STATO MAGGIORE DELL'AERONAUTICA UFFICIO STORICO



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STATO MAGGIORE DELL'AERONAUTICA UFFICIO STORICO FASCICOLI PERSONALI DEI PRIGIONIERI DEGLI ANGLO AMERICANI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE 1937 1987 Nota introduttiva a cura di Susanna Oreffice.

Prigionieri di guerra degli inglesi, americani e francesi Premessa Il complesso documentario noto e studiato nell ambito dell Ufficio storico dell Aeronautica come fondo <Prigionieri di guerra degli angloamericani> conserva carte relative a militari o civili militarizzati italiani, prigionieri durante la Seconda guerra mondiale degli inglesi e degli statunitensi per essere stati catturati sui diversi fronti di guerra dall inizio delle ostilità alla fine del conflitto e detenuti in campi di prigionia inglesi, americani e francesi. Vi si conservano i fascicoli personali dei prigionieri distinti in due serie, ciascuna afferente a un fondo, uno dei quali prodotto dall Ufficio caduti, feriti, dispersi e prigionieri dello Stato maggiore dell Aeronautica (1937 1979; 1.826 fascicoli conservati in 49 buste), un secondo dalla Commissione centrale prigionieri di guerra del Ministero dell aeronautica (1938 1987; 15.641 fascicoli conservati in 164 buste). Saggi, racconti, memorie e fonti documentarie raccontano e testimoniano le condizioni di vita dei prigionieri nei campi, la notevole differenza di trattamento nel caso fossero detenuti in campi inglesi, americani o francesi, i viaggi e le marce forzate per i trasferimenti da campo a campo; la condizione di cooperante o di non cooperante, nei campi inglesi e americani, o di libero sulla parola, come previsto dalle convenzioni che regolavano il trattamento dei prigionieri di guerra, e all opposto i maltrattamenti subiti nei campi francesi 1 ; infine il lento rimpatrio, protrattosi fino al 1947. La spartizione del territorio, teatro di guerra nel continente africano, prevedeva, in linea di massima, che i prigionieri catturati nell Africa orientale italiana fossero di competenza inglese, quelli catturati nell Africa settentrionale fossero invece assegnati agli americani e ai francesi: questo tuttavia non impedì sovrapposizioni e soprattutto scambi di prigionieri tra le potenze, in contravvenzione con quanto stabilito nella Convenzione di Ginevra del 1929. Alle numerose fonti bibliografiche e documentarie, si aggiungono le carte conservate presso l Ufficio storico dell Aeronautica, che pur nella loro essenzialità di documenti amministrativi danno voce e corpo a centinaia di prigionieri militari o militarizzati dell Aeronautica, liberi sulla parola o detenuti nei campi dell Africa, del Medio Oriente, dell India, dell Inghilterra, della Francia, dell Italia, della Grecia e degli Stati uniti. Le dichiarazioni rilasciate dai prigionieri al momento dell interrogatorio e le memorie, redatte a sostegno di personali o altrui posizioni, aggiungono elementi rilevanti, anche se frammentari, ad 1 Si veda la bibliografia riportata a conclusione della presente introduzione. 2

