FILOSOFIA DI CURA CENNI SUL CONTESTO DI CURA



Documenti analoghi
Corso di Aggiornamento Obbligatorio per Medici di Medicina Generale Le Cure Palliative in Medicina Generale L etica dell accompagnamento

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

Distinguere tra bisogni di cura standard e individualizzati. Valutazione delle esigenze e traduzione di queste in azioni adeguate

I servizi per anziani non autosufficienti

I sentimenti causati da perdita e separazione. Dr.ssa Barbara Ottaviani

Maria Anna Conte Hospice Il gabbiano San Vito al Tagliamento Rete cure palliative provincia di Pordenone

Il processo di assistenza infermieristica o processo di NURSING Relatore Infermiere Claudio Trovato

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus

IL LAVORO IN RETE NEI SERVIZI EDUCATIVI SPECIALISTICI

L infermiere al Controllo di Gestione

INTEGRAZIONE DELLA FIGURA OSS E INFERMIERE. Dott.ssa Flavia Fattore Unità Operativa Medicina Macerata

Progetto Diocesano TALITA KUM CARITAS DIOCESANA CALTAGIRONE CALTAGIRONE 4 OTTOBRE 2013 SEMINARIO ESTIVO H. 18,30

IL PROGETTO CARCERE RESPONSABILE GIOVANNI VINCI 1

PROGETTO DISABILITA MULTIPLE COMPLESSE

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI

IL RUOLO DELL'INFERMIERE IN UN OSPEDALE SENZA DOLORE. Suor Antonella Guarini

I SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI IN PROVINCIA DI TRENTO

centro servizi per la famiglia Mediazione Familiare e Laboratori Espressivi.

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.

MARKETING, COMUNICAZIONE, DEONTOLOGIA: il biglietto da visita del libero professionista

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI

Servizio Sanitario Nazionale Regione Veneto AZIENDA ULSS N. 6 VICENZA SOCIO SANITARIO

L integrazione dell Operatore Socio Sanitario nel processo assistenziale Ruolo dell O.S.S nell ambito del piano assistenziale

STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO CONNESSA ALLE ATTIVITA DI SOSTEGNO

L educatore in pediatria. Per un profilo professionale

COMPONENTE IMPRESCINDIBILE DELLA PROFESSIONALITA DI TUTTI GLI OPERATORI. Corso OSS ETICA - Dott.ssa Marina Pecorale

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

- 1 - Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia INDICE. Capo I Finalità e disposizioni generali

FILE. Esperienza nella Formazione. Fondazione FILE - Firenze

Ruolo del Servizio Sanitario Nazionale nel supporto alle pazienti e alle famiglie. Roma, 25 Novembre Tiziana Sabetta

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

ISTITUTO COMPRENSIVO ENEA TALPINO Nembro. Curricolo verticale SPIRITO DI INIZIATIVA E IMPRENDITORIALITA

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE ANZIANI

LO SAPEVI? Le cure al malato inguaribile e il supporto alla sua famiglia sono un diritto e sono gratuite. Federazione Cure Palliative Onlus

Progetto Comes, sostegno all handicap

Casa di Cura privata Villa Silvana - Aprilia U.O. Cure Palliative- Hospice

Centro di Ascolto. "St'Oria Nuova" - 12/12/13- Maria Rosaria GALLO

Centro Polifunzionale di Gavirate. Centro di Accoglienza di Cittiglio. Fondazione FELICITA MORANDI. Associazione IL PASSO onlus

Educando nella Provincia di Varese 2012

L ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

Protocollo d Intesa. tra

IRCCS AOU San Martino IST Genova. Non più soli nel dolore Cure Palliative, un riparo sicuro di calore umano e scienza medica.

