L inquinamento atmosferico a Saronno

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Transcript:

L inquinamento atmosferico a Saronno Maurizio Maugeri Dipartimento di Fisica Università degli Studi di Milano Consulente Amministrazione Comunale (convenzione con UniMi) (maurizio.maugeri@unimi.it)

La Rete del Comune di Saronno Inizio misure: 1989 Due postazioni di misura: Scuola Aldo Moro (fondo urbano) ozono, ossidi azoto, PM 2.5, PM 10 Via Marconi (traffico) ossido carbonio Ci sono stati diversi cambiamenti (spostamento cabina, aggiunta/eliminazione analizzatori, ecc..). L Amministrazione Comunale ha la proprietà delle cabine (situazione anomala). Inizialmente essa gestiva anche le misure.

Cosa mostrano i dati? Nel complesso i dati mettono in evidenza una situazione in progressivo miglioramento. Il dato più confortante è sicuramente quello del biossido di zolfo (SO 2 ): questo inquinante presentava già concentrazioni abbastanza basse nei primi anni di misura; poi, nel corso degli anni 90, esse sono ulteriormente diminuite, portando a considerare concluso il risanamento dell aria da SO 2, al punto che dal 2002 ne è stato sospeso il monitoraggio. Questo risultato ha una grandissima importanza se si pensa che nel corso degli anni 60 e 70 l intero bacino padano presentava concentrazioni molto elevate di biossido di zolfo. Anche per il biossido di azoto (NO 2 ) si ha una significativa riduzione delle concentrazioni atmosferiche, anche se in questo caso rimangono ancora maggiori margini di miglioramento. Più decisa risulta invece la riduzione delle concentrazioni di monossido di carbonio (CO). Esso, grazie alla diffusione dei catalizzatori sugli autoveicoli, si colloca ormai ovunque al di sotto dei limiti di legge.

70 60 50 40 30 20 10 0 NO2 - Saronno - medie annuali microgrammi/metro cubo 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

3.0 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 0.0 CO - Saronno - medie annuali milligrammi/metro cubo 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

L ozono presenta invece sin dall inizio delle rilevazioni superamente delle soglie di informazione e di allarme stabilite dalla normativa. Questi superamenti sono una caratteristica della stagione estiva e riguardano in modo particolare i periodi caratterizzati da situazioni meteorologiche con elevate caratteristiche di stabilità. Esse favoriscono l inquinamento fotochimico di cui l ozono è una delle espressioni. L inquinamento fotochimico nella stagione estiva rappresenta quindi la prima rilevante criticità della risorsa aria a Saronno.

La seconda rilevante criticità è costituita dall inquinamento da polveri fini. Il monitoraggio delle polveri fini ha luogo a Saronno dalla fine del 2002 ed è stato condotto sia mediante strumentazione posta nelle capannine di monitoraggio che per mezzo di strumentazione mobile. Il complesso delle misure effettuate ha mostrato come le concentrazioni di PM10 siano molto omogenee su tutto il territorio comunale. Le concentrazioni misurate mostrano un valore medio annuo non lontano dal limite di legge di 40 µg/m 3, ma, soprattutto durante la stagione invernale, sono molto frequenti gli episodi con concentrazioni medie giornaliere superiori a 50 µg/m 3. Questo valore non dovrebbe essere superato per più di 35 giorni all anno; i superamenti annuali sono invece vicini alle 100 unità. Accanto al problema delle concentrazioni di particelle fini (PM 10 ) vi è naturalmente anche quello delle particelle ancora più fini (PM 2.5 ).

80 Cabina Focris 70 conc. (microgrammi al metro cubo) 60 50 40 30 20 10 0 03/05/03 05/05/03 07/05/03 09/05/03 11/05/03 13/05/03 15/05/03 17/05/03 19/05/03 21/05/03 23/05/03 25/05/03 27/05/03 29/05/03 31/05/03 02/06/03 04/06/03 06/06/03 08/06/03 10/06/03 12/06/03 14/06/03 16/06/03 18/06/03 20/06/03 giorni Confronto tra le concentrazioni medie giornaliere di PM 10 registrate presso la cabina di P.zza della Repubblica e quelle registrate contemporaneamente presso la casa di riposo Focris. Si osservi che confronti con misure condotte contemporaneamente in altri due siti (Oratorio Giovanna d Arco e Scuola Rodari) forniscono risultati molto simili. Questi dati evidenziano in modo molto chiaro come il sito di P.zza della Repubblica abbia concentrazioni di PM 10 confrontabili con i livelli che si hanno in altri punti della nostra città. Periodo misure: 3 maggio 20 giugno 2003.

50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 PM10 - Saronno - medie annuali microgrammi/metro cubo 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

160 140 120 100 80 60 40 20 0 2008 2009 Dati 2010 (Microgrammi/mc) Media 2010: 39 Superamenti 2010: 89 Superamenti 01/2011 (2010): 29 (24) Superamenti 02/2011 (2010): 20 (16) 01/01/2010 01/02/2010 01/03/2010 01/04/2010 01/05/2010 01/06/2010 01/07/2010 01/08/2010 01/09/2010 01/10/2010 01/11/2010 01/12/2010

01/01/2011 08/01/2011 15/01/2011 22/01/2011 29/01/2011 05/02/2011 12/02/2011 19/02/2011 26/02/2011 250 200 150 100 50 0 Saronno Meda Arese Mil_Sen Busto A. Gallarate microgrammi/mc