un quadro già particolarmente complesso, in cui i comportamenti e le vicende dei singoli aiutano a tracciare la storia di un popolo. Ufficio caduti, feriti, dispersi e prigionieri I primi documenti risalgono al 1937, quando l Ufficio dello Stato maggiore recava ancora la denominazione Ufficio caduti e dispersi, per poi mutare dal marzo del 1942 in Ufficio caduti, feriti, dispersi e prigionieri assumendo nuove e specifiche competenze (cfr. img 1). La serie (nella schedatura denominata SMA, Ufficio caduti e dispersi ) è composta da pratiche individuali aperte dall Ufficio dello Stato maggiore dell Aeronautica nei casi di segnalazioni di militari dispersi ovvero di richieste di notizie da parte dei familiari 2. Oltre alle richieste di notizie o segnalazioni, da parte dei parenti o delle zone aeronautiche territoriali alle quali fanno capo i reparti di appartenenza del militare, trasmesse alla Croce rossa o direttamente all Ufficio caduti e dispersi della Direzione generale del personale militare, si conservano anche lettere scambiate tra il militare e i familiari (cfr. img. 2), informazioni sanitarie e notizie di servizio inviate dagli uffici del Ministero. In molti casi a richieste di notizie da parte dei congiunti si aggiungono richieste di riconoscimenti economici o pensioni per familiari a carico, regolamentati da specifiche procedure (cfr. imgg. 3 4). In alcuni fascicoli è conservata copia del verbale redatto dalla Commissione centrale dei prigionieri di guerra, intestataria dell altra serie, descritta a seguire. I fascicoli sono in ordine alfabetico e presentano segnature alfanumeriche, riportate sulla coperta del fascicolo e sulle carte e modificate con il progredire della pratica: normalmente la pratica si apre con la lettera E o D seguita da numero, mentre nella fase finale i documenti tendono a riportare la segnatura H e il numero. Le pratiche si chiudono quasi tutte entro la metà degli anni 50 e, con poche eccezioni, nel decennio successivo. A differenza della serie prodotta dalla Commissione, le carte qui conservate, nella forma e nei contenuti, fanno in maggior misura riferimento alle condizioni socio economiche del militare e della famiglia, con esplicite segnalazioni dei casi pietosi, per i quali si richiede un intervento rapido e adeguato, al fine di garantire il sussidio o il riconoscimento economico dovuto. 2 Le attività dell Ufficio e della Croce rossa erano regolamentate dalla Convenzione dell Aja del 1907 (artt. 14 15); così come il dovere, da parte degli stati detentori, di assicurare un trattamento economico per i militari che svolgessero attività per lo stato detentore e per gli ufficiali in quanto tali, definito anche dalla Convenzione di Ginevra del 1929. 3

Commissione centrale prigionieri di guerra La Commissione centrale prigionieri di guerra del Ministero 3, già operante per i prigionieri della Prima guerra mondiale e ricostituita con la circolare ministeriale del 16 ottobre del 1944, aveva il compito di verificare che il prigioniero non si fosse volontariamente astenuto dal rientrare, non avesse subito un procedimento penale per diserzione e fosse effettivamente caduto prigioniero contro la sua volontà (cfr. imgg. 5 8). Questi accertamenti erano svolti dalla Commissione e dalle sottocommissioni, attraverso interrogatori, effettuati nei centri di affluenza o in ospedali dislocati a Bari, Palermo, Napoli e Roma, finalizzati a raccogliere informazioni anagrafiche sul prigioniero e sulla sua famiglia, dati sullo stato matricolare e notizie circa gli avvenimenti che avevano portato alla cattura e alla detenzione; gli interrogatori erano svolti nei centri di accoglienza, al rientro dei militari sul territorio italiano, presso i CAR o i CARP (centri di affluenza reduci e centri affluenza reduci e prigionieri) per il personale militare di complemento e i CEPARA (centri per l affluenza e il riordinamento aeronautica) per il personale militare in servizio effettivo permanente. In base a quanto dichiarato negli interrogatori e alle notizie raccolte, la sottocommissione prima, e la Commissione centrale poi, emettevano un giudizio di censura o incensurabilità che poteva incidere sull eventuale carriera militare e sulla natura dei compensi previsti per i prigionieri. In molti casi il giudizio di censura era legato alle cause e alle condizioni che avevano portato alla cattura e ai tempi di rientro in patria dopo la liberazione; importante era anche il comportamento del militare in caso di fuga, censurabile nei casi, ad esempio, in cui, anziché tentare di riunirsi a un reparto dell arma, il militare avesse cercato ospitalità presso la famiglia o gli amici. I militari in congedo illimitato residenti all estero, non avevano l obbligo di compilare il verbale di interrogatorio, quindi in tal caso la Commissione si esprimeva sulla base di dichiarazioni e fogli notizie. In alcuni casi, qualora fosse stato emesso un parere di censura da parte della Commissione o in presenza di denunce, presentate da terzi, sull operato del prigioniero durante la cattura e la detenzione, è possibile trovare anche nel fascicolo l incarto disciplinare trasmesso dalla Divisione 3ª Disciplina, discriminazione, epurazione della Direzione generale del personale militare del Ministero. La serie (nella schedatura denominata MDA, Commissione centrale prigionieri di guerra ) conserva fascicoli personali ordinati per numero di apertura della pratica, con numerose lacune. 3 Relativamente al funzionamento della Commissione, si rinvia alle carte conservate dall Archivio centrale dello Stato, nel fondo del Ministero dell aeronautica. Gabinetto, Commissioni per i prigionieri di guerra. 4