Appendice III. Competenza e definizione della competenza

LE STRATEGIE DI COPING

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre Lara Rossin

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;

PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA

Processi di continuità e contiguità nella presa in carico globale e multifattoriale della persona con autismo

REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE

CRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA

Educando nelle Province di Bergamo e Brescia

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, aprile

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

Counseling Breve. Rivolto agli infermieri

Il Corso di Laurea in Infermieristica

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS

COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA

PROCEDURA GESTIONE CENTRI RESIDENZIALI PER ANZIANI

I. P. S. S. S. E. DE AMICIS METODOLOGIE OPERATIVE

Scuola dell Infanzia San Francesco

La mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano

La ricerca empirica in educazione

L affido, il Tribunale per i Minorenni e i Servizi Sociali

Salute in tutte le politiche. Carlo Favaretti Università Cattolica del Sacro Cuore

Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO

Ruolo del Medico nell Assistenza Sanitaria di base. Prof. A. Mistretta

ANTENNE PER L INNOVAZIONE SOCIALE

NOI E L AUTISMO: GLI INTERVENTI E LA CONTINUITA DI CURA

Legge 8 ottobre 2010, n. 170

PROGETTO DI ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA

CIRCOLO RICREATIVO AZIENDALE LAVORATORI DI POSTE ITALIANE. CRALPoste CODICE DI COMPORTAMENTO

SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA PROGETTO INTEGRAZIONE SOCIALI DISABILI. i.so.di. CARTA DEI SERVIZI

PROPOSTE. FORMATIVE per la SCUOLA. dell INFANZIA. Proposte ideate da CRISTINA GRAFFEO e PAOLA PECORARI Anno

Il programma si compone di due ricerche internazionali sulle valutazioni legate all assistenza degli individui affetti da tali patologie.

AZIONI DEL SUCCESSO FORMATIVO

Lo specifico del lavoro psicologico nell accompagnamento della coppia all adozione

CARTA DEI SERVIZI CENTRO SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE -SAAT

CAPITOLATO D ONERI. Casa Anziani Alto Vedeggio 6805 Mezzovico Vira OPERATORE SOCIOSANITARIO (OSS) Denominazione della funzione

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE

Assertività. Un adeguata comunicazione deve avere al meno tre elementi. Assenza Di paure o Inibizioni sociali. di sé

Progetto Nazionale di Cure Palliative Pediatriche

BUONE PRASSI PER L ACCOGLIENZA PROGETTO ACCOGLIENZA

Sostegno e Accompagnamento Educativo

SIDS : SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE. Suggerimenti per gli operatori che entrano in contatto con una famiglia colpita

NUOVI APPROCCI PER UN MANAGER ALLENATORE : IL PROCESSO DI COACHING

La formazione dell Operatore Socio Sanitario (O.S.S.) Competenze professionali: l integrazione possibile

LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA

Piazza dei Martiri, 1/ Bologna

Percorsi di cura e assistenza tra ospedale e territorio: Il ruolo dei professionisti della sanità a supporto della conciliazione famiglia - lavoro

COMUNE DI SOLBIATE ARNO

L accompagnamento del morente in RSA

5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni

PROGETTO DI TERAPIA CON IL MEZZO DEL CAVALLO

La multidisciplinarietà delle cure a casa: quali competenze. F. Saverio Proia Ministero della Salute

Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione. Elementi di caratterizzazione del progetto della rete

Il Corso di Preparazione Privato OSS da 1000 ore è rivolto a persone in possesso dei seguenti requisiti:

Transcript:

CENNI SUL CONTESTO DI CURA FILOSOFIA DI CURA La Fondazione casa per anziani Giubiasco gestisce una struttura medicalizzata che con il suo personale qualificato, motivato e in continua crescita qualitativa offre all anziano residente un accoglienza, una qualità di vita, un benessere quotidiano, un ambiente protetto, un assistenza sanitaria e un accompagnamento alla morte, nel rispetto delle sue singole esigenze individuali. Detta azienda sanitaria ha una disponibilità totale di 117 letti di cui 83 nella sua parte medicalizzata e 34 nello stabile degli appartamenti protetti riservati alle persone che già in età AVS e indipendenti cercano sicurezza. All interno della struttura vi è la possibilità di essere accolti in camere singole o doppie per soggiorni temporanei o definitivi. Nella parte medicalizzata il 70% dei posti letto è occupata da ospiti completamente dipendenti. Il 58% dei dipendenti della casa operano nel settore sanitario (infermieri, assistenti geriatrici, assistenti di cura, ausiliarie di cura, allievi e stagiaires). 1