Inquinamento a Saronno: le fonti L inquinamento atmosferico a Saronno può essere ricondotto alla sovrapposizione di due fattori principali: le sorgenti locali e ciò che viene trasportato dall esterno. Sorgenti locali: soprattutto traffico veicolare sul territorio comunale. Sono responsabile quasi per intero delle concentrazioni di ossido di carbonio (CO), di buona parte di quelle di ossido di azoto (NO) e di una quota non trascurabile di quelle di biossido di azoto (NO 2 ). Trasporto dall esterno: soprattutto emissioni dell area metropolitana milanese (e più in generale dell intero bacino padano). E responsabile dei livelli di fondo dell inquinamento atmosferico a Saronno. Questa sorgente è responsabile quasi per intero delle concentrazioni di biossido di zolfo (SO 2 ), polveri sottili (PM 10 ) e ozono (O 3 ) e di una parte non trascurabile di quelle di biossido di azoto (NO 2 ). Sia per il fondo regionale che per le sorgenti locali, il comparto più critico per l inquinamento atmosferico saronnese risulta il traffico veicolare. L incidenza delle emissioni dovute al riscaldamento di abitazioni e uffici è invece più bassa, anche in conseguenza del fatto che a Saronno una elevatissima percentuale di utenti usa come combustibile il gas metano e quindi le emissioni da altre fonti sono molto esigue.

PM10 a Saronno: possibili interventi Tra gli interventi prioritari vi sono naturalmente quelli relativi ai processi di combustione. In sostanza occorre, da una parte, ridurre l utilizzo dei combustibili fossili e, dall altra, sviluppare e adottare combustibili e tecnologie che permettano di ottenere processi di combustione meno inquinanti. Per quanto riguarda questo secondo aspetto, molti interventi sono già stati adottati (si considerino, a titolo di esempio, la sempre più ampia diffusione del metano e la riduzione delle emissioni degli autoveicoli dovuta ai catalizzatori), anche se c è naturalmente spazio per ulteriori miglioramenti. Per quanto riguarda il primo aspetto, invece, si sono ottenuti risultati ancora solo preliminari (soprattutto nel settore della produzione di energia elettrica) e ci sono grandi spazi di miglioramento. Occorre comunque considerare che le polveri di piccolo diametro hanno tempi di residenza in atmosfera abbastanza lunghi. Quindi, alla scala locale, la corrispondenza diretta tra emissioni e concentrazioni è limitata. Questa corrispondenza esiste invece se si considerano aree spaziali più grandi e scale temporali di lunghezza adeguata e se, accanto alle emissioni di particolato, si considerano anche le emissioni degli inquinanti gassosi che, in atmosfera, possono contribuire all aumento delle concentrazioni di particolato.

Processi di combustione meno inquinanti Riduzione dell utilizzo dei combustibili Il secondo aspetto è anche prioritario per la riduzione delle emissioni dei composti climalteranti. Gli interventi da programmare devono naturalmente avere carattere strutturale e non devono limitarsi a situazioni di emergenza Ma gli interventi strutturali hanno tempi lunghi, non danno risultati immediati, sono difficili da attivare, ecc. e quindi occorre valutare se affiancare ad essi anche provvedimenti temporanei in situazioni di emergenza Uno di questi interventi è il limite di 30 km/h adottato da Saronno

Le basi tecnico/scientifiche di questo provvedimento sono descritte molto chiaramente in uno studio pubblicato recentemente sulla rivista internazionale Transport Policy (vedi Int Panisa, et el., 2011: PM, NOx and CO2 emission reductions from speed management policies in Europe, Volume 18, pag. 32-37). Questo studio si basa su uno strumento modellistico (Ve-TESS) che si presta molto bene alla simulazione dell efficacia di provvedimenti di riduzione del limite di velocità nei centri urbani. Questi effetti, infatti, non possono assolutamente essere valutati per mezzo di formule spesso usate per esprimere i fattori di emissione degli inquinanti in funzione della velocità dei veicoli. Tali formule, infatti, si basano essenzialmente sulle velocità medie con cui vengono percorse determinate tratte e l assunzione implicita che esse assumono è che a velocità più basse corrispondano tempi più lungi con veicolo fermo (congestione del traffico). Questa assunzione non risulta naturalmente più vera se la riduzione delle velocità non è un effetto della congestione del traffico, ma è dovuta ad un provvedimento di limitazione della velocità massima consentita. In sostanza, lo studio in oggetto evidenzia come, a fronte di un modesto incremento delle emissioni di PM10 indicato da simulazioni con fattori di emissioni dipendenti dalla velocità media, si abbia invece una significativa riduzione nel caso si calcolino le emissioni considerando cicli di guida tipo e valutando le velocità istante per istante. La conclusione dello studio è quindi che, almeno per i casi considerati, la riduzione del limite di velocità da 50 a 30 km/h comporta una significativa riduzione delle emissioni di PM 10.

Riflessioni conclusive sul provvedimento Un limite di 30 km/h può effettivamente ridurre le emissioni di PM 10. Ma le riduzioni sono comunque abbastanza limitate e molto dipendenti dal ciclo di guida e dalle assunzioni considerate; Per il futuro sarà molto importante poter operare in sinergia con altre amministrazioni locali perché l efficacia dei provvedimenti è molto legata alla scala spaziale (vedi Provincia di Milano); Non è bene dare un eccessiva importanza a provvedimenti di emergenza, anche per non distogliere l attenzione sul ruolo fondamentale dei provvedimenti strutturali; Ogni possibile intervento non va valutato solo in relazione agli effetti sulle emissioni di PM 10, ma occorre valutare il complesso delle ricadute; Occorre essere culturalmente preparati a interventi con tempi di ritorno lunghi (questa situazione è ancora più marcata per i composti climalteranti); La UE raccomanda fortemente il coinvolgimento dell intera città in questo tipo di iniziative.