5 37,3 38,1 39,5 39,6 40,2 Prezzi materie prime 1,5 0,8 1,0 1,4 0,4 0,3 Prezzi prodotti finiti 0,7 0,3 0,3 0,2 0,1 0,0 (1) Ordini, valori a prezzi costanti Fonte: Unioncamere Lombardia I dati tendenziali confermano quelli congiunturali per quanto riguarda il segno, ma ne differiscono in modo sostanziale per quanto riguarda l intensità che si traduce in incrementi sul trimestre dell anno precedente appena visibili (si veda la Tabella 6-4). In questo contesto, l inflazione risulta sotto controllo. Tabella 6-4: Variazioni tendenziali (dati corretti per i giorni lavorativi) 2012 2013 Media I II III IV I anno Produzione -2,8-5,2-5,8-1,5-3,8-3,4 0,1 Ordini interni (1) -7,1-8,3-6,9-4,1-6,6-3,7-2,1 Ordini Esteri (1) -0,5 0,8-0,2 0,9 0,2-0,3 1,1 Fatturato totale -0,9-3,5-3,1 0,0-1,9-2,5 0,6 Prezzi materie prime 8,2 5,8 5,0 4,9 6,0 3,8 3,2 Prezzi prodotti finiti 3,2 1,8 1,4 1,4 2,0 0,8 0,6 (1) Ordini valori a prezzi costanti Fonte: Unioncamere Lombardia II Allargando il novero degli indicatori, si può verificare (cfr. la Tabella 6-5) che il tasso di utilizzo degli impianti (dato destagionalizzato) è rimasto praticamente invariato, collocandosi attorno al 71,7% nel II trimestre 2013. Viceversa, il periodo di produzione assicurata è aumentato leggermente toccando un valore pari a 54,7. Le scorte di prodotti finiti, infine, hanno conosciuto un decremento in questo trimestre. 42

Tabella 6-5: Altri indicatori congiunturali (Dati destagionalizzati) 2012 2013 I II III IV Media anno I Tasso di utilizzo impianti 72,2 71,6 71,3 72,0 71,8 71,7 71,7 Produzione Assicurata (1) 58,6 59,0 53,3 53,3 56,1 51,5 54,7 Giacenze di prodotti Finiti (2) 3,5 4,6 0,8-0,8 2,0 2,7 2,0 Giacenze di materiali (2) 0,3-1,3 0,1-2,9-0,9-1,3-1,8 (1) numero di giornate di produzione assicurate dal portafoglio ordini; (2) Saldo (in %) fra indicazioni di eccedenza-scarsità. Fonte: Unioncamere Lombardia II Infine, come emerge dalla Tabella 6-6, il mercato del lavoro invia segnali contrastanti. Infatti, mentre le ore lavorate sono risultate essere stazionarie, l occupazione è continuata a diminuire sia in valori congiunturali che tendenziali. Tabella 6-6: Gli indicatori del mercato del lavoro 2012 2013 I II III IV I II Ore lavorate per addetto 7,5 6,9 5,8 6,6 6,7 6,7 Occupati (var. congiunturale) 0,0 0,0-0,7-0,6 0,1-0,4 Occupati (var. tendenziale) -0,4-0,6-1,2-1,3-1,2-1,6 Fonte: Unioncamere Lombardia 6.1.2 La produzione industriale A questo stadio dell analisi occorre effettuare un indagine più puntuale delle diverse variabili prima brevemente illustrate. L esame della produzione industriale costituisce la mossa prioritaria da effettuare. Il Grafico 6-1 mostra la dinamica della produzione industriale in Lombardia vis a vis rispetto all Italia e all area dell euro. L aspetto importante da sottolineare è come l andamento lombardo segua più da vicino quello europeo che non quello nazionale. Inoltre, in Europa e in Lombardia si sta manifestando una inversione congiunturale della produzione che non è ancora evidente in Italia. Viceversa, il Grafico 6-2 enfatizza il rapporto con il dato italiano sia da un punto di vista congiunturale che tendenziale. Da entrambi i punti di vista la Lombardia sembra posizionarsi molto meglio rispetto al dato medio italiano. 43