OBIETTIVI PRINCIPALI DEL NOSTRO SERVIZIO INFERMIERISTICO individualizzare, analizzare, diagnosticare e trattare i disturbi multidimensionali che presentano i nostri ospiti residenti, adottando metodi di lavoro specifici della geriatria: valutazione geriatrica multidimensionale, riabilitazione geriatrica, terapia di riattivazione, cure palliative, ecc. proporre un programma di cure olistiche e individualizzate con la cooperazione dell ospite stesso, dei suoi famigliari e dell équipe interdisciplinare interna ed esterna all istituzione, per: sostenerlo e accompagnarlo nella gestione delle reazioni al ricovero (accettazione, rivolta, abdicazione) sostenerlo e accompagnarlo nella gestione dell autonomia dei sentimenti, spirituale, fisica e sociale sostenerlo e accompagnarlo nella gestione dei principali problemi di salute in ambito geriatrico: immobilità, incontinenza, instabilità e involuzione intellettuale sostenerlo nell accettare la morte con l accompagnamento relazionale, le cure di confort, il controllo del dolore o di altri sintomi penosi. 2

RAGIONI PRINCIPALI PER L ESISTENZA DI UNA TEORIA INFERMIERISTICA E ormai accertato che una teoria infermieristica stimola il curante ad una maggiore autonomia professionale favorendo lo sviluppo di abilità analitiche che gli permettono di definire gli scopi della pratica infermieristica, della ricerca, dell orientamento e finalità dell assistenza. Il curante inoltre, trovandosi più stimolato e sensibilizzato a mettersi in dubbio risulterà maggiormente consapevole del suo ruolo. La consapevolezza di una maggiore conoscenza teorica aumenterà il potere del curante il quale utilizzando, per ogni ospite, una metodologia sviluppata sistematicamente - che descrive, spiega, prevede e controlla i fenomeni - favorirà una maggiore probabilità di ottenere un realistico successo individualizzato nelle cure. RAGIONI PER LA SCELTA DI TRE TEORIE INFERMIERISTICHE DI RIFERIMENTO La scelta di un unica teoria infermieristica è subito parsa limitativa in un approccio che si prefiggeva di privilegiare l accompagnamento sistemico e multidisciplinare, pertanto si sono prese in considerazione le opere della Johnson, della Orem e della Henderson ritenendo fondamentale introdurre, all interno di una struttura aventi le nostre caratteristiche, il concetto di nursing psicogeriatrico, paradossalmente ancora misconosciuto soprattutto a livello di curanti (Dorothy E. Johnson dal 1988 adottata all interno della OSC) introdurre il concetto del mantenimento delle risorse residue inteso nella salvaguardia dell autonomia dei sentimenti, spirituale, fisica e sociale (Dorothea E. Orem) ma non solo: a livello pratico l applicazione di questa teoria infermieristica permette la stesura di succinti piani di cura di immediata lettura disporre di una buona radiografia nell ambito della raccolta dati (Virginia Henderson) anche perché è quella più familiare nel nostro contesto di formazione e anche perché attualmente si dispone di una ricca bibliografia di applicazione in merito 3