Ciascun fascicolo contiene di base il verbale dell'interrogatorio, cui vene sottoposto il reduce dalla prigionia, accompagnato a volte da allegati. La Commissione raccoglieva infatti tutta la documentazione necessaria a ricostruire gli avvenimenti che avevano portato alla cattura e alla prigionia, fino al rientro in Italia: in alcuni casi si conservano memorie e testimonianze a integrazione del verbale, oltre a documenti anagrafici e sanitari rilasciati dalle autorità militari alleate responsabili del campo 4. Il modulo prestampato utilizzato per la registrazione dell interrogatorio venne con gli anni perfezionato e prevedeva degli allegati per le dichiarazioni sui compensi percepiti durante la prigionia (cfr. imgg. 9 10); il verbale d interrogatorio doveva essere numerato progressivamente, datato e repertoriato su un apposito registro da parte della Commissione stessa. I primi verbali, compilati a partire da settembre del 1944, furono trasmessi alle sezioni 3ª, se relativi a ufficiali, e 5ª, se sottufficiali e truppa. Da gennaio del 1945, con la ricostituzione della Commissione centrale, le pratiche venivano trasmesse direttamente a questo organo, in quanto competente per i militari caduti prigionieri prima dell 8 settembre 1943. Le pratiche con numerazione successiva al 16.000 sono aperte a partire dalla metà degli anni 50, su impulso dell Ufficio stralcio dell Ispettorato leva e matricola del Ministero, per ottenere il parere della Commissione, spesso richiesto e sollecitato dai parenti dei militari; si tratta per lo più di casi non esaminati in precedenza perché relativi a ex militari residenti all estero o deceduti. Le carte conservate sono principalmente fogli notizie, copie di fogli matricolari e dichiarazioni rilasciate da compagni di armi e familiari; anche in questi casi si possono trovare carte prodotte dalla Commissione di discriminazione, in taluni casi dalla Commissione di disciplina. L intervento archivistico L'attività di analisi, compiuta in fase di programmazione dell'intervento, a cura dell'ufficio storico dell Aeronautica militare, aveva messo a fuoco la necessità di creare una banca dati dei prigionieri di guerra degli angloamericani appartenenti all'arma aeronautica, rilevando alcuni dati essenziali. A questo intervento ne è stato affiancato un secondo, più propriamente archivistico, teso a riordinare la documentazione e a fornirne una descrizione. Per ogni prigioniero sono stati rilevati, oltre ai dati anagrafici e matricolari e alle informazioni relative alla cattura e alla prigionia, ritenute essenziali in fasi di prima analisi, anche altri elementi 4 Gli incarti relativi ai prigionieri detenuti nei campi francesi furono trasmessi dalle autorità francesi per lo più alla fine degli anni 60. 5

significativi relativi al suo stato giuridico (civile o militare). Inoltre, per ogni fascicolo è stata indicata la presenza di specifica documentazione rilevante ai fini della ricerca storica, quale relazioni, fotografie, verbali della Commissione di epurazione, documenti sanitari e presenza di documenti in lingua straniera. Poiché i dati anagrafici e descrittivi dei prigionieri sono comuni a entrambe le serie documentali, e potevano dunque integrarsi all interno di un unico tracciato, è stata elaborata una scheda anagrafica per intestatario comune ad entrambe le serie, collegata a sotto schede dedicate alla descrizione archivistica, che è dunque separata dalla scheda di raccolta dei dati sul prigioniero. Nei casi in cui allo stesso prigioniero corrispondono due fascicoli (appartenente ciascuno a una delle due serie), sono presenti due sotto schede, ciascuna intestata alla serie archivistica di appartenenza. In molti di questi casi, la presenza di due fascicoli ha permesso di integrare i dati descrittivi del prigioniero eventualmente carenti nell'uno ovvero nell'altro. La schedatura è stata effettuata su un tracciato ACCESS da noi elaborato 5, anche in funzione di eventuali successivi riversamenti in GEA o in altro programma per la gestione degli archivi storici. È stato inoltre prodotto un documento riepilogativo, in formato Excel, che riporta: un elenco completo con tutti i nomi degli intestatari dei fascicoli compresi nella schedatura; due elenchi, in cui i nomi sono distinti per serie; i casi significativi segnalati con asterisco nella scheda archivistica della base dati; una tabella con le annotazioni di lavoro. 5 Schedatura coordinata da Susanna Oreffice ed effettuata, nel corso del 2013, da Raffaella Crociani, Emanuela Fiorletta, Susanna Oreffice, Nicola Pastina, Cristina Saggioro, Erika Vettone. 6