Indice Grafico 6-1 PRODUZIONE INDUSTRIALE Indice base media anno 2005=100 - Dati trimestrali destagionalizzati 120 110 100 EuroArea-17 paesi 97,5 90 Lombardia 95,0 80 70 Italia 80,4 60 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Unioncamere Lombardia, Eurostat (dato 2 trimestre 2013 Euro Area e Italia media mesi aprile-maggio) 44

tendenziali congiunturali Grafico 6-2 PRODUZIONE INDUSTRIALE Variazioni congiunturali (destagionalizzate) e tendenziali Italia Lombardia 5 0 1,0 0,7 0,1 1,0 1,9 1,2-1,4-1,7-1,4-1,8-3,0-0,7-1,5-2,1-0,3-1,1-2,4-0,4-2,0-1,1-5 Italia Lombardia 10 8,2 5 5,3 3,2 5,0 2,8 0-5 -10 0,5 0,1-0,6-1,5-3,0-2,8-3,4-4,5-4,3-5,2-5,6-5,8-6,8-7,2-8,0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 2011 2012 2013 Fonte: Unioncamere Lombardia, Istat(dato 2 trimestre 2013 media mesi aprile-maggio) Questi risultati trovano una conferma anche nel Grafico 6-3 che riassume i dati relativi alla Lombardia, sia da un punto di vista congiunturale che tendenziale. Inoltre completano l informazione mostrando il valore assunto dal numero indice della stessa produzione. Quest ultimo profilo è importante da considerare per il semplice motivo che dà un idea del gap che rimane fra il livello della produzione attuale e la massima produzione ottenuta in precedenza. Tra l altro è proprio questo gap ad avere un incidenza sulla dinamica occupazionale, destinata a rimanere negativa per altri trimestri. 45

var.% congiuntur. var.% tendenziale Indice produzione Grafico 6-3 115 110 INDICE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE LOMBARDIA Dati trimestrali - Indice base 2005=100 Indice destagionalizzato Indice grezzo 108,8 105 100 95 90 95,0 85 85,0 80 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 20 12,6 10 0,1 0-10 -20-19,8-30 10 4,4 5 1,2 0-5 -10-15 -11,7 Fonte: Unioncamere Lombardia 6.1.3 Gli aspetti strutturali L analisi congiunturale può essere ulteriormente approfondita mettendola in relazione ai vari aspetti strutturali che caratterizzano la produzione industriale. Da questo punto di vista, un primo elemento da prendere in considerazione è la dimensione d impresa. Il Grafico 6-4, che fa riferimento alle variazioni tendenziali, conferma una tendenza di fondo: le grandi imprese hanno mostrato una variazione tendenziale positiva, in contrasto con l andamento delle piccole imprese. Quelle medie, viceversa, hanno conosciuto una variazione trascurabile. 46

Grafico 6-4: Variazioni tendenziali per dimensione di impresa Lo stesso discorso vale anche per i vari comparti produttivi, come mostrato dal Grafico 6-5. In questo caso, sono i beni di consumo finale a mostrare valori tendenziali maggiormente positivi, mentre i beni di investimento sono ancora in una fase nettamente negativa. 47

Grafico 6-5: produzione industriale. Variazione tendenziale per destinazione economica Da un punto di vista settoriale (si veda il Grafico 6-6), la dinamica tendenziale della produzione risulta essere molto differenziata. Confermano la prestazione altamente negativa fatta registrare nel trimestre precedente sia il settore dei minerali non metalliferi che quello dell abbigliamento. La meccanica si colloca sopra la media, mentre i mezzi di trasporto fanno segnare la performance migliore. La stessa caratteristica segna la dimensione territoriale, come risulta dal Grafico 6-7. In questo trimestre, la provincia di Milano si colloca sotto la media regionale, mentre Sondrio e Lodi rappresentano rispettivamente la peggiore e la migliore provincia dal punto di vista della produzione industriale. 48

Grafico 6-6 Grafico 6-7 49

Al fine di approfondire gli aspetti qualitativi dell analisi, i settori sono stati ri-classificati in base ai criteri suggeriti da Pavitt. Da questo punto di vista, il Grafico 6-8 mostra le diverse vicende che hanno interessato i vari comparti. Nel trimestre in corso, tuttavia, non è dato riscontrare differenze significative. Grafico 6-8 Il grafico 6-9 offre, infine, uno spaccato orizzontale degli aspetti strutturali fin qui esaminati della produzione industriale. Due sono gli aspetti essenziali da sottolineare. Il primo è che le imprese con una crescita più robusta (e cioè superiore al 5%) sono aumentate rispetto al passato trimestre, essendo passate dal 25% al 32%. Il secondo è che la percentuale di quelle in crisi è viceversa diminuita, essendo passata dal 46% al 38%. Va segnalato che quest ultima percentuale risulta essere superiore a quella fatta registrare dalle imprese in forte crescita. In altre parole, la percentuale di imprese che va molto male è ancora prevalente, anche se in fase di ridimensionamento. 50