CENNI SULLO SVILUPPO DELLE TEORIE INFERMIERISTICHE SCELTE Il modello della Henderson (1897) è una filosofia del nursing umanistico, inteso come un arte e una scienza. Virginia Henderson ha contribuito enormemente allo sviluppo del nursing in più di 60 anni di attività in qualità di infermiera, insegnante, scrittrice e ricercatrice. Ha pubblicato moltissimo. La sua definizione di nursing è apparsa per la prima volta nella quinta edizione del suo Textbook of the Principles and Practice of Nursing del 1955. Ella precisa che la funzione peculiare dell infermiera è quella di assistere l individuo, malato o sano, nello svolgimento di quelle attività che contribuiscono alla guarigione (o che conducono a una morte serena) e che tale individuo svolgerebbe da solo se possedesse la forza, la volontà e la conoscenza necessarie; l infermiera deve inoltre aiutare l individuo a rendersi indipendente il più rapidamente possibile. In The Nature of Nursing ella ha identificato 14 bisogni di base dei pazienti che comprendono i componenti della cura infermieristica: 1. respirazione 2. mangiare e bere 3. eliminare 4. movimento 5. riposo e sonno 6. vestire adeguato 7. temperatura corporea 8. corpo pulito e tessuti protetti 9. ambiente sicuro 10. comunicazioni 11. culto 12. lavoro 13. gioco 14. apprendimento Ha identificato tre tipi di relazione infermiere-paziente 1. l infermiere è un sostituto del paziente 2. l infermiere aiuta il paziente 3. l infermiere è un partner del paziente. La Henderson è a favore della comprensione empatica del paziente e afferma che l infermiere deve entrare nella pelle di ciascun paziente per poter capire ciò di cui ha bisogno. 4

La Henderson ritiene inoltre che molte funzioni dell infermiere coincidono con quelle del medico e afferma che l infermiere opera in interdipendenza con altri operatori sanitari paragonando il team sanitario a delle fette di un aerogramma. Le dimensioni del cerchio variano a seconda dei bisogni del paziente. L obiettivo è che la parte relativa al paziente occupi la maggior parte dell area man mano che questi diventa indipendente. 5

Il modello della Orem è anch esso una filosofia del nursing umanistico, inteso come un arte e una scienza. Dorothea Orem ebbe un intuizione sul concetto di nursing nel 1958. Sin dagli anni Cinquanta si era occupata in pubblicazioni di pratica infermieristica e di insegnamento. Ella considera la propria teoria infermieristica del self-care deficit (insufficiente autogestione) una teoria generale composta di tre teorie in relazione tra loro 1. la teoria dell autogestione 2. la teoria dell inadeguata gestione 3. e la teoria dei sistemi infermieristici Orem identifica tre tipi di sistemi infermieristici 1. sostitutivo-totale del paziente 2. parzialmente sostitutivo del paziente 3. di supporto ed educazione all autonomia. Queste teorie sono ampiamente trattate nel libro Nursing: Concepts of Practice. La Orem ritiene che l infermiere abbia in comune alcune funzioni con altri operatori sanitari. 6

Il modello Johnson è orientato verso la teoria del sistema. Ella ha pubblicato dalla metà degli anni 40 all inizio degli anni 70 e la maggior parte della sua opera è stata pubblicata durante gli anni 60. La Johnson ha presentato il suo modello di Sistema Comportamentale che ha chiamato modello per la pratica, l istruzione e la ricerca infermieristica, nel volume della Riehl e della Roy Conceptual Models for Nursing Practice, dove ha identificato 7 sottosistemi del sistema comportamentale: 1. attaccamento e affiliazione 2. dipendenza 3. eliminazione 4. sessualità 5. ingestione 6. aggressione 7. realizzazione La Johnson ritiene che l affetto o il subsistema di affiliazione, siano la pietra miliare di tutte le organizzazioni sociali. Si può analizzare ciascun sottosistema in termini di struttura e esigenze funzione. I quattro elementi strutturali sono 1. pulsione o obiettivo 2. direzione, una predisposizione ad agire 3. scelta, alternative d azione 4. comportamento I requisiti funzionali sono 1. la protezione 2. l educazione 3. la stimolazione I problemi infermieristici derivano da disturbi nella struttura o nella funzione dei subsistemi o del sistema o perché il livello di funzionamento comportamentale si trova al di sotto del livello ottimale desiderabile. 7