Criteri di schedatura Sono stati riportati nella tabella Profilo principale : cognome e nome dell intestatario; anno di nascita, se mancante o illeggibile indicato con 0 ; grado militare al momento della cattura; reparto di appartenenza, così come indicato sul verbale o altrimenti ricavato dalle carte e riportato in forma discorsiva; per i reparti operativi è stata indicata la località, al momento delle operazioni belliche, solo nei casi in cui mancasse la specialità o ulteriori elementi di identificazione, per i reparti di supporto è stato sempre indicata la città o l aeroporto di base; personale civile militarizzato 6, eventuale ente civile da cui dipendeva e, se presente, la località di appoggio; luogo di cattura; campo di prigionia; giudizio della Commissione e note di integrazione al giudizio espresso. Nella tabella dati archivistici : serie archivistica (le due descritte e schedate Ufficio caduti e Commissione centrale) numero di posizione (o segnatura apposta sui fascicoli e sulle carte) estremi cronologici (indicati con giorno, mese e anno) indicazione sulla presenza di documenti specifici e se scritti in lingua diversa da quella italiana; in particolare sono stati segnalati: relazioni e memorie, corrispondenza, foto, documenti sanitari, verbale della Commissione e verbali della Commissione di epurazione; segnalazione dei casi di particolare interesse con l inserimento di un asterisco in un campo dedicato; note archivistiche in merito alla documentazione conservata (anche con riferimento ad altra documentazione conservata e non specificatamente descritta). 6 Lo stato di militarizzazione per i civili impiegati presso strutture militari fu disciplinato con il decreto del Ministero della guerra del 27 dicembre 1940 e recepito dal Ministero dell aeronautica con il decreto del 30 giugno 1941; come conseguenza tutto il personale civile venne equiparato al personale militare. 7

Bibliografia ROMAIN H. RAINERO (a cura di), I prigionieri militari italiani durante la seconda guerra mondiale: aspetti e problemi storici, Atti del Convegno internazionale di studi tenuto a Mantova nel 1984, Milano 1985; FLAVIO CONTI, I prigionieri di guerra italiani, 1940 1945, Bologna 1986; Una storia di tutti: prigionieri, internati, deportati italiani nella seconda guerra mondiale, Milano, 1989; MASSIMO COLTRINARI, ENZO ORLANDUCCI, I prigionieri militari italiani nella seconda guerra mondiale in Francia e nei territori francesi, Roma 1995; PIER SILVIO SPADONI, I prigionieri italiani in Africa nella Seconda guerra mondiale, in Italia 1939 1945: storia e memoria, a cura di Anna Lisa Carlotti, Milano 1996; ANGELO BENDOTTI, EUGENIA VALTULINA, Internati, prigionieri, reduci: la deportazione militare italiana durante la seconda guerra mondiale, Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, 1999; LORENZO CARLESSO, Centomila prigionieri italiani in sud Africa. Il campo di Zonderwater, Ravenna 2009; CARLO ANNESE, I diavoli di Zonderwater. 1941 1947. La storia dei prigionieri italiani in Sudafrica che sopravvissero alla guerra grazie allo sport, Milano 2010. 8

1) Disposizione del 1 marzo 1942 (num. Prot. 2/1840). 9

2) Lettera di un prigioniero 10

3) Trattamento economico: presenti alla bandiera 11

4) Trattamento economico: termini per la domanda di liquidazione (1/2) 12

4) Trattamento economico: termini per la domanda di liquidazione (2/2) 13

5) Commissione centrale prigionieri di guerra: funzionamento (1/4) 14

6) Commissione centrale prigionieri di guerra: funzionamento (2/4) 15

7) Commissione centrale prigionieri di guerra: funzionamento (3/4) 16

8) Commissione centrale prigionieri di guerra: funzionamento (4/4) 17

9) Verbale di interrogatorio (1/2) 18

10) Verbale di interrogatorio (2/2) 19