Grafico 6-9: I dati strutturali Variazione su anno precedente - Distribuzione di frequenze INDUSTRIA 100% 50% Forte diminuzione (<-5%) Diminuzione (da 0 a -5%) Stabilità Aumento (da 0 a +5%) Forte aumento (>+5%) 10 9 12 4 4 22 6 7 9 8 7 5 6 5 10 5 72 72 70 57 41 8 11 5 39 45 52 50 53 50 22 21 28 27 25 31 8 8 10 11 10 10 13 11 13 10 10 13 14 12 10 12 9 10 16 7 9 9 13 11 14 13 13 7 5 6 7 50 48 5 5 46 35 37 40 41 28 21 23 20 22 22 8 13 7 32 11 10 8 38 0% 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Unioncamere Lombardia 6.2 Altri indicatori congiunturali Per completare il quadro congiunturale, occorre ripetere l indagine approfondita nei confronti delle altre variabili, quali fatturato, ordini, scorte e grado di utilizzo degli impianti. 6.2.1 Il fatturato Il Grafico 6-10 dà maggior spessore temporale all esame della triade produzione ordinifatturato non essendo limitato ad un anno, ma facendo riferimento, al contrario, ad una serie storica più lunga che parte dall anno 2011. 51

Grafico 6-10 Anche questo grafico conferma la sincronia che caratterizza la dinamica della produzione e del fatturato, mentre gli ordini stazionano su livelli negativi. Sul fronte dei prezzi, i Grafici 6-11, 6-12 e 6-13, mostrano una decelerazione sia nei prezzi delle materie prime che dei prodotti finiti. 52

Grafico 6-11 Grafico 6-12 53

Grafico 6-13 L indice del fatturato complessivo risulta in crescita sia da un punto di vista tendenziale che congiunturale, come appare dal Grafico 6-14. Il Grafico 6-15 ne mostra invece la variazione in base alla fonte: interna ed estera. Quest ultima componente ha mostrato una variazione positiva, contrariamente a quanto mostrato dalla componente interna. 54

Grafico 6-14 Grafico 6-15 55

Infine, il Grafico 6-16 mostra la quota dell export sul fatturato che presenta un continuo incremento rispetto al trimestre precedente, per lo meno nei valori puntuali. Nel trimestre in corso, ha raggiunto la quota del 40,2%. Grafico 6-16 QUOTA DEL FATTURATO ESTERO SUL TOTALE Dati trimestrali e linea di tendenza 40 40,2 35 30 31 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Unioncamere Lombardia 6.2.2 Gli ordini La dinamica mostrata dal fatturato non trova un riscontro nel caso degli ordini. Infatti, gli ordini interni sono in diminuzione sia da un punto di vista congiunturale sia da un punto di vista tendenziale (si veda il Grafici 6-17). Viceversa, quelli esteri (cfr. il Grafico 6-18) hanno mostrato l andamento opposto. 56

Grafico 6-17 Grafico 6-18 57

Il Grafico 6-19, invece, mostra altri due indicatori congiunturali relativi agli ordini, e cioè la produzione assicurata dallo stock di ordini esistenti a fine trimestre e quella relativa ai flussi. Le due curve mostrano variazioni divergenti. Quella relativa agli stock è in leggera ripresa. Grafico 6-19 6.2.3 Le scorte ed il tasso di utilizzo degli impianti Infine, dobbiamo far riferimento a due ulteriori indicatori congiunturali, peraltro molto importanti. Il primo si riferisce alle scorte che, come risulta dal Grafico 6-20, sono in una fase di decelerazione. Il che significa che le imprese hanno cominciato a smaltire gli stock accumulati durante la fase più acuta della recessione. 58

Grafico 6-20 Per quanto riguarda invece l altro indicatore, e cioè il grado di utilizzo degli impianti, presenta una variazione positiva che però risulta molto smussata dalla correzione per gli effetti stagionali, come appare dal Grafico 6.21. 59

Grafico 6-21 Tasso utilizzo degli impianti Serie grezza Serie destagionalizzata 80 78 76 74 72 70 68 66 64 62 60 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Unioncamere Lombardia 60

7. L OCCUPAZIONE INDUSTRIALE IN LOMBARDIA Come abbiamo più volte sottolineato nei vari Capitoli in cui abbiamo toccato temi relativi al mercato del lavoro, le vicende della produzione non sempre si riflettono immediatamente sul mercato del lavoro, le cui variabili si adeguano con un certo ritardo temporale che varia da situazione a situazione e che dipende anche dall assetto istituzionale che lo caratterizza. E per questo motivo che i dati del mercato del lavoro meritano un esame specifico ed approfondito. In particolare, in questo Capitolo l enfasi sarà concentrata sulla dinamica dell occupazione industriale. Va sottolineato che i dati relativi all occupazione servono anche a realizzare un altro obiettivo che è la verifica della rappresentatività del campione usato da Unioncamere, al di là del semplice calcolo statistico. In quest ottica, un confronto con i dati regionali, infatti, riesce nel duplice scopo di mettere a fuoco sia le caratteristiche del nostro campione che la natura dei dati ISTAT. Il quadro generale dell andamento dell occupazione in Lombardia è rappresentato dal Grafico 7-1 dove sono illustrati i dati di fonte ISTAT. L aspetto interessante da sottolineare è che l occupazione totale e quella industriale presentano un andamento divergente, diversamente da come era accaduto per il dato nazionale. L occupazione totale diminuisce, mentre quella industriale aumenta leggermente. Questo andamento trova un immediato riscontro sia nelle variazioni congiunturali (si veda il Grafico 7-2), sia nei dati tendenziali (cfr. il Grafico 7-3). 61

Variazione % Occupati industria Occupati totali Grafico 7-1 NUMERO OCCUPATI LOMBARDIA Dati trimestrali (milioni) Occupati totali scala dx Occupati Industria scala sx 1,3 4,4 1,2 4,3 1,1 4,2 1,0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2008 2009 2010 2011 2012 2013 4,1 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Grafico 7-2 NUMERO OCCUPATI LOMBARDIA Variazioni congiunturali - Dati trimestrali grezzi 6 Occupati Industria 5,0 Occupati totali 4 2 2,4 1,2 2,0 1,6 0,3 0,3 0-0,9-0,1-0,3-0,6-0,5-0,3 0,0-2 -1,7-3,3-3,2-3,0-4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro 62

Var. cong. % Occupati (migliaia) Variazione % Grafico 7-3 NUMERO OCCUPATI LOMBARDIA Variazioni tendenziali - Dati trimestrali grezzi Occupati Industria Occupati totali 4 3,3 3,0 2 1,8 0 0,0-0,5 0,1 0,4 0,1 0,6-0,2 0,9 0,5 0,5 0,8-0,4 0,4-2 -1,2-2,8-4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Infine, gli occupati nelle costruzioni sono in diminuzione(cfr. il Grafico 7-4). Grafico 7-4 OCCUPATI NELLE COSTRUZIONI LOMBARDIA Dati trimestrali grezzi Variazione cong. (grezza) Occupati 360 10 8,2 7,9 5 4,6 4,2 340 0-0,7-0,8-1,8 320-5 -10-6,9 300-15 -14,4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 280 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di Lavoro 63

Ulteriori informazioni sulla struttura del mercato del lavoro lombardo provengono dalle Tabelle 7-1 e 7-2. In particolare, la Tabella 7-1 mostra che rispetto al IV trimestre del 2012, i lavoratori dipendenti sono leggermente diminuiti, mentre quelli indipendenti sono aumentati altrettanto leggermente. Inoltre, la Tabella 7-2 mostra, tra l altro, che il saggio di disoccupazione risulta essere in aumento sia rispetto al corrispondente periodo del 2012 sia rispetto al dato del trimestre precedente. Tabella 7-1: La struttura dell occupazione in Lombardia (migliaia) 2012 2013 I trim II trim III trim IV trim I trim Dipendenti 3.273 3.322 3.341 3.329 3.312 Indipendenti 1.002 969 937 948 979 Fonte: ISTAT Tabella 7-2: La forza lavoro in Lombardia (migliaia) 2012 2013 I trim II trim III trim IV trim I trim Forze di lavoro 4.643 4.634 4.585 4.642 4.698 Uomini 2.646 2.629 2.605 2.638 2.657 Donne 1.997 2.005 1.980 2.003 2.041 Tasso di attività (15-64) 70,2 70,2 69,4 70,1 70,8 Uomini 78,7 78,5 77,8 78,4 78,6 Donne 61,5 61,7 60,9 61,6 62,8 Tasso di disoccupazione 7,9 7,4 6,7 7,9 8,7 Uomini 6,7 6,8 6,0 7,3 7,8 Donne 9,5 8,2 7,6 8,6 9,8 Fonte: Istat I dati che provengono dalle nostre rilevazioni mostrano un andamento (destagionalizzato) decrescente dell indice dell occupazione industriale che, nel Grafico 7-5, viene messo a confronto con la dinamica della produzione industriale che, come abbiamo già avuto modo di dire, sembra avere interrotto la fase discendente. 64

Grafico 7-5 Ulteriori informazioni provengono dai dati di flusso che, per il II trimestre del 2013, presentano un saldo (grezzo) negativo, dovuto al peggioramento sia dei tassi di ingresso (si veda il Grafico 7-6) che di quelli di uscita. 65

Grafico 7-6: Occupazione: tassi di ingresso e d uscita Il Grafico 7.7, mette invece in relazione le ore lavorate con l indice della produzione industriale. Nel II trimestre 2013 le ore lavorate sono rimaste praticamente stazionarie, mentre la produzione industriale ha cominciato a risalire. 66

Grafico 7-7: ore lavorate nel trimestre Da un punto di vista congiunturale, è molto importante fare riferimento alla Cassa Integrazione Guadagni, al fine di completare il quadro informativo relativo al mercato del lavoro. Come appare dal Grafico 7-8, il II trimestre del 2013 ha conosciuto un decremento della percentuale della CIG sul monte ore trimestrale. 67