Esiste il bisogno di intervento infermieristico ed è motivato se c è uno stato di instabilità nel sistema comportamentale. L infermiere deve scoprirne la causa e prendere i provvedimenti infermieristici adeguati per mantenere o ristabilire l equilibrio del sistema comportamentale stesso. 8

LA TEORIA DI GIUBIASCO Dal pensiero di Virginia Henderson inseriamo nella nostra teoria il suo pensiero rispetto alla funzione dell infermiera che è quella di assistere l individuo, malato o sano, nello svolgimento di quelle attività che contribuiscono alla guarigione (o che conducono a una morte serena) e che tale individuo svolgerebbe da solo se possedesse la forza, la volontà e la conoscenza necessarie. L infermiera deve inoltre aiutare l individuo a rendersi indipendente il più rapidamente possibile, entrando nella pelle di ciascun paziente per poter capire ciò di cui ha bisogno. Dal pensiero di Dorothea Oream riprendiamo i tre sistemi infermieristici da lei identificati in quanto la realtà nelle strutture medicalizzate per le persone anziane è quello di una insufficiente autogestione della persona anziana, che sono: 1. sostitutivo totale dell ospite 2. parzialmente sostitutivo dell ospite 3. di supporto ed educazione all autonomia. Inoltre dal suo pensiero adottiamo la sua visione che l infermiere abbia in comune alcune funzioni con altri operatori sanitari considerando i problemi psico-geriatrici nelle strutture medicalizzate per le persone anziane. Dal pensiero della Johnson inseriamo il concetto che esiste il bisogno di intervento infermieristico ed è motivato se c è uno stato di instabilità nel sistema comportamentale. L infermiere deve scoprirne la causa e prendere i provvedimenti infermieristici adeguati per mantenere o ristabilire l equilibrio del sistema comportamentale stesso. Infine, forti della nostra lunga pratica professionale giungiamo unanimemente alla seguente identificazione dei bisogni di base nell intento di snellire e rendere maggiormente pertinente e utilizzabile la raccolta dei dati. 1. respirazione 2. ingestione 3. eliminazione 4. movimento e mobilità 5. risposo e sonno 6. vestire adeguato e temperatura corporea (riuniti) 7. pulizia e protezione del corpo 8. ambiente sicuro (evitare i pericoli) 9. stato psichico e sessualità (comunicazione e apprendimento riuniti) 10. credenze socioculturali (culto, lavoro e gioco riuniti) 9

CONCETTI CHIAVE L autonomia non esiste senza dipendenza (E. Morin) autonomia dei sentimenti autonomia spirituale autonomia fisica autonomia sociale la libertà, la capacità e la volontà di scegliere il senso da attribuire agli avvenimenti e alla propria vita la libertà, la capacità e la volontà di scegliere il senso da attribuire agli avvenimenti e alla propria vita la libertà, la capacità e la volontà di decidere del proprio corpo nelle attività quotidiane la libertà, la capacità e la volontà di scegliere le proprie relazioni sociali Il maternalismo L atteggiamento terapeutico l assenza di interesse reale per quello he la persona è stata, l assenza di interesse per ciò che vuole l ospite, l assenza di spazio di vita privata, l assenza di rispetto, l assenza di attenzione. desiderio di promuovere la qualità di vita dei malati. 10

5. L accompagnamento alla morte Ancora all inizio di questo secolo, si moriva in generale a casa propria, circondati dai familiari. L evoluzione delle condizioni sociali e delle possibilità terapeutiche ha modificato profondamente la situazione: oggi si muore più spesso in ospedale o altra istituzione, spesso separati dai propri cari da un dispositivo di cure altamente tecniche. La medicina spesso è capace di guarire. Ora, è anche un suo compito aiutare a morire (il che non è certo una novità, ma sta conoscendo oggi un recupero di attenzione). Le paure impediscono spesso di confrontarsi serenamente a questo evento. Le persone in fin di vita hanno bisogno di un dialogo (bisogno di comunicare) con gli inservienti e sentirsi a proprio agio, esprimendosi liberamente e di essere capiti. Ciò vale soprattutto per coloro che si trovano in un ambiente che non è familiare. L interazione personale nei confronti del morente si associa con esso per attraversare quest ultima tappa. Il ruolo della formazione resta di vitale importanza nella preparazione degli accompagnatori in quanto dovranno interrogarsi sulla sofferenze che vive la persona morente. Il tutto si riassume nell implicazione fisica, psicologica, morale, spirituale di questo processo (o cammino) verso la morte. L amore verso la persona che soffre resta di vitale importanza. Ricerche in merito, effettuate dal dr. Lanöe, si concentrano sulla necessità di conoscere bene il malato ponendosi le seguenti domande: chi era, la sua posizione socio-culturale, la sua famiglia, le sue relazioni e il suo ambiente. Riveste inoltre molta importanza la comunicazione non verbale, nella misura dell 80%. Esempi di comunicazione non verbale: lo sguardo l espressione del viso i gesti la postura il toccare i movimenti del proprio corpo l ambiente 11

Presupposti all accompagnamento conoscere sé stessi chiara relazione tra il proprio essere e le esigenze del morente essere capaci di riflettere sul proprio passato (vissuto) sviluppo della capacità di ascoltare, identificare dei bisogni delle persone e capacità di rispondergli adeguatamente Per quanto riguarda il nostro istituto l appoggio del personale sanitario e non sanitario è continuo, grazie alle cure al morente e al sostegno morale offerto ai parenti. Al funerale, è sempre assicurata la presenza di un rappresentante della direzione casa anziani. 12

7. Piano di cura Il piano di cura è uno strumento di lavoro che l infermiere ha a disposizione per poter strutturare i propri interventi con l utenza, coerentemente con i principi dell approccio globale alla persona e alla situazione di cura. L utilizzo del piano di cura presenta diversi vantaggi e facilita il lavoro terapeutico in quanto: Favorisce la comunicazione Stabilisce le responsabilità Finalizza la raccolta dati Facilita l individualizzazione delle cure Assicura la continuità degli interventi terapeutici Consente una precisa e puntuale verifica del lavoro Favorisce la collaborazione interdisciplinare Accresce l efficacia delle cure Consente il perfezionamento professionale Il piano di cura si costituisce di 4 fasi di lavoro conseguenti l una all altra così rappresentabili: FASE DIAGNOSTICA FASE DI PIANIFICAZIONE FASE DI VALUTAZIONE FASE DI ESECUZIONE Fase diagnostica: raccolta, analisi dei dati e identificazione delle risorse diagnosi infermieristica identificazione dei problemi connessi Fase di pianificazione: definizione degli obiettivi pianificazione degli interventi definizione degli interventi Fase di esecuzione: applicazione della pianificazione Fase di valutazione: raggiungimento degli obiettivi eliminazione dei problemi insieme del risultato e del piano 13

8. Diagnosi infermieristica La diagnosi infermieristica è individuazione di un problema reale o potenziale di una persona correlato alle possibili cause che lo hanno determinato, espresso secondo un metodo e un linguaggio appropriato è sottoposto quindi a regole ben definite: è una componente del processo di cura e ha lo scopo di pianificare l assistenza individualizzata; segue il processo di analisi e sintesi è di responsabilità infermieristica è una dichiarazione di giudizio infermieristico Quindi la diagnosi infermieristica: è una dichiarazione di un problema reale o potenziale è espressa in forma scritta con linguaggio conciso e chiaro comprende la descrizione del problema e la causa è centrata specificamente sulle persone fornisce l indirizzo per lo sviluppo del piano di cura è la base per gli interventi infermieristici in quanto rientra nell oggetto di studio della disciplina infermieristica è basata su un processo di raccolta dati Importante è segnalare che: non è una diagnosi medica (non individua una condizione patologica) non deve essere espressa con termini riferiti a trattamenti diagnostici o terapeutici non deve essere espressa con termini che riferiscono a presidio o apparecchiature non è la definizione di problemi infermieristici riferiti al paziente non è un obiettivo infermieristico non è un sintomo